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pag. 4 l ’ O l m o n.98-Ottobre 2010<br />
Per celebrare i 150 anni dalla “Spe<strong>di</strong>zione dei Mille” e, a seguire, i 150 anni dalla proclamazione dell’Unità d’Italia, lo storico Ciro R. Cosenza, nostro abituale collaboratore, pubblicherà<br />
una serie <strong>di</strong> articoli riguardanti l’Alto Tirreno Cosentino nel periodo suddetto e imme<strong>di</strong>atamente successivo.<br />
Sono gra<strong>di</strong>ti collaborazioni,suggerimenti e contributi.<br />
Il 21 <strong>di</strong> ottobre si celebrano i 150 anni dell’annessione<br />
del Regno delle Due Sicilie al<br />
resto dell’Italia, cioè 150 anni da un plebiscito<br />
su cui è meglio stendere un velo pietoso,<br />
se è vero, come è verro che in quasi in tutti i<br />
paesi il numero dei “SI” è stato esattamente<br />
pari al numero degli aventi <strong>di</strong>ritto al voto e, in<br />
alcuni, ad<strong>di</strong>rittura, lo superavano.<br />
Comunque Giuseppe Garibal<strong>di</strong> portò a termine<br />
vittoriosamente quella che passò alla<br />
storia come la “Spe<strong>di</strong>zione dei Mille” ; l’ Eroe<br />
dei Due Mon<strong>di</strong> – è meglio ricordarlo – consegnò<br />
però a Vittorio Emanuele II uno Stato<br />
da “terzo” mondo, checché ne <strong>di</strong>cano i<br />
nostalgici borboniani, i quali, se sono convinti<br />
del contrario, vadano a consultare gli<br />
stessi archivi borbonici, anziché spacciare<br />
per verità storiche luoghi comuni e frasi fatte.<br />
Che poi il malgoverno savoiardo lo abbia<br />
fatto <strong>di</strong>ventare uno Stato da “quarto” o “quinto”<br />
mondo è tutta un’altra storia, un’altra tristissima<br />
storia!<br />
Comunque per indurre alla riflessione e,<br />
ancor <strong>di</strong> più, svelenire stupide polemiche<br />
secessioniste, il prof. Mario Pagano, un ex<br />
insegnante, dal nome importante, che ricorda<br />
un’altra bella pagina (1799) della storia<br />
I BORBONI NEL CINEMA RASSEGNA A TELE-DIAMANTE<br />
<strong>di</strong> Ciro R. Cosenza<br />
dei Borboni a Napoli, appassionato <strong>di</strong> cinema,<br />
nel mese <strong>di</strong> ottobre, ci proporrà sugli<br />
schermi <strong>di</strong> “Tele-<strong>Diamante</strong>”, con scansione<br />
settimanale, un ciclo de<strong>di</strong>cato al Regno del<br />
Sud, che va dal filone comico-satirico napoletano<br />
a quello celebrativo.<br />
Il primo film in programma è “Un garibal<strong>di</strong>no<br />
al convento”, del 1942, uno dei primi<br />
lavori <strong>di</strong>retti da Vittorio De Sica e che può<br />
essere tranquillamente catalogato nella<br />
serie dei “telefoni bianchi”, uno dei filoni<br />
meno impegnati della cinematografia fascista.<br />
Con un cast niente male (Leonardo<br />
Cortese, Carla Del Poggio, Maria Mercader<br />
e lo stesso Vittorio De Sica) è un filmetto leggero,<br />
ma abbastanza gradevole. Narra <strong>di</strong> un<br />
giovane garibal<strong>di</strong>no ferito, il quale, braccato,<br />
si rifugia in un convento <strong>di</strong> suore, dove viene<br />
nascosto e curato da due collegiali, in un’epoca<br />
in cui la propaganda borbonica li<br />
descriveva come dei “senza <strong>di</strong>o” e degli “stupratori<br />
<strong>di</strong> suore”. Nient’altro che un filmetto<br />
d’amore, prodotto in un anno, il quarantadue,<br />
mentre in Europa, si stava facendo sul<br />
serio e le <strong>di</strong>rettive <strong>di</strong> Regime volevano che il<br />
cinema <strong>di</strong>straesse la gente.<br />
Il secondo film, del 1952 è “Il brigante <strong>di</strong><br />
Tacca del Lupo”, un film serio questo,<br />
ambientato nel 1863, durante la guerra detta<br />
del brigantaggio, una guerra terribile che,<br />
come afferma lo storico inglese, Denis Mack<br />
Smith, ha mietuto più vittime che tutte e tre<br />
le guerre d’in<strong>di</strong>pendenza messe insieme. Il<br />
film fu <strong>di</strong>retto da Pietro Germi, uno dei maestri<br />
del neo-realismo italiano, che, in precedenza,<br />
aveva firmato altri due capolavori,<br />
appartenenti a questo filone, “In nome della<br />
legge” (1948) e “Il cammino della speranza”<br />
(1949). La narrazione segue la corrente<br />
Il Polo Oncologico <strong>di</strong> Paola un eccellenza da <strong>di</strong>fendere<br />
<strong>di</strong> Marianna Presta ex Presidente ASL Paola<br />
Finalmente una voce amica ed autorevole<br />
sulla tutela del Polo Oncologico <strong>di</strong> Paola.<br />
L’intervento è del Consigliere Regionale<br />
Giuseppe Caputo, maggiormente opportuno<br />
perché viene nel momento del riassetto del<br />
piano sanitario e delle riorganizzazione della<br />
rete ospedaliera della nostra Regione.<br />
E ci rende ottimisti l’assicurazione del governatore<br />
Scoppelliti in merito al “futuro certo”<br />
dell’Ospedale San Francesco <strong>di</strong> Paola.<br />
Abbiamo alle spalle un passato <strong>di</strong> tante promesse,<br />
ma <strong>di</strong> tanta in<strong>di</strong>fferenza al mondo del<br />
tumore. In questi anni tante sono state le<br />
richieste perché il Centro Oncologico <strong>di</strong> Paola<br />
<strong>di</strong>ventasse un Polo d’eccellenza organizzato<br />
ed efficiente per la prevenzione e la cura del<br />
tumore.<br />
E nel tempo dal 2001, il piccolo ambulatorio è<br />
cresciuto, grazie alla caparbietà del Dottor<br />
Filippelli a cui va la stima e l’apprezzamento<br />
<strong>di</strong> tanti oncologi italiani ed all’impegno forte<br />
del Dottor Logatto che già nel 2001, con la<br />
delibera n° 1208, chiedeva alla Regione<br />
Calabria l’autorizzazione ad istituire nel Polo<br />
Oncologico <strong>di</strong> Paola una unità operativa complessa<br />
<strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca con adeguati servizi<br />
per l’ospedalizzazione domiciliare, l’assistenza<br />
ai pazienti terminali, l’hospice, il registro<br />
tumori, l’educazione sanitaria, la ricerca,<br />
la <strong>di</strong>agnosi e la cura delle patologie tumorali.<br />
Il lavoro iniziato con tanta fatica ha dato ottimi<br />
risultati, ed il Centro Oncologico <strong>di</strong> Paola è<br />
considerato “Ospedale del mese” sulla rivista<br />
nazionale Onconews, esempio della<br />
sanità che funziona al sud e che punta il suo<br />
successo su due parole: “umanizzazione e<br />
cura”. Ma poco è stato realizzato <strong>di</strong> quanto<br />
richiesto nel passato. Attualmente il Centro ha<br />
raggiunto un buon livello, ma ha ancora bisogna<br />
<strong>di</strong> crescere ed è necessario l’impegno <strong>di</strong><br />
tutti perché possa offrire maggiori e migliori<br />
servizi. Ha bisogno <strong>di</strong> interventi che vanno da<br />
un organico adeguato, al potenziamento della<br />
<strong>di</strong>agnostica strumentale, al servizio <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia,<br />
ai <strong>di</strong>versi screening per la prevenzione<br />
e la cura del tumore, all’utilizzo dei posti letto<br />
per gli ammalati gravi o in <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> trasporto,<br />
per accertamenti e verifiche per i <strong>di</strong>versi<br />
interventi.<br />
Oggi il Polo Oncologico <strong>di</strong> Paola è ancora un<br />
uccello in gabbia che aspetta qualcuno che gli<br />
apra la porta per spiccare il volo verso il cielo<br />
della vita; e quella porta la può aprire solo il<br />
governatore Scopelliti, pre<strong>di</strong>sponendo la riorganizzazione<br />
del centro con i servizi adeguati<br />
a tutelare, nel futuro, il <strong>di</strong>ritto degli ammalati<br />
<strong>di</strong> Tumore a curarsi in centri attrezzati della<br />
propria terra ed eliminando così la migrazione<br />
sanitaria ed i viaggi<br />
della speranza verso i centri oncologici del<br />
nord.<br />
Il <strong>di</strong>ritto alla salute <strong>di</strong> ogni citta<strong>di</strong>no è sancito<br />
dalla nostra Costituzione, non osservarlo è un<br />
“scippo inconcepibile ed impassibile” specialmente<br />
nel 2010, epoca in cui in Europa sono<br />
saltati vecchi sistemi <strong>di</strong> interventi programmatici<br />
ed operativi per dare spazio a nuovi sistemi<br />
<strong>di</strong> prevenzione e cura per la <strong>di</strong>fesa del <strong>di</strong>ritto<br />
alla salute.<br />
interpretativa del nostro Risorgimento, ancora<br />
al tempo imperante. I protagonisti sono<br />
interpretati da Amedeo Nazzari, Cosetta<br />
Greco, Saro Urzì e Fausto Tozzi.<br />
I successivi tre film appartengono tutti al filone<br />
comico-satirico napoletano. Il primo dei<br />
tre, in or<strong>di</strong>ne cronologico, è “Fer<strong>di</strong>nando I<br />
Re <strong>di</strong> Napoli” del 1959, per la regia <strong>di</strong> Gianni<br />
Franciolini. Questo non è un film storico vero<br />
e proprio, piuttosto una farsa, peraltro garbata.<br />
Di storico c’è solo il personaggio <strong>di</strong><br />
Fer<strong>di</strong>nando I <strong>di</strong> Borbone, il “re lazzarone,<br />
rozzo, frivolo e puttaniere, interpretato magistralmente<br />
da Peppino De Filippo. Attorno un<br />
cast <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne e non tutti napoletani:<br />
Eduardo e Titina De Filippo, Vittorio De Sica,<br />
Aldo Fabrizi, Renato Rascel, Nino Taranto,<br />
Marcello Mastroianni, Rossana Schiaffino,<br />
Pietro De Vico, Giacomo Furia.<br />
Gli altri due sono più recenti: “O’ RE” del<br />
1989, regia <strong>di</strong> Luigi Magni, e “Fer<strong>di</strong>nando e<br />
Carolina”, 1999, <strong>di</strong> Lina Wertmuller. Il primo<br />
è ambientato nella Roma papale <strong>di</strong> Pio IX,<br />
dove è in esilio Francesco II (Marcello<br />
Giannini), un Franceschiello triste e rassegnato,<br />
peraltro tormentato dalla moglie, la<br />
bella regina Sofia (Ornella Muti), che vuole<br />
tornare sul trono <strong>di</strong> Napoli, anche se a portarcela<br />
dovran<br />
no essere bande <strong>di</strong> briganti e <strong>di</strong> tagliagole.<br />
Personaggio storico nel film è anche il<br />
Borjes, un generale spagnolo, che viene<br />
ingaggiato perché gui<strong>di</strong> la guerriglia contro<br />
l’esercito regolare, ma che ci rimetterà la<br />
pelle. L’altro è ancora su Fer<strong>di</strong>nando I; è il<br />
racconto abbastanza fedele della sua vita,<br />
fino alla fine, allorché, vicino alla morte, tenta<br />
<strong>di</strong> dribblare il passato e le sue colpe.<br />
Incalzato dal suo confessore, che gli ricorda<br />
i martiri del ’99, egli si giustifica: “Ma chell’<br />
erano giacubbini e po’ ppe quattu capuzzelle!”<br />
La rassegna si chiuderà con il capolavoro <strong>di</strong><br />
Luchino Visconti del 1969, “Il Gattopardo”,<br />
fedele trasposizione cinematografica del<br />
romanzo omonimo <strong>di</strong> Giuseppe Tomasi <strong>di</strong><br />
Lampedusa, pubblicato postumo. In ogni<br />
caso capolavoro il film e capolavoro l’opera<br />
letteraria, che aveva vinto, <strong>di</strong>eci anni prima,<br />
il Premio Strega.<br />
La vicenda narrata (Marlon Brando e<br />
Clau<strong>di</strong>a Car<strong>di</strong>nale fra i protagonisti) si colloca<br />
proprio al tempo della Spe<strong>di</strong>zione garibal<strong>di</strong>na,<br />
alla quale si fanno continui riferimenti<br />
con assoluta aderenza storica. L’autore del<br />
romanzo constata, non senza amarezza, il<br />
<strong>di</strong>sfacimento della nobiltà siciliana, senza<br />
che dal nuovo però verrà qualcosa <strong>di</strong> nuovo<br />
e <strong>di</strong> buono. Celeberrima la frase che oggi fa<br />
lezione <strong>di</strong> storia a sé nei nostri licei: “Tutto<br />
doveva cambiare, perché tutto rimanesse<br />
tale e quale!”<br />
Con questa rassegna, Mario Pagano, con<br />
una mia modesta consulenza storica, vuol<br />
regalare un’ora<br />
<strong>di</strong> evasione e<br />
svelenire inutili<br />
polemiche, tra<br />
gratuite accuse<br />
nor<strong>di</strong>ste, vuote<br />
e s a l t a z i o n i<br />
patriottarde e<br />
falsi rigurgiti<br />
b o r b o n i a n i .<br />
Buon <strong>di</strong>vertimento!<br />
Istituito il servizio <strong>di</strong> segretariato sociale<br />
Si informa la citta<strong>di</strong>nanza che dal 15 settembre 2010 è stato attivato sull'intero<br />
Distretto Socio Sanitario N. 1 Praia -Scalea il servizio <strong>di</strong> SEGRE-<br />
TARIATO SOCIALE<br />
II servizio <strong>di</strong> Segretariato Sociale ha come obiettivi prioritarì:<br />
> l'informazione sui servizi dell'ambito e sui <strong>di</strong>ritti dei citta<strong>di</strong>ni<br />
> l'orientamento ai servizi<br />
> il filtro della domanda<br />
> la tutela delle persone<br />
> la presa in carico dell'utente<br />
Le attività svolte sono: l'avvicinamento ai servizi, l'accoglienza del citta<strong>di</strong>no,<br />
l'ascolto, interventi sociali, socio-sanitari e sanitari, l'in<strong>di</strong>viduazione<br />
delle domande inespresse , la raccolta dati sui problemi, sulla domanda<br />
e sulle risposte erogate, la costruzione <strong>di</strong> una banca dati utenti, l'attivazione<br />
<strong>di</strong> scambi e confronto con enti e organizzazioni, la sensibilizzazione<br />
sul territorio e il tutoraggio alle famiglie in <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> DIAMANTE ha strutturato uno sportello unitario d'accesso<br />
ubicato presso il <strong>Comune</strong> in Via Pietro Mancini.<br />
Lo sportello è aperto al pubblico il Lunedì dalle 9,00 alle 11,30<br />
il Giovedì dalle 9,00 alle 12,00 dalle 16,00 alle 19,00<br />
E' possibile contattare l'ufficio del Segretariato Sociale del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Diamante</strong> al numero 0985 - 81398 int. 233. Fax 0985-81021