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Il Mottese - APRILE - Ok.indd - La Svolta Editrice

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Aprile 2010 Attualità 7<br />

Lettera aperta al Sindaco di Motta S. Anastasia<br />

Storie di frane e di prevenzione<br />

G ent. sindaco,<br />

chi le scrive è un <strong>Mottese</strong> “ DOC “ di anni<br />

76, freschi di qualche giorno, che, dopo le<br />

immagini sconvolgenti della frana di S. Fratello,<br />

di Maierato e quella più recente di Caronia,<br />

ricorda tristemente gli eventi franosi<br />

che hanno interessato negli ultimi 50 anni,<br />

la parte alta della strada principale del nostro<br />

paese dal “ Ponte “ al “ Calvario “.<br />

Della più recente, quella del 1986 ( vedi<br />

foto n. 1) e che in tanti ricorderanno, sono<br />

stato spettatore-attore ed è la frana che ha<br />

procurato in assoluto i maggiori danni agli<br />

abitanti della zona, dove molte abitazioni<br />

sono state demolite, dichiarate inagibili o<br />

seriamente danneggiate.<br />

Se da un lato, una comune sinergia tra Amministrazione<br />

Comunale, Genio Civile e Regione<br />

Siciliana riuscì a dare rapido inizio ai lavori<br />

di palificazione che stabilizzarono, in maniera<br />

soddisfacente, la zona interessata, lo stesso<br />

non può dirsi nel campo dei rapporti tra cittadini<br />

danneggiati e Amministrazione Comunale,<br />

per via delle numerose vertenze di risarcimento<br />

danni che videro quest’ultima soccombente<br />

e le casse comunali prosciugate dalle sentenze<br />

risarcite. Purtroppo la mancata manutenzione<br />

della rete fognaria nel pezzo di strada franato,<br />

che scaricava l’acqua nella terra argillosa anziché<br />

nella normale sede e quindi provocò il dissesto,<br />

ebbe anche come conseguenza grave la<br />

totale chiusura al traffico veicolare, dell’unica<br />

via che ancora oggi conduce al Centro Storico,<br />

e quindi uno sconvolgimento della circolazione,<br />

che si protrasse per parecchi anni.<br />

Dal male però, molto spesso scaturisce il<br />

bene e così la zona “Ponte” e la Via Vittorio<br />

Emanuele interessata dai lavori di palificazione<br />

è stata riqualificata in maniera decorosa e di<br />

più lo sarà, se andrà in porto il progetto di una<br />

grande piazza, come ho appreso dalle notizie<br />

Foto n. 2 - 03/01/1954 - <strong>La</strong> sede<br />

stradale di Via Vitt. Emanule, dopo la<br />

costruzione del Muro Ciclopico ed il<br />

suo parapetto di prezione<br />

della stampa. <strong>La</strong> storia continua e così vado a<br />

parlare di un’altra frana, di cui pochissimi hanno<br />

memoria, che si verificò agli inizi degli anni<br />

’50 in un breve tratto sempre della Via Vittorio<br />

Emanuele proprio nella curva prima del calvario,<br />

dal numero civico 110 al 74.<br />

Infatti, a causa di infiltrazione di acque profonde<br />

negli strati argillosi di cui si componeva<br />

il terreno, si creò una enorme spaccatura<br />

nella sede stradale con conseguente scivolamento<br />

a valle del costone.<br />

Pochissimi e modesti i danni alle abitazioni,<br />

ma enorme il danno alla circolazione veicolare<br />

e quindi i disagi, per il difficile accesso al<br />

Centro Storico, dove all’epoca si affollavano<br />

il Comune ed i suoi uffici, le scuole elementari,<br />

la Banca, l’Ufficio Postale, i Carabinieri,<br />

le Sedi dei Partiti Politici D.C. – P.C.I. – P.S.I.<br />

– M.S.I. ecc., la Chiesa Parrocchiale, ben 4 Bar<br />

ed alcuni esercizi commerciali (chi non ricorda<br />

“ u zù Natali u Niuru” e a “za Nedda a Luigi”),<br />

Foto n. 1 - Anno 1986 - Dissesto franoso in Via Vitt. Emanuele<br />

la Sala Giochi e la rivendita tabacchi.<br />

In considerazione degli enormi disagi arrecati<br />

ai cittadini, gli amministratori dell’epoca<br />

affidarono, con somma urgenza, incarico ad un<br />

ingegnere per l’approfondimento di un progetto<br />

che ponesse al sicuro la zona franosa, ripristinando<br />

la “normale viabilità”, ridotta, per la<br />

frana, al solo passaggio pedonale.<br />

Così venne messo in cantiere un progetto che<br />

prevedeva la costruzione di un enorme muro<br />

ciclopico di contenimento che, dal “Calvario”,<br />

arrivò quasi a ridosso dell’ ex Cinema Aurora<br />

di Pasquale Platania. A lavori ultimati all’apice<br />

del muraglione, venne costruito un parapetto,<br />

intercalato da tubi di ferro, per la sicurezza<br />

dei passanti, così come appare nella foto n.2<br />

scattata il 03-01-1954, con sullo sfondo il<br />

citato Cinema Aurora inghiottito anch’esso,<br />

successivamente, dalla frana. Segue <br />

Foto n. 3 - Anno 1974 - <strong>La</strong> stessa sede stradale di cui alla foto 2, dopo i nuovi<br />

lavori degli anni 60 il Muro Ciclopico sparisce

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