veneto - Alluvione Casalserugo.net
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– Opere di invaso sono previste anche sull’Agno Guà a Trissino e a Sant’Urbano<br />
- Vighizzolo d’Este e sul Lastego Musone a Riese Pio X per la messa<br />
in sicurezza rispettivamente della bassa e dell’alta padovana.<br />
– Infine, oltre alla ricalibratura dei tratti terminali del Brenta e del Bacchiglione,<br />
per trasferire al mare in sicurezza le piene dei due corsi d’acqua,<br />
risulta necessaria la diversione in Laguna di Venezia di una portata di<br />
circa 350-400 m3/s del Brenta, che dovrà essere effettuata mediante la<br />
realizzazione di un’apposita opera (scolmatore) con l’obiettivo di dare<br />
anche flessibilità di manovra al nodo idraulico di Voltabarozzo indipendentemente<br />
dallo stato idrometrico del Brenta stesso.<br />
Nel complesso, le opere di invaso individuate consentono di trattenere a monte<br />
oltre 135 milioni di metri cubi d’acqua.<br />
Il Piano sottolinea, inoltre, la necessità di intervenire in modo esteso e radicale<br />
per la messa in sicurezza della vasta e imponente rete di corpi arginali che caratterizza<br />
tutto il territorio della pianura ve<strong>net</strong>a.<br />
È importante sottolineare che gli interventi previsti rispondono alle esigenze<br />
evidenziate dagli eventi alluvionali del 2010, ma non esauriscono gli interventi<br />
necessari per porre in condizioni di sufficiente sicurezza tutto il territorio del Ve<strong>net</strong>o.<br />
Per i fiumi Livenza e Tagliamento, infatti, gli interventi per la laminazione<br />
delle piene devono essere realizzati nei bacini montani o in prossimità delle sezioni<br />
di chiusura, interessando pertanto la Regione Friuli Venezia Giulia con la quale è<br />
opportuno coordinarsi. Tali interventi sono ampiamente descritti negli strumenti di<br />
pianificazione già esistenti.<br />
Il Piano contiene anche azioni non strutturali da realizzare per completare<br />
l’azione di presidio del territorio, che riguardano i seguenti ambiti:<br />
1. aggiornare i rilievi topografici degli alvei;<br />
2. predisporre un sistema per la previsione delle piene;<br />
3. adeguare la rete di monitoraggio idrometrico e pluviometrico;<br />
4. indagini geotecniche sui corpi arginali e nei terreni di fondazione;<br />
5. adozione di norme transitorie per evitare interventi territoriali nelle aree<br />
interessate dall’evento;<br />
6. difesa dall’antropizzazione dei territori dove sono state individuate le future<br />
opere di mitigazione.<br />
Il costo di tali azioni non strutturali, contenute nella “Relazione di Sintesi” del<br />
Piano, ammonta a complessivi 5.422.600 euro.<br />
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