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Il taccuino di B.C.<br />
34<br />
branca erre<br />
che non siamo ancora pronti per<br />
un’Estate Rover di cammino, buttiamoci<br />
sul servizio”. Questa la frase che ci ha<br />
“Visto<br />
condotti in Albania… per fortuna! Con il<br />
gentile aiuto della compagnia “Stella del Cammino”<br />
di Benevento abbiamo ottenuto il contatto delle<br />
“Vergini di Matara” e... che dire? Esperienza fantastica<br />
sarebbe troppo riduttivo, provare per credere!<br />
Catapultati in un Paese rimasto indietro di almeno<br />
50 anni, abbiamo toccato con mano il vero Servizio,<br />
quello che ti completa, che ti riempie e in un modo<br />
o nell’altro ti cambia. Arrivati lì pensavamo: “Ma<br />
chi ce l’ha fatta fare? Troppo impegnativo, troppo<br />
difficile, troppo tutto”. Eppure pian piano le opinioni<br />
sono cambiate a tal punto da non voler più<br />
tornare a casa. Ad ognuno di noi era affidato un<br />
“bambino” (così da loro definito ma in realtà la fascia<br />
d’età andava dai 4 ai 37 anni) da accudire. Il nostro<br />
compito era star con lui tutta la giornata: aiutarlo a<br />
lavarsi, vestirsi, fargli il bucato, mangiare insieme …<br />
insomma vivere in simbiosi. Non vi nascondo che<br />
all’inizio è stata dura, anche un po’ traumatizzante<br />
ma alla fine ti veniva così naturale che più che un<br />
peso era quasi un piacere. Dietro ognuno di loro<br />
c’è una storia disarmante, che ti gela il sangue nelle<br />
vene. Com’è possibile vivere 365 giorni l’anno<br />
chiusi in casa, nascosti, privati della propria libertà?<br />
Ebbene sì. La maggior parte dei diversamente abili<br />
albanesi vive questa condizione, una vergogna per<br />
la famiglia, da nascondere per evitare maldicenze e<br />
giudizi. “Meglio che la gente non sappia altrimenti<br />
sua sorella non troverà marito”.<br />
Albania<br />
L’esser single è inammissibile; per questo intere famiglie<br />
sono afflitte da malattie poiché, pur di ovviare a<br />
tale “disgrazia”, si organizzano matrimoni combinati<br />
tra disabili e ovviamente il risultato è... Dritan, un<br />
ragazzo di 27 anni, che viene da una famiglia di 5<br />
figli, 3 dei quali colpiti dalla stessa malattia degenerativa,<br />
una forma di distrofia, che all’età di 12-13<br />
anni li ha costretti su una sedia a rotelle. Una sorella<br />
è morta, la madre è caduta in depressione ed è stata<br />
colpita da Alzheimer. Lui vive in montagna con suo<br />
padre, malato terminale di cancro... insomma una<br />
condizione tutt’altro che felice. Per non parlare di<br />
Tola, la più piccola della casa. Ha 4 anni e le era<br />
stata diagnosticata una malattia che le impediva di<br />
camminare e di parlare, entrambi i genitori sono<br />
malati, ma il padre le ha abbandonate per nuove<br />
nozze. Per lo Stato albanese una donna malata non<br />
può ottenere l’affidamento dei figli, così Tola è andata<br />
in custodia al padre ma poiché troppo difficile<br />
da gestire, l’ha “ceduta“ ad una zia. Questa zia l’ha<br />
portata dalle suore di Rreshen (il villaggio in cui ci<br />
trovavamo) poiché ha già 6 figli. Ciò nonostante<br />
la bambina ha