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Tavola Rotonda SPD - Limitatori di sovratensione - Editrice Maestri

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PD limitatori imitatori <strong>di</strong> <strong>sovratensione</strong><br />

<strong>sovratensione</strong><br />

PD<br />

<strong>Tavola</strong> avola rotonda<br />

RELATORI E PARTECIPANTI<br />

a cura <strong>di</strong> Viviana Perin<br />

Sono comunemente chiamati “scaricatori”, ma il termine corretto è “limitatori <strong>di</strong><br />

<strong>sovratensione</strong>”. La loro funzione è sintetizzata nell’acronimo <strong>SPD</strong> che sta per Surge<br />

Protective Device. In pratica, gli <strong>SPD</strong> proteggono le apparecchiature dalle<br />

sovratensioni, spesso (ma non sempre) generate dal fulmine.<br />

Nonostante l’importanza della materia, un fatto è certo: in Italia gli <strong>SPD</strong> sono<br />

spesso ignorati o sottovalutati e sui fulmini permangono talvolta luoghi comuni ed<br />

errate convinzioni. È quanto è emerso nel corso <strong>di</strong> una tavola rotonda a Milano,<br />

che si è svolta a settembre, presso la sede dell’ANIE.<br />

L’iniziativa, promossa da E<strong>di</strong>trice <strong>Maestri</strong> e dal Gruppo <strong>SPD</strong>-CSI <strong>di</strong> ANIE, ha avuto<br />

come protagonisti esponenti del mondo produttivo degli <strong>SPD</strong>.<br />

A partire dalle domande e dagli spunti <strong>di</strong> riflessione suggeriti da Leonardo Maccapanni,<br />

<strong>di</strong>rettore e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> Attualità Elettrotecnica News, la tavola rotonda ha dato vita a<br />

un confronto <strong>di</strong> idee ed esperienze tra i partecipanti, utile per fare chiarezza<br />

sulla realtà del mercato degli <strong>SPD</strong>, gli aspetti tecnici e i problemi <strong>di</strong> fondo.<br />

È l’Associazione CSI (Componenti e Sistemi per Impianti), federata all’ANIE, e in particolare il<br />

Gruppo <strong>SPD</strong>, che riunisce le principali aziende produttrici <strong>di</strong> <strong>SPD</strong> in Italia. La tavola rotonda,<br />

presieduta e coor<strong>di</strong>nata da Leonardo Maccapanni, <strong>di</strong>rettore e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> AE News, ha riunito attorno<br />

a un tavolo i portavoce <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong> queste aziende. Presente anche Andrea Ceppi, dell’Associazione<br />

CSI, che segue la segreteria organizzativa del Gruppo <strong>SPD</strong>. Ecco, in or<strong>di</strong>ne alfabetico,<br />

i nomi dei partecipanti alla tavola rotonda:<br />

Gianfranco Alma, <strong>di</strong>rezione marketing MT/BT,<br />

Schneider Electric;<br />

Salvatore Brandonisio, Product Manager Trabtech,<br />

Phoenix Contact;<br />

Clau<strong>di</strong>o Brazzola, responsabile per il supporto e<br />

la formazione tecnica della rete <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta all’estero <strong>di</strong><br />

ABB Sace, nonché coor<strong>di</strong>natore del gruppo dei costruttori<br />

<strong>di</strong> <strong>SPD</strong> <strong>di</strong> ANIE;<br />

Gianfranco D’Ippolito, Managing Director,<br />

Con.Trade;<br />

Stefania Franchelli, Product Manager <strong>di</strong> apparecchi modulari,<br />

fusibili BT, Siemens;<br />

Lorenz Moroder, <strong>di</strong>rettore tecnico Dehn Italia;<br />

Fabio Stancheris, Product Manager <strong>di</strong> apparecchi modulari,<br />

Gewiss.


Un tempo ci si preoccupava del fulmine soprattutto per i suoi effetti più<br />

eclatanti, quando, per esempio, colpiva <strong>di</strong>rettamente la struttura <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio.<br />

Oggi, invece, ha sottolineato Brazzola, “c’è un’altra consapevolezza: che il fenomeno<br />

fulmine non comporta solo la scarica <strong>di</strong>retta sulla struttura, ma una serie<br />

<strong>di</strong> fenomeni associati.” Inoltre le scariche atmosferiche possono colpire <strong>di</strong>rettamente<br />

una struttura, ma ci sono anche fulmini a terra che colpiscono la linea<br />

elettrica o strutture vicine e fulmini che cadono in prossimità dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Le sovratensioni causate dai fulmini possono danneggiare le apparecchiature<br />

elettriche <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio, portare alla fusione dei conduttori e a eventuali incen<strong>di</strong>.<br />

Dispositivi come gli <strong>SPD</strong> hanno il merito <strong>di</strong> limitare la tensione dei circuiti elettrici<br />

entro un valore prefissato e convogliare le sovracorrenti associate verso<br />

terra. Con gli <strong>SPD</strong> le apparecchiature elettriche ed elettroniche vengono protette<br />

dalle sovratensioni anche quando non sono <strong>di</strong> origine atmosferica, ma<br />

sono generate all’interno dell’impianto stesso. Inoltre, gli <strong>SPD</strong> proteggono non<br />

solo gli impianti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia, sulla rete <strong>di</strong> alimentazione dunque,<br />

ma anche circuiti <strong>di</strong> segnale, <strong>di</strong> tipo informatico, cablaggio strutturato etc.<br />

Va comunque ricordato che il problema delle sovratensioni, <strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette,<br />

si risolve con l’azione congiunta <strong>di</strong> vari livelli <strong>di</strong> protezione. È necessario saper<br />

scegliere e <strong>di</strong>mensionare gli <strong>SPD</strong> caso per caso, e installarli correttamente.<br />

Per fare chiarezza su un argomento così complesso, Leonardo Maccapanni ha<br />

posto una serie <strong>di</strong> domande <strong>di</strong> tipo tecnico ai partecipanti alla tavola rotonda.<br />

Come scegliere un <strong>SPD</strong>?<br />

GLI <strong>SPD</strong>: COSA C’È DA DA<br />

SAPERE<br />

Da sinistra a destra: Salvatore Brandonisio, Lorenz Moroder<br />

e Stefania Franchelli<br />

Franchelli: “Per quanto riguarda la classificazione, la normativa prevede tre<br />

classi, o meglio tre tipi <strong>di</strong> <strong>SPD</strong>. Il tipo 1 viene impiegato all’inizio dell’impianto,<br />

quando vi è il rischio <strong>di</strong><br />

fulminazione <strong>di</strong>retta sulla<br />

struttura oppure sulle<br />

linee entranti all’interno<br />

della struttura. E questo<br />

deve essere impiegato<br />

soprattutto nel caso in<br />

cui è presente un LPS,<br />

ossia un impianto <strong>di</strong> protezione<br />

esterno. Poi c’è<br />

il tipo 2 che protegge<br />

invece da sovratensioni<br />

<strong>di</strong> tipo indotto. Viene<br />

utilizzato all’inizio dell’impianto<br />

quando sono<br />

previste solamente frazioni<br />

<strong>di</strong> corrente da fulmine<br />

oppure nei quadri<br />

interme<strong>di</strong> per affinare la<br />

protezione. Il tipo 3 è<br />

una protezione finale<br />

per le apparecchiature<br />

in genere terminali e<br />

viene impiegato in<br />

prossimità delle apparecchiature<br />

da proteggere;<br />

è visto come un ulteriore<br />

affinamento della<br />

protezione.”<br />

Guida ANIE-CSI sul tema degli <strong>SPD</strong><br />

Alma: “Da aggiungere<br />

che tipo 1, tipo 2 e tipo 3<br />

possono essere presenti<br />

tutti e tre sull’impianto,<br />

se debitamente coor<strong>di</strong>nati<br />

tra <strong>di</strong> loro.”<br />

Per installare gli <strong>SPD</strong> quali requisiti deve avere un impianto?<br />

Brazzola: “La terra è sicuramente un requisito in<strong>di</strong>spensabile. Questo perché il<br />

funzionamento degli <strong>SPD</strong> consiste nello scaricare a terra la corrente. In generale,<br />

va detto che l’impianto deve essere eseguito a regola d’arte. Fondamentale<br />

è poi il coor<strong>di</strong>namento dell’<strong>SPD</strong> all’interno dell’impianto, per esempio, con le<br />

protezioni da sovracorrente. Se in un <strong>SPD</strong> qualunque viene chiuso il circuito<br />

verso terra, si crea un corto circuito, che deve essere in qualche modo eliminato.<br />

Da ciò si deduce che, se non c’è un corretto coor<strong>di</strong>namento tra un <strong>di</strong>spositivo<br />

<strong>di</strong> protezione e un corto circuito, l’<strong>SPD</strong> può anche esplodere.”<br />

IL GRUPPO <strong>SPD</strong><br />

Il Gruppo<br />

<strong>SPD</strong> dell’Associazione<br />

CSI,<br />

Componenti<br />

e<br />

Sistemi<br />

per Impianti,<br />

federata all’ANIE, è formato dalle seguenti aziende:<br />

ABB, Arnocanali, Ave, BTicino, Carpaneto, Con.Trade, Dehn<br />

Italia, GE Power Controls,<br />

Gewiss, Hager Lume, Phoenix<br />

Contact, Schneider Electric,<br />

Siemens,Vimar e Weidmuller.<br />

Del Gruppo è coor<strong>di</strong>natore<br />

Clau<strong>di</strong>o Brazzola <strong>di</strong> ABB<br />

Sace.<br />

Andrea Ceppi, <strong>di</strong> ANIE,<br />

segue la segreteria organizzativa<br />

del Gruppo.<br />

Moroder: “A proposito <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, ogni costruttore ha l’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care<br />

il corretto coor<strong>di</strong>namento dell’<strong>SPD</strong> con un limitatore <strong>di</strong> corrente a monte.<br />

In questo modo l’installatore sa – o dovrebbe sapere – se a monte c’è un limitatore<br />

con gli stessi dati o no, e se l’<strong>SPD</strong> ha bisogno <strong>di</strong> un limitatore nel proprio<br />

ramo <strong>di</strong> derivazione.”<br />

Fino a quale <strong>di</strong>stanza un <strong>SPD</strong> garantisce il livello <strong>di</strong> protezione<br />

necessario?<br />

Brandonisio: “Lei chiede qual è la <strong>di</strong>stanza massima dall’apparecchiatura entro<br />

la quale l’<strong>SPD</strong> riesce a garantire la protezione. Penso che tutti i presenti siano<br />

d’accordo con me nell’affermare che è <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduare un valore unico,<br />

perché bisogna tenere conto <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi fenomeni (induttivo, risonanza etc.).<br />

Il valore andrebbe determinato caso per caso. Volendo generalizzare, potremmo<br />

definire una <strong>di</strong>stanza massima <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci metri. Bisogna comunque tener presente<br />

che man mano che l’apparecchiatura si allontana dall’<strong>SPD</strong>, man mano<br />

che la <strong>di</strong>stanza aumenta, l’efficacia della protezione <strong>di</strong>minuisce.”<br />

Fabio Stancheris (a sinistra) accanto a Salvatore Brandonisio


IL FULMINE: QUESTO UESTO SCONOSCIUTO<br />

La tavola rotonda ha preso il via da un’osservazione<br />

<strong>di</strong> Leonardo Maccapanni su uno dei luoghi<br />

comuni più <strong>di</strong>ffusi riguardante i fulmini: “Come<br />

possiamo proteggere il nostro televisore dal fulmine?<br />

C’è ancora chi pensa che basti staccare la<br />

spina. Eppure noi sappiamo che non c’è niente<br />

<strong>di</strong> più sbagliato. Il fulmine arriva lo stesso.<br />

La protezione si può avere solo con i limitatori <strong>di</strong><br />

<strong>sovratensione</strong>: gli <strong>SPD</strong>, che però non vengono<br />

generalmente presi in considerazione.”<br />

A questa iniziale constatazione hanno fatto seguito<br />

le testimonianze e le riflessione dei presenti.<br />

L’esperienza sul campo porta tutti alla medesima<br />

conclusione: gli <strong>SPD</strong> sono ancora in<br />

gran parte ignorati e sottovalutati. Spesso i danni<br />

provocati dal fulmine sembrano essere subìti<br />

con una sorta <strong>di</strong> fatalismo, come se non esistesse<br />

una soluzione, un modo per prevenirli.<br />

“Faccio un esempio <strong>di</strong> quale è la realtà <strong>di</strong> oggi –<br />

racconta Lorenz Moroder -. Mi capita spesso <strong>di</strong><br />

parlare con installatori che hanno dovuto sostituire<br />

interruttori e apparecchiature danneggiati<br />

dopo un temporale. Alla mia domanda - ‘Non<br />

hai pensato <strong>di</strong> proporre l’installazione <strong>di</strong> <strong>SPD</strong>?’<br />

- c’è chi ha risposto: ‘Ah sì! Avrei potuto farlo.’<br />

Qualcun altro invece ha detto: ‘No. Tanto non<br />

funzionano.’ Oppure: ‘Cosa sono?’.<br />

Tra le domande provocatorie <strong>di</strong> Leonardo Maccapanni c’è anche questa:<br />

“Per proteggere dalle sovratensioni <strong>di</strong> origine atmosferica apparecchiature<br />

‘sensibili’ come televisori, computer etc. è sufficiente acquistare una presa<br />

mobile multipla, comunemente detta ‘ciabatta’ dotata <strong>di</strong> protezione?”<br />

Su questo punto la risposta è unanime.<br />

No, la ciabatta da sola non è sufficiente a proteggere le apparecchiature.<br />

Anzi, può essere pericolosa.<br />

Certe volte la “ciabatta” può ad<strong>di</strong>rittura esplodere...<br />

“Il pericolo principale è che, non avendo un adeguato potere <strong>di</strong> assorbimento<br />

<strong>di</strong> una certa energia legata alla <strong>sovratensione</strong>, la ciabatta possa ad<strong>di</strong>rittura<br />

esplodere; quin<strong>di</strong> può essere generatrice <strong>di</strong> danni.” (Gianfranco Alma)<br />

...o rendere inefficaci altri <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione<br />

“La ciabatta potrebbe sembrare una soluzione molto vantaggiosa perché<br />

si trova vicino all’apparecchiatura da proteggere.<br />

E noi sappiamo che l’efficacia degli <strong>SPD</strong> decade man mano che si allontanano<br />

dal punto <strong>di</strong> installazione dell’apparecchiatura.<br />

Per ovviare a questo problema è opportuno mettere <strong>SPD</strong> vicino all’apparecchiatura,<br />

ma in questo caso gli <strong>SPD</strong> devono essere coor<strong>di</strong>nati con l’<strong>SPD</strong> che<br />

sta a monte.<br />

E io per definizione come faccio a coor<strong>di</strong>nare qualcosa che è portatile – come<br />

la ciabatta - e che non viene installato dall’installatore, ma viene comprato<br />

al supermercato?<br />

Quin<strong>di</strong>, non solo c’è il rischio che questa ciabatta possa scoppiare, perchè<br />

non ha le caratteristiche sufficienti in termini energetici, ma ad<strong>di</strong>rittura<br />

può succedere che questa ciabatta troppo sensibile intervenga prima della<br />

protezione, che io magari ho messo correttamente nella presa, e me la<br />

renda completamente inefficace.<br />

Quin<strong>di</strong> il sistema <strong>di</strong> protezione contro le sovratensioni deve essere coor<strong>di</strong>nato<br />

e come tale deve essere completo come impianto fisso, non può essere<br />

delegato al portatile.” (Clau<strong>di</strong>o Brazzola)<br />

Spesso viene venduta con messaggi fuorvianti<br />

e senza in<strong>di</strong>cazioni tecniche<br />

“Ritengo che non sia impossibile coor<strong>di</strong>nare la ciabatta con gli altri <strong>di</strong>spositivi<br />

<strong>di</strong> protezione, ma è <strong>di</strong>fficile, specialmente se si pensa alla ciabatta<br />

che si compra nella grande <strong>di</strong>stribuzione, priva <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni tecniche<br />

utili. Spesso il messaggio è fuorviante e sulla confezione c’è scritto: ‘protegge<br />

dal fulmine’.” (Salvatore Brandonisio)<br />

“Le ciabatte dovrebbero sottostare alla norma europea classificata CEI<br />

37-8, se combinate con le protezioni energia, e CEI 37-6, se invece sono<br />

combinate con la protezione dei segnali. Queste norme prevedono per<br />

esempio i dati minimi <strong>di</strong> taglia che orientino chi deve fare l’acquisto.<br />

E invece sulle ciabatte che normalmente si vendono in commercio, c’è solo<br />

in grande la marcatura CE.” (Lorenz Moroder)<br />

Leonardo Maccapanni ha presieduto e coor<strong>di</strong>nato<br />

la tavola rotonda che si è svolta a Milano presso la sede<br />

<strong>di</strong> ANIE. Tema: gli <strong>SPD</strong><br />

BAST ASTA A LA “CIABATT<br />

“CIAB TTA”? ”?<br />

Le “ciabatte” sono valide se intese come protezione aggiuntiva...<br />

“La ciabatta non è il toccasana che risolve tutti i problemi delle sovratensioni<br />

che possono arrivare a un’apparecchiatura sensibile. Le apparecchiature<br />

da proteggere non sono connesse solo alla rete elettrica, ma anche alla rete<br />

informatica, ad altre reti. Quin<strong>di</strong>, la ciabatta, se costruita a regola d’arte e in<br />

coor<strong>di</strong>namento con gli <strong>SPD</strong> posti all’arrivo linea, protegge soltanto l’apparecchiatura<br />

sulla linea <strong>di</strong> alimentazione, che è un delle tante linee entranti. Per il<br />

resto bisognerà prevedere apparecchiature <strong>di</strong> protezione da <strong>sovratensione</strong><br />

de<strong>di</strong>cate alla linea <strong>di</strong> segnale, alla linea telefonica, alla linea d’antenna e<br />

quant’altro.” (Gianfranco Alma)<br />

“Esistono ciabatte che prevedono la possibilità <strong>di</strong> garantire la protezione<br />

sia a livello <strong>di</strong> rete <strong>di</strong> alimentazione che <strong>di</strong> comunicazione. Si tratta comunque<br />

<strong>di</strong> una protezione aggiuntiva.” (Salvatore Brandonisio)<br />

...solo a certe con<strong>di</strong>zioni<br />

Questa è la realtà <strong>di</strong> oggi.”<br />

La scarsa attenzione rivolta agli <strong>SPD</strong> sembra<br />

estesa a tutti i settori, non solo il civile.<br />

“C’è un episo<strong>di</strong>o abbastanza significativo e un<br />

po’ paradossale, che merita <strong>di</strong> essere segnalato<br />

– osserva Gianfranco Alma –, un fatto accaduto<br />

qualche anno fa a Roma, presso la stazione<br />

dei vigili del fuoco. La stazione rimase isolata<br />

dal resto del mondo non ricordo più per<br />

quanto tempo, a causa <strong>di</strong> un fulmine. L’impianto<br />

non era adeguatamente protetto.”<br />

Anche nell’industria, oggi, secondo Moroder,<br />

“non si ha l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> fare l’impianto <strong>di</strong> protezione<br />

preventivamente, ma solo dopo il primo<br />

danno subìto. Spesso l’impresa artigiana o il<br />

piccolo ufficio scartano l’idea <strong>di</strong> installare <strong>SPD</strong>,<br />

considerando economicamente più conveniente<br />

ricomprare l’apparecchiatura in caso <strong>di</strong> danneggiamenti.<br />

Quando però l’artigiano, il piccolo<br />

impren<strong>di</strong>tore si accorgono delle per<strong>di</strong>te che<br />

comporta anche solo una mezza giornata senza<br />

fax, per esempio, allora comprendono i vantaggi<br />

offerti dagli <strong>SPD</strong>. Allo stesso modo un fermo<br />

macchina in uno stabilimento ha costi elevati.<br />

Non parliamo delle banche me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong>.<br />

Secondo un’indagine dell’IBM, dopo qualche<br />

giorno <strong>di</strong> fuori servizio, chiudono i battenti.”<br />

“Anche se non costituiscono la protezione in sè, le ciabatte possono dare<br />

un contributo a proteggere, solo a certe con<strong>di</strong>zioni però: che siano realizzate<br />

secondo la regola dell’arte, nel rispetto delle normative vigenti, e che riescano<br />

a garantire, per esempio, il coor<strong>di</strong>namento con altri <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione. A<br />

queste con<strong>di</strong>zioni possono effettivamente dare un contributo a proteggere. Ci<br />

sono ciabatte che offrono una protezione aggiuntiva sia a livello <strong>di</strong> rete <strong>di</strong> alimentazione<br />

che <strong>di</strong> comunicazione.” (Salvatore Brandonisio)<br />

“Per quanto scontato, vale la pena <strong>di</strong> ricordarlo: la ciabatta - premesso che<br />

comunque richiede una protezione aggiuntiva nel quadro principale - per funzionare<br />

correttamente ha bisogno del conduttore <strong>di</strong> terra.”(Fabio Stancheris)<br />

Da sinistra a destra: Gianfranco D’Ippolito, Clau<strong>di</strong>o Brazzola,<br />

Andrea Ceppi, e Salvatore Brandonisio


Brazzola: “Aggiungo un’altra considerazione. Il problema è che purtroppo ci<br />

sono dei fenomeni <strong>di</strong> oscillazione che possono causare la decadenza dell’effetto<br />

dell’<strong>SPD</strong>. Cos’è l’effetto dell’<strong>SPD</strong>? È il livello <strong>di</strong> protezione che riesce a<br />

garantire, cioè la <strong>sovratensione</strong> che effettivamente potrà raggiungere l’apparecchiatura<br />

che protegge; man mano che aumenta la <strong>di</strong>stanza dell’<strong>SPD</strong>, <strong>di</strong>minuisce<br />

l’efficacia della protezione, perché può salire il livello <strong>di</strong> <strong>sovratensione</strong>,<br />

anche raddoppiare già a 20, 30 metri dal punto dell’<strong>SPD</strong>. Allora secondo me è<br />

giusto e corretto installare l’<strong>SPD</strong> all’ingresso <strong>di</strong> un impianto, in modo da<br />

garantire la protezione generale <strong>di</strong> base. Aggiungerei poi la protezione su<br />

quelle prese che <strong>di</strong>stano più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci metri dal centralino, in particolare dove<br />

prevedo la presenza <strong>di</strong> apparecchiature sensibili e delicate (se parliamo <strong>di</strong><br />

abitazione sono personal computer, impianto stereo etc.). Non credo sia verosimile<br />

pretendere dall’installatore <strong>di</strong> andare a posizionare un <strong>SPD</strong> in ogni<br />

presa, ma almeno su quelle prese. E purtroppo bisogna rendersi conto che le<br />

prese, nella maggior parte dei casi, <strong>di</strong>stano dal centralino almeno una decina<br />

<strong>di</strong> metri, una <strong>di</strong>stanza, a <strong>di</strong>re il vero, assai ridotta.”<br />

D’Ippolito: “Un’altra osservazione: con un quadro <strong>di</strong> stanza o <strong>di</strong> zona si<br />

potrebbero risolvere molti problemi e fornire soluzioni reali praticabili.<br />

Parlare <strong>di</strong> protezioni nel quadro <strong>di</strong> stanza o <strong>di</strong> zona significa però educare<br />

l’installatore a una concezione innovativa dell’impianto.”<br />

Da sinistra a destra: Gianfranco Alma, Gianfranco D’Ippolito,<br />

Clau<strong>di</strong>o Brazzola e Andrea Ceppi<br />

Qual è la durata me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un <strong>SPD</strong>?<br />

Alma: “Gli <strong>SPD</strong> vengono testati per garantire un certo numero <strong>di</strong> interventi.”<br />

Brazzola: “Di solito gli <strong>SPD</strong> evolvono verso fine vita riducendo l’impedenza<br />

verso terra. In pratica, aumentando la corrente che scaricano permanentemente<br />

verso terra. La durata <strong>di</strong> vita <strong>di</strong>pende anche da come gli <strong>SPD</strong> sono stati<br />

installati.”<br />

Alma: “Sì, anche l’installazione gioca la sua parte e influisce positivamente<br />

sulla durata <strong>di</strong> vita, se viene eseguita correttamente.”<br />

Brazzola: “È anche evidente che se un fulmine colpisce <strong>di</strong>rettamente la struttura<br />

(intesa anche con la gabbia <strong>di</strong> Farady, che comunque offre una schermatura),<br />

ritengo che in quel caso sia opportuno sostituire l’<strong>SPD</strong>. Questo perché,<br />

quando il fulmine comincia a ripartirsi – secondo la legge <strong>di</strong> Ohm – nelle vie<br />

che trova, e quin<strong>di</strong> anche nell’impianto elettrico, attraversa gli <strong>SPD</strong> che, ne<br />

consegue, dovranno essere cambiati. Più spesso però gli <strong>SPD</strong> intervengono<br />

per la protezione da sovratensioni indotte. In questi casi la forma d’onda della<br />

corrente è <strong>di</strong>versa e gli <strong>SPD</strong> sono garantiti per almeno una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> volte.<br />

Ciò significa che per quin<strong>di</strong>ci volte circa sono in grado <strong>di</strong> scaricare la corrente<br />

piena, più un’ulteriore corrente aggiunta. La vita degli <strong>SPD</strong>, in conclusione,<br />

è lunga e alcuni costruttori utilizzano <strong>SPD</strong> con le cartucce estraibili, in modo<br />

da sostituire solo la parte che si è deteriorata. Per la mia esperienza, la maggior<br />

parte dei casi nei quali gli <strong>SPD</strong> si sono rovinati non è stata in seguito a fulmini<br />

o a sovratensioni impulsive, ma in seguito a sovratensioni temporanee,<br />

che si originano quando c’è un guasto a monte dell’impianto o tipicamente<br />

quando si verifica un’interruzione del neutro.”<br />

Moroder: “Da stu<strong>di</strong> fatti il MTBF (Mean Time Between Failure) <strong>di</strong> un <strong>SPD</strong> è <strong>di</strong> 30<br />

anni. Alla domanda che spesso rivolge un installatore – ‘quanto dura un <strong>SPD</strong>?’rispondo<br />

nel seguente modo: un <strong>SPD</strong> nuovo, installato oggi può durare una vita<br />

umana e l’installatore può non dover intervenire mai.. Può succedere però<br />

che l’<strong>SPD</strong>, installato oggi, domani sia già fuori servizio, perché nel corso della<br />

notte, durante il temporale, ha superato la sua performance.”<br />

Brazzola: “La durata <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> un <strong>SPD</strong> <strong>di</strong>pende anche da altri fattori. Se il <strong>di</strong>mensionamento<br />

è stato eseguito correttamente, l’<strong>SPD</strong>, anche in presenza <strong>di</strong><br />

scariche <strong>di</strong>rette, può arrivare a far bene la sua parte senza danneggiarsi.<br />

Anzi, userei l’espressione che deve.”<br />

Brandonisio: “Oggi, comunque, gli <strong>SPD</strong> sono dotati <strong>di</strong> un’opportunità in più:<br />

l’in<strong>di</strong>cazione del corretto stato operativo o dell’eventuale guasto.”<br />

Gli <strong>SPD</strong> possono sostituire l’impianto <strong>di</strong> protezione esterno<br />

(captatore, calate, <strong>di</strong>spersori) e viceversa?<br />

Brazzola: “La risposta è no. L’LPS esterno, cioè la gabbia <strong>di</strong> Faraday, le calate,<br />

gli organi <strong>di</strong> captazione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione al suolo in realtà hanno come compito<br />

primario soltanto quello della protezione della struttura intesa come parte<br />

e<strong>di</strong>le. La gabbia <strong>di</strong> Faraday previene questa tipologia <strong>di</strong> danni e, in occasione<br />

della scarica <strong>di</strong>retta, protegge anche le vite umane in funzione della protezione<br />

<strong>di</strong> tensione <strong>di</strong> passo e contatto. Tutto quello che è l’impianto elettrico o elettronico<br />

presente all’interno della struttura con la gabbia <strong>di</strong> Faraday <strong>di</strong> fatto<br />

non interagisce.”<br />

Maccapanni: “Riformulo la domanda. Se invece parliamo <strong>di</strong> nuove costruzioni,<br />

è possibile ipotizzare una scelta <strong>di</strong> questo tipo: risparmiare sol<strong>di</strong>, evitando <strong>di</strong><br />

realizzare la gabbia <strong>di</strong> Faraday, del tutto inutile nelle strutture <strong>di</strong> cemento<br />

armato realizzate seguendo determinati criteri, e investire i sol<strong>di</strong> risparmiati<br />

negli <strong>SPD</strong>? Reggerebbe una scelta <strong>di</strong> questo tipo?”<br />

D’Ippolito: “Sì ci sta. L’approccio è lecito. Gli elementi naturali della struttura,<br />

intesa come ferro, del cemento armato etc., verificate tutta una serie <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni,<br />

possono fare anche la funzione dell’LPS esterno. Debbono però essere<br />

sod<strong>di</strong>sfatti una serie <strong>di</strong> requisiti. Verificato <strong>di</strong> aver utilizzato in modo ottimale<br />

questi elementi naturali - i ferri dell’armatura, le solette interconnesse in modo<br />

adeguato etc.. - si ha <strong>di</strong> fatto una gabbia <strong>di</strong> Faraday con un livello <strong>di</strong> protezione<br />

che ad<strong>di</strong>rittura può essere doppio e fino a 20 volte superiore, a livello <strong>di</strong><br />

efficienza, della miglior gabbia <strong>di</strong> Faraday.”<br />

Guida ANIE-CSI de<strong>di</strong>cata agli <strong>SPD</strong>, seconda e<strong>di</strong>zione


Quali sono le norme <strong>di</strong> riferimento?<br />

Alma: “Oggi abbiamo un corpo normativo <strong>di</strong> riferimento abbastanza preciso e<br />

sono tutte le norme della serie CEI EN 62305 parte 1, 2, 3, 4 per la protezione<br />

contro i fulmini; sono <strong>di</strong> recente pubblicazione, risalgono al febbraio 2006 e<br />

costituiscono un corpo normativo abbastanza complesso che va a sostituire<br />

il precedente che avevamo in Italia, rappresentato dalle norme CEI della serie<br />

81-1-4-8. Inoltre un importante riferimento normativo è anche la norma CEI 64-<br />

8 ed. V, parte 443: Protezione contro le sovratensioni <strong>di</strong> origine atmosferica o<br />

dovuti a manovre. È la prima volta che questa sezione è stata integrata nel<br />

testo della norma, anche se in buona sostanza la stessa rimanda al corpo<br />

normativo del CT 81.”<br />

Moroder: “Aggiungerei la norma degli <strong>SPD</strong> per energia, una norma europea:<br />

la CEI EN 61643-11, classificazione italiana CEI 37-8. La norma degli <strong>SPD</strong> per<br />

segnale è la 61643-21, recepita in Italia come CEI 37-6, ed è in inchiesta pubblica<br />

la 61643-12, come guida all’installazione degli <strong>SPD</strong>, guida o testo molto<br />

<strong>di</strong>scusso e ancor oggi assai battagliato.”<br />

GLI <strong>SPD</strong> SUL MERCATO:<br />

DATI MINIMI DI TARGA<br />

Sugli <strong>SPD</strong> in commercio devono essere presenti alcuni dati<br />

essenziali:<br />

nome del costruttore o marchio <strong>di</strong> fabbrica e<br />

riferimento <strong>di</strong> tipo, che può essere il n° <strong>di</strong> catalogo<br />

o altro n° <strong>di</strong> identificazione;<br />

tensione massima continuativa U c;<br />

frequenza nominale;<br />

classe <strong>di</strong> prova e parametri <strong>di</strong> scelta per ogni<br />

modo <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong>chiarato dal costruttore;<br />

livello <strong>di</strong> protezione U p;<br />

I limitatori che forniscono sia la protezione <strong>di</strong> modo comune<br />

che la protezione <strong>di</strong> modo <strong>di</strong>fferenziale devono riportare<br />

il valore <strong>di</strong> U c e <strong>di</strong> U p per ogni modo <strong>di</strong> protezione.<br />

Le informazioni sono tratte dalla guida ANIE-CSI intitolata “<strong>SPD</strong> Un lampo<br />

<strong>di</strong> genio”.<br />

FACCIAMO IL PUNTO:<br />

PERCHÈ GLI ITALIANI SOTTOVALUTANO GLI <strong>SPD</strong>?<br />

A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri paesi europei, gli <strong>SPD</strong> sono ancora sottovalutati in Italia.<br />

Ecco, <strong>di</strong> seguito, riflessioni e idee emerse nel corso della tavola rotonda.<br />

Problemi <strong>di</strong> comunicazione: gli <strong>SPD</strong> sono spesso ignorati<br />

I partecipanti alla tavola rotonda sono tutti concor<strong>di</strong>: la materia degli <strong>SPD</strong> non<br />

è sufficientemente conosciuta dagli operatori del settore e ciò spiegherebbe in<br />

parte la scarsa <strong>di</strong>ffusione dei limitatori <strong>di</strong> <strong>sovratensione</strong>. Sulla necessità <strong>di</strong> fare<br />

maggior comunicazione su questa materia ha insistito Franchelli: “Sembra<br />

tutto <strong>di</strong>fficile, quando non si conosce l’argomento. Bisognerebbe riuscire a fare<br />

<strong>di</strong>vulgazione, fornire le informazioni necessarie, senza spaventare.<br />

Una volta che si possiedono le conoscenze <strong>di</strong> base, l’argomento può essere<br />

affrontato senza <strong>di</strong>fficoltà.”<br />

La comunicazione, però, osserva D’Ippolito, deve essere <strong>di</strong> un certo livello:<br />

“Bisogna far conoscere gli <strong>SPD</strong> in profon<strong>di</strong>tà, altrimenti si corre il rischio <strong>di</strong><br />

cadere in un altro tipo <strong>di</strong> problematica. Se da una parte c’è la necessità <strong>di</strong><br />

facilitare l’approccio, renderlo amichevole, frendly, in modo che gli addetti ai<br />

lavori possano familiarizzare con la materia, dall’altra parte si corre il rischio<br />

<strong>di</strong> fare apparire tutte le apparecchiature uguali. Faccio un esempio: esistono,<br />

lo si è detto prima, tre fondamentali tipologie <strong>di</strong> <strong>SPD</strong>. Nell’ambito <strong>di</strong> ciascuna<br />

tipologia la scelta è vastissima, perché le prestazioni variano in modo notevole;<br />

bisogna dunque essere in grado <strong>di</strong> capire quale prodotto è adatto a determinate<br />

esigenze. La comunicazione, dunque, non deve essere superficiale.<br />

Altrimenti non si scelgono correttamente gli <strong>SPD</strong> e, al primo fulmine, le apparecchiature<br />

si guastano e si crea un effetto tipo boomerang.”<br />

In sintesi, come spiega Alma, “la semplificazione ci vuole, soprattutto nel linguaggio,<br />

per rendere più accessibile, comprensibile il prodotto. Ma non si<br />

deve mai cadere nella banalizzazione.”<br />

La legge 46/90 non li prevede esplicitamente, ma impone<br />

la “regola dell’arte”<br />

La situazione in Italia è <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> altri paesi europei. In Austria, per<br />

esempio, ha fatto notare Moroder, “il limitatore <strong>di</strong> <strong>sovratensione</strong> <strong>di</strong> tipo 2 è obbligatorio<br />

per legge in ogni impianto elettrico.” L’obbligatorietà “c’è anche in<br />

Polonia”, ha aggiunto D’Ippolito. In Italia, invece, non esiste una legge che impone<br />

esplicitamente l’installazione <strong>di</strong> <strong>SPD</strong>. Il DPR 547/55 riguardante la prevenzione<br />

sugli infortuni del Lavoro, nell’articolo n. 286 riporta: “Gli impianti<br />

elettrici devono, in quanto necessario ai fini della sicurezza, essere provvisti <strong>di</strong><br />

idonei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione contro gli effetti delle scariche atmosferiche.”<br />

Per quanto riguarda la legge 46/90, non è espresso esplicitamente l’obbligo <strong>di</strong><br />

installazione degli <strong>SPD</strong>, come avviene invece per gli interruttori <strong>di</strong>fferenziali.<br />

La 46/90 pretende però il rispetto della regola dell’arte.“Si tratta <strong>di</strong> un concetto<br />

– ha osservato Maccapanni – che potrebbe portare a ritenere obbligatori<br />

questi <strong>di</strong>spositivi.” E a tale proposito Moroder ha aggiunto un’ulteriore considerazione:<br />

“Non sono l’unico a sostenere che un impianto <strong>di</strong> allarme antincen<strong>di</strong>o<br />

senza <strong>SPD</strong> non possa essere giu<strong>di</strong>cato a regola d’arte. Questo perché il<br />

fulmine, con la sua corrente <strong>di</strong> scarica, può incen<strong>di</strong>are un e<strong>di</strong>ficio o parte <strong>di</strong><br />

esso e nello stesso momento bruciare qualche isolamento, anche e soprattutto<br />

dell’elettronica, delle sonde o <strong>di</strong> tutti quei cavi che ricevono l’induzione e<br />

bruciano l’impianto antincen<strong>di</strong>o.”

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