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DONNE, MOTORI E FORNELLI (s)cronache di un ... - Gennaro Aprea

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Ma durante tutto il viaggio io continuavo a seguire con attenzione tutti i movimenti della guida <strong>di</strong> mio<br />

zio e <strong>di</strong> “Lello”, il futuro genero e grande uomo, che si alternavano al volante, così cominciai<br />

veramente a capire come si guidava.<br />

Mio zio cambiò varie automobili in quel periodo e ne comprò anche <strong>di</strong> nuove, quasi tutte Fiat, fra cui la<br />

1100E, (c’era anche l’ottima Lancia Augusta <strong>di</strong> Lello) ma si tenne per l<strong>un</strong>go tempo anche la Balilla<br />

trimarce Spider che era bellissima. C’era posto per due persone sole ma, volendo si poteva stare stretti<br />

in tre. Vi erano ancora due posti <strong>di</strong> fort<strong>un</strong>a per due bambini o <strong>un</strong> adulto magro su <strong>un</strong>o strap<strong>un</strong>tino che si<br />

ricavava aprendo <strong>un</strong>o sportello sul cofano posteriore, detto “il posto della suocera” per la sua<br />

scomo<strong>di</strong>tà. Ho trovato anche la foto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a Balilla Spider che mio padre e suo fratello usarono in Africa<br />

nel 36.<br />

Non avevo ancora 18 anni, quin<strong>di</strong> non potevo prendere la patente, ma i miei cugini maggiori già<br />

l’avevano e guidavano tutte le auto del padre con molta <strong>di</strong>sinvoltura. In qualche occasione mi<br />

lasciarono alla guida con mia grande sod<strong>di</strong>sfazione, così che cominciai veramente ad imparare bene. Fu<br />

allora che mi accorsi che guidare per me era <strong>un</strong> piacere fisico, qualcosa che non so spiegare bene, ma<br />

che mi ha accompagnato per tutta la vita fino ad ora. Ancora adesso, nonostante utilizziamo le<br />

autostrade per spostarci rapidamente, dove vi sono per lo più occasioni <strong>di</strong> annoiarsi guidando se si è soli<br />

(forse per questo si è <strong>di</strong>ffusa molto l’autora<strong>di</strong>o e relativi accessori) e nonostante le arrabbiature che noi<br />

vecchi guidatori ci pren<strong>di</strong>amo con i pazzi e gli incapaci al volante, per me la guida è ancora <strong>un</strong> piacere<br />

che è <strong>di</strong>venuta <strong>un</strong> atto così istintivo da farmi passare rapidamente arrabbiature e spiacevoli stati<br />

d’animo, e che mi <strong>di</strong>stende a tal p<strong>un</strong>to da farmi riuscire a pensare a progetti <strong>di</strong> lavoro con nuove idee<br />

che spesso hanno avuto successo. E la cosa strana è che ancora oggi posso guidare per moltissimi<br />

chilometri senza stancarmi mai.<br />

Una delle maestre <strong>di</strong> guida è stata ancora <strong>un</strong>a cugina napoletana poco maggiore <strong>di</strong> età, Elvira, <strong>di</strong> cui per<br />

<strong>un</strong> periodo fui il suo cavaliere-accompagnatore ai balletti, senza aver avuto ness<strong>un</strong>a cotta giovanile per<br />

lei. Ne ho <strong>un</strong> ottimo ricordo perché le piaceva ballare con me che me la cavavo piuttosto bene. Fra<br />

l’altro stu<strong>di</strong>ava il pianoforte e passavo delle ore con lei ad ascoltarla mentre stu<strong>di</strong>ava suonando<br />

Beethoven, Bach, Mozart, Chopin ed altri classici. Il pezzo che preferivo ascoltare era il secondo e<br />

terzo tempo del Chiaro <strong>di</strong> L<strong>un</strong>a <strong>di</strong> Beethoven, <strong>di</strong>fficilissimo, che saprei cantare ancora quasi tutto a<br />

memoria…Imparai in quel periodo ad amare sempre <strong>di</strong> più la musica classica, dopo che mia madre<br />

<strong>di</strong>plomata in violino, ce l’aveva fatta entrare nel sangue deliziandoci con le sue suonatine, anche per<br />

farci addormentare con le ninna nanna <strong>di</strong> vari autori quando eravamo piccolissimi.<br />

Uno dei concerti più belli che ascoltai con la cugina Elvira al Conservatorio napoletano <strong>di</strong> San Pietro a<br />

Majella fu la Sinfonia Classica <strong>di</strong> Prokof’ev <strong>di</strong>retta da <strong>un</strong> giovane e ancora poco conosciuto Direttore<br />

d’orchestra che poi <strong>di</strong>venne famosissimo: Sergiu Celibidache.<br />

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