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Il Mottese - APRILE - Ok.indd - La Svolta Editrice

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8<br />

Attualità<br />

Purtroppo il progettista, non solo era ignorante<br />

in materia di muri di contenimento in<br />

zone franose, ma ignorava altresì la Parabola<br />

Evangelica che ricorda la stabilità di una casa<br />

costruita sulla roccia e la precarietà di quella<br />

costruita sulla sabbia, destinata a crollare alle<br />

prime intemperie.<br />

Questo è quanto accadde al muraglione ciclopico<br />

che, magnifico nella sua imponenza,<br />

ebbe durata effimera; infatti una settimana prima<br />

dell’inaugurazione, comparve una linea di<br />

frattura verticale al centro della costruzione.<br />

Iniziò in tal modo il lento ed inesorabile scivolamento<br />

a valle con profondamento tant’è che,<br />

nel giro di un quindicennio, l’apice del muro<br />

era due metri sotto il livello stradale.<br />

<strong>Il</strong> protagonista che doveva essere immediatamente<br />

radiato dall’albo degli ingegneri e<br />

“fucilato” a ridosso del suo muro per il gravissimo<br />

errore di progettazione, credo che non fu<br />

mai perseguito né penalmente né civilmente.<br />

Mi consenta una breve digressione, Signor<br />

Sindaco, perché, a proposito di opere pubbliche<br />

“andate a male” credo che non hanno<br />

acquisito particolari meriti l’ideatore, il progettista<br />

e l’esecutore della meravigliosa Villa<br />

Comunale, gloria e vanto del nostro Comune,<br />

frequentata più dagli animali da pascolo che<br />

dalle mamme con carrozzine e bebè, a parte i<br />

black block che hanno trovato dove sfogarsi.<br />

Un centinaio di milioni sprecati al vento, salvo<br />

per quelli che…. sono andati a buon fine...<br />

Chiedo venia ma ho voluto citare lo spreco<br />

del pubblico denaro per opere velleitarie, a<br />

monito, insegnamento e ricordo agli amministratori<br />

di oggi e domani che simili errori<br />

non possono e non debbono essere cancellati<br />

dalla memoria, per non essere impunemente<br />

ripetuti. Mi scuso per l’inciso, ma torniamo al<br />

fatto che nel giro di un quindicennio, siamo<br />

nel 1954, la strada principale del Paese, era<br />

destinata una seconda volta ad essere interdetta<br />

alla circolazione veicolare, per il lento<br />

ma inesorabile sprofondamento, tale che era<br />

consentito il solo transito ai pedoni.<br />

L’Amministrazione Comunale del tempo<br />

dovette correre ai ripari, affidando una<br />

nuova progettazione ad esperto del settore<br />

che potesse dare una soluzione definitiva al<br />

problema della frana, (imputabile solo alla<br />

particolare conformazione del terreno argil-<br />

Foto n. 5 - Gli Eucaliptus di Viale Carmine Caruso<br />

periodicamente potati<br />

loso) in quel tratto di strada, tanto importante<br />

e vitale per l’intero paese.<br />

Eravamo alla fine degli anni ’50 quando<br />

iniziano i lavori: all’altezza del numero civico<br />

110 – 74 si forma una profonda voragine,<br />

frutto dell’asportazione di tutta la massa<br />

argillosa sottostante, instabile per scorrimento<br />

di vene d’acqua. Tale cavità viene<br />

riempita con tonnellate di pietrame poroso e<br />

leggero; alla base vengono sistemate, come<br />

muro di contenimento, decine di cassoni di<br />

rete metallica pieno di pietre (buzzonate),<br />

ancora oggi visibili ed efficienti.<br />

Così viene a poco a poco ripristinata la<br />

sede stradale, dopo aver creato il drenaggio<br />

necessario per lo scorrimento delle vene<br />

d’acqua ivi esistenti. Alla fine l’opera viene<br />

completata con la messa a dimora di decine<br />

di piantine di Eucaliptus, che formano l’attuale<br />

boschetto frondoso di “sutta a villa o<br />

supra a cruci”, come all’epoca veniva comunemente<br />

chiamata la zona del Calvario.<br />

Da oltre 40 anni, grazie a quel bravo professionista,<br />

che meriterebbe una targa ricordo,<br />

la Via Vittorio Emanuele in quel tratto è stabilizzata<br />

al….. 90% (vedi foto n° 3).<br />

Ed ora Signor Sindaco, dalla storiografia,<br />

entro nel merito della problematica di cui in<br />

premessa: la prevenzione.<br />

Aprile 2010 <br />

Foto n. 4 - Uno spicchio della vallata dei Sieli con “u poiu a vardia”<br />

Esattamente 10 anni fa, veniva trasmessa<br />

al suo collega del tempo una istanza, manoscritta<br />

dallo stesso estensore della presente<br />

a firma di 9 abitanti del posto, che le allego<br />

in copia, con la quale si chiedeva il taglio, o<br />

potatura, di tutti gli alberi di eucaliptus di “<br />

supra a cruci” perché procuravano e procurano<br />

ancora oggi un triplice danno.<br />

<strong>Il</strong> primo, ed è il più grave in assoluto, consiste<br />

nel fatto che gli eucaliptus si sono elevati<br />

in altezza, alcuni superano 40 metri e non si<br />

sono radicati abbastanza in profondità, cosi il<br />

compito di contenimento del terreno, per cui<br />

quel bravo progettista li volle in quel posto,<br />

viene disatteso, in quanto un apparato radicale<br />

modesto ha come logica conseguenza<br />

una modesta forza di contenimento del movimento<br />

franoso; il secondo motivo attiene<br />

alla salute di bambini ed anziani, in quanto<br />

nel periodo ell’infiorescenza rilasciano delle<br />

leggere spore gialle, che ci ritroviamo in ogni<br />

angolo della casa, altamente allergizzanti e<br />

lei che è medico sa, come sono in aumento le<br />

malattie allergiche. <strong>Il</strong> terzo motivo riguarda<br />

solo gli innamorati della natura, del panorama,<br />

delle verdi vallate come è la nostra dei<br />

“sieli” con i suoi calanchi, solo che quelle<br />

inutili e dannose fronde, tutto questo lo nascondono<br />

ai nostri occhi. Segue <br />

Foto n. 6 - Gli Eucaliptus di “supra a cruci”,<br />

Via Vitt. Emanuele, mai potati

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