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NEWSLETTER #56 - aisna

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AISNA Newsletter 56, p. 6<br />

senso forte, perché ci ha permesso di essere quello che siamo: ha dato valore ad una cultura prima di<br />

lui per lo più considerata indegna di studi seri, trattandola in ogni suo aspetto con lo stesso amore e<br />

rigore con cui trattava Shakespeare; e insieme ci ha insegnato a vedere il valore storico e umano<br />

integrale anche delle sue espressioni più rarefatte. Ci ha dato nuovi oggetti da amare e da studiare, e<br />

ci ha dato la libertà di farlo, e di continuare a cercarne di nuovi.<br />

Anche per questo – per questo senso di giovinezza, e di sfida, e di futuro, che ho imparato a<br />

scoprire in Agostino Lombardo leggendolo nel contesto della sua giovinezza, e non soltanto in quello<br />

della mia – mi sembra impossibile commemorarlo oggi come se fosse irreversibilmente parte del<br />

passato. E proprio per celebrare e prolungare questo senso di futuro che continuava a esprimersi in lui<br />

attraverso la passione per l’insegnamento e la generosità di cui generazioni di giovani studiosi hanno<br />

fatto esperienza, abbiamo voluto, come consiglio direttivo dell’AISNA, ricordarlo attraverso qualcosa<br />

che non guardasse unicamente all’indietro, ma che proseguisse quel suo lucido sguardo in avanti. E<br />

qui concludo questo mio intervento su una chiave non più personale, ma istituzionale. Il Consiglio<br />

Direttivo dell’AISNA nella sua ultima riunione, il 28 gennaio del 2005, ha voluto commemorare la<br />

figura di Agostino Lombardo con un’iniziativa conforme allo spirito del suo magistero e coerente con i<br />

fini istituzionali dell’Associazione. Il Direttivo ha quindi unanimemente deliberato l’istituzione di un<br />

“Premio Agostino Lombardo” che verrà assegnato annualmente da parte dell’Associazione, secondo<br />

modalità che troverete di seguito, alla migliore tesi di laurea di argomento americanistico discussa nel<br />

corso dell’anno in un’università italiana.<br />

È un modo piccolo, ma concreto, di tenerlo ancora tra noi, e di consentirgli di guardare ancora,<br />

come ha fatto sempre, verso il futuro.<br />

***<br />

Gianfranca Balestra<br />

Agostino Lombardo: un rapporto, molto umano, col mondo.<br />

Nella premessa al suo libro sui racconti di Hawthorne, Agostino Lombardo parla del “rapporto col<br />

mondo” che è la motivazione più profonda dell’arte dello scrittore americano, della sua indagine<br />

nella coscienza dell'uomo, della sua consapevolezza stilistica, ma anche della sua consapevolezza<br />

storica. Cito:<br />

Perché certo il rapporto di Hawthorne con la storia degli Stati Uniti è tutt’altro che conformistico e<br />

rassicurante: nel momento stesso in cui egli ne individua e rappresenta e accoglie i momenti positivi, anche e<br />

soprattutto ne scorge (come li scorge in se stesso) quelli negativi, sostituendo all’oleografia - assai prima della<br />

storiografia ufficiale - la realtà di una storia che è fatta, in larga misura, di intolleranza, di oppressione, di<br />

violenza. D’altro canto, questo rifiuto di accettare l’immagine distorta del passato è la ragione prima della<br />

lucidità con cui Hawthorne vede e analizza il presente, del coraggio con cui solleva i veli dell’illusione, della<br />

fermezza con cui difende il suo ideale democratico dalle insidie del “sogno americano”.<br />

Queste parole su Hawthorne e sul sogno americano, scritte nel 1976, mi sembrano tuttora di una<br />

validità straordinaria e, soprattutto, mi sembrano esemplari del modo di fare critica di Agostino<br />

Lombardo, della sua lucidità nel leggere la letteratura e la cultura degli Stati Uniti.<br />

Ho citato da Un rapporto col mondo perché questo fu il primo libro di Lombardo che lessi<br />

negli anni settanta. Vi trovai una visione così ampia, una capacità di approfondire il testo ma anche<br />

il contesto, senza trascurare l’autore, un linguaggio così elegante e ricco, ma anche così chiaro che<br />

cambiò il mio modo di pensare alle possibilità della critica letteraria. Erano gli anni in cui in Italia<br />

sembrava trionfare lo strutturalismo, che forniva una metodologia e un linguaggio specialistico per<br />

sezionare il testo in modo scientifico, con un rigore che aveva il suo fascino per una giovane<br />

studiosa alle prime armi. Io non avevo avuto maestri, non appartenevo a nessuna scuola che si<br />

contendesse conoscenza e potere e guardavo alle cose letterarie e accademiche con occhio ingenuo.<br />

La lezione di Lombardo mi parve da un lato irraggiungibile, per profondità e vastità di cultura,<br />

dall’altro liberatoria: indicava una via autonoma, la possibilità di studiare e amare la letteratura per<br />

il suo valore estetico e per il suo significato tematico, storico, simbolico. Da allora mi sono sempre

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