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A Cantalupa l'arco ha fatto Centro - CONI, Piemonte

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A <strong>Cantalupa</strong><br />

l’arco<br />

<strong>ha</strong> <strong>fatto</strong><br />

<strong>Centro</strong><br />

Marco Galiazzo e l’arcieria<br />

azzurra al completo <strong>ha</strong>nno<br />

inaugurato il nuovo centro<br />

tecnico federale della Val Noce<br />

<strong>Cantalupa</strong>, sede residenziale della<br />

Scuola Regionale dello Sport del<br />

<strong>CONI</strong>, è diventata anche la seconda<br />

casa della Nazionale azzurra di tiro<br />

con l’arco. Nel Comune adagiato ai<br />

piedi dei contrafforti rocciosi dei<br />

Tre Denti, nella Val Noce, a fine<br />

maggio è avvenuta l’inaugurazione<br />

del nuovo PalaFitarco che costituirà<br />

la sede ufficiale deputata<br />

all’alta preparazione. All’evento<br />

<strong>ha</strong>nno preso parte anche gli atleti<br />

della Nazionale al gran completo,<br />

reduci dalla proficua trasferta francese<br />

agli Europei Targa di Vittel,<br />

insieme al presidente della Fitarco<br />

Mario Scarzella, al presidente del<br />

<strong>CONI</strong> piemontese Gianfranco<br />

Porqueddu e alle istituzioni locali,<br />

fra le quali l’ex sindaco di<br />

<strong>Cantalupa</strong> Giustino Bello, grande<br />

promotore e sostenitore della<br />

Scuola Regionale dello Sport.<br />

“Si tratta di un momento storico<br />

per tutto il movimento dell’arcieria:<br />

stagione dopo stagione la<br />

Nazionale azzurra continua a mietere<br />

grandi successi in ogni ambito<br />

internazionale, meritando per questo<br />

strutture all’altezza della sua<br />

qualità – <strong>ha</strong> affermato soddis<strong>fatto</strong><br />

il presidente Scarzella -; per questo<br />

motivo la Fitarco <strong>ha</strong> lavorato molto<br />

in questi anni: i nostri atleti <strong>ha</strong>nno<br />

la necessità di svolgere la loro preparazione<br />

all’interno di impianti<br />

moderni per portare a termine i<br />

programmi federali senza contrattempi,<br />

per poter rimanere competitivi<br />

il più a lungo possibile e, anche,<br />

per fra crescere il settore giovanile<br />

nelle condizioni adeguate.”<br />

E dunque finalmente <strong>Cantalupa</strong>,<br />

che oltre ad ospitare il tiro con l’arco<br />

vedrà l’ingresso di altri sodalizi:<br />

“In questo modo la Scuola<br />

Regionale dello Sport realizza uno<br />

degli obiettivi prefissati – aggiunge<br />

il presidente <strong>CONI</strong> Porqueddu -,<br />

quali costituire un polo di formazione<br />

informazione, svolgere attività<br />

di promozione sportiva e ricerca<br />

applicata sul territorio. Dopo<br />

anni di lavoro non possiamo che<br />

apprezzare il risultato finale per un<br />

impianto in cui molte discipline<br />

sportive potranno trovare casa per<br />

la loro attività”. La struttura è<br />

anche destinata a ospitare manifestazioni<br />

di alto livello, in quanto il<br />

complesso, circondato da palestre<br />

naturali di roccia e percorsi boschivi<br />

ginnici e adeguati alla mountain<br />

bike, comprende anche una pista di<br />

atletica leggera, un campo di calcio,<br />

un palazzetto con palestre e<br />

pareti per l’arrampicata, impianti<br />

scuola regionale<br />

dello sport 27<br />

Il PalaFitarco nel progetto originale<br />

Arco Olimpico femminile<br />

Elena Perosini<br />

Elena Tonetta<br />

Natalia Valeeva<br />

Arco Compound femminile<br />

Eugenia Salvi<br />

Arco Olimpico maschile<br />

Ilario Di Buò<br />

Marco Galiazzo<br />

Mauro Nespoli<br />

Amedeo Tonelli<br />

Arco Compound maschile<br />

Sergio Pagni<br />

Antonio Tosco<br />

Fabio Girardi<br />

ricreativi per il calcetto, il volley e il<br />

basket, oltre a un campus per atleti<br />

e operatori del settore. Il<br />

PalaFitarco è situato nella parte<br />

antistante il campo di calcio.<br />

“L’amministrazione di <strong>Cantalupa</strong> ci<br />

<strong>ha</strong> messo a disposizione un impianto<br />

moderno e funzionale secondo<br />

le nostre esigenze – continua Mario<br />

Scarzella -, sostenendo il progetto e<br />

portando a termine in tempi brevi<br />

un lavoro di grande portata. Grazie<br />

anche alle sinergie con le istituzioni<br />

Regionali, Provinciali e del <strong>CONI</strong>,<br />

oggi possiamo finalmente dire di<br />

avere anche una struttura a pochi<br />

chilometri da Torino in grado di<br />

coltivare l’attività di base e stimolare<br />

i giovani ad avvicinarsi alla<br />

nostra disciplina.”<br />

B.M.<br />

GLI AZZURRI ALL’INAUGURAZIONE<br />

DEL PALAFITARCO<br />

Natalia Valeeva<br />

con il presidente Scarzella<br />

Il podio degli Europei di torino 2008<br />

con Elena Tonetta, Marco Galiazzo, Sergio Pagni e Laura Longo


lo sportello<br />

28 dello sport<br />

Ing. Mario Picco<br />

IMPIANTI<br />

QIS, OSSIA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ<br />

Nell’attuale sistema economico il concetto di “qualità” è ormai con-solidato. Esiste qualcosa<br />

di simile nello sport?<br />

Carmelo G. - Domodossola<br />

Tra le finalità istituzionali del <strong>CONI</strong> un tema<br />

certamente centrale riguarda la massima diffusione<br />

della pratica sportiva non solo agonistica,<br />

ma anche e soprattutto amatoriale e scolastica.<br />

Per questo motivo il <strong>CONI</strong> profonde il<br />

massimo impegno nello sviluppo dell’impiantistica<br />

sportiva nazionale dove, per legge, è<br />

chiamato a definire norme e criteri costruttivi<br />

a cui tutti gli impianti si devono attenere nella<br />

tutela della salute dei praticanti.<br />

La pratica sportiva è in continua<br />

evoluzione e richiede un conseguente<br />

sviluppo degli spazi in<br />

chiave di adeguatezza e sicurezza<br />

ambientale e sanitaria. Le<br />

strutture devono essere luoghi<br />

dove esercitare realmente un’attività<br />

sana e utile alla salute,<br />

mentre il panorama impiantistico<br />

attuale è in alcuni casi obsoleto o<br />

addirittura inidoneo. Inoltre il<br />

moltiplicarsi delle attività fisiche, esercitabili<br />

in strutture sempre più numerose, richiede che<br />

il gestore degli impianti sia preparato dal<br />

punto di vista tecnico, consapevole del compito<br />

di ausilio alla salute degli utenti e che<br />

ponga attenzione alla correttezza dei rapporti<br />

con l’Utenza nell’erogazione dei servizi<br />

offerti.<br />

E’ necessario sempre più evitare che la pratica<br />

sportiva, invece di pro-durre benessere, sia<br />

inutile o peggio ancora causa di danni fisici<br />

e/o funzionali, riconducibili all’inadeguatezza<br />

delle strutture, alla mancata valutazione sanitaria,<br />

alla limitata prevenzione del rischio<br />

sportivo, alla carenza di controlli, alla insufficienza<br />

delle procedure di gestione delle emergenze<br />

ed alla diseducazione allo sport.<br />

Per soddisfare queste finalità il <strong>CONI</strong>, attraverso<br />

<strong>CONI</strong> Servizi e la FMSI (Federazione<br />

Medico Sportiva Italiana) <strong>ha</strong>nno costituito il<br />

QIS, Consorzio per la Certificazione di Qualità<br />

degli Impianti Sportivi, che vuole offrire una<br />

specifica certificazione di qualità, innovativa<br />

ed unica, ai luoghi ed alle organizzazioni per<br />

lo sport, comprendendo in un unico schema<br />

integrato i requisiti di qualità strutturali e<br />

sanitari ed i conseguenti requisiti organizzativi<br />

e di servizio.<br />

Il QIS desidera affiancare e premiare tutti<br />

coloro che vogliono investi-re in qualità e<br />

intraprendere così un percorso di progressivo<br />

miglioramento del patrimonio impiantistico<br />

pubblico e privato attraverso il recepimento,<br />

anche da parte del mondo sportivo, del concetto<br />

di qualità strutturale e sanitaria.<br />

Gli impianti certificati acquisiscono<br />

il diritto di esporre il marchio QIS<br />

che li individua e li distingue agli<br />

occhi degli utenti. Il marchio<br />

intende diventare un brand di<br />

garanzia per tutti gli Utenti ma<br />

anche per gli altri Soggetti interessati,<br />

quali gli Organi di governo<br />

del Territorio, le<br />

Rappresentanze dei consumatori e<br />

dei gestori orientate alla qualità<br />

nonchè le Istituzioni di credito ed assicurative.<br />

La certificazione di qualità deve essere percepita<br />

dagli utenti, dalle Società ed Associazioni<br />

sportive, dai gestori, dagli Enti Locali e da<br />

tutto il mondo dello sport, come un valore<br />

aggiunto, creando un circuito di strutture di<br />

alto livello capaci di trainare tutte le altre<br />

verso e-levati standard qualitativi e di servizio.<br />

L'azione del QIS mette in atto molti dei principi<br />

e delle politiche enunciate nel Libro Bianco<br />

dello Sport della Commissione delle Comunità<br />

Europee, rendendoli obiettivi concreti realmente<br />

perseguibili. A tal proposito le norme<br />

emesse, QIS HEPA 10000, contengono l'a-cronimo<br />

HEPA (Health-En<strong>ha</strong>ncing Phisical<br />

Activity) che indica l'in-terpretazione delle<br />

Comunità Europee dell'attività sportiva come<br />

prati-ca fisica orientata alla salute.<br />

Per maggiori ed ulteriori informazioni sul<br />

Consorzio e sull’iter proce-durale di certificazione<br />

si può consultare il sito www.qis.coni.it<br />

o in-viare una Email a segreteria@qis.coni.it e<br />

piemonte@coni.it


L’iscrizione al Registro <strong>CONI</strong><br />

FISCO<br />

Siamo una piccola associazione sportiva: dobbiamo iscriverci al Registro del <strong>CONI</strong>? Ci conviene<br />

o l’iscrizione, in definitiva, può com-portare un maggior rischio di essere assoggettati<br />

a controlli fiscali?<br />

Maria Pia V. – Chivasso<br />

In via preliminare ritengo utile ricordare che<br />

l’art. 7 del D.L. 28.05.2004 n. 136, convertito<br />

con L. 27.07.2004 n. 186, <strong>ha</strong> reintro-dotto il<br />

Registro delle società ed associazioni sportive,<br />

originaria-mente previsto dagli abrogati<br />

commi 20 e 21 dell’art. 90 della Legge<br />

27.12.2002 n. 289 (finanziaria 2003); il decreto<br />

riconosce nel <strong>CONI</strong> l’unico ente certificatore<br />

dell’effettiva attività sportiva, in<br />

conformità con il ruolo di organismo che<br />

disciplina e coordina l’attività sportiva nazionale<br />

già attribuitogli dal D.Lgs. 23.7.1999 n.<br />

242 e successive modificazioni. Si tratta dell’ultimo<br />

tassello posto dal legislatore nel<br />

corso di un processo normativo finalizzato<br />

all’individuazione di una specifica categoria<br />

di soggetti che si colloca nell’ambito della<br />

più am-pia fattispecie degli enti non commerciali:<br />

le associazioni e le società sportive<br />

dilettantistiche. La logica di tale evoluzione<br />

appare evidente: garantire che il soggetto<br />

beneficiario delle molteplici e consistenti agevolazioni<br />

fiscali previste per gli enti sportivi<br />

dilettantistici si possa effettivamente<br />

qualificare come tale. Non è certamente un<br />

caso che sia stato proprio il legislatore fiscale<br />

a definire le caratteristiche degli enti<br />

sportivi dilettantistici. Il Registro, in definitiva,<br />

non è altro che l’elenco delle associazioni<br />

e delle società che, presentando i requisiti<br />

statutari previsti dai commi 17 e 18 dell’art.<br />

90, possono fregiarsi del titolo di enti<br />

sportivi dilettantistici; tutti gli altri enti associativi<br />

di natura sportiva possono ricadere<br />

nell’ambito degli enti non commerciali ma<br />

certamente non sono enti dilettantistici, con<br />

la conseguenza che ad essi non sono applicabili<br />

le specifiche norme fiscali.<br />

Il citato art. 7 del D.L. 136/2004 stabilisce<br />

espressamente che le age-volazioni fiscali<br />

previste per il settore sportivo dilettantistico<br />

si appli-cano alle società ed associazioni in<br />

possesso del riconoscimento ai fini sportivi;<br />

prevede anche che il <strong>CONI</strong> trasmetta annualmente<br />

al Mini-stero dell’Economia e delle<br />

Finanze l’elenco delle società ed associa-<br />

Dott. Enrico Maria Vidali<br />

zioni riconosciute ai fini sportivi. Ritengo<br />

particolarmente importante sottolineare<br />

anche che il riconoscimento ai fini sportivi è<br />

condizione certamente necessaria per poter<br />

godere delle agevolazioni fiscali, ma non<br />

sufficiente: sono ammessi ai benefici fiscali<br />

solo i soggetti in possesso del riconoscimento<br />

ai fini sportivi, tuttavia bisogna comunque<br />

fare riferimento alle caratteristiche soggettive<br />

ed alle concrete modalità di funzionamento<br />

di ciascuna società ed associazione<br />

sportiva per verificare l’effettivo rispetto dei<br />

principi di democraticità e trasparen-za previsti<br />

dall’art. 90 della L. 289/2002 .<br />

Le agevolazioni fiscali a favore delle associazioni<br />

e società sportive dilettantistiche sono<br />

molteplici e ritengo opportuno in questa<br />

sede evi-denziare le più rilevanti:<br />

1. esenzione da imposizione fiscale, fino ad<br />

un massimo annuale di euro 7.500,00, dei<br />

premi e dei compensi, corrisposti a vario titolo,<br />

nell’esercizio diretto dell’attività sportiva,<br />

nonché delle collaborazioni coordinate e<br />

continuative di carattere amministrativo<br />

gestionale, di natura non professionale, rese<br />

in favore di società e associazioni sportive<br />

(art. 67, comma 1°, lettera m), del D.P.R.<br />

917/1986);<br />

2. detassazione dei corrispettivi specifici percepiti<br />

a fronte di attività svolte in diretta<br />

attuazione degli scopi istituzionali ed effettuate<br />

nei confronti degli iscritti, associati o<br />

partecipanti (art. 148 comma 3° del D.P.R.<br />

917/1986);<br />

La perdita di tali agevolazioni in conseguenza<br />

del mancato riconoscimento ai fini sportivi<br />

comporterebbe un incremento dell’onere<br />

fiscale oggi difficilmente sostenibile sotto il<br />

profilo economico e finanziario, con particolare<br />

riguardo proprio dalle associazioni di<br />

minore dimen-sione. In conclusione, ritengo<br />

che l’iscrizione al Registro delle asso-ciazioni<br />

e delle società sportive tenuto dal <strong>CONI</strong> sia<br />

assolutamente in-dispensabile per ogni ente<br />

sportivo.


lo sportello<br />

30 dello sport<br />

Avv. Stefano Comellini<br />

LEGGE<br />

SOCIETÀ E ATLETI,<br />

DIRITTI E TUTELE<br />

Un’atleta minorenne <strong>ha</strong> deciso di affidarsi ad un tecnico esterno e diserta gli allenamenti<br />

della sua società. Pertanto, questa non le consente di rappresentare la società alle competizioni<br />

agonistiche. La madre della ragazza lamenta i danni così arrecati alla carriera<br />

sportiva della figlia. Vorrei sapere chi <strong>ha</strong> ragione.<br />

Alessandra I. – Sommariva Bosco<br />

La vicenda qui proposta si inserisce nel quadro di gestione<br />

di atleti “difficili”che tutte le associazioni sportive si trovano<br />

prima o poi ad affrontare. Proprio per questo motivo,<br />

gli Statuti ed i Regolamenti federali tendono a fornire<br />

specifiche difese contro questi comportamenti, tutelando<br />

in primis proprio le associazioni.<br />

Questo non tanto per mera autodifesa istituzionale, ma<br />

per garantire, soprattutto, l’investimento tecnico, di<br />

tempo e spesso anche economico, che viene effettuato<br />

per favorire la crescita dei propri tesserati, ricevendone in<br />

cambio risultati sportivi e, in alcuni casi, anche scarsa riconoscenza.<br />

Per inquadrare meglio la situazione prospettata sono<br />

necessarie alcune considerazioni preliminari.<br />

La prima è di carattere meramente tecnico-giuridico: è<br />

innegabile che i comportamenti dolosi in danno di un<br />

qualunque soggetto siano sanzionati dall’ordinamento,<br />

tanto in ambito civile, attraverso lo strumento del risarcimento<br />

danni, quanto in quello penale, attraverso la pubblica<br />

punizione di un comportamento ritenuto illecito.<br />

Ciò detto, è importante osservare, però, che in entrambi<br />

gli ambiti opera la scriminante dell’esercizio del proprio<br />

diritto.<br />

Il codice penale che detta su questo punto una disciplina<br />

applicabile anche alla responsabilità civile, menziona,<br />

infatti, tra le cause di giustificazione proprio quella dell’esercizio<br />

del diritto (art. 51 cod. pen.). Poiché “diritto” è un<br />

termine ampiamente indeterminato, questa costituisce<br />

una vera e propria clausola generale che consente la<br />

determinazione giudiziale di cause di giustificazione non<br />

espressamente indicate dalla legge.<br />

La decisione della società sportiva di punire un atleta per<br />

comportamenti che considera inadeguati rientra pienamente<br />

nell’ambito delle potestà esercitabili e, se adottata<br />

La risposta e’ on line<br />

con le adeguate precauzioni e le corrette procedure, non<br />

può quindi dare adito ad alcuna forma di responsabilità.<br />

In secondo luogo, va rilevato che le azioni civili e penali<br />

senza preventiva autorizzazione degli organi federali<br />

sono precluse dall’ordinamento sportivo.<br />

Ne consegue che il tesserato che non si assoggetti al vincolo<br />

di giustizia patirà le conseguenze – spesso molto<br />

gravi – del suo gesto in ambito di giustizia sportiva, ma ciò<br />

non gli impedirà il proseguimento di azioni ordinarie.<br />

Nel caso prospettato, peraltro, si ripresenta un problema<br />

molto complesso legato al carattere “personale” che riveste<br />

l’azione di responsabilità anche in ambito sportivo.<br />

La madre dell’atleta, pare di comprendere, non è tesserata<br />

e la sua azione giudiziale non comporterebbe pertanto<br />

una diretta soggezione alla punizione prevista dall’ordinamento<br />

sportivo che, come noto, vincola solo gli appartenenti<br />

alla Federazione sportiva.<br />

Tuttavia, secondo i principi dell’ordinamento sportivo, la<br />

responsabilità è configurabile anche per concorso, e in tal<br />

caso l’atleta, soggetto favorito dalla condotta vietata,<br />

andrebbe esente da sanzione solo dimostrando di aver<br />

<strong>fatto</strong> quanto nelle sue possibilità per eliderne gli effetti.<br />

Si consideri ancora che il soggetto minorenne secondo la<br />

legge italiana è sottoposto alla potestà genitoriale. Nel<br />

caso poi che tale soggetto abbia meno di quattordici anni,<br />

egli non avrebbe alcuno strumento per opporsi alle azioni<br />

esercitate in sua tutela dal genitore.<br />

Oltre i quattordici anni il ritiro della querela proposta nel<br />

suo interesse è invece ammissibile, ferma restando la<br />

necessità di ratifica da parte del genitore.<br />

In tale ipotesi, peraltro, si può concludere che anche una<br />

rinuncia non perfezionata all’azione giudiziale ordinaria<br />

potrebbe, comunque, essere sufficiente ad escludere la<br />

responsabilità diretta del minorenne.<br />

Hai delle domande da porre ai nostri consulenti?<br />

Scrivi a “SPORT REGIONE PIEMONTE”<br />

c/o <strong>CONI</strong> C.R. <strong>Piemonte</strong> - Via Giordano Bruno 191, 10134 TORINO<br />

oppure vai su www.conipiemonte.net<br />

nella sezione SPORTELLO DELLO SPORT,<br />

il servizio di consulenza dedicato a tutti gli operatori del mondo sportivo:<br />

la risposta è on line


Infezioni delle vie aeree,<br />

come prevenirle<br />

MEDICINA<br />

Quali accorgimenti possono essere utili a un atleta agonista che manifesta con una certa<br />

frequenza infezioni di naso e gola a volte anche nella stagione estiva, con interferenze<br />

fastidiose sulle prestazioni?<br />

Marco G. - Ivrea<br />

L'allenamento intenso e le competizioni frequenti<br />

possono determinare negli atleti riduzione delle difese<br />

immunitarie con maggior rischio di infezioni in<br />

generale ma in particolare a livello delle vie aeree<br />

superiori. Alcuni degli effetti dell'infezione stessa o<br />

dei farmaci assunti per attenuare i sintomi o favorire<br />

la guarigione possono creare degli scompensi a livello<br />

dell'assorbimento di sostanze nutritive. Deficit nutritivi<br />

possono favorire le frequenza o l'entità di un'infezione.<br />

Quindi un aspetto da tenere presente nella prevenzione<br />

delle infezioni è proprio l'alimentazione. E'<br />

importante evitare carenze in particolare di alcuni<br />

nutrimenti. Ad esempio è stato verificato come un<br />

inadeguato apporto di proteine riduce la risposta<br />

immunitaria per effetti negativi in particolare sul<br />

sistema di difesa connesso con i linfociti T (un tipo di<br />

globuli bianchi). Alcune vitamine<br />

sono essenziali per le normali<br />

difese dell'organismo da virus e<br />

batteri. E' stato infatti verificato<br />

che la carenza di vitamine A, E,<br />

acido folico, B6, B12 e C riducono<br />

le risposte immunitarie, che<br />

ritornano normali quando il<br />

deficit vitaminico viene compensato.<br />

Vi sono poi alcuni minerali<br />

che modulano le funzioni immunitarie<br />

come zinco, ferro,<br />

magnesio, manganese, selenio e<br />

rame. Le carenze di ferro si<br />

accompagnano ad accentuazione<br />

delle infezioni. L'esercizio fisico<br />

che <strong>ha</strong> effetti evidenti su<br />

zinco e ferro, determinando<br />

aumento delle perdite con le<br />

urine ed il sudore, richiede agli<br />

atleti di assumere con l'alimentazione<br />

una maggiore quantità di<br />

questi elementi. Attraverso il<br />

dosaggio sul sangue di ferritina è possibile sapere<br />

qual'è la situazione del singolo soggetto. Bisogna poi<br />

fare attenzione ai grassi sia qualitativamente che<br />

quantitativamente. Infatti una quantità eccessiva di<br />

alcuni grassi polinsaturi (la serie omega-3) potenzia gli<br />

effetti inibitori dell'esercizio sulla produzione di<br />

dott. Gian Pasquale Ganzit<br />

sostanze importanti per la difesa immunitaria (interleuchina<br />

2). Ma anche una dieta con un elevata quantità<br />

di grassi rispetto ad una ricca di carboidrati, abbinata<br />

all'allenamento, influenza negativamente queste<br />

difese, interferendo con le cellule NK.<br />

Tenuto conto di questi elementi per prevenire le infezioni<br />

è bene quindi aumentare moderatamente l'apporto<br />

di alcune vitamine e nel caso di alimentazione<br />

scarsa di frutta e verdura assumere opportune integrazione.<br />

Bisogna evitare però dosi eccessive, oltre il<br />

50% di quelle raccomandate, perché si innescano<br />

effetti indesiderati. Dose elevate di vitamine A ed E<br />

<strong>ha</strong>nno un effetto negativo sulle difese immunitarie<br />

rallentando alcune reazioni come quella della fagocitosi<br />

(cattura di virus o batteri da parte di alcune cellule<br />

del nostro organismo predisposte a questo scopo).<br />

Dosi elevate di vitamina C pur<br />

aumentando le difese contro le<br />

infezione delle vie aeree superiori<br />

<strong>ha</strong>nno però effetti secondari<br />

negativi quali la possibilità<br />

di formare calcoli urinari o<br />

determinare ispessimento delle<br />

arterie.<br />

Per le attività sportive prolungate<br />

è bene che almeno l'ultimo<br />

pasto sia ricco di carboidrati<br />

e nelle attività che durano più<br />

di 2 ore è anche utile assumere<br />

piccolo quantità di maltodestrine<br />

durante la prestazione. Ai<br />

fini di prevenire infezioni è<br />

anche efficace bere durante la<br />

pratica spartiva per mantenere<br />

un buon flusso di saliva. La saliva<br />

contiene diverse sostanze<br />

proteiche ad attività antimicrobica<br />

come immunoglobuline A<br />

e lisozima. La sua produzione<br />

durante l'esercizio prolungato diminuisce ed è stato<br />

evidenziato che questa riduzione non si verifica<br />

bevendo regolarmente acqua con un po' di carboidrati.<br />

Potrebbero in taluni casi anche essere utili degli<br />

integratori come aminoacidi ramificati e glutamina da<br />

assumere subito dopo l'attività sportiva.


lo sportello<br />

32 dello sport<br />

Dr.ssa Sabina Sereno<br />

PSICOLOGIA<br />

NIKEFOBIA, ovvero paura di vincere<br />

Ho sentito parlare di nikefobia. Potreste spiegarmi di cosa si tratta? Mio figlio da qualche<br />

tempo sembra avere paura di affrontare la gara, nonostante il suo livello di preparazione<br />

sia più che adeguato.<br />

Giovanna C. – Novi Ligure<br />

Nella pratica sportiva la vittoria è il<br />

punto di arrivo che ripaga l’atleta dei<br />

sacrifici e dell’impegno profuso nel<br />

corso degli allenamenti. E’ il momento<br />

culminante che aiuta a rinforzare la<br />

fiducia in se stessi, nel proprio team e<br />

nella squadra. In questa ottica ogni<br />

Prof.ssa Liliana Bal Filoramo<br />

sconfitta significherà per il ragazzo,<br />

essere un atleta e una persona di scarso valore.<br />

Ci sono atleti che, pur dimostrando in allenamento una<br />

notevole capacità e dimestichezza di gioco, nel corso della<br />

competizione non rie-scono a raggiungere mai i successi<br />

attesi. Altri, improvvisamente, si rifiutano di gareggiare pur<br />

avendo ottenuto fino a quel momento otti-mi risultati; altri<br />

ancora commettono in gara costantemente errori ba-nali<br />

che pregiudicano loro il successo finale. Questi comportamenti<br />

<strong>ha</strong>nno, solitamente, una causa psicologica a cui si<br />

attribuisce il nome di nikefobia, una patologia psicologica<br />

che può colpire un atleta nel corso della sua carriera sporiva.<br />

Il termine nikefobia è stato coniato da Antonelli, uno<br />

dei padri della Psicologia dello sport italiana, nel 1963 e<br />

significa paura della vittoria.<br />

Si parla di nikefobia per identificare gli atleti che, pur fornendo<br />

in allenamento ottime prestazioni non riescono, in<br />

gara, a conseguire gli stessi risultati a causa di errori mai<br />

commessi nel corso della preparazione precedente, di<br />

infortuni spesso inspiegabili, di crisi di ansia e talora di panico<br />

e così via. Dato che, ovviamente, l’obiettivo cosciente<br />

dell’atleta che pratica un’attività agonistica è quello di vincere<br />

la gara, la nikefobia appare contraddittoria e inspiegabile,<br />

se non la si considera in una prospettiva psicodinamica<br />

che consenta di analizzare le componenti inconsce<br />

soggiacenti.<br />

La paura della vittoria può essere così considerata come la<br />

Redazione, Editore e<br />

Amministrazione:<br />

<strong>CONI</strong> - Comitato Regionale <strong>Piemonte</strong><br />

Via G. Bruno 191 – 10134 TORINO<br />

Direttore Responsabile:<br />

Barbara Masi<br />

Coordinatore Editoriale:<br />

Gianni Romeo<br />

Collaboratori:<br />

Marco Ansaldo<br />

Marco Avena<br />

Livio Berruti<br />

Roberto Bertellino<br />

Patrizia Bertolo<br />

Franco Bocca<br />

Elis Calegari<br />

Roberto Condio<br />

Monica Ghio<br />

Massimo Gramellini<br />

Pier Luigi Griffa<br />

Domenico Latagliata<br />

Roberto Levi<br />

Domenico Marchese<br />

Fabio Marzaglia<br />

Matteo Musso<br />

Gian Paolo Ormezzano<br />

conseguenza di un conflitto intrapsichico tra i desideri<br />

dell’Io conscio e il potere inibitorio del SuperIo che ne ostacola<br />

la realizzazione tramite un meccanismo di inibizione<br />

che si attiva solo nella situazione di gara, in cui la posta in<br />

gioco è la vittoria e quindi la sconfitta dei rivali. In particolare,<br />

la vittoria pone l’atleta al centro dell’ammirazione e<br />

dell’entusiasmo del pubblico ma anche, inevitabilmente,<br />

suscita l’invidia degli avversari, invidia che alcuni soggetti<br />

possono vivere in modo persecutorio, a causa del riattivarsi,<br />

sul piano inconscio, di problematiche psicologiche irrisolte,<br />

in particolare di natura edipica.<br />

Costoro non <strong>ha</strong>nno risolto il senso di colpa infantile conseguente<br />

ai desideri distruttivi proiettati sul “rivale”, (il padre<br />

per i maschi e la madre per le femmine) generati dal desiderio<br />

di eliminarlo (sconfig-gerlo) allo scopo di prendere il<br />

suo posto accanto al genitore prediletto.<br />

Nell’atleta inconsciamente terrorizzato dalle conseguenze<br />

di una vittoria, eccessivamente caricata di spinte aggressive,<br />

si riattivano dunque le angosce di castrazione che, nello sviluppo<br />

edipico ne <strong>ha</strong>nno accompagnato le vicissitudini, sulla<br />

base della legge del taglione operante nell’inconscio.<br />

Su queste basi, la vittoria viene investita psicologicamente<br />

di un signi-ficato pericoloso per l’integrità del soggetto e<br />

l’unico modo per sot-trarsi alle ritorsioni edipiche da parte<br />

di un padre (o una madre) onnipotente che non tollera<br />

rivali e può fantasmaticamente annientare colui che si permette<br />

di sconfiggerlo, è, appunto, quello di perdere la<br />

gara, cedendo al rivale la medaglia tanto ambita. Qualsiasi<br />

sia il motivo dell’insorgenza di questa patologia, è necessario<br />

aiutare l’atleta ad affrontare con pazienza la sua problematica.<br />

Infatti, un atteggiamento colpevolizzante da<br />

parte della famiglia o da parte degli allenatori, potrebbe<br />

aggravare il problema stesso, preludendo all’abbandono<br />

dell’attività sportiva.<br />

Luca Rolandi<br />

Carlo Romeo<br />

Myriam Scamangas<br />

Giancarlo Spadoni<br />

Lorenzo Tanaceto<br />

Stefano Tarolli<br />

Alfredo Trentalange<br />

Stefano Tubia<br />

Giorgio Viberti<br />

Enrico Zambruno<br />

Progetto Grafico:<br />

EDI – BR s.r.l.<br />

C.so M. D’Azeglio, 78 - 10126 TORINO<br />

Stampa:<br />

Litograf srl<br />

Galleria San Federico, 54 - 10121 Torino<br />

Registrazione della testata presso<br />

il Tribunale di Torino N. 56 del 15.05.2007

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