Scarica la pubblicazione - Centro Studi Ettore Luccini
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ad avere i primi effetti di disorientamento e sfiducia da parte dei resistenti.<br />
Prima dell’arrivo e dell’effettivo insediamento di Sabatucci, il 27 novembre,<br />
venne arrestato, in seguito al<strong>la</strong> de<strong>la</strong>zione di una spia, quasi tutto il gruppo<br />
dirigente del<strong>la</strong> brigata “Garibaldi”. Nel pomeriggio soldati tedeschi e italiani<br />
fecero irruzione nel<strong>la</strong> sede del Comando Militare regionale garibaldino in<br />
Riviera Paleocapa e nel<strong>la</strong> sede dell’Intendenza in via Cristofori. Furono<br />
catturate circa 200 persone, tra cui Attilio Gombia (Ascanio), Rino<br />
Gruppioni (Spartaco), Giuseppe Banchieri, i massimi dirigenti politici e<br />
militari del Partito Comunista in c<strong>la</strong>ndestinità. Questi furono condotti a<br />
Pa<strong>la</strong>zzo Giusti e torturati ripetutamente dal<strong>la</strong> banda Carità, ma non<br />
rive<strong>la</strong>rono alcuna informazione utile ai nazi-fascisti.<br />
Sabatucci, che nel frattempo aveva cambiato il nome di battaglia da<br />
“Cirillo” in ”Franco” per cercare di sfuggire al<strong>la</strong> fama che lo accompagnava<br />
ormai in tutto il Veneto, iniziò subito a <strong>la</strong>vorare per riorganizzare <strong>la</strong> brigata<br />
“Garibaldi” e impostò le condizioni per una nuova offensiva generale per il<br />
mese di gennaio 1945. Non fece in tempo vedere realizzato il suo progetto.<br />
Le idee e l’esempio<br />
Sono rimasti alcuni documenti (pubblicati nelle pagine successive) che<br />
attestano il <strong>la</strong>voro preparatorio di Sabatucci e che aiutano a delineare un<br />
profilo non solo militare e pratico dell’uomo ma anche le notevoli capacità<br />
politiche, teoriche e umane. L’esperienza di quasi sedici mesi di lotta<br />
partigiana ha reso “Franco” un combattente lucido e meticoloso,<br />
preoccupato del<strong>la</strong> tenuta organizzativa del<strong>la</strong> brigata di fronte al<strong>la</strong> feroce<br />
offensiva del nemico, e attento al rapporto con <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, soprattutto<br />
quel<strong>la</strong> contadina, che rischiava di allontanarsi dai partigiani per paura delle<br />
rappresaglie nazi-fasciste che seguivano ogni azione del<strong>la</strong> Resistenza.<br />
Sabatucci insisteva molto sul<strong>la</strong> disciplina interna al<strong>la</strong> brigata, condizione<br />
fondamentale per essere apprezzati dal<strong>la</strong> cittadinanza; per questo specificava<br />
che il furto, di qualsiasi genere e di qualsiasi entità, e l’ubriachezza<br />
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