VISTI DA LONTANO: Stanley POESIA DIALETTALE: - Poeti del Parco
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Periferie Lug./Settembre 2006 13 RICORDO DI...<br />
recchia / La tavola / Ogni giorno / Puliscono / Il marmo freddo / Della<br />
pescheria).<br />
*<br />
Ho mescolato troppe cose, ma<br />
La volontà era quella, giusta e<br />
Dedicata. Ritorno all’italiano,<br />
Come e promesso. Non mi sono<br />
Fermato nella terra <strong>del</strong> mio<br />
Dialetto, alla grandezza apertissima<br />
Dell’aria. Ho benedetto cieli, e<br />
Qualche nuvola. Ritorno all’italiano,<br />
Aspetta, leggi. E’ la lingua <strong>del</strong><br />
Pensiero, quando non ho più<br />
Nulla a dirmi. La lingua, insomma,<br />
uguale alla lingua.<br />
*<br />
Sono un vero poeta – quasi verissimo.<br />
Ascolto, spio, leggo, osservo talvolta.<br />
E tutto, ma dopo dopo poi, mi scelgo.<br />
E se non sono, ancora, contento, mi<br />
Riscelgo. Scrivo che vorrei scrivere<br />
Quasi sempre, almeno al confine<br />
Della morte. Dell’unica morte che<br />
E’ mia. Di questa, mia morte alle porte.<br />
*<br />
Non volevo spaventarti. Ero di passaggio,<br />
Per ricordarti che ero ancora vivo almeno<br />
Quasi quanto una poesia che non ingrana,<br />
Che neanche parte. L’aria, sarà l’aria.<br />
Mettici l’aria, vedi.