Dicembre : 2009 - Assemblee di Dio in Italia

Poste Italiane spa - spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
Mensile delle Chiese Cristiane Evangeliche
Assemblee di Dio in Italia
Anno XXVIII n.12 - dicembre 2009
osservatorio cristiano
Luci accese
tutto l’anno
Gesù, il Salvatore che si è fatto
uomo “per essere luce da illuminare
le genti”, si presenta
ancora oggi dicendo: “Io sono
la luce del mondo; chi mi segue
non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita”
(Vangelo di Giovanni 8:12).
Quanto buio c’è intorno a
noi! Nell’intimo l’uomo ha bisogno
di vera luce! Che fare?
Chi può illuminare la coscienza
di milioni di persone
ottenebrate nella propria mente
dall’assenza nei loro cuori di
Gesù, la vera luce del mondo
che dà la vita?
Gesù parla ai Suoi discepoli e
li incoraggia ad agire in prima
persona come portatori di luce,
mentre Egli non è fisicamente
nel mondo: “Voi siete la luce
del mondo… e non si accende
una lampada per metterla sotto
un recipiente; anzi la si mette
sul candeliere ed essa fa luce
a tutti quelli che sono in casa.
Così risplenda la vostra luce davanti
agli uomini, affinché vedano
le vostre buone opere e glorifichino
il Padre vostro che è nei
cieli” (Vangelo di Matteo 5:13-
16). Voi. A chi è rivolto questo
“voi”?
Questo messaggio è per i discepoli
di Gesù che hanno sperimentato
concretamente la
Sua Verità, seguendo con il
cuore e con i fatti gli insegnamenti
dell’unico Maestro capa-
CristianiOggi
Da SMS a LMS, in dono
Chi oggi non sa che cos’è un
SMS?
La conversazione offerta da
questo sistema di comunicazione
non avviene simultaneamente;
il tempo che intercorre
fra messaggio e messaggio può
essere causa di ansia e tensione.
Oggi è sempre più facile
osservare ragazzi che si estraniano
dalla vita che li circonda,
pensierosi, ma attenti a rilevare
la più leggera vibrazione del
proprio telefonino.
ce di insegnarci a camminare
nella Sua Via perfettamente illuminata
che conduce alla Vita.
Se siamo discepoli di Gesù,
esponiamo la Sua luce!
Mostriamola comportandoci
come figli di luce, “poiché il
frutto della luce consiste in tutto
ciò che è bontà, giustizia e verità”.
Portiamo con fede il messaggio
della salvezza e della
speranza a tutto il mondo,
invitando ciascuno ad abbandonare
risolutamente la via
delle tenebre per affidarsi a
Gesù.
Teniamo, però, “le nostre
lampade” accese, non solo per
Questo moderno mezzo
di comunicazione, alquanto
innocuo, può presentare un
pericolo, paradossalmente può
contribuire alla creazione di
nuove “celle di isolamento”.
Ma è possibile sentirsi soli
in un’epoca come la nostra, in
cui la comunicazione sembra
essere facilitata da tecnologie
sempre più sofisticate? Purtroppo
la risposta è sì!
Nel terzo millennio, stiamo
assistendo alla nascita di tante
breve tempo, ma tutto l’anno
e annunciamo la necessità di
“vivere Cristo” ogni giorno.
In questi tempi saranno milioni
le lucine che brilleranno
per poco più di un mese sulle
vie e nelle piazze nell’attesa
che qualcuno stacchi la spina
agli inizi di gennaio.
Preghiamo affinché questa
generazione prenda il coraggio
di non accontentarsi di surrogati
della Luce di Gesù!
Andiamo alla Fonte, all’Originale,
al Salvatore del mondo
che dice ancora: “Risvégliati, o
tu che dormi, e risorgi dai morti,
e Cristo ti inonderà di luce”
(Lettera agli Efesini 5:14).
Vincenzo Specchi
attualità
“nuove solitudini”, completamente
diverse da quelle vissute
dalle precedenti generazioni
con diverse forme di disagio,
frutto delle contraddizioni
di un’epoca in cui i rapporti
umani diventano sempre più
difficili da mantenere.
Ancora oggi, però, c’è un
messaggio che non leggerai sul
tuo telefonino, ma che potrai
ascoltare nel tuo cuore: la vera
felicità si trova solo in Cristo!
l’approfondimento è a pagina 4
io so in Chi ho creduto
Non mi
vergogno più
Forse quello che molti chiedono
è un messaggio personale
da Dio stesso, un “SMS”
o una “e mail” in risposta alle
domande, alle preghiere!
Ora so che Dio risponde attraverso
la Sua Parola, nella
lettura e meditazione della
Bibbia, e nella preghiera.
Ho letto tempo fa in un libro:
“Nel nostro cuore c’è un
vuoto a forma di Dio” e questa
frase dà il senso del bisogno
che abbiamo di Lui
a pagina 8

2 dicembre 2009
c’è un messaggio per te
Sano o malato?
La malattia è il flagello dell’uomo. Dal giorno in cui
Adamo ed Eva peccarono, una delle conseguenze della
loro disubbidienza fu appunto la malattia.
Oggi, fra le fobie dell’uomo, questa occupa sicuramente
i primi posti. Ci si ammala, si ha paura di
ammalarsi e non ci sorprende apprendere il carattere
esponenziale delle cosiddette malattie psico-somatiche
legate alla mente più che ad un germe, ad un virus, o
ad un agente patogeno.
Le malattie sono tantissime, ultima in ordine di tempo,
l’influenza di tipo A conosciuta anche come H1N1,
precedentemente identificata come influenza suina,
mai rilevata prima nell’uomo e che in questo periodo
preoccupa non poco gli epidemiologi.
La malattia non ha riguardo per l’età, per il ceto sociale,
per la condizione economica, per la cultura, per
la nazione o per la regione in cui la persona vive.
Oggi, dunque, è sempre più difficile trovare una persona
sana. Se decenni fa il medico poteva dire a un
paziente, dopo averlo visitato attentamente: “Sei sano
come un pesce”, oggi questo stonerebbe perché neppure
i pesci, pieni di mercurio e di sostanze tossiche e
inquinanti, sono più sani. E per quanto ti riguarda, se
qualcuno ti chiedesse: “Sei una persona sana o malata?”,
che cosa risponderesti?
SINTOMI
Ogni malattia si presenta con dei sintomi. Un mal di
gola può essere il preludio di una tonsillite.
CristianiOggi
La febbre stessa è un sintomo. Nell’Antico Testamento
si legge che bisognava fare molta attenzione ai
sintomi. Se ad esempio una persona aveva una piccola
macchia sulla pelle, anche se minuscola e insignificante,
doveva presentarsi dal Sommo Sacerdote il quale
avrebbe esaminato quella lesione e fatto poi la diagnosi
di un’eventuale malattia, come la temutissima lebbra,
la tigna o altre patologie similari.
Non era dunque chi aveva il sintomo a dire se era o
meno malattia, ma toccava all’uomo di Dio pronunciarsi.
Ma diciamo la verità, un senso di insoddisfazione
profonda, un cuore vuoto che non si appaga in alcun
modo, una gioia vera che non si riesce ad afferrare, un
vizio al quale si è inscindibilmente legati, una dipendenza
dalla quale non si riesce a liberarsi, non sono
forse sintomi di un’anima malata?
DIAGNOSI
Per ogni malattia bisogna fare una diagnosi certa.
Dio, il Medico per eccellenza, vede l’uomo e fa una
diagnosi precisa: “Tutto il capo è malato, tutto il cuore è
languente. Dalla pianta del piede fino alla testa non c’è
nulla di sano in esso: non ci sono che ferite, contusioni,
piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né
lenite con olio” (Profeta Isaia 1:6).
Gesù conosce la tua malattia, senza bisogno di strumenti
diagnostici: “Signore, tu mi hai esaminato e mi
conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu

3 dicembre 2009
comprendi da lontano il mio pensiero. Tu
mi scruti quando cammino e quando riposo,
e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché la
parola non è ancora sulla mia lingua, che
tu, Signore, già la conosci appieno. Tu mi
circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni
la tua mano su di me. La conoscenza che hai
di me è meravigliosa, troppo alta perché io
possa arrivarci” (Salmo 139:1-6).
Gesù sa tutto e vede tutto. Il libro
dell’Apocalisse comincia con sette lettere
inviate a sette Chiese e a ognuna di queste
il Signore dice: “Io conosco”.
In particolare sottolinea la malattia presente
nella chiesa di Laodicea: “Tu dici:
“Sono ricco, mi sono arricchito e non ho
bisogno di niente!” Tu non sai, invece, che
sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco
e nudo. Perciò io ti consiglio di comperare
da me dell’oro purificato dal fuoco, per
arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti
e perché non appaia la vergogna della tua
nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e
vedere”. Ecco la diagnosi per questa chiesa:
“Cecità”. Gesù è Colui che fa una diagnosi
perfetta della tua vita. Gli altri guardano
la tua macchia di lebbra (figura del peccato)
e dicono che è una lesione banale che
col tempo passerà, forse tu stesso te ne
La redazione di CristianiOggi
ringrazia il Signore per la
Sua fedeltà e tutti i lettori
per il sostegno nel corso del
2009 che si sta concludendo.
Siamo fiduciosi che, con Gesù,
potremo ancora continuare
insieme nel cammino verso la
méta anche nel nuovo anno.
Dio vi benedica!
convincerai, ma: “l’uomo guarda all’apparenza,
Dio al cuore” (Primo Libro di
Samuele 16:7).
TERAPIA
In tutti i casi in cui una malattia è
diagnosticata, occorre un intervento
terapeutico che può essere risolutivo o
palliativo: in ogni caso bisogna intervenire.
A volte la terapia può essere
medica a volte chirurgica, ma per ogni
malattia c’è una terapia. Per la malattia
spirituale è la stessa cosa: “Se il mio
popolo, sul quale è invocato il mio nome,
si umilia, prega, cerca la mia faccia e
si converte dalle sue vie malvagie, io lo
esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi
peccati, e guarirò il suo paese” (Secondo
Libro delle Cronache 7:14).
Confessa a Dio la tua infermità spirituale
ed Egli opererà. Comportati come
quel lebbroso che andò da Gesù senza
nascondere la sua riluttante malattia,
ma al contrario, ne parlò apertamente:
“Buttandosi in ginocchio, lo pregò dicendo:
«Se vuoi, tu puoi purificarmi!» Gesù,
impietositosi, stese la mano, lo toccò e gli
disse: «Lo voglio; sii purificato!» E subito
la lebbra sparì da lui, e fu purificato”
(Vangelo di Marco 1:40).
Gesù vuole fare la stessa cosa: stendere
la Sua potente mano e guarire la
tua vita. Nel mondo, sono tanti coloro
che desiderano ricevere un bene, la
guarigione fisica, la salvezza, ma pochi
sono quelli che sono disposti a recarsi
da Gesù. Quest’uomo andò, s’inginocchiò
davanti al Figliolo di Dio,
confessandoLo come Signore della sua
vita, invocando su di sé la purificazione
dalla lebbra; sapeva di non esserne
degno, ma era fiducioso, e la sua fede
fu premiata. Se ti riconosci ammalato,
non nascondere la tua infermità! Prendi
Gesù, il più grande dono di Dio per
noi, come Medico e Medicina! Perché
Lui dice che “non sono i sani che hanno
bisogno del medico, bensì i malati. Io
non sono venuto a chiamare dei giusti,
ma dei peccatori a ravvedimento” (Vangelo
di Luca 5:32).
Carmine Lamanna
CristianiOggi
Radioevangelo:
la buona notizia
in tutte le case
Radio Evangelo trasmette programmi
di edificazione e musica cristiana
in varie zone di Italia a carattere
locale. Ecco l’elenco delle emittenti
locali, alcune delle quali si possono
anche ascoltare on-line dal nostro
sito www.assembleedidio.org
EMITTENTI LOCALI CON SITO WEB
E TRASMISSIONI ON-LINE
Agrigento 98,500 MHz
Bari 91,500 MHz
Bologna 88,450 MHz 88,300 MHz
Cagliari 101,700 MHz
Giarre (CT) 93,400 MHz 93,800 MHz
Ginosa (TA) 102,300 MHz
Gravina (BA) 103,500 MHz
Linguaglossa (CT) 106,300 MHz
(rip. Giarre CT)
Messina (Trasmissioni solo On-line)
Napoli 102,800 MHz
Rimini (RN) 95,000 MHz
Roma 101,700 MHz
ALTRE EMITTENTI LOCALI
Acireale (CT) 92,500+92,800 MHz
Atena Lucana (SA) 88,400 MHz (rip. Napoli)
Atina (FR) 90,000 MHz (rip. Sora)
Benevento 88,800 MHz (rip. Napoli)
Bova a Monasterace (RC) 88,800-104,800
(rip.Melito Porto Salvo)
Cassino (FR) 89,200 MHz (rip. Sora)
Catania 91,000 MHz
Crotone - Caccuri 107,400 MHz (rip. Isola
Capo Rizzuto)
Frosinone 89,100 MHz (rip. Roma)
Gela (CL) 104,200 MHz
Isola Capo Rizzuto (KR) 104,900 MHz
Isola Liri (FR) 101,450 MHz (rip. Sora)
Latina – Sonnino 101,700+93,550 MHz (rip.
Roma)
Matera 98,300 MHz
Melito di Porto S. (RC) 104,400 MHz
Misilmeri (PA) 99.500 MHz
Montecalvo (AV) 96,300 MHz (rip. Napoli)
Petilia Policastro (KR) 92,600 MHz (rip. Isola
Capo Rizzuto)
Piana di Gioia Tauro(RC) - Vibo Valentia
90,500 (rip.Melito Porto Salvo)
Reggio Calabria 107,700 MHz (rip.Melito
Porto Salvo)
Rieti 101,900 MHz (rip. Roma)
S. Agata Militello (ME) 91,200 MHz
S. Angelo dei Lombardi (AV) 91,200 MHz
(rip. Napoli)
Salemi (TP) 98,900 MHz (rip. Trapani)
Segni (RM) 107,400 MHz (rip. Roma)
S. Giov. in Carico (FR) 87,550 MHz (rip. Sora)
Sora (FR) 89,360 MHz
Terni 107,000 MHz (rip. Roma)
Trapani 103,800 MHz

4 dicembre 2009
attualità
Da SMS a LMS, in dono
Chi oggi non sa cos’è un SMS? L’invio
di SMS da un telefono cellulare
ad un altro è sicuramente l’elemento
caratterizzante degli ultimi quindici
anni. Il primo SMS della storia è stato
inviato il 3 dicembre 1992 da un computer
ad un cellulare sulla rete GSM
inglese, mentre il primo SMS da cellulare
a cellulare venne inviato all’inizio
del 1993 da uno stagista di una nota
marca telefonica. Da allora vi è stata
una rapidissima diffusione. Gli ultimi
dati c’informano che a metà del 2004
il volume di traffico annuo in tutto
il mondo era di circa 500 miliardi di
SMS.
Una nota compagnia telefonica ha
fatto sapere che, tra la mezzanotte del
31 dicembre 2008 e l’una dell’1 gennaio
2009, nella sola Italia sono stati inviati
ben 22 milioni di SMS! Da questi
dati si evince che questo nuovo tipo
di comunicazione è oggi il più utilizzato
nei paesi industrializzati e trova
nei giovani i maggiori fruitori. Infatti,
è facile osservare persone per strada,
in macchina, o in un negozio, “smanettare”
a più non posso sulla tastierina
del proprio cellulare per inviare un
messaggino che inevitabilmente attenderà
una rapida risposta. Questo tipo
di conversazione è però asincrona, ovvero
non avviene simultaneamente,
quindi può passare diverso tempo da
una richiesta alla sua risposta; pertan-
to il tempo che intercorre in questo
tipo di conversazione può essere causa
di ansia e tensione ed è preoccupante
pensare che i soggetti che utilizzano
l’SMS sono per lo più adolescenti e
come tali sensibili e vulnerabili.
Oggi è sempre più facile osservare
ragazzi avulsi dalla vita che li circonda,
pensierosi, attenti a rilevare il
più piccolo avviso di chiamata e la più
leggera vibrazione del proprio telefonino.
Questo comportamento si riflette
anche nei sempre più rari momenti
in cui figli e genitori si ritrovano insieme,
magari a pranzo: accade così
che, al minimo squillo, si azionano le
dita con una velocità incredibile, per
replicare ad una conversazione iniziata
magari ore prima e che potrà anche
protrarsi per tutta la giornata.
Cogliendo il bisogno sempre più
crescente di quest’incredibile mercato,
le compagnie telefoniche propongono
costantemente offerte sempre più
allettanti, con promozioni che consentono
di inviare anche centinaia di
messaggini al giorno, ad un costo relativamente
basso.
Eppure, questo moderno mezzo di
comunicazione, alquanto innocuo,
può presentare un pericolo.
RISCHIO ISOLAMENTO
Questo straordinario strumento,
quale è il cellulare, paradossalmente
CristianiOggi
può contribuire alla creazione di nuove
“celle di isolamento”.
Ma è possibile sentirsi soli in
un’epoca come la nostra, in cui la comunicazione
sembra essere facilitata
da tecnologie sempre più sofisticate?
Purtroppo la risposta è sì! Oggi, infatti,
nell’era del fast e di internet dove
basta spingere il tasto di un computer
per inviare in pochi secondi una email
da Milano a Toronto, sempre più
persone preferiscono comunicare con
chi è all’altro capo del mondo piuttosto
che con coloro che le circondano
e questo perché stabilire un reale rapporto
con gli altri, se non attraverso
SMS o chat, è diventato faticoso; i giovani,
ormai abituati a esprimersi e a
dialogare soprattutto in questo modo,
quando devono affrontare qualcuno
a “quattr’occhi” hanno evidenti difficoltà.
Bisognerebbe perciò imparare
a distinguere comunicazioni reali
da quelle apparenti e soprattutto bisognerebbe
chiedersi: qual è la qualità di
questo tipo di comunicazione? Prendendo
in considerazione il fatto che a
volte si tratta di una comunicazione
falsa e mascherata, che favorisce l’isolamento
e contribuisce ad aumentare
inconsciamente il proprio tasso di
solitudine, si può facilmente dedurre
che anche la qualità lascia un po’ a desiderare.
Nel terzo millennio, stiamo assisten-

5 dicembre 2009
do alla nascita di tante “nuove solitudini”,
completamente diverse da quelle
vissute dalle precedenti generazioni
con diverse forme di disagio, frutto
delle contraddizioni di un’epoca in cui
i rapporti umani diventano sempre più
difficili da mantenere.
Se all’uso smodato del cellulare, si
aggiunge il fatto che tanti giovani e
adolescenti trascorrono tante ore davanti
allo schermo di un computer, navigando
tra un sito e l’altro o parlando
attraverso le chat, i blog e i newsgroup
di internet, ecco che, oltre a isolarsi totalmente,
si rischia anche di vivere in
un mondo virtuale dove (vedi le chat),
le persone con cui si dialoga non sono
sempre sincere e talune sono motivate
da cattive intenzioni, pronte addirittura
ad approfittare dell’ingenuità dei ragazzi.
Di recente, un noto psichiatra ha affermato:
“Nelle grandi metropoli, diventa
sempre più rara la dimensione
del cortile e della piazza, dove un tempo
si praticavano i giochi all’aperto.
Erano un’occasione per dialogare, per
confrontarsi, per vivere una parentesi
di svago rispettando delle regole ben
precise. Quindi, erano anche dei momenti
fortemente educativi. Oggi, invece,
SMS, chat, internet, giochi virtuali,
rendono la persona sempre più
sola. È la morte della creatività”.
Come una Fort Alamo assediata dal
mondo e non solo, il virus dell’isolamento
porta a vivere con fatalismo e
una punta di compiacimento la propria
situazione, preferendo un’aurea solitudine
a un’apertura a rischio, un’interazione
limitata a un’ampia condivisione,
una placida certezza a un sapido confronto.
LMS DAL CIELO
Proviamo a trasformare l’acronimo
SMS (servizio messaggi brevi), in LMS
(servizio messaggi lunghi). Dal cielo
non arriva un “messaggio breve”, ma
un messaggio esaustivo un “long message”.
Il messaggio per antonomasia è
quello che Gesù ha portato nel mondo:
ricevuto per fede porta una reale trasformazione
del cuore e della mente.
Un giorno Gesù disse ad un capo dei
Giudei, di nome Nicodemo: “…In verità,
in verità ti dico che se uno non è nato
d’acqua e di Spirito, non può entrare
nel regno di Dio” (Vangelo di Giovanni
3:5). Nicodemo replicò: “…Come può
un uomo nascere quando è già vecchio?
Può egli entrare una seconda volta nel
grembo di sua madre e nascere?” (3:4).
Gesù allora rispose: “…In verità, in verità
ti dico che se uno non è nato d’acqua
e di Spirito, non può entrare nel regno
di Dio. Quello che è nato dalla carne,
è carne; e quello che è nato dallo Spirito,
è spirito. Non ti meravigliare se ti ho
detto: ‘Bisogna che nasciate di nuovo’. Il
vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore,
ma non sai né da dove viene né
dove va; così è di chiunque è nato dallo
Spirito” (3:5-8).
Questo messaggio porta nell’uomo
che lo riceve per fede un cambiamento
reale, non virtuale.
Come un bambino entra nel mondo
fisico con un’esistenza assolutamente
nuova, così la nuova nascita, e dunque
la conversione, sono un nuovo inizio
spirituale nelle relazioni di una persona
con Dio. L’uomo è morto nei falli e
nei peccati ed ha bisogno di nascere di
nuovo.
“Nascere di nuovo” o “nascere
dall’alto”: come avviene tutto questo?
Tramite l’atto soprannaturale della
grazia di Dio, che comunica all’uomo
una nuova vita, quella di Dio.
Si tratta di una nuova creazione: “Se
dunque uno è in Cristo, egli è una nuova
creatura; le cose vecchie sono passate:
ecco, sono diventate nuove” (Seconda
Lettera ai Corinzi 5:17).
Questa nuova vita è la vita stessa di
Dio che viene comunicata all’uomo attraverso
l’opera dello Spirito Santo, il
CristianiOggi
Quale ci rende partecipi della natura
divina: “Attraverso queste ci sono state
elargite le sue preziose e grandissime
promesse perché per mezzo di esse voi diventaste
partecipi della natura divina
dopo essere sfuggiti alla corruzione che è
nel mondo a causa della concupiscenza”
(Seconda Lettera di Pietro 1:4).
Le parole comunemente usate sia in
ebraico sia in greco per indicare i termini
“conversione” e “convertirsi”
sono: “volgersi, ritornare, tornare indietro,
tornare di nuovo”.
Una più completa descrizione della
conversione si trova nelle parole pronunciate
da Gesù a Saulo da Tarso: “…
Io ti mando per aprire loro gli occhi, affinché
si convertano dalle tenebre alla
luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano,
per la fede in me, il perdono dei
peccati e la loro parte di eredità tra i
santificati” (Libro degli Atti degli Apostoli
26:17-18).
Con la conversione l’uomo, che fino
ad allora era soggetto alla signoria di
Satana, entra sotto la Signoria di Dio e
passa così dalle tenebre alla luce.
Con la nuova nascita si realizza una
perfetta comunione con Dio e un profondo
desiderio di servirLo, si riceve in
dono un cuore nuovo, dei nuovi sentimenti
ed anche la mente è rinnovata.
È una vita nuova, appagante, felice,
pertanto è qualcosa di duraturo, anzi
di eterno. Non dobbiamo fare nulla
per meritarla, c’è già chi ha pagato, affinché
divenisse nostra: Cristo Gesù il
Signore!
All’uomo è richiesto solo un atto di
fede nel sacrificio espiatorio del Figlio
di Dio, l’unico in grado di purificare
l’uomo dalla sua iniquità. Sì, perché il
vero ostacolo alla felicità dell’uomo è il
peccato.
Puoi cambiare città, lavoro, hobby,
ma questo non ti basterà per realizzare
la vera felicità: essa si trova solo in Cristo.
La nuova vita che Gesù ti offre è a
tua disposizione, stendi la mano per riceverla.
È un messaggio che non leggerai sul
tuo telefonino, ma che potrai ascoltare
nel tuo cuore: “Ecco, io sto alla porta
e busso: se qualcuno ascolta la mia voce
e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò
con lui ed egli con me” (Apocalisse 3:20).
Questo è il vero messaggio che scende
dal cielo e che trasforma l’uomo.
Apri il tuo cuore: c’è posta per te!
Domenico Modugno

6 dicembre 2009
Sono tanti i doni che si ricevono
o che si fanno, ma
ciascuno ne ha uno di preferito
che considera speciale. La Bibbia
parla del dono che Dio ha
fatto all’uomo: “È per grazia
che voi siete stati salvati, mediante
la fede; e ciò non vien da
voi; è il dono di Dio” (Lettera
agli Efesini 2:8) e benché “il
salario del peccato è la morte” è
vero che “il dono di Dio è la vita
eterna in Cristo Gesù, nostro
Signore” (Lettera ai Romani
6:23).
L’esclusività
Gesù è stato offerto affinché
il rapporto tra Dio e l’uomo
non fosse più superficiale ma
come quello tra padre e figlio.
È scritto che “a tutti quelli che
l’hanno ricevuto egli ha dato il
diritto di diventar figli di Dio”
(Vangelo di Giovanni 1:12).
La gratuità
I doni, in quanto tali, non
si ricevono per meriti, e così è
di Cristo e della salvezza. Dio
non cerca persone con qualità
spirituali o morali al di sopra
della media, uomini e donne
che in qualche modo possano
meritare di essere salvati.
Gesù fu molto chiaro: “Non
sono i sani che hanno bisogno
del medico, ma i malati. Io non
sono venuto a chiamare dei giusti,
ma dei peccatori” (Vangelo
un libro alla volta
Il dono di Dio
Dio ha un dono speciale per
ogni uomo e ogni donna dei
nostri tempi. Possibile?
Leggendo questo testo ricavato
da una serie di «discorsi
sulla fede» tenuti da D.L. Moody
, predicatore itinerante della
fine del secolo scorso è possibile
comprenderlo, alla luce de-
Il dono
più grande
di Marco 2:17). La salvezza non
si ha per opere ma per grazia;
non la si può meritare, ma
solamente accettare in dono.
L’amore
I doni ci giungono graditi
quando sono fatti da persone
a noi care. Dio ha offerto “il
dono” più grande a dimostrazione
del Suo amore per noi:
“Infatti, mentre noi eravamo
ancora senza forza, Cristo, a
suo tempo, è morto per gli empi.
Difficilmente uno morirebbe per
un giusto; ma forse per una persona
buona qualcuno avrebbe il
coraggio di morire; Dio invece
mostra la grandezza del proprio
amore per noi in questo: che,
mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi”
(Lettera ai Romani 5:68).
La qualità
Gesù è il dono più grande
perché, come vero uomo, ha
subito le nostre medesime
tentazioni e ha patito gli stessi
dolori: “Infatti non abbiamo
un sommo sacerdote che non
possa simpatizzare con noi nelle
nostre debolezze, poiché egli è
stato tentato come noi in ogni
cosa, senza commettere peccato”
(Lettera agli Ebrei 4:15).
Oggi, se ti trovi nella solitudine,
nell’angoscia o in una situazione
difficile, puoi contare
sulla comprensione del Figlio
gli insegnamenti della Parola di
Dio, la Bibbia.
In queste pagine Moody tratta
in modo diretto del grande
dono che Dio ha fatto all’uomo
dando Gesù a morire, dell’amore
che Lo ha spinto a farlo,
dell’annuncio della buona notizia
che, in Cristo, è possibile
di Dio, che prima di te ha provato
i medesimi sentimenti.
Di Gesù leggiamo che pianse,
fu abbandonato, si stancò…
Egli vede le lacrime che versi,
l’insoddisfazione del cuore;
sa che a volte pensi che vivere
non serva a niente; conosce le
tue fatiche, i tuoi affanni, le
delusioni cui sei andato incontro
e vuole aiutarti rivolgendoti
l’invito più dolce: “Venite a
me, voi tutti che siete affaticati
e oppressi, e io vi darò riposo.
Prendete su di voi il mio giogo e
imparate da me, perché io sono
mansueto e umile di cuore; e voi
troverete riposo alle anime vostre;
poiché il mio giogo è dolce e
il mio carico è leggero” (Vangelo
di Matteo 11:2830).
Cristo è il dono di Dio per
te e per me, il dono più grande.
Gesù ci è stato dato affinché
potessimo avere salvezza,
liberazione, guarigione e ricchezza
spirituale: “Accostiamoci
dunque con piena fiducia al
trono della grazia, per ottenere
misericordia e trovar grazia ed
essere soccorsi al momento opportuno
[…] Colui che non ha
risparmiato il proprio Figlio, ma
lo ha dato per noi tutti, non ci
donerà forse anche tutte le cose
con lui?” (Epistole agli Ebrei
4:16 e Romani 8:32).
Francesco Vito Molea
anche oggi nascere di nuovo e
vivere una vita piena ed esuberante.
Questi scritti sono riproposti
cent’anni dopo la dipartita
dello scrittore in un linguaggio
semplice e moderno; il desiderio
di chi li ha ripubblicati è
che possano assolvere ancora al
Incontri
CristianiOggi
Quattromila gi
chiedono: “…F
dobbiamo fare
XXXIV Incontro Nazion
30 ottobre-2 novembre
Da venerdì 30 ottobre Fiuggi
ha accolto i quasi quattromila
giovani partecipanti, provenienti
da tutta Italia, ai quattro giorni
dell’Incontro Nazionale Giovanile
delle Chiese Cristiane Evangeliche
Assemblee di Dio in Italia, nella
struttura a tenda installata in prossimità
del centro cittadino, al cui
ingresso campeggiava la scritta con
il tema dell’Incontro: “…Fratelli,
che dobbiamo fare?”.
In questo periodo di permanenza
nell’accogliente cittadina laziale
la gioventù pentecostale italiana
si è radunata intorno all’attuale
messaggio della Bibbia dedicando
specificatamente questo tempo per
restare alla presenza del Signore,
apprendendo direttamente dalla
Scrittura come Dio vuole spandere
le Sue benedizioni anche sulle nuove
generazioni del Suo popolo!
Pastori delle Assemblee di Dio
in Italia si sono avvicendati nella
compito per cui sono stati originariamente
composti: quello
di parlare di Gesù e della Sua
grazia, per la salvezza di coloro
che credono
Il dono di Dio
Dwight L. Moody
ADI-Media

7 dicembre 2009
ovani a Fiuggi
ratelli, che
?”
ale Giovanile ADI-IBI
2009
predicazione della Parola di Dio e
nell’esposizione di studi che hanno
incoraggiato i giovani a camminare
in questo tempo, continuando
a guardare al traguardo della fede:
l’incontro con Gesù.
Più volte si è udito ripetere la
domanda colta dal libro degli
Atti degli Apostoli: “Fratelli, che
dobbiamo fare?” Ma ancor più si è
sentita forte la risposta elevata da
queste migliaia di giovani cuori:
“Non dobbiamo lasciare spegnere
il fuoco dell’amore per il Signore!
Dobbiamo sperimentare l’attualità
della potenza dello Spirito Santo
per annunciare con efficacia la
Buona Notizia del Regno di Dio
per le strade, le piazze, le città, i
paesi, andando incontro a quanti
vivono lontani da Dio, per condurli
a Cristo Gesù!”
Mauro Stevanato
da richiedere a ADI-Media,
Via della Formica, 23
00155 Roma
tel. 06.2284970; fax 06. 2251432
e-mail: adi@adi-media.it
Scopriamo la Parola di Dio
Dio aveva istituito alcuni
momenti speciali per il Suo
popolo nei quali potesse fermarsi
a riflettere sulla Sua
bontà ed il Suo amore e si avvicinasse
al Suo Dio: alcune
feste “in onore dell’Eterno”.
Nel corso dello svolgimento
di questi giorni particolari
il popolo consacrava a Dio del
tempo e una parte di beni materiali,
ricevendo l’approvazione
del Signore e la gioia delle
Sue benedizioni.
Era così che, quando Israele
si radunava per celebrare una
festa “in onore dell’Eterno”, si
riuniva attorno alla presenza
del Signore sperimentando
in quell’occasione particolare
quell’unità religiosa e nazionale
che lo faceva sentire “il
popolo” di Dio.
Tra le feste più importanti
che venivano celebrate nel periodo
dell’Antico Testamento
ricordiamo la Pasqua, la Pentecoste
e la festa delle Capanne.
La Pasqua o festa degli
Azzimi era la prima delle
tre solennità annue. Il termine
deriva da un verbo ebraico
che significa passare oltre nel
senso di risparmiare. Era la festa
ritenuta fra tutte la più importante
perché ricordava la
gloriosa opera di Dio in favore
del popolo di Israele, quando
lo aveva liberato dalla schiavitù
in Egitto, forzando la potente
mano del faraone (Esodo
12:11-13).
La Pentecoste o festa delle
Settimane ricorreva il cinquantesimo
giorno dopo la
Pasqua; era anche chiamata
festa della mietitura, o giorno
delle primizie in quanto si offrivano
nel Tempio due pani
preparati con il primo frut-
to raccolto, la primizia della
messe mietuta (Esodo 23:16).
La festa dei Tabernacoli o
delle Tende, o meglio, delle
Capanne durava otto giorni,
e si concludeva con grande
solennità (Vangelo di Giovanni
7:37). Segnava la fine dei raccolti
(Esodo 23:16) e ricordava
ad ogni israelita gli anni di
vita nomade nel deserto durante
i quali Dio aveva manifestato
quotidianamente la
Sua cura e la Sua fedeltà.
Per queste tre feste così importanti
Dio richiedeva che
“…tre volte all’anno tutti gli
uomini” si presentassero davanti
al Signore (Esodo 23:17).
Queste celebrazioni, oltre a
rappresentare delle opportunità
per onorare Dio e avere
comunione con Lui, avevano
una loro precisa valenza storica
e “culturale” per il popolo
d’Israele, e oggi rappresentano
per quanti credono in Cristo
Gesù “solo un’ombra dei beni
futuri, non la realtà stessa delle
cose” (Lettera agli Ebrei 10:1).
Infatti, con la Sua venuta,
Gesù permette a coloro che
credono di avere pienamente
tutto in Lui. Per il credente
che ha ricevuto Gesù nel proprio
cuore è, quindi, “ festa”
tutti i giorni. “…Nessuno dunque
vi giudichi quanto al mangiare
o al bere, o rispetto a feste,
a noviluni, a sabati, che
sono l’ombra di cose che dovevano
avvenire” (Lettera ai Colossesi
2:16,17).
Chi crede in Cristo ricorda
giorno per giorno, e non una
sola volta l’anno, che duemila
anni fa Gesù è venuto sulla
terra per salvare l’uomo peccatore.
Non è legato a nessuna
data in particolare, né
CristianiOggi
Festività bibliche
“Dopo questo, Mosè e Aaronne andarono dal faraone e gli dissero:
«Così dice il Signore, il Dio d’Israele: ‘Lascia andare il mio popolo,
perché mi celebri una festa nel deserto’»”(Libro dell’Esodo 5:1)
tanto meno a un corollario cerimoniale
che possa in qualche
modo rendere allettante la
festa ammantandola di luci e
colori.
Anche se in quei tempi il
popolo d’Israele gioiva nella
consapevole ricerca dell’approvazione
e della presenza di
Dio di una allegrezza particolare
legata alla celebrazione,
oggi per godere simili benedizioni
non è necessario attendere
l’arrivo di una data in
particolare.
Gesù è venuto su questa terra
per permettere a chi crede
in Lui di avere la Sua gioia e la
Sua allegrezza ogni giorno.
Molte persone, purtroppo,
sono legate più a festività che
forse durano un giorno, o poco
più. che all’Autore della vera
festa, che vive nei secoli dei
secoli. Agendo in questo modo
si privano dell’opportunità
di sperimentare la gioia del Signore
nella propria vita.
Si tratta di una vera gioia
che ha inizio nel momento
in cui l’uomo si arrende nella
mani di Dio chiedendoGli
sinceramente il perdono per i
propri peccati.
Ogni volta che un’anima accetta
il “dono di Dio in Cristo
Gesù” sperimenta il miracolo
della salvezza che riempie la
propria vita di gioia, pace, allegrezza,
amore, non solamente
per qualche giorno, ma per
tutti i giorni dell’esistenza terrena,
rendendo la vita quotidiana
una festa continua in
compagnia di Colui che disse:
“Io sono con voi tutti i giorni fino
alla fine dell’età presente”
(Vangelo di Matteo 28:20).
Eliseo Lattuca

8 dicembre 2009
io so in Chi ho creduto
Ora non mi vergogno più
Sono nata in una famiglia nella
quale, fin da piccola, mi è stato
insegnato ad amare Dio.
Sono sempre stata la classica
“brava ragazza”: mi piaceva
studiare, avevo amiche di cui
mi fidavo e con cui condividevo
momenti allegri e anche quelli
meno felici; non davo particolari
problemi o delusioni ai miei
genitori e tutto scorreva normalmente.
Sono cresciuta andando
al catechismo, ma pian piano
mi accorgevo di non aver voglia
di continuare in quel modo e
l’andare in chiesa era diventato
noioso per me; così cominciai ad
andarci sempre meno, solo per
le cosiddette “feste comandate”.
Mamma mi aveva insegnato a
pregare Dio senza recitare a memoria
le preghiere e questa sorta
di “dialogo” tra me e il Signore
era l’unica cosa che mi era rimasta;
sempre più spesso mi rivolgevo
a Lui solo quando ne avevo
bisogno e nei momenti tranquilli
contavo semplicemente sulle mie
forze. A tredici anni i miei genitori
cominciarono a frequentare
un gruppo carismatico, erano
alla ricerca di Dio, ma sembrava
che non riuscissero a trovare
risposta. Pian piano si sentirono
insoddisfatti tanto da allontanarsene;
tutto tacque per un
certo tempo fino a quando nel
dicembre del 1990 un forte terremoto
spinse nuovamente i miei
genitori alla ricerca di Dio: sentivano
il desiderio di ringraziarLo
per averci fatto scampare da quel
pericolo. Dopo una apparente serie
di coincidenze (in realtà Dio
era all’opera) i miei entrarono in
una Chiesa Cristiana Evangelica
e il Signore toccò subito i loro
cuori. A partire da quel momen-
to cominciarono le battaglie e gli
scontri con mia madre. Avevo
quindici anni e, nella mia adolescenza,
cominciavo a mettere
in dubbio l’esistenza di Dio. Se
da un lato mi avevano insegnato
che Dio esiste, dall’altro non
accettavo che Iddio potesse permettere
che accadessero i fatti
gravi che continuavo a sentire:
lutti, guerre, violenze...
Non volevo seguire i miei genitori
in chiesa, desideravo essere
come i miei amici, anzi mi vergognavo
quando mi chiedevano
come mai i miei genitori erano
diventati evangelici.
Dopo discussioni animate decisi
di andare una volta in quella
chiesa, per pura curiosità. Ricordo
in particolare che, mentre
sentivo pregare quelle persone,
pensavo dentro di me: “Questi
sono matti” e non vedevo l’ora di
andare via. Ritornai altre volte,
spinta dai miei genitori. Avevo
fatto amicizia con altri ragazzi
della mia età e mi ero “abituata”
ad andare al culto la domenica;
almeno così, avevo smesso di litigare
con mamma.
Ma la cosa continuava ad essere
motivo di vergogna per me,
tanto che non avevo mai parlato
nemmeno con le mie più care
amiche di quelle domeniche
trascorse in un’altra chiesa, tra
quella gente strana che parlava
di un Dio vivente, di Gesù che è
morto per noi.
Cominciavo a pormi tante domande
alle quali cercavo di dare
risposte razionali; non riuscivo
a comprendere che dovevo solo
cercare Dio con tutto il cuore.
Per me era troppo difficile!
Il tempo passava... e il mio
cuore era sempre chiuso e du-
ro. Nonostante frequentassi quei
culti ormai da tempo, mi sentivo
diversa dagli altri; avevo imparato
diverse cose della Bibbia, ne
conoscevo anche dei versi a memoria,
ma tutto restava per me
solo a livello teorico!
Ero un po’ come Nicodemo
che, quando Gesù gli disse: “In
verità, in verità ti dico che se uno
non è nato di nuovo, non può vedere
il regno di Dio”, egli rispose:
“Come può un uomo nascere
quando è già vecchio? Può egli entrare
una seconda volta nel grembo
di sua madre e nascere?” (Vangelo
di Giovanni 3:1-4). I miei
occhi erano chiusi come quelli
di quell’uomo! Ma il Signore stava
cominciando a parlare al mio
cuore, capivo che io non potevo
far nulla per salvare la mia anima
e che dovevo affidarmi a Lui,
ma allo stesso tempo ne avevo
paura e non riuscivo ad abbandonarmi
nelle Sue braccia.
Mancava ancora qualcosa,
aspettavo da Dio un segno tangibile,
che si potesse vedere o sentire.
Forse quello che molti chiedono
è un messaggio personale
da Dio stesso, un “SMS”
o una “e-mail” in risposta alle
domande, alle preghiere! Ma
ora so che Dio risponde attraverso
la Sua Parola, nella lettura
e meditazione della Bibbia,
e nella preghiera.
I miei conflitti continuarono
fino a quando un giorno il pastore,
durante una predicazione
lesse: “Se uno si sarà vergognato
di me e delle mie parole... anche
il Figlio dell’uomo si vergognerà
di lui quando verrà nella gloria
del Padre suo con i santi angeli”
(Vangelo di Marco 8:38). Fui toc-
CristianiOggi
cata da quelle parole, profondamente
nel mio cuore! Capii che
stavo sbagliando, che continuavo
a vergognarmi di Lui e, piangendo,
chiesi perdono a Dio. Il Signore,
nel Suo grande amore, mi
perdonò portando quella serenità
nel cuore che cercavo da tanto
tempo!
Sperimentai quel verso che
avevo letto per anni: “Dio ha
tanto amato il mondo, che ha dato
il suo unigenito Figlio, affinché
chiunque crede in Lui non perisca,
ma abbia vita eterna” (Vangelo di
Giovanni 3:16). Ora sapevo che
cosa significava: Gesù è morto
sulla croce per me e anche per
te che leggi queste righe. Non
lasciare che quel Suo grande
gesto d’amore sia vano nella
tua vita: apriGli il cuore ed
Egli darà ristoro alla tua anima!
Non basterebbe un libro per
raccontare le grandi cose che Dio
ha fatto per me: mi ha anche dato
un marito e insieme Lo serviamo.
Non sono mancati momenti
difficili, ma il Signore ci ha sempre
dato forza e serenità anche
nell’affrontare i periodi più cupi.
Sono dispiaciuta di aver speso
tanto tempo prima di accettare il
Signore nella mia vita, anche se
ho potuto sperimentare l’infinita
pazienza che Dio ha avuto e continua
ad avere con me.
Ho letto tempo fa in un libro:
“Nel nostro cuore c’è un vuoto
a forma di Dio” e questa
frase mi è piaciuta perché dà
il senso del bisogno che abbiamo
di Lui. Niente e nessun
altro possono colmare quel
vuoto!
Enza
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