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La Bohème [file PDF 3,43 MB] - Teatro del Giglio di Lucca

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Da questo momento l’oggetto, e insieme a lui l’emozione che genera il suo<br />

ricordo, è fissato per sempre nella nostra memoria, proprio perché non lo<br />

ve<strong>di</strong>amo, ma u<strong>di</strong>amo quale passione possa scatenare grazie a quella frasettina<br />

<strong>di</strong> sette note associata in un unico afflato a quella estesa, emozionante<br />

melo<strong>di</strong>a lirica.<br />

All’inizio <strong>del</strong> quadro quarto la cuffietta ricompare poi tra le mani <strong>di</strong> Rodolfo,<br />

ed egli la stringe al cuore come avesse la sua donna fra le braccia, de<strong>di</strong>candole<br />

un toccante cantabile (fra le gemme melo<strong>di</strong>che <strong>del</strong>l’intera opera).<br />

Dopo<strong>di</strong>ché ripone l’indumento in una tasca <strong>del</strong>la giacca, da cui lo<br />

trarrà nel finale per mostrarlo alla sua compagna, raggrinzita sul lettuccio.<br />

Questo scorcio è commentato dal ricordo musicale <strong>del</strong>la cuffietta, cioè la<br />

frase più volte iterata da violini e flauti (es. 7: X e X’), ed è questo gesto che<br />

avvia il meccanismo <strong>del</strong> ricordo <strong>del</strong> primo incontro, col riepilogo <strong>del</strong>la<br />

musica che aveva accompagnato l’ingresso <strong>di</strong> lei in soffitta:<br />

ESEMPIO 7<br />

Vl I<br />

IV, 5 dopo 23<br />

X<br />

X<br />

Fl, Vl I<br />

fiet ta ... la mia cuf fiet ta ... Ah! Te lo ram men ti ...<br />

Amaro rimpianto <strong>del</strong> tempo felice, emozione legata a un momento <strong>di</strong> effimera<br />

gioia, frazione <strong>del</strong> quoti<strong>di</strong>ano: la cuffietta rappresenta tutto questo.<br />

3. Anche gli altri personaggi hanno il loro corredo <strong>di</strong> motivi <strong>di</strong> reminiscenza,<br />

in particolare la figura <strong>di</strong> Musetta viene <strong>di</strong>segnata da un tema mosso<br />

con gli accenti sbilanciati e dalla melo<strong>di</strong>a <strong>del</strong> valzer «Quando m’en vo’»,<br />

ambedue ampiamente sfruttati nel corso <strong>del</strong>l’azione. Essi sono plasmati all’interno<br />

<strong>di</strong> un materiale musicale assai omogeneo, e numerose sono le somiglianze<br />

melo<strong>di</strong>che, create per dar l’impressione che tutti i personaggi, in<br />

fondo, si assomiglino. Non si salva neanche una <strong>del</strong>le melo<strong>di</strong>e più in vista<br />

<strong>di</strong> tutta l’opera, quella su cui Rodolfo, nell’aria, si lancia con ardore appassionato<br />

a declamare «Talor dal mio forziere», che era già comparsa, in guisa<br />

<strong>di</strong> cantilena, quando il padrone <strong>di</strong> casa era venuto a reclamare il pagamento<br />

<strong>del</strong>l’affitto.<br />

Vl I<br />

X’<br />

Mimì<br />

<strong>La</strong> mia cuf<br />

21

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