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Il Mottese - APRILE - Ok.indd - La Svolta Editrice

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di Lella Seminerio<br />

C<br />

ontinua con crescente successo<br />

la rassegna letteraria “Stasera<br />

Libro”, di cui si deve<br />

dare ampio merito all’assessore<br />

Vito Caruso, che, lo scorso 9 aprile,<br />

e in collaborazione con l’associazione<br />

“Interminati spazi” di cui<br />

fanno parte Giuseppe Condorelli<br />

e Paoli Lisi, ha proposto un libro a<br />

dir poco intrigante “<strong>Il</strong> manoscritto<br />

di Shakespeare” di Domenico Seminerio<br />

edito da Sellerio.<br />

L’idea del romanzo è, quantomeno<br />

affascinante: l’ipotesi che<br />

William Shakespeare, grande genio<br />

letterario mondiale, sia nato in<br />

Sicilia e, più precisamente, a Messina.<br />

Diciamo la verità, piacerebbe<br />

a tutti noi che uno dei più grandi<br />

drammaturghi di tutti i tempi, da<br />

più parti visto come l’inventore<br />

della moderna produzione letteraria,<br />

sia siciliano. <strong>La</strong> teoria sta<br />

in piedi per diverse motivazioni:<br />

1- sono in molti gli studiosi che<br />

giudicano il nome di Shakespeare<br />

uno pseudonimo; 2- esistono dell’autore<br />

di Stratford-upon-Avon<br />

solo quattro ritratti che, a detta di<br />

esperti, raffigurano quattro persone<br />

diverse; 3- non esiste nessun<br />

manoscritto a firma autografa del<br />

grande poeta inglese; 4- sulla sua<br />

nascita nel paesino inglese aleggia<br />

tutt’ora un alone di mistero ed infine,<br />

ancor oggi i suoi discendenti<br />

(per la legge inglese possono farlo),<br />

si rifiutano di far conoscere i<br />

Aprile 2010 Cultura 11<br />

Ma Shakespeare era inglese o... siciliano?<br />

L’affascinante ipotesi nel libro di Domenico Seminerio<br />

di Maria Luisa Caruso<br />

E<br />

ccoci ad un’altra importante tappa<br />

de “<strong>La</strong> stirpe dei viaggiatori”.<br />

L’iniziativa, promossa dall’Assessorato<br />

comunale alla Cultura, continua<br />

a proporci viaggi e percorsi sempre<br />

nuovi che toccano il cuore e fanno<br />

vibrare l’anima.<br />

Manlio Caliri e Oscar Loiacono presentano<br />

il loro “cammino di Santiago”.<br />

L’introduzione è a cura del prof. Massimo<br />

Porta, delegato regionale del Centro italiano<br />

studi compostelani, il quale ha illustrato<br />

gli antichi rapporti tra la Sicilia e Santiago de<br />

Compostela, cittadina della Galizia, nella Spagna<br />

nord-occidentale.<br />

“Nel medioevo – spiega il prof. Porta – soprattutto<br />

dall’Europa centrale, dall’Italia centrale<br />

ma anche dalla Sicilia, i pellegrini, facendo<br />

voto, partivano alla volta di Santiago, luogo<br />

di culto molto conosciuto nel mondo cristiano.<br />

Lungo il percorso siciliano, ogni 20 km circa,<br />

vi erano dei luoghi in cui i pellegrini potevano<br />

L’Assessore Vito Caruso<br />

documenti che potrebbero far luce<br />

su tante ambiguità (perché mai?).<br />

Dunque è possibile ipotizzare la<br />

nascita del genio letterario in altro<br />

loco. <strong>Il</strong> prof. Martino Iuvara, docente<br />

della cattedra di Letteratura<br />

Italiana a Palermo, infatti, dà del<br />

fitto mistero delle spiegazioni che<br />

sembrano più che plausibili. Michelangelo<br />

Florio nasce a Messina<br />

nel 1564, da un medico, Giovanni<br />

Florio e una nobildonna chiamata<br />

Guglielma Crollalanza, entrambi<br />

calvinisti. A causa della Santa Inquisizione<br />

che li perseguitava come<br />

eretici, la famiglia dovette scappare<br />

da Messina, e si rifugiò prima a<br />

Treviso, poi a Venezia, Padova e<br />

Mantova (da queste esperienze in<br />

alta Italia, potrebbero essere nate le<br />

15 opere su 37 che il sommo poeta<br />

ambienta nel bel Paese). Successivamente,<br />

un cugino inglese della<br />

madre, che abitava a Stratford,<br />

prese il ragazzo in casa. Arrivato in<br />

Inghilterra nella cittadina di Stratford-Upon-Avon<br />

avrebbe trasformato<br />

quindi <strong>Il</strong> suo nome da Michelangelo<br />

Florio Crollalanza, nel suo<br />

equivalente (tradotto letteralmente<br />

Shake= Scrollare; Speare= <strong>La</strong>ncia)<br />

Shakespeare, mentre il nome William<br />

lo avrebbe preso dal figlio di<br />

suo cugino morto prematuramente.<br />

Un’altra tesi è invece quella secondo<br />

cui il bardo, una volta giunto<br />

in terra britannica, trasformò al<br />

maschile il nome e cognome della<br />

madre Guglielma Crollalanza nell’esatta<br />

traduzione inglese, ovvero:<br />

William Shakesperare.<br />

<strong>La</strong> suggestiva congettura viene<br />

sposata, appunto, da Domenico<br />

Seminerio che ne fa la trama del<br />

suo romanzo. Qui il Seminerio<br />

affida a Gregorio Perdepane, vecchio<br />

maestro in pensione, il compito<br />

di scavare nel fitto mistero<br />

della vicenda e di proporre tutti i<br />

suoi interrogativi, le sue supposizioni<br />

e le sue conclusioni ad uno<br />

scrittore che, all’inizio, sembra<br />

divertito e distaccato, ma poi con<br />

l’intricarsi del mistero, asseconda<br />

le circonvoluzioni mentali del<br />

docente fino a rimanerne irresistibilmente<br />

invischiato.<br />

L’aggrovigliata materia è stata<br />

oggetto anche di approfondimenti<br />

da parte dei media, che non hanno<br />

trascurato di invitare Seminerio<br />

per farsi dare dall’autore spiegazioni<br />

più dettagliate. In particolare<br />

Roberto Giacobbo, conduttore del<br />

riposare le loro stanche membra: si trattava di<br />

chiese e “hospitalia”, quest’ultimi curati dall’ordine<br />

di S. Giacomo d’Altopascio”.<br />

Con un DVD emozionante e commovente,<br />

i due giovani Manlio Caliri e Oscar Loiacono<br />

presentano quello che è stato il loro personale<br />

cammino verso la città del santuario,<br />

dai Pirenei francesi sino in Galizia. Le foto,<br />

stupende e suggestive, dei paesaggi attraversati,<br />

sono state accompagnate da musiche<br />

che, di volta in volta, descrivevano le<br />

emozioni dei momenti vissuti: la grinta con<br />

programma “Voyager”, ha ospitato<br />

Domenico Seminerio per ben<br />

due volte. Poi Tiberio Timperi in<br />

“Mattina in Famiglia” e pure Vincenzo<br />

Mollica in “Do Re Ciack<br />

Gulp”. Niente da dire, l’interesse<br />

ed i dibattiti in merito si moltiplicano.<br />

Persino la stampa d’oltremanica<br />

è costretta ad ammettere<br />

che in ciò che si sa sulla vita di<br />

William Shakespeare ci sono molte<br />

lacune, a cominciare dal fatto<br />

che sapesse “troppo” dell’Italia,<br />

per un inglese del tempo. <strong>Il</strong> mistero<br />

è oltremodo fitto ed impenetrabile,<br />

e, probabilmente, destinato a<br />

rimanere tale, forse per sempre.<br />

Nella stesura della sua opera, Domenico<br />

Seminerio denota una capacità<br />

affabulatoria non comune,<br />

e la notevole cultura dell’autore<br />

trasuda dalle pagine del romanzo.<br />

Egli, di formazione certamente<br />

classica, cultore ed appassionato<br />

del passato, è già al suo terzo romanzo:<br />

“Senza re né regno” (2004),<br />

“<strong>Il</strong> cammello e la corda” (2006) e<br />

“<strong>Il</strong> manoscritto di Shakespeare”<br />

(2088), tutti editi dalla Casa <strong>Editrice</strong><br />

Sellerio di Palermo. Appunto in<br />

quest’ultimo, adatto a tutti i gusti,<br />

può trovare di che saziarsi sia chi<br />

predilige addentransi nell’arcano,<br />

sia chi, invece, propende per le trasparenti<br />

certezze. Costoro potranno<br />

così comprendere come, l’incerto<br />

e l’indefinito, possano dare<br />

stimolo alla conoscenza. Che poi è<br />

il segreto del sapere. <br />

<strong>Il</strong> cammino di Santiago de Compostela: un viaggio verso se stessi<br />

Gli antichi rapporti tra Sicilia e la città del santuario<br />

cui s’intraprende una salita impervia, la<br />

voglia di raggiungere la meta, i momenti<br />

di enorme stanchezza e di sconforto.<br />

E poi ancora la consapevolezza di non<br />

sapere più dove ci si trova e l’esserne,<br />

tuttavia, felici perché liberi, la gioia di<br />

camminare senza fretta perché lungo il<br />

cammino di Santiago il tempo non esiste,<br />

il piacere di condividere il proprio<br />

percorso con nuovi compagni di viaggio<br />

incontrati lungo il cammino.<br />

Tutto questo è il cammino di Santiago,<br />

un percorso di spiritualità e ricerca di sè vissuto<br />

anche da uno dei presenti all’incontro, il<br />

sig. Nino Motta, capo scout del gruppo mottese<br />

per molti anni. Anch’egli ha intrapreso il<br />

suo cammino di Santiago, in compagnia del<br />

fedele se stesso e ci ha offerto un assaggio<br />

della sua esperienza, dicendo che esprimere<br />

a parole ciò che il cammino ha rappresentato<br />

per lui è pressoché impossibile, in quanto<br />

“non è l’uomo che fa il cammino di Santiago<br />

ma è il cammino che fa l’uomo”.

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