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ROBA DA ROVER!

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42<br />

branca erre<br />

Sono più di due anni che migliaia<br />

di studenti come me e di professori<br />

scendono in piazza per manifestare<br />

contro un provvedimento che,<br />

guardando il numero dei partecipanti<br />

alle diverse forme di protesta,<br />

sembra scontentare un po’<br />

tutti: il decreto Gelmini. Nonostante<br />

questo la riforma è entrata in<br />

vigore prima nelle scuole elementari,<br />

successivamente nelle scuole<br />

superiori e dopo il voto al senato<br />

anche nelle università. Chi più di<br />

noi, studenti e professori, dovrebbe<br />

avere la possibilità di dire la sua<br />

riguardo ad un provvedimento che<br />

tocca la scuola italiana? Eppure<br />

nessuno sembra volerci ascoltare.<br />

Sempre da ormai due anni, quasi<br />

tutte le scuole si stanno impegnando<br />

in altre diverse forme di<br />

protesta come cogestioni, autogestioni,<br />

lezioni in piazza, occupazioni<br />

e molte altre ancora, per non<br />

arrendersi di fronte all’indifferenza<br />

che questo governo dimostra nei<br />

nostri confronti.<br />

La mia scuola, il liceo scientifico<br />

Piero Bottoni, ha deciso di prendere<br />

la via dell’occupazione, per ben<br />

due volte in un solo mese, per diverse<br />

ragioni, prima tra cui quella<br />

che si stava creando a Milano una<br />

vastissima rete di scuole occupate,<br />

il che significava lanciare un<br />

messaggio ancora più forte. Solo<br />

a milano sono stati infatti occupati<br />

numerosissimi istituti superiori<br />

oltre al mio ( Vittorio Veneto, Parini,<br />

Volta, Brera, Marconi, Cremona,<br />

Tito Livio, Severi, Tenca, Virgilio,<br />

Leonardo da Vinci, Caravaggio,<br />

Manzoni, solo per citarne alcuni) e<br />

anche diverse facoltà universitarie.<br />

Un altro dei motivi fondamentali<br />

per cui è stata presa questa decisione<br />

è che un’occupazione rispetto<br />

alle altre forme di protesta<br />

ci sembrava quella che avrebbe<br />

potuto avere più impatto mediatico,<br />

ipotesi confermata dalle<br />

numerose richieste di recensioni<br />

come questa che ci sono state richieste<br />

riguardo al nostro provvedimento,<br />

dall’interesse di alcune<br />

radio e giornali, casualmente però<br />

nessuna televisione ha divulgato<br />

la notizia.<br />

Durante entrambi le nostre occupazioni,<br />

come pure in quelle delle<br />

altre scuole, si sono tenute moltissime<br />

assemblee su svariati temi di<br />

cui non si ha mai l’opportunità di<br />

parlare nell’ambiente scolastico,<br />

questo a dimostrazione del fatto<br />

che occupare una scuola non significa,<br />

come molti pensano, solamente<br />

prendere la scuola per<br />

saltare qualche giorno di lezione<br />

e fare festa la notte ma significa<br />

manifestare attivamente per una<br />

cosa un cui crediamo, significa<br />

non voler rassegnarsi di fronte a<br />

ciò che non ci sta bene e significa<br />

soprattutto voler lottare per poter<br />

continuare a studiare in futuro.<br />

Marica Nicolai,<br />

Compagnia Thor, Milano 5<br />

In questo reportage fatto<br />

dai rover le posizioni sulle<br />

occupazioni giunte in redazione<br />

sono nettamente a favore delle<br />

contestazioni alla riforma. Dei<br />

contrari è arrivato solo un parere,<br />

che abbiamo pubblicato. E voi<br />

cosa ne pensate? Vi invitiamo a<br />

raccontarci la vostra esperienza e<br />

a proporci il vostro punto di vista<br />

per poter continuare il confronto<br />

sul prossimo numero.<br />

Scrivete a:<br />

ernesto.liconti@cngei.it

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