BERGAMO, UN CONGRESSO “STORICO” - CUSI
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La relazione del Presidente<br />
Leonardo Coiana<br />
“In un momento di grande crisi, la politica del Cusi e<br />
dei Cus ha permesso la gestione degli impianti sportivi,<br />
un autentico patrimonio per il paese e la collettività”<br />
Autorità, Signore e Signori, cari amici delegati:<br />
permettetemi innanzitutto di rivolgere un sentito<br />
ringraziamento al Magnifico Rettore dell’Università<br />
di Bergamo, prof. Stefano Paleari, nonché al<br />
Presidente del Cus, dr. Claudio Bertoletti, per<br />
aver voluto ospitare in questa bellissima città<br />
l’Assemblea Federale del Cusi.<br />
Questa relazione si colloca in un momento<br />
particolarmente delicato sia per il nostro Paese sia<br />
per il <strong>CUSI</strong>, entrambi impegnati al massimo per<br />
superare una crisi davvero epocale, di cui ancora<br />
non si riesce a scorgere l’esito finale. Una crisi che<br />
attanaglia ormai i gangli vitali dell’economia dei<br />
Paesi più industrializzati e mette in forse non solo le<br />
strutture portanti dell’economia internazionale e le<br />
risorse di singoli Paesi, ma corre il rischio di minare<br />
i presupposti medesimi del mondo occidentale, di<br />
rimettere in discussione le scelte e le prospettive di<br />
sviluppo.<br />
Sono sotto gli occhi di tutti noi i guasti provocati<br />
dalla crisi – nata qualche anno addietro negli Stati<br />
Uniti e subito propagatasi, a macchia d’olio, in<br />
quasi tutte le economie occidentali. Si vedono<br />
chiaramente perfino le crepe aperte in quel blocco<br />
apparentemente monolitico che vorrebbe e<br />
dovrebbe essere l’Europa che, così continuando,<br />
ben difficilmente potrà resistere agli assalti (invero<br />
non adeguatamente contrastati) della finanza<br />
internazionale.<br />
Le debolezze dei sistemi occidentali sono state<br />
messe impietosamente a nudo da una finanza<br />
d’assalto, scatenata a indebolire e poi rafforzare<br />
singoli mercati azionari, obbligazionari e dei titoli<br />
di stato: così realizzando, come sempre accade in<br />
periodi di crisi e di squilibri economico-finanziari,<br />
ingenti profitti speculativi senza rischio alcuno e<br />
senza reali coinvolgimenti nelle attività produttive e<br />
negli scambi di beni e servizi.<br />
Il crollo dell’economia reale è stato accompagnato<br />
quindi dall’ulteriore indiscriminato rafforzamento<br />
della finanza, di quella stessa finanza che ha<br />
innescato la bomba della crisi universale e che<br />
ora sta lucrando sugli effetti dell’esplosione che<br />
ne è seguita. Stati e Comunità internazionale non<br />
hanno voluto o saputo opporsi – seriamente ed<br />
efficacemente – a questo stato di cose ed anzi<br />
hanno partecipato ad una sorta di corsa per<br />
sovvenire banche e finanziarie in difficoltà, sino a<br />
ricostituirne le potenzialità e le capacità offensive,<br />
rimesse infine in movimento alla conquista di nuovi<br />
asset nei diversi mercati.<br />
In questa situazione era inevitabile che le economie<br />
più deboli e meno strutturate, quale quella italiana,<br />
subissero un contraccolpo molto serio. Cosa che<br />
è avvenuta quasi fatalmente e che ha determinato,<br />
altrettanto fatalmente, una sorta di tardiva e non<br />
efficace chiusura di tutti i finanziamenti pubblici:<br />
tagliando pertanto ogni possibile sostegno e<br />
sovvenzione, senza distinguere e discriminare tra<br />
investimenti e sperperi, tra uso ed abuso, tra attività<br />
socialmente orientate e sprechi pubblici e/o privati.<br />
Ne è derivata una ormai incontrollabile crisi interna<br />
dei consumi, il dilagare dei licenziamenti e della<br />
cassa integrazione, il crollo degli investimenti, il<br />
tragico incremento della disoccupazione giovanile<br />
e femminile. Con le conseguenze economiche, ma<br />
pure sociali, che ben conosciamo.<br />
Per quel che riguarda il nostro mondo sportivo e la<br />
realtà odierna del Cusi e dei Cus territoriali, pur non<br />
molto distante negli anni, appare ormai lontano,<br />
nei nostri cuori e nella nostra mente, il ricordo<br />
dei bei tempi in cui, anno dopo anno, eravamo<br />
chiamati a celebrare la perspicacia e i successi<br />
dei nostri più illuminati dirigenti (primo tra tutti<br />
l’indimenticabile Ignazio Lojacono), i quali si sono<br />
prodigati non solo per la crescita, il potenziamento e<br />
lo sviluppo dell’attività sportiva universitaria, quanto<br />
soprattutto per la realizzazione di una rete molto<br />
articolata di strutture – che rappresenta oggi un<br />
patrimonio impiantistico di inestimabile valore – sì<br />
da promuovere la rinascita e il consolidamento<br />
dell’impegno sportivo oltre che dei nostri giovani<br />
universitari, dell’intero mondo sportivo chiamato<br />
a partecipare e a condividere gli entusiasmi, i<br />
successi e i vantaggi della rete dei servizi prestati<br />
dai Cus in tutte le sedi universitarie.<br />
Un Fiore aLL’occHieLLo<br />
Tale ingente patrimonio di impianti, gestito dai<br />
Cus, rappresenta oggi un fiore all’occhiello del<br />
nostro Ente ed i nostri uomini sono sempre<br />
impegnati, giorno per giorno, oltre che nella<br />
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