Il Mottese - APRILE - Ok.indd - La Svolta Editrice
Il Mottese - APRILE - Ok.indd - La Svolta Editrice
Il Mottese - APRILE - Ok.indd - La Svolta Editrice
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
IL MOTTESE - PERIODICO LOCALE DI INFORMAZIONE E CULTURA - EDITORE: ASSOCIAZIONE LA SVOLTA EDITRICE - MENSILE IN DISTRIBUZIONE GRATUITA - ANNO I / N° 4 - <strong>APRILE</strong> 2010<br />
“Buongiorno Regione”<br />
a Motta Sant’Anastasia<br />
Storie di frane<br />
e di prevenzione<br />
C’era una volta<br />
“LA FESTA”
C . A . A . F .<br />
Centro Assistenza Agricoli & Fiscale<br />
VICINO<br />
A CASA<br />
TUA!<br />
Ti aspettiamo per offrirti<br />
i nostri servizi tramite i centri<br />
C.A.F. - C.A.A. - Patronato<br />
ASSISTENZA FISCALE<br />
UNICO - 730 (dichiarazione dei reddi )<br />
ISE - RED<br />
ICI (compilazione bolle ni o F24 e dichiarazione)<br />
DETRAZIONI INPS - INPDAP<br />
CAMERA DI COMMERCIO (cer fi ca e visure)<br />
CONTABILITA’ E PAGHE<br />
ASSISTENZA AGRICOLA<br />
DOMANDA REGIMI DI PAGAMENTO UNICO AGEA<br />
(grano – olio – agrumi)<br />
DICHIARAZIONE GIACENZA VINI E MOSTI<br />
CONSULENZA E ISTANZE PER DANNI ATMOSFERICI<br />
CONSULENZA AUDIT AZIENDALE<br />
PRESTITI (consorzio fi di)<br />
ASSISTENZA PATRONATO<br />
PREVIDENZA (disoccupazione – tra amen di famiglia<br />
– mala e – maternità - ecc...)<br />
PENSIONI (invalidità – anzianità – vecchiaia – reversibilità)<br />
ESTRATTI CONTRIBUTIVI E CALCOLO PENSIONE<br />
INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI<br />
(revisioni rendite – quote integra ve)<br />
SERVIZI SOCIALI (riconoscimento invalidità civile,<br />
ciechi, sordomu , legge 104)<br />
SERVIZI E ASSISTENZA LAVORATORI COMUNITARI<br />
E EXTRACOMUNITARI<br />
Sede: Via Vitt. Emanuele, 244<br />
95040 Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
Tel. / Fax 095 308221<br />
Responsabile: Sebastiano - Nello Di Mauro<br />
Cell. 335 6465617<br />
E-mail: caafmotta@gmail.com<br />
CENTRO DI<br />
RACCOLTA ED<br />
ELABORAZIONI<br />
DATI FISCALI<br />
ANNO 2010 - Redditi 2009<br />
Riceve MARTEDI’ e VENERDI’ - Orario ufficio dalle 16,00 alle 19,00 - Gli altri giorni per appuntamento<br />
Aprile 2010
Foto di Copertina: Viale Carmine<br />
Caruso - Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
DISTRIBUZIONE<br />
GRATUITA<br />
Supplemento de “<strong>La</strong> <strong>Svolta</strong>”<br />
Reg.ne Tribunale di Catania<br />
al N. 3 del 13/01/2003<br />
www.lasvolta.it<br />
Anno I° - Numero 4<br />
Aprile 2010<br />
----------------------------------<br />
Direttore Responsabile<br />
Elena Caruso<br />
E-mail: direttore@lasvolta.it<br />
Capo Redattore del supplemento<br />
Lella Seminerio<br />
Hanno collaborato<br />
Maria Luisa Caruso<br />
Giovanni Frazzetto - Patrizia Leogrande<br />
Mariella Palmeri - Emiliano Zappalà<br />
E-mail: redazione@lasvolta.it<br />
Fotografo<br />
Attilio Leogrande<br />
Segretaria di redazione<br />
Giusy Puglisi<br />
E-mail: segreteria@lasvolta.it<br />
Grafi ca e impaginazione<br />
Andrea Di Mauro<br />
E-mail: grafi ca@lasvolta.it<br />
Cell. 335 6465617<br />
------------------------------------<br />
Direttore editoriale<br />
Sebastiano Di Mauro<br />
E-mail: editore@lasvolta.it<br />
Cell. 335 6465617<br />
Editore<br />
Associazione<br />
LA SVOLTA<br />
EDITRICE<br />
Amministrazione<br />
Via G. Mazzini, 59<br />
95040 Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
Redazione<br />
Via Vitt. Emanuele, 244<br />
95040 Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
Tel. / Fax 095 308221<br />
E-mail: info@lasvolta.it<br />
Cell. 335 6465617<br />
Pubblicità<br />
Ass. LA SVOLTA EDITRICE<br />
E-mail: pubblicita@lasvolta.it<br />
Tel. / Fax 095 8361774<br />
Cell. 335 6465617<br />
Stampa<br />
Litocon SrL<br />
C.da Torre Allegra<br />
Zona Industriale - Catania<br />
Tel. 095 291862<br />
----------------------------------------<br />
Si ringrazia per la collaborazione<br />
gli Uffi ci comunali di Motta S.A.<br />
---------------------------------<br />
Tutti i diritti riservati. Vietata la<br />
riproduzione, anche parziale<br />
di testi e foto senza l’autorizzazione<br />
scritta dell’Editore<br />
Aprile 2010 Attualità 3<br />
I grandi centri commerciali spuntano come funghi<br />
Sono sempre strapieni, eppure sono luoghi spersonalizzanti!<br />
di Emiliano Zappalà<br />
A<br />
vete visto in poco tempo quanti centri<br />
commerciali sono spuntati nella nostra<br />
provincia?<br />
Uno più bello dell’altro ed uno più grande dell’altro,<br />
con i nomi più svariati. E quante masse di persone<br />
accolgono ogni giorno. Questi centri danno,<br />
ma tolgono lavoro, offrono, ma sottraggono servizi.<br />
Ma sono solo enormi strutture di cemento illuminato<br />
che brillano di notte oppure c’è dell’altro?<br />
Già nel 1992 Marc Augè aveva scritto un saggio<br />
intitolato Nonluoghi. Introduzione a un’antropologia<br />
della submodernità. Nel suo lavoro il sociologo<br />
francese cercava di prevedere gli sviluppi di alcuni<br />
aspetti della società moderna; una società sempre<br />
più aperta e multiculturale, rapida, fruibile in più<br />
direzioni, interconnessa.<br />
<strong>Il</strong> nonluogo si oppone allora al luogo antropologico.<br />
Se quest’ultimo è uno spazio abitato, culturalmente<br />
determinato, con una sua storia e delle sue<br />
tradizioni, il nonluogo è uno spazio senza identità,<br />
spersonalizzato e spersonalizzante, vissuto per brevi<br />
passaggi e attimi e caratterizzato da simboli. <strong>Il</strong><br />
nonluogo è quello spazio che attraversiamo senza<br />
rendercene conto e con il quale non stabiliamo nessun<br />
rapporto di alcun tipo, sempre uguale e sempre<br />
ripetitivo; sono le autostrade, i centri commerciali,<br />
gli aeroporti, i parchi divertimenti. In autostrada<br />
non importa che auto guidate o a che velocità andate,<br />
perché state comunque facendo tutti la stessa<br />
cosa, ossia spostarvi da un luogo all’altro su una<br />
striscia lunga d’asfalto. In un centro commerciale<br />
non importa il vostro mestiere o il vostro reddito,<br />
ciò che conta è che siete dei compratori e dei potenziali<br />
clienti, ingranaggi del sistema consumistico<br />
per cui il centro stesso esiste.<br />
Eccoci allora alla teoria di Bauman della società<br />
liquida emblema della postmodernità. Per Bauman<br />
viviamo in un mondo sempre più liquido, che ci<br />
sfugge di mano, privo di profondità, fatto di rapporti<br />
fi ttizi e momentanei, di segreti e misteri che<br />
possono essere sfi orati da tutti ma compresi da nessuno.<br />
L’unico scopo sembra essere quello di omologarsi<br />
agli altri, di diventare tutti “uguali” il più<br />
possibile. Quindi viviamo in un mondo di nonluoghi<br />
per persone senza personalità.<br />
Adesso però, preso possesso di queste teorie,<br />
senza panico e senza nessuna frustrazione, possia-<br />
mo cercare di piegarle ad una nostra più piccola<br />
rifl essione. Potremmo cioè rifl ettere sul valore e sul<br />
senso che, in un mondo del genere, possono avere i<br />
valori e le tradizioni locali.<br />
Tutto questo, ovviamente, senza farle diventare<br />
vessilli di una battaglia contro i mulini a vento<br />
com’è nelle intenzioni della Lega Nord e di tutti<br />
gli ipocriti ignoranti seguaci del Dio Po, che oppongono<br />
alla globalizzazione il culto selvaggio<br />
del dialetto della storia locale e del simbolismo<br />
religioso o di chissà quali altre idiozie. Molto<br />
più semplicemente, invece, i piccoli paesi come<br />
il nostro potrebbero difendere e mostrare particolare<br />
attenzione verso i propri beni storici, le proprie<br />
tradizioni culturali e perché no, anche quegli<br />
eventi folkloristici che li hanno contraddistinti. Si<br />
potrebbero rivalutare le radici medievali, rivisitare<br />
i centri storici e creare manifestazioni che li<br />
mettano in risalto, anziché cadere, come sempre,<br />
in lotte parentali, paesane ed infantili.<br />
A Motta, tanto per venire a noi, si potrebbe fi nalmente<br />
dare il giusto peso a quella festa che ogni<br />
hanno sembra perdere signifi cato. Perché in fondo<br />
se al nostro paese togliamo anche questo, non<br />
resta davvero niente. Sarebbe ora di dare il giusto<br />
peso a quel poco di caratterizzante che abbiamo,<br />
e non si capisce davvero perché non si possa parlare<br />
della festa almeno ogni due anni, se non ogni<br />
anno, senza distinzioni tra “Festa Ranni” e festa<br />
“normale”. Parlare semplicemente della Festa di<br />
Sant’Anastasia. Una festa tutta nostra, particolare<br />
e contrassegnante. Una festa per cui far parlare.<br />
Una festa a cui dare il giusto peso.<br />
Si vocifera che sia stata presa la decisione dalla<br />
Commissione di fare la “Festa Grande” ogni due<br />
anni. Speriamo che sia la volta buona. Speriamo<br />
che si possa iniziare a dare il giusto valore e la giusta<br />
considerazione a quel poco di “nostro”, a quel<br />
poco di caratteristico ed originale che abbiamo. E<br />
speriamo anche di non dover più vedere il nostro<br />
sindaco farfugliare, in pietosa diffi coltà, davanti ai<br />
microfoni di Rai Tre, e dimenticarsi dell’esistenza<br />
di uno dei tre rioni su un servizio regionale.<br />
Se davvero, come dicono, gli studiosi vivono in un<br />
mondo spersonalizzato ed omologato, allora siamo<br />
tutti tenuti a conservare e difendere con orgoglio<br />
ogni segnale di identità e di particolarità culturale.<br />
Compresa la Festa di Motta San’Anastasia.
4<br />
Attualità<br />
Gestore Carburanti<br />
Antonino Fisichella<br />
C.da Tiritì, 6 S.P. 13 - Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
<br />
Aprile 2010 <br />
Lettera aperta ai cittadini mottesi<br />
<strong>La</strong>sciamo da parte i pettegolezzi ed occupiamoci di cose serie<br />
Questo mese la redazione ha deciso di utilizzare una<br />
pagina per chiarire alcuni spiacevoli malintesi,<br />
nati dalla pubblicazione di un articolo nel numero<br />
scorso che, per certi versi, risultava incompleto.<br />
<strong>Il</strong> servizio in questione era intitolato “Quote rosa<br />
al Comune”. Lo scopo era quello di presentare alla<br />
cittadinanza le due fi gure femminili che l’elettorato mottese<br />
ha eletto al Consiglio Comunale e, in occasione del<br />
mese nel quale ricorre la festa della donna, descriverne<br />
l’importanza all’interno dell’Amministrazione cittadina.<br />
L’incompletezza dell’articolo nasce dalla mancata<br />
pubblicazione dell’intervista alla vice presidente del<br />
Consiglio, Maria Santina Schillaci che, nonostante<br />
sia stata più volte sollecitata e ricercata, non ha inviato le<br />
risposte in tempo utile per la pubblicazione.<br />
Dal momento che la stessa ha male interpretato quanto<br />
scritto dalla redazione al termine dell’articolo, ci teniamo<br />
a sottolineare quanto segue.<br />
Per venire incontro alle richieste dell’intervistata, era<br />
stata accettata la proposta da lei avanzata di un’intervista<br />
tramite e-mail: noi le avremmo mandato le domande e lei<br />
avrebbe risposto. Non si tratta certamente di un metodo<br />
appellabile come intervista, in quanto viene a mancare la<br />
possibilità di replica del giornalista e, soprattutto, non si<br />
è certi dell’identità di colui che risponde al messaggio,<br />
ma, certi della buona fede con cui la vice Presidente ha<br />
proposto tale rimedio, abbiamo accettato.<br />
<strong>La</strong> scadenza stabilita per le risposte, però, non è stata<br />
rispettata e, poiché non sono stati rispettati i termini<br />
concordati, per l’impellente necessità di andare in stampa,<br />
non ci è stato possibile attendere oltre.<br />
Le parole scritte dalla redazione al termine dell’articolo<br />
in discussione riportavano, in breve, quanto qui più<br />
accuratamente descritto.<br />
Pertanto, la redazione è molto rammaricata dopo<br />
la reazione del consigliere Schillaci subito dopo la<br />
pubblicazione del giornale.<br />
Inoltre, premettendo che siamo del parere che ciascun<br />
consigliere o assessore, quando parla in rappresentanza<br />
dell’intera amministrazione deve lasciare da parte i suoi<br />
rancori personali, ci è molto dispiaciuto constatare il<br />
risentimento del consigliere Schillaci nei confronti della<br />
nostra collaboratrice, la quale ha semplicemente stilato<br />
l’articolo così come concordato con la redazione e,<br />
GPL<br />
Disel<br />
Benzina<br />
Un ottimo servizio<br />
innanzi tutto ...!<br />
comunque, non ha partecipato alla stesura dell’ultima<br />
colonna in merito alla questione da noi qui discussa.<br />
C’è da dire che, per il rispetto dello stesso consigliere<br />
e per dovere di cronaca, era giusto chiarire a piè di<br />
articolo che la mancata presenza dell’intervista non era<br />
assolutamente dettata da preferenze o simpatie, ma dal non<br />
essere riusciti a realizzarla per tempo. E non per volere<br />
nostro.<br />
A questo punto, lungi da noi voler fare la predica in<br />
merito all’importante ruolo che spetta agli adulti nel<br />
guidare i giovani che muovono i primi passi e provano a<br />
scommettersi in prima persona, non possiamo far altro<br />
che sottolineare il nostro dispiacere in merito a quanto<br />
accaduto.<br />
Al nostro dispiacere si aggiunge, inoltre, il fatto che le<br />
rimostranze del consigliere Schillaci di cui sopra, siano<br />
giunte in Consiglio comunale, e questo ci sembra davvero<br />
un’esagerazione, oltre che fuori luogo. Motta ha bisogno<br />
di troppe cose per fermarsi a parlare di un’intervista non<br />
rilasciata o di un articolo non completato.<br />
<strong>Il</strong> giornale è un luogo di informazione che, per scelta<br />
della redazione, non si schiera ma guarda e racconta<br />
quanto vede in maniera obiettiva, servendosi degli occhi<br />
dei ragazzi che, proprio per la loro giovane età, riescono<br />
a mantenere una neutralità ed un’onestà maggiore,<br />
nonostante non manchino di idee proprie. <br />
L’Editore<br />
Sebastiano Di Mauro<br />
Associazione LA SVOLTA EDITRICE<br />
Sei dinamico,<br />
volenteroso<br />
e determinato ?<br />
<strong>La</strong>vora con noi !<br />
Invia il tuo curriculum o chiama dire amente in redazione<br />
Via Vitt. Emanuele, 244 - 95040 Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
Tel. 095 308221 - 335 6465617 - E-mail: pubblicita@lasvolta.it
Aprile 2010 Attualità 5<br />
“Buongiorno Regione” a Motta Sant’Anastasia<br />
<strong>Il</strong> programma di RaiTre punta il faro sul nostro paese<br />
di Mariella Palmeri<br />
M artedì<br />
13 Aprile il programma<br />
“Buongiorno<br />
regione”, ha posato il suo<br />
sguardo sul nostro piccolo paese.<br />
Piccolo si fa per dire, se si guarda<br />
alle tante risorse mostrate.<br />
<strong>La</strong> trasmissione, prodotta da<br />
Rai Sicilia, va in onda su Rai Tre<br />
ogni mattina, dal Lunedì al Venerdì,<br />
dalle 07.30 alle 08.00. <strong>Il</strong><br />
comune si era premurato di pubblicare<br />
un comunicato stampa<br />
affi nché i più potessero seguire<br />
l’evento, qualora interessati.<br />
Causa inevitabili tempi televisivi<br />
(la trasmissione nasce, infatti,<br />
come notiziario regionale), il servizio è durato<br />
poco meno di dieci minuti, ma è bastato a rendere<br />
omaggio ad un paese come il nostro, troppo<br />
spesso sottovalutato o ricordato per ragioni<br />
politiche o pseudo tali, ma che meriterebbe,<br />
invece, il riconoscimento di un grande valore,<br />
per le sue bellezze, le sue tradizioni.<br />
<strong>Il</strong> servizio, curato dal giornalista Nino<br />
Amante, ha fatto un excursus sulle nostre<br />
più riconosciute tradizioni, a partire proprio<br />
da quei trilli di trombe e fruscii di bandiere<br />
che molto bene conosciamo.<br />
“<strong>Il</strong> clima è quello medievale - commenta il<br />
giornalista – e non potrebbe essere altrimenti<br />
qui a Motta Sant’Anastasia”. <strong>Il</strong> rinvio è subito<br />
al nostro castello e alla sua storia, raccontata<br />
per l’occasione da Santo Gulisano. “<strong>Il</strong> castello<br />
risale al 1074, quando il gran conte Ruggero<br />
d’Altavilla, uno dei dodici fi gli di Tancredi,<br />
decide di lasciare la sua stirpe e conquistare il<br />
sud dell’Europa. Si dirige, così, verso la Sicilia,<br />
al tempo dominata dagli arabi. Cacciato lo<br />
sceicco, costruisce il nostro dongione, insieme<br />
al castello di Paternò e di Adrano, come cintura<br />
difensiva del territorio da lui occupato”.<br />
E’ partendo da ciò che Motta costruisce la sua<br />
tradizione medievale, riprodotta nell’ormai<br />
consueto appuntamento annuale, con le “feste<br />
medievali”, celebrazioni assai conosciute ed<br />
apprezzate nei paesi limitrofi e non solo.<br />
Ricordando che le feste medievali sono<br />
un evento importante anche dal punto di<br />
vista gastronomico, Amante lascia la parola<br />
a Francesca Saglimbene (Vecchia Matrice)<br />
che passa ad illustrare piatti tipici dell’origi-<br />
M MO MOO T TA<br />
ARREDO BAGNI<br />
ARCHITETURA D’INTERNI<br />
nale tradizione araba. “Tante sono le zuppe<br />
che ogni anno prepariamo e molte di queste<br />
lavorate con particolari tipi di spezie. Caratteristico<br />
anche cous-cous e frittate varie. Per<br />
quanto riguarda i dolci si va dalla torta alle<br />
mandorle alla torta di mele, dalla torta alle<br />
nocciole a quella al pistacchi, tutti ingredienti<br />
di produzione locale”.<br />
L’attenzione passa poi al recupero di canti e<br />
danze medievali che ha visto in quest’ultimo<br />
anno impegnati i ragazzi del corso musicale<br />
dell’Istituto comprensivo Gabriele D’Annunzio.<br />
Presente la preside Daniela Di Piazza che<br />
così commenta il progetto: “Quest’anno è<br />
stata fatta questa scelta didattica, di associare<br />
musica e danza in un equilibrio medievale. Le<br />
esibizioni verranno addirittura presentate in<br />
un concorso internazionale di musica e danza<br />
che si terrà nel gallurese. È un’esperienza<br />
estremamente positiva, perché in sintonia con<br />
le tradizioni locali di Motta”.<br />
Tocca poi al sindaco Angelo Giuffrida commentare<br />
la nostra tradizione folcloristica.<br />
“<strong>Il</strong> paese è suddiviso in tre rioni: Panzera,<br />
Vecchia Matrice e Maestri. Sono una realtà<br />
ormai molto conosciuta e sono nati molti<br />
anni fa in collaborazione con la festa a Sant’Anastasia<br />
che si svolge ogni anno, mentre<br />
ogni quattro anni si festeggia la cosiddetta<br />
festa grande, dove i gruppi svolgono un ruolo<br />
importantissimo”.<br />
Motta però, lo sappiamo, presenta anche<br />
bellezze paesaggistiche, e a tal proposito il<br />
sindaco si sofferma a parlare del nostro ben<br />
invidiato Neck. “<strong>La</strong> rocca sulla quale nasce il<br />
castello è una bellezza naturalistica di rilevan-<br />
te importanza. Si tratta nello specifi co<br />
di un neck, ovvero di un vecchio cratere<br />
che, raffreddandosi, ha creato delle vere<br />
e proprie colonne di basalto”.<br />
Rapido arriva anche un ricordo in<br />
onore del lirico Giuseppe Distefano.<br />
“A Motta abbiamo tanti fi gli illustri e<br />
Giuseppe Distefano è uno di questi. Nel<br />
mese di Agosto – commenta ancora il<br />
sindaco - consegneremo un premio alla<br />
sua memoria e stiamo, inoltre, istituendo<br />
una fondazione per far sì che si possa<br />
creare anche un premio alla lirica”.<br />
Ad accogliere il giornalista dentro il<br />
castello, Saro Valenti, artista e liutaio<br />
che si sofferma a descrivere la nascita<br />
della sua passione. “Questa passione<br />
mi è nata un po’ da bambino e poi l’ho ripresa<br />
intorno all’età di quarantadue anni. Fabbrico<br />
chitarre, mandolini ma anche violini, che sono<br />
in assoluto lo strumento più complesso. Miei<br />
violini suonano al Teatro Massimo di Catania<br />
e, addirittura, uno è volato fi no in Russia”.<br />
Anche altre le attività artigianali di produzione<br />
locale mostrate nel servizio; dal “ferro<br />
battuto” di Iron Works di Mario Pesce, alle<br />
“armonie di cristallo” di Raffaella Caruso, da<br />
“Sicilcanne” di Luca Sinatra, al “Isfa e Tecno-<br />
Match” di Rosalba Platania.<br />
Presenti ancora il “Colorifi cio Italcover”<br />
di Gianni Di Dio, l’ “Oleifi cio Peltom” di<br />
Orazio Pellegrino, l’ “Azienda agricola Bruca”<br />
di Salvatore Rabuazzo, il “Tarocco Motta”<br />
di Lucio Oliveri, l’ “Agri Re” (arance) di<br />
Luca Spampinato, oltre ai già citati strumenti<br />
ad arco e acciaio sbalzato di Saro Valenti<br />
(pittore, scultore e liutaio).<br />
Microfono, infi ne, ai rappresentati della<br />
comunità americana di Sigonella, che già da<br />
qualche decennio, rappresenta per il nostro<br />
paese una realtà vigorosa e importante.<br />
L’immagine fi nale è quella di un piccolo<br />
paese di provincia curato e ancorato alle roccaforti<br />
delle sue tradizioni; un’immagine da<br />
cartolina per la quale non s’immaginerebbe un<br />
vocio tanto diffuso su più o meno piccole (o<br />
grandi) questioni.<br />
Forse ripartire da un senso di fi ducia e fi erezza<br />
nei confronti della nostra piccola comunità<br />
ci aiuterebbe a recuperare un rapporto con il<br />
nostro paese che tanto ci dà e molto altro potrebbe<br />
ancora darci. <br />
- CERAMICA<br />
- MOSAICI<br />
- PARQUET<br />
- IDRAULICA<br />
- SANITARI<br />
Via Regina Elena, 56 - 95040 Motta Sant’Anastasia (CT) - Tel. 095 306242 - Cell. 339 3810376 - 393 982332
6<br />
Attualità<br />
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO<br />
Aprile 2010 <br />
<strong>La</strong> Polizia Municipale come “regolatore della vita sociale”<br />
Incontro con il Comandante Giuseppe Caponnetto<br />
di Patrizia Leogrande<br />
L<br />
a Polizia Municipale è il<br />
principale regolatore della<br />
vita degli automobilisti.<br />
Essa, infatti, informa, educa, regola,<br />
sanziona e mette ordine nello<br />
spazio pubblico in cui fenomeni<br />
negativi, quali maleducazione,<br />
inciviltà e violazione delle norme<br />
del vivere civile, si sommano e<br />
s’intrecciano continuamente.<br />
Molto spesso, il ruolo di questi<br />
professionisti passa inosservato, e<br />
la maggior parte di noi non conosce<br />
quale sia l’utilità di tale organismo,<br />
specie in un Comune come<br />
il nostro. A chiarire questi dubbi<br />
sarà il comandante Giuseppe Caponnetto,<br />
il quale ribadisce l’arduo<br />
compito che spetta quotidianamente<br />
a lui e ai suoi colleghi.<br />
L’organismo istituzionale di cui<br />
fanno parte, infatti, estende le<br />
competenze dalla polizia stradale,<br />
alla giudiziaria, edilizia, amministrativa,<br />
commerciale, sanitaria,<br />
oltre al servizio di pubblica<br />
sicurezza e di ufficio informazioni,<br />
notifiche ed accertamenti.<br />
Pertanto, deduciamo, che a distinguerla<br />
dalle attività di controllo<br />
e repressione della criminalità<br />
e di tutela dell’ordine pubblico,<br />
garantite dalle polizie dello stato,<br />
è proprio questa funzione di “re-<br />
Una Commissione di cittadini mottesi,<br />
realizzata ad acta per il rispetto del buon<br />
senso, nel giorno del suo compleanno,<br />
porterà in dono, al Comandante dei VV.UU. Di<br />
Motta S. Anastasia, n. 10 fischietti.<br />
Lo scopo? Un modo elegante di provvedere<br />
e colmare una lacuna che da decenni affligge il<br />
Regolamento Costitutivo dei VV. UU. nostrani.<br />
Detta Commissione, per affrontare la spesa<br />
non dovrà chiedere un mutuo, né mettere in<br />
crisi le proprie risorse familiari, perché 10<br />
fischietti, costano solo 12 euro e settanta centesimi.<br />
Tutti questi euro servono per il completamento<br />
della divisa dei nostri vigili.<br />
Non sappiamo se tale cifra sia mai stata<br />
messa nel bilancio del nostro Comune, ma<br />
sappiamo che, negli ultimi dieci anni, sono<br />
stati spesi svariati migliaia di euro per dotare il<br />
Corpo di automezzi idonei allo svolgimento dei<br />
loro compiti.<br />
Ma, come tutti sanno, se proviamo a fischiare<br />
dentro ad un automezzo non si emette<br />
nessun suono!<br />
In ossequio alle più elementari procedure<br />
poste in essere e codificate dal Regolamento, se<br />
un vigile urbano vuole iniziare a fare il suo dovere,<br />
deve soffiare sulla punta di un fischietto.<br />
A tal proposito, è utile ricordare che il compito<br />
precipuo del vigile urbano non è quello<br />
di scrivere una contravvenzione e dimostrare<br />
che è ligio al dovere, ma prevenire, con piccoli<br />
golatore della vita sociale”.<br />
<strong>Il</strong> Corpo di Polizia Municipale<br />
del nostro paese, lavora e concorre<br />
affinché questo compito venga<br />
svolto nel migliore dei modi,<br />
attraverso una costante revisione<br />
della propria organizzazione, valutando<br />
ogni giorno la distribuzione<br />
delle proprie risorse, nell’intento<br />
di riuscire a garantire<br />
sempre un servizio efficiente.<br />
L’organico è attualmente composto<br />
da sei dipendenti assunti a tempo<br />
indeterminato: il commissario<br />
capo, quattro ispettori ed un agente<br />
di p.m. Inoltre, a completare tale<br />
composizione, sono i 5 “contrattisti”<br />
nel ruolo di agenti p. m e un<br />
ausiliario del traffico. Si tratta degli<br />
ex articolisti che sono stati assunti<br />
con un contratto a tempo determinato<br />
della lunghezza di 5 anni<br />
e sono stati istruiti attraverso un<br />
corso di formazione professionale<br />
gratuito, organizzato dal personale<br />
interno al Comando di Polizia, che<br />
ha messo a disposizione dei nuovi<br />
arrivati la propria esperienza e<br />
professionalità. Con l’impiego del<br />
personale sopra citato, nel 2008 è<br />
stato istituito uno sportello dedicato<br />
alle pubbliche relazioni, ed è aumentata<br />
la presenza sul territorio.<br />
<strong>Il</strong> lavoro dei vigili urbani è distribuito<br />
in maniera tale da esse-<br />
accorgimenti codificati, le infrazioni commesse<br />
dal cittadino perché non può fare di testa sua e<br />
deve rispettare la Comunità.<br />
Sembrerà un’assurdità ma, a nostro giudizio,<br />
il miglior vigile è quello che scrive il minor numero<br />
possibile di multe, ma che si fa rispettare<br />
con la sua semplice presenza.<br />
L’accorgimento dunque necessario si<br />
chiama FISCHIETTO!<br />
Questo piccolo strumento (anche di plastica)<br />
che i VV. UU. di tutto il mondo portano appeso<br />
al bottone della tasca sinistra della giacca<br />
della divisa, non solo completa la stessa perché<br />
standardizzata in tutto il globo, ma è in grado<br />
di prevenire un atto di ignoranza o di protervia<br />
del cittadino e il conseguente esborso di denaro<br />
da destinare alla propria famiglia.<br />
Stiamo parlando di molti cittadini che spesso<br />
parcheggiano in luogo vietato per mille motivi:<br />
o per la macchina in panne, o perché si sono<br />
sentiti male o, semplicemente, perché devono<br />
lasciare un pacco.<br />
A proposito, vorrei chiedere al signor Sindaco<br />
perché in piazza non esiste un servizio di<br />
vigilanza continua (basterebbe un ausiliare, ce<br />
ne sono cinque!) che svolga un utile e significativo<br />
servizio di informazione e orientamento<br />
agli “esseri viventi”?<br />
Ma ritorniamo al nostro fischietto del valore<br />
di 1 euro e qualcosa.<br />
Se un cittadino, per un qualche motivo,<br />
riconducibile a quelli citati poco prima, par-<br />
re presenti 365<br />
giorni l’anno,<br />
lungo un arco<br />
temporale di 12<br />
ore, dalle 08:00<br />
alle 20:00, nel<br />
corso delle quali<br />
essi sono sempre<br />
reperibili.<br />
Nella speranza<br />
di poter<br />
garantire sempre<br />
un servizio<br />
migliore alla<br />
cittadinanza, il<br />
comandante e Sede degli Uffici della Polizia Municipale<br />
i suoi colleghi<br />
dubbiamente un settore importan-<br />
cercano di mantenere vigile e, se te di rapporto con la cittadinanza<br />
necessario, aumentare il control- e di salvaguardia della legalità e<br />
lo del territorio, al fine di evitare della civile convivenza, che inci-<br />
il degrado ambientale che investe de fortemente sulle qualità di vita<br />
alcune zone del nostro paese. di una comunità, ci manterremo<br />
Tra i vari interrogativi, abbiamo disponibili, nei prossimi numeri,<br />
chiesto al comandante quale siano alla pubblicazione di altri servizi<br />
le modalità e i requisiti necessari che aggiornino i lettori in merito<br />
per poter entrare a far parte dell’or- a quanto verrà deciso sui bandi di<br />
ganico. Purtroppo, però, il sig. Ca- concorso e su tutto il necessario<br />
ponnetto non ha potuto darci nessu- per potervi partecipare.<br />
na informazione precisa in merito, Detto ciò, non ci resta che augu-<br />
poiché, proprio in questi giorni, rare buon lavoro a tutti i compo-<br />
la Polizia Municipale sta vivendo nenti del comando di Polizia Mu-<br />
momenti di grande tensione che nicipale, sperando al più presto<br />
la vedono oggetto di leggi a livello di ricevere loro notizie che chia-<br />
nazionale, regionale e non solo. riscano la riorganizzazione della<br />
Dal momento che questo è in- pianta organica e non solo. <br />
cheggia in zona vietata, si può sostenere che<br />
abiti nelle vicinanze, anche se non visibile. E<br />
qual è il mezzo idoneo per avvertire il responsabile<br />
se vuole evitare la multa? <strong>Il</strong> suono del<br />
fischietto, che però, puntualmente non arriva<br />
mai. Beata sia la multa per le casse comunali!<br />
Così facendo il vigile non ha onorato il<br />
primo e più importante dei suoi compiti: la<br />
PREVENZIONE. I nostri vigili, sprovvisti chissà<br />
perché, di questo benedetto strumento, non<br />
fanno un servizio continuo; fanno le puntate,<br />
le scritte improvvise, atti che non servono ad<br />
educare il cittadino ma a colpirlo anche in quei<br />
casi sopra citati. Sono atti di “pirateria urbana”<br />
gratuita che possiamo evitare.<br />
È vero, prima di scrivere la multa, aspettano:<br />
due, tre minuti, a volte cinque o dieci, il<br />
tempo di attesa varia, in ragione della propria<br />
fretta o umore, ma questo sistema non va bene,<br />
perché non è equo e non risponde a principi di<br />
giustizia generale.<br />
<strong>Il</strong> sistema equo è l’utilizzo del fischietto!<br />
Sindaco, Vice Sindaco, Assessori riuniti, Presidente<br />
del Consiglio, Consiglieri, Assessorato<br />
all’urbanistica, pagati con i soldi dei cittadini<br />
che pagano le tasse, sono in grado di dare una<br />
risposta plausibile?<br />
In altri termini, diteci perché i nostri vigili<br />
urbani non posseggono o non usano per loro<br />
determinazione il fischietto o rivelateci i motivi<br />
ostativi che ne sconsigliano l’uso. <br />
Flik
Aprile 2010 Attualità 7<br />
Lettera aperta al Sindaco di Motta S. Anastasia<br />
Storie di frane e di prevenzione<br />
G ent. sindaco,<br />
chi le scrive è un <strong>Mottese</strong> “ DOC “ di anni<br />
76, freschi di qualche giorno, che, dopo le<br />
immagini sconvolgenti della frana di S. Fratello,<br />
di Maierato e quella più recente di Caronia,<br />
ricorda tristemente gli eventi franosi<br />
che hanno interessato negli ultimi 50 anni,<br />
la parte alta della strada principale del nostro<br />
paese dal “ Ponte “ al “ Calvario “.<br />
Della più recente, quella del 1986 ( vedi<br />
foto n. 1) e che in tanti ricorderanno, sono<br />
stato spettatore-attore ed è la frana che ha<br />
procurato in assoluto i maggiori danni agli<br />
abitanti della zona, dove molte abitazioni<br />
sono state demolite, dichiarate inagibili o<br />
seriamente danneggiate.<br />
Se da un lato, una comune sinergia tra Amministrazione<br />
Comunale, Genio Civile e Regione<br />
Siciliana riuscì a dare rapido inizio ai lavori<br />
di palificazione che stabilizzarono, in maniera<br />
soddisfacente, la zona interessata, lo stesso<br />
non può dirsi nel campo dei rapporti tra cittadini<br />
danneggiati e Amministrazione Comunale,<br />
per via delle numerose vertenze di risarcimento<br />
danni che videro quest’ultima soccombente<br />
e le casse comunali prosciugate dalle sentenze<br />
risarcite. Purtroppo la mancata manutenzione<br />
della rete fognaria nel pezzo di strada franato,<br />
che scaricava l’acqua nella terra argillosa anziché<br />
nella normale sede e quindi provocò il dissesto,<br />
ebbe anche come conseguenza grave la<br />
totale chiusura al traffico veicolare, dell’unica<br />
via che ancora oggi conduce al Centro Storico,<br />
e quindi uno sconvolgimento della circolazione,<br />
che si protrasse per parecchi anni.<br />
Dal male però, molto spesso scaturisce il<br />
bene e così la zona “Ponte” e la Via Vittorio<br />
Emanuele interessata dai lavori di palificazione<br />
è stata riqualificata in maniera decorosa e di<br />
più lo sarà, se andrà in porto il progetto di una<br />
grande piazza, come ho appreso dalle notizie<br />
Foto n. 2 - 03/01/1954 - <strong>La</strong> sede<br />
stradale di Via Vitt. Emanule, dopo la<br />
costruzione del Muro Ciclopico ed il<br />
suo parapetto di prezione<br />
della stampa. <strong>La</strong> storia continua e così vado a<br />
parlare di un’altra frana, di cui pochissimi hanno<br />
memoria, che si verificò agli inizi degli anni<br />
’50 in un breve tratto sempre della Via Vittorio<br />
Emanuele proprio nella curva prima del calvario,<br />
dal numero civico 110 al 74.<br />
Infatti, a causa di infiltrazione di acque profonde<br />
negli strati argillosi di cui si componeva<br />
il terreno, si creò una enorme spaccatura<br />
nella sede stradale con conseguente scivolamento<br />
a valle del costone.<br />
Pochissimi e modesti i danni alle abitazioni,<br />
ma enorme il danno alla circolazione veicolare<br />
e quindi i disagi, per il difficile accesso al<br />
Centro Storico, dove all’epoca si affollavano<br />
il Comune ed i suoi uffici, le scuole elementari,<br />
la Banca, l’Ufficio Postale, i Carabinieri,<br />
le Sedi dei Partiti Politici D.C. – P.C.I. – P.S.I.<br />
– M.S.I. ecc., la Chiesa Parrocchiale, ben 4 Bar<br />
ed alcuni esercizi commerciali (chi non ricorda<br />
“ u zù Natali u Niuru” e a “za Nedda a Luigi”),<br />
Foto n. 1 - Anno 1986 - Dissesto franoso in Via Vitt. Emanuele<br />
la Sala Giochi e la rivendita tabacchi.<br />
In considerazione degli enormi disagi arrecati<br />
ai cittadini, gli amministratori dell’epoca<br />
affidarono, con somma urgenza, incarico ad un<br />
ingegnere per l’approfondimento di un progetto<br />
che ponesse al sicuro la zona franosa, ripristinando<br />
la “normale viabilità”, ridotta, per la<br />
frana, al solo passaggio pedonale.<br />
Così venne messo in cantiere un progetto che<br />
prevedeva la costruzione di un enorme muro<br />
ciclopico di contenimento che, dal “Calvario”,<br />
arrivò quasi a ridosso dell’ ex Cinema Aurora<br />
di Pasquale Platania. A lavori ultimati all’apice<br />
del muraglione, venne costruito un parapetto,<br />
intercalato da tubi di ferro, per la sicurezza<br />
dei passanti, così come appare nella foto n.2<br />
scattata il 03-01-1954, con sullo sfondo il<br />
citato Cinema Aurora inghiottito anch’esso,<br />
successivamente, dalla frana. Segue <br />
Foto n. 3 - Anno 1974 - <strong>La</strong> stessa sede stradale di cui alla foto 2, dopo i nuovi<br />
lavori degli anni 60 il Muro Ciclopico sparisce
8<br />
Attualità<br />
Purtroppo il progettista, non solo era ignorante<br />
in materia di muri di contenimento in<br />
zone franose, ma ignorava altresì la Parabola<br />
Evangelica che ricorda la stabilità di una casa<br />
costruita sulla roccia e la precarietà di quella<br />
costruita sulla sabbia, destinata a crollare alle<br />
prime intemperie.<br />
Questo è quanto accadde al muraglione ciclopico<br />
che, magnifico nella sua imponenza,<br />
ebbe durata effimera; infatti una settimana prima<br />
dell’inaugurazione, comparve una linea di<br />
frattura verticale al centro della costruzione.<br />
Iniziò in tal modo il lento ed inesorabile scivolamento<br />
a valle con profondamento tant’è che,<br />
nel giro di un quindicennio, l’apice del muro<br />
era due metri sotto il livello stradale.<br />
<strong>Il</strong> protagonista che doveva essere immediatamente<br />
radiato dall’albo degli ingegneri e<br />
“fucilato” a ridosso del suo muro per il gravissimo<br />
errore di progettazione, credo che non fu<br />
mai perseguito né penalmente né civilmente.<br />
Mi consenta una breve digressione, Signor<br />
Sindaco, perché, a proposito di opere pubbliche<br />
“andate a male” credo che non hanno<br />
acquisito particolari meriti l’ideatore, il progettista<br />
e l’esecutore della meravigliosa Villa<br />
Comunale, gloria e vanto del nostro Comune,<br />
frequentata più dagli animali da pascolo che<br />
dalle mamme con carrozzine e bebè, a parte i<br />
black block che hanno trovato dove sfogarsi.<br />
Un centinaio di milioni sprecati al vento, salvo<br />
per quelli che…. sono andati a buon fine...<br />
Chiedo venia ma ho voluto citare lo spreco<br />
del pubblico denaro per opere velleitarie, a<br />
monito, insegnamento e ricordo agli amministratori<br />
di oggi e domani che simili errori<br />
non possono e non debbono essere cancellati<br />
dalla memoria, per non essere impunemente<br />
ripetuti. Mi scuso per l’inciso, ma torniamo al<br />
fatto che nel giro di un quindicennio, siamo<br />
nel 1954, la strada principale del Paese, era<br />
destinata una seconda volta ad essere interdetta<br />
alla circolazione veicolare, per il lento<br />
ma inesorabile sprofondamento, tale che era<br />
consentito il solo transito ai pedoni.<br />
L’Amministrazione Comunale del tempo<br />
dovette correre ai ripari, affidando una<br />
nuova progettazione ad esperto del settore<br />
che potesse dare una soluzione definitiva al<br />
problema della frana, (imputabile solo alla<br />
particolare conformazione del terreno argil-<br />
Foto n. 5 - Gli Eucaliptus di Viale Carmine Caruso<br />
periodicamente potati<br />
loso) in quel tratto di strada, tanto importante<br />
e vitale per l’intero paese.<br />
Eravamo alla fine degli anni ’50 quando<br />
iniziano i lavori: all’altezza del numero civico<br />
110 – 74 si forma una profonda voragine,<br />
frutto dell’asportazione di tutta la massa<br />
argillosa sottostante, instabile per scorrimento<br />
di vene d’acqua. Tale cavità viene<br />
riempita con tonnellate di pietrame poroso e<br />
leggero; alla base vengono sistemate, come<br />
muro di contenimento, decine di cassoni di<br />
rete metallica pieno di pietre (buzzonate),<br />
ancora oggi visibili ed efficienti.<br />
Così viene a poco a poco ripristinata la<br />
sede stradale, dopo aver creato il drenaggio<br />
necessario per lo scorrimento delle vene<br />
d’acqua ivi esistenti. Alla fine l’opera viene<br />
completata con la messa a dimora di decine<br />
di piantine di Eucaliptus, che formano l’attuale<br />
boschetto frondoso di “sutta a villa o<br />
supra a cruci”, come all’epoca veniva comunemente<br />
chiamata la zona del Calvario.<br />
Da oltre 40 anni, grazie a quel bravo professionista,<br />
che meriterebbe una targa ricordo,<br />
la Via Vittorio Emanuele in quel tratto è stabilizzata<br />
al….. 90% (vedi foto n° 3).<br />
Ed ora Signor Sindaco, dalla storiografia,<br />
entro nel merito della problematica di cui in<br />
premessa: la prevenzione.<br />
Aprile 2010 <br />
Foto n. 4 - Uno spicchio della vallata dei Sieli con “u poiu a vardia”<br />
Esattamente 10 anni fa, veniva trasmessa<br />
al suo collega del tempo una istanza, manoscritta<br />
dallo stesso estensore della presente<br />
a firma di 9 abitanti del posto, che le allego<br />
in copia, con la quale si chiedeva il taglio, o<br />
potatura, di tutti gli alberi di eucaliptus di “<br />
supra a cruci” perché procuravano e procurano<br />
ancora oggi un triplice danno.<br />
<strong>Il</strong> primo, ed è il più grave in assoluto, consiste<br />
nel fatto che gli eucaliptus si sono elevati<br />
in altezza, alcuni superano 40 metri e non si<br />
sono radicati abbastanza in profondità, cosi il<br />
compito di contenimento del terreno, per cui<br />
quel bravo progettista li volle in quel posto,<br />
viene disatteso, in quanto un apparato radicale<br />
modesto ha come logica conseguenza<br />
una modesta forza di contenimento del movimento<br />
franoso; il secondo motivo attiene<br />
alla salute di bambini ed anziani, in quanto<br />
nel periodo ell’infiorescenza rilasciano delle<br />
leggere spore gialle, che ci ritroviamo in ogni<br />
angolo della casa, altamente allergizzanti e<br />
lei che è medico sa, come sono in aumento le<br />
malattie allergiche. <strong>Il</strong> terzo motivo riguarda<br />
solo gli innamorati della natura, del panorama,<br />
delle verdi vallate come è la nostra dei<br />
“sieli” con i suoi calanchi, solo che quelle<br />
inutili e dannose fronde, tutto questo lo nascondono<br />
ai nostri occhi. Segue <br />
Foto n. 6 - Gli Eucaliptus di “supra a cruci”,<br />
Via Vitt. Emanuele, mai potati
<strong>La</strong> foto n. 4 è riuscita a catturare solo una<br />
scorcio di questo panorama, dove “u poiu a<br />
vardia “ si onfonde con il mare.<br />
Signor Sindaco per farle risparmiare tempo,<br />
ed il Suo è veramente prezioso, le allego<br />
la foto n. 5 che ritrae gli eucaliptus di Viale<br />
Carmunu Caruso che sono stati da sempre<br />
periodicamente “capitozzati” e la foto n.6<br />
con gli eucaliptus di “supra a cruci” che non<br />
lo sono stati mai: è evidente la differenza di<br />
tronco cosi come differente sarà il loro apparato<br />
radicale, di conseguenza la loro forza<br />
di radicamento e contenimento del terreno.<br />
L’istanza di 10 anni orsono, per quanto regolarmente<br />
assegnata al responsabile dell’Uffi<br />
cio Tecnico dell’epoca, è rimasta inevasa,<br />
“Vox clamantis in deserto”!<br />
In vero non dovrebbe costare molto quel<br />
lavoro, basta trovare la persona giusta interessata<br />
alle tonnellate di legna da ardere,<br />
che saranno disponibili dopo il taglio degli<br />
alberi, per risparmiare molto un’altra piccola<br />
opera, molto utile ai cittadini: mi riferisco<br />
alla stradina (prolungamento della Via<br />
Vittorio Emanuele) che parte dal n. 110 della<br />
stessa Via e si blocca all’ingresso della<br />
pizzeria (vedi foto n. 7). Molti non sanno<br />
che a 10 metri di distanza sboccherebbe nella<br />
Via Galliano e quindi in Via Bellini – un<br />
collegamento pedonale tra le due strade che<br />
consentirebbe di raggiungere celermente il<br />
Centro Commerciale di Via XX settembre e<br />
da qui il Centro Storico (basta eliminare la<br />
strozzatura costituita da un piccolo orto abbandonato<br />
e quindi “res nullius”, costruire<br />
una scala in cemento armato e si è realizzato<br />
un passaggio pedonale, un by pass tra<br />
Via Vittorio Emanuele e Via Bellini “tra u<br />
puzzu e supra a cruci”). Questa piccola opera,<br />
di poca spesa ma di grande utilità è stata<br />
cantierata credo, da 3 o 4 amministrazioni<br />
precedenti, ma mai realizzata; addirittura<br />
pare, che nella previsione di spesa della sua<br />
gestione, sia stata cancellata!<br />
Signor Sindaco si chiede a Lei perché le<br />
opere utili e che costano poco non vengono<br />
cantierate? Personalmente una mia<br />
spiegazione ce l’ho ed è quella sbandierata<br />
in questi giorni da tutti i giornali, con gli<br />
scandali e gli arresti.<br />
Di una modesta opera realizzata, costa-<br />
<br />
<strong>La</strong> residenza per anziani<br />
“Padre Pio” é rivolta ad<br />
ospiti autosufficenti e non.<br />
Aprile 2010 Attualità 9<br />
<strong>Il</strong> rispetto della dignità e<br />
della riservatezza di ogni<br />
suo ospite è il centro di tutti i<br />
gesti di cura specifica o semplice<br />
intrattenimento.<br />
<strong>Il</strong> residence è dotato di<br />
ampie e luminose camere<br />
climatizzate, distribuite<br />
su tre piani con ascensore,<br />
singole e doppie complete di<br />
ta poco, ma utilissima a tutti, voglio dare<br />
il merito all’impegno dell’Assessore Melo<br />
Occhipinti dell’ex Giunta Santagati, per la<br />
piccola oasi che ha creato tra il “Calvario”<br />
ed il Pino di Arnaldo Mussolini. Per la storia,<br />
sotto quel’albero esisteva una targa intestata<br />
ad un parente del Duce, rimossa dopo<br />
l’8 settembre 1943, quasi che la rimozione<br />
di una targa, possa cancellare la Storia...<br />
Termino Signor Sindaco e mi scuso della<br />
mia lunga lettera, ma prima le voglio rivolgere<br />
una preghiera: si fermi nella zona<br />
oggetto della mia documentata esposizione,<br />
dia un’occhiata (attenta però) alla sede<br />
stradale e certamente penserà che l’unica<br />
prevenzione ( a cui si appella Bertolaso in<br />
questi giorni), per evitare il cedimento millimetrico<br />
ma costante della strada a valle,<br />
è la potatura di tutti gli alberi recuperando,<br />
forse, il ritardo di oltre 30 anni da quando<br />
periodicamente doveva essere effettuato<br />
questo lavoro. Trovandosi in loco, non Le<br />
costerà molto percorrere i 50 metri della<br />
stradina che parte dal civico 110 (vedi foto<br />
“<strong>La</strong> fede è un’alleata preziosa nel cammino verso la verità...”<br />
Via dei Normanni, 22 - 95040 Motta Sant’Anastasia (CT) - Tel. 393 7325375<br />
Foto n. 7 - <strong>La</strong> strada di Via vitt. Emanuele che porta dal civico 110,<br />
in linea diretta si congiunge con la Via Galliano - “do pozzu a supra a cruci”<br />
e viceversa in meno di 200 metri -<br />
Tv, telefono e wc.<br />
<strong>La</strong> struttura ha un ampio<br />
salone e un’ampia sala mensa<br />
dove vengono serviti pasti<br />
caldi preparati da personale<br />
qualificato. E’ fornita di<br />
un giardino adatto alle<br />
passegiate ed alle relazioni<br />
sociali ed agli incontri con<br />
i propri familiari.<br />
n.7) ma si renderà conto che, con poca spesa,<br />
avrà realizzato un’opera di grande utilità,<br />
il passaggio pedonale tra Via Vittorio<br />
Emanuele e Via Bellini.<br />
Signor Sindaco non voglio essere e non<br />
sono una “Cassandra”; amo troppo il Paese<br />
che mi ha dato i Natali, amo troppo la<br />
mia abitazione che credo abbia dato lustro,<br />
con non pochi sacrifici, ad una delle<br />
zone belle del Centro Storico e pertanto il<br />
mio augurio è che tutto vada per il verso<br />
giusto, basta crederci ed operare con onestà<br />
e trasparenza.<br />
Le chiedo ancora infi nitamente scusa ma<br />
ritornare nel recente passato e ricordare le<br />
cose fatte e quelle non realizzate, aiuta la<br />
nostra memoria e ci sprona a vivere meglio<br />
nel momento attuale; Tomasi di <strong>La</strong>mpedusa<br />
scriveva “la memoria del presente, viene<br />
sempre illuminata dai ricordi del passato”...<br />
<strong>La</strong> saluto con la mia più dovuta stima.<br />
Catania 07/04/2010<br />
Dott. Mario Belcuore
10<br />
Attualità<br />
Ricognizione danni tromba d’aria<br />
di Patrizia Leogrande<br />
L<br />
’articolo scritto circa quattro mesi fa<br />
in merito alla catastrofe meteorologica<br />
che ha travolto il nostro paese,<br />
si concludeva con la seguente domanda:<br />
“Riusciranno i nostri amministratori a<br />
restituire il denaro speso dai nostri concittadini?”.<br />
Eccoci pronti a fare il resoconto delle promesse<br />
mantenute, delle visite ricevute, degli<br />
aiuti stanziati per coloro che, in pochi secondi,<br />
hanno visto volar via i tetti delle loro abitazioni<br />
e hanno dovuto far fronte a delle spese<br />
non indifferenti e, soprattutto, inaspettate.<br />
Colui che in prima persona si sta occupando<br />
di questa delicata faccenda è il nostro primo<br />
cittadino, il dott. Angelo Giuffrida. A lui, pertanto,<br />
ci siamo rivolti per avere informazioni<br />
sull’andamento delle pratiche.<br />
Durante i consigli comunali convocati subito<br />
dopo la tromba d’aria, si era più volte accennato<br />
ad una visita del Presidente della Regione;<br />
mai nessuno però ha avuto l’onore di incontrarlo<br />
per le vie del nostro paese.<br />
Ma, rassicura il nostro sindaco, l’onorevole<br />
Lombardo “segue e si ricorda di tutte le cose”.<br />
Infatti, proprio in occasione delle festività pa-<br />
squali i due si sono sentiti e il presidente della<br />
Regione ha chiesto di avere un documento che<br />
quantifichi i danni per poter procedere immediatamente<br />
al pagamento dei sostegni finanziari.<br />
<strong>La</strong> percentuale che si riuscirà ad ottenere<br />
è ancora sconosciuta, ma è importante che i<br />
cittadini colpiti abbiamo conservato tutte le<br />
fatture per poter partecipare al rimborso spese.<br />
Inoltre, affinchè questo avvenga, saranno<br />
necessarie altre verifiche che riguarderanno<br />
la posizione dell’abitazione rispetto all’area<br />
coinvolta dalla perturbazione. <strong>Il</strong> nostro Sindaco<br />
sembra essere abbastanza ottimista che il<br />
tutto si concluderà per il meglio.<br />
Aprile 2010 <br />
Dopo quattro mesi il Comune ha risarcito i cittadini?<br />
Al contrario, è stata l’OIKOS a fornire un<br />
importante contributo svolgendo il proprio<br />
servizio volontariamente, nonostante gli<br />
stessi dipendenti fossero in sciopero nei comuni<br />
circostanti, presso via Stazione Motta<br />
e il viale della regione, così da permettere<br />
alle automobili una più sicura circolazione.<br />
A circa 16.000 euro ammonta, invece, la<br />
cifra spesa dal Comune per l’assunzione di<br />
una società adeguatamente attrezzata che<br />
potesse mettere in sicurezza quello che i<br />
vigili del fuoco non erano riusciti a sistemare<br />
la sera dell’evento meteorologico.<br />
Denaro che, a detta del sindaco, dovrebbe<br />
essere rimborsato dalla fonte della protezione<br />
civile la quale, però, è ancora impelagata in<br />
una serie di faccende burocratiche.<br />
In conclusione, il nostro primo cittadino rassicura<br />
tutti i suoi compaesani colpiti da questo disastro,<br />
ribadendo la certezza dei contributi che la<br />
presidenza della Regione invierà per rimborsare<br />
loro, almeno una parte del denaro già investito.<br />
Speriamo, dunque, che quest’articolo sia<br />
di buon auspicio per coloro che aspettano<br />
questa somma e che nei prossimi numeri ci<br />
sarà possibile annunciare l’ottima riuscita di<br />
questa impresa. <br />
Microchippatura a Motta. Un grande successo<br />
Bellia: “Abbiamo voluto dare un servizio valido ai proprietari di cani”<br />
“Una delle cause del randagismo<br />
è di certo l’abbandono<br />
dei cani da parte di<br />
padroni irresponsabili, che non<br />
si prendono cura come dovrebbero<br />
dei nostri amici a quattro<br />
zampe. Grazie al servizio gratuito<br />
di microchippatura, effettuato<br />
dal Servizio veterinario<br />
dell’ASP Catania, tutti i cani<br />
d’ora in poi avranno una vita<br />
digitale, informatizzata, archiviata,<br />
che consentirà di effettuare<br />
una mappatura per individuare<br />
le inosservanze degli<br />
obblighi esistenti per la tutela<br />
degli animali d’affezione”.<br />
Queste le parole del Consigliere<br />
comunale, Antonio Bellia,<br />
promotore dell’iniziativa di microchippatura<br />
gratuita dei cani,<br />
Da sin. <strong>Il</strong> Veterinario ASP-Catania,<br />
l’Ass. Alfio Tripolone, il Cons. Antonio Bellia<br />
svoltasi presso il parcheggio di<br />
viale della Regione adiacente<br />
alla Scuola Elementare.<br />
L’idea accolta dall’Amministrazione<br />
comunale con a capo<br />
il sindaco Angelo Giuffrida<br />
e dall’Assessore Alfio Tripolone<br />
ha avuto un grande successo<br />
a Motta Sant’Anastasia,<br />
che ha visto la registrazione<br />
di ben 126 cani<br />
L’iscrizione all’anagrafe canina,<br />
oltre ad essere utile e<br />
preventivo servizio in caso di<br />
smarrimento del proprio cane, è<br />
un obbligo di legge e secondo le<br />
disposizioni ministeriali, infatti,<br />
tutti i detentori di cani (proprietari,<br />
allevatori, cacciatori, addestratori,<br />
a scopo di ricovero o<br />
di commercio) e in qualunque<br />
sede (civile abitazione, rifugi,<br />
canili, aree urbane e rurali, aziende<br />
zootecniche) hanno l’obbligo, entro<br />
il secondo mese di vita dell’animale<br />
o quando se ne viene in possesso, di<br />
far applicare al cane un microchip<br />
identificativo per registrarlo nella<br />
banca dati dell’anagrafe.<br />
<strong>La</strong> nostra ASP Catania (ex<br />
ASL3), oltre ad effettuare gratuitamente<br />
la microchippatura, già da<br />
tempo opera anche garantendo un<br />
Pronto Soccorso per cani in tutti i<br />
Distretti della provincia.<br />
Per gli abitanti di Motta Sant’Anastasia<br />
le località più vicine sono:<br />
· Paternò: Piazza Livatino, 1<br />
· Catania: Via Padre A. Secchi, 10<br />
(Nesima)<br />
Chiamando il numero verde<br />
800 27 97 61, attivo dal lunedì<br />
al venerdì dalle ore 9 alle 13,<br />
sarà possibile conoscere i giorni<br />
e gli orari di ricevimento per<br />
“anagrafare” gratuitamente il<br />
proprio cane.
di Lella Seminerio<br />
C<br />
ontinua con crescente successo<br />
la rassegna letteraria “Stasera<br />
Libro”, di cui si deve<br />
dare ampio merito all’assessore<br />
Vito Caruso, che, lo scorso 9 aprile,<br />
e in collaborazione con l’associazione<br />
“Interminati spazi” di cui<br />
fanno parte Giuseppe Condorelli<br />
e Paoli Lisi, ha proposto un libro a<br />
dir poco intrigante “<strong>Il</strong> manoscritto<br />
di Shakespeare” di Domenico Seminerio<br />
edito da Sellerio.<br />
L’idea del romanzo è, quantomeno<br />
affascinante: l’ipotesi che<br />
William Shakespeare, grande genio<br />
letterario mondiale, sia nato in<br />
Sicilia e, più precisamente, a Messina.<br />
Diciamo la verità, piacerebbe<br />
a tutti noi che uno dei più grandi<br />
drammaturghi di tutti i tempi, da<br />
più parti visto come l’inventore<br />
della moderna produzione letteraria,<br />
sia siciliano. <strong>La</strong> teoria sta<br />
in piedi per diverse motivazioni:<br />
1- sono in molti gli studiosi che<br />
giudicano il nome di Shakespeare<br />
uno pseudonimo; 2- esistono dell’autore<br />
di Stratford-upon-Avon<br />
solo quattro ritratti che, a detta di<br />
esperti, raffigurano quattro persone<br />
diverse; 3- non esiste nessun<br />
manoscritto a firma autografa del<br />
grande poeta inglese; 4- sulla sua<br />
nascita nel paesino inglese aleggia<br />
tutt’ora un alone di mistero ed infine,<br />
ancor oggi i suoi discendenti<br />
(per la legge inglese possono farlo),<br />
si rifiutano di far conoscere i<br />
Aprile 2010 Cultura 11<br />
Ma Shakespeare era inglese o... siciliano?<br />
L’affascinante ipotesi nel libro di Domenico Seminerio<br />
di Maria Luisa Caruso<br />
E<br />
ccoci ad un’altra importante tappa<br />
de “<strong>La</strong> stirpe dei viaggiatori”.<br />
L’iniziativa, promossa dall’Assessorato<br />
comunale alla Cultura, continua<br />
a proporci viaggi e percorsi sempre<br />
nuovi che toccano il cuore e fanno<br />
vibrare l’anima.<br />
Manlio Caliri e Oscar Loiacono presentano<br />
il loro “cammino di Santiago”.<br />
L’introduzione è a cura del prof. Massimo<br />
Porta, delegato regionale del Centro italiano<br />
studi compostelani, il quale ha illustrato<br />
gli antichi rapporti tra la Sicilia e Santiago de<br />
Compostela, cittadina della Galizia, nella Spagna<br />
nord-occidentale.<br />
“Nel medioevo – spiega il prof. Porta – soprattutto<br />
dall’Europa centrale, dall’Italia centrale<br />
ma anche dalla Sicilia, i pellegrini, facendo<br />
voto, partivano alla volta di Santiago, luogo<br />
di culto molto conosciuto nel mondo cristiano.<br />
Lungo il percorso siciliano, ogni 20 km circa,<br />
vi erano dei luoghi in cui i pellegrini potevano<br />
L’Assessore Vito Caruso<br />
documenti che potrebbero far luce<br />
su tante ambiguità (perché mai?).<br />
Dunque è possibile ipotizzare la<br />
nascita del genio letterario in altro<br />
loco. <strong>Il</strong> prof. Martino Iuvara, docente<br />
della cattedra di Letteratura<br />
Italiana a Palermo, infatti, dà del<br />
fitto mistero delle spiegazioni che<br />
sembrano più che plausibili. Michelangelo<br />
Florio nasce a Messina<br />
nel 1564, da un medico, Giovanni<br />
Florio e una nobildonna chiamata<br />
Guglielma Crollalanza, entrambi<br />
calvinisti. A causa della Santa Inquisizione<br />
che li perseguitava come<br />
eretici, la famiglia dovette scappare<br />
da Messina, e si rifugiò prima a<br />
Treviso, poi a Venezia, Padova e<br />
Mantova (da queste esperienze in<br />
alta Italia, potrebbero essere nate le<br />
15 opere su 37 che il sommo poeta<br />
ambienta nel bel Paese). Successivamente,<br />
un cugino inglese della<br />
madre, che abitava a Stratford,<br />
prese il ragazzo in casa. Arrivato in<br />
Inghilterra nella cittadina di Stratford-Upon-Avon<br />
avrebbe trasformato<br />
quindi <strong>Il</strong> suo nome da Michelangelo<br />
Florio Crollalanza, nel suo<br />
equivalente (tradotto letteralmente<br />
Shake= Scrollare; Speare= <strong>La</strong>ncia)<br />
Shakespeare, mentre il nome William<br />
lo avrebbe preso dal figlio di<br />
suo cugino morto prematuramente.<br />
Un’altra tesi è invece quella secondo<br />
cui il bardo, una volta giunto<br />
in terra britannica, trasformò al<br />
maschile il nome e cognome della<br />
madre Guglielma Crollalanza nell’esatta<br />
traduzione inglese, ovvero:<br />
William Shakesperare.<br />
<strong>La</strong> suggestiva congettura viene<br />
sposata, appunto, da Domenico<br />
Seminerio che ne fa la trama del<br />
suo romanzo. Qui il Seminerio<br />
affida a Gregorio Perdepane, vecchio<br />
maestro in pensione, il compito<br />
di scavare nel fitto mistero<br />
della vicenda e di proporre tutti i<br />
suoi interrogativi, le sue supposizioni<br />
e le sue conclusioni ad uno<br />
scrittore che, all’inizio, sembra<br />
divertito e distaccato, ma poi con<br />
l’intricarsi del mistero, asseconda<br />
le circonvoluzioni mentali del<br />
docente fino a rimanerne irresistibilmente<br />
invischiato.<br />
L’aggrovigliata materia è stata<br />
oggetto anche di approfondimenti<br />
da parte dei media, che non hanno<br />
trascurato di invitare Seminerio<br />
per farsi dare dall’autore spiegazioni<br />
più dettagliate. In particolare<br />
Roberto Giacobbo, conduttore del<br />
riposare le loro stanche membra: si trattava di<br />
chiese e “hospitalia”, quest’ultimi curati dall’ordine<br />
di S. Giacomo d’Altopascio”.<br />
Con un DVD emozionante e commovente,<br />
i due giovani Manlio Caliri e Oscar Loiacono<br />
presentano quello che è stato il loro personale<br />
cammino verso la città del santuario,<br />
dai Pirenei francesi sino in Galizia. Le foto,<br />
stupende e suggestive, dei paesaggi attraversati,<br />
sono state accompagnate da musiche<br />
che, di volta in volta, descrivevano le<br />
emozioni dei momenti vissuti: la grinta con<br />
programma “Voyager”, ha ospitato<br />
Domenico Seminerio per ben<br />
due volte. Poi Tiberio Timperi in<br />
“Mattina in Famiglia” e pure Vincenzo<br />
Mollica in “Do Re Ciack<br />
Gulp”. Niente da dire, l’interesse<br />
ed i dibattiti in merito si moltiplicano.<br />
Persino la stampa d’oltremanica<br />
è costretta ad ammettere<br />
che in ciò che si sa sulla vita di<br />
William Shakespeare ci sono molte<br />
lacune, a cominciare dal fatto<br />
che sapesse “troppo” dell’Italia,<br />
per un inglese del tempo. <strong>Il</strong> mistero<br />
è oltremodo fitto ed impenetrabile,<br />
e, probabilmente, destinato a<br />
rimanere tale, forse per sempre.<br />
Nella stesura della sua opera, Domenico<br />
Seminerio denota una capacità<br />
affabulatoria non comune,<br />
e la notevole cultura dell’autore<br />
trasuda dalle pagine del romanzo.<br />
Egli, di formazione certamente<br />
classica, cultore ed appassionato<br />
del passato, è già al suo terzo romanzo:<br />
“Senza re né regno” (2004),<br />
“<strong>Il</strong> cammello e la corda” (2006) e<br />
“<strong>Il</strong> manoscritto di Shakespeare”<br />
(2088), tutti editi dalla Casa <strong>Editrice</strong><br />
Sellerio di Palermo. Appunto in<br />
quest’ultimo, adatto a tutti i gusti,<br />
può trovare di che saziarsi sia chi<br />
predilige addentransi nell’arcano,<br />
sia chi, invece, propende per le trasparenti<br />
certezze. Costoro potranno<br />
così comprendere come, l’incerto<br />
e l’indefinito, possano dare<br />
stimolo alla conoscenza. Che poi è<br />
il segreto del sapere. <br />
<strong>Il</strong> cammino di Santiago de Compostela: un viaggio verso se stessi<br />
Gli antichi rapporti tra Sicilia e la città del santuario<br />
cui s’intraprende una salita impervia, la<br />
voglia di raggiungere la meta, i momenti<br />
di enorme stanchezza e di sconforto.<br />
E poi ancora la consapevolezza di non<br />
sapere più dove ci si trova e l’esserne,<br />
tuttavia, felici perché liberi, la gioia di<br />
camminare senza fretta perché lungo il<br />
cammino di Santiago il tempo non esiste,<br />
il piacere di condividere il proprio<br />
percorso con nuovi compagni di viaggio<br />
incontrati lungo il cammino.<br />
Tutto questo è il cammino di Santiago,<br />
un percorso di spiritualità e ricerca di sè vissuto<br />
anche da uno dei presenti all’incontro, il<br />
sig. Nino Motta, capo scout del gruppo mottese<br />
per molti anni. Anch’egli ha intrapreso il<br />
suo cammino di Santiago, in compagnia del<br />
fedele se stesso e ci ha offerto un assaggio<br />
della sua esperienza, dicendo che esprimere<br />
a parole ciò che il cammino ha rappresentato<br />
per lui è pressoché impossibile, in quanto<br />
“non è l’uomo che fa il cammino di Santiago<br />
ma è il cammino che fa l’uomo”.
12<br />
É<br />
Società & Tradizioni<br />
C’era una volta “<strong>La</strong> FESTA”<br />
Anche quest’anno regna l’incertezza sulla “Festa Grande”<br />
rradicato, purtroppo, in ognuno di noi il<br />
xluogo comune che il nostro paese sia<br />
xveramente “strano”; un paese che amia-<br />
mo fino all’inimmaginabile, ma che spesso<br />
vediamo “fermo” come per un’atavica inerzia<br />
e permanente staticità.<br />
Ma un paese o una città sono pur sempre<br />
termini astratti che rappresentano una collettività<br />
di persone che pensano, credono,<br />
parlano, fanno finta di agire, che compiono<br />
atti spesso causa di pesanti ripercussioni<br />
demografiche, socio-politiche, culturali e<br />
di arretratezza mentale, talvolta paralizzanti<br />
per le aspettative e le velleità delle<br />
generazioni che si rinnovano.<br />
<strong>La</strong> Generazione “che fu”, ovvero una stretta<br />
cerchia di personaggi di spicco a metà degli<br />
anni ‘50 e ’60, venerava la Santa Patrona di<br />
Motta; erano gli anni dell’immediato dopoguerra,<br />
si davano battaglia a suon di fuochi di<br />
artificio e di bande musicali, ingegnandosi ai<br />
limiti delle possibilità di allora per sopravanzare<br />
le altre confraternite (prima), o gli altri<br />
“partiti” (dopo), per poter meglio “esprimere”<br />
la propria devozione religiosa. Non c’erano,<br />
molte distrazioni: si viaggiava pochissimo, la<br />
vita spirituale coincideva con la vita sociale<br />
e con quella intellettuale. Si andava in giro<br />
a recuperare denaro, barattando frumento e<br />
animali. E ad agosto c’era la Festa.<br />
Poi venne la Generazione “che c’era”, un<br />
misto di rinascimento e di libertà che instillò<br />
per oltre un ventennio un’energia nuova,<br />
una creatività mai immaginata, uno spirito<br />
innovativo senza eguali. <strong>La</strong> Festa presto abbandonò<br />
le sembianze della Festa Patronale<br />
(come nella maggior parte dei paesi vicini)<br />
e divenne un palcoscenico dove misurare le<br />
proprie ingegnosità, le caratteristiche cognitive,<br />
mentali, storico-culturali, filosofiche,<br />
geopolitiche. <strong>La</strong> Festa veniva preparata per<br />
anni interi: si andava a rivedere la storia della<br />
Sicilia, le pagine dimenticate (anzi mai<br />
imparate) della nostra terra. Ci si cimentava<br />
con nuove forme di conoscenza, i costumi<br />
d’epoca, le sfilate storiche, gli esercizi coreografici<br />
degli sbandieratori.<br />
Motta in quegli anni divenne un Paese<br />
“muntuato”(nominato spesso, n.d.r.). Si girava<br />
la Sicilia, la nazione, anche l’Europa.<br />
Eravamo l’invidia dei paesi vicini.<br />
Per delle “strane” coincidenze,<br />
una generazione di giovani e meno<br />
giovani, riuscì a ribaltare le vecchie<br />
impostazioni rituali delle celebrazioni<br />
della Patrona e reinventò la Storia.<br />
Una nuova brezza spirava per le<br />
strade del paese, ci si punzecchiava<br />
sempre più spesso, ma con spirito<br />
goliardico e mai seriamente animoso.<br />
Certo vennero un po’ ribaltate le<br />
gerarchie Rionali, si coniarono nomi<br />
e cariche nuove; erano tutti presi da<br />
questa nuova atmosfera di irrinunciabile<br />
rivalità. L’obiettivo rimaneva<br />
apparentemente lo stesso: festeggiare<br />
e onorare Santa Anastasia, ma sacro<br />
e profano si mischiarono sempre di<br />
più con un “blend” di rievocazione storicoreligiosa<br />
che nessuno poteva immaginare<br />
solo pochi anni prima.<br />
Erano gli anni ’70 e ’80; ma i giovani di<br />
quella generazione avevano il bisogno di<br />
crescere anche professionalmente, individualmente,<br />
e sentivano il bisogno di emigrare,<br />
di conoscere il “mondo”, di crescere<br />
culturalmente. <strong>La</strong> crescita paesana non<br />
coincideva più, o solo, con quella personale.<br />
Cominciò a crescere il divario fra chi restava<br />
solo a pensare alla “Festa successiva”<br />
e chi sentiva l’esigenza di crescere. Molti<br />
cominciarono a stancarsi, l’unanimità degli<br />
intenti, le finalità esclusivamente storicoreligiose<br />
cominciarono a mutare.<br />
Alcuni individualismi si radicarono sempre<br />
più nel tessuto sociale del paese: si cominciò<br />
a intersecare folklore con politica,<br />
storia con spettacolo, cultura con dabbenaggine,<br />
rivalità con inimicizia. Ci si dovette<br />
rassegnare al fatto che non tutti capivano<br />
che era il momento per dare “una svolta” alla<br />
Festa, per farla assurgere a una celebrazione<br />
non solo locale, non solo per auto-compiacersi,<br />
ma anche per farla diventare un evento<br />
turistico più appetibile ed economicamente<br />
più rilevante per l’intera collettività. Renderla,<br />
insomma, più “moderna”.<br />
Era il giusto compenso per tanti anni di<br />
sforzo e tante energie profuse nonostante<br />
le avversità e nonostante l’esclusivo “autofinanziamento”.<br />
E intanto le amministrazioni si succedevano<br />
e i rappresentanti della Chiesa cambiavano a<br />
un ritmo vorticoso. <strong>Il</strong> paese nel frattempo era<br />
cresciuto, la popolazione era raddoppiata da<br />
5 a 10mila. Molti erano immigrati a Motta,<br />
non conoscevano la nostra storia, non se ne<br />
sentivano parte, nonostante i propri figli venissero<br />
automaticamente reclutati nelle varie<br />
schiere di sbandieratori, musici, etc. <strong>La</strong> rappresentatività<br />
della gestione delle celebrazioni<br />
passava, per forza di cose, nelle mani<br />
di persone a volte incompetenti. <strong>La</strong> Festa di<br />
Santa Anastasia cominciava a segnare il passo<br />
e si dovette cedere a una dicotomia lessicale<br />
mai così perfida e difficile da esportare:<br />
la Festa “Grande” e la Festa “Piccola”, cioè a<br />
Gruppo Sbandieratori - Rione Giovani Maestri<br />
Aprile 2010 <br />
dire la celebrazione completa con Sfilate, Calata<br />
del Partito, Calata delle Quartine, Fuochi<br />
à go-go, la Santa in processione per le vie del<br />
paese e dall’altro lato la celebrazione agostana<br />
esclusivamente religiosa.<br />
Le cose diventarono ancora più difficili<br />
e inestricabili perché i Rioni, che rivendicavano<br />
un ruolo primario nel panorama<br />
socio-politico paesano, erano costretti a segnare<br />
il passo per troppi anni in attesa della<br />
Festa Grande. Si inventarono allora le Feste<br />
Medievali, un altro capitolo di innovazione<br />
tutta mottese, che ci fece fare un altro passo<br />
avanti nel mondo culturale della provincia<br />
catanese, da tutti imitato successivamente e<br />
mai abbastanza riconosciuto, né da politici,<br />
né da personaggi illustri del mondo della<br />
cultura provinciale e neanche, per la verità,<br />
da molti politici locali.<br />
Motta era grande ma viveva di cose troppo<br />
piccole; aveva paura di fare il grande balzo.<br />
Ha preferito, così, vivere del quotidiano, di<br />
cose troppo piccole per impressionare gli<br />
altri, ma troppo grandi per combattersi all’interno<br />
e minare visceralmente la propria<br />
autonomia e la propria esclusività. Così la<br />
Festa, che con la generazione che fu si celebrava<br />
ogni due anni (ultimo evento nel<br />
1968), con la “Generazione che era” dovette<br />
passare a cadenza triennale (anni 1971-1974-<br />
1977), poi quadriennale negli anni<br />
80 (1980-1984-1988) e addirittura<br />
quinquennale negli anni Novanta<br />
(Sic!!): nel 1992 e 1997. E poi?<br />
Poi la Generazione “che c’è” (attuale)<br />
ha dovuto fare i conti con<br />
l’eredità dei nonni e dei padri. Con<br />
le beghe, le diatribe, le inconclusive<br />
ed estenuanti riunioni tra Chiesa,<br />
Comune (quando è presente) e Rioni,<br />
per dibattere se due centimetri di<br />
Piazza possono essere oltrepassati,<br />
se ripristinare o meno il Giro della<br />
Santa attraverso vecchie e obsolete<br />
“trazzere”, se un Arco trionfale consente<br />
il passaggio del fercolo, o la<br />
vista dalla Piazza, se le esibizioni<br />
dei Gruppi sconvolgono il programma<br />
religioso, etc. Segue
Aprile 2010 Società & Tradizioni 13<br />
Gruppo Sbandieratori - Rione Vecchia Matrice Gruppo Sbandieratori - Rione Panzera<br />
Chiacchiere, inutili storie, comportamenti<br />
puerili, lotte intestine (anche in seno ai<br />
vari Rioni) che hanno irrimediabilmente<br />
arrestato il processo di crescita a cui abbiamo<br />
assistito per tanti anni.<br />
Le ragioni individuali, le prese di posizione<br />
di clan e piccoli gruppi, le trattative<br />
preliminari fra le parti, hanno reso l’aria<br />
irrespirabile. Ancora oggi, questi contrasti<br />
e prese di posizione, su dove fare il Palio<br />
o come usare il Parcheggio, dove fare<br />
l’esibizione degli sbandieratori, o come<br />
fare il Giro della Santa e dove sparare i<br />
Fuochi, fanno riemergere vecchie beghe<br />
pluriennali mai sopite. Si scende a singolar<br />
tenzone fino ad annullare le speranze<br />
della gente comune che mai ha capito fino<br />
in fondo le ragioni di tanto malessere ed<br />
estenuante trattativa.<br />
Anche quest’anno la solita solfa: la<br />
Festa si fa o non si fa? Si mettono d’accordo<br />
o no? Per chi manca stavolta? <strong>La</strong><br />
commissione centrale esiste ancora? E<br />
che ruolo ha la Pro Loco? Ma chi conta<br />
davvero in queste chilometriche riunioni<br />
preliminari? E’ davvero il parere esperto<br />
a prevalere o l’arroganza di qualcuno più<br />
in auge al momento? Posizioni intransigenti<br />
e individualistiche, spesso in chiaro<br />
contrasto o in forzata antitesi con le<br />
aspettative del potere politico locale (da<br />
sempre storicamente assente da tutti que-<br />
sti aspetti e mai abbastanza informato,<br />
per scelta o per necessità).<br />
Non c’è un criterio univoco o una procedura<br />
“rituale o tradizionale” accettata da<br />
tutti; per noi mottesi le tradizioni si sposano<br />
con “il nostro esclusivo interesse” per<br />
cui tutto il resto passa in secondo piano.<br />
Così tutto diventa un terno al lotto. <strong>La</strong><br />
Festa Grande continua ad essere un “miraggio”<br />
per i mottesi e la sua cadenza ormai<br />
esclusivamente “Giubilare”, nel senso<br />
che forse dovranno passare almeno 25<br />
anni fra una Festa e l’altra!!<br />
Nessuno si senta offeso, naturalmente,<br />
come cantava un famoso cantautore… <br />
Corso Italia, 302 - 95127 Catania<br />
G. Z.
14<br />
Cultura<br />
I<br />
n occasione della Santa Pasqua<br />
appena trascorsa, il<br />
gruppo Scout di Motta S.<br />
Anastasia, guidato dai capi Simone<br />
Giacalone e Rosa Licari,<br />
ha preso il volo alla volta di Sant’Antimo,<br />
località a 50 km da<br />
Siena, circondata da una fiorente<br />
vegetazione e dominata dalla suggestiva<br />
Abbazia di Sant’Antimo.<br />
“In occasione del Triduo pasquale,<br />
giovedì 1, venerdì 2 e<br />
sabato 3 aprile – spiega il sig.<br />
Giacalone – abbiamo pensato<br />
di regalare ai nostri ragazzi un<br />
momento di fede e preghiera<br />
forte e intenso. Abbiamo scelto<br />
un’Abbazia lontana come quella<br />
di Sant’Antimo con l’obiettivo<br />
di immergerci nello spirito<br />
della Passione di Cristo senza<br />
distrazioni, lasciando alle spalle<br />
le nostre vite quotidiane”.<br />
<strong>Il</strong> Triduo pasquale a Sant’Antimo ha rappresentato<br />
un momento particolare per i nostri<br />
scout mottesi, in quanto vissuto in armonia e<br />
comunione con altri scout, in tutto 750, provenienti<br />
da tutta Italia.<br />
“Appena arrivati – ci dice il capo scout – i<br />
ragazzi hanno disposto le loro tende alla base<br />
della collina su cui si erge la splendida abbazia.<br />
Circondati da un siffatto luogo, di cui il<br />
silenzio e la pace sono i custodi, i nostri mo-<br />
menti di riflessione e preghiera hanno acquisito<br />
un valore aggiunto”.<br />
Tra liturgie in latino, canti gregoriani e lodi<br />
mattutine i nostri scout hanno assaporato il vero<br />
e autentico spirito della Pasqua, non la festa del<br />
cioccolato, dei grandi banchetti, del consumismo<br />
sfrenato, ma la Pasqua del Signore.<br />
“Un momento particolarmente significativo<br />
– continua il capo scout – è stato quello della<br />
Via Crucis itinerante, tra le verdi colline e il<br />
cielo limpido sopra di noi, un percorso durato<br />
dalle ore 09:30 alle ore 15:00”.<br />
Aprile 2010 <br />
Emma <strong>La</strong> Spina e la sua scomoda denuncia<br />
“<strong>Il</strong> suono di mille silenzi”<br />
<strong>La</strong> storia di un’infanzia negata<br />
di Maria Luisa Caruso<br />
C<br />
ontinuano con grande successo<br />
di pubblico gli incontri,<br />
organizzati dal dott. Vito Caruso,<br />
Assessore alla Cultura, volti<br />
ad aprire una finestra su diversi e<br />
sempre nuovi universi narrativi.<br />
Grazie a tali iniziative si ha<br />
modo di avere, ogni volta, un primo<br />
e intenso approccio al testo in<br />
presenza dello stesso autore.<br />
Presso la biblioteca comunale<br />
“Angelo Emanuele” un pubblico<br />
folto e affezionato di ascoltatori, si<br />
è riunito attorno a Emma <strong>La</strong> Spina,<br />
la quale, con semplicità e con l’ancora<br />
viva sofferenza nel cuore, ci<br />
ha accompagnato, attraverso il suo<br />
libro “<strong>Il</strong> suono di mille silenzi”, in<br />
una dimensione che credevamo<br />
ormai lontana nel tempo e invece,<br />
purtroppo, ancora vicina a noi.<br />
Ha presentato l’opera la prof.ssa<br />
Luisa Spampinato e il commento<br />
è stato curato dalla prof.ssa Daniela<br />
Di Piazza, preside dell’Istituto<br />
Comprensivo “G. D’Annunzio”<br />
di Motta S. Anastasia.<br />
“Ho trascorso l’infanzia e la prima<br />
giovinezza in un istituto per<br />
bambini abbandonati – scrive l’autrice<br />
– credendo che la vita, la vita<br />
di tutti, fosse simile a ciò che a me<br />
era toccato in sorte: continue sevizie<br />
fisiche e psicologiche, ignoranza<br />
dei più elementari fatti dell’esistenza,<br />
miseria profonda. <strong>Il</strong> giorno<br />
stesso in cui ho compiuto diciotto<br />
anni, venute meno le sovvenzioni<br />
pubbliche, sono stata buttata in<br />
strada, abbandonata in un deserto<br />
affollato a me sconosciuto”.<br />
Sono queste alcune delle frasi<br />
salienti che riassumono la<br />
storia travagliata e sofferente<br />
di una bambina, che bambina<br />
non è mai stata, la storia di<br />
un’infanzia negata e della lotta<br />
disperata di Emma per riappropriarsi<br />
del proprio destino.<br />
Emma <strong>La</strong> Spina ha quarantotto<br />
anni e vive in Sicilia. <strong>La</strong> storia che<br />
ci racconta non è dunque troppo<br />
lontana né nel tempo né nello<br />
spazio, in quanto l’istituto a cui<br />
fa riferimento nel libro si trova a<br />
Catania e i personaggi che hanno<br />
contribuito a costruire, passo dopo<br />
passo, la sua Via Crucis di bimba<br />
sono quasi tutti viventi.<br />
<strong>La</strong> prof.ssa Spampinato commenta<br />
la storia di Emma spiegandoci<br />
come, in un passato non<br />
troppo remoto, la popolazione<br />
dei figli di N.N. fosse un esercito<br />
numeroso e triste. <strong>Il</strong> nome, segno<br />
distintivo dell’individualità di una<br />
persona, veniva loro attribuito in<br />
maniera del tutto casuale tanto<br />
che l’autrice definisce il proprio<br />
nome “bandiera della mia sofferenza<br />
e della mia riscossa”.<br />
Nell’istituto, racconta l’autrice,<br />
tutto era rigidamente program-<br />
mato, anche gli orari per i bisogni<br />
fisiologici; se l’organismo non<br />
avesse rispettato tali orari la punizione<br />
sarebbe stata certamente<br />
corporale. Nessun pianto, nessuna<br />
risata tra le bimbe dell’istituto,<br />
solo il suono di mille silenzi.<br />
E’ un libro di denuncia, quello di<br />
Emma, ad un intero sistema, quello<br />
degli istituti per bimbi abbandonati<br />
gestiti dalla Chiesa, un sistema<br />
che si adorna di tante virtù,<br />
tante prove di bontà e misericordia,<br />
ma che ha compromesso gravemente<br />
le vite di molte persone<br />
come Emma, e che oggi vogliono<br />
un riscatto morale. O più semplicemente<br />
un ritorno alla vita. <br />
<strong>La</strong> Pasqua degli scout di Motta a Sant’Antonio<br />
Tra liturgie e preghiere all’insegna della ricerca di Cristo<br />
Numerosi sono stati i<br />
momenti di riflessione che<br />
gli scout hanno condiviso<br />
insieme e ognuno nell’intimità<br />
del proprio io, dando<br />
voce a quella parte di ognuno<br />
di noi che, nella vita di<br />
ogni giorno, è spesso tenuta<br />
sotto silenzio.<br />
“<strong>Il</strong> momento clou del sabato,<br />
ultimo giorno della<br />
nostra avventura – prosegue<br />
il sig. Giacalone – è<br />
stato quello che ci ha visti<br />
cantare tutti insieme intorno<br />
ad un grande fuoco.<br />
Ogni gruppo ha intonato il<br />
proprio inno distintivo in<br />
segno di saluto”.<br />
Sono emozioni e sensazioni<br />
che difficilmente oggi<br />
si riescono a provare, forse<br />
perché in fondo, questo mondo frenetico in<br />
cui ci muoviamo come pedine impazzite e del<br />
quale tanto ci lamentiamo, ci impone una sorta<br />
di schematicità, ordine e rigore che lasciano<br />
ben poco spazio all’afflato vitale dell’anima.<br />
Forti di tale esperienza i nostri scout si<br />
preparano a rivivere tali momenti, di intensa<br />
preghiera e spiritualità, in occasione della<br />
Pasqua che verrà, e proprio qui, nella nostra<br />
comunità mottese. <br />
M. L. C.
ANIMALI<br />
(Regalo - Cod. A 001)<br />
PASTORE TEDESCO, cuccioli<br />
nati l’23 marzo. Regalasi. Tel.<br />
340/2244054.<br />
VEICOLI<br />
(Offro - Cod. F 001)<br />
VENDO auto Volkswagen Golf 1,9<br />
TD 110 cv anno 1998, condizioni<br />
da vetrina, 3 porte, full-optionals €<br />
4.200,00 trattabili Tel 349/6988629<br />
VENDO auto Fiat Punto 1,3<br />
- 5 porte, anno 2008, full-optionals<br />
€ 8.900,00 non trattabili Tel<br />
349/7093619<br />
CODICI ANNUNCI<br />
Animali:<br />
Regalo Cod. A 001<br />
Vendo Cod. A 002<br />
SmaritI Cod. A 003<br />
Accessori<br />
Immobili:<br />
Cod. A 004<br />
Affi tto Cod. B 001<br />
Vendita Cod. B 002<br />
Vacanze<br />
<strong>La</strong>voro:<br />
Cod. B 003<br />
Cerco Cod. C 001<br />
Offro Cod. C 002<br />
Concorsi<br />
Relazioni:<br />
Cod. C 003<br />
Matrimonio Cod. D 001<br />
Messagi Cod. D 002<br />
Sociali Cod. D 003<br />
Tempo libero:<br />
Arte Cod. E 001<br />
Collezioni Cod. E 002<br />
Libri Cod. E 003<br />
Musica Cod. E 004<br />
Riviste Cod. E 005<br />
Cd - DVD<br />
Veicoli:<br />
Cod. E 006<br />
Vendita Cod. F 001<br />
Accessori Cod. F 002<br />
Aprile 2010 Annunci 15<br />
Qui i vostri annunci e le vostre comunicazioni<br />
LAVORO<br />
(Offro - Cod. C 002)<br />
CERCHIAMO persone settore pubblicitario<br />
quali agenti commerciali<br />
tel:095/308221 - Cell. 335/6465617<br />
- Ass. <strong>La</strong><strong>Svolta</strong> <strong>Editrice</strong>.<br />
(Offro - Cod. B 002)<br />
VENDO casa singola 40 mq con<br />
terrazzo sovrastante con possibilita<br />
di ricavare altri 2 vani.<br />
L’immobbile si presenta in buona<br />
condizioni con impianto elettrico<br />
e idrico nuovi. no perditempo tel<br />
3285775013<br />
Nome e Cognome<br />
IMMOBILI<br />
______________________________________________________________<br />
Indirizzo<br />
______________________________________________________________<br />
CAP Città<br />
_______________ ___________________________________________<br />
Recapito telefonico<br />
______________________________________________________<br />
<strong>La</strong> compilazione e la firma di questo modulo autorizza<br />
l’uso dei dati personali ai sensi della legge 675/96<br />
Data_____________ Firma_______________________________________<br />
Testo annuncio da pubblicare<br />
IMMOBILIARE<br />
Rabuazzo Negri<br />
Corso Sicilia, 57 - 95040 Motta S. Anastasia (CT)<br />
Tel./Fax 095 308493<br />
www.immobiliarerabuazzo.com<br />
LOCAZIONE<br />
Motta S. Anastasia – Mansarda,<br />
piano terzo, salone, 3 camere, cucina,<br />
bagno. Terrazzo. Pompe di<br />
calore aria calda/fredda. € 420,00<br />
Motta S. Anastasia – Appartamento,<br />
2° piano, ampio salone,<br />
due camere, cucina, bagno, lavanderia<br />
e ripostiglio. Riscaldamento<br />
autonomo. Balconato. € 450,00<br />
L’ ESPRESSO di Agatino Caffè<br />
Cialde<br />
(di tutte le marche)<br />
Macchine da caffè<br />
(in comodato d’uso)<br />
Servizio a domicilio<br />
VENDITA<br />
Motta S. Anastasia – Centro<br />
storico. Casa singola, due livelli,<br />
complessivi mq. 70. Da ristrutturare.<br />
€ 65.000,00 tratt.<br />
Motta S. Anastasia – Monofamiliare,<br />
due livelli, complessivi<br />
mq. 100, cucina/soggiorno, due<br />
camere, cameretta, ripostiglio e<br />
doppi servizi. € 85.000,00<br />
Duo Leucosia<br />
Per la colonna sonora<br />
dei vostri ricevimenti<br />
chiamate: LE VIOLINISTE<br />
Roberta Zuccarello 340 0533509<br />
Patrizia Leogrande 340 2114112<br />
Tel. 095 7131358 - Cell. 320 1741103<br />
Via Terre Nere, 102 - 95040 Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
Vendita e riparazione: PC-Notebook<br />
Vendita e assistenza: Telefoni, Cellulari<br />
(di tutte le marche) - Realizzazione siti web<br />
Game console (playstation – nintendo)<br />
Vendita online: Computer su misura<br />
Via XX Settembre 196 - 95040 Motta S. Anastasia (CT)<br />
AF COMPUTER 340 6128317 - E-mail: afcomputer@email.it<br />
COME E DOVE INVIARE IL<br />
TESTO DEI VOSTRI ANNUNCI<br />
Fare recapitare entro il 10 di ogni mese<br />
alla redazione de <strong>Il</strong> <strong>Mottese</strong> presso:<br />
Periodico “<strong>Il</strong> <strong>Mottese</strong>”<br />
Via Vitt. Emanuele, 244<br />
95040 Motta Sant’Anastasia (CT)<br />
E-mail: ilmottese@lasvolta.it<br />
Informazioni: Tel. 095-8361774 - Cell. 335-6465617<br />
Oggetto e/o codice: _________________________________ Scrivere una parola per riquadro
Aprile 2010 <strong>Il</strong> <strong>Mottese</strong>