AprIle 2013 - Portale del Medico di Famiglia - ULSS n. 10
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Vogliamo ringraziare pubblicamente il personale <strong>del</strong> Pronto<br />
Soccorso, <strong>del</strong>la Pe<strong>di</strong>atria e <strong>del</strong>la Ostetricia <strong>del</strong>l’ospedale <strong>di</strong><br />
Portogruaro, e il personale <strong>del</strong> blocco Operatorio-Endoscopia<br />
<strong>del</strong>l’ospedale <strong>del</strong>l’Angelo <strong>di</strong> Mestre per competenza,<br />
rapi<strong>di</strong>tà, dolcezza e professionalità con cui hanno assistito<br />
nostra figlia Mariasole la notte <strong>del</strong> 22 ottobre 2012.<br />
La piccola aveva ingerito una batteria; in meno <strong>di</strong> 5 ore siamo<br />
stati accolti, visitati, “ra<strong>di</strong>ografati” e trasportati in urgenza<br />
in ambulanza accompagnati da <strong>Me<strong>di</strong>co</strong> ed Infermiere.<br />
A Portogruaro il personale ha rapidamente svolto le indagini<br />
<strong>del</strong> caso, deciso il da farsi ed attivato le procedure.<br />
A Mestre una equipe era lì ad attenderci e, finito un intervento<br />
<strong>di</strong> urgenza, ha allestito la sala per noi. Grazie (e mi scuso<br />
se sbaglio e <strong>di</strong>mentico qualche nome) al me<strong>di</strong>co chirurgo<br />
Pasini, all’ infermiere “zio” Andrea G. ed alla sua idea <strong>di</strong> usare<br />
il “pulcino pio” per tranquillizzare Mariasole in sala operatoria,<br />
all’anestesista Rajbir B. che ha fatto <strong>di</strong> tutto per trovare una<br />
vena, alle infermiere Laura C. e Tiziana B., all’os Mara S. e a<br />
tutte le persone in sala. Finito l’intervento ed estratta la batteria<br />
l’ambulanza ci ha riportati a Portogruaro; lì siamo stati<br />
due giorni in osservazione presso l’Ostetricia dove pe<strong>di</strong>atri<br />
e infermieri si sono presi cura <strong>del</strong>la nostra “piccola” con la<br />
massima scrupolosità prima <strong>di</strong> mandarci a casa sereni.<br />
Questa è la sanità pubblica <strong>di</strong> cui nessuno parla mai. Ci<br />
siamo sentiti presi in mano da una qualcosa che si chiama<br />
stato sociale, che garantisce <strong>di</strong>ritti universali, in cui affi<strong>di</strong> la<br />
vita <strong>di</strong> tua figlia ad un professionista che non ti chiede la<br />
carta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, che mentre non trova la vena suda per lo<br />
sforzo, che usa il proprio cellulare per inventare una ninna<br />
nanna. Se questi colleghi sono statali, questa forma <strong>di</strong> stato<br />
ci piace. Grazie a tutti.... “Sole” sta bene.<br />
Donato Lancellotti - Martina Pellarin<br />
Egregio <strong>di</strong>rettore,<br />
le scrivo per metterla a conoscenza <strong>del</strong>le sensazioni<br />
che ho elaborato e dei sentimenti che porto con me,<br />
dopo il recente ricovero presso l’unità operativa <strong>di</strong> Chirurgia<br />
<strong>del</strong>l’Ospedale <strong>di</strong> San Donà <strong>di</strong> Piave.<br />
Ho scelto questo reparto per la buona fama <strong>di</strong> cui gode<br />
nella regione e, dopo l’esperienza fatta, mi piace rilevare i<br />
due principali aspetti intorno ai quali ruota il mio giu<strong>di</strong>zio: la<br />
competenza tecnica e la capacità <strong>di</strong> donare serenità a tutti<br />
coloro che hanno lavorato per me.<br />
Tutto il reparto funziona In modo impeccabile. Precisione e<br />
puntualità, or<strong>di</strong>ne ed efficienza sono in ogni gesto <strong>di</strong> tutto il<br />
personale e, cosa davvero preziosa, ognuno sa trasmettere<br />
serena tranquillità.<br />
Ere la prima volta che affrontavo un’operazione, avevo le<br />
incertezze e le paure <strong>di</strong> tutti, ma la sollecitu<strong>di</strong>ne, la sicurezza<br />
e la dolcezza con cui sono stata accolta e accompagnata<br />
mi hanno aiutata e mi hanno fatto affrontare agevolmente<br />
ogni passaggio.<br />
Non ci sono state parole in più sopra le righe, tutto è stato<br />
detto con calore umano e concreto interesse.<br />
Per questi aspetti <strong>del</strong>la sfera emotiva che sanno fondersi<br />
così bene con un elevato livello professionale le chiedo <strong>di</strong><br />
trasmettere la mia ammirazione e i miei ringraziamenti al<br />
primario, dottor Sorrentino, e a tutto il personale <strong>del</strong> reparto.<br />
Nel ringraziarla per la sensazione <strong>di</strong> sicurezza che questo<br />
modo <strong>di</strong> lavorare dona al citta<strong>di</strong>no le porgo <strong>di</strong>stinti saluti.<br />
Lettera firmata<br />
E RICETE DEL SORISO a cura de Walter Basso - www.e<strong>di</strong>zioniscantabauchi.it<br />
Anca se semo entrai de prepotensa nel <strong>2013</strong> ecome ancora qua<br />
a proporve, co na venéta de umorismo, le vece ricete dei ani<br />
de Marco Caco (overo dei tenpi <strong>di</strong>stanti). Sicuramente desso che<br />
semo tuti inculturai, grassie anca ala television e i giornali (pare<br />
vèro!) sti rime<strong>di</strong> ne fa rìdare ma na volta i vegneva ciapai sul serio<br />
e queo che ze più inportante qualchedun anca guariva. Ala facia<br />
dei sapienti che <strong>di</strong>seva che i agricoli de medesina no capiva<br />
gnente. E alora tachemo (o tacon).<br />
BECON DE VÌPARA, SARPENTE IN GèNARE,<br />
BESTIE CO A RABIA E SPONCION DE SCARPION<br />
Tutti sanno che la vipera è la “bissa” velenosa per eccellenza in<br />
Veneto e che una volta era facilissimo farsi “becare” in varie parti<br />
<strong>del</strong> corpo umano poiché si passava più tempo nei campi e boschi<br />
che non negli uffici o nelle fabbriche. Quin<strong>di</strong> bastava anche<br />
solo fare i propri bisogni <strong>di</strong>etro a un “sieson” (le toilette dovevano<br />
ancora essere inventate) perché talvolta succedesse <strong>di</strong> farli in testa a qualche irascibile vipera che non amava andare<br />
in giro con dei bisogni umani sul capino e che quin<strong>di</strong> “becava” con furore una “ciapa” al malcapitato umano il quale<br />
smetteva <strong>di</strong> cazzata la “spussolente” funzione e si metteva a correre a casa urlando cose brutte a per<strong>di</strong>fiato. Cosa<br />
fare per salvargli la vita? Nulla <strong>di</strong> più semplice: si prendeva <strong>del</strong> latte <strong>di</strong> “càvara” che si faceva bere in dose elevata<br />
(almeno tre “onbre”) allo sfortunato; i più precisi magari aggiungevano anche un bicchiere <strong>di</strong> “graspa” che “fa senpre<br />
ben”. Poi per maggior sicurezza si chiamava “el médego” con l’antidoto: se il malato guariva il merito era <strong>del</strong> latte<br />
“dea càvara”, se moriva la colpa chiaramente e logicamente era <strong>del</strong> “médego” che era un “musso” e un “bon da<br />
gnente”. Ma se putacaso in casa non c’era una “càvara da mónsare” si facevano mangiare al paziente alcuni limoni<br />
che si <strong>di</strong>ceva fossero ottimi antidoti agli avvelenamenti. Nei casi invece <strong>di</strong> “morsegoni de cagnasso rognoso e rabioso”<br />
o de “scarpion” si somministrava un’infusione <strong>di</strong> ruta. Però bisognava stare attenti perché questa erba in dosi sbagliate<br />
poteva essa stessa <strong>di</strong>ventare un veleno. Nei tempi più lontani si usava anche la ra<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la rosa <strong>di</strong> macchia che per<br />
questo è stata chiamata “rosa canina”. Comunque un bicchierotto <strong>di</strong> “graspa” non si negava in nessun caso.<br />
BECANOTARIO MèDEGO A cura <strong>del</strong> prof. Nane Stu<strong>di</strong>à<br />
Broncopalmolive= broncopolmonite<br />
Càctus celebrale = ictus<br />
Colpo <strong>di</strong> struzzo = colpo <strong>di</strong> frusta<br />
Lettricorespirosi= leptospirosi<br />
Monasigoto = monozigote; Bepi e Toni ze do zemeimonasigoti<br />
Neovagina = Novalgina<br />
Pa<strong>di</strong>colioneoricolare = pa<strong>di</strong>glione auricolare<br />
Paptost= pap test<br />
Pori istruiti = pori ostruiti<br />
Retroscoc = elettroschok<br />
Test gravitassionale = test <strong>di</strong> gravidanza; -Me mojere se ga fato el test<br />
gravitassionale –Invesse la mia se ga fato i ragi al turaciolo!<br />
Trac = TAC (Tomografia Assiale Computerizzata); Me sò fato la Trac sui<br />
rognoni mi sono fatto la TAC ai reni<br />
Troncopalmolive = broncopolmonite<br />
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