BERGAMO, UN CONGRESSO “STORICO” - CUSI
BERGAMO, UN CONGRESSO “STORICO” - CUSI
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1<br />
Settembre 2012 - N. 138<br />
PERIODICO DEL C.U.S.I.<br />
FONDATO NEL 1951 DA ALDO DE MARTINO<br />
POSTE ITALIANE s.p.a. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003<br />
(CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, DCB PARMA<br />
TRENTO LAVORA<br />
PER L’<strong>UN</strong>IVERSIADE<br />
Foto di Alessandro Trovati<br />
<strong>BERGAMO</strong>, <strong>UN</strong> <strong>CONGRESSO</strong> <strong>“STORICO”</strong><br />
TANTI DEI “NOSTRI”<br />
AI GIOCHI DI LONDRA<br />
Sempre più numerosa la rappresentanza universitaria all’Olimpiade: Salis, Abate, Vezzali (col presidente Napolitano), Campriani, Giorgi, Radicchi.<br />
MILANO, TORINO, PARMA TRIONFO AI CNU DI MESSINA<br />
Scrivono per noi<br />
Giorgio<br />
Barberis<br />
Roberto<br />
Beccantini<br />
Alessandro<br />
Gallo<br />
Giorgio<br />
Gandolfi<br />
Gianni<br />
Romeo
Sport Universitario<br />
N. 138 - Settembre 2012<br />
C.U.S.I.<br />
(Centro Universitario Sportivo Italiano)<br />
Sede: Roma - Via Brofferio, 7<br />
Tel. (06) 37.22.206 fax (06) 37.24.479<br />
Presidente:<br />
Leonardo Coiana<br />
Vice Presidenti:<br />
Artemio Carra, Lorenzo Lentini.<br />
Consiglio Federale: Nicola Aprile,<br />
Gianfranco Beltrami, Gianluca Bianchi, Francis Cirianni,<br />
Elio Cosentino, Riccardo D’Elicio, Mario Di Marco,<br />
Carlo Dolfi, Francesco Franceschetti, Gianni Ippolito,<br />
Romano Isler, Piero Jaci, Eugenio Meschi,<br />
Giacomo Zanni.<br />
Segretario Generale: Antonio Dima<br />
Direttore Tecnico: Mauro Nasciuti<br />
Direttore Amministrativo: Sergio Melai<br />
Collegio Sindacale: Danilo Zantedeschi - Presidente<br />
Collegio dei Probiviri: Enrico Bordi - Presidente<br />
Sport Universitario<br />
Direttore Responsabile:<br />
Ruggero Cornini<br />
Direttore Editoriale:<br />
Giorgio Gandolfi<br />
I testi vanno inviati a<br />
grgandolfi@libero.it<br />
Le foto a: info@grafichestep.com<br />
Stampa:<br />
Grafiche STEP, Via Barbacini 10/b, 43122 Parma<br />
Tel. 0521/771707 - info@grafichestep.com<br />
Editore:<br />
Cusi, Via Brofferio, 7 Roma<br />
Autoriz. Tribunale di Parma n. 434 (ottobre 1969)<br />
Associato alla Unione<br />
Stampa Periodica Italiana<br />
«Sport Universitario», pubblicazione quadrimestrale in<br />
cinquemila copie, viene distribuito gratuitamente ad<br />
amministratori pubblici, dirigenti centrali e periferici,<br />
docenti, studenti, giornalisti, atleti e federazioni sportive, società.<br />
La collaborazione è aperta a tutti.<br />
Manoscritti e fotografie non si restituiscono. Gli articoli<br />
pubblicati possono essere riprodotti citando la fonte.<br />
Gli articoli firmati impegnano soltanto la responsabilità<br />
degli autori. Di ogni riproduzione è citata la fonte.<br />
EDITORIALE<br />
Forza Ministro!<br />
I<br />
niziamo queste nostre considerazioni<br />
parlando di Olimpiadi, Londra 2012.<br />
Lo sport italiano si è confermato nelle<br />
posizioni di vertice finendo all’ottavo<br />
posto nella classifica per nazioni. “Siamo nel G8<br />
dello sport” ha dichiarato il Presidente del Coni,<br />
obiettivamente soddisfatto.<br />
È finita poco meglio di Pechino (28 medaglie e<br />
27) con il contributo di molte discipline sportive.<br />
Peggio di Atlanta ’96 (35) Sydney 2000 (34) Atene<br />
2004 (32). Onore al merito per tutto lo sport<br />
italiano e anche agli studenti universitari presenti<br />
nella rappresentativa azzurra.<br />
I Giochi hanno avuto un grande richiamo anche<br />
grazie ad una copertura televisiva di prim’ordine.<br />
Gli italiani hanno seguito e scoperto molte<br />
discipline soffrendo e gioendo. Nel complesso si<br />
è trattato di un autentico messaggio promozionale<br />
per lo sport in generale e che pensiamo possa dare<br />
in futuro i suoi frutti.<br />
Certo è sempre difficile primeggiare con un<br />
numero di nazioni in aumento e sempre meglio<br />
preparate. Contro lo strapotere delle forze vecchie<br />
e di quelle emergenti l’Italia può rispondere<br />
coi suoi giovani, col mondo della scuola e<br />
dell’Università. Per rimanere al passo dei tempi<br />
non c’è altra soluzione. Cioè estendere e lavorare<br />
sulla base. È un ritornello che sosteniamo da<br />
tempo ma che finora è rimasto lettera morta: solo<br />
la scuola può sostenerlo con fatti e non con parole.<br />
Questo ragionamento non è fatto solo in funzione<br />
di podi e di classifiche ma di salute e qualità della<br />
vita.<br />
Il momento è difficile e per questo sono necessarie<br />
scelte coraggiose. Il ragionamento chiama in<br />
causa tutto il governo impegnato in grandi<br />
riforme e specificatamente l’amico Ministro<br />
dello sport, Pietro Gnudi, presente a Londra e<br />
anche recentemente a Bologna in occasione della<br />
consegna della piscina dello Sterlino al locale<br />
Cus. Un Ministro che vuole essere ricordato come<br />
quello della “pratica sportiva” e del rilancio dello<br />
sport nelle Università. Forza Ministro è ora di<br />
passare dalle parole ai fatti, coinvolgendo il collega<br />
dell’istruzione e quello dell’economia. Scuola ed<br />
Università hanno bisogno di impianti e di fondi<br />
per fare attività al fine di instaurare nei giovani una<br />
nuova e più sana coscienza sportiva e culturale.<br />
Ora o mai più! Grazie. r.c.<br />
Nel luglio di quest’anno il Coni ha pubblicato il “libro bianco”<br />
che contiene una serie di dati sullo “stato dello sport nel<br />
nostro Paese. Ne scaturisce una diagnosi preoccupante se si<br />
pensa che i “sedentari” raggiungono la percentuale del 40%<br />
e che fra i ragazzi i giochi elettronici guadagnano spazio su<br />
campi e palestre. Nella fascia fra gli 11 e 14 anni c’è un 17%<br />
che non fa alcuna attività (+3%). Percentuale che cresce al 20<br />
nella fascia tra i 15 e 17 anni (+4%). Drammatico il confronto<br />
con altri Paesi per quanto riguarda la pratica sportiva nella<br />
scuola e gli investimenti nel settore da parte dello Stato.<br />
In Italia spende per lo sport poco più della metà di quanto<br />
incassa di tasse dal settore: 2,8 miliardi contro 5! Uno sport<br />
che rappresenta l’1,6 del Pil nazionale.<br />
In Francia il contributo pubblico annuale per persona<br />
all’attività sportiva è cinque volte quello dell’Italia: 215 euro<br />
contro 39! Nei dati riportati dal “Libro bianco” risulta che<br />
a pagare lo sport in Italia sono i Comuni (1603 milioni)<br />
seguiti dallo Stato (792) Regioni e Province autonome (282)<br />
Province (97). Ma nel Pil sportivo chi sgancia di più sono<br />
le famiglie:22,1 miliardi di euro di cui però solo 3,3 per<br />
lo sport attivo, per dire la metà di quanto spendiamo per<br />
“abbigliamento più calzature”.<br />
La scomparsa di arcidiacono<br />
Una vita per Lo sport<br />
Universitario<br />
23 luglio 2012: questa notte è<br />
venuto a mancare il cav. Giovanni<br />
Arcidiacono, già presidente del<br />
Cus Catania nonché storico<br />
componente del Comitato<br />
centrale del Cusi”. Un laconico comunicato ha<br />
scritto la parola fine all’esistenza terrena di un<br />
personaggio che ha dedicato buona parte della<br />
sua vita allo sport universitario.Ha raggiunto in<br />
cielo la sorella Vera con la quale aveva vissuto<br />
un’esistenza felice nella sua Catania.<br />
Se n’è andato dopo una lunga indisposizione<br />
che lo ha tenuto lontano dal mondo sportivo in<br />
genere e dalla sua amatissima scherma.<br />
È difficile per me ricordare un Amico sincero con<br />
il quale ho vissuto tante esperienze, trasferte,<br />
Universiadi, Campionati, riunioni. Era un uomo<br />
buono, sincero, sempre disponibile, generoso.<br />
Un uomo con il senso innato dell’amicizia e della<br />
simpatia. Grazie Giovanni per quanto hai saputo<br />
dare al tuo Cus e ai tuoi amici della vecchia<br />
guardia del Cusi, da Lilli, Michele, Piero, Muzio,<br />
Mauro, Romano, Carlo, Totò, Elio, Antonio,<br />
Francesco, Enrico e tanti altri. Ti auguro anche<br />
di ritrovare in cielo i tuoi “maestri”, Ignazio e<br />
Primo. Addio Giovanni, ti abbiamo voluto bene.<br />
r.c.<br />
Altre tristi notizie hanno funestato il mondo<br />
del Cusi. Sono infatti venuti a mancare<br />
Adelina Ippolito, storica segretaria del Cus<br />
Sassari e sorella del Presidente e Raffaella<br />
Loguercio in Lentini, madre di Lorenzo e Felice,<br />
rispettivamente vice presidente del Cusi e<br />
Delegato regionale Cusi. Condoglianze da parte<br />
della redazione di Sport Universitario e di tutta la<br />
famiglia del Cusi<br />
2
<strong>BERGAMO</strong><br />
<strong>CONGRESSO</strong><br />
DA RICORDARE<br />
I<br />
n questo quadrivio di intenzioni e<br />
di idee che è la terra bergamasca<br />
dove l’attivismo lombardo sa farsi<br />
strada coi metodi amministrativi<br />
che gli sono congeniali, non può stupire<br />
la presenza di un Rettore così giovane e<br />
capace di ipnotizzare col suo intervento<br />
i rappresentanti dei centri sporivi<br />
universitari, trasmettendo loro concetti<br />
ricchi di entusiasmo.<br />
Quando parla della sua città e della<br />
Università lo fa con orgoglio come<br />
quando sottolinea che l’aeroporto di<br />
Bergamo è terzo in Italia, alla pari o<br />
quasi con Linate. E Bergamo non è<br />
Milano. Questa terra non sente la crisi<br />
impegnata com’è in progetti grandiosi<br />
come la nuova autostrada, la Brebemi,<br />
che collegherà Milano a Brescia dove<br />
sta sorgendo un altro grande aeroporto.<br />
L’agricoltura sta vivendo un momento<br />
d’oro con la Bonduelle e la Linea Verde.<br />
3<br />
Grazie, Magnifico Rettore!<br />
dall’inviato Giorgio Gandolfi<br />
Il Rettore Paleari con Bevilacqua; il presidente Coiana col sindaco di Dalmine, Claudia Terzi; Claudio Bertoletti, presidente del Cus Bergamo.<br />
La bretella Bergamo-Treviglio collegherà<br />
la Brebemi alla grande autostrada a<br />
monte, la Pedemontana.I mille ettari<br />
espropriati non hanno provocato<br />
alcuna rivoluzione, anzi, c’è stato spirito<br />
di collaborazione. Lo dimostrano i<br />
1.500 operai che vi stanno lavorando.<br />
E Dalmine, che era sinonimo delle<br />
acciaierie, è diventata la sede dello<br />
sport universitario con la realizzazione<br />
Dima, Carra, Castelli, Bertoletti e Cottini<br />
con l’onorevole Ruffinelli<br />
del Campus nella zona del vecchio<br />
ospedale, risultato dell’intelligente intesa<br />
fra l’Università e l’amministrazione<br />
locale, capeggiata dal sindaco Claudia<br />
Terzi, presente ai lavori del Congresso<br />
del Cusi. Il Rettore Stefano Paleari, che<br />
in gioventù è stato anche nazionale di<br />
pallanuoto oltre che giocatore dello<br />
Sturla per una decina d’anni, con il<br />
suo intervento ha subito “legato” coi<br />
delegati della 67° assemblea federale<br />
che è rimasta sicuramente impressa a<br />
molti. Sia per i contenuti dell’intervento<br />
di Paleari che ha parlato a chiare lettere<br />
della strada che deve percorrere lo<br />
sport universitario, soprattutto dopo<br />
la cosiddetta apertura al territorio, con<br />
un ulteriore impegno nello sviluppo<br />
degli impianti sportivi da aprire alla<br />
cittadinanza per un maggiore connubio
fra città e università nonché sul<br />
meccanismo dei finanziamenti, ora<br />
soprattutto che si vanno attenuando<br />
quelli statali. Approvato, dopo<br />
l’immancabile discussione, il bilancio<br />
tecnico-finanziario presentato dal<br />
presidente Leonardo Coiana mentre il<br />
direttore tecnico, Mauro Nasciuti, ha<br />
sottolineato l’importanza assunta dal<br />
Cusi a livello di Fisu, la federazione<br />
mondiale con diversi rappresentanti.<br />
A differenza delle altre assemblee<br />
anche i delegati delle autorità si sono<br />
presentati con cognizione di causa, non<br />
il solito discorsino ma con interventi<br />
concreti e sotto certi aspetti anche<br />
illuminanti. A cominciare da Claudia<br />
Terzi, sindaco di Dalmine, per passare<br />
al consigliere della Regione Lombardia,<br />
la professoressa Luciana Ruffinelli,<br />
laureata in storia dell’arte alla Cattolica<br />
di Milano, vice presidente degli Affari<br />
Istituzionali, “Presentato” dal presidente<br />
del Cus Bergamo, Claudio Bertoletti<br />
come il Rettore che ha “affossato i<br />
vecchi pregiudizi di certi docenti del<br />
passato secondo i quali lo sport non<br />
era congeniale con lo spirito sportivo<br />
condividendone anzi gli intenti come<br />
valenza formativa” Paleari ha preso la<br />
parola ringraziando Bertoletti “prezioso<br />
punto di riferimento dell’Università”<br />
precisando di provare qualche<br />
emozione nel parlare ad una simile<br />
assemblea. “Non è la prima volta che<br />
lo faccio, ovviamente, ma stavolta<br />
ritorno nell’ambiente che mi è stato<br />
congeniale per tanti anni, appunto lo<br />
sport, per cui mi sento commosso.<br />
Vorrei fare pertanto alcune riflessioni.<br />
Mi sono chiesto spesso se Università<br />
e Sport si sono accostati per caso o se<br />
c’è una ragione. Quando ho scoperto<br />
che ad Harvard lo stipendio più alto è<br />
quello del coach di basket, mi sono reso<br />
conto che è una realtà indissolubile.<br />
L’Università è un insieme di persone<br />
che trasmettono il sapere, lo sport, il<br />
diporto, fanno altrettanto per il sistema<br />
sociale. Ecco perchè occorre da parte<br />
dell’Università una maggiore apertura<br />
all’esterno, con la sua impiantistica,<br />
con più servizi qualificati rivalutando<br />
quello che c’è. Nel primo corso di<br />
scienze della formazione, è stato dato<br />
un particolare riguardo all’educazione<br />
nel divertimento. L’importante è non<br />
fare cambiamenti troppo radicali, vale<br />
la metafora della macchia di leopardo.<br />
Un passo alla volta. Una situazione<br />
che ha investito la nostra università<br />
in modo particolare è stato quando<br />
abbiamo chiesto agli universitari<br />
sportivi il loro contributo per realizzare<br />
il Campus di Dalmine. Negli incontri<br />
con la loro rappresentanza abbiamo<br />
parlato chiaro: dovete essere positivi<br />
altrimenti dobbiamo cambiare il piano<br />
d’investimento. Anche responsabilizzare<br />
Leonardo Coiana<br />
assieme al<br />
Rettore Stefano<br />
Paleari e all’ex<br />
campionissimo del<br />
basket, l’ing. Pier<br />
Luigi Marzorati,<br />
presidente del<br />
comitato regionale<br />
lombardo. A fianco<br />
una simpatica<br />
chiaccherata con<br />
Castelli e D’Elicio,<br />
presidenti dei Cus<br />
Milano e Torino,<br />
nonchè con<br />
Romano Isler.<br />
i giovani, essendo finito il periodo<br />
delle galline d’oro, rappresenta una<br />
parte dell’attività. Ogni sei mesi c’è un<br />
aggiornamento fra le due parti. Quando<br />
abbiamo ampliato Dalmine, è stato<br />
condiviso il progetto. Soltanto uniti<br />
si può andare avanti. L’Università del<br />
futuro ha bisogno dello sport, soltanto<br />
con un sistema partecipato potrà<br />
reggere agli impegni e alle difficoltà che<br />
ostacoleranno il nostro cammino”<br />
Hanno chiuso gli interventi, l’on.<br />
Luciana Ruffinelli, Alessandro Cottini,<br />
il sindaco Claudia Terzi (“ Abbiamo<br />
dato il terreno gratis, quella del Cus<br />
è stata una scelta intelligente che sta<br />
dando i suoi frutti”), Valerio Bettoni, e<br />
Pier Luigi Marzorati secondo il quale<br />
“si investe poco nello sport, però non<br />
bisogna andare ad elemosinare dalla<br />
politica. Dobbiamo farci valere dall’alto<br />
del volontariato sportivo che dà molto<br />
senza pretendere”.<br />
4
Altre immagini di Sport Universitario del Congresso di Bergamo. Antonio Dima con i responsabili della verifica poteri: Francesco Franceschetti, Eugenio Meschi, Nicola Aprile e la segretaria.<br />
Le due presidentesse dei Cus Piemonte Orientale, Alice Cometti e del Cus Urbino, Gabriella Trisolino col presidente del Cus Lecce, Roberto Rella. Il presidente del Cus Messina,<br />
Sergio Cama nel suo intervento al congresso. Il tavolo della presidenza con Adriano Rossi, presidente del Cus Cagliari e vice presidente della Fidal, che assume la direzione dei lavori assieme<br />
al segretario generale Antonio Dima e a Paolo Marinello. Il sorriso del Magnifico Rettore, Stefano Paleari al tavolo dei relatori con l’on. Luciana Ruffinelli di Busto Arsizio, già membro della<br />
Commissione cultura, sport e informazione dell’ultimo Governo.<br />
5
La relazione del Presidente<br />
Leonardo Coiana<br />
“In un momento di grande crisi, la politica del Cusi e<br />
dei Cus ha permesso la gestione degli impianti sportivi,<br />
un autentico patrimonio per il paese e la collettività”<br />
Autorità, Signore e Signori, cari amici delegati:<br />
permettetemi innanzitutto di rivolgere un sentito<br />
ringraziamento al Magnifico Rettore dell’Università<br />
di Bergamo, prof. Stefano Paleari, nonché al<br />
Presidente del Cus, dr. Claudio Bertoletti, per<br />
aver voluto ospitare in questa bellissima città<br />
l’Assemblea Federale del Cusi.<br />
Questa relazione si colloca in un momento<br />
particolarmente delicato sia per il nostro Paese sia<br />
per il <strong>CUSI</strong>, entrambi impegnati al massimo per<br />
superare una crisi davvero epocale, di cui ancora<br />
non si riesce a scorgere l’esito finale. Una crisi che<br />
attanaglia ormai i gangli vitali dell’economia dei<br />
Paesi più industrializzati e mette in forse non solo le<br />
strutture portanti dell’economia internazionale e le<br />
risorse di singoli Paesi, ma corre il rischio di minare<br />
i presupposti medesimi del mondo occidentale, di<br />
rimettere in discussione le scelte e le prospettive di<br />
sviluppo.<br />
Sono sotto gli occhi di tutti noi i guasti provocati<br />
dalla crisi – nata qualche anno addietro negli Stati<br />
Uniti e subito propagatasi, a macchia d’olio, in<br />
quasi tutte le economie occidentali. Si vedono<br />
chiaramente perfino le crepe aperte in quel blocco<br />
apparentemente monolitico che vorrebbe e<br />
dovrebbe essere l’Europa che, così continuando,<br />
ben difficilmente potrà resistere agli assalti (invero<br />
non adeguatamente contrastati) della finanza<br />
internazionale.<br />
Le debolezze dei sistemi occidentali sono state<br />
messe impietosamente a nudo da una finanza<br />
d’assalto, scatenata a indebolire e poi rafforzare<br />
singoli mercati azionari, obbligazionari e dei titoli<br />
di stato: così realizzando, come sempre accade in<br />
periodi di crisi e di squilibri economico-finanziari,<br />
ingenti profitti speculativi senza rischio alcuno e<br />
senza reali coinvolgimenti nelle attività produttive e<br />
negli scambi di beni e servizi.<br />
Il crollo dell’economia reale è stato accompagnato<br />
quindi dall’ulteriore indiscriminato rafforzamento<br />
della finanza, di quella stessa finanza che ha<br />
innescato la bomba della crisi universale e che<br />
ora sta lucrando sugli effetti dell’esplosione che<br />
ne è seguita. Stati e Comunità internazionale non<br />
hanno voluto o saputo opporsi – seriamente ed<br />
efficacemente – a questo stato di cose ed anzi<br />
hanno partecipato ad una sorta di corsa per<br />
sovvenire banche e finanziarie in difficoltà, sino a<br />
ricostituirne le potenzialità e le capacità offensive,<br />
rimesse infine in movimento alla conquista di nuovi<br />
asset nei diversi mercati.<br />
In questa situazione era inevitabile che le economie<br />
più deboli e meno strutturate, quale quella italiana,<br />
subissero un contraccolpo molto serio. Cosa che<br />
è avvenuta quasi fatalmente e che ha determinato,<br />
altrettanto fatalmente, una sorta di tardiva e non<br />
efficace chiusura di tutti i finanziamenti pubblici:<br />
tagliando pertanto ogni possibile sostegno e<br />
sovvenzione, senza distinguere e discriminare tra<br />
investimenti e sperperi, tra uso ed abuso, tra attività<br />
socialmente orientate e sprechi pubblici e/o privati.<br />
Ne è derivata una ormai incontrollabile crisi interna<br />
dei consumi, il dilagare dei licenziamenti e della<br />
cassa integrazione, il crollo degli investimenti, il<br />
tragico incremento della disoccupazione giovanile<br />
e femminile. Con le conseguenze economiche, ma<br />
pure sociali, che ben conosciamo.<br />
Per quel che riguarda il nostro mondo sportivo e la<br />
realtà odierna del Cusi e dei Cus territoriali, pur non<br />
molto distante negli anni, appare ormai lontano,<br />
nei nostri cuori e nella nostra mente, il ricordo<br />
dei bei tempi in cui, anno dopo anno, eravamo<br />
chiamati a celebrare la perspicacia e i successi<br />
dei nostri più illuminati dirigenti (primo tra tutti<br />
l’indimenticabile Ignazio Lojacono), i quali si sono<br />
prodigati non solo per la crescita, il potenziamento e<br />
lo sviluppo dell’attività sportiva universitaria, quanto<br />
soprattutto per la realizzazione di una rete molto<br />
articolata di strutture – che rappresenta oggi un<br />
patrimonio impiantistico di inestimabile valore – sì<br />
da promuovere la rinascita e il consolidamento<br />
dell’impegno sportivo oltre che dei nostri giovani<br />
universitari, dell’intero mondo sportivo chiamato<br />
a partecipare e a condividere gli entusiasmi, i<br />
successi e i vantaggi della rete dei servizi prestati<br />
dai Cus in tutte le sedi universitarie.<br />
Un Fiore aLL’occHieLLo<br />
Tale ingente patrimonio di impianti, gestito dai<br />
Cus, rappresenta oggi un fiore all’occhiello del<br />
nostro Ente ed i nostri uomini sono sempre<br />
impegnati, giorno per giorno, oltre che nella<br />
6
gestione, nella pratica di una variegata attività di<br />
servizi. Proprio mentre vi parlo, a Messina fervono<br />
i preparativi per i Cnu che a partire dalla prossima<br />
settimana si terranno negli splendidi impianti di<br />
contrada Annunziata e negli altri impianti cittadini,<br />
ammodernati e messi a norma proprio per questo<br />
importante appuntamento annuale; appuntamento<br />
fissato alla vigilia dell’ormai prossimo impegno<br />
olimpico di Londra, cui parteciperanno anche molti<br />
universitari nati e formatisi all’interno della nostra<br />
Organizzazione.<br />
Anche questo è un effetto dell’impegno costante,<br />
ormai storicizzato, di dirigenti, tecnici e atleti<br />
Cussini, sempre guidati da una radicata convinzione<br />
– divenuta per noi una vera e propria filosofia<br />
di vita – che cioè lo sport va considerato un<br />
mezzo e non un fine: un mezzo per affermare e<br />
riaffermare i valori educativi, per inculcare nei<br />
giovani un modello di comportamento sano e<br />
“pulito”, per insegnare loro la funzione reale della<br />
competitività e del confronto costante, nel rispetto<br />
e nell’emulazione della forza fisica e morale, ma,<br />
contemporaneamente, nel massimo rispetto per le<br />
diversità e per le eventuali disabilità.<br />
In una parola, gli impianti realizzati e gestiti dai CUS<br />
sono sempre stati e continuano ad essere strumenti<br />
operativi per il benessere fisico e morale dei giovani<br />
e di chiunque fruisca a qualsiasi titolo degli impianti<br />
e delle attrezzature.<br />
Proprio per questo motivo continuiamo a credere<br />
nella funzione fondamentale della legge 394/1977<br />
che ancora oggi a distanza di 35 anni costituisce<br />
l’asse portante dell’accordo tra le università, il <strong>CUSI</strong><br />
ed i CUS e resta strumento indispensabile per la<br />
nostra stessa sopravvivenza.<br />
Il grande spirito di volontariato dei dirigenti del<br />
<strong>CUSI</strong> e dei CUS, l’elasticità nella gestione di attività<br />
ed impianti, la presenza innovativa dei docenti<br />
nell’organizzazione di eventi sportivi interni alle<br />
varie Università a costi pressoché nulli, hanno<br />
fatto sì che, salvo singoli casi di insufficienza o di<br />
disinteresse verso le esperienze degli studenti, lo<br />
sport universitario abbia assunto un ruolo di rilievo<br />
nell’ambito accademico.<br />
Attraverso questo meccanismo operativo siamo<br />
stati e siamo accanto a chiunque intenda praticare<br />
7<br />
un’attività motoria ed agonistica, indipendentemente<br />
dal legame con l’Università, privilegiando su questo<br />
versante l’attività dei giovani e della scuola – compiti<br />
questi di istituto dell’Ente –. Ci siamo prodigati<br />
da sempre, e continuiamo a farlo con dedizione<br />
assoluta e convinzione piena, a creare una vera<br />
cultura sportiva: cultura che abbiamo consegnato ai<br />
giovani come patrimonio di vita e di pensiero, ancor<br />
prima che essi entrino nelle Università.<br />
L’inteGraZione coL territorio<br />
Gli impianti universitari (attraverso i CUS<br />
territorialmente competenti) si sono dunque<br />
aperti alla società, mettendo a disposizione delle<br />
comunità locali un’occasione unica – altrimenti<br />
spesso impossibile – per lo svolgimento dell’attività<br />
motoria e per l’impegno agonistico. Tutto ciò<br />
ha integrato ancor più le Università e i CUS nel<br />
territorio, finendo con l’immedesimare la nostra<br />
struttura centrale e periferica col Paese reale, in<br />
piena sintonia di indirizzi e di obiettivi. Il che è stato<br />
e continua ad essere il nostro più grande e più serio<br />
vanto anche nel panorama internazionale.Abbiamo<br />
voluto rammentare questa nostra vocazione e<br />
questo nostro modo di essere anche a chi ben li<br />
conosce – spesso per averli vissuti a lungo insieme<br />
a quanti sono stati e sono a noi vicini anche oggi<br />
– per potere dire con forza e con autorevolezza<br />
(conquistata sul campo) che nonostante la crisi,<br />
nonostante la inevitabile contrazione delle risorse,<br />
nonostante la necessità di scegliere tra i diversi<br />
tipi di investimento possibile, il nostro Ente e<br />
l’attività che noi svolgiamo deve restare al centro<br />
dell’attenzione del Paese, del Governo, delle<br />
Comunità locali, Lo meritiamo per i nostri trascorsi<br />
e lo meritiamo per il nostro presente: sia perché<br />
siamo stati in grado di ottenere grandi successi<br />
e soddisfazioni per noi stessi e per il Paese che<br />
rappresentiamo, sia perché abbiamo mostrato di<br />
essere in grado di affrontare i momenti più difficili.<br />
Abbiamo subìto le sensibili decurtazioni delle nostre<br />
risorse, abbiamo inutilmente lamentato l’esigenza<br />
di ottenere le risorse indispensabili per continuare<br />
a svolgere il nostro insostituibile ruolo sociale,<br />
abbiamo lottato accanto ai nostri tecnici e ai nostri<br />
atleti per garantire l’indispensabile supporto al<br />
loro impegno, abbiamo sacrificato sull’altare del<br />
risparmio forzoso molte iniziative e siamo tra i<br />
primi a rimpiangere l’occasione perduta relativa<br />
alla rinuncia a candidare Roma quale sede dei<br />
Giochi Olimpici del 2020. Siamo sempre stati parte<br />
integrante della storia di questo Paese e anche noi<br />
oggi partecipiamo con serietà e convinzione al clima<br />
di rinunce generalizzate, ben sapendo che solo con<br />
lo sforzo congiunto di tutti sarà possibile uscire<br />
dalla crisi e cominciare a ricostruire un tessuto<br />
sociale ed economico più strutturato e idoneo ad<br />
offrire nuove possibilità e nuove chance. Ma anche<br />
a questo fine occorre prendere atto che sarebbe un<br />
gravissimo errore di prospettiva non comprendere<br />
che non si può e non si deve rinunciare a continuare<br />
a mettere a frutto tutte le potenzialità delle strutture<br />
esistenti, come non si deve rinunciare a portare a<br />
compimento i nuovi impianti in via di realizzazione.<br />
Né si deve tardare oltre misura nell’intraprendere<br />
quelle nuove iniziative che siano possibili e<br />
A DALMINE IL CAMPUS DEL CUS <strong>BERGAMO</strong><br />
Grazie alla Convenzione firmata fra il Cus<br />
Bergamo e la vicina Dalmine, rappresentata<br />
dal sindaco Claudia Terzi (nella foto durante<br />
il suo intervento al Congresso) è sorto un<br />
Campus che è diventato fra i primi in Italia<br />
per la validità e funzionalità degli impianti,<br />
dalle palestre ai campi e le piste all’aperto.<br />
Il tutto a disposizione della città e delle<br />
scuole con forte frequenza dei giovani anche<br />
per manifestazioni extra sportive come, ad<br />
esempio, il carnevale che ha riscosso un<br />
particolare successo. Dalmine col Cus sta<br />
diventando sempre di più la seconda casa<br />
degli sportivi a conferma dell’importanza del<br />
dialogo fra lo sport universitario e le strutture<br />
cittadine.
ealizzabili. Ciò perché, intendiamo ribadirlo<br />
con convinzione, gli oneri per la gestione degli<br />
impianti esistenti, così come per la ultimazione<br />
di quelli iniziati e per la progettazione di quanto<br />
di nuovo debba approntarsi, non sono comuni<br />
impegni di spesa, ma veri e propri investimenti.<br />
Investimenti essenziali sul futuro dei nostri<br />
giovani; investimenti sulla qualità della vita di intere<br />
generazioni; investimenti sul benessere diffuso della<br />
cittadinanza; investimenti, infine, sull’immagine<br />
dell’Italia dinanzi ai propri abitanti e di fronte al<br />
Mondo che ci guarda e ci giudica.<br />
GLi impiani sportivi essenZiaLi<br />
per Un modeLLo di sviLUppo<br />
Mentre si è aperta nel Paese una importante<br />
discussione sullo sviluppo e mentre si prende<br />
consapevolezza che senza sviluppo non c’è futuro,<br />
occorre comprendere che lo sport e gli impianti<br />
sportivi sono punti essenziali di un modello di<br />
sviluppo sostenibile, di un modello di sviluppo che<br />
veda nei giovani un punto di riferimento obbligato.<br />
Diciamo pertanto che bisogna investire nelle<br />
occasioni di crescita fisica, sociale e morale dei<br />
giovani; bisogna investire per offrire loro un modo<br />
sano di impiegare il tempo libero e una efficace<br />
possibilità di salvaguardare la propria salute.<br />
Torniamo quindi a ribadire con serietà e convinzione<br />
che lo sport rappresenta davvero un baluardo<br />
contro le troppe tentazioni e contro la perdita di<br />
valori reali.<br />
In questa rinnovata prospettiva il <strong>CUSI</strong> e la rete<br />
dei CUS sono strumenti di socialità diffusa e<br />
formazioni sociali nel cui ambito i cittadini possono<br />
realizzare la propria personalità, come sancisce<br />
l’art. 2 della Costituzione italiana che garantisce,<br />
appunto, l’impegno dello Stato nella accennata<br />
direzione. Pertanto l’ulteriore sacrificio delle ragioni<br />
da noi vantate sarebbe particolarmente grave e<br />
difficilmente comprensibile e giustificabile. Come<br />
incomprensibile e ingiustificabile sarebbe la rinuncia<br />
ad assicurare adeguate occasioni di tutela della<br />
salute mediante lo svolgimento dell’attività sportiva.<br />
Si violerebbe peraltro un’altra norma costituzionale,<br />
l’art. 32, nella parte in cui garantisce ai cittadini che<br />
verrà fatto tutto quanto necessario per perseguire<br />
il loro benessere fisico e psicologico (la salute,<br />
appunto).<br />
D’altronde, nessuno si sogna più di contestare<br />
che lo sport svolge una funzione essenziale nel<br />
perseguire quell’equilibrio psico-fisico di cui<br />
ogni persona, di qualsiasi fascia sociale ed età,<br />
abbisogna per la sua personale crescita e per<br />
la sua interazione con la società circostante. Né<br />
può negarsi che sempre lo sport sia strumento<br />
essenziale e irrinunciabile per la formazione e la<br />
crescita complessiva dell’uomo (dall’età scolare<br />
e sino a quando sarà in grado di restare attivo) e<br />
quindi dell’intera società.<br />
Infatti i vari momenti di aggregazione e di<br />
socializzazione, il rispetto delle regole, l’educazione<br />
alla vittoria come alla sconfitta, l’esaltazione dei<br />
valori fondamentali della persona (tra cui lealtà e<br />
correttezza) sono i fattori che lo sport da sempre<br />
riesce a realizzare e ad esaltare, contribuendo da<br />
un lato a formare il carattere e la personalità degli<br />
individui e da un altro lato rappresentando un<br />
supporto essenziale per il loro inserimento nella<br />
società.<br />
Torna dunque, e si giustifica ora fino in fondo, la<br />
conclusione che era stata già anticipata, che cioè<br />
lo sport è un investimento sul futuro delle persone,<br />
ma anche sul futuro del Paese. Sicché perpetuare la<br />
politica di stillicidio delle risorse e di strozzamento<br />
delle opportunità rappresenta un vero e proprio<br />
tradimento del dettato costituzionale e prefigura<br />
un attentato al futuro dei giovani e di quanti<br />
vedono nello sport una occasione di crescita e di<br />
rafforzamento anche sociale oltre che fisico. Perciò<br />
non è più giustificabile l’abbattimento dei contributi<br />
nella misura odierna, con un sacrificio di oltre il<br />
60% delle assegnazioni originarie previste dalla<br />
legge 394/1977. Così facendo si renderebbe vano<br />
ogni precedente sacrificio e finirebbero col divenire<br />
improduttivi tutti gli investimenti del passato.<br />
Cosa diremo già domattina ai nostri giovani, alle<br />
comunità urbane che hanno contato e contano<br />
sulla nostra attività nei settori giovanili, amatoriali,<br />
agonistici? Cosa diremo agli svantaggiati, ai<br />
diversamente abili, agli anziani che sono abituali<br />
frequentatori dei nostri impianti e fruitori dei nostri<br />
servizi? Come giustificherà lo Stato la colpa di non<br />
sapere o di non volere rispondere a una domanda<br />
ineludibile di salute e di crescita civile e sociale? E<br />
dove andranno a sciamare tutti i giovani che oggi<br />
frequentano piste, campi, palestre e piscine gestiti<br />
dai CUS?<br />
Lo stato deve darci i meZZi<br />
per QUesta FUnZione sociaLe<br />
Noi siamo pronti a continuare a svolgere il nostro<br />
compito, che consideriamo una vera e propria<br />
funzione sociale. Ma bisogna che ci siano dati i<br />
mezzi per affrontare le necessità primarie. Altrimenti<br />
dovremo assistere, certo con le lacrime agli occhi,<br />
al crollo di un castello così faticosamente costruito,<br />
gestito, salvaguardato.<br />
Ma un’ultima cosa lasciatemi dire, una cosa nella<br />
quale credo dobbiamo ritrovarci tutti noi che con<br />
buona volontà e impegno personale ci prodighiamo<br />
per il mantenimento degli standard del <strong>CUSI</strong> e dei<br />
CUS e per la riaffermazione dei valori in cui abbiamo<br />
sempre creduto. Per illustrare quanto intendo<br />
dire lasciate che torni al punto di partenza del mio<br />
discorso, ossia alla globalizzazione e ai suoi guasti,<br />
<strong>UN</strong>A BELLA SERATA A <strong>BERGAMO</strong> ALTA<br />
È una città nella città Bergamo Alta che è stata preservata quasi<br />
intatta. Dalle vie strette e tortuose si arriva alla grande Piazza, alla<br />
Cappella Colleoni. Su questa terra lombarda che sogna il Veneto<br />
come hanno scritto, si oscilla tra il realismo ed il sogno. Anche<br />
quando il pullman è bloccato dalla movida e occorre prendere il<br />
trenino, pardon, la metropolitana, per scendere a valle dopo la<br />
cena in un ristorante che domina la valle. E poi c’è Ezio Luterotti,<br />
vice presidente del Brescia, a rallegrare l’ambiente e a detergere<br />
il sudore dal volto di Enrico Bordi dopo le fatiche ed i lavori del<br />
Congresso.<br />
8
vale a dire alla crisi globale che ci attanaglia.<br />
Ebbene, sarebbe troppo facile e troppo scontato<br />
fare ulteriore professione di pessimismo e di<br />
sfiducia nel futuro e in chi è chiamato a costruirlo.<br />
La nostra funzione, il nostro ruolo – al contrario – è<br />
quello di credere nella ricostruzione, di suggerire<br />
nuove idee per uscire dalla crisi, di proporci come<br />
interpreti della fase di recupero che deve aprirsi già<br />
da domani. In questo senso e in questa direzione<br />
vanno rammentati sicuramente gli ammonimenti dei<br />
più grandi specialisti mondiali della globalizzazione,<br />
tra i quali vanno menzionati i Premi Nobel per<br />
l’economia Amartya Sen e Joseph Stieglitz, i quali<br />
hanno osservato già qualche anno addietro che<br />
la mondializzazione che è stata costruita dalle<br />
multinazionali e dai maggiorenti delle banche e della<br />
finanza non ha funzionato e non può funzionare.<br />
Occorre dunque prodigarsi, tutti insieme, per una<br />
globalizzazione che finalmente funzioni e, questa<br />
volta, non aggravi ma ci porti fuori dalla crisi.<br />
A questo fine alcuni economisti di vaglia<br />
internazionale suggeriscono di recuperare gli<br />
insegnamenti di Keynes, rilanciando dunque una<br />
stagione di grandi investimenti pubblici, mentre altri<br />
rivendicano una nuova stagione delle regole, in cui<br />
si dia finalmente voce ai più deboli e indifesi e si<br />
disciplinino le azioni e gli investimenti dei potenti.<br />
Accanto a queste voci autorevoli, alle quali<br />
probabilmente potrebbero unirsi le nostre, se ne<br />
è sollevata di recente qualche altra di economisti,<br />
filosofi e giuristi non meno convincente né meno<br />
prestigiosa, che suggerisce come esista ormai una<br />
sola via per rimediare ai guasti della crisi globale<br />
e per individuare la via di uscita da tale crisi. A<br />
questo fine si dice essere indispensabile ritrovare<br />
la strada di una morale chiara e condivisa, fissando<br />
i principi dell’agire dell’impresa, della finanza, degli<br />
Stati, recuperando lo spirito iniziale dell’Europa,<br />
guardando nuovamente anzitutto agli uomini e non<br />
solo ai commerci e alla finanza. La riaffermazione<br />
della centralità della persona dunque, dinanzi allo<br />
sfacelo di una globalizzazione piegata alle esigenze e<br />
al potere dei più ricchi.<br />
Chiediamoci allora a questo punto e in conclusione:<br />
chi è in grado già oggi, da subito, senza bisogno di<br />
ulteriori riflessioni e di inedite sperimentazioni, di<br />
9<br />
fornire un quadro affidabile, collaudato, condiviso,<br />
di valori effettivi ed efficaci? Lo sport, sicuramente;<br />
e quanti, soggetti individuali e collettivi, enti e<br />
istituzioni, hanno operato con serietà e impegno<br />
nel suo ambito, praticando giorno per giorno questi<br />
valori e facendone un credo da consegnare istante<br />
dopo istante ai giovani e meno giovani praticanti<br />
e amatori. Tra questi operatori, a buon diritto,<br />
possiamo collocare il nostro Movimento Sportivo<br />
Universitario.<br />
È questo il posto che ci siamo conquistati con<br />
pazienza e con fatica operando con serietà e<br />
dedizione in ogni occasione e in ogni sede. E<br />
proprio per questo motivo riteniamo di avere le<br />
carte in regola per chiedere con forza una giustizia<br />
per noi e per coloro i quali hanno creduto e credono<br />
ancora in quanto abbiamo fatto e intendiamo<br />
continuare a fare. Diciamo dunque al Governo e alle<br />
istituzioni: aiutateci a sopravvivere e, se credete alla<br />
forza salvifica e rigeneratrice dello sport, aiutateci<br />
a crescere. Nell’interesse del Paese e di tutti i suoi<br />
cittadini.<br />
L’eLeZione di GaLLien e La nostra presenZa<br />
neLLa FederaZione mondiaLe<br />
Nell’ambito dei tradizionali rapporti di collaborazione<br />
con la FISU, dobbiamo constatare che la politica<br />
promossa dal <strong>CUSI</strong>, sia nel tentativo di conferire<br />
allo sport il significato di scambio tra mondi diversi,<br />
I complimenti dell’ing. Castelli a Romano<br />
Isler per l’ingresso nell’esecutivo dell’Eusa.<br />
Sicuramente darà un contributo importante.<br />
sia in quello di promuovere la riduzione dello scarto<br />
tra Paesi in via di sviluppo e Paesi sviluppati, ha<br />
ottenuto una particolare conferma nelle recenti<br />
elezioni tenute nel corso dell’Assemblea Generale di<br />
Shenzen.<br />
In tale occasione, infatti, ha vinto la linea politica<br />
promossa da Claude Gallien, che è stato eletto,<br />
anche con il nostro appoggio, nuovo Presidente<br />
della FISU. L’Assemblea ha pertanto apprezzato le<br />
idee promosse dalla nostra organizzazione, la quale<br />
è stata poi coinvolta con l’assegnazione di vari<br />
incarichi all’interno delle commissioni internazionali<br />
della Federazione, in un numero mai raggiunto<br />
prima. Sono stati infatti chiamati a far parte degli<br />
organismi della FISU il sottoscritto, quale presidente<br />
della Commissione Regolamenti Sportivi, Mauro<br />
Nasciuti, come vicepresidente della Commissione<br />
Tecnica per l’Universiade Estiva, Eugenio Meschi,<br />
membro della Commissione di Controllo, Pietro<br />
Rettagliata, membro della Commissione Medica,<br />
Sergio Anesi, responsabile per il Long Track<br />
Skating. Alla squadra si aggiungerà anche Renato<br />
Tullio Ferrari quale responsabile per il Rugby a 7.<br />
E non basta. Riconoscendo l’alto valore della nostra<br />
macchina organizzativa, pur essendoci a suo<br />
tempo ritirati dalla candidatura per l’assegnazione<br />
dell’Universiade Invernale 2017, siamo stati<br />
prescelti per organizzare l’edizione del 2013, che si<br />
disputerà pertanto a Trento nel mese di dicembre, in<br />
sostituzione della Slovenia che all’ultimo momento<br />
ha rinunciato.<br />
romano isLer<br />
neLL’esecUtivo deLL’eUsa<br />
Analogo successo il <strong>CUSI</strong> ha ottenuto nelle<br />
elezioni del Comitato Esecutivo dell’EUSA. In<br />
contrapposizione con la politica del candidato<br />
della Macedonia, è stato infatti eletto Presidente il<br />
polacco Adam Roczek, sostenuto anche dal <strong>CUSI</strong>;<br />
tra i componenti del Comitato figura inoltre il nostro<br />
Romano Isler.<br />
Un tassello in più nella battaglia per la realizzazione<br />
degli importanti obiettivi prefissati, nella<br />
consapevolezza di essere nella condizione di<br />
apportare il nostro modesto ma significativo<br />
contributo alla causa della integrazione tra i popoli.<br />
Cassino al lavoro per i Cnu del 2013. Per<br />
il Presidente Carmine Calce il cordiale “in<br />
bocca al lupo” da parte di Antonio Dima e<br />
di tutto il Cusi.<br />
Il consigliere Francis Cirianni al tavolo della<br />
verifica poteri. Numerosi i presidente dei<br />
Cus o i loro delegati provenienti da ogni<br />
parte d’Italia.<br />
Dove c’è una bella ragazza,<br />
ovviamente c’è Nicola Aprile.
Il vampirismo della televisione<br />
non ucciderà il calcio<br />
anche se è sempre più sporco<br />
I<br />
l calcio, «questo» calcio, rischia<br />
di essere di nessuno perché è<br />
diventato di troppi. E non alludo,<br />
semplicemente o maliziosamente,<br />
agli «zingari» di Scommessopoli.<br />
Penso a tutto l’indotto – a come spinge,<br />
giornalismo compreso, e in quale<br />
direzione – e alla diabolica scelta che ne<br />
ha fagocitato l’Idea: la quantità. Ormai – e<br />
sono anni – la qualità è stata sacrificata ed<br />
espulsa come carburante in eccesso. «Il<br />
calcio è l’ultima rappresentazione sacra del<br />
nostro tempo. È rito nel fondo, anche se<br />
è evasione. Mentre altre rappresentazioni<br />
sacre, persino la messa, sono in declino,<br />
il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo<br />
spettacolo che ha sostituito il teatro».<br />
Così scrisse Pier Paolo Pasolini. Era un<br />
articolo del 1970 che Massimo Raffaeli ha<br />
riesumato su «La Stampa» del 22 luglio<br />
2012. L’aggancio ci sta tutto, direi.<br />
Sono tanti gli agguati che la storia ha<br />
teso al football: per via legale (la sentenza<br />
Bosman, 15 dicembre 1995) e per via<br />
illegale (toto-nero, doping, bilanci gonfiati,<br />
passaporti taroccati, finanza creativa,<br />
calciopoli, scommessopoli). Dal 1980,<br />
noi italiani non ci siamo negati niente.<br />
E quando il valore si traveste da prezzo,<br />
e viceversa, la fine è nota. O meglio,<br />
dovrebbe esserlo. Esiste, e resiste, il calcio<br />
perché dalle sue viscere infette continuano<br />
ad affiorare sentimenti ed emozioni. È quel<br />
senso di sacro, e di altamente simbolico,<br />
Almeno nei Giochi di spiaggia, sotto l’effetto di Londra 2012,<br />
i bambini non giocano a calcio ma corrono,<br />
con impegno, i... dieci metri!<br />
al quale alludeva Pasolini, religione ma<br />
anche, e soprattutto, guerra di religione.<br />
Un «Te deum» con troppa pompa e troppo<br />
incenso, un sabba celebrato da officianti<br />
deviati e cori sguaiati (noi cronisti).<br />
Specchio e spugna della realtà: e per<br />
questo, insostituibile.<br />
Abbiamo moltiplicato i pani e i pesci<br />
di Roberto Beccantini<br />
delle plusvalenze, intasato i calendari,<br />
circondato, assediato e ridotto la «messa»<br />
della partita a ultima ruota del protocollo,<br />
quando invece, ai tempi di Pasolini, il<br />
campo si mangiava quasi tutta la liturgia.<br />
La televisione e i suoi diritti (?) hanno<br />
fatto saltare il banco, radendo al suolo i<br />
sogni della provincia (nel 1985, era ancora<br />
possibile che il Verona di Osvaldo Bagnoli<br />
si arrampicasse fino allo scudetto) e<br />
creando una genìa di menestrelli che, lungi<br />
dal dare potere alla voce, ha accettato di<br />
lasciare voce al potere.<br />
Poi, è chiaro, il polverone si dirada ed<br />
emerge il secondo posto della Nazionale di<br />
Cesare Prandelli agli Europei, in alto i calici<br />
e – per un paio di giorni, non di più – tutti<br />
a sottoscrivere i fioretti e le promesse che<br />
l’italiano medio garantisce sul vento di quel<br />
sentimento popolare che spesso ne gonfia<br />
le vele. E allora: più stadi di proprietà, più<br />
spazio ai vivai, meno squadre in serie A<br />
e serie B; in parole povere, più idee, più<br />
progetti. Alla faccia degli sceicchi che, da<br />
Manchester e Parigi, ci hanno letteralmente<br />
invaso e saccheggiato. Aperta parentesi:<br />
10
forse che in passato Silvio Berlusconi,<br />
Sergio Cragnotti, Massimo Moratti e<br />
Calisto Tanzi usavano più vaselina, nei loro<br />
blitz in giro per l’Europa? Chiusa parentesi.<br />
Eppure non morirà mai, il calcio italiano.<br />
Anche se continuiamo a sparargli al<br />
cuore; anche se tendiamo a parlare più di<br />
Mino Raiola che di Leo Messi; anche se<br />
ci accorgiamo del nomadismo di Zlatan<br />
Ibrahimovic dopo che ha segnato (per<br />
la Juventus, per l’Inter, per il Milan), non<br />
durante, cosa che comporterebbe analisi<br />
troppo ardite e troppo dirette (e in diretta).<br />
In differita – a trasferimento compiuto,<br />
meglio se all’estero – non ci batte nessuno.<br />
Servono dirigenti con le palle, capaci di<br />
essere competenti (penso all’Abete dello<br />
scudetto a tavolino dell’Inter) o impopolari<br />
(penso all’Agnelli che liscia il popolo<br />
juventino con le tre stelle). Se dipendesse<br />
da me, abolirei la Lega per vedere<br />
l’effetto che fa. Siamo sicuri che il circo<br />
salterebbe per aria? Ai nostri presidenti<br />
non interessano che due cose: i quattrini<br />
e un po’ di rigori (da non confondere<br />
con un po’ «di rigore»). Alla divisione dei<br />
primi, basta un ragioniere qualsiasi della<br />
Federazione; alla distribuzione dei secondi,<br />
provvedono gli arbitri. Che urgenza c’è di<br />
una Lega? e che bisogno di un Maurizio<br />
Beretta, presidente dimissionario da troppo<br />
tempo perché non gli si debba riconoscere<br />
il titolo, appunto, di «presidente<br />
dimissionario»?<br />
Sono, questi, i piccoli grandi tratti di un<br />
calcio che continua a incarnare l’anima<br />
del Paese, e non solo dopo la discesa in<br />
campo del Cavaliere. I tifosi ragionano<br />
sempre più per «pensiero unico», e al<br />
disprezzo che separa le tribù si affianca il<br />
pendolarismo devoto al quale ricorrono<br />
11<br />
talvolta i protagonisti, dall’acqua benedetta<br />
di Giovanni Trapattoni ai rosari di Antonio<br />
Conte.<br />
Il sacro ci attira non meno del marcio. E<br />
se il calcio è sporco, come documentano<br />
i dispacci dalle procure di mezza Italia,<br />
il fedele, non pago, si rifugia dietro la<br />
recita: che almeno quella sia «onesta»; e<br />
se non proprio tale, credibile; e se manco<br />
credibile, passabile. Il motto corrente,<br />
al netto dell’ipocrisia dilagante, rimane<br />
«Meglio due feriti che un morto» di<br />
Gigi Buffon. Le funzioni sono più lerce<br />
che ai tempi di Pasolini, quando però la<br />
televisione non era ancora «vampira».<br />
La qualità ha divelto gli argini, Bosman<br />
ha ridisegnato i confini del mercato,<br />
allungandone e perpetuandone i trucchi,<br />
la voracità, la volgarità. Mancano due<br />
anni ai Mondiali in Brasile. Preparatevi<br />
al solito lessico, alle tradizionali omelìe:<br />
siamo vecchi, la Nazionale non frega a<br />
nessuno, datele almeno un paio di stages,<br />
si gioca troppo, come se in Spagna, il<br />
nuovo Eldorado, si giocasse di meno e il<br />
ct di turno fosse più coccolato. Siamo fatti<br />
così, restiamo una «manciata di comuni»<br />
(Arnaldo Momigliano).<br />
QUando FirenZe neL 1500<br />
mise in crisi i maestri inGLesi<br />
Nonostante questo, o proprio per questo,<br />
non morireremo mai; e con noi, non<br />
morirà mai quel gioco che già nel 1530<br />
a Firenze, nella partita «spareggio» tra la<br />
Repubblica assediata e l’esercito di Carlo<br />
V assediante, offrì una rappresentazione<br />
così straordinaria del nascente football che,<br />
come ha scritto Juan Esteban Constaìn<br />
nel romanzo «Calcio!», mise in crisi la<br />
primogenitura dei maestri inglesi.<br />
Grazie, Schwazer<br />
di Lodovico Benso*<br />
Grazie Schwazer,<br />
non c’è ironia nelle mie parole ma un sincero apprezzamento per quello che nelle tue<br />
interviste hai saputo comunicare. Nell’ipocrisia e nella spettacolarizzazione mediatica gli<br />
atleti vengono ignobilmente sfruttati senza il minimo rispetto. Esiste oramai un buonismo<br />
di maniera che non ha più nulla a che fare con lo spirito di De Coubertin. Nella mia qualità<br />
di Professore di pediatria presso la Facoltà di Medicina e poi presso la Scuola Universitaria<br />
Interfacoltà di Scienze motorie dell’Università di Torino, ho potuto rendermi conto<br />
dell’esasperato sfruttamento sportivo e mediatico di molte atlete ed atleti, pochissimi dei<br />
quali, peraltro, riescono ad emergere mentre tutti gli altri sono frustrati. E tu hai rivelato<br />
con lucida sincerità che anche un praticante di massimo livello può trovarsi in uno stato<br />
di frustrazione e commettere un errore. Considero un vanto nella mia attività di esperto<br />
nei problemi di crescita e sviluppo l’avere dissuaso un’atleta di livello olimpico, oramai<br />
senza mestruazioni, con crescita arrestata e con scarsi rapporti affettivi, dal proseguire i<br />
distruttivi allenamenti in quel di Roma. L’ho rivista un anno dopo, cresciuta, regolarmente<br />
mestruata, in compagnia del “moroso”. Questo è un successo, non la medaglia olimpica.<br />
Caro Schwazer, il fatto che un atleta del tuo livello abbia, in pratica, e pur sbagliando<br />
comunicato un messaggio che trasmette concetti analoghi di famiglia. amore e serenità e<br />
l’abbia gestito con coraggio, rimorso e serenità fa più bene allo sport che una medaglia e<br />
fa onore agli Altoatesini: detto da un Piemontese che pure nutre un po’ di competitività ed<br />
invidia montanara.<br />
*Professore di pediatria presso la Facoltà di Medicina e poi presso la Scuola Universitaria<br />
Interfacoltà di Scienze Motorie dell’Università di Torino. (Fonte La Stampa)<br />
Valentina... E perchè<br />
no presidentessa?<br />
In un’intervista al settimanale Vanity Fair, Valentina<br />
Vezzali ha risposto a diverse domande con la<br />
franchezza che l’ha sempre caratterizzata. E quando<br />
le hanno chiesto: “Il prossimo obiettivo per lo sport<br />
femminile in Italia?” ha risposto: “Noi atlete abbiamo<br />
fatto tanto, ora ci vuole una donna capo del Coni.<br />
Magari, tra qualche anno, ci provo io”.
S<br />
ta conquistando sempre più<br />
considerazione nell’ambito<br />
mondiale il rugby a sette e<br />
lo ha dimostrato anche in<br />
occasione del campionato universitario<br />
svoltosi in Francia, a Brive La<br />
Gaillarde dove c’è un campo degno<br />
dell’importanza dell’avvenimento<br />
coi suoi 18mila posti. In campo gli<br />
universitari in azzurro hanno dato<br />
davvero il meglio a cominciare dalla<br />
Nazionale femminile che ha conquistato<br />
un terzo posto davvero di riguardo<br />
considerato il valore delle avversarie, a<br />
cominciare dalle inglesi, destinate poi a<br />
vincere come hanno fatto i loro colleghi<br />
maschi. Per quanto riguarda l’Italia va<br />
tenuto in considerazione il fatto che gli<br />
azzurri sono stati inseriti nel girone più<br />
difficile comprendendo le due finaliste,<br />
Gran Bretagna e Sud Africa nonché<br />
Messico e Malaysia.<br />
Bisogna dare subito atto alla segreteria<br />
del Cusi con Nicola e alle colleghe della<br />
Federugby di avere svolto un ottimo<br />
lavoro di preparazione all’avvenimento<br />
mentre la Fir ha dimostrato grande<br />
sensibilità verso il movimento sportivo<br />
universitario offrendo il massimo<br />
supporto nell’approntare due squadre<br />
che potessero ben figurare nel torneo<br />
francese. La delegazione Cusi era<br />
guidata da Artemio Carra e Piero Jaci<br />
del consiglio federale ben coadiuvati dal<br />
medico Alberto Ferreli di Cagliari.<br />
Con un pullman a disposizione<br />
dell’intera manifestazione, le due<br />
nazionali hanno potuto raggiungere la<br />
Che grinta le ragazze<br />
del rugby bronzo<br />
al mondiale<br />
di Artemio Carra<br />
A Brive in Francia 18 nazionali maschili e 8 femminili in un<br />
torneo prestigioso: il rugby a sette sempre più seguito dopo<br />
l’inserimento nella prossima Olimpiade brasiliana.<br />
Gli azzurri nel girone più difficile con le prime classificate,<br />
Gran Bretagna e Sud Africa.<br />
sede del torneo con tempi più lunghi ma<br />
anche più rilassanti senza dimenticare il<br />
risparmio sui voli potendo disporre del<br />
mezzo per ogni evenienza. Brive è una<br />
città del centro sud della Francia che ha<br />
origini medioevali e dove il rugby gode<br />
di grande attenzione. Bisogna dire che il<br />
comitato organizzatore ha ben preparato<br />
il mondiale di rugby e questo fa onore<br />
ai francesi. L’ospitalità è stata spartana<br />
ma non ha mai creato problemi. La<br />
delegazione italiana assieme a quella<br />
giapponese ha soggiornato in una<br />
residenza per studenti. All’ultimo<br />
momento, col forfeit delle due<br />
delegazioni brasiliane cioè del paese<br />
che fra due anni dovrebbe ospitare<br />
il Mondiale, le nazionali maschili e<br />
femminili presenti si sono ridotte<br />
rispettivamente a 18 e 8.<br />
Come dicevamo all’inizio il sorteggio<br />
non è stato favorevole agli azzurri con<br />
l’inserimento in un girone di ferro. Per<br />
le ragazze un gruppo più abbordabile<br />
con Francia, Belgio e Canada. La<br />
Nazionale maschile, diretta da Marco<br />
De Rossi col collaboratore Lucan<br />
Martin, perdendo con Sud Africa e<br />
Gran Bretagna, è stata costretta a<br />
giocare per le posizioni dal 9° al 18°<br />
posto. Ha vinto tutte le successive<br />
partite dovendo peraltro chiudere la<br />
serie di sfide senza tre infortunati,<br />
chiudendo così al decimo posto (Italia-<br />
Giappone 14-19). Le ragazze allenate<br />
da Andrea Di Giandomenico con il<br />
supporto di Giuliana Campanella si<br />
sono comportate egregiamente. Hanno<br />
12
Marco De Rossi, Andrea DiGiandomenico, Luca Martin e Giuliana Campanella con Carra e Jaci nella foto ufficiale del torneo assieme agli azzurri<br />
Mirko Amenta (San Gregorio Catania), Filippo Casalini (Banca Monte Parma Crociati), Dylan Donati (Romagna RFC), Oliviero Fabiani (Mantovani<br />
Lazio), Matteo Falsaperla (FIR), Marco Letizia (Amatori Parma), Alberto Marconato (Udine Rugby), Mauro Mariani (Franklin&Marshall Cus<br />
Verona), Alex Panetti (L’Aquila Rugby), Riccardo Russo (Petrarca Padova), Nicola Sintich (Petrarca Padova), Filippo Vezzosi (Estra I Cavalieri<br />
Prato), Sara Barattin (R. Casale), Anna Barbanti (Mustang R. Pesaro), Chiara D’Apice (R. Benevento), Marta Ferrari (Riviera del Brenta), Manuela<br />
Furlan (Benetton Treviso), Elisa Giordano (Valsagana R. Padova), Giulia Grasso (R. Red&Bull), Mirjam Keller (R. Perugia), Michela Sillari<br />
(R. Colorno), Sofia Stefan (Valsagana R. Padova), Claudia Tedeschi (R. Red&Bull), Cecilia Zublena (FIR).<br />
vinto così la finale per il terzo posto<br />
battendo un combattivo Giappone. Un<br />
risultato davvero eccellente perché<br />
c’erano in campo squadre forti e ben<br />
preparate. Concludere il Mondiale con<br />
il bronzo dopo Gran Bretagna e Francia,<br />
superando nazioni come Spagna,<br />
Canada e Belgio, è stato un motivo di<br />
grande soddisfazione.<br />
Un’ultima considerazione sulla<br />
partecipazione sempre più numerosa<br />
al torneo di rugby a sette. È evidente<br />
13<br />
che con l’inserimento della disciplina<br />
del rugby alle Olimpiadi a partire dai<br />
giochi programmati in Brasile nel<br />
2016, ha spinto molte nazioni, anche<br />
quelle senza alcuna tradizione in questo<br />
sport, a presentare valide nazionali<br />
per competere in un campionato che<br />
riscontra livelli tecnici molto alti. Il<br />
rugby a sette sarà presente anche nella<br />
prossima Universiade in programma<br />
nel 2013 a Kazan, in Russia, dal 6 al 17<br />
luglio.<br />
Due messinesi doc, il consigliere<br />
federale Piero Jaci, 42 anni di<br />
presidenza del Cus Messina e<br />
il manager della Nazionale femminile,<br />
Giuliana Campanella, 59 presenze nella<br />
Nazionale di rugby. Che biglietti da visita!<br />
Sfilano gli azzurri col capo delegazione Carra al<br />
mondiale universitario. La foto ricordo di rito di<br />
Jaci e Carra assieme al medico Alberto Ferreli<br />
e i tecnici delle due Nazionali, Marco De Rossi<br />
e Andrea Di Giandomenico con Luca Martin.<br />
Alcune delle azzurre sul podio con la medaglia<br />
di bronzo ottenuta battendo il Giappone.
N<br />
on ce ne vogliamo il ministro dello<br />
sport Piero Gnudi e il vescovo<br />
ausiliare di Bologna Ernesto<br />
Vecchi. Ma è stato un po’ come<br />
avere don Camillo e Peppone, anzi, Peppone<br />
(anche se l’estrazione del ministro è differente)<br />
e don Camillo alla giornata inaugurale dello<br />
Sterlino, lo storico impianto delle Due Torri che,<br />
da luglio, è passato nelle mani del Cus Bologna<br />
di Francesco Franceschetti.<br />
Un’operazione resa possibile da quel pizzico<br />
di lucida follia che serve in un intervento del<br />
genere con le assicurazioni del Cusi (il papà<br />
del Cus Bologna) e pure dell’Alma Mater<br />
Studiorum (restando in un rapporto filiale, la<br />
mamma).<br />
Quarant’anni di storia e l’ambizione di ripartire<br />
con una struttura che dovrà essere rinnovata e<br />
sistemata.<br />
“Nella palestra della ginnastica quando piove<br />
entra l’acqua”, la denuncia delle ginnaste.<br />
“Provvederemo a sistemare la copertura – la<br />
replica di Francesco Franceschetti, presidente<br />
del Cus – e a piazzare dei pannelli fotovoltaici,<br />
sopra la copertura, per garantirci una certa<br />
autonomia in materia di energia”.<br />
Il ministro Piero Gnudi benedice l’operazione.<br />
“Vorrei essere ricordato per essere stato il<br />
ministro della pratica sportiva – commenta – e<br />
non dello sport. Il Cus ha lavorato benissimo.<br />
Noi dobbiamo fare altrettanto promuovendo<br />
la pratica sportiva a tutti i livelli. In Italia,<br />
purtroppo, c’è un abbandono giovanile<br />
Cus, l’orgoglio di Bologna<br />
marcato. Dobbiamo porvi rimedio perché fare<br />
sport significa investire anche nella salute.<br />
Continueremo a batterci per questo. Intanto<br />
Bologna e il Cus hanno un bell’impianto dal<br />
quale ripartire”.<br />
Monsignor Ernesto Vecchi, durante la<br />
benedizione sacra e non profana, cita papa<br />
Ratzinger che, quando era un “semplice”<br />
porportato, fece profonde riflessioni sullo sport.<br />
“Abbiamo una popolazione studentesca<br />
di 85mila anime – racconta il prorettore<br />
dell’Università di Bologna Roberto Nicoletti<br />
–. Credo che lo Sterlino possa essere un bel<br />
punto di partenza per tutti”.<br />
“Siete l’orgoglio di Bologna”, gli fa eco il<br />
vice sindaco delle Due Torri, Silvia Giannini.<br />
Mentre l’assessore allo sport della Provincia<br />
Marco Pondrelli e il presidente del Coni di<br />
Bologna, Renato Rizzoli, chiedono più sostegno<br />
proprio per il braccio sportivo dell’Alma Mater<br />
Studiorum.<br />
“Il Cus Bologna ha portato avanti un’operazione<br />
coraggiosa e tutt’altro che semplice – insistono<br />
–. Cerchiamo di stare insieme con il Cus perché<br />
la strada sarà ancora lunga”.<br />
di Alex Gallo<br />
Nella Foto da sinistra Chiara Boschi,<br />
Roberto Nicoletti prorettore dell’Alma Mater<br />
Studiorum; monsignor Ernesto Vecchi<br />
vescovo emerito ausiliare di Bologna; il<br />
presidente del quartiere Santo Stefano Ilaria<br />
Giorgetti; il ministro allo Sport Piero Gnudi;<br />
il vicesindaco di Bologna Silvia Giannini e<br />
il presidente del Cus Bologna Francesco<br />
Franceschetti. Quindi: in piscina, da sinistra,<br />
il vicesindaco di Bologna Silvia Giannini;<br />
il presidente del Cus Bologna Francesco<br />
Franceschetti; il ministro Piero Gnudi e<br />
l’architetto Daniele Vincenzi. Foto in basso<br />
a sinistra: il presidente del Coni di Bologna<br />
Renato Rizzoli; il presidente del Panathlon<br />
Bononia Nicoletta Gandolfi e l’assessore<br />
allo sport della Provincia di Bologna Marco<br />
Pondrelli.<br />
14
e Francesco «spianò»<br />
la piscina dello Sterlino<br />
Ci sono tante persone alla prima dello Sterlino,<br />
compreso quel Nazareno Rocchetti, artista<br />
di fama che è stato uno scultore di muscoli<br />
avendo contribuito, come fisioterapista, alle<br />
fortune di Pietro Mennea e Gelindo Bordin.<br />
Ci sono Renato Villalta, leggenda del basket<br />
italiano ed Ester Balassini, la primatista italiana<br />
di lancio del martello. E ancora Silvia Serra,<br />
Claudia Vacchi, Loretta Rubini. Tanti dirigenti e<br />
funzionari con Francesco Franceschetti e il Cus<br />
Bologna che sono pronti a raccogliere questa<br />
nuova sfida. “Se non fossimo scesi in campo –<br />
le parole del numero uno cussino – lo Sterlino<br />
avrebbe chiuso da tempo. Lo abbiamo fatto<br />
per spirito di servizio, come abbiamo fatto in<br />
tutti questi anni. Abbiamo salvato lo Sterlino,<br />
ma non cambia niente, perché cercheremo di<br />
offrire un servizio sempre migliori a quanti lo<br />
hanno sempre frequentato. Cercando, magari,<br />
per tener fede anche alle parole del ministro,<br />
di coinvolgere un numero sempre maggiore di<br />
bambini che sono il futuro non solo dello sport<br />
ma del nostro paese. Credo che il messaggio<br />
che parte da qui sia anche un bel segnale per<br />
un’Italia che ha bisogno di rialzarsi”.<br />
Applausi, cala il sipario della nuova apertura di<br />
una struttura che, aperta nel 1971 (in passato<br />
era stato anche il campo da calcio per il<br />
Bologna Fc tra il 1910 e il 1925), è passata dalle<br />
mani di Coni Servizi a quelle del Cus Bologna.<br />
Cala il sipario: Franceschetti e i suoi<br />
collaboratori sono già in maniche di camicia<br />
per assicurare un futuro ancora migliore al<br />
glorioso Sterlino, l’unica struttura, a Bologna,<br />
che possa ospitare gare dei campionati di serie<br />
A di pallanuoto.<br />
15<br />
Il Premio della pallanuoto in serie B?<br />
Presidente e allenatore in acqua<br />
Presidente bagnato, presidente fortunato. Prendiamo in prestito un vecchio adagio,<br />
opportunamente modificato, per raccontare un pomeriggio di ordinaria e divertente follia del<br />
nostro presidente, Francesco Franceschetti. L’ultima sabato di giugno a Bologna faceva caldo,<br />
terribilmente caldo. Così caldo da spingere Franceschetti in acqua, in piscina, completamente<br />
vestito. Che il caldo faccia brutti scherzi?<br />
Assolutamente no: è stata solo la voglia di festeggiare e l’entusiasmo contagioso della squadra<br />
di pallanuoto del Cus Bologna che, dopo aver conquistato la promozione in serie B, ha deciso<br />
di scaraventare in acqua il proprio presidente.<br />
Contro Reggio Emilia finisce 9 a 2 con il Cus Bologna che mostra i muscoli. Sotto per 2 a 1,<br />
in modo abbastanza sorprendente, il Cus ribalta con un parziale di 8 a 0 che non ammette<br />
repliche. La squadra dell’Alma Mater Studiorum chiude la stagione con il miglior attacco, la<br />
miglior difesa, 18 vittorie, 2 pareggi e 2 sole sconfitte.Nell’ultima uscita vanno a segno Matteo<br />
Maestri (3), Giancarlo Forte (2) e ancora Riccardo Stefanelli, Carlo Cussotto, Federico Bonzagni<br />
e Giacomo Bravetti. Soddisfatto l’allenatore del Cus Bologna, Furio Veronesi e al settimo cielo<br />
Stefano Mazzarelli, il team manager. “C’è un aspetto – la conclusione di Mazzarelli – del quale<br />
vado particolarmente fiero. In ventidue partite giocate non c’è stata nemmeno una squalifica<br />
per proteste o per gioco violento a dimostrazione della serietà e della professionalità di questo<br />
splendido gruppo che non posso che ringraziare”.
L’intervento del Magnifico<br />
Rettore FRANCO TOMASELLO<br />
dall’inviato Giorgio Gandolfi /Foto Sport Universitario<br />
Cnu di Messina, la festa dello sport messaggio<br />
E<br />
ra commosso il Magnifico<br />
Rettore di Messina, Francesco<br />
Tomasello, quando ha preso il<br />
microfono per dettare il saluto<br />
agli atleti che stavano per chiudere i<br />
campionati. C’erano le gare conclusive<br />
dell’atletica, nella giornata avviata verso<br />
il tramonto dopo tante manifestazioni,<br />
tanti sport, tanti sforzi anche per<br />
chi deve sovrintendere e segue con<br />
particolare interesse gli ultimi palpiti di<br />
un movimento che non può sbagliare<br />
neppure i dettagli. Tomasello è famoso<br />
nel mondo per i suoi studi sulla<br />
neurochirurgia ma ha trovato il tempo<br />
per affrontare i problemi legati allo sport<br />
della sua Università, alla risoluzione<br />
dei progetti per l’impiantistica. Diceva<br />
appunto al microfono stando accanto<br />
al commissario Cama e dopo avere<br />
pubblicamente ringraziato Francesco De<br />
Feo, il consigliere federale della Fidal,<br />
sempre in prima linea ai Cnu per portare<br />
la sua esperienza e un inesauribile<br />
entusiasmo: “Un grazie particolare agli<br />
atleti e alle loro imprese che ci rendono<br />
orgogliosi. Questo è quello che può<br />
fare la festa dello sport. Il merito è della<br />
città, dell’Università, dei volontari che<br />
hanno contribuito alla realizzazione di<br />
questo straordinario evento. Il Cusi è<br />
il Cus di tutti i Cus che hanno lavorato<br />
per rendere indimenticabile questo<br />
evento. Dalla Conca d’oro ai Cappuccini,<br />
gli atleti hanno potuto usufruire di<br />
questi impianti prestigiosi, un evento<br />
dalle caratteristiche particolari, ricco<br />
di entusiasmo con un suo significato<br />
particolare per il Paese, un messaggio<br />
di speranza. Abbiamo dato tutto quello<br />
che potevamo dare anche se in partenza<br />
le condizioni non erano quelle che<br />
dovevano essere. La pista d’atletica è<br />
stata elogiata da tutti per la sua tipologia,<br />
la velocità, la funzionalità, gli azzurri che<br />
l’hanno praticata hanno avuto parole<br />
d’elogio, a cominciare dalla fantastica<br />
Salvagno per finire alle staffette.<br />
Abbiamo ricevuto anche una bellissima<br />
lettera dal presidente della Fidal, Arese,<br />
che definisce questo impianto quale uno<br />
dei migliori d’Italia e tutto questo si deve<br />
ad un atto di fede visto che la pista è<br />
stata consegnata 10 giorni prima delle<br />
gare”.<br />
Un duro lavoro che ha avuto due<br />
protagonisti, il commissario straordinario<br />
Sergio Cama ed il vice commissario<br />
Sergio Melai fortunatamente rimessosi<br />
dopo un’indisposizione che l’ha colpito<br />
negli ultimi giorni della manifestazione<br />
dopo essere stato presente in tante<br />
circostanze, non ultima la finale<br />
del rugby. Cama ha ringraziato<br />
16
di speranza<br />
pubblicamente Regione e Comune<br />
“per il contributo anche finanziario<br />
nonostante la difficile fase congiunturale<br />
e naturalmente l’Università di Messina,<br />
orgoliosa di mostrare la città piena di<br />
giovani studenti del domani che hanno<br />
avuto modo di vedere le ricchezze della<br />
città dello stretto”.<br />
Alla cerimonia dell’inaugurazione, con<br />
la bandiere a mezz’asta per esprimere<br />
la partecipazione al lutto di Brindisi e<br />
della famiglia di Melissa e delle altre<br />
vittime, erano presenti ben dieci Rettori:<br />
il corteo, in stile olimpico, ha sfilato<br />
per le strade della città raggiungendo<br />
il Comune dove è stato accolto dal<br />
17<br />
sindaco Giuseppe Buzzanca. In piazza<br />
Duomo poi l’alzabandiera davanti a<br />
carabinieri in alta uniforme, con le<br />
tre atlete messinesi, Silvia Bosurgi,<br />
Cristina Correnti e Annarita Sidoti, quali<br />
“madrine” degli universitari. Infine lo<br />
spettacolo del Gruppo Valentino Festi,<br />
l’artista già protagonista dell’Olimpiade<br />
di Torino, con due mongolfiere che<br />
sinboleggiavano il sole e la luna con due<br />
danzatrici rappresentanti un angelo e un<br />
diavolo, la vita e la morte.<br />
Ha parlato anche la rappresentante del<br />
Senato accademico Federica Mulè:”<br />
Non dobbiamo abbandonarci allo<br />
sconforto di fronte ad una ferocia che<br />
non ha precedenti – le sue parole – In<br />
questi giorni difficili siamo chiamati a<br />
riflettere di fronte ad una barbaria senza<br />
spiegazioni”. Ancora non si conosceva<br />
l’autore dell’attentato.<br />
100 metri, in quattro sotto gli 11”<br />
Atletica, gran regina<br />
Q<br />
uasi a simboleggiare lo spettacolo dello sport principe dei Cnu, ovvero<br />
l’atletica, ecco questa bella immagine della finale dei 100 metri dove i primi<br />
quattro sono scesi sotto gli undici secondi. A cominciare dal vincitore, il<br />
genovese Alberto Boretti (pettorale n.120) da destra con 10,74, davanti a<br />
Marco Emilio Gai (Cus Chieti) 10,86, numero 248; terzo Ciro Riccardi Cus Napoli con<br />
10,89 (n.221) infine il quarto Edoardo Sangiorgi, Cus Torino con 10,99 (n.205).<br />
Da parte degli atleti-studenti, che hanno dato via ai giochi siciliani, è stato un<br />
autentico atto di stima nei confronti degli organizzatori che in pochi mesi sono riusciti<br />
a fare quello che non era stato realizzato negli ultimi anni, ovvero la ricostruzione<br />
degli impianti sportivi che rischiavano di naufragare nell’indifferenza e nell’erosione<br />
del tempo. Così grazie alla Federugby sono stati rifatti gli spogliatoi dell’unico campo<br />
da gioco, con l’impegno dell’Università è stata rifatta la pista dell’atletica in un luogo<br />
davvero speciale, sotto la volta di un immenso cavalcavia sul quale transitano le auto<br />
per Palermo. Ma la pista era scorrevole, magnifica a detta di alcuni dei campioni che
l’hanno praticata.<br />
Sì perché a gareggiare non c’erano<br />
soltanto i soliti studenti ma anche<br />
alcuni dei protagonisti che abbiamo<br />
visto a Londra, la martellista azzurra<br />
Silvia Salis, ad esempio, brava quanto<br />
bella, il cestista della Fortitudo Bologna<br />
Patrick Baldassarre e quello di Chieti,<br />
Pierlorenzo Buzzelli, per non dire<br />
delle pallavoliste di Parma o dei pugili<br />
che hanno attirato anche l’interesse<br />
delle telecamere Rai. Nell’impianto<br />
dei “Cappuccini” hanno gareggiato<br />
l’altista Elena Vallortigara, la triplista<br />
Eleonora D’Elicio e le velociste Maria<br />
Aurora Salvagno e Martina Amidei. Tra<br />
gli uomini, oltre ai marciatori Riccardo<br />
Macchia e Teodorico Caporaso reduci<br />
dalla trasferta in Coppa del Mondo,<br />
hanno primeggiato gli ostacolisti Mark<br />
Nalocca e Samuele Devarti, il lunghista<br />
Camillo Kaborè e il discobolo Federico<br />
Apolloni.<br />
Insomma, una piccola Olimpiade con<br />
l’immancabile contorno di manifestazioni<br />
musicali, tanto per mantenere un po’ di<br />
brio, molta pioggia all’inizio delle gare<br />
poi piano piano è tornato il sole, quello<br />
della Sicilia, forte ed asciutto.<br />
Imponente la spedizione milanese che si<br />
è presentata con 230 persone di cui 195<br />
atleti: uno striscione ha accompagnato<br />
l’esibizione dell’atletica, dal tono un po’<br />
ambiguo, Cus Milano, scopa e settebello<br />
ma che in realtà rispecchiava l’obiettivo<br />
dei goliardi meneghini, vincere cioè i<br />
Cnu per la settima volta. Ci sono riusciti<br />
con lo sprint finale dell’atletica che ha<br />
assicurato loro moltissime medaglie pur<br />
essendo mancati negli sport a squadra<br />
dove la parte del leone l’ha fatta il Cus<br />
Il balletto del peso: una danza<br />
di guerra per i lanciatori<br />
Parma con i suoi 95 atleti, imponendosi<br />
nel calcio, nella pallavolo femminile e nel<br />
rugby oltre a imprese singole, come il<br />
tennis femminile.<br />
Sconfitto l’anno scorso sul proprio<br />
parquet dal Cus Milano, stavolta il Cus<br />
Torino si è preso la rivincita anche se<br />
contro aveva la sorprendente squadra<br />
messinese: vincere davanti ad un<br />
palasport strapieno non è stato facile,<br />
Apolloni: 15,63 nel peso, 55,76 nel disco<br />
Doppio successo per l’atleta del Cus Roma e dell’Aeronautica militare.<br />
Una bella sfida con Meri Dervishi (Cus Genova) e Pietro Caselli (Cus Modena)<br />
tutti sopra i 15 metri. Federico Apolloni ha trionfato anche nel disco con un<br />
potente 55,76 davanti a Pietro Caselli (Cus Modena) 43,14 e Andrea Bertoncelli<br />
(Cus dei Laghi) 40.50.<br />
ad ogni modo ce l’ha fatta “oltretutto<br />
utilizzando soltanto autentici universitari,<br />
senza ricorrere ad altre squadre anche se<br />
i prospetti non mancavano” diceva con<br />
soddisfazione il presidente D’Elicio che<br />
ha avuto la gioia di salire sul podio con la<br />
figlia Eleonora vincitrice del salto triplo.<br />
Ottimi risultati, dunque, ottima<br />
organizzazione anche se i problemi<br />
non sono mancati ma succede ad ogni<br />
manifestazione quando c’è tanta gente<br />
in gara e soprattutto con gli impianti<br />
dislocati in diversi luoghi, oltretutto<br />
in una città “difficile”, per il traffico,<br />
come Messina. Grande impegno del<br />
Cusi in prima linea giorno per giorno<br />
col suo presidente Leonardo Coiana e<br />
col direttore generale Antonio Dima ed<br />
un team di medici e di esperti per ogni<br />
sport.<br />
18
monate, 26 - 27 maggio 2012: dodici<br />
sono stati i CUS, 167 equipaggi per un<br />
totale di 285 atleti/gara questi sono i<br />
numeri dell’edizione 2012 dei CNU che<br />
si sono disputati sul lago di Monate,<br />
a pochi chilometri da Varese. Ottima<br />
l’organizzazione curata dal Comitato<br />
Regionale Lombardia <strong>CUSI</strong>, coadiuvato<br />
dalla Canottieri Monate che ha messo a<br />
disposizione la propria accogliente sede,<br />
nonché tutte le attrezzature per il campo di<br />
Regata, organizzazione che si è sviluppata<br />
secondo il collaudato format che prevede<br />
l’alternarsi della gare di canoa a quelle di<br />
canottaggio. Venendo alle competizioni<br />
anche quest’anno Milano e Pavia si sono<br />
contesi il primato nelle classifiche per<br />
Cus, questa volta hanno prevalso i pavesi<br />
che hanno vinto di un solo punto sia la<br />
classifica femminile che quella maschile,<br />
risultando così primi di due punti nella<br />
generale. I pavesi devono questo risultato<br />
soprattutto all’ottima prestazione corale<br />
della squadra che è stata comunque capace<br />
di collezionare punti pesanti in tutte le gare.<br />
Al contrario i milanesi, pur fortissimi nella<br />
specialità del kayak, inspiegabilmente non<br />
hanno preso parte ad alcuna competizione<br />
in canadese, specialità dove si sono invece<br />
contesi il primato Pavia e Padova. Il Cus<br />
Milano è comunque in testa per numero<br />
di titoli, ben 9, seguito da Pavia 5, da<br />
Padova 3, da Genova 2 e dal CUS dei Laghi<br />
1. campioni Universitari 2012: CUS<br />
MILANO: K1 500 Gaia Piazza, K2 1.000<br />
Ruggero di Maria - Eros Argentiero, K4<br />
1.000 Ruggero Di Maria - Eros Argentiero -<br />
Lorenzo Bozzetti - Giacomo Butera, K1500<br />
Ruggero di Maria, K1 200 Ilaria Ordesi,<br />
K2 500 Riccardo Cecchini - Giacomo<br />
Maimeri, K2 200 Ilaria Ordesi - Giulia<br />
Legnani, K4 500 Riccardo Cecchini - Marco<br />
19<br />
Cnu canottaggio: Cus Pavia davanti a Milano<br />
Nelle foto di C.Cecchin /Fic: premiazione K2 200 da sinistra Viola Pagliari, Silvia Cogoni CUS Pavia), Ilaria Ordesi,<br />
Giulia Legnani (CUS Milano), Chiara d’Andrea, Rafaela Mostallino (CUS Cagliari). Premia Vincenzo Sabatini. Gara<br />
C1 500: da destra Pietro Picciolato. Alberto Schiavo (CUS Padova), Mirco Daher, Luca Sciarpa (CUS Pavia), Fabio<br />
Maltrasina, Silvano Cerini (CUS Bari).<br />
Splendido argento del Cus Trieste sulla Drava<br />
Sprint d’argento dell’otto del CUS Trieste alla<br />
University Race of Student Eight’s, disputatasi a<br />
Maribor sulla Drava. Una manifestazione remiera<br />
molto interessante, che oramai si tiene da molti<br />
anni la prima domenica di luglio, abbinata al Festival<br />
“Maribor 2012 – European Capital of Culture”. 6<br />
le rappresentative in gara: le croate Zagabria e<br />
Cittanova, le slovene Maribor e Capodistria, la serba<br />
Belgrado, e Trieste, che si contendevano il passaggio<br />
al turno successivo in un confronto sulla distanza<br />
dei 500 metri, stile match race. Della rappresentativa<br />
che difendeva i colori dell’Ateneo triestino erano<br />
presenti: Federico Ustolin, Massimiliano Panteca,<br />
Simone Martini, Giovanni Lunardi, Andrea Milos,<br />
Jeff Mannozzi, Stefano Manfredi, Sebastiano<br />
Panteca, timoniere Pietro Tassan, selezionati da<br />
Spartaco Barbo.<br />
Gare molto spettacolari, a favore di corrente, dove i<br />
distacchi, vista la distanza da coprire erano minimi.<br />
Nella prima regata, il Cus Trieste presentava il suo<br />
biglietto da visita, ed aveva ragione di circa mezza<br />
imbarcazione sui croati di Cittanova. Nella seconda<br />
eliminatoria, ancora un confronto di buon livello,<br />
con l’ammiraglia triestina che si imponeva con<br />
distacco ancora maggiore (una imbarcazione), sugli<br />
universitari di Capodistria.<br />
Dopo la disputa delle eliminatorie, passavano il<br />
turno: Zagabria, Trieste, Maribor e Capodistria.<br />
Nella prima semifinale, Trieste aveva la meglio sui<br />
croati di Zagabria di una barca e si qualificava per la<br />
finale, mentre nell’altra passavano i padroni di casa<br />
del Maribor che avevano la meglio su Capodistria.<br />
Grande attesa per la finale, con il pubblico assiepato<br />
Buonfiglio - Leon Galeotti - Giacomo<br />
Maimeri, STAFFETTA K1, K2, K4 3x200 Eros<br />
Argentiero, Riccardo Socci - Ruggero Di<br />
Maria, Riccardo Cecchini - Leon Galeotti -<br />
Giacomo Maimeri - Marco Buonfiglio;<br />
CUS PAVIA: K2 500 Viola Pagliari - Livia<br />
Servanzi, C1 1000 Mirco Daher, C2 1000<br />
Mirco Daher - Luca Sciarpa, K4 500 Viola<br />
Pagliari - Valentina Torrente - Livia Servanzi<br />
- Silvia Cogoni, C2 500 Mirco Daher - Luca<br />
Sciarpa; CUS PADOVA: C4 Alberto Longato<br />
- Matteo Forsin - Pietro Picciolato - Alberto<br />
Schiavo, C1 200 Matteo Forsin, C1 500<br />
Pietro Picciolato; CUS GENOVA: K1 200<br />
Enrico Battistel, K2 500 Enrico Battistel -<br />
Alessio Pelliccioni; CUS DEI LAGHI: K1 500<br />
Giulio Dressino.<br />
di Maurizio Ustolin<br />
sulla riva a fare il tifo soprattutto per i padroni<br />
di casa. Partivano fortissimo Trieste e Maribor,<br />
nell’ultima prova che assegnava la vittoria finale.<br />
Procedevano appaiate nella prima parte dello sprint,<br />
le due formazioni con le prue che si alternavano al<br />
comando avanzando di pochissimi centimetri una<br />
sull’altra. E così si presentavano anche agli occhi<br />
degli spettatori sull’arrivo, che dovevano aspettare<br />
il verdetto della giuria che doveva ricorrere al<br />
fotofinish, e che decretava la vittoria di Maribor,<br />
che sul traguardo aveva ragione di soli 10 cm sulla<br />
rappresentativa triestina. Una medaglia importante<br />
per il Cus Trieste, che ha saputo ben comportarsi<br />
in una regata anomala, al confronto di equipaggi<br />
di buona levatura tecnica, dimostrando tutto il suo<br />
valore anche a livello internazionale universitario.<br />
Da sottolineare come della trasferta slovena<br />
facevano parte gli azzurri che nel 2010 parteciparono<br />
ai mondiali universitari di Szeged (Ungheria): Ustolin<br />
(campione del mondo in singolo), Martini e Lunardi<br />
(impegnati sull’otto).
Calcio vibrante e divertente<br />
targato Cus Parma<br />
C<br />
agliari e L’Aquila contro il<br />
Cus Parma: due vittorie degli<br />
emiliani, netta soprattutto quella<br />
della finale con un 3 a 0 che non<br />
ammette repliche. Una bella formazione<br />
quella allestita da Paselli, Ravasi e il dt.<br />
Bellè che è tornata così ad indossare il<br />
tricolore dopo alcuni anni di inutili assalti.<br />
Una vittoria che a due passi da Parma,<br />
nella vicina Reggio Emilia, si rivedica<br />
essendo in squadre ben sei elementi<br />
reggiani: Fornaciari, Bonini, Attolini,<br />
Ferretti, Esposito e Pè, cioè giocatori<br />
di Bagnolese, Povigliese e Cadelbosco.<br />
Attolini, ad esempio, autore di due dei tre<br />
gol finali, è reduce dalle 14 reti segnate in<br />
promozione con la Povigliese dopo essere<br />
subentrato a Bonini. Ferretti è stato uno<br />
dei protagonisti del ritorno in promozione<br />
del Cadelbosco. L’altro marcatore,<br />
Simone Pè gioca nel Pallavicino. Tutti<br />
iscritti peraltro all’Università di Parma<br />
quindi... parmigiani di fatto. Per capitan<br />
Del Signore “la vera finale è stata quella<br />
col Cagliari che era il detentore del<br />
titolo ed aveva il nostro stesso talento.<br />
La differenza l’ha fatta l’equilibrio che<br />
abbiamo creato fra le individualità ed il<br />
gioco d’assieme. Con L’Aquila ci siamo<br />
imposti col ritmo. I tre gol a nostro favore<br />
esprimono la realtà della partita”.<br />
Nelle foto una mischia davanti alla difesa del<br />
Parma e la gioia dei sardi dopo il 2 a 1.<br />
La vera FinaLe<br />
Quella fra Parma e Cagliari, dicono i<br />
parmigiani, è stata la vera finale ed in effetti<br />
gli universitari sardi hanno tenuto testa agli<br />
avversari sfiorando nel finale il pareggio che<br />
avrebbe significato i tempi supplementari. Una<br />
bella partita, comunque, molto combattuta<br />
ma con lealtà da parte delle due squadre.<br />
Bello anche lo spareggio vinto dal Cagliari sul<br />
Sassari (3-0) mentre Chieti regolava il Palermo<br />
(4-2). Dietro Lecce e Bergamo.<br />
I neo campioni<br />
d’Italia<br />
del Cus Parma<br />
dopo la finale<br />
con L’Aquila:<br />
in alto da sinistra<br />
Matteo Attolini,<br />
Gabriele Ferretti,<br />
Luca Ricchi,<br />
Daniele Fornaciari,<br />
Davide De Angelis,<br />
Mattia Bovi,<br />
Claudio Davoli,<br />
il tecnico Giuseppe Paselli, il direttore generale Luigi Passerini.<br />
Fila centrale: Davide Saccò, Giovanni Cuccu Matteo Polisicchio,<br />
Daniele Del Signore, Luca Bocelli, Simone Pe. In basso: Eugenio Nadotti, Tommaso Fontana,<br />
Jacopo Pin, Francesco Bonini, Nicola Bovi, Esposito Arcadi, Daniele Rieti, Andrea Rizzolini,<br />
Davide Baudi. Mancano soltanto Beppe Ravasi e Gianfranco Bellè. Nella foto in alto: Parma-Cagliari, Bovi calcia a rete.<br />
20
Le... pagelle dei Campioni<br />
rizzolini: è alto alto, a Brescia 2011 ha<br />
rischiato di farci saltare Torino ma a Brescia<br />
2012 ci ha portato a Messina: col Cagliari<br />
quel suo saltare alla Neuer ci ha portato in<br />
semifinale: voto 10<br />
esposito: A quella cresta bionda mancava il<br />
gel di Hamsic, così avrebbe tagliato meglio il<br />
vento. Ogni tanto eccede col tacco di rientro.<br />
Voto 10<br />
nadotti: gran faccia da bravo ragazzo ma se lo<br />
avessi da avversario probabilmente cambierei<br />
idea. Voto 10<br />
polisicchio: in Sicilia, lui che è sardo, si sentiva<br />
a a casa propria: Voto 30 in termini universitari<br />
a voi, l’interpretazione. Voto 10 per il rimorchio<br />
pé: Voto 10 con due punti in meno perchè<br />
ogni anno crea problemi con orari, esami<br />
da spostare... la morosa che non gli da il<br />
nullaosta. Chiude da campione, dunque sotto<br />
l’aspetto calcistico 30 e lode<br />
rieti: faccia da duro, barbetta incolta alla Clint<br />
Eastwood: una sicurezza, anche senza revolver.<br />
Voto 10<br />
Ferretti per tutti il Gabo: anche quest’anno<br />
ci ha messo del suo: sempre disponibile<br />
per il Cus e questo dovrebbe essere un<br />
insegnamento per tutti. Voto 10 con lode<br />
perchè la sua assenza nel secondo tempo della<br />
finale ha permesso all’Atto di metterla dentro<br />
due volte.<br />
nicola e matteo Bovi: tutti per uno, uno per<br />
tutti ovvero il più giovane sempre fedele al<br />
fianco del meno giovane, per la prima volta in<br />
campo per il Cus spero che ce ne saranno tante<br />
altre. Una lode (gli altri non me ne vogliano)<br />
ragazzi educati! Voto 10<br />
Fornaciari: il Forna è il simbolo della<br />
forma fisica: un mito! il Cus gli ha messo a<br />
disposizione un massaggiatore visto che non<br />
sta mai bene, oggi il polpaccio, domani il<br />
tallone: alla sera non essendosi infortunato è<br />
riuscito a farsi male da solo; voto 10<br />
de angelis: per gli amici il Dea ma è il caso<br />
21<br />
di dire che è stata la Dea bendata che gli ha<br />
dato un gran mano in quel primo tempo dove<br />
imperterriti gli aquilotti imperversavano sulla<br />
sua fascia: voto 10<br />
del signore: c’è solo un capitano e lui vuole<br />
davvero bene alla sua squadra: anticipo, palla<br />
al piede, allungo e tanto altro a costo di andare<br />
fuori corso per aiutare il suo Cus. Voto 10<br />
Bonini, Bocelli, Fontana, Cuccu, Ricchi, Pin,<br />
Saccò, Attolini: per questi sarò breve, li<br />
conosco relativamente.<br />
Bonini: lo davano come futuro professionista<br />
seguito da squadre semipro: in bocca al<br />
lupo, Francesco. Bocelli: il piede sinistro di<br />
Dio pur di giocare anche lo stopper ha fatto<br />
e con merito. Fontana: secondo me giocare<br />
o non giocare non gliene importava ma il<br />
posto in panca se lo è sempre guadagnato,<br />
tre partite tre presenze… cuccu: perfetto sino<br />
alla qualificazionepoi si è tagliato i capelli ed il<br />
Mister non lo ha più riconosciuto. ricchi: a lui<br />
va la lode: alle 11 del 26 maggio è riuscito ad<br />
ascoltare il mister che dava lezioni tattiche in<br />
piscina. pin: ho fatto di tutto per farlo giocare<br />
ma il Mister mi diceva “ma sei sicuro che<br />
sia in grado di vedere gli avversari con quel<br />
ciuffo frangia?” ed allora per star sul sicuro in<br />
campo dal 38° del secondo tempo della finale.<br />
saccò: tranquillo manco fosse in gita premio.<br />
attolini: convocato a furor di popolo meglio a<br />
furor di Mister contro i più scettici l’ha messa<br />
dentro due volte nella partita che contava e<br />
quindi indice davanti alle labbra e “ssssssss”.<br />
Ovviamente voto 10 a tutti.<br />
iL mister GiUseppe paseLLi quella sua aria<br />
sorniona, tranquilla è solo apparenza: in realtà<br />
già prima della partenza era caduto in trans<br />
“lasciate ogni speranza voi che andate”. Lui che<br />
si sente Zemaniano totale, lo emula fumando,<br />
introducendo pasolandia ed assumendo<br />
quell’aria da duro. Ergo, è uomo di poche<br />
parole ma la partita la “vede”, eccome! Un<br />
mito: voto 11!<br />
Claudio Davoli<br />
Il calcio d’inizio della finale, altre immagini<br />
dei gol del Cus Parma, l’amarezza degli<br />
aquilani dopo la sconfitta e la gioia dei<br />
sardi per il terzo posto con Arrica che si<br />
complimenta con vincitori e vinti.
Con un tifo simile<br />
si può solo vincere<br />
Che bello il tifo quando è spontaneo e<br />
fatto con atteggiamenti che inducono alla<br />
simpatia. Guardate le campionesse del<br />
volley come tifano Cus Parma nella finale<br />
del calcio mentre gli universitari milanesi<br />
ancora una volta hanno vinto il titolo della<br />
goliardia con questo slogan risultato<br />
perfetto!<br />
Arrica con<br />
i medici<br />
Carmelo<br />
Concilio<br />
e Franco<br />
Zanda.<br />
La lezione di Stefano<br />
(e... Andrea) Arrica<br />
Stando vicino a Stefano Arrica,<br />
responsabile del torneo di calcio, si<br />
comprende quanto sia stata importante<br />
per lui vivere a fianco dell’indimenticato<br />
padre, Andrea, il presidente del grande<br />
Cagliari e di Gigi Riva. In albergo<br />
abbiamo rivissuto con lui attraverso<br />
cento immagini la leggenda di un<br />
dirigente che portò lo scudetto a Cagliari<br />
in un momento quasi impossibile. Il<br />
tutto con lo stile da gentleman che lo<br />
contraddistingueva ed in armonia con<br />
l’attiva presenza nel mondo del Cusi, sino<br />
all’ultimo.<br />
Anche in campo Stefano, in un momento<br />
di particolare tensione della finale, è<br />
intervenuto e ha dapprima stigmatizzato<br />
il comportamento della panchina<br />
aquilana e poi<br />
ha richiamato<br />
alcuni giocatori<br />
che presi<br />
dall’agonismo,<br />
rischiavano di<br />
andare oltre i<br />
comportamento<br />
richiesto<br />
ad atleti<br />
universitari.<br />
Riportando<br />
così la calma per poi elogiare alla fine le<br />
due squadre, sorvolando su quanto era<br />
avvenuto. Proprio come sapeva fare suo<br />
padre anche se era costretto a convivere<br />
con ben altri soggetti, a cominciare da<br />
Scopigno !<br />
22
Giulia Gabba (nella foto con Gigi Passerini)<br />
si è ripetuta nel torneo di tennis battendo la<br />
Campigotto che si complimenta con lei.<br />
23<br />
Foto di Marta Micali / Cnu Messina<br />
Un bel torneo sotto rete<br />
Il primo oro della mattina di finali del<br />
torneo di Tennis è stato assegnato nel<br />
doppio femmininile. Ad aggiudicarselo la<br />
coppia del Cus Milano Carolina Petrelli<br />
- Paola Capella (foto a sinistra) che ha<br />
conquistato il titolo italiano univerisitario<br />
senza colpo ferire. Un infortunio ha<br />
infatti bloccato una delle altre due<br />
finaliste, quindi per rinuncia finiscono<br />
con l’argento al collo Martina Santoni e<br />
Martina Sallusti del Foro Italico Roma..<br />
Alla gara che vale l’oro nel singolo si<br />
sono qualificate, la prima testa di serie<br />
del torneo Giulia Gabba del Cus Parma e<br />
Francesca Campigotto del Cus Torino. La<br />
Gabba ha battuto in semifinale Carlotta<br />
Ripa del Cus Torino per 6-2, 6-0. La<br />
Campigotto si è imposta per 6-1, 6-1 su<br />
Caterina Marusic del Cus Verona. Le due<br />
perdenti hanno conquistato la medaglia<br />
di bronzo. Nella finale, qualche ora dopo,<br />
Molte discussioni nella finale fra<br />
Claudio Scatizzi e Giuseppe Fischetti.<br />
Giulia Gabba ha concesso solo tre game<br />
alla Campigotto: finale 6-1, 6-2 con l’oro<br />
per la parmigiana.<br />
La finale del singolare maschile si è<br />
conclusa invece al termine di una partita<br />
molto tirata. Giuseppe Fischetti (Cus Foro<br />
Italico Roma) classifica 2.6 ha battuto<br />
Claudio Scatizzi del Cus Bergamo con<br />
un doppio 7-6. Primo tie break vinto<br />
a 5 e secondo a 4. Nessun break in<br />
questo match durato quasi due ore, con<br />
pochissime palle break a disposizione.<br />
Scatizzi però si è rifatto nel doppio perché<br />
in coppia con Edoardo Pacifico ha battuto<br />
al tie-break lungo del terzo set Filippo<br />
Bettini e Riccardo Bonzi del Cus Bologna.<br />
7-6, 2-6, 10-8
Basket: Messina-Torino, che finale!<br />
Bella partita questa finale fra Cus Torino e Cus Messina:<br />
scomparsi i detentori del titolo del Cus Milano, sono<br />
arrivate allo sprint due formazione agguerrite e agili,<br />
sicuramente le migliori. Che hanno esibito il gioco giusto<br />
nonchè il fair play ideale, come dimostrano i messinesi<br />
nella foto in alto applaudendo i rivali torinesi Gran pubblico,<br />
gran tifo, presente anche un “santone” del basket, nella<br />
foto con Massimo Dima, responsabile del torneo di basket.<br />
Biagio Cumina dall’alto dei suoi 77 anni, buona parte dei<br />
quali vissuti nel basket, ha mostrato al giovane collega un<br />
suo studio sul gioco che è servito a tanti allenatori. Biagio,<br />
che abita a Curcuraci, comincò a giocare nel ‘49 con il<br />
Messina e poi fu tecnico a Capo Orlando, Giarre, quindi<br />
dirigente federale, insomma davvero una vita dedicata al<br />
suo basket.<br />
24
... E che sorpresa!<br />
Guidati da Alessio Miceli, oriundo siciliano, gli<br />
universitari del Cus Torino hanno guadagnato con merito<br />
LA DANZA DEL TECNICO la medaglia d’oro con un punteggio “frenato” ma con un<br />
gioco validissimo. Componevano la formazione vincente<br />
per 67 a 59, Pietro Danna (iscritto al corso di scienze<br />
infermieristiche), Andrea Danna (Medicina e chirurgia),<br />
Luca Murta (Economia), Maurizio Tassone (Suism),<br />
Davide Raucci (Economia), DijBril Favario (Economia),<br />
Alessandro Maccagno (Economia), Federico Ficetti<br />
(Economia), Andrea De Simone (Suism) e Luca<br />
Paschetto (Economia). Per gli universitari messinesi la<br />
soddisfazione di avere colto il miglior risultato di sempre<br />
nel basket e di avere eliminato il Cus Genova.<br />
cus torino - cus messina 67-59<br />
Parziali: 13-12, 31-28, 45-44<br />
Cus Torino: Danna P. 3, Danna A., Ficetti 20, Murta 4,<br />
Favario 12, Tassone 3, Maccagno 9, Paschetta, Raucci<br />
12, De Simone. All.: Miceli.<br />
Cus Messina: Arrigo, Gullo 19, Jovic 18, Trischitta,<br />
Bolletta, Restuccia L., Mirenda, Rivero 10, Grillo,<br />
Carnazza 2, Restuccia S., Mori 10. All. Sidoti.<br />
come si QUaLiFicarono<br />
Cus Messina-Cus Genova 79 - 67<br />
(22-15, 38-32, 65-53)<br />
Cus Messina: Arrigo (13), Gullo (20), Jovic (20),<br />
Trischitta, Bolletta (4), Restuccia L. ne, Mirenda ne,<br />
Rivero (10), Grillo (2), Carnazza (6), Restuccia ne, Mori<br />
(4). All. Sidoti.<br />
Cus Genova: Beneduci (19), Conti, Marchetti (9),<br />
Garibotto (2), Bedini (8), Bovone (4), Bigoni (12),<br />
Terribile ne, Valente (13). All. Caorsi.<br />
Arbitri: Di Mauro e Triffiletti.<br />
Cus Torino-Cus Bologna 79-76<br />
(11-16, 39-37, 65-56)<br />
Cus Torino: D’Anna P. (5), D’Anna A. (10), Ficetti (13),<br />
Murta (6), Favario (11), Tassone (8), Maccagno (4),<br />
Paschetta (7), Raucci (11), De Simone (4). All. Miceli<br />
Cus Bologna: Galli, Chiarini A., Montano (10), Chiarini<br />
S. (4), Cilfone, Zucchini (3), Broglia (3), Palermo (6),<br />
Baldassarre (13), Ranuzzi (16), Albertini (18). All. Lolli.<br />
L’abbraccio di Sergio Cama, a fine partita, vale forse<br />
più di una medaglia per Pippo Sidoti, il tecnico che in<br />
questa stagione, partendo da zero, ha quasi vinto tutto<br />
quello che c’era da vincere (Coppa Sicilia, il torneo di<br />
C2 e la medaglia d’argento ai Cnu nonchè la sfida nelle<br />
selezione delle stelle della C2). Senza dimenticare il suo<br />
show personale durante la finale: mai fermo, sempre<br />
in movimento, prima o poi avevamo l’impressione che<br />
sarebbe andato in campo a tirare a canestro, a spingere<br />
qualche<br />
25<br />
giocatore a fare il passaggio vincente. Bravo<br />
coach!<br />
Foto Sport Universitario<br />
Elisa Zaccone l’aveva chiesto come regalo<br />
di nozze ed è stata esaudita questa sposina<br />
messinese, che nell’intervallo della finale ha<br />
fatto l’ingresso sul parquet con lo sposo, un<br />
simpatico carabiniere: ed eccola esibirsi in un<br />
tiro a canestro fra gli applausi del pubblico.
Il Cus Parma di Marco Scaltriti e Oddo<br />
alza la coppa del torneo di pallavolo<br />
femminile. La squadra rossonera nella<br />
finale della 66° edizione ha superato in<br />
rimonta il Cus Roma per 3-1 (20-25,<br />
25-21, 25-21, 25-21), confermando<br />
i pronostici della vigilia. Le ragazze<br />
erano partite contratte, lasciando spazio<br />
alle capitoline ben orchestrate dalla<br />
palleggiatrice Lidia Bonifazi (25-20). Ma<br />
dal secondo set sono salite in cattedra<br />
trascinate da Beatrice Francesconi<br />
(mvp del torneo) e dall’opposto Paola<br />
Colarusso. Tre set molto simili, chiusi<br />
tutti 25-21, hanno suggellato il trionfo<br />
delle emiliane che a fine match hanno<br />
festeggiato davanti ai concittadini<br />
presenti sulle tribune del palasport della<br />
Cus Parma anche<br />
nel volley femminile<br />
Cittadella universitaria. Felice il tecnico<br />
Marco Scaltriti alla fine del torneo: “Non<br />
speravamo nella medaglia d’oro, il Cus<br />
Roma si è rivelato un’ottima formazione,<br />
ma alla fine i più forti siamo stati noi”.<br />
Assegnato il bronzo al Cus Milano dopo<br />
laa finale di consolazione col Catania.<br />
(3-0). Le lombarde liquidano il Catania<br />
in maniera inequivocabile. I parziali la<br />
dicono lunga sull’andamento della gara<br />
che ha visto le etnee giocare in tono<br />
minore rispetto alla partita che le aveva<br />
viste opposte al Parma: 25/16, 25/15,<br />
25/20 il risultato finale. L’ultimo set,<br />
quando le lombarde sentivano il match in<br />
tasca, il più combattuto. Onore a questo<br />
Catania che ha saputo rendere con la<br />
sua grinta il torneo più spettacolare.<br />
Le siciliane in difesa si sono mostrate<br />
fortissime. Nel bilancio del torneo delude<br />
il Cus Milano che probabilmente ha<br />
pagato l’assenza di tre titolari. Alla fine<br />
l’allenatore Daniele Polito si considerava<br />
soddisfatto. “A noi va bene così.<br />
Volevamo portare a casa una medaglia<br />
indipendentemente dal colore”.<br />
26