A Cantalupa l'arco ha fatto Centro - CONI, Piemonte
A Cantalupa l'arco ha fatto Centro - CONI, Piemonte
A Cantalupa l'arco ha fatto Centro - CONI, Piemonte
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
lo sportello<br />
32 dello sport<br />
Dr.ssa Sabina Sereno<br />
PSICOLOGIA<br />
NIKEFOBIA, ovvero paura di vincere<br />
Ho sentito parlare di nikefobia. Potreste spiegarmi di cosa si tratta? Mio figlio da qualche<br />
tempo sembra avere paura di affrontare la gara, nonostante il suo livello di preparazione<br />
sia più che adeguato.<br />
Giovanna C. – Novi Ligure<br />
Nella pratica sportiva la vittoria è il<br />
punto di arrivo che ripaga l’atleta dei<br />
sacrifici e dell’impegno profuso nel<br />
corso degli allenamenti. E’ il momento<br />
culminante che aiuta a rinforzare la<br />
fiducia in se stessi, nel proprio team e<br />
nella squadra. In questa ottica ogni<br />
Prof.ssa Liliana Bal Filoramo<br />
sconfitta significherà per il ragazzo,<br />
essere un atleta e una persona di scarso valore.<br />
Ci sono atleti che, pur dimostrando in allenamento una<br />
notevole capacità e dimestichezza di gioco, nel corso della<br />
competizione non rie-scono a raggiungere mai i successi<br />
attesi. Altri, improvvisamente, si rifiutano di gareggiare pur<br />
avendo ottenuto fino a quel momento otti-mi risultati; altri<br />
ancora commettono in gara costantemente errori ba-nali<br />
che pregiudicano loro il successo finale. Questi comportamenti<br />
<strong>ha</strong>nno, solitamente, una causa psicologica a cui si<br />
attribuisce il nome di nikefobia, una patologia psicologica<br />
che può colpire un atleta nel corso della sua carriera sporiva.<br />
Il termine nikefobia è stato coniato da Antonelli, uno<br />
dei padri della Psicologia dello sport italiana, nel 1963 e<br />
significa paura della vittoria.<br />
Si parla di nikefobia per identificare gli atleti che, pur fornendo<br />
in allenamento ottime prestazioni non riescono, in<br />
gara, a conseguire gli stessi risultati a causa di errori mai<br />
commessi nel corso della preparazione precedente, di<br />
infortuni spesso inspiegabili, di crisi di ansia e talora di panico<br />
e così via. Dato che, ovviamente, l’obiettivo cosciente<br />
dell’atleta che pratica un’attività agonistica è quello di vincere<br />
la gara, la nikefobia appare contraddittoria e inspiegabile,<br />
se non la si considera in una prospettiva psicodinamica<br />
che consenta di analizzare le componenti inconsce<br />
soggiacenti.<br />
La paura della vittoria può essere così considerata come la<br />
Redazione, Editore e<br />
Amministrazione:<br />
<strong>CONI</strong> - Comitato Regionale <strong>Piemonte</strong><br />
Via G. Bruno 191 – 10134 TORINO<br />
Direttore Responsabile:<br />
Barbara Masi<br />
Coordinatore Editoriale:<br />
Gianni Romeo<br />
Collaboratori:<br />
Marco Ansaldo<br />
Marco Avena<br />
Livio Berruti<br />
Roberto Bertellino<br />
Patrizia Bertolo<br />
Franco Bocca<br />
Elis Calegari<br />
Roberto Condio<br />
Monica Ghio<br />
Massimo Gramellini<br />
Pier Luigi Griffa<br />
Domenico Latagliata<br />
Roberto Levi<br />
Domenico Marchese<br />
Fabio Marzaglia<br />
Matteo Musso<br />
Gian Paolo Ormezzano<br />
conseguenza di un conflitto intrapsichico tra i desideri<br />
dell’Io conscio e il potere inibitorio del SuperIo che ne ostacola<br />
la realizzazione tramite un meccanismo di inibizione<br />
che si attiva solo nella situazione di gara, in cui la posta in<br />
gioco è la vittoria e quindi la sconfitta dei rivali. In particolare,<br />
la vittoria pone l’atleta al centro dell’ammirazione e<br />
dell’entusiasmo del pubblico ma anche, inevitabilmente,<br />
suscita l’invidia degli avversari, invidia che alcuni soggetti<br />
possono vivere in modo persecutorio, a causa del riattivarsi,<br />
sul piano inconscio, di problematiche psicologiche irrisolte,<br />
in particolare di natura edipica.<br />
Costoro non <strong>ha</strong>nno risolto il senso di colpa infantile conseguente<br />
ai desideri distruttivi proiettati sul “rivale”, (il padre<br />
per i maschi e la madre per le femmine) generati dal desiderio<br />
di eliminarlo (sconfig-gerlo) allo scopo di prendere il<br />
suo posto accanto al genitore prediletto.<br />
Nell’atleta inconsciamente terrorizzato dalle conseguenze<br />
di una vittoria, eccessivamente caricata di spinte aggressive,<br />
si riattivano dunque le angosce di castrazione che, nello sviluppo<br />
edipico ne <strong>ha</strong>nno accompagnato le vicissitudini, sulla<br />
base della legge del taglione operante nell’inconscio.<br />
Su queste basi, la vittoria viene investita psicologicamente<br />
di un signi-ficato pericoloso per l’integrità del soggetto e<br />
l’unico modo per sot-trarsi alle ritorsioni edipiche da parte<br />
di un padre (o una madre) onnipotente che non tollera<br />
rivali e può fantasmaticamente annientare colui che si permette<br />
di sconfiggerlo, è, appunto, quello di perdere la<br />
gara, cedendo al rivale la medaglia tanto ambita. Qualsiasi<br />
sia il motivo dell’insorgenza di questa patologia, è necessario<br />
aiutare l’atleta ad affrontare con pazienza la sua problematica.<br />
Infatti, un atteggiamento colpevolizzante da<br />
parte della famiglia o da parte degli allenatori, potrebbe<br />
aggravare il problema stesso, preludendo all’abbandono<br />
dell’attività sportiva.<br />
Luca Rolandi<br />
Carlo Romeo<br />
Myriam Scamangas<br />
Giancarlo Spadoni<br />
Lorenzo Tanaceto<br />
Stefano Tarolli<br />
Alfredo Trentalange<br />
Stefano Tubia<br />
Giorgio Viberti<br />
Enrico Zambruno<br />
Progetto Grafico:<br />
EDI – BR s.r.l.<br />
C.so M. D’Azeglio, 78 - 10126 TORINO<br />
Stampa:<br />
Litograf srl<br />
Galleria San Federico, 54 - 10121 Torino<br />
Registrazione della testata presso<br />
il Tribunale di Torino N. 56 del 15.05.2007