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AprIle 2013 - Portale del Medico di Famiglia - ULSS n. 10

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gliori e senza aver intaccato il patrimonio<br />

vascolare degli arti superiori, cosa<br />

che invece avviene con l’emo<strong>di</strong>alisi<br />

per la necessità <strong>di</strong> confezionare chirurgicamente<br />

la fistola artero-venosa.<br />

Ovviamente ci sono alcune controin<strong>di</strong>cazioni<br />

alla <strong>di</strong>alisi peritoneale,<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

clinico (pregressi interventi addominali<br />

severamente demolitivi che<br />

comportino la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> gran parte<br />

<strong>del</strong> peritoneo, <strong>di</strong>verticoliti frequenti<br />

etc.), <strong>di</strong> carattere sociale e familiare o<br />

psicologico,che possono con<strong>di</strong>zionare<br />

la scelta trai due tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi.<br />

DALL’AMBULATORIO<br />

DI DIALISI PERITONEALE<br />

AL DOMICILIO DEL PAZIENTE<br />

L’ambulatorio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi peritoneale è attivo<br />

all’ospedale <strong>di</strong> San Donà dal 2000.E’<br />

aperto dal lunedì al sabato dalle ore<br />

8.00 alle ore 14.30; dopo tali orari, per<br />

ogni eventuale problema è possibile<br />

rivolgersi al Centro Dialisi <strong>di</strong> San Donà<br />

<strong>di</strong> Piave: nelle ore notturne e nei giorni<br />

festivi vi sono sempre un me<strong>di</strong>co e un<br />

infermiere <strong>di</strong>sponibili per le urgenze.<br />

Il personale de<strong>di</strong>cato all’ambulatorio è<br />

infatti composto da un me<strong>di</strong>co e da un<br />

infermiere appositamente formati, che<br />

congiuntamente prendono in carico il<br />

paziente e la sua malattia. L’infermiere<br />

svolge attività <strong>di</strong> educazione sanitaria<br />

nei confronti <strong>del</strong> paziente e dei suoi familiari,<br />

nell’addestramento alla tecnica<br />

<strong>di</strong>alitica e successivamente <strong>di</strong> controllo<br />

<strong>del</strong>l’aderenza <strong>di</strong>alitica da parte <strong>del</strong><br />

paziente, educa alla <strong>di</strong>eta da seguire<br />

e all’igiene personale e <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

Il me<strong>di</strong>co prescrive la terapia farmacologica<br />

e <strong>di</strong>alitica, valuta con perio<strong>di</strong>ci<br />

esami la quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi necessaria e<br />

avvia il paziente, se possibile, alla lista<br />

trapianti.<br />

NESSUNA RINUNCIA A VIAGGI<br />

E VACANZE<br />

Al fine <strong>di</strong> agevolare i pazienti in <strong>di</strong>alisi<br />

peritoneale, tutto il materiale necessario<br />

viene fornito con cadenza mensile<br />

tramite corriere, in modo anonimo e<br />

gratuito, <strong>di</strong>rettamente al domicilio <strong>del</strong><br />

paziente o, quando lo richiede, nel<br />

luogo <strong>di</strong> vacanza preventivamente<br />

concordato col personale <strong>del</strong>l’ambulatorio.<br />

La <strong>di</strong>alisi peritoneale è il trattamento<br />

più in<strong>di</strong>cato per coloro che hanno la<br />

necessità <strong>di</strong> viaggiare per lavoro o che<br />

amano farlo per piacere o che hanno<br />

i familiari domiciliati in un’altra città.E’<br />

una meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>alitica che cerca <strong>di</strong><br />

adattarsi allo stile <strong>di</strong> vita <strong>del</strong> paziente<br />

senza costringerlo a rinunciare ai suoi<br />

progetti <strong>di</strong> vita.<br />

Il team <strong>del</strong>l’ambulatorio<br />

<strong>del</strong>la Dialisi Peritoneale<br />

OSPEDALE<br />

“CON IL RENE<br />

DI MIA MOGLIE<br />

SONO RITORNATO A VIVERE”<br />

Tutto ha inizio con la visita <strong>di</strong> leva: un esame <strong>del</strong>le urine evidenzia la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> proteine<br />

e <strong>di</strong> globuli rossi. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 30 anni scopre che i suoi reni non funzionano<br />

più e che l’insufficienza renale si è aggravata al punto da richiedere prima la <strong>di</strong>alisi<br />

e poi il trapianto. La moglie non indugia e con un atto <strong>di</strong> amore estremo dona un<br />

rene al marito che, a 53 anni, può iniziare così una nuova vita. Protagonisti <strong>di</strong> questa<br />

storia i coniugi Giuliano Melchiori e Maria Teresa Gasparrini, <strong>di</strong> Musile <strong>di</strong> Piave, i<br />

quali si sono rivolti all’unità <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi <strong>di</strong> San Donà per intraprendere il<br />

percorso che li ha portati al trapianto. “Ho scoperto l’insufficienza renale nel 1978 e<br />

da allora ho sempre condotto una vita normale, facendo controlli perio<strong>di</strong>ci - spiega<br />

Giuliano Melchiori – . Tutto questo sino al 2008 perché poi, a causa <strong>di</strong> problemi<br />

familiari, sono stato costretto a trascurare la mia salute”.<br />

Quando ha scoperto la gravità <strong>del</strong>la situazione?<br />

“L’ho scoperta nel 2011 quando ho chiesto <strong>di</strong> fare una visita: mi sentivo sempre<br />

stanco, avevo sempre freddo e dormivo poco. Nel primo esame erano emersi valori<br />

fuori da ogni limite tollerabile, il me<strong>di</strong>co mi fece fare un secondo esame che però<br />

confermò la grave situazione. Sono stato spe<strong>di</strong>to d’urgenza dal nefrologo, sono entrato<br />

in <strong>di</strong>alisi e successivamente incluso nella lista d’attesa per il trapianto renale”.<br />

Quale tipologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi ha scelto?<br />

“Il personale <strong>del</strong> reparto mi ha illustrato con chiarezza le due strade percorribili:<br />

emo<strong>di</strong>alisi o <strong>di</strong>alisi peritoneale. Ho scelto quella peritoneale perché rispetto all’emo<strong>di</strong>alisi<br />

mi ha permesso <strong>di</strong> non rinunciare al mio stile <strong>di</strong> vita, al lavoro, e <strong>di</strong> andare<br />

in vacanza portandomi appresso le sacche per il trattamento”.<br />

Com’è maturata la decisione <strong>di</strong> avere il nuovo rene da sua moglie?<br />

“Ne abbiamo parlato in famiglia. Oltre mia moglie anche mio figlio e un mio fratello<br />

si erano offerti <strong>di</strong> donarmi un rene. Io e mia moglie abbiamo però deciso che lei<br />

sarebbe stata la soluzione migliore per tutti, ovviamente qualora il suo rene fosse<br />

risultato compatibile”.<br />

Quando la eseguito il trapianto?<br />

“Il trapianto è avvenuto il 24 <strong>di</strong>cembre 2012 al centro trapianti rene e pancreas <strong>di</strong><br />

Padova. Con 12 giorni <strong>di</strong> degenza abbiamo fatto tutto”.<br />

Quali sensazioni avete provato dopo l’intervento, sia lei che sua moglie?<br />

“Ci siamo risvegliati nella stessa sala operatoria. Non appena ho visto che anche lei<br />

si era svegliata dall’anestesia, le ho chiesto come stava. Stavamo bene entrambi e<br />

in quel momento abbiamo capito che per noi iniziava una nuova vita”.<br />

E’ cambiato qualcosa nel vostro rapporto coniugale dopo il trapianto?<br />

“A parte l’umore, l’energia e le forza fisica che ho ritrovato dopo anni <strong>di</strong> malessere, ci<br />

sentiamo più legati <strong>di</strong> prima, c’è più armonia <strong>di</strong> coppia, con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo tutto, ve<strong>di</strong>amo<br />

la vita in modo <strong>di</strong>verso”.<br />

Com’è stata la riabilitazione dopo il trapianto?<br />

“I primi mesi siamo stati seguiti nel centro trapianti <strong>di</strong> Padova sempre in collaborazione<br />

con la Nefrologia e Dialisi <strong>di</strong> San Donà. Vorrei lanciare un messaggio per<br />

chi sarà costretto ad affrontare un percorso simile al nostro è il seguente, non facile<br />

ma fattibile”. Prego… “Affidatevi alla Nefrologia e Dialisi <strong>di</strong> San Donà perché sarete<br />

in buone mani. Qui ho trovato accoglienza e professionalità, il personale ci ha fatto<br />

sentire protagonisti <strong>del</strong>la terapia. Siate inoltre riconoscenti al donatore, perché<br />

donare un organo non è un gesto scontato, e siate riconoscenti anche con chi ha<br />

autorizzato la donazione <strong>di</strong> un organo <strong>di</strong> persona deceduta. Vorrei infine ringraziare<br />

il personale che ci è stato vicino in questi mesi: i me<strong>di</strong>ci Cristina Bonesso e Gatto<br />

Stefano, gli infermieri Daniela Bettega e Teresa Ricotta, il coor<strong>di</strong>natore infermieristico<br />

Gabriele Franzin”.<br />

I coniugi Melchiori e lo staff <strong>di</strong> neufrologia e <strong>di</strong>alisi<br />

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