Mater-Bi ® signifi ca biop<strong>la</strong>stiche. Da vent’anni Novamont coltiva il futuro sviluppando tecnologie per <strong>la</strong> produzione di p<strong>la</strong>stiche biodegradabili partendo da materie prime naturali come amidi, cellulose e oli vegetali. Un’ulteriore evoluzione del modello di sviluppo di Novamont è <strong>la</strong> “bioraffi neria integrata nel territorio”: una fi liera che prevede l’utilizzo di materie prime rinnovabili prodotte localmente, per prodotti che nascono dal<strong>la</strong> terra e che al<strong>la</strong> terra ritornano. X Festival Nazionale dei Primi Piatti Foligno 25-28 Settembre 2008 Un segno concreto per lo sviluppo sostenibile “I Primi d’Italia”, il decimo Festival Nazionale dei Primi Piatti che si svolgerà a Foligno dal 25 al 28 Settembre 2008, ha scelto Mater-Bi ® per posate, bicchieri e piatti a dimostrazione che il buon mangiare va d’accordo con l’ambiente. www.iprimiditalia.it Lo sviluppo sostenibile è una necessità per tutti. Per Novamont è già una realtà. Novamont S.p.A. - Via G. Fauser 8, 28100 Novara - Tel. 0321 699611- info@novamont.com - www.novamont.com EcoComunicazione.it progetti di comunicazione ecologica | editoriale | Nel buio del<strong>la</strong> crisi subito nuove regole di Andrea Di Stefano UNA CRISI SENZA FINE. Annunciata più volte, <strong>la</strong> conclusione dell’incubo che da più di un anno ossessiona il mondo sembra molto lontana. I mercati finanziari non vedono una fine al pessimo risveglio dal sonno del<strong>la</strong> ragione, iniziato con l’avvio del<strong>la</strong> globalizzazione finanziaria, osannata come <strong>la</strong> panacea di tutti i mali del Pianeta, compresa <strong>la</strong> povertà e <strong>la</strong> diseguaglianza sociale. L’analisi più oggettiva di quello che è accaduto l’ha fatta un circolo di banchieri che, sino all’agosto dello scorso anno, erano gli oracoli dell’Olimpo dei ricchi e, oggi, annaspano cercando di trovare qualcuno disposto a mettere sul piatto danaro per non farli fallire. Un gruppo di <strong>la</strong>voro delle principali banche d’affari (Goldman Sachs, Lehman Brothers, Morgan Stanley, Citigroup, JP Morgan Chase, Bank of America, Blue Montain Capital Management, B<strong>la</strong>ckrock, Bnp Paribas), presieduto da Gerald Corrigan, direttore generale di Goldman Sachs, ha inviato un voluminoso rapporto al Segretario al Tesoro Usa, Paulson, dal titolo emblematico: “Containing Systemic Risk: The Road to Reform” (Contenere il rischio sistemico: <strong>la</strong> strada per <strong>la</strong> riforma), disponibile in versione integrale sul sito dell’Osservatorio sul<strong>la</strong> Finanza (www.osservatoriofinanza.it), promosso da <strong>Valori</strong> insieme a Mani Tese e al<strong>la</strong> Fondazione Culturale Responsabilità Etica. “Il sistema finanziario, per una serie di complesse ragioni - scrivono i banchieri - è diventato estremamente complesso e ha prodotto un’allocazione delle risorse che non sempre è in linea con gli indispensabili criteri del<strong>la</strong> stabilità finanziaria”. I piromani, dopo aver irrorato di napalm e incendiato tutto quello che si poteva distruggere, fanno un po’ di ammenda e propongono per l’ennesima volta di autorego<strong>la</strong>mentarsi. Tanto i colossali buchi li coprono le Banche centrali e i Governi, utilizzando le risorse collettive come è accaduto con Bear Stearns, Northern Rock, Indymac e, a breve, accadrà anche con Fannie Mae e Freddie Mac. Intanto i bi<strong>la</strong>nci degli Stati americani, a causa del<strong>la</strong> crisi innescata dallo sgonfiamento del<strong>la</strong> bol<strong>la</strong> immobiliare, tagliano le risorse e migliaia di bambini rischiano di rimanere senza <strong>la</strong> copertura sanitaria, perché nessuno, o quasi, ha il coraggio di utilizzare l’unica <strong>leva</strong> redistributiva in grado di riequilibrare il sistema: quel<strong>la</strong> fiscale. Per arginare <strong>la</strong> dinamica specu<strong>la</strong>tiva sui mercati di derivati e opzioni, per colpire i prodotti energivori realizzati con manodopera super sfruttata e senza diritti, per orientare le scelte d’acquisto dei cittadini è indispensabile riformare in modo radicale le tasse spostandole dal <strong>la</strong>voro al consumo. È una soluzione fattibile e concreta, attuabile in tempi abbastanza rapidi, che richiede un’azione coordinata di tutti i soggetti sociali che si pongono come obiettivo quello dell’equità, non solo all’interno dei singoli Paesi, ma anche nelle re<strong>la</strong>zioni internazionali. Per esempio, per arginare <strong>la</strong> bol<strong>la</strong> specu<strong>la</strong>tiva sulle materie prime, un importante contributo potrebbe venire dall’introduzione di una misura fiscale che colpisca i contratti in derivati e opzioni, agendo sui margini di deposito, indispensabili per operare, oppure sui volumi del sottostante, cioè del bene fisico che teoricamente si compra e si vende finanziariamente. Ipotesi di questa natura sono all’ordine del giorno nel dibattito al Congresso degli Stati Uniti e sono state avanzate in sede europea dal<strong>la</strong> Germania. Analogamente è possibile e<strong>leva</strong>re in modo considerevole l’Iva sui prodotti che bruciano ingenti quantità di risorse nelle fasi di trasformazione e di consumo (ipotesi allo studio in Francia) o il prelievo fiscale sul packaging non ricic<strong>la</strong>bile (già esistente in California). . | ANNO 8 N.62 | SETTEMBRE 2008 | valori | 3 |