ARISTOTELE: POETICA (testo completo) - Fuoco Sacro
ARISTOTELE: POETICA (testo completo) - Fuoco Sacro
ARISTOTELE: POETICA (testo completo) - Fuoco Sacro
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
possibili secondo verosimiglianza e necessità. Ed infatti [1451 b] lo storico e il<br />
poeta non differiscono per il fatto di dire l’uno in prosa e l’altro in versi<br />
(giacché l’opera di Erodoto, se fosse posta in versi, non per questo sarebbe<br />
meno storia, in versi, di quanto non lo sia senza versi), ma differiscono in<br />
questo, che l’uno dice le cose accadute [5] e l’altro quelle che potrebbero<br />
accadere. E perciò la poesia è cosa più nobile e più filosofica della storia,<br />
perché la poesia tratta piuttosto dell’universale, mentre la storia del particolare.<br />
L’universale poi è questo: quali specie di cose a quale specie di persona capiti<br />
di dire o di fare secondo verosimiglianza o necessità, al che mira [10] la poesia<br />
pur ponendo nomi propri, mentre invece è particolare che cosa Alcibiade fece o<br />
che cosa patì.<br />
Nella commedia ciò è ormai diventato evidente, giacché dopo aver composto il<br />
racconto per mezzo di fatti verosimili, mettono dei nomi così come capita, e<br />
non poeteggiano attorno al particolare come i giambografi. [15] Nella tragedia<br />
invece si attengono a nomi esistenti e la causa ne è che è credibile quel che è<br />
possibile, e mentre per le cose che non sono accadute non ci fidiamo ancora che<br />
siano possibili, è manifesto che sono possibili quelle accadute; ed infatti non<br />
sarebbero accadute se fossero state impossibili. Cionono-stante anche in alcune<br />
tragedie uno o [20] due sono nomi conosciuti mentre gli altri sono inventati, ed<br />
in altre di conosciuti non ce n’è nessuno, come ad esempio nell’Anteo di<br />
Agatone, giacché in questo sia i fatti sia i nomi sono egualmente inventati e<br />
cionondimeno la tragedia piace. Cosicché non è affatto vero che si debba<br />
cercare di attenersi ai miti tradizionali, di cui son solite trattare le tragedie. [25]<br />
Ed infatti cercarlo sarebbe ridicolo, visto che le cose note lo sono soltanto a<br />
pochi, e tuttavia piacciono a tutti.<br />
È dunque chiaro da quanto si è detto che il poeta deve essere facitore piuttosto<br />
di racconti che non di metri in quanto è poeta rispetto all’imitazione ed egli<br />
imita le azioni. Se dunque càpiti che egli faccia poesia su cose accadute, [30]<br />
non per questo è meno poeta, giacché niente vieta che alcune delle cose<br />
accadute siano tali quali è verosimile che accadessero, ed in questa misura ne<br />
sarà il facitore.<br />
Dei racconti e delle azioni semplici, quelli episodici sono i peggiori; chiamo<br />
infatti "episodico" quel racconto in cui non c’è né verosimiglianza né necessità<br />
che gli episodi [35] si susseguano in un certo modo. Racconti di questo tipo<br />
sono fatti da poeti cattivi per colpa loro e da poeti buoni per colpa invece degli<br />
attori. Giacché, componendo pezzi ad effetto e tirando per le lunghe il racconto<br />
oltre ogni possibilità, [1452 a] spesso sono costretti a sconvolgere la<br />
successione dei fatti.