DONNE, MOTORI E FORNELLI (s)cronache di un ... - Gennaro Aprea
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i famosi grill “eye level” all’inglese ed anche gli speciali bollitori a gas per il riso. Lo conservo<br />
religiosamente e ogni tanto attingo a queste ricette, specialmente quelle orientali per <strong>di</strong>vertirmi <strong>un</strong> po’<br />
con gli amici, anche se ormai, se questi amici in visita restano a cena non prevista, spesso è facile<br />
mangiare (male) cinese, ma com<strong>un</strong>que è molto conveniente e rapido comprare i piatti già pronti presso i<br />
moltissimi ristoranti che preparano anche i cibi da asporto. A Hong Kong <strong>un</strong>a sera andai a cena in <strong>un</strong><br />
famoso ristorante sull’acqua in <strong>un</strong>a rada <strong>di</strong> <strong>un</strong>’isoletta vicina che si raggi<strong>un</strong>geva con <strong>un</strong> aliscafo. Ho<br />
gustato piatti cinesi in tutto il mondo ma credo che ness<strong>un</strong>o abbia raggi<strong>un</strong>to la perfezione <strong>di</strong> quel locale,<br />
così come gustai questi piatti a Singapore e a Rangoon nel Myammar qualche anno dopo.<br />
L’ultima – se così si può <strong>di</strong>re – avventura fu nel viaggio <strong>di</strong> ritorno. L’aereo, il solito scomodo Boeing<br />
707, partì nel tardo pomeriggio da Hong Kong e fece tappa come <strong>un</strong> treno locale, a Bangkok, Calcutta,<br />
New Delhi, Bahrein. Ultima tappa prima <strong>di</strong> Milano, il Cairo dove arrivammo verso le 4 del mattino del 7<br />
giugno. Ad ogni scalo ci facevano scendere ed attendere in sala transiti; così fu anche in Egitto.<br />
Ripartimmo dopo <strong>un</strong>’oretta e ci salvammo per <strong>un</strong> pelo: infatti alle 6.30 l’aviazione militare israeliana<br />
bombardò l’aeroporto del Cairo <strong>di</strong>struggendo l‘intera flotta aerea militare egiziana e molti aerei civili,<br />
dando così inizio alla famosa “guerra dei 6 giorni”. All’aeroporto <strong>di</strong> Malpensa mi attendeva Ulli con la<br />
Fulvia e ci avviammo verso casa a Fabriano. Ci fermammo per mangiare e per fare <strong>un</strong> po’ d’amore in<br />
<strong>un</strong>a camera sopra il ristorante. Avevo la coscienza sporca delle mie due scappatelle e mi rimase il<br />
rimorso per molto tempo.<br />
Ciò che mi <strong>di</strong>spiace adesso è ricordare questo viaggio in tanti paesi (che allora erano ancora in notevole<br />
ritardo nello sviluppo economico ed avevano <strong>un</strong> red<strong>di</strong>to pro-capite notevolmente più basso rispetto a<br />
quelli europei) dove vi<strong>di</strong> ed apprezzai delle cose bellissime e conobbi gli usi ed i costumi dei loro<br />
abitanti, cose che ora non ci sono quasi più. Sono passati molti anni dal 1967 ed abbiamo visto che<br />
questi paesi hanno migliorato, anche <strong>di</strong> molto, la loro situazione economica. Tutto ciò però a costo <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>o sviluppo che ha <strong>di</strong>strutto città e ambienti naturali, inquinato l’ambiente, guastato la mentalità e la<br />
gentilezza dei popoli dei paesi orientali. E’ mai possibile che la civiltà, la modernizzazione e lo sviluppo<br />
alla maniera occidentale, soprattutto americana, debba ingoiare e <strong>di</strong>struggere anche le cose più belle e<br />
le meravigliose tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> quei paesi? Peccato, peccato, peccato!<br />
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