Nei popoli tiranneggiati dal comunismo, questi apporto' in essi un ...

Ma quantunque in numero molto minore, i cattolici albanese, saranno sempre orgogliosi di non essersi rimossi
mai dal vero pur avendo avuto la medesima sorte dei primi che si arresero.
MIRDITA, DUKAGINI, KANUNI
Veniamo al diretto elemento del nostro tema, il cui primo termine e’ Mirdita, la quale, al limite tra l’Occidente,
il mare Adriatico e la marea dei popoli balcanici che deviarono dall’unita, o del tutto si allontanarono dalla fede
vera, quale oasis in vasto deserto, resto’ costante ed immobile fino ai nostri giorni, sempre Cattolica nella fede
di Cristo e nell’unione col suo Vicaro.
Questa frazione dell’Albania, gli Albanologi la rimontano a una delle tribu’ Illiriche, la quale ad onta dei vari
variabilissimi secoli, conservo’ inestinto il suo nome, i singolari carattere, e la sua distinta e vigente
omogeneita’ e in epoche remote anteriori all’era volgare il suo primitivo nome fu Mardi, e dal secolo IX appare
col presente nome: Mirditi e Mirdita.
Questo popolo ha caratteri tipici, non comuni alle altre tribu’, e’ intelligente, valoroso, serio, prudente, ospitale
e per glie eterogenei e’ decentrico, cioe’ nei suoi centri non permette agli esteri fare convivensa; da cio’ deriva
il fatto che conservo’ e apporto’ sangue, lingua e costumi puramente nazionali, non framischiate con nessuna
razza non albanese.
Mirdita come elemento e’ il residuo del numeroso popolo che componeva il Principato del Ducagjini, questa
numerosita’ e’ espressa dal document che citeremo, il quale riferisce che nel 1590 Mirdita poteva mettere in
campo dodicimila combattenti, il che significa che il detto principato, quando era in auge, formava tutto il suo
popolo, diminuito poi dalle guerre di cento e piu anni e dal furtivo ritorno alle prime dimore di Kosovo, da dove,
causa le persecuzioni, si erano ritirati.
Se nessun altro argomento esistesse, questo solo basterebbe a provare che la stirpe Ducagjini, da questo
popolo ebbe origine e nel medesimo esiste nella famiglia Gjomarkaj, che secondo le aspre e volubili vicende
cambio’ cognome restando sempre la medesima.
Non si puo’ affatto ammettere che un popolo tanto longevo e tanto omogeneo non avesse nel suo centro un
capo della sua omogeneita’. Pensare altrimenti sarebbe un anacronismo della storia e contro il senso comune
pratico di tutto le tribu’ albanesi.
Per intanto un fatto e’ verissimo e cioe’ che, contro tutte le alternative dure e funeste dei secoli, Mirdita tenne
nel suo centro, quale sciame la sua regina, custodi sempre e difese in pace e in guerra il nobile suo principe,
una volta Ducagjini, piu tardi Gjon Marku. Questo fatto conferma il gia’ detto, conoscendo bene Mirdita la
nobilita’, longevita’ e gesta del suo Principe. Cio sara’ reso piu chiaro in avanti.
Verso la fine del secolo XII appare nella storia albanese il Principato dei Ducagjini, che confinava al Settentrione
con la Serbia d’allora e finiva al mare Adriatico con residenze nella citta’ di Prizren e Pristhtina. Era il piu’ esteso
dei principati di quel tempo e duro’ fino al secolo XVI. Fu infestato di continuo dai Serbi e dai Bulgari, ma questi
non poterono mai abbatterlo.
Sono vari i personaggi di questa progenie chiamati Lek Dukagjini, ma quale di questi formo il codice civile,
penale, amministrativo e militare, che in Albania si chiama “Kanuni is Lekes” e “Kanuni i Leke Dukagjinit”, la
storia non ha’ potuto ancora determinare.
Le leggi di questo Codice sono molto diffuse e strettamente mantenute nell’Albania del Nord a preferenza di
qualunque legge nuova. Questa e’ assai compendiosa, provvede a tutti gli atti umani, per tutti determina
laconicamente, stabilisce i diritti della chiesa di possedere e di usufruire dei beni comuni, determina i privilegi e
i diritti del Clero, secondo i diversi gradi di ciascuna categoria. E un compendio del Ius Romanum, o meglio la