cristiani oggi - Assemblee di Dio in Italia
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PAGINA 2 CRISTIANI OGGI<br />
16-31 OTTOBRE 2007<br />
L’OSSERVATORIO EVANGELICO<br />
prosegue dalla prima pag<strong>in</strong>a<br />
Immag<strong>in</strong>i<br />
dalla natura<br />
e dalla Bibbia<br />
Se <strong>in</strong>daghiamo sull’immag<strong>in</strong>e <strong>di</strong> albero<br />
nella Bibbia, scopriamo <strong>in</strong>teressanti<br />
spunti <strong>di</strong> riflessione.<br />
In essa è affermato che un albero fu<br />
il sigillo della libertà dell’uomo, purtroppo<br />
usata <strong>in</strong> malo modo: “<strong>Dio</strong> il Signore<br />
or<strong>di</strong>nò all’uomo: «Mangia pure da ogni<br />
albero del giar<strong>di</strong>no, ma dell’albero della<br />
conoscenza del bene e del male non ne<br />
mangiare; perché nel giorno che tu ne<br />
mangerai, certamente morirai»” (Genesi<br />
2:16-17).<br />
Si può <strong>di</strong>re, perciò, che da esso,<br />
attenzione non a causa d’esso, <strong>in</strong>izia la<br />
storia tormentata dell’umanità.<br />
Nei secoli, purtroppo, gli alberi sono<br />
stati a<strong>di</strong>biti anche a luogo <strong>di</strong> culto: “Si<br />
eressero anch’essi degli alti luoghi con<br />
delle statue e degl’idoli d’Astarte su tutte<br />
le alte coll<strong>in</strong>e e sotto ogni albero verdeggiante”<br />
(I Re 14:23).<br />
Anzi, loro malgrado hanno provveduto<br />
la materia prima per la costruzione<br />
degli idoli pagani: “…Non hanno <strong>in</strong>telletto<br />
quelli che portano il loro idolo <strong>di</strong><br />
legno e pregano un <strong>di</strong>o che non può<br />
salvare” (Isaia 45:20).<br />
Uno fra i Salmi più noti paragona il<br />
credente fedele alla Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> ad<br />
“…un albero piantato vic<strong>in</strong>o a ruscelli,<br />
il quale dà il suo frutto nella sua stagione,<br />
e il cui fogliame non appassisce; e<br />
tutto quello che fa, prospererà” (Salmo<br />
1:3).<br />
Nel Nuovo Testamento la figura <strong>di</strong><br />
Gesù campeggia su tutte le altre, che lo<br />
hanno preceduto e che lo hanno seguito.<br />
Egli rimane <strong>in</strong>eguagliabile anche nell’esposizione<br />
della Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, <strong>di</strong>fatti<br />
con semplici immag<strong>in</strong>i lascia profon<strong>di</strong><br />
<strong>in</strong>segnamenti: “Così, ogni albero buono<br />
fa frutti buoni, ma l’albero cattivo fa<br />
frutti cattivi” (Matteo 7:17).<br />
Inf<strong>in</strong>e, nell’ultimo libro della Bibbia,<br />
<strong>in</strong> Apocalisse, ricompare l’albero della<br />
vita; così <strong>Dio</strong> chiude una storia tormentata,<br />
<strong>in</strong>iziata con un frutto sottratto ma<br />
conclusa con la promessa della vita<br />
eterna: “In mezzo alla piazza della città<br />
e sulle due rive del fiume stava l’albero<br />
della vita. Esso dà do<strong>di</strong>ci raccolti all’anno,<br />
porta il suo frutto ogni mese e le<br />
foglie dell’albero sono per la guarigione<br />
delle nazioni” (Apocalisse 22:2).<br />
D’ora <strong>in</strong> poi, quando il nostro sguardo<br />
cadrà su queste nobili piante, ricor<strong>di</strong>amo<br />
i preziosissimi <strong>in</strong>segnamenti che<br />
attraverso essi la Bibbia offre, anzi, <strong>Dio</strong><br />
conceda ad ogni lettore <strong>di</strong> questo giornale<br />
d’essere “come un albero piantato<br />
presso a rivi d’acqua”.<br />
Salvatore Cusumano<br />
Nu<strong>di</strong>tà e rivestimento<br />
spirituale<br />
Tuttavia <strong>Dio</strong>, che è amore, ha concesso all’umanità<br />
una possibilità <strong>di</strong> riscatto e <strong>di</strong> redenzione, purché aderisca<br />
al Suo piano <strong>di</strong> salvezza: “… <strong>Dio</strong> ha tanto amato<br />
il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, aff<strong>in</strong>ché<br />
chiunque crede <strong>in</strong> lui non perisca, ma abbia<br />
vita eterna” (Giovanni 3:16). Viene riscattato dunque<br />
dalla morte “…chiunque…” accetti questo Dono e<br />
aderisca ai propositi <strong>di</strong>v<strong>in</strong>i <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> amore.<br />
Ma è oggetto <strong>di</strong> considerazione la fragilità morale<br />
della “carne”, del corpo visto come strumento per la<br />
concretizzazione <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne morale: “…lo spirito<br />
è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26:41).<br />
<strong>Dio</strong> non ha creato il corpo allegandogli la debolezza<br />
morale, questa se l’è procurata l’uomo, perdendo così,<br />
per sua volontà, la relazione col suo perfetto Creatore.<br />
Il suo voler emanciparsi, autogestirsi lo ha messo<br />
contro <strong>Dio</strong>, rendendosi debole, imperfetto. Ma <strong>Dio</strong>,<br />
che ha creato anche il corpo, ne ha provveduto il riscatto,<br />
la redenzione, rendendolo perfetto solo quando<br />
avrebbe raggiunto una <strong>di</strong>mensione spirituale per una<br />
vita eterna. Come avviene per la crisalide, da un primitivo<br />
corpo ne uscirà un altro del tutto nuovo: “…il<br />
corpo è sem<strong>in</strong>ato corruttibile e risuscita <strong>in</strong>corruttibile;<br />
è sem<strong>in</strong>ato ignobile e risuscita glorioso; è sem<strong>in</strong>ato<br />
debole e risuscita potente; è sem<strong>in</strong>ato corpo naturale<br />
e risuscita corpo spirituale…” (I Cor<strong>in</strong>zi 15:42-<br />
44). Questa benefica trasformazione, questo rivestimento<br />
riguarda i credenti <strong>in</strong> <strong>Dio</strong>. Per i non credenti<br />
avviene lo stesso processo <strong>di</strong> trasformazione, ma non<br />
<strong>in</strong> vista del loro benessere, bensì <strong>di</strong> un’<strong>in</strong>cessante sofferenza<br />
che loro stessi si saranno procurata rifiutando<br />
il “…dono <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>…” (Romani 6:23).<br />
Se l’anima e lo spirito sono dest<strong>in</strong>ati da <strong>Dio</strong> all’eternità,<br />
anche il corpo, formato da <strong>Dio</strong> dalla terra e col<br />
decesso restituito alla terra, verrà risuscitato <strong>di</strong> nuovo:<br />
“Quelli che hanno operato bene <strong>in</strong> risurrezione <strong>di</strong><br />
vita; quelli che hanno operato male <strong>in</strong> risurrezione <strong>di</strong><br />
giu<strong>di</strong>zio” (Giovanni 5:29).<br />
È l’apostolo Paolo a precisare che “…bisogna che<br />
questo corruttibile rivesta <strong>in</strong>corruttibilità e che questo<br />
mortale rivesta immortalità” (I Cor<strong>in</strong>zi 15:53). Vi<br />
è un rivestimento, si tratta cioè <strong>di</strong> un abbigliamento<br />
spirituale e non materiale, si tratta del necessario passaggio<br />
da una con<strong>di</strong>zione ad un’altra decisamente<br />
<strong>di</strong>versa: “Perché alla risurrezione… i risorti sono<br />
come angeli nei cieli” (Matteo 22:30). Inoltre,<br />
“...carne e sangue non possono ere<strong>di</strong>tare il regno <strong>di</strong><br />
<strong>Dio</strong>; né i corpi che si decompongono possono ere<strong>di</strong>tare<br />
l’<strong>in</strong>corruttibilità” (I Cor<strong>in</strong>zi 15:50).<br />
Tuttavia, questo rivestimento non è limitato solo<br />
alla con<strong>di</strong>zione dell’al<strong>di</strong>là. Il credente è chiamato ad<br />
una graduale, ma costante trasformazione morale del<br />
suo <strong>in</strong>tero essere. Questa trasformazione, questa<br />
rimessa a nuovo è una vera e propria rigenerazione<br />
spirituale, un “nascere <strong>di</strong> nuovo” e ciò avviene per la<br />
fiducia data a <strong>Dio</strong> Padre e al Suo Figliolo, autore sulla<br />
croce <strong>di</strong> un sacrificio, <strong>di</strong> un’espiazione volontaria dei<br />
peccati <strong>di</strong> tutto il mondo. Questa fede ha il potere <strong>di</strong><br />
mutare la con<strong>di</strong>zione umana portandola dalle tenebre<br />
alla luce, dalla morte alla vita.<br />
“…Bisogna che questo corruttibile rivesta <strong>in</strong>corruttibilità…”,<br />
spirito, anima e corpo. “Bisogna”! È<br />
<strong>in</strong>derogabile!<br />
Usciti dalla mano del Creatore, i nostri progenitori,<br />
Adamo ed Eva, benché fisicamente nu<strong>di</strong>, erano spiritualmente,<br />
moralmente vestiti <strong>di</strong> tutto punto; il loro<br />
prosegue dalla prima pag<strong>in</strong>a<br />
rapporto con <strong>Dio</strong> era ottimo, con Lui <strong>di</strong>alogavano, si<br />
muovevano <strong>in</strong>sieme nel Para<strong>di</strong>so terrestre (cfr. Genesi<br />
2:7-8, 15-16; 3:8; ecc.). Ma il guastatore, ovvero<br />
Satana, li istigò a ribellarsi a <strong>Dio</strong>. Li rov<strong>in</strong>ò, li spogliò<br />
del loro felice abito morale. Infatti, non per una ragione<br />
prettamente anatomica, si legge nella Bibbia che,<br />
persa la fiducia nelle precise <strong>di</strong>sposizioni date loro dal<br />
Creatore, ritennero che l’essere nu<strong>di</strong> fosse peccato e<br />
subentrò la paura. Si nascosero. Avevano com<strong>in</strong>ciato<br />
loro a stabilire ciò che era bene e ciò che era male,<br />
sostituendosi, <strong>in</strong> un certo senso, a <strong>Dio</strong>. Satana aveva<br />
loro detto: “…i vostri occhi si apriranno e sarete<br />
come <strong>Dio</strong>…” (Genesi 3:5), se vi opporrete a ciò che il<br />
Creatore vi ha detto <strong>di</strong> non fare. Fu un <strong>in</strong>ganno <strong>in</strong> cui<br />
l’<strong>in</strong>tero mondo fu <strong>in</strong>trappolato per millenni. E la tentazione<br />
viene cont<strong>in</strong>uamente accolta. Ma <strong>Dio</strong>, per la Sua<br />
personale giustizia, per il Suo amore, <strong>in</strong>tende sopprimere<br />
questo <strong>di</strong>sastro morale <strong>in</strong> coloro che ne richiedono<br />
l’<strong>in</strong>tervento (cfr. Luca 18:9-14; Atti 2:37-39).<br />
Un ispirato servo <strong>di</strong> Gesù Cristo scriverà <strong>in</strong> una sua<br />
lettera: “…Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza<br />
che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza,<br />
quando ha concepito, partorisce il peccato; e il<br />
peccato, quando è compiuto, produce la morte”<br />
(Giacomo 1:14-15). Ma è per questo stato <strong>di</strong> cose che<br />
<strong>Dio</strong> ha provveduto il riscatto, la redenzione. La morte,<br />
nel suo pieno significato, perde il suo potere quando<br />
l’uomo, fatto cosciente della propria congenita debolezza,<br />
si lascia rivestire, <strong>in</strong>teramente coprire non da<br />
una sua presunta giustizia, ma dalla giustizia <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>,<br />
rilasciatagli da Cristo Gesù (cfr. Romani 3:21-26).<br />
È consolante, vivificante sapere e credere che tutto<br />
non f<strong>in</strong>isce nella polvere <strong>di</strong> questo mondo e che f<strong>in</strong>almente<br />
cessa il tormento procurato da <strong>in</strong>teriori combattimenti<br />
spirituali (cfr. Romani 7:14-24; 8:1). Il credente<br />
ha questa certezza ed è lo Spirito Santo che gli<br />
rivela l’efficacia <strong>di</strong> questo rivestimento: “<strong>Dio</strong> ha vivificato<br />
anche voi che eravate morti nelle vostre colpe e<br />
nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste<br />
seguendo l’andazzo <strong>di</strong> questo mondo… Ma <strong>Dio</strong>,<br />
che è ricco <strong>in</strong> misericor<strong>di</strong>a, per il grande amore con<br />
cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei<br />
peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che<br />
siete stati salvati)… me<strong>di</strong>ante la fede…” (Efes<strong>in</strong>i<br />
2:1, 4, 8).<br />
Dunque, <strong>Dio</strong> <strong>in</strong>terviene per la redenzione dell’<strong>in</strong>tero<br />
mondo, purché si rivolga a Lui lo sguardo della<br />
fede. L’abito della giustizia con cui si è rivestiti, nell’attesa<br />
che <strong>di</strong>mostri tutto il suo splendore con la risurrezione,<br />
va portato <strong>di</strong>gnitosamente, con riconoscenza, al<br />
f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> svolgere il compito assegnato da <strong>Dio</strong> al credente<br />
<strong>di</strong> essere “…il sale della terra… la luce del mondo”<br />
(Matteo 5:13,14).<br />
Tutti gli aspetti della creazione sono una testimonianza<br />
dell’amore <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> per l’uomo (cfr. Romani<br />
1:32), pertanto, convertiti a Cristo <strong>di</strong>mostriamo l’aspetto<br />
più importante <strong>di</strong> questa creazione: l’essere stati<br />
rivestiti da <strong>Dio</strong> della Sua stessa giustizia; il miracolo<br />
della rigenerazione spirituale, con la garanzia <strong>di</strong> entrare<br />
nella vita eterna per una gioia senza f<strong>in</strong>e (cfr. Matteo<br />
25:21; I Pietro 1:8).<br />
Proclamiamo l’Evangelo <strong>di</strong> Cristo al mondo non<br />
più spiritualmente nu<strong>di</strong>, bensì gloriosamente rivestiti<br />
<strong>di</strong> Lui. Lasciamoci spogliare e rivestire da <strong>Dio</strong>: spirito,<br />
anima e corpo!<br />
Germano Giuliani