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relazione - Associazione Italiana GIST

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Dott. Alessandro Gronchi Chirurgo Unità Operativa Melanomi e Sarcomi,<br />

Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano<br />

Sintesi della <strong>relazione</strong> al 2° Incontro Nazionale A.I.G.<br />

“I <strong>GIST</strong>: parlandone con i pazienti.”<br />

Milano, 21 febbraio 2009<br />

La chirurgia "a bersaglio molecolare"<br />

Il dott. A. Gronchi ha sottolineato che dal 2000 ad oggi si è avuta una rivoluzione delle conoscenze<br />

mediche riguardo ai <strong>GIST</strong>, in seguito anche alla descrizione della mutazione di c-KIT come evento<br />

fondamentale di questa patologia; ha evidenziato come la comprensione di questo specifico<br />

meccanismo biologico ha spalancato le porte su un più ampio scenario di fenomeni da indagare e da<br />

comprendere. Ha accennato per esempio al fenomeno dei micro-Gist nello stomaco: i <strong>GIST</strong> sono<br />

tumori rari, ma i micro-gist sono presenti in un’alta percentuale (circa 25%) della popolazione e non<br />

diventeranno mai dei <strong>GIST</strong> clinicamente evidenti. Tale situazione non è semplice da capire e da<br />

spiegare e sicuramente necessita di ulteriore studio per comprendere le modificazioni nelle cellule<br />

malate.<br />

Il Dott. Gronchi ha sottolineato alcuni punti:<br />

- la chirurgia è il trattamento standard nella fase locale. Può essere associata alla terapia<br />

medica pre-operatoria (detta terapia neoadiuvante) allo scopo di ridurre la massa tumorale<br />

e facilitare l’intervento, nel caso in cui sia richiesta una chirurgia complessa con grosso<br />

sacrificio di organi. Questo migliora l’intervento rendendolo più conservativo con<br />

vantaggio per il paziente.<br />

- Rimane aperto il problema della terapia adiuvante con Glivec, cioè somministrata a scopo<br />

precauzionale, dopo intervento chiurgico completo, per ridurre il rischio di ricadute; c’è un<br />

vantaggio, sicuramente, in termini di un maggior intervallo nel tempo della comparsa di<br />

recidiva, ma è ancora da provare che la terapia adiuvante si traduca in un vantaggio di<br />

sopravvivenza.<br />

- Nella malattia metastatica non è stato dimostrato che la chirurgia sia in grado di migliorare<br />

significativamente la probabilità di sopravvivenza; al contrario, la terapia medica ha<br />

modificato la prognosi e ha permesso di tenere sotto controllo la malattia metastatica;<br />

quindi, la terapia consigliata per la malattia metastatica, sia essa diffusa o localizzata, è la<br />

terapia medica.<br />

Ci sono, però, delle eccezioni; infatti, si può considerare la chirurgia come trattamento di<br />

‘salvataggio’ quando la malattia comincia a non rispondere alla terapia medica e a<br />

progredire, rimandando l’inizio di altre terapie per un intervallo di sei mesi/un anno,<br />

durante il quale si possono adottare strategie diverse: cambiare la dose o prendere in<br />

considerazione farmaci di seconda e terza linea. In sostanza, “si guadagna tempo” e il tempo<br />

è importante, dal momento che numerosi nuovi farmaci nei <strong>GIST</strong> sono in sperimentazione e<br />

potrebbero dare risultati positivi in breve tempo. E’ necessario fare una valutazione caso per<br />

caso, in un contesto multidisciplinare, sul tipo di intervento che si può fare in pazienti con


progressione focale perché è cosa ben diversa se trattasi di un intervento chirurgico semplice<br />

oppure di un intervento complesso con elevati rischi annessi.<br />

- Problema diverso è quello di intervenire con la chirurgia quando la malattia è sotto<br />

controllo, al fine di migliorare la durata di questo controllo, ma su questo aspetto non c’è<br />

ancora evidenza certa e per questo motivo si sta conducendo uno studio randomizzato.<br />

Il dott. Gronchi ha poi parlato delle diverse forme in cui si presenta il <strong>GIST</strong>, che è una malattia<br />

eterogenea. Le diverse forme di malattia dipendono dalla differente modificazione molecolare, a<br />

livello del recettore Kit che può essere mutato, ma anche di PDGFRA, recettore del fattore<br />

piastrinico. Inoltre c’è il <strong>GIST</strong> Wild Type, che non presenta mutazioni.<br />

La maggior parte dei <strong>GIST</strong> ha una mutazione nell’esone 11, che risponde meglio a Glivec (ma<br />

anche la mutazione dell’esone 11 mostra alcuni diversi sottotipi che possono risultare insensibili al<br />

farmaco) e nell'esone 9, che risponde meglio ad una dose piu' elevata di Glivec; quindi, a seconda<br />

del tipo di mutazione è possibile avere sensibilità diverse alla terapia. Da quanto detto emerge<br />

l’importanza dell’analisi mutazionale, che in Italia viene fatta al 20% dei pazienti contro l’1% in<br />

America e il 30% in Francia.<br />

Alcuni elementi, come la localizzazione del tumore possono dare indirettamente informazioni sul<br />

tipo di mutazione. I <strong>GIST</strong> con mutazione nell’esone 9 hanno origine di solito dal piccolo intestino e<br />

non dallo stomaco (che invece è la sede più frequente dei <strong>GIST</strong>) o avere un andamento più<br />

aggressivo. Come dimostrato da studi retrospettivi, i pazienti con certi tipi di mutazione nell’esone<br />

11 posso avere un esito migliore di quelli con mutazione nell’esone 9, che tendono ad avere una<br />

recidiva più precoce o comunque più frequente. Nel caso di pazienti che hanno mutazione<br />

nell’esone 9, la combinazione chirurgia+trattamento medico nella fase locale con 400mg di Glivec<br />

può non avere il beneficio atteso; quindi, nel caso di pazienti che hanno <strong>GIST</strong> che originano dal<br />

piccolo intestino è importante sospettare che possa trattarsi di quel tipo di alterazione specifica che<br />

risponde meglio a 800 mg di Glivec.<br />

Il Dott. Gronchi ha evidenziato alcuni problemi ancora insoluti riguardo i <strong>GIST</strong> con mutazione<br />

dell’Esone 9 per i quali permangono interrogativi:<br />

- Glivec adiuvante: nel caso dell’esone 9 funzionerà? e se sì, funzionerà come nei pazienti con<br />

esone 11? quale dovrà essere la dose di Glivec da somministrare, 400 o 800 mg?<br />

- fare la chirurgia di completamento nella malattia metastatica, dopo risposta alla terapia medica<br />

ha lo stesso significato che ha in pazienti con mutazione dell’Esone 11?<br />

Seguono alcune specificità relative a:<br />

1) recettori PDGFRA,<br />

2) <strong>GIST</strong> pediatrici e del giovane adulto,<br />

3) Neurofibromatosi (NF1) come fattore predisponente al <strong>GIST</strong>,<br />

4) <strong>GIST</strong> di tipo Wild Type sporadici.<br />

− I tumori con mutazione nei recettori PDGFRA sono più numerosi di quel che si pensava;<br />

infatti, avendo un andamento più indolente sono stati riconosciuti con più difficoltà negli<br />

studi fatti nei pazienti metastatici; chi ha queste mutazioni, infatti, più difficilmente ha<br />

metastasi o le sviluppa in un tempo più lungo. Sono <strong>GIST</strong> tipicamente gastrici, non si<br />

trovano mai fuori dallo stomaco, hanno un andamento clinico lento e un aspetto radiologico<br />

caratterizzato da grossi spazi cistici; sono spesso PET negativi. Un sottotipo di mutazione<br />

del recettore PDGFRA che ha a che fare con l’esone 18 è il D842V, mutazione molto


esistente che conferisce al recettore una forma che lo rende insensibile alla terapia con<br />

Glivec, anche all’aumento della dose, e per il quale si richiedono terapie diverse.<br />

- I <strong>GIST</strong> pediatrici e del giovane adulto sono spesso femminili. Esiste un sottogruppo di questi<br />

<strong>GIST</strong> che insorge in giovane età nelle donne ed è sindromico, non c’è cioè una mutazione<br />

germinale; i <strong>GIST</strong> sindromici giovanili si accompagnano ad una serie di altre malattie, sono più<br />

frequentemente gastrici, multinodulari, sono Wild Type e crescono molto lentamente. Essendo<br />

la malattia molto lenta, i pazienti beneficiano della chirurgia più di altri. Questi pazienti in<br />

genere sono stati operati e rioperati più volte e la chirurgia produce degli intervalli molto lunghi<br />

alla ripresa della malattia.<br />

Nei confronti di questi pazienti, la chirurgia è il trattamento primario anche nella fase<br />

metastatica. I pazienti affetti da <strong>GIST</strong> pediatrici con metastasi epatica singola possono essere<br />

sottoposti ad intervento chirurgico; in caso di recidiva, potrà essere considerato l’intervento<br />

chirurgico prima di riconsiderare la terapia medica. La terapia con Glivec adiuvante non è<br />

indicata per questi pazienti proprio perché la probabilità che la terapia funzioni è bassa.<br />

- Il <strong>GIST</strong> è il secondo tumore più frequente nella Neurofibromatosi (NF1). La Neurofibromatosi<br />

(NF1) è una sindrome che si eredita, con una probabilità del 50% quando si ha un genitore con<br />

Neurofibromatosi. Va osservato che la Neurofibromatori (NF1) è una sindrome ereditaria che<br />

può predisporre all'insorgenza del <strong>GIST</strong>, ma la malattia <strong>GIST</strong> di per sé NON è ereditaria.<br />

La Neurofibromatori (NF1) è un difetto autosomico dominante perché delle due coppie di<br />

cromosomi che noi ereditiamo, uno del padre e l’altro della madre, basta che uno dei due sia<br />

mutato perché si sviluppi questa sindrome. La penetranza della neurofibromatosi è variabile, il<br />

che significa che il tipo di manifestazioni cliniche che sviluppa sono variabili e soggettive; per<br />

cui ci son quadri conclamati di Neurofibromatosi, ma anche quadri più sfumati ed esistono<br />

portatori sani che a volte non sanno nemmeno di averla. I pazienti affetti da Neurofibromatosi<br />

(NF1) vanno considerati in maniera specifica perchè in loro è piu' alta la probabilità di<br />

contrarre un <strong>GIST</strong>.<br />

- I <strong>GIST</strong> Wild Type sporadici non presentano mutazioni; sono molto problematici per la<br />

diagnosi perché questa può essere legata ad un difetto di metodica (per esempio, chi ha fatto<br />

l’analisi molecolare può non aver trovato mutazioni a causa di un problema tecnico); ciò si<br />

verifica nel 15-20% dei casi di <strong>GIST</strong> Wild Type ed è per questo motivo che s’incoraggia la<br />

revisione della diagnosi e si consiglia di ripetere l’analisi molecolare per sicurezza. I pazienti<br />

Wild Type vanno ancora molto studiati; ci possono essere farmaci molto efficaci in queste<br />

situazioni e, a volte, ci sono Wild Type che possono rispondere a terapia preoperatoria.<br />

Le forme sporadiche Wild Type, nonostante abbiano la stessa etichetta dal punto di vista<br />

molecolare dei <strong>GIST</strong> sindromici (NF1), sono una categoria un po’ mista, composta da <strong>GIST</strong> nei<br />

quali non si trovano mutazioni e da <strong>GIST</strong> che hanno altre mutazioni, alcuni dei quali comunque<br />

sono sensibili a Glivec.<br />

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