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branca erre<br />
Sono più di due anni che migliaia<br />
di studenti come me e di professori<br />
scendono in piazza per manifestare<br />
contro un provvedimento che,<br />
guardando il numero dei partecipanti<br />
alle diverse forme di protesta,<br />
sembra scontentare un po’<br />
tutti: il decreto Gelmini. Nonostante<br />
questo la riforma è entrata in<br />
vigore prima nelle scuole elementari,<br />
successivamente nelle scuole<br />
superiori e dopo il voto al senato<br />
anche nelle università. Chi più di<br />
noi, studenti e professori, dovrebbe<br />
avere la possibilità di dire la sua<br />
riguardo ad un provvedimento che<br />
tocca la scuola italiana? Eppure<br />
nessuno sembra volerci ascoltare.<br />
Sempre da ormai due anni, quasi<br />
tutte le scuole si stanno impegnando<br />
in altre diverse forme di<br />
protesta come cogestioni, autogestioni,<br />
lezioni in piazza, occupazioni<br />
e molte altre ancora, per non<br />
arrendersi di fronte all’indifferenza<br />
che questo governo dimostra nei<br />
nostri confronti.<br />
La mia scuola, il liceo scientifico<br />
Piero Bottoni, ha deciso di prendere<br />
la via dell’occupazione, per ben<br />
due volte in un solo mese, per diverse<br />
ragioni, prima tra cui quella<br />
che si stava creando a Milano una<br />
vastissima rete di scuole occupate,<br />
il che significava lanciare un<br />
messaggio ancora più forte. Solo<br />
a milano sono stati infatti occupati<br />
numerosissimi istituti superiori<br />
oltre al mio ( Vittorio Veneto, Parini,<br />
Volta, Brera, Marconi, Cremona,<br />
Tito Livio, Severi, Tenca, Virgilio,<br />
Leonardo da Vinci, Caravaggio,<br />
Manzoni, solo per citarne alcuni) e<br />
anche diverse facoltà universitarie.<br />
Un altro dei motivi fondamentali<br />
per cui è stata presa questa decisione<br />
è che un’occupazione rispetto<br />
alle altre forme di protesta<br />
ci sembrava quella che avrebbe<br />
potuto avere più impatto mediatico,<br />
ipotesi confermata dalle<br />
numerose richieste di recensioni<br />
come questa che ci sono state richieste<br />
riguardo al nostro provvedimento,<br />
dall’interesse di alcune<br />
radio e giornali, casualmente però<br />
nessuna televisione ha divulgato<br />
la notizia.<br />
Durante entrambi le nostre occupazioni,<br />
come pure in quelle delle<br />
altre scuole, si sono tenute moltissime<br />
assemblee su svariati temi di<br />
cui non si ha mai l’opportunità di<br />
parlare nell’ambiente scolastico,<br />
questo a dimostrazione del fatto<br />
che occupare una scuola non significa,<br />
come molti pensano, solamente<br />
prendere la scuola per<br />
saltare qualche giorno di lezione<br />
e fare festa la notte ma significa<br />
manifestare attivamente per una<br />
cosa un cui crediamo, significa<br />
non voler rassegnarsi di fronte a<br />
ciò che non ci sta bene e significa<br />
soprattutto voler lottare per poter<br />
continuare a studiare in futuro.<br />
Marica Nicolai,<br />
Compagnia Thor, Milano 5<br />
In questo reportage fatto<br />
dai rover le posizioni sulle<br />
occupazioni giunte in redazione<br />
sono nettamente a favore delle<br />
contestazioni alla riforma. Dei<br />
contrari è arrivato solo un parere,<br />
che abbiamo pubblicato. E voi<br />
cosa ne pensate? Vi invitiamo a<br />
raccontarci la vostra esperienza e<br />
a proporci il vostro punto di vista<br />
per poter continuare il confronto<br />
sul prossimo numero.<br />
Scrivete a:<br />
ernesto.liconti@cngei.it