07.06.2013 Views

Nei popoli tiranneggiati dal comunismo, questi apporto' in essi un ...

Nei popoli tiranneggiati dal comunismo, questi apporto' in essi un ...

Nei popoli tiranneggiati dal comunismo, questi apporto' in essi un ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

all’antagonismo religioso che ad onta del buio dei secoli avversi che seppelli’ <strong>in</strong>f<strong>in</strong>iti fatti, il tema <strong>in</strong> discorso<br />

non arrivo’ a demolire, perpetuata la D<strong>in</strong>astia Dukagj<strong>in</strong>i nella stirpe di Gjon Marku o Gjomarkaj.<br />

I CONVENTI BENEDETTINI<br />

<strong>Nei</strong> territori dei Mirditi, prima dell’occupazione Ottomana, si trovavano 5 conventi, fondati da Benedett<strong>in</strong>i,<br />

essendo <strong>in</strong> questo popolo ancora vigenti memoria, nome e venerazione di San Benedetto e le iscrizioni trovate<br />

nelle macerie sono <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua lat<strong>in</strong>a.<br />

Il primo convento, di fondazione e di grandezza il primo, era situato sopra <strong>un</strong> monte a 1300 metri sul livello del<br />

mare, denom<strong>in</strong>ato tutt’oggi “Mali i Shejte” (Il Monte Santo) ed aveva <strong>un</strong>ito davanti <strong>un</strong> vasto altipiano di 600<br />

ettari di estensione.<br />

Il secondon convento, presso a 5 km. <strong>dal</strong> primo, era sopra <strong>un</strong>a coll<strong>in</strong>a di poca estensione, luogo centrale dove i<br />

Mirditesi col loro Pr<strong>in</strong>cipe facevano ad<strong>un</strong>anze per affari straord<strong>in</strong>ari: si chiamo’ sempre Convento di. S. Paolo<br />

(“Kuvedi i Sh’Palit”).<br />

Il terzo a Nderfana, 3 km. <strong>dal</strong> secondo, di m<strong>in</strong>ima importanza e poca fama.<br />

Il quart a Robigo (Rrubik), presso a 5 km. <strong>dal</strong> terzo, situato sopra <strong>un</strong>a gran rupe alla riva del fiume Fani,<br />

<strong>in</strong>titolato al S. Salvatore. Nell’abside della piccola vecchia Chiesa vi sono delle pitture e la data 1252, <strong>in</strong> caratteri<br />

lat<strong>in</strong>i. Quivi i Francescani hanno Chiesa e Convento.<br />

Il qu<strong>in</strong>to convento, circa 3 km. <strong>dal</strong> quarto, situato sopra <strong>un</strong> esteso monte a 650 m. di altezza, chiamato Bokiani.<br />

Ha <strong>un</strong> magnifico panorama del mare e della pianura tra Al<strong>essi</strong>o e Croia. Aveva <strong>in</strong>genti possedimenti nella<br />

sottostante pianura e nella circostante montagna assai estesa. Questo convento lo ebbero i Francescani e fu’<br />

distrutto la seconda volta l’anno 1820, e poi abbandonato e non curato piu da ness<strong>un</strong>o.<br />

Questi conventi furono distrutti nei primordi della irruente <strong>in</strong>vasione. Dalla distruzione del primo Convento fu’<br />

salvata <strong>un</strong>a artistica croce d’argento, l<strong>un</strong>ga <strong>un</strong> metro, la quale aveva la seguente iscrizione: “1447, a di 7 Agosto<br />

questa crosi fecie fare Paolo Dukag<strong>in</strong> <strong>in</strong> tempo di Pr. Sigeli Piro Ducha, e mi Adamovici feci”.<br />

Questa croce peri’ nell’<strong>in</strong>cendio casuale che distrusse la Chiesa di Oroshi nel 1896, e per miracolo rimase illesa<br />

la reliquia donata da Urbano VIII.<br />

Una croce d’argento assai artistica, di forma e di grandezza quasi identica alla riferita, donata <strong>dal</strong>la famiglia<br />

Gjomarkaj al Vescovo Mons. Nicolo Malci Skurai, Vescovo di Al<strong>essi</strong>o, esiste nella Parrocchia di Velia, <strong>in</strong> quel<br />

tempo residenza del Vescovado della Diocesi omonima. La croce ha la data 1809.<br />

Alla rel<strong>in</strong>quia rimasta illesa <strong>dal</strong>l’<strong>in</strong>cendio, Mons. Primo Dochi, primo Abatiae Nullius, fece <strong>un</strong> <strong>in</strong>volto o scatola <strong>in</strong><br />

forma di arca equilatera da cui chiamo’: “Arka e Shejtit” (Arca del Santo). Artificioso congegno <strong>in</strong> fligrana,<br />

opearato da due periti Scutar<strong>in</strong>i, e cosi bene screziato di scanellature p<strong>un</strong>teggiate di argento e d’oro che <strong>in</strong><br />

complesso eccitava nei visitatori <strong>un</strong>a ammirazione straord<strong>in</strong>aria. Materia e lavoro costarono al riferito abate<br />

settemila franchi oro. Dai com<strong>un</strong>isti, questa reliquia e’ stata spogliata e denudata da tutto cio’ che aveva d’oro<br />

e di argento.<br />

I due parroci che avevano entro i loro conf<strong>in</strong>i parrocchali il primo e il secondo convento, tennero il titolo<br />

Abaziale f<strong>in</strong>o al tempo del Primo Concilio Albanese, tenuto a Merch<strong>in</strong>ie l’anno 1703, <strong>in</strong>di il Papa Clemente XI<br />

tolse al Parrocco di San Paolo il il titolo Abaziale, lasciandolo al solo Parrocco di Oroshi che aveva nei suoi<br />

conf<strong>in</strong>i il primo Convento di Sant’Alessandro e cosi’ cont<strong>in</strong>uo’ f<strong>in</strong>o a che il Pontefice Leone XIII l’anno 1889<br />

eresse Mirdita a Diocesi Abatie Nullius.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!