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TEST DURATA 108 - Dimsport

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1 o turno<br />

ore 12,00 - 12,20<br />

Ecco le tre gemelline franco-nipponiche impegnate nella frenata più critica del<br />

circuito che precede la Curva Roma. Nei box le stesse auto mentre effettuano la<br />

staccata a 130 km/h che si esegue a circa 40 metri dalla Variante Anagni.<br />

L’impianto frenante Brembo, specifico per il Trofeo Citroën C1 Cup e non ancora in<br />

commercio, si è rivelato efficace e resistente alle sollecitazioni prolungate.<br />

Claudio Galiena su Toyota Aygo<br />

In occasione di questo test di durata faccio parte della “terna” di<br />

fortunati incaricati della prima fase della prova: la partenza.<br />

Modestamente, essendo “l’addetto” ai rilevamenti, non me la cavo<br />

male, e così allo start sono il più veloce a raggiungere la prima<br />

variante. Certo non si tratta di una vera gara, però partire davanti è sempre un<br />

piacere, e poi si sa che quando si entra in pista non ci sono più né amici né cari<br />

colleghi, ma solo rivali da cui guardarsi le spalle per rimanere in testa! Il primo<br />

giro vede perciò il sottoscritto sulla Toyota, Plini sulla 107 e, a seguire, Baroni<br />

sulla C1. La Aygo si comporta egregiamente, il motore spinge bene, l’assetto è<br />

quello standard che consente comunque una guida divertente, soprattutto nei<br />

primi giri in cui le gomme erano ancora “incerate”. Dopo pochi giri tirati, con<br />

Plini sempre incollato al paraurti posteriore, inizio a notare un calo delle<br />

prestazioni; il caldo è notevole e la Toyota soffre probabilmente anche per una<br />

taratura troppo aggressiva dell’elettronica che forse chiede troppo al piccolo<br />

1.4 Hdi. Rientro ai box e leviamo un po’ di “carico” per avere prestazioni più<br />

costanti e non minare assolutamente l’affidabilità. Rientro in pista e senza<br />

nessuno che mi “sbandiera” di essere doppiato mi metto a “giocare” con Baroni<br />

sempre al volante della C1. Da questo momento in poi l’Aygo è rimasta costante<br />

nell’erogazione e mi ha permesso di concludere il turno tranquillamente<br />

pensando solo alla guida e ai numerosi attacchi dei rivale sulle altre gemelle.<br />

Frenata (2)<br />

Frenata all’altezza di un test di durata, abbastanza potente e con una buona grinta<br />

iniziale che si protrae per il resto della decelerazione. L’unica “vera” staccata si<br />

effettua al termine del rettifilo d’arrivo a circa 130 km/h indicati, dove si può<br />

tranquillamente iniziare oltrepassato il cartello dei 50 metri. Di norma abbiamo<br />

Piero Plini sulla Peugeot 107<br />

Partire con le gomme non rodate non aiuta un tester, ma mi sono<br />

trovato subito a mio agio con l’handling che in seguito riscontrerò<br />

leggermente più redditizio delle altre. Si tratta di un minimo<br />

vantaggio (nello scollinamento e ancora meno nella successione di curve) che<br />

posso attribuire alla maggiore rigidità della scocca, l’unica a tre porte. Il cambio<br />

è un po’ più contrastato, ho indugiato sulle marce un paio di volte, forse per<br />

mancanza di assuefazione al comando (le altre le ho guidate dopo!). Il motore per<br />

i primi due o tre giri è andato bene, perdevo poco in accelerazione rispetto<br />

all’Aygo guidata da Claudio Galiena (con la C1 che si faceva sempre più grande<br />

negli specchietti) ma ristabilivo le distanze nelle curve; in seguito ho avvertito<br />

parecchi “singhiozzi” nel passaggio tra seconda e terza. Da quel momento in poi<br />

la potenza è andata calando sempre più, e al termine dei venti minuti ho<br />

consegnato a Marcucci una vettura davvero in apnea! Il problema è soprattutto<br />

la mancanza dell’intercooler: il motore scalda parecchio perché la pista impone<br />

una successione interminabile di accelerazioni. D’altro canto con questa<br />

cavalleria si può solo guidare con l’acceleratore “on/off”, che in pratica è per<br />

quanto possibile “on/on”. Resta il fatto che la 107, oltre a disporre di meno<br />

potenza (è l’unica con il carburante quasi totalmente della pompa), è stata anche<br />

la prima a entrare in crisi respiratoria per colpa delle temperature d’esercizio.<br />

Lorenzo Baroni su Citroen C1<br />

Con la C1 scopro subito come queste vetture risultino ben più<br />

divertenti ed efficaci in pista di quanto si poteva supporre. Il tuning da<br />

noi apportato a freni, gomme e motore le ha poi rese ancora più<br />

adatte all’uso in pista. A stupire è l’handling che dimostra nel tortuoso<br />

tracciato di Anagni, anche se il sottosterzo in inserimento e qualche piccola mancanza<br />

di trazione a centro curva sono sempre in agguato. Con queste auto si guida sempre a<br />

gas spalancato e più che ad andare forte bisogna pensare a non perdere tempo: la<br />

cavalleria infatti è imitata e non si può contare su uscite di curva in forte<br />

accelerazione. Idem per l’inserimento: serve a poco tirare staccate allo spasimo o<br />

entrare in curva a velocità folli poiché le eccessive accelerazioni laterali non sono<br />

certo ben digerite. L’ultima volta che ho girato ad Anagni in auto è stato a bordo di una<br />

Lotus Elise: il primo turno mi è servito per capire che lo stile di guida adottato con la<br />

sportiva inglese era totalmente infruttuoso sulla C1. La cosa importante è far<br />

scorrere tra le curve la vettura, con traiettorie strette e sfruttando al massimo il<br />

trasferimento di carico in frenata: il posteriore allarga la traiettoria e il muso punta<br />

verso la corda della curva migliorando l’inserimento. Movimenti dello sterzo<br />

rapidissimi e precisi aiutano ad essere veloci nei cambi di direzione; l’assetto morbido<br />

e la buona altezza da terra consentono di tagliare sui cordoli con la ruota interna che<br />

addirittura li scavalca. Alla fine del test risalirò sulla C1 per un test personale,<br />

scoprendo come sia possibile girare inaspettatamente forte a patto di assecondare in<br />

pieno le “esigenze dinamiche” di queste divertenti city car.<br />

sempre frenato a circa 40 metri dalla prima variante (Variante Anagni) senza<br />

riscontrare mai problemi. Eccellente la costanza di rendimento nel corso della<br />

prova, la decelerazione ottimale è mancata occasionalmente ma per il resto non<br />

abbiamo mai rilevato segni di affaticamento a prescindere dalla vettura guidata!<br />

ELABORARE <strong>108</strong><br />

RADIO BOX 1 o turno<br />

Terminiamo l’allestimento<br />

della vettura verso le 11.30.<br />

Un breve briefing, nel corso<br />

del quale vengono assegnate<br />

le vetture ai tester, precede<br />

l’inizio del test. Alle 11:45<br />

siamo pronti a scendere in<br />

pista per alcuni giri di warmup,<br />

durante i quali vengono<br />

rodati i nuovi freni e<br />

controllato che tutto funzioni a<br />

dovere. Poco prima delle<br />

12:00 le vetture rientrano ai<br />

box dove viene effettuato il<br />

rabbocco del carburante, la<br />

pesata, e l’annotazione del<br />

chilometraggio a inizio prova:<br />

5.918 Km per la Citroen C1,<br />

5.950 Km per la Peugeot 107<br />

e soli 2.182 Km per la Toyota<br />

Aygo che quindi si rivela la<br />

più fresca del gruppo. Alle<br />

12:00 in punto diamo lo start<br />

alla nostra “due ore”: le<br />

vetture scattano lungo il<br />

rettilineo di partenza ed è<br />

l’Aygo che alla prima staccata<br />

si porta in testa al gruppo<br />

seguita dalla 107 e dalla C1.<br />

Nei primi giri si cerca la<br />

confidenza con il tracciato più<br />

che la prestazione pura; per<br />

questo motivo il passo<br />

inizialmente si attesta sul<br />

tempo di 1’28”. Alle 12:05,<br />

dopo soli 3 giri l’Aygo rientra<br />

ai box: il nostro Claudio<br />

Galiena segnala una piccola<br />

anomalia all’elettronica e la<br />

vettura manifesta qualche<br />

tentennamento in ripresa. Il<br />

tecnico della Dimensione<br />

Sport ricollega il modulo di<br />

controllo per una verifica.<br />

Durante il warm up abbiamo<br />

regolato i moduli aggiuntivi<br />

con dei valori decisamente<br />

spinti, che normalmente non<br />

vengono mai utilizzati per<br />

l’uso stradale ma che<br />

forniscono il massimo dei<br />

risultati. Evidentemente<br />

sull’Aygo avevamo esagerato<br />

e, dopo aver riconfigurato<br />

alcuni parametri, la piccola<br />

Aygo riprende la via della<br />

pista alle 12.08, accumulando<br />

quindi due giri di ritardo. Nel<br />

corso del turno i tempi si<br />

abbassano progressivamente<br />

fino ad attestarsi sull’1’26” per<br />

tutte e tre le auto, con pochi<br />

decimi a fare la differenza fra<br />

una e l’altra. Alle 12:19<br />

esponiamo il cartello di rientro<br />

box per il cambio pilota.<br />

On the Road<br />

97

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