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DONNE, MOTORI E FORNELLI (s)cronache di un ... - Gennaro Aprea

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LA BICICLETTA<br />

Bianchi Super1924<br />

Questo è stato il primo mezzo <strong>di</strong> locomozione usato anche per far presa sulle ragazzine. Non ci<br />

potevamo permettere <strong>di</strong> comprarne <strong>un</strong>a, ma mio padre aveva conservato in cantina <strong>un</strong>a vecchia Bianchi<br />

da passeggio con tanto <strong>di</strong> carter copri-catena che credo sia stato <strong>un</strong> modello abbastanza raro. Era<br />

pesantissima, 22 Kg, ed aveva le ruote <strong>di</strong> 26 pollici (come le mo<strong>un</strong>tain bike <strong>di</strong> adesso) con dei grossi<br />

pneumatici che mio padre chiamava “ballon”: infatti la loro misura era 26 x 1,1/2 x 2. Nonostante la<br />

qualità delle cromature avesse resistito al tempo e all’umi<strong>di</strong>tà, la gomma dei copertoni e delle camere<br />

d’aria era completamente marcia e quella misura non era più in commercio. Perciò mi rassegnai a<br />

rimontare delle gomme nuove più normali e dei parafanghi sportivi <strong>di</strong> alluminio originali Bianchi più<br />

proporzionati alla misura del pneumatico.<br />

Ne venne fuori <strong>un</strong>a bicicletta strana e contrad<strong>di</strong>ttoria a causa delle sue caratteristiche mezzo sportive e<br />

mezzo da vecchio ciclo da passeggio, sempre pesantissimo, ma robusto. Ricordo <strong>di</strong> aver sfidato a gare<br />

<strong>di</strong> velocità in salita, <strong>di</strong> solito su quella <strong>di</strong> via Trionfale a Monte Mario, vari amici che possedevano<br />

biciclette molto più leggere della mia e con il cambio, vincendo sempre, qualche volta anche<br />

scommettendo in denaro (non più <strong>di</strong> 5-10 lire che a quel tempo erano <strong>un</strong>a somma più che <strong>di</strong>screta.<br />

I primi successi con le ragazze ed i flirt più simpatici furono imbastiti proprio grazie a questa bicicletta<br />

(che non so più dove andò a finire) con la quale mi spostavo rapidamente con Piero, l’amico del cuore<br />

o con Fulvio Meyer che avevano ambedue la propria, per incontrare le ragazze dei Parioli o del<br />

Flaminio o ad<strong>di</strong>rittura della zona <strong>di</strong> Piazza Bologna/Corso Trieste, facendo molti chilometri. E poi<br />

scampagnate fuori porta sulla via Flaminia o la Cassia.<br />

Ma questo mezzo <strong>di</strong> locomozione mi permetteva anche <strong>di</strong> invitare le amichette a salire in canna ed<br />

accompagnarle a spasso verso Villa Borghese o al Foro Italico che era <strong>di</strong>venuto <strong>un</strong> luogo <strong>di</strong> ritrovo per<br />

giocare a tennis o ping pong, o semplicemente per gustare dei meravigliosi frullati <strong>di</strong> frutta o <strong>di</strong> crema al<br />

Bar del Foro.<br />

Avevamo formato <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> ragazzi, Piero il bello, Fulvio, Marcello, Gastone, Franco Cappellini,<br />

Sandro Di Segni, più tar<strong>di</strong> Enzo Leccis, Ernesto Galli ed altri <strong>di</strong> cui non ricordo più il nome, ma solo i<br />

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