LA GRANDEZZA MOMENTO LINEARE L'operatore momento ...
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3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 1<br />
L’operatore <strong>momento</strong> lineare<br />
<strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong><br />
Discutiamo dapprima la descrizione quantistica del <strong>momento</strong> lineare di una particella libera.<br />
Le onde piane<br />
(1) vk(x) = 〈x|k〉 =<br />
1<br />
exp(i k·x)<br />
3/2 (2π)<br />
sono autofunzioni improprie dell’operatore −i ∇ corrispondenti all’autovalore k<br />
normalizzate in modo che sia<br />
(2) 〈k ′ |k〉 = δ (3) (k − k ′ ).<br />
Nel caso della particella libera,<br />
sono anche autofunzioni dell’operatore hamiltoniano H corrispondenti all’autovalore ℏ2<br />
2m k2 = ℏω.<br />
La soluzione generale dell’equazione di Schrödinger si può scrivere nella forma<br />
(3)<br />
<br />
ψt (x) = 〈x|ψt 〉 = d 3 k 〈x|k〉 〈k|ψ0〉 exp(−i ω t) =<br />
1<br />
(2π) 3/2<br />
<br />
d 3 k 〈k|ψ0〉 exp i(k·x − ω t) .<br />
Se il coefficiente 〈k|ψ0〉 è apprezzabilmente diverso da zero solo in un intorno del valore k0 di k,<br />
secondo la teoria generale dei fenomeni ondulatori<br />
ψ t (x) è un pacchetto d’onde che si sposta con la velocità di gruppo<br />
vg = ∇k ω <br />
k=k0<br />
= ℏ k0<br />
m<br />
(oppure è una sovrapposizione di pacchetti d’onda cosiffatti)<br />
e tale velocità è tanto più precisamente definita quanto più 〈k|ψ0〉 è concentrato attorno al valore k0.<br />
= v0<br />
Mutuando dalla meccanica classica la definizione di <strong>momento</strong> lineare<br />
(4) p = mv,<br />
possiamo interpretare uno stato quantistico del tipo (3)<br />
con il coefficiente 〈k|ψ0〉 concentrato attorno al valore k0<br />
come corrispondente a una particella quantistica libera di <strong>momento</strong> lineare quasi definito<br />
p0 = mv0 = ℏ k0.
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 2<br />
Appare quindi naturale<br />
associare l’operatore vettoriale ˆp = −i ℏ ∇, che diremo sinteticamente operatore <strong>momento</strong> lineare,<br />
alla grandezza fisica p <strong>momento</strong> lineare della particella<br />
nel senso che le sue autofunzioni 〈x|k〉 corrispondono a stati impropri di <strong>momento</strong> lineare definito<br />
e i suoi autovalori p = ℏk sono i corrispondenti valori del <strong>momento</strong> lineare.<br />
Poiché le onde piane 〈x|k〉 non sono normalizzabili in senso proprio,<br />
esse non corrispondono in realtà a stati fisici della particella;<br />
tuttavia, scegliendo opportunamente il coefficiente 〈k|ψ0〉 che compare nella (3),<br />
si possono costruire stati fisici ψ t (x)<br />
che approssimano quanto si vuole gli stati impropri 〈x|k〉 exp(−iωt)<br />
e che si avvicinano quanto si vuole ad avere un <strong>momento</strong> lineare perfettamente definito.<br />
Il <strong>momento</strong> lineare ridotto<br />
Possiamo introdurre anche la grandezza fisica k banalmente definita da<br />
k = p<br />
ℏ ,<br />
che diremo <strong>momento</strong> lineare ridotto ed è ovviamente descritta dall’operatore<br />
ˆk = −i ∇.<br />
Le sue autofunzioni (1) sono normalizzate secondo gli autovalori di ˆ k, cioè secondo la relazione (2).<br />
La rappresentazione p o del <strong>momento</strong> lineare<br />
Abbiamo già considerato la rappresentazione k definita dalla base ortonormale (1)<br />
delle autofunzioni dell’operatore ˆ k = −i∇ normalizzate secondo la relazione (2).<br />
È utile considerare anche la rappresentazione definita dalla base<br />
(5) vp(x) = 〈x|p〉 =<br />
<br />
1 i<br />
exp<br />
3/2 (2πℏ) ℏ p·x<br />
<br />
delle autofunzioni dell’operatore <strong>momento</strong> lineare ˆp = −iℏ∇<br />
normalizzate secondo gli autovalori di ˆp, cioè secondo la relazione<br />
(6) 〈p ′ |p〉 = δ (3) (p − p ′ ).<br />
Ovviamente, per la relazione p = ℏ k tra gli autovalori di ˆp = −iℏ∇ e di ˆ k = −i∇,<br />
1<br />
a parte il fattore di normalizzazione , esse coincidono con le autofunzioni vk(x).<br />
3/2 ℏ<br />
Designeremo la rappresentazione definita dalla base (5)<br />
come rappresentazione p o del <strong>momento</strong> lineare.<br />
Poiché molte scritture si semplificano<br />
usando gli autovalori k di ˆ k invece degli autovalori p di ˆp<br />
e la normalizzazione (2) invece della normalizzazione (6)<br />
useremo spesso, come abbiamo già fatto, la rappresentazione k invece della rappresentazione p.
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 3<br />
Distribuzione di valori del <strong>momento</strong> lineare<br />
Secondo quanto abbiamo stabilito dianzi<br />
i valori possibili del <strong>momento</strong> lineare sono le terne di numeri reali,<br />
che anche costituiscono le terne di autovalori dell’operatore <strong>momento</strong> lineare ˆp.<br />
Ci chiediamo se sia possibile associare a uno stato arbitrario ψ t (x) della particella a un dato tempo t,<br />
una distribuzione di valori del <strong>momento</strong> lineare sull’insieme dei suoi valori possibili.<br />
Assumiamo di nuovo che la particella sia libera.<br />
Per una particella libera che si muova nell’intervallo di tempo (t, t ′ )<br />
la definizione classica di <strong>momento</strong> lineare (4) già mutuata si può porre nella forma<br />
(7) p = m x(t′ ) − x(t)<br />
t ′ − t<br />
−→<br />
t ′ →∞ m x(t′ )<br />
t ′<br />
,<br />
dove l’ultima espressione vale nel limite in cui il tempo intercorso tra t e t ′ tende a ∞.<br />
Per una particella descritta dalla meccanica quantistica,<br />
sia ψ t (x) lo stato al tempo t e ψt ′(x ′ ) lo stato a un tempo successivo grande t ′ .<br />
La funzione d’onda ψt ′(x ′ ) non è connessa a ψ t (x) da una semplice traslazione,<br />
bensì ha certamente una forma diversa<br />
(come vedremo in seguito, per tempi t ′ grandi essa è certamente più estesa).<br />
Possiamo interpretare la deformazione della funzione d’onda come dovuta al fatto che a ψ t (x)<br />
non è associato un unico valore p del <strong>momento</strong> lineare,<br />
ma sono associati diversi valori di p descritti da una distribuzione ϱp(p, t).<br />
ψ t ′(x ′ )<br />
ψt (x)<br />
x<br />
x<br />
′ p1 <br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Ammesso dunque che allo stato quantistico ψ t (x) al tempo t<br />
si possa associare una distribuzione ϱp(p, t) di valori del <strong>momento</strong> lineare p,<br />
appare naturale legare l’espressione di ϱp(p, t)<br />
a quella della distribuzione ϱ(x ′ , t ′ ) di valori della posizione a un tempo successivo t ′<br />
per mezzo della relazione<br />
(8) ϱp(p, t) d 3 p = lim<br />
t ′ →∞ ϱ(x′ , t ′ ) d 3 x ′ ,<br />
nella quale p si intende legato a x ′ dalla relazione<br />
(9) p = m x′ − x<br />
t ′ − t −→<br />
t ′ →∞<br />
p2<br />
x′<br />
m ,<br />
t ′<br />
dove l’incertezza da cui è affetto x a causa dell’estensione finita di ϱ(x, t)<br />
diventa irrilevante in conseguenza del limite t ′ → ∞.<br />
x ′ 2
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 4<br />
Allora, tenuto conto che, secondo la (9),<br />
definiamo<br />
d 3 p = lim<br />
t ′ →∞<br />
(10) ϱp(p, t) = lim<br />
t ′ →∞<br />
dove<br />
(11)<br />
(12)<br />
<br />
m<br />
t ′<br />
3 d 3 x ′ ,<br />
′ 3<br />
t<br />
m<br />
ϱ(x ′ , t ′ ),<br />
ϱ(x ′ , t ′ ) = ψt ′(x ′ ) 2 = 〈x ′ |ψt ′〉 2 ,<br />
x ′ = t′<br />
m p,<br />
e la funzione d’onda 〈x ′ |ψ t ′〉 al tempo t ′ deve essere calcolata dalla funzione d’onda 〈x|ψ t 〉 al tempo t<br />
nell’ambito dell’assunzione che la particella sia libera.<br />
Dal calcolo riportato più avanti nell’appendice risulta<br />
lim<br />
t ′ →∞ ϱ(x′ , t ′ ) =<br />
<br />
m<br />
t ′<br />
3 <br />
d 3 x<br />
1<br />
<br />
exp −i<br />
(2πℏ) 3/2 m<br />
ℏ x′ · x t ′<br />
e pertanto dalla definizione (10), operando la sostituzione (12),<br />
<br />
<br />
(13) ϱp(p, t) = <br />
d 3 x<br />
1<br />
<br />
exp −<br />
(2πℏ) 3/2 i<br />
ℏ p·x<br />
<br />
<br />
〈x|ψt 〉 <br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
〈x|ψt 〉 <br />
<br />
<br />
<br />
= <br />
d 3 <br />
<br />
x 〈p|x〉〈x|ψt 〉 <br />
<br />
Concludiamo che la distribuzione di valori del <strong>momento</strong> lineare p sui suoi valori possibili<br />
al tempo t quando la particella è nello stato |ψ t 〉<br />
è data dal modulo quadrato 〈p|ψt 〉 2 ,<br />
dove 〈p|ψ t 〉 è la componente di |ψ t 〉<br />
2<br />
2<br />
= 〈p|ψt 〉 2 .<br />
sul sistema completo degli autoket |p〉 dell’operatore <strong>momento</strong> lineare ˆp, normalizzati secondo la (6),<br />
o, ciò che è lo stesso, è il coefficiente nello sviluppo di ψ t (x) sulle autofunzioni (5) dell’operatore ˆp.<br />
Nota<br />
Poiché d 3 p = ℏ 3 d 3 k, la distribuzione di valori del <strong>momento</strong> lineare ridotto k è data da<br />
ϱ k(k, t) = ℏ 3 ϱp(p, t) <br />
p=ℏk = 〈k|ψt 〉 2 .
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 5<br />
Momento lineare di una particella non libera<br />
In meccanica classica la definizione p = mv del <strong>momento</strong> lineare di una particella<br />
prescinde dall’evoluzione dinamica del sistema specificata dall’energia potenziale V (x).<br />
Pur essendo la definizione di p in termini di v indipendente dal potenziale V (x),<br />
l’evoluzione nel tempo di v e quindi di p dipende cionondimeno da V (x).<br />
Se e solo se la particella è libera, v e quindi p sono costanti.<br />
Assumendo il medesimo atteggiamento in meccanica quantistica,<br />
possiamo estendere a una particella anche non libera ed eventualmente anche in uno stato legato,<br />
l’interpretazione di ˆp = −iℏ∇<br />
come operatore che rappresenta, nel senso descritto, il <strong>momento</strong> lineare<br />
e l’interpretazione della distribuzione ϱp(p, t) definita dalle equazioni (10–12) e data dalla (13)<br />
come distribuzione di valori di p al tempo t.<br />
Analogamente all’evoluzione del valore di p in meccanica classica,<br />
l’evoluzione della distribuzione ϱp(p, t) in meccanica quantistica dipenderà dal potenziale V (x).<br />
Se e solo se la particella è libera,<br />
la funzione d’onda ψ t (x) è data dalla (3) a ogni tempo t,<br />
il coefficiente 〈p|ψ t 〉 è (1/ℏ 3/2 ) 〈k|ψ0〉 exp(−i ω t) e<br />
è indipendente dal tempo.<br />
ϱp(p, t) = (1/ℏ 3 ) 〈k|ψ0〉 2 = 〈p|ψ0〉 2
.<br />
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 6<br />
Distribuzione di probabilità dei risultati di una misurazione del <strong>momento</strong> lineare<br />
Possiamo idealmente definire nel modo seguente<br />
una misurazione del <strong>momento</strong> lineare di una particella al tempo t.<br />
In una regione R dello spazio è installato un sistema di rivelatori della posizione<br />
ciascuno dei quali accerta se la particella è contenuta in una certa cella spaziale di dimensioni finite.<br />
Le celle ricoprono completamente la regione R come illustrato nella figura.<br />
○ D<br />
Nella regione R il potenziale V (x) è nullo<br />
oppure è annullato da un opportuno dispositivo facente parte dell’apparato.<br />
I rivelatori possono essere mantenuti del tutto inattivi fino a un tempo grande t ′<br />
ed essere attivati a tale tempo.<br />
Al tempo t la distribuzione ϱ(x, t) = ψt (x) 2 occupa un dominio D,<br />
a sua volta contenuto nella regione R (vedi la figura).<br />
Attivati i rivelatori al tempo t ′ ,<br />
se la particella è rivelata nella cella (punteggiata nella figura) attorno al punto x ′ e x appartiene a D<br />
attribuiamo a essa al tempo t il <strong>momento</strong> lineare dato da<br />
p = m x′ − x<br />
t ′ − t −→<br />
t ′ →∞<br />
....<br />
x′<br />
m ·<br />
t ′<br />
L’incertezza di questa attribuzione dovuta alle dimensioni del dominio D<br />
tende a zero nel limite t ′ → ∞.<br />
È allora evidente che la densità di probabilità di attribuire alla particella il <strong>momento</strong> p<br />
è data dalla distribuzione ϱp(p, t) definita dalle (10–12) e data dalla (13).<br />
Nota<br />
Osserviamo che le conclusioni cui siamo giunti sulla distribuzione di valori del <strong>momento</strong> lineare<br />
e sulla distribuzione di probabilità dei risultati di un’eventuale misurazione dello stesso<br />
discendono dalle precedenti assunzioni sulla distribuzione di valori della posizione<br />
e sulla distribuzione di probabilità dei risultati di un’eventuale misurazione di questa,<br />
oltre che dalla mutuazione della definizione classica di <strong>momento</strong> lineare.<br />
R
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 7<br />
<br />
Appendice per il calcolo della distribuzione di valori del <strong>momento</strong> lineare<br />
Nella definizione (10–12) della distribuzione di valori ϱp(p, t) del <strong>momento</strong> lineare al tempo t<br />
compare la distribuzione di valori (11) ϱ(x ′ , t ′ ) = 〈x ′ |ψt ′〉 2 della posizione al tempo t ′ ,<br />
la funzione d’onda 〈x ′ |ψ t ′〉 essendo l’evoluta libera della funzione d’onda 〈x|ψ t 〉 al tempo t.<br />
La funzione d’onda 〈x ′ |ψ t ′〉) è quindi data da<br />
(14)<br />
〈x ′ |ψt ′〉<br />
<br />
= d 3 k 〈x ′ |k〉〈k|ψt 〉 exp − i ω (t ′ − t) <br />
<br />
= d 3 <br />
x d 3 k 〈x ′ |k〉〈k|x〉〈x|ψt 〉 exp − i ω (t ′ − t) <br />
= 1<br />
(2π) 3<br />
<br />
d 3 <br />
x 〈x|ψt 〉 d 3 k exp i k·(x ′ − x) exp − i ω (t ′ − t) .<br />
Essendo ω = ℏ<br />
2m (k2 x + k 2 y + k 2 z), l’integrale in d 3 k si fattorizza in tre integrali simili e risulta dato da<br />
d 3 k exp i k·(x ′ − x) exp − i ω (t ′ − t) <br />
2mπ<br />
= exp(−i 3π/4)<br />
ℏ(t ′ 3/2 <br />
exp i<br />
− t)<br />
m<br />
2ℏ (x′ − x) 2<br />
(t ′ <br />
− t) .<br />
Pertanto<br />
〈x ′ |ψt ′〉<br />
<br />
m<br />
= exp(−i 3π/4)<br />
t ′ 3/2 1<br />
− t (2πℏ) 3/2<br />
<br />
d 3 <br />
x 〈x|ψt 〉 exp i m<br />
2ℏ (x′ − x) 2<br />
(t ′ <br />
− t)<br />
e la distribuzione (11) è<br />
(15) ϱ(x ′ , t ′ ) =<br />
Allora, poiché<br />
dalla (15) risulta<br />
<br />
m<br />
t ′ 3 1<br />
− t (2πℏ) 3<br />
<br />
m<br />
t ′ − t<br />
3 lim<br />
t ′ →∞ ϱ(x′ , t ′ ) =<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
−→<br />
t ′ →∞<br />
<br />
exp −i m<br />
ℏ x′ · x (t ′ <br />
− t)<br />
d 3 <br />
x 〈x|ψt 〉 exp i m<br />
2ℏ x2 (t ′ <br />
− t) exp −i m<br />
ℏ x′ · x (t ′ <br />
− t)<br />
2 <br />
.<br />
<br />
m<br />
t ′<br />
3 <br />
, exp i m<br />
2ℏ x2 (t ′ <br />
− t)<br />
<br />
m<br />
t ′<br />
3 <br />
d 3 x<br />
−→<br />
t ′ →∞<br />
−→<br />
t ′ →∞ exp<br />
<br />
−i m<br />
ℏ x′ · x t ′<br />
,<br />
1<br />
<br />
exp −i<br />
(2πℏ) 3/2 m<br />
ℏ x′ · x t ′<br />
1 ,<br />
<br />
<br />
〈x|ψt 〉 <br />
<br />
2<br />
.
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 8<br />
Riduzione nel <strong>momento</strong> lineare<br />
Diciamo V il volume cubico di lato 2a di centro x ′ e entro il quale è trovata la particella<br />
nell’esperimento ideale di misurazione del <strong>momento</strong> lineare precedentemente descritto.<br />
Allora alla particella è attribuito un <strong>momento</strong> lineare<br />
contenuto nel volume cubico W nello spazio dei momenti di lato 2m a<br />
.<br />
′ e di centro<br />
t<br />
p = m x′<br />
t ′<br />
(t ′ → ∞).<br />
spazio fisico spazio dei momenti<br />
V W<br />
x′. →<br />
p.<br />
a ma/t ′<br />
Indicando con χ D( · ) la funzione caratteristica di un dominio D,<br />
la relazione tra i domini V e W si traduce nella relazione χ W (q) = χ V (q t ′ /m).<br />
Al tempo t ′ ha luogo la riduzione del vettore di stato<br />
|ψt ′〉 −→ |ψt ′ +ε〉 = 1<br />
N PV |ψt ′〉, N = 〈ψt ′|PV |ψt ′〉,<br />
dove il proiettore PV ha il rappresentativo di Schrödinger<br />
〈y|PV |y〉 = χ V (y) δ(y − y).<br />
Condizioni sulle caratteristiche dell’apparato misuratore<br />
L’incertezza cinematica ∆cp della determinazione di p vale ∆cp = ma<br />
′ .<br />
t<br />
Affinché la misurazione sia significativa<br />
deve essere ∆cp = ma<br />
′ t<br />
≪ p = mx′ ′ t<br />
e quindi<br />
(16) a ≪ x ′ .<br />
L’incertezza quantistica del <strong>momento</strong> ∆qp introdotta dalla riduzione nel volume V vale ∆qp = ℏ a ·<br />
Se vogliamo che la determinazione della posizione non allarghi significativamente la distribuzione in p<br />
deve essere ∆qp = ℏ a<br />
≪ p e quindi<br />
(17)<br />
ℏ p ≪ a,<br />
avendo indicato simbolicamente con p tutti i valori del <strong>momento</strong> rilevanti nella funzione d’onda<br />
ai tempi precedenti la misurazione della posizione.<br />
Le condizioni (16) e (17) possono essere simultaneamente soddisfatte<br />
(aumentando adeguatamente il tempo e la distanza di volo t ′ e x ′ se sono presenti piccoli valori di p).
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 9<br />
Formule utili<br />
Risulta facilmente che<br />
<br />
<br />
<br />
i<br />
dy exp q y χ<br />
i<br />
(x ′ −a,x ′<br />
ℏ<br />
+a)(y) = 2πℏ exp<br />
ℏ q x′ 1 1<br />
π q<br />
sin q (ℏ/a) <br />
i<br />
= 2πℏ exp<br />
ℏ q x′ δ S<br />
ℏ/a(q)<br />
e, per il teorema sulla trasformata inversa di Fourier,<br />
χ (x ′ −a,x ′ +a)(y) = 1<br />
<br />
d<br />
2π<br />
q<br />
ℏ exp<br />
<br />
− i<br />
<br />
i<br />
q y 2πℏ exp<br />
ℏ ℏ q x′ <br />
δ S<br />
ℏ/a(q) = dq exp − i<br />
ℏ q(y − x′ <br />
) δ S<br />
ℏ/a(q).<br />
Da queste seguono le formule tridimensionali<br />
<br />
(18)<br />
<br />
i<br />
dy exp<br />
ℏ q·y<br />
<br />
χV (y) = (2πℏ) 3 <br />
i<br />
exp<br />
ℏ q·x′ δ S<br />
ℏ/a(q),<br />
<br />
(19) χV (y) = dq exp − i<br />
ℏ q·(y − x′ <br />
) δ S<br />
ℏ/a(q).<br />
Dalla (18) si ottiene che il rappresentativo di PV nella rappresentazione del <strong>momento</strong> è<br />
<br />
〈q|PV |q〉 = dy dy 〈q|y〉〈y|PV |y〉〈y|q〉 =<br />
1<br />
(2πℏ) 3<br />
<br />
i<br />
dy exp<br />
ℏ<br />
= exp<br />
<br />
(q − q)·y χV (y)<br />
i<br />
ℏ (q − q)·x′ δ S<br />
ℏ/a(q − q).<br />
Calcolo del rappresentativo del vettore di stato finale nella rapprentazione del <strong>momento</strong><br />
Assumendo t = 0 per abbreviare le scritture, poniamo<br />
<br />
<br />
|ψ0〉 = dq |q〉〈q|ψ0〉 = dp |p〉 c(q),<br />
e calcoliamo<br />
dove<br />
|ψt ′〉<br />
<br />
= dq |q〉〈q|ψt ′〉<br />
<br />
= dq |q〉 exp − i<br />
ℏ<br />
q2 2m t′<br />
<br />
c(q)<br />
|ψ ′ t +ε 〉 = 1<br />
N PV |ψt ′〉 = 1<br />
<br />
<br />
dq dq |q〉〈q|PV |q〉〈q|ψ<br />
N<br />
t ′〉 = dq |q〉 cV (q),<br />
cV (q) = 1<br />
<br />
i<br />
dq exp<br />
N ℏ (q − q)·x′ <br />
δ S<br />
ℏ/a(q − q) exp − i<br />
ℏ<br />
q2 2m t′<br />
<br />
c(q)<br />
è il rapprentativo del vettore di stato nella rappresentazione del <strong>momento</strong> a riduzione avvenuta.<br />
Nota<br />
Nel limite a → ∞, che viola la condizione (16), δ S<br />
ℏ/a(q − q) diventa δ(q − q), N vale 1 e risulta<br />
<br />
cV (q) = exp − i<br />
ℏ<br />
q2 2m t′<br />
<br />
c(q),<br />
consistentemente con il fatto che non è avvenuta alcuna misurazione.
3/5 <strong>LA</strong> <strong>GRANDEZZA</strong> <strong>MOMENTO</strong> <strong>LINEARE</strong> 10/11 10<br />
Poniamo ancora<br />
con il ché <br />
<br />
dq · · · = dd · · · ,<br />
q − q = d,<br />
q 2 = (q + d) 2 = q 2 + 2d·q + d 2<br />
δ S<br />
ℏ/a(q − q) = δ S<br />
ℏ/a(d)<br />
c(q) = c(q + d).<br />
Poiché il fattore δ S<br />
ℏ/a(d) limita l’integrale in dd a un intorno di 0 dell’ordine di ℏ/a,<br />
possiamo calcolare cV (q) usando le approssimazioni<br />
Risulta allora<br />
cV (q) 1<br />
c(q) exp<br />
N<br />
= 1<br />
c(q) exp<br />
N<br />
Per l’equazione (19) si ha infine<br />
(20)<br />
<br />
− i<br />
c(q + d) c(q),<br />
q 2 + 2d·q + d 2 q 2 + 2d·q.<br />
ℏ<br />
<br />
− i<br />
ℏ<br />
q2 2m t′<br />
<br />
i<br />
dd exp<br />
q 2<br />
2m t′<br />
<br />
cV (q) 1<br />
<br />
c(q) exp −<br />
N i<br />
ℏ<br />
= 1<br />
c(q) exp<br />
N<br />
ℏ d·x′ δ S<br />
<br />
ℏ/a(d) exp<br />
− i<br />
ℏ<br />
<br />
t′<br />
d·q<br />
m<br />
<br />
dd exp − i<br />
ℏ d·q t ′ /m − x ′ δ S<br />
ℏ/a(d).<br />
<br />
− i<br />
ℏ<br />
q2 2m t′<br />
<br />
χV (q t ′ /m)<br />
q 2<br />
2m t′<br />
Nell’ambito delle condizioni imposte all’apparato misuratore,<br />
a parte l’inevitabile presenza del fattore temporale<br />
<br />
χW (q).<br />
dovuta all’inevitabile durata del processo di misurazione del <strong>momento</strong> lineare,<br />
la riduzione in <strong>momento</strong> ha le stesse caratteristiche formali della riduzione in posizione,<br />
il dominio W essendo precisamente il dominio dei valori attribuiti a p dalla misurazione.<br />
Il risultato (20) può anche essere descritto dicendo che la misurazione di p<br />
seleziona quella parte della funzione d’onda corrispondente ai valori di p risultanti dalla misurazione.