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Liceo Scientifico ''Leonardo da Vinci' - Euclide. Giornale di ...

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ta della corte <strong>di</strong> Federico II <strong>di</strong> Svevia, la città è stata un importante centro culturale<br />

ed economico, un crocevia <strong>di</strong> culture e popoli, in cui si sovrapponevano esperienze<br />

culturali <strong>di</strong>verse (quella araba, quella greca e quella normanna) che alimentavano il<br />

centro cosmopolita della cultura europea me<strong>di</strong>evale. Presso la corte <strong>di</strong> Federico, per<br />

volere dello stesso sovrano, venivano coltivati tutti gli ambiti del sapere, <strong>da</strong>lla poesia<br />

alla matematica (basti pensare che un grande matematico, Leonardo Fibonacci, ha<br />

svolto qui principalmente le sue ricerche e scritto le sue opere). Tra le <strong>di</strong>verse scoperte<br />

ed invenzioni, una è particolarmente significativa in quanto ci permette <strong>di</strong> capire<br />

come in un luogo come questo le <strong>di</strong>scipline abbiano potuto sovrapporsi, fondersi<br />

ma non confondersi: il sonetto. Il sonetto nasce presso la corte siciliana <strong>di</strong> Federico<br />

II <strong>di</strong> Svevia, per opera del “notaro” Giacomo <strong>da</strong> Lentini. Per quanto riguar<strong>da</strong><br />

l’origine della struttura del sonetto, molti hanno avanzato delle ipotesi, tra cui quella<br />

secondo cui il sonetto rappresenta l’evoluzione della canzone provenzale. Molti invece,<br />

come lo stu<strong>di</strong>oso Potters , ne <strong>da</strong>nno un’interpretazione più matematica. A sostegno<br />

<strong>di</strong> questa interpretazione è citato il lavoro del già citato Leonardo Fibonacci,<br />

il quale, come si è detto, operò presso la corte <strong>di</strong> Federico, stu<strong>di</strong>ando, nella celeberrima<br />

opera Liber Abaci, i problemi relativi alla circonferenza. Per spiegare il legame<br />

tra il sonetto e la circonferenza occorre ricor<strong>da</strong>re che nei manoscritti dell’epoca, per<br />

motivi <strong>di</strong> spazio, i sonetti erano <strong>di</strong>visi in due colonne. Poiché il sonetto è costituito<br />

<strong>da</strong> 14 versi endecasillabi con questa costruzione si ottenevano 7 righe <strong>di</strong> 22 sillabe. Il<br />

rapporto 22/7 era considerato come approssimazione del numero irrazionale oggi<br />

noto come pi greco, il cuore del cerchio. Pi greco si definisce come il rapporto, sempre<br />

costante, tra la lunghezza <strong>di</strong> una circonferenza e il suo <strong>di</strong>ametro. La struttura del<br />

sonetto ha quin<strong>di</strong>, con ogni probabilità, un legame con il lavoro del Pisano. Ciò che<br />

probabilmente ha determinato l’influenza matematica nella formazione nel sonetto<br />

è la perfezione e l’armonia che cerchio e sfera (entrambe legate a pi greco) rappresentavano<br />

(ricor<strong>di</strong>amo a tal proposito le tesi filosofiche dei Pitagorici). Se si analizza<br />

la struttura del sonetto si può riscontrare un altro legame con la matematica. Infatti,<br />

i “numeri” del sonetto sono 14 (numero dei versi) e 11 (numero <strong>di</strong> sillabe per ogni<br />

verso). Il rapporto 11/14 veniva considerato, anche <strong>da</strong>llo stesso pisano, come il rapporto<br />

tra l’area del cerchio inscritto in un quadrato e l’area del quadrato stesso (sorvoliamo<br />

adesso su una <strong>di</strong>mostrazione).<br />

Alla luce <strong>di</strong> quanto detto, non si può fare altro che ripetere quanto già affermato. La<br />

matematica non è un terreno arido, un mondo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi privo <strong>di</strong> sensibilità e bellezza.<br />

È un vasto prato in cui i fiori del nostro intelletto vengono coltivati. È il luogo<br />

in cui il poeta trova l’ispirazione per i suoi capolavori e l’artista i modelli per le sue<br />

opere, in cui il musicista trova i suoi spartiti e filosofo le sue idee. È il luogo in cui Dio<br />

ha trovato un motivo per creare il mondo.<br />

Galileo Galilei ha detto:<br />

“Se l’uomo non sapesse <strong>di</strong> matematica,<br />

non si eleverebbe <strong>di</strong> un sol palmo <strong>da</strong> terra”.<br />

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