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Leggi Scoop in formato PDF - Cooperativa Sociale Cadiai

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Verso una medic<strong>in</strong>a<br />

‘leggera’<br />

Primi passi nella ricerca<br />

di soluzioni meno costose<br />

e meno <strong>in</strong>vasive per garantire<br />

il diritto alla salute a chi<br />

non può esercitarlo <strong>in</strong> modo<br />

autonomo.<br />

di Marie Christ<strong>in</strong>e Melon, Psicologa<br />

Francesca Lancellotti, Geriatra<br />

Marco Domenicali, Geriatra<br />

Nel caso di persone con malattie croniche<br />

o polipatologie occuparsi seriamente<br />

della propria salute ricorrendo ai<br />

servizi sanitari territoriali e ospedalieri<br />

può diventare un vero e proprio lavoro<br />

e se l’autonomia motoria o la capacità<br />

espressiva sono per qualche ragione limitate<br />

l’impegno aumenta ancora, perché<br />

co<strong>in</strong>volge necessariamente un accompagnatore.<br />

Ma è nelle situazioni di <strong>in</strong>vecchiamento<br />

patologico, soprattutto se associate a<br />

gravi limitazioni della funzionalità motoria<br />

e/o cognitiva, che il sistema mostra<br />

tutti i suoi limiti. Proprio quando i<br />

bisogni sanitari si moltiplicano e le risorse<br />

personali si riducono drasticamente<br />

la sanità produce risposte lente,<br />

<strong>in</strong>adeguate, irragionevolmente costose<br />

sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i economici, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

di riduzione della qualità di vita dei malati<br />

e di chi se ne prende cura.<br />

Raramente i poli sanitari e gli ospedali<br />

dispongono di personale <strong>formato</strong> per<br />

accogliere e <strong>in</strong>terpretare le necessità di<br />

persone con gravi disabilità psichiche<br />

congenite o acquisite, che sono scarsamente<br />

<strong>in</strong> grado di tollerare le lunghe<br />

attese imposte ai‘normali’, che spesso risentono<br />

molto del cambiamento ambientale,<br />

che sono poco o per nulla collaboranti<br />

e che richiedono assistenza<br />

cont<strong>in</strong>ua da parte di un caregiver<br />

esperto. L’<strong>in</strong>sieme di queste difficoltà fa<br />

sì che le persone anziane gravemente<br />

18<br />

servizi<br />

numero 37<br />

settembre 2012<br />

disabili o i gravi disabili ormai vecchi<br />

spesso non possano usufruire di un<br />

programma di monitoraggio sanitario<br />

adeguato alle loro crescenti necessità.<br />

Negli ultimi tempi, però, il mercato degli<br />

apparecchi diagnostici ed elettromedicali<br />

registra un consistente aumento dell’offerta<br />

di apparecchiature portatili che<br />

consentirebbero di effettuare rapidi accertamenti<br />

e diagnosi domiciliari per pazienti<br />

con difficoltà nell'espressione e<br />

nel movimento, contribuendo a migliorarne<br />

la qualità di vita.<br />

Il progetto “Unità Diagnostica Mobile<br />

per pazienti geriatrici gravi” è<br />

nato con l’obiettivo più generale di<br />

migliorare l'accessibilità alle prestazioni<br />

diagnostiche e la qualità delle cure prestate<br />

agli anziani disabili o affetti da<br />

demenza e con quello più specifico di<br />

sperimentare la sostenibilità economica<br />

dell’impiego di queste nuove tecnologie<br />

nelle residenze per anziani e<br />

di verificarne la ricaduta sulle attività di<br />

cura quotidiane e sulla qualità di vita<br />

degli anziani. Più <strong>in</strong> dettaglio, ci si proponeva<br />

di:<br />

a. sviluppare programmi di sorveglianza<br />

specifici, eseguendo <strong>in</strong> residenza<br />

ecografie, analisi ur<strong>in</strong>e ed ECG<br />

e misurando la composizione corporea,<br />

il peso e la densità ossea;<br />

b.controllare l’efficacia delle terapie<br />

farmacologiche prescritte, riducendo<br />

lo spreco di farmaci <strong>in</strong>efficaci;<br />

c. migliorare il rapporto con l’ospedale,<br />

fornendo maggiori <strong>in</strong>formazio-<br />

ni sulle condizioni cl<strong>in</strong>iche dei malati<br />

e contribuendo alla riduzione dei<br />

tempi di degenza;<br />

d.<strong>in</strong>formare precocemente il personale<br />

addetto all’assistenza e i familiari<br />

sull' efficacia delle strategie<br />

terapeutiche e assistenziali adottate;<br />

e. formare tutto il personale socio sanitario<br />

delle residenze a riconoscere<br />

precocemente il dolore e il peggioramento<br />

funzionale negli anziani dementi<br />

o disabili;<br />

f. divulgare i risultati ottenuti e i metodi<br />

utilizzati.<br />

La sperimentazione – condotta da<br />

Marco Domenicali e da Francesca Lancellotti,<br />

medici geriatri da tempo attivi<br />

nelle residenze per anziani di CADIAI –<br />

ha <strong>in</strong>teressato tutti gli anziani e tutti gli<br />

operatori del settore.<br />

La durata prevista del progetto era<br />

di tre anni e mezzo. Per coprire i costi<br />

della formazione e il noleggio delle diverse<br />

attrezzature avevamo richiesto<br />

alla Fondazione Carisbo un f<strong>in</strong>anziamento<br />

di 50.000 euro, che dopo lunga<br />

e articolata valutazione si è ridotto a<br />

4000 e qualcosa. Questo ci ha obbligati<br />

a rimodulare i tempi e gli obiettivi<br />

del progetto: abbiamo mantenuto<br />

l’impegno sulla formazione a tappeto,<br />

perché l’<strong>in</strong>novazione, soprattutto<br />

<strong>in</strong> ambito socio sanitario, non può presc<strong>in</strong>dere<br />

dal co<strong>in</strong>volgimento attivo di<br />

tutto il personale; abbiamo scelto di<br />

concentrare l’attenzione su un solo<br />

problema sanitario – la sarcopenia –

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