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Liceo Scientifico ''Leonardo da Vinci' - Euclide. Giornale di ...

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ambito matematico, presenti un raggio d’azione limitato. In effetti, con il tramonto<br />

della cultura classica, la lingua greca, principale veicolo d’espressione culturale nel<br />

mondo antico, verrà sostanzialmente <strong>di</strong>menticata in Europa. L’accesso alla grande<br />

mole <strong>di</strong> informazioni presenti nei testi greci sarà possibile soltanto grazie agli arabi<br />

che, interessandosi a vari ambiti della cultura ed avendo fatto proprie le esperienze<br />

culturali classiche, si faranno me<strong>di</strong>atori tra il mondo antico e l’Europa me<strong>di</strong>evale. La<br />

testimonianza <strong>di</strong> matematica più antica integralmente giunta fino a noi è rappresentata<br />

<strong>da</strong>gli Elementi <strong>di</strong> <strong>Euclide</strong>. Analizzando l’opera, tuttavia, si nota come le teorie ivi<br />

espresse non sono un punto <strong>di</strong> partenza, piuttosto un punto <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione<br />

matematica molto antica. Purtroppo le testimonianze della preistoria della<br />

matematica, come si è già detto, sono rare e frammentarie.<br />

Nella storia della matematica un nome troneggia sugli altri: Talete. Come nella sua<br />

in<strong>da</strong>gine cosmologica Talete cercava un principio per il tutto, l’archè, così nelle sue<br />

teorizzazioni matematiche egli ha sempre cercato <strong>di</strong> <strong>da</strong>re sistemazione organica alle<br />

teorie che, stando alle testimonianze sulla sua vita, egli aveva appreso nei suoi viaggi<br />

in Egitto. Tra le varie vicende, alcune leggen<strong>da</strong>rie, <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>ce che Talete fosse stato<br />

protagonista, la più nota è certamente relativa alla misura dell’altezza <strong>di</strong> una piramide<br />

conoscendo la lunghezza dell’ombra della piramide stessa, <strong>di</strong> un bastoncino e<br />

dell’ombra del bastoncino. Considerando, infatti, la similitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong> cui lo stesso filosofo<br />

fu un teorizzatore, tra i triangoli che le <strong>di</strong>mensioni sopraddette formano, la soluzione<br />

si riduce ad una semplice calcolo <strong>di</strong> una proporzione.<br />

Con un altro filosofo, Anassimandro, fa ingresso nella cultura umana un concetto<br />

fon<strong>da</strong>mentale, che avrà una grande eco fino ai giorni nostri (si pensi al calcolo infinitesimale):<br />

l’infinito. Per l’autore la sostanza primor<strong>di</strong>ale, origine <strong>di</strong> tutto, è l’apeiron.<br />

Questo concetto sarà sviluppato <strong>da</strong> altri filosofi successivi per giungere poi, con il lavoro<br />

<strong>di</strong> Isaac Newton e successori, alla sua esaltazione matematica assoluta.<br />

È, tuttavia, con i pitagorici che la matematica inizia a ricoprire un ruolo sempre più<br />

importante sul piano culturale. Secondo alcuni, l’interesse principale dei pitagorici<br />

era rivolto inizialmente verso la politica e la religione e che soltanto in epoca successiva<br />

la matematica pura ha iniziato ad interessare i filosofi. Altri, invece, sostengono<br />

uno sviluppo inverso. A sostegno <strong>di</strong> tale teoria riportiamo uno dei passi più celebri <strong>di</strong><br />

uno dei più gran<strong>di</strong> filosofi della storia. Scrive Aristotele:<br />

I cosiddetti Pitagorici avendo cominciato ad occuparsi <strong>di</strong> ricerche matematiche ed<br />

essendo grandemente progre<strong>di</strong>ti in esse, furono condotti <strong>da</strong> questi loro stu<strong>di</strong> ad assumere<br />

come principi <strong>di</strong> tutte le cose esistenti quelli <strong>di</strong> cui fanno uso le scienze matematiche.<br />

E poiché i primi che qui s’incontrano sono, per natura, i numeri, sembrò<br />

loro <strong>di</strong> ravvisare in questi molte più analogie con ciò che esiste e avviene nel mondo,<br />

<strong>di</strong> quante se ne possono trovare nel fuoco, nella terra e nell’acqua […]. Avendo poi riconosciuto<br />

che le proprietà e le relazioni delle armonie musicali corrispondono a<br />

rapporti numerici e che in altri fenomeni naturali si riscontrano analoghe corrispondenze<br />

coi numeri, furono tanto più indotti ad ammettere che i numeri siano gli elementi<br />

<strong>di</strong> tutte le cose esistenti e che tutto il cielo sia proporzione ed armonia.<br />

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