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CHIARI PER NATURA<br />

CONGRESSO SULL’ALBINISMO<br />

SULL ALBINISMO<br />

VILLANOVAFRANCA 9 MAGIO 2009<br />

CLINICA OCULISTICA OSPEDALE CIVILE CAGLIARI<br />

AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA CAGLIARI<br />

Dott.ssa Manuela Gherard<strong>in</strong>i Prof. Ignazio Zucca


ALBINISMO<br />

L’alb<strong>in</strong>ismo alb<strong>in</strong>ismo rappresenta un gruppo di anomalie<br />

ereditarie della s<strong>in</strong>tesi della melan<strong>in</strong>a che si<br />

presentano con ipopigmentazione congenita<br />

che può <strong>in</strong>teressare cute, capelli e occhi<br />

(alb<strong>in</strong>ismo oculocutaneo o OCA)<br />

oppure limitarsi esclusivamente agli occhi<br />

(alb<strong>in</strong>ismo oculare o OA).<br />

Caratteristiche dell’alb<strong>in</strong>ismo dell alb<strong>in</strong>ismo sono specifiche<br />

alterazioni del sistema ottico, <strong>in</strong>cluse la riduzione del<br />

pigmento ret<strong>in</strong>ico, ipoplasia della fovea e la<br />

deviazione anomala del<strong>le</strong> fibre ottiche al livello del<br />

chiasma


CLASSIFICAZIONE<br />

DELL’ALBINISMO<br />

DELL ALBINISMO<br />

SI MANIFESTA IN DIVERSE FORME<br />

CLINICHE:<br />

L’ALBINISMO ALBINISMO OCULOCUTANEO<br />

GENERALIZZATO (DI ( DI CUI ESISTONO<br />

DIVERSI TIPI OCAI A, OCAIB,OCA II,<br />

OCAIII, OCAIV), CHE INTERESSA CUTE,<br />

CAPELLI E OCCHI<br />

ALBINISMO OCULARE, IN CUI SOLO GLI<br />

OCCHI SONO INTERESSATI (OA1,OAII)


L’ALBINISMO ALBINISMO OCULOCUTANEO<br />

HA TRASMISSIONE AUTOSOMICA RECESSIVA<br />

COMPRENDE TUTTE LE SITUAZIONI IN CUI LA<br />

MANCANZA DI PIGMENTO E’ E GENERALIZZATA<br />

INTERESSA LA CUTE DI TUTTO IL CORPO LA QUALE<br />

PRESENTA UN COLORITO PALLIDO ROSATO<br />

I CAPELLI E IL RESTANTE APPARATO PILIFERO<br />

APPAIONO BIANCHI O DI COLORITO MOLTO CHIARO<br />

GLI OCCHI APPAIONO INTERESSATI DA VARIE E<br />

GRAVI MENOMAZIONI FUNZIONALI (ipopigmentazione<br />

dell’iride, dell iride, della ret<strong>in</strong>a e della coroide, ipoplasia della fovea,<br />

percorso anomalo dei nervi ottici al chiasma, nistagmo,<br />

strabismo, riduzione dell’acuit dell acuità visiva)


QUADRO OCULARE DELL’ALBINISMO<br />

DELL ALBINISMO<br />

OCULOCUTANEO<br />

NELLE FORME DI ALBINISMO OCULOCUTANEO SONO<br />

COMUNI I SEGUENTI REPERTI OCULARI:<br />

ALTERAZIONE DEL PIGMENTO IRIDEO<br />

ALTERAZIONE DEL PIGMENTO DELLA RETINA E<br />

DELL’UVEA DELL UVEA CON PRESENZA DI UN RIFLESSO ROSSO DEL<br />

FONDO OCULARE IN CAMPO PUPILLARE<br />

IPOPLASIA MACULARE<br />

VISIONE BINOCULARE ASSENTE PER UN DIFETTO DI<br />

DECUSSAZIONE DELLE FIBRE DEL NERVO OTTICO<br />

NISTAGMO<br />

STRABISMO<br />

RIDUZIONE DELLA ACUITA’ ACUITA VISIVA<br />

FOTOFOBIA


L’ALBINISMO ALBINISMO OCULARE PURO<br />

INTERESSA ESCLUSIVAMENTE L’ORGANO L ORGANO DELLA VISTA: L’IRIDE L IRIDE E LA<br />

RETINA<br />

E’ UNA MALATTIA TRASMESSA COME CARATTERE RECESSIVO<br />

LEGATO AL CROMOSOMA X<br />

LE FEMMINE AFFETTE POSSONO PRESENTARE VARIABILE<br />

TRANSILLUMINAZIONE IRIDEA E VARIABILI AREE DI<br />

DEPIGMENTAZIONE RETINICA PERIFERICA ,A CAUSA<br />

DELL’INATTIVAZIONE DELL INATTIVAZIONE DEL CROMOSOMA X. PRESENTANO IN GENERE<br />

MANIFESTAZIONI OCULARI ATTENUATE<br />

LE FEMMINE PORTATRICI ASINTOMATICHE POSSONO<br />

UGUALMENTE PRESENTARE TRANSILLUMINAZIONE IRIDEA E AREE<br />

DI DEPIGMENTAZIONE RETINICA PERIFERICA OPPURE LA RETINA<br />

APPARE SOLO PARZIALMENTE E DIFFUSAMENTE DEPIGMENTATA. IN<br />

GENERE LE FUNZIONI VISIVE SONO NORMALI


ALBINISMO OCULARE<br />

MASCHI AFFETTI HANNO ALTERAZIONI SIMILI A QUELLE<br />

DELL’ALBINISMO DELL ALBINISMO OCULO CUTANEO TIROSINASI POSITIVO<br />

CON L’INTERESSAMENTO L INTERESSAMENTO SOLO DELL’ORGANO DELL ORGANO DELLA<br />

VISTA, PRESENTANO:<br />

DEPIGMENTAZIONE CHE E’ E LIMITATA ALL’IRIDE ALL IRIDE E ALLA<br />

RETINA CON IPOPIGMENTAZIONE DEL FUNDUS)<br />

IPOPLASIA FOVEALE CON ACUITA’ ACUITA VISIVA DIMINUITA,<br />

SPESSO ASSOCIATA A DISTURBI REFRATTIVI<br />

ANOMALO INCROCIO DEI NERVI OTTICI INDICATO DAI PEV<br />

NISTAGMO<br />

STRABISMO<br />

IL COLORE DELLA CUTE E DEI CAPELLI PUR ESSENDO<br />

NELLA NORMA E’ E SEMPRE PIU’ PIU CHIARO RISPETTO A<br />

QUELLO DEI FRATELLI NON AFFETTI


L’ALBINISMO ALBINISMO OCULOCUTANEO<br />

PUO’ PUO PRESENTARSI IN DIVERSE FORME:<br />

OCA I A (FORMA TIROSINASI NEGATIVA IN CUI IL BULBO<br />

PILIFERO INCUBATO IN VITRO CON TIROSINA NON PRODUCE<br />

MELANINA), E’ E LA FORMA PIU’ PIU GRAVE<br />

OCAI B,OCA II, OCAIII, OCAIV( FORME DI ALBINISMO<br />

OCULOCUTANEO TIROSINASI POSITIVO) LE FORME PIU’ PIU<br />

FREQUENTE DI ALBINISMO GENERALIZZATO, IN CUI IL BULBO<br />

PILIFERO INCUBATO IN VITRO CON TIROSINA PRODUCE<br />

MELANINA)<br />

ALLA NASCITA LE FORME DI ALBINISMO OCULOCUTANEO<br />

(TIROSINASI NEGATIVO E POSITIVO)<br />

SONO PRESSOCCHE’ PRESSOCCHE INDISTINGUIBILI PERCHE’ PERCHE<br />

CARATTERIZZATE DA :<br />

CUTE BIANCO ROSATA<br />

CAPELLI BIANCHI<br />

OCCHI ROSA O GIALLO, GRIGIO CHIARO, AZZURRO<br />

INVECE CON LA CRESCITA LE FORME TIROSINASI POSITIVE<br />

(OCAIB, OCAII, OCAIII, OCAIV) SVILUPPANO UNA MINIMA<br />

PIGMENTAZIONE DI CUTE, OCCHI E CAPELLI


.ALBINISMO OCULOCUTANEO1<br />

OCA1<br />

OCA1 (alb<strong>in</strong>ismo con deficit di tiros<strong>in</strong>asi) è determ<strong>in</strong>ato<br />

dalla mutazione del gene (TYR) che codifica per la<br />

tiros<strong>in</strong>asi,<br />

localizzato nel cromosoma 11q14-21 11q14 21<br />

E’dist<strong>in</strong>to dist<strong>in</strong>to <strong>in</strong> due sottotipi OCA1A e OCA1B <strong>in</strong> base alla<br />

quantità quantit e al tipo di attività attivit enzimatica residua.<br />

Al<strong>le</strong>li mutati associati con attività attivit tiros<strong>in</strong>asica assente<br />

producono l’OCA1A l OCA1A (il classico alb<strong>in</strong>ismo oculocutaneo<br />

tiros<strong>in</strong>asi negativo)<br />

Al<strong>le</strong>li mutati associati con una qualche attività attivit residua<br />

producono l’OCA1B, l OCA1B, che presenta un ampio spettro di<br />

manifestazioni


ALBINISMO OCULOCUTANEO OCA1<br />

OCA1(alb<strong>in</strong>ismo con deficit di tiros<strong>in</strong>asi) è deter dalla mutazione del<br />

gene (TYR) che codifica per la tiros<strong>in</strong>asi, localizzato nel crom 11q14-21. 11q14 21.<br />

Gli <strong>in</strong>dividui OCA1 A, il classico tiros<strong>in</strong>asi negativo, non hanno s<strong>in</strong>tesi di<br />

melan<strong>in</strong>a a livello di cute, capelli e occhi <strong>in</strong> nessun momento della della<br />

vita<br />

È la forma più pi grave di alb<strong>in</strong>ismo con assenza di pigmento nella cute, nei<br />

capelli e nell’occhio nell occhio f<strong>in</strong> dalla nascita e questo difetto rimarrà rimarr ta<strong>le</strong> per tutta<br />

la vita Nascono e rimangono con pel<strong>le</strong> e capelli bianchi (anche <strong>le</strong> <strong>le</strong><br />

ciglia e<br />

sopracciglia appaiono di colorito biancastro)<br />

L’iride iride è depigmentata,trasparente, tranillum<strong>in</strong>abil, tranillum<strong>in</strong>abil,<br />

di colorito rosa,<br />

Il fondo ha un colorito rosso arancio per la carenza di pigmento a livello<br />

ret<strong>in</strong>ico e uvea<strong>le</strong>: sono presenti fotofobia spiccata con b<strong>le</strong>farospasmo<br />

b<strong>le</strong>farospasmo<br />

È presente ipoplasia fovea<strong>le</strong><br />

L’acuit acuità visiva è marcatamente compromessa e non tende a migliorare<br />

con gli anni a differenza del<strong>le</strong> forme tiros<strong>in</strong>asi positive<br />

È presente un percorso anomalo del<strong>le</strong> fibre del nervo ottico al chiasma chiasma<br />

con conseguente nistagmo<br />

Strabismo<br />

Sono presenti spesso anomalie refrattive (miopia, ipermetropia, astig.) astig.)


ALBINISMO OCULOCUTANEO OCAIB,<br />

OCAII, OCAIII, OCAIV,<br />

FORME TIROSINASI POSITIVE<br />

I SINTOMI SONO PIU’ PIU LIEVI<br />

LA PROGNOSI PER QUANTO CONCERNE L’ACUITA L ACUITA’ VISIVA E’ E<br />

MIGLIORE PERCHE’ PERCHE SEBBENE I PAZIENTI POSSONO ESSERE<br />

PRIVI DI PIGMENTO ALLA NASCITA NE POSSONO SINTETIZZARE<br />

GRADUALMENTE CON L’ETA L ETA’<br />

E’ PRESENTE FOTOFOBIA CHE PUO’ PUO MIGLIORARE COL TEMPO<br />

L’IRIDE IRIDE NELLA PRIMA INFANZIA E’ E DEPIGMENTATA, ROSA,<br />

TRASPARENTE, TRANLUCENTE O TRANILLUMINABILE E IL SUO<br />

COLORE SPESSO VIRA COL TEMPO DAL GRIGIO BLUASTRO FINO<br />

AL MARRONE. L’IRIDE L IRIDE DELL’ADULTO DELL ADULTO HA UN COLORITO CHE SI<br />

ACCENTUA CON IL PASSARE DEGLI ANNI<br />

IPOPIGMENTAZIONE DELLA RETINA E DELL’UVEA DELL UVEA IN GRADO<br />

VARIABILE NELLE DIVERSE FORME<br />

E’ PRESENTE NISTAGMO<br />

STRABISMO


..ALBINISMO OCULOCUTANEO OCA1 B<br />

La maggior parte dei pazienti con OCA1B alla nascita ha pochissimo pochissimo<br />

o<br />

nessun pigmento e nasce con i capelli bianchi. Nella prima o seconda seconda<br />

decade di vita, essi sviluppano una certa quantità quantit di melan<strong>in</strong>a nei<br />

capelli e nella cute. In alcuni casi, la melan<strong>in</strong>a si sviluppa entro entro<br />

il primo<br />

anno di vita o anche nei primi mesi di vita.<br />

Il colore dei capelli cambia dal bianco al giallo chiaro, al biondo biondo<br />

chiaro e<br />

alla f<strong>in</strong>e può virare al biondo scuro o al bruno <strong>in</strong> ado<strong>le</strong>scenza o <strong>in</strong> età et<br />

adulta. Col tempo possono svilupparsi nevi ed efelidi pigmentate<br />

(melanotiche) o rosee (amelanotiche<br />

( amelanotiche) ) sul<strong>le</strong> aree esposte<br />

segni oculari meno gravi della forma precedente<br />

L’iride iride è nella prima <strong>in</strong>fanzia depigmentata, rosa, trasparente<br />

,translucente<br />

translucente o tranillum<strong>in</strong>abil<strong>le</strong> e il suo colore spesso vira col tempo dal<br />

grigio bluastro f<strong>in</strong>o al marrone talora limitato al terzo <strong>in</strong>terno <strong>in</strong>terno<br />

dell’iride dell iride<br />

Il fondo risulta essere depigmentato alla nascita ma col tempo può può<br />

assumere una pigmentazione variabi<strong>le</strong><br />

E’ presente nistagmo, strabismo, l’acuit l acuità visiva è ridotta


.ALBINISMO OCULO CUTANEO OCAII<br />

L’OCA2 OCA2 (alb<strong>in</strong>ismo tiros<strong>in</strong>asi positivo) è la più pi comune forma di alb<strong>in</strong>ismo<br />

generalizzato caratterizzato f<strong>in</strong> dalla nascita dalla presenza di una certa quantità quantit di<br />

pigmento nella cute e negli occhi dei pazienti che cont<strong>in</strong>uano a produrlo e ad<br />

accumularlo durante tutta la vita.<br />

La cute è bianca, non mostra pigmentazione generalizzata e non si abbronza abbronza<br />

con<br />

l’esposizione esposizione al so<strong>le</strong>.<br />

Come per l’OCA1B, l OCA1B, possono svilupparsi <strong>le</strong>sioni localizzate pigmentate della cute<br />

(nevi, efelidi e <strong>le</strong>ntigg<strong>in</strong>i), spesso sul<strong>le</strong> zone esposte al so<strong>le</strong>, ma di solito non c’è c’è<br />

abbronzatura.<br />

Alla nascita i capelli possono essere molto debolmente pigmentati, pigmentati,<br />

assumendo un<br />

colore giallo o biondo chiaro, o più pi pigmentati, biondo deciso, biondo dorato o anche<br />

rossi.<br />

Segni oculari simili all’OCA1 all OCA1 ma meno severi: l’iride iride è blu-grigia blu grigia a volte lievemente<br />

pigmentata, il grado di trasparenza, visibi<strong>le</strong> con la transillum<strong>in</strong>azione, transillum<strong>in</strong>azione,<br />

dipende proprio<br />

dalla quantità quantit di pigmento presente.<br />

Possono con il tempo sviluppare nevi pigmentati ed efelidi, soprattutto soprattutto<br />

dopo ripetute<br />

esposizioni al so<strong>le</strong>.<br />

L’OCA2 OCA2 è prodotto da una mutazione del gene umano P, che è stato mappato nel<br />

cromosoma 15q11-12 15q11 12 che codifica per la prote<strong>in</strong>a p responsabi<strong>le</strong> del trasporto della della<br />

tiros<strong>in</strong>a attraverso la membrana del melanosoma. melanosoma.<br />

L’attivit L attività della tiros<strong>in</strong>asi è norma<strong>le</strong>.<br />

norma<strong>le</strong>


ALBINISMO OCULOCUTANEO OCAIII<br />

L’OCA3 OCA3 (alb<strong>in</strong>ismo oculocutaneo <strong>le</strong>gato al gene TYRP1) o<br />

alb<strong>in</strong>ismo oculocutaneo rosso è prodotto da una mutazione nel<br />

gene TYRP1 nel cromosoma 9p23.<br />

I casi descritti <strong>in</strong> <strong>le</strong>tteratura consistono <strong>in</strong> alb<strong>in</strong>ismo “rosso rosso”, ,<br />

“rossastro rossastro” o “giallo giallo” con cute rossa o bruno-rossastra, bruno rossastra, capelli<br />

fulvi o rossastri, e iridi nocciola o blu.<br />

Segni oculari meno severi, non sempre sono presenti tutte <strong>le</strong><br />

manifestazioni oculari dell’alb<strong>in</strong>ismo, dell alb<strong>in</strong>ismo, <strong>in</strong>fatti molti pazienti non<br />

hanno iridi nistagmo, strabismo o ipoplasia della fovea.<br />

Individui con OCA con capelli rossi e pigmento cutaneo marrone<br />

rossastro sono stati descritti <strong>in</strong> Africa e <strong>in</strong> Nuova Gu<strong>in</strong>ea, ma la la<br />

descrizione cl<strong>in</strong>ica non è comp<strong>le</strong>ta, sono disponibili pochi dati<br />

biochimici e un simi<strong>le</strong> fenotipo non è stato identificato e descritto<br />

tra la popolazione degli Stati Uniti.


ANOMALIE OCULARI NELL’ALBINISMO<br />

NELL ALBINISMO<br />

1. Ipopigmentazione dell’iride dell iride:<br />

Causata da alterazioni del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> melaniche nello stroma stroma<br />

e nell’epitelio nell epitelio<br />

pigmentato irideo, determ<strong>in</strong>a trasparenza dell’iride dell iride visibi<strong>le</strong> con lampada a fessura e<br />

fotofobia<br />

2. . Ipopigmentazione dell’EPR dell EPR della ret<strong>in</strong>a e della coroide<br />

Determ<strong>in</strong>a la trasparenza della ret<strong>in</strong>a, i vasi coroideali divengono divengono<br />

visibili<br />

3. Ipoplasia della fovea<br />

oftalmoscopicamente visibi<strong>le</strong> la mancanza o riduzione del rif<strong>le</strong>sso rif<strong>le</strong>sso<br />

fovea<strong>le</strong>, fovea<strong>le</strong>,<br />

dimostrato dall’OCT, dall OCT, causa ridotta acuità acuit visiva, erg fotopico norma<strong>le</strong><br />

4 Percorso anomalo dei nervi ottici al chiasma<br />

Fibre ret<strong>in</strong>otemporali si decussano nel chiasma e si dirigono verso il corpogenico<br />

controlatera<strong>le</strong> causando alterazione della stereopsi e nistagmo<br />

VEP<strong>in</strong>dicativo, VEP<strong>in</strong>dicativo,<br />

campo visivo norma<strong>le</strong><br />

5. Nistagmo<br />

sensoria<strong>le</strong>, orizzonta<strong>le</strong>, pendolare a scatti, <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione del capo capo<br />

contribuisce alla riduzione dell’ dell acuità acuit visiva<br />

6. Strabismo<br />

alternante, <strong>in</strong>termittente, vertica<strong>le</strong>/orizzonta<strong>le</strong><br />

7. Errori di rifrazione miopia, ipermetropia, astigmatismo


FISIOLOGIA DELLA NORMALE<br />

PIGMENTAZIONE DELL’IRIDE<br />

DELL IRIDE


Anatomia dell’iride dell iride<br />

1. Strutturalmente l’iride l iride consta di 4 strati sovrapposti,<br />

L’endotelio endotelio della camera anteriore dell’occhio<br />

dell occhio<br />

2. che tappezza la faccia anteriore dell’iride dell iride e si cont<strong>in</strong>ua ,<strong>in</strong><br />

nell’angolo nell angolo iridocornea<strong>le</strong>, iridocornea<strong>le</strong>,<br />

con l’endotelio l endotelio che riveste la faccia<br />

posteriore della cornea<br />

3. Lo stroma dell’iride dell iride, , che consta di un connettivo contenente<br />

lacune che si aprono nel<strong>le</strong> cripte; accoglie fibrociti e cellu<strong>le</strong><br />

pigmentate contenenti melan<strong>in</strong>a, accogli <strong>in</strong>oltre un gran<br />

numero di vasi sanguigni. Le arterie dell’iride dell iride provengono<br />

dal<strong>le</strong> arterie ciliari lunghe posteriori e dal<strong>le</strong> arterie ciliari<br />

anteriori: esse anastomizzandosi tra loro <strong>in</strong> corrispondenza<br />

del marg<strong>in</strong>e ciliare dell’iride, dell iride, formano il grande cerchio<br />

arterioso dell’iride, dell iride, da cui partono rami che decorrono<br />

radialmente nello stroma dell’iride dell iride <strong>in</strong> direzione della pupilla , <strong>in</strong><br />

vic<strong>in</strong>anza della qua<strong>le</strong> si anastomizzano per costituire il piccolo<br />

cerchio arterioso dell’iride. dell iride. Le vene formano entro lo stroma<br />

dell’iride dell iride maglie allungate radialmente e mettono capo <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e<br />

al<strong>le</strong> vene vorticose<br />

4. Lo strato muscolare dell’iride dell iride<br />

5. L’epitelio epitelio della parte iridea della ret<strong>in</strong>a


1. Lo strato muscolare dell’iride dell iride risulta di due piani: uno<br />

anteriore, limitato alla parte centra<strong>le</strong> dell’iride,attorno dell iride,attorno alla<br />

pupilla, che ha un andamento circolare ed è il muscolo<br />

sf<strong>in</strong>tere della pupilla; l’altro l altro piano posteriore esteso su tutta<br />

quanta l’iride,che l iride,che ha disposizione radia<strong>le</strong> ed è il muscolo<br />

dilatatore della pupilla. Il muscolo sf<strong>in</strong>tere della pupilla è<br />

formato da fascetti di fibrocellu<strong>le</strong> muscolari lisce disposte ad<br />

anello attorno alla pupilla, esso è <strong>in</strong>nervato da parasimpatico<br />

del nervo oculomotore e contraendosi il muscolo sf<strong>in</strong>tere<br />

restr<strong>in</strong>ge la pupilla, limitando così cos la quantità quantit di raggi lum<strong>in</strong>osi<br />

che entrano nell’occhio, nell occhio, ciò avviene quando la lum<strong>in</strong>osità lum<strong>in</strong>osit<br />

dell’ambiente<br />

dell ambiente è forte e <strong>in</strong>oltre nell’osservazione nell osservazione degli oggetti<br />

vic<strong>in</strong>i. Il muscolo dilatatore della pupilla è formato da cellu<strong>le</strong><br />

mioepitelialiche sono fusiformi e disposte radialmente attorno<br />

alla pupilla, <strong>in</strong>nervato dalla parte centra<strong>le</strong><br />

dell’ortosimpatico,provvede dell ortosimpatico,provvede con la sua contrazione adilatare<br />

la pupilla, ciò si verifica nell’oscurit nell oscurità e nella visione degli<br />

oggetti lontani<br />

2. L’epitelio epitelio della parte iridea della ret<strong>in</strong>a è rappresentato da<br />

una fila di cellu<strong>le</strong> isoprismatiche, ricche di granuli di pigmento<br />

pigment


Il colore dell’iride dell iride<br />

È mutevo<strong>le</strong>, per cui si possono avere occhi azzurri, grigi,<br />

castani, neri,<br />

Il colore azzurro e il colore grigio sono determ<strong>in</strong>ati dal pigmento pigmento<br />

nero presente nell’epitelio nell epitelio della parte iridea della ret<strong>in</strong>a, che<br />

normalmente è pigmentato (colore fondamenta<strong>le</strong> dell’iride) dell iride)<br />

Il colore castano e nero sono determ<strong>in</strong>ati dal sommarsi del<br />

colore determ<strong>in</strong>ato dall’epitelio dall epitelio della parte iridea(colore<br />

fondamenta<strong>le</strong>) al colore determ<strong>in</strong>ato dal pigmento presente<br />

nel<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> melaniche contenute nello stroma irideo (colore<br />

proprio dell’iride) dell iride)<br />

Le varie tonalità tonalit del castano e del nero sono determ<strong>in</strong>ate da<br />

una quantità quantit più pi o meno variabi<strong>le</strong> di melan<strong>in</strong>a nei melanociti<br />

Trasmissione poligenica


Iris colors: blue, light blu, blu,<br />

grey, green,<br />

yellow, light brown and dark brown


Ipopigmentazione dell’iride dell iride nell’alb<strong>in</strong>ismo<br />

nell alb<strong>in</strong>ismo:<br />

E’ causata da scarso o assente pigmento nel<strong>le</strong><br />

cellu<strong>le</strong> melaniche nello stroma dell’iride dell iride e<br />

nell’epitelio nell epitelio pigmentato irideo,determ<strong>in</strong>a<br />

trasparenza dell’iride dell iride (visibi<strong>le</strong> con lampada a<br />

fessura) e fotofobia


Ipopigmentazione dell’iride dell iride nell’alb<strong>in</strong>ismo<br />

nell alb<strong>in</strong>ismo<br />

Il microscopio lampada a fessura è lo strumento più pi comunemente usato per<br />

accertare la trasparenza iridea, anche nei casi <strong>in</strong> cui essa non risulti evidente: i<br />

raggi <strong>in</strong>cidenti di un sotti<strong>le</strong> fascio di luce della lampada a fessura, fessura,<br />

che attraversa<br />

la pupilla non dilatata, passano non solo attraverso la pupilla, ma anche<br />

attraverso l’iride l iride evidenziandone i difetti di transillum<strong>in</strong>azione.<br />

transillum<strong>in</strong>azione<br />

Quando ad una ipopigmentazione dello stroma dell’iride dell iride si aggiunge una<br />

ipopigmentazione dell’epitelio dell epitelio pigmentato dell’iride, dell iride, il risultato è una<br />

trasparenza di grado variabi<strong>le</strong>:<br />

da uno stato di comp<strong>le</strong>ta trasparenza ove manca comp<strong>le</strong>tamente ogni<br />

traccia di pigmento come avviene nell’OCA1A, nell OCA1A, e nel AO1 del maschio per cui<br />

l’iride iride appare rosa rosso ad occhio nudo o sotto certe condizioni di luce. luce.<br />

I raggi<br />

<strong>in</strong>cidenti di un fascio di luce che attraversano la pupilla non dilatata, dilatata,<br />

passano<br />

non solo attraverso la pupilla, ma anche attraverso l’iride l iride evidenziandone una<br />

tota<strong>le</strong> transillum<strong>in</strong>azione In questo caso il colore è determ<strong>in</strong>ato dal sangue<br />

circolante nei vasi sanguigni dell’iride(luce dell iride(luce che attraversa l’iride) l iride) e dalla la luce<br />

che attraversando la pupilla viene rif<strong>le</strong>ssa dalla ret<strong>in</strong>a .<br />

Ad uno stato di aree localizzate di trasparenza (macchie o striscie pupillari)<br />

come avviene <strong>in</strong> tutte <strong>le</strong> altre forme e <strong>in</strong> modo variabi<strong>le</strong>, con variazioni variazioni<br />

del colore<br />

dell’iride dell iride<br />

Un iride con aree di trasparenza non è necessariamente alb<strong>in</strong>otica: alb<strong>in</strong>otica:<br />

<strong>in</strong>fatti l’iride l iride<br />

del<strong>le</strong> femm<strong>in</strong>e portatrici di AO1, presentano nell’80 nell 80-90%, 90%, aree di trasparenza<br />

Comp<strong>le</strong>ta transillum<strong>in</strong>azione dell’iride dell iride dovuta all’assenza all assenza della melan<strong>in</strong>a<br />

M<strong>in</strong>ima transillum<strong>in</strong>azione dell’iride, dell iride, dovuta alla presenza di una discreta quantità quantit di<br />

pigmento melanico nell’epitelio nell epitelio pigmentato dell’iride. dell iride. Da summers 1996


La funzione diaframmatica dell’iride dell iride non è<br />

compromessa (il muscolo sf<strong>in</strong>tere<br />

pupillare funziona) ma vi è fotofobia con<br />

b<strong>le</strong>farospasmo reattivo poiché poich un’iride un iride<br />

trasparente permette alla luce di<br />

attraversare comp<strong>le</strong>tamente l’iride l iride (la<br />

fotofobia è associato anche alla<br />

ipopigmentazione della ret<strong>in</strong>a)


FISIOLOGIA DELL’IRIDE<br />

DELL IRIDE<br />

SVOLGE UN RUOLO IMPORTANTE DAL PUNTO DI VISTA<br />

OTTICO. INFATTI SFINTERE E DILATATORE DELLA PUPILLA<br />

REGOLANO LA GRANDEZZA PUPILLARE E QUINDI LA<br />

QUANTITA’ QUANTITA DI LUCE AMMESSA ALL’INTERNO ALL INTERNO DEL BULBO<br />

OCULARE<br />

INOLTRE LA CONTRAZIONE PUPILLARE AUMENTA LA<br />

PROFONDITA’ PROFONDITA DI CAMPO E LIMITA L’ABERRAZIONE L ABERRAZIONE SFERICA E<br />

CROMATICA<br />

L’EPITELIO EPITELIO PIGMENTATO DELL’IRIDE DELL IRIDE COSTITUISCE UNA<br />

BARRIERA AI RAGGI LUMINOSI LIMITANDO L’ABBAGLIAMENTO<br />

L ABBAGLIAMENTO<br />

E PERMETTENDO CHE SOLTANDO CERTE INCIDENZE DI LUCE<br />

RAGGIUNGANO LA RETINA,


IRIDE ALBINI<br />

TRANSILLUMINAZIONE IRIDEA


PIGMENTAZIONE DELL’EPITELIO<br />

DELL EPITELIO<br />

PIGMENTATO RETINICO E<br />

PIGMENTAZIONE DELLA COROIDE


RETINA: E’ costituita dall’epitelio pigmentato ret<strong>in</strong>ico e dalla<br />

n<strong>eu</strong>roret<strong>in</strong>a,ha la funzione di percepire gli impulsi lum<strong>in</strong>osi<br />

tramite i fotorecettori (coni e bastoncelli) e, attraverso <strong>le</strong><br />

cellu<strong>le</strong> di col<strong>le</strong>gamento, trasformare questi impulsi <strong>in</strong><br />

potenziali e<strong>le</strong>ttrici trasmettendoli poi al nervo ottico


È <strong>in</strong>terposto tra la coroide sovrastante, a cui è<br />

tenacemente aderente, ed il sottostante foglietto nervoso della<br />

ret<strong>in</strong>a n<strong>eu</strong>ro sensoria<strong>le</strong> dal qua<strong>le</strong> è facilmente separabi<strong>le</strong>.<br />

L’epitelio pigmentato è costituito di cellu<strong>le</strong> epiteliali <strong>in</strong>farcite di<br />

pigmento che aderiscono alla coroide sul versante esterno,<br />

mentre sul versante <strong>in</strong>terno sono <strong>in</strong> rapporto con il i coni e i<br />

bastoncelli. Le cellu<strong>le</strong> dell’EPR hanno numerose funzioni:<br />

assorbimento della luce diffusa,protezione dei fotorecettori dai<br />

danni degli uv, accumulo di vitam<strong>in</strong>a A e conversione di questa<br />

<strong>in</strong> una forma utilizzabi<strong>le</strong> dai fotorecettori per la s<strong>in</strong>tesi della<br />

rodops<strong>in</strong>a,fagocitosi e degradazione dei dischi lamellari espulsi<br />

dai fotorecettori.


COROIDE (pigmentazione della coroide)<br />

La coroide è una membrana di colore nerastro perché perch accoglie molte<br />

cellu<strong>le</strong> con pigmento per cui essa unitamente allo strato pigmentato pigmentato<br />

della ret<strong>in</strong>a provvede anche all’assorbimento all assorbimento dei raggi lum<strong>in</strong>osi che<br />

hanno attraversato la ret<strong>in</strong>a, impedendone la rif<strong>le</strong>ssione<br />

E’caratterizzata caratterizzata da una grande ricchezza di vasi sanguigni, avendo il<br />

compito di membrana nutritizia<br />

Consta di 4 strati:<br />

La lam<strong>in</strong>a sopracoroidea, sopracoroidea,<br />

formata da più pi strati sovrapposti di lamel<strong>le</strong><br />

collagene ed elastiche con <strong>in</strong>terposti i melanociti ricchissimi di<br />

pigmento , vi decorrono <strong>le</strong> arterie ciliari posteriori brevi e lunghe, lunghe,<br />

<strong>le</strong><br />

vene vorticose e i nervi ciliari<br />

La lam<strong>in</strong>a vascolosa, vascolosa,<br />

formata dai rami, dal<strong>le</strong> diramazioni del<strong>le</strong> arterie<br />

ciliari posteriori brevi e dal<strong>le</strong> radici del<strong>le</strong> vene vorticose<br />

La lam<strong>in</strong>a coriocapillare è una ricca rete di vasi sanguigni che<br />

provvede alla nutrizione del sottostante strato pigmentato della ret<strong>in</strong>a<br />

EPR<br />

La lam<strong>in</strong>a basa<strong>le</strong> è addossata all’EPR all EPR è chiamata anche membrana<br />

di Bruch


L’UVEA


2. Ipopigmentazione della ret<strong>in</strong>a e dello<br />

strato pigmentato della coroide nei<br />

soggetti alb<strong>in</strong>i<br />

Nell’alb<strong>in</strong>ismo, Nell alb<strong>in</strong>ismo, la melan<strong>in</strong>a dell’epitelio dell epitelio pigmentato della ret<strong>in</strong>a è<br />

notevolmente ridotta o assente, rendendo la ret<strong>in</strong>a trasparente; come<br />

risultato all’esame all esame del fondo oculare si osservano i vasi della coroide che<br />

giacciono sotto la ret<strong>in</strong>a e che hanno un aspetto oftalmoscopico rosa<br />

rossastro<br />

Anche la coroide, nello strato sopracoroideo, presenta dei melanociti che<br />

risultano avere ridotta o assente pigmentazione<br />

La ret<strong>in</strong>a del<strong>le</strong> femm<strong>in</strong>e portatrici OA1 X-LINKED X LINKED (eterozigoti) mostra<br />

nell’80 nell 80-90% 90% dei casi i segni del portatore: o un mosaico di<br />

depigmentazione ret<strong>in</strong>ica (con aree pigmentate dette a orme d’orso d orso che<br />

si alternano ad aree non pigmentate) o una tessitura granulare<br />

depigmentatata nella regione maculare che assume gradualmente verso<br />

la periferia l’ l aspetto a orme d’orso. d orso. Ta<strong>le</strong> mosaico di depigmentazione<br />

ret<strong>in</strong>ica è stato attribuito nel 1961 da Mary LYon, LYon,<br />

qua<strong>le</strong> risultato della<br />

espressione random (casua<strong>le</strong>) del<strong>le</strong> due X di una femm<strong>in</strong>a


REPERTI OCULARI DELL’ALBINISMO:<br />

DELL ALBINISMO:<br />

2. . Ipopigmentazione della ret<strong>in</strong>a EPR e della coroide<br />

Determ<strong>in</strong>a la trasparenza della ret<strong>in</strong>a<br />

I vasi coroideali divengono visibili, la luce viene più pi<br />

volte rif<strong>le</strong>ssa dentro la cavità cavit oculare perchè perch non<br />

assorbita dal pigmento<br />

determ<strong>in</strong>a il colore rosso <strong>in</strong> campo pupillare visibi<strong>le</strong> con<br />

la lampada a fessura


alb<strong>in</strong>ismo oculocutaneo:<br />

oculocutaneo<br />

mostrano il caratteristico fundus ipopigmentato<br />

notare l’aumentata l aumentata visualizzazione della fovea sottostante.<br />

La fovea è <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>ta e si può avere ipoplasia fovea<strong>le</strong>


.<br />

NELLE FORME DI ALBINISMO DELL’ADULTO<br />

DELL ADULTO<br />

OCULOCUTANEO TIROSINASI POSITIVE<br />

NELLE FEMMINE AFFETTE E PORTATRICI DI<br />

ALBINISMO OCULARE<br />

SI POSSONO VEDERE LESIONI PIGMENTATE<br />

(ISOLE) AD ORME D’ D ORSO ALTERANATE AD<br />

AREE MENO PIGMENTATE


NOTARE LE AREE IPOPIGMENTATE FRA LE<br />

LESIONI A ORMA D’ORSO ORSO


ALTRI PORTATORI POSSONO ESSERE AFFETTI DA UN TIPO DI<br />

LESIONE DIFFUSAMENTE GRANULARE:QUESTI REPERTI SONO<br />

DOVUTI ALLA LYONIZZAZIONE


Protezione dalla luce<br />

La luce visibi<strong>le</strong> blu, blu,<br />

vio<strong>le</strong>tta e ultravio<strong>le</strong>tta (UV) possono<br />

arrecare danno ai fotorecettori (coni e bastoncelli):<br />

Pertanto gli occhiali da so<strong>le</strong> sono <strong>in</strong>dispensabili nei soggetti<br />

alb<strong>in</strong>i nei quali viene a mancare il filtro pr<strong>in</strong>cipa<strong>le</strong> di<br />

protezione ,per la assente o scarsa pigmentazione dell’iride dell iride<br />

e della ret<strong>in</strong>a<br />

Che tipo di occhiali da so<strong>le</strong> offre la migliore protezione<br />

genera<strong>le</strong>?<br />

Una protezione eccel<strong>le</strong>nte per gli occhi è fornita da una<br />

<strong>le</strong>nte che fa calare l’<strong>in</strong>tensit l <strong>in</strong>tensità di tutte <strong>le</strong> lunghezze d’onda d onda<br />

della luce, e che filtra la maggior parte degli UV <strong>in</strong>visibili e<br />

della luce visibi<strong>le</strong> blu e/o viola.


Il colore del<strong>le</strong> <strong>le</strong>nti non è sempre testimonianza della capacità capacit<br />

degli occhiali di filtrare i pericolosi raggi <strong>in</strong>visibili UV. UV.<br />

Occhiali con <strong>le</strong>nti blu lasciano passare la luce blu, e qu<strong>in</strong>di<br />

offrono la peggior protezione.<br />

T<strong>in</strong>te grigio scuro e verde scuro probabilmente consentono la<br />

vista più pi norma<strong>le</strong>, ma<br />

Le <strong>le</strong>nti di colore marrone sono quel<strong>le</strong> che esercitano<br />

l’assorbimento assorbimento più pi uniforme su tutta la banda dello spettro<br />

visibi<strong>le</strong><br />

Intensità Intensit della t<strong>in</strong>ta del<strong>le</strong> <strong>le</strong>nti:i pazienti i cui occhi sono<br />

particolarmente sensibili possono preferire <strong>le</strong>nti più pi scure per<br />

limitare ancora di più pi il passaggio della luce<br />

Le <strong>le</strong>nti fotocromatiche cambiano colore a seconda della luce.<br />

Hanno lo svantaggio di non cambiare colore così cos velocemente<br />

da permettere un faci<strong>le</strong> passaggio del soggetto dalla luce che c’è c’è<br />

dentro casa a quella <strong>in</strong>tensa che c’è c’è<br />

fuori.<br />

Speciali rivestimenti detti di antirif<strong>le</strong>sso applicati sulla <strong>le</strong>nte <strong>le</strong>nte<br />

colorata riducono ulteriormente i raggi UV. Questi rivestimenti<br />

sono spesso utilizzati per occhiali usati per sciare, voli ad alta alta<br />

quota e altri sport all’esterno. all esterno.


melanomi uveali negli alb<strong>in</strong>i<br />

L’<strong>in</strong>cidenza <strong>in</strong>cidenza del melanoma della coroide negli alb<strong>in</strong>i: <strong>in</strong><br />

<strong>le</strong>tteratura sono stati pubblicati solo tre casi di melanomi<br />

della coroide <strong>in</strong> soggetti alb<strong>in</strong>i<br />

Choroidal amelanotic melanoma <strong>in</strong> a patient whith<br />

oculocutaneous alb<strong>in</strong>ism<br />

Boucher MC,Allaire MC, Allaire G, Gauthier D,<br />

Can J.Ophathalmology Dec 2005<br />

Choroidal melanoma <strong>in</strong> an african-American<br />

african American alb<strong>in</strong>o<br />

Kheterpal S, Shields JA,De Poter P<br />

Am J.Ophathalmology Dec 1996<br />

Choroidal malignant melanoma <strong>in</strong> an alb<strong>in</strong>o<br />

McCartey AC, CassewellAG<br />

Br J.Ophathalmology Oct 1989


ANOMALIE OCULARI<br />

NELL’ALBINISMO<br />

NELL ALBINISMO<br />

1. Ipopigmentazione dell’iride dell iride:<br />

Causata da alterazioni del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong><br />

melananiche nello stroma e nell’epitelio nell epitelio<br />

pigmentato irideo,determ<strong>in</strong>a trasparenza<br />

dell’iride dell iride visibi<strong>le</strong> con lampada a fessura e<br />

fotofobia<br />

2. Ipopigmentazione della ret<strong>in</strong>a EPR e<br />

della coroide<br />

Determ<strong>in</strong>a la trasparenza della ret<strong>in</strong>a<br />

I vasi coroideali divengono visibili,rif<strong>le</strong>ssione


3. IPOPLASIA FOVEALE E’ E<br />

LA PRINCIPALE CAUSA DELLA<br />

RIDOTTA ACUITA’ ACUITA VISIVA<br />

NELL’ALBINISMO<br />

NELL ALBINISMO<br />

STUDI DI ANATOMIA OCT HANNO<br />

DIMOSTRATO UN DIFETTO DI<br />

DIFFERENZIAZIONE DELLA FOVEA


GLI STRATI DELLA NEURO RETINA:<br />

La ret<strong>in</strong>a è formata da cellu<strong>le</strong> e fibre nervose<br />

organizzate <strong>in</strong> più pi strati:<br />

1. Cellu<strong>le</strong> pigmentate<br />

2. Strato dei Fotorecettori<br />

3. Membrana limitante esterna<br />

4. Strato nuc<strong>le</strong>are esterno<br />

5. Strato p<strong>le</strong>ssiforme esterno<br />

6. Strato nuc<strong>le</strong>are <strong>in</strong>terno<br />

7. Strato p<strong>le</strong>ssiforme <strong>in</strong>terno<br />

8. Strato del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> gangliari<br />

9. Strato del<strong>le</strong> fibre nervose


Strato dei bastoncelli e dei coni è occupato dal<strong>le</strong> fibre esterne<br />

dei bastoncelli e dai coni,con netta preva<strong>le</strong>nza dei bastoncelli,<br />

bastoncelli,<br />

essendo il rapporto bastoncelli coni 25 a 1.fa eccezione la fovea fovea<br />

centra<strong>le</strong> della ret<strong>in</strong>a dove si ha la presenza solamente dei coni<br />

La membrana limitante esterna è costituita dall’<strong>in</strong>treccio dall <strong>in</strong>treccio del<strong>le</strong><br />

estremità estremit apicali del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> del Mul<strong>le</strong>r il cui corpo è situato più pi<br />

profondamente. essa fa da sostegno ai bastoncelli e ai coni<br />

Lo strato dei granuli esterni è occupato dai granuli o corpi<br />

cellulari dei bastoncelli e dei coni<br />

Lo strato p<strong>le</strong>ssiforme esterno è costituito dal<strong>le</strong> term<strong>in</strong>azioni del<strong>le</strong><br />

fibre <strong>in</strong>terne dei fotorecettori e dal<strong>le</strong> ramificazioni dei dendriti dendriti<br />

del<strong>le</strong><br />

cellu<strong>le</strong> bipolari, che <strong>in</strong> esso contraggono s<strong>in</strong>apsi,<strong>in</strong>oltre dai n<strong>eu</strong>riti n<strong>eu</strong>riti<br />

e dendriti del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> orizzontali, i cui corpi sono nello strato strato<br />

sottostante<br />

Lo strato dei granuli <strong>in</strong>terni presenta corpi del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> bipolari, i<br />

corpi del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> orizzontali, i corpi del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> amacr<strong>in</strong>e e del<strong>le</strong><br />

cellu<strong>le</strong> di Mul<strong>le</strong>r


Lo strato p<strong>le</strong>ssiforme <strong>in</strong>terno formato dal<strong>le</strong> ramificazioni dei n<strong>eu</strong>riti del<strong>le</strong><br />

cellu<strong>le</strong> bipolari e dal<strong>le</strong> ramificazioni dei dendriti del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong><br />

multipolari, che<br />

qui contraggono tra loro s<strong>in</strong>apsi<br />

Lo strato del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> multipolari è formato dai corpi del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong><br />

multipolari o gangliari, che sono all<strong>in</strong>eati <strong>in</strong> un’unica un unica fila <strong>in</strong> tutta la ret<strong>in</strong>a<br />

tranne che nella macula dove possono essere <strong>in</strong> 6-8 6 8 piani. Le cellu<strong>le</strong><br />

multipolari staccano dal loro corpouno o più pi dendriti che vanno a ramificare<br />

nello strato p<strong>le</strong>ssiforme <strong>in</strong>terno ove contraggono s<strong>in</strong>apsi con <strong>le</strong> cellu<strong>le</strong><br />

bipolari. Emettono poi un n<strong>eu</strong>riteche si porta <strong>in</strong> profondità profondit nel sottostante<br />

strato del<strong>le</strong> fibre nervose, per portarsi alla papilla e al nervo ottico<br />

Lo strato del<strong>le</strong> fibre nervose è formatoda fibre nervose amiel<strong>in</strong>iche, amiel<strong>in</strong>iche,<br />

che<br />

sono i n<strong>eu</strong>riti del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> multipolari<br />

La membrana limitante <strong>in</strong>terna è formata <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e dal<strong>le</strong> superfici basali del<strong>le</strong><br />

cellu<strong>le</strong> di Mul<strong>le</strong>r


Anatomia della ret<strong>in</strong>a regione maculare<br />

La regione maculare è suddivisa su base istologica<br />

La foveola, foveola,<br />

ha diametro di 0.35mm,ed è localizzata nel centro della fovea,<br />

nella zona della fovea priva di capillari. Nella foveola sono presenti solo i<br />

coni (qui assumono un aspetto modificato allungato che si avvic<strong>in</strong>a avvic<strong>in</strong>a<br />

a quello<br />

dei bastoncelli ) e i processi del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> di mul<strong>le</strong>r (membrana limitante<br />

esterna).Qui non sono presenti bastoncelli<br />

La fovea circonda la foveola. foveola.<br />

Ha un diametro di 1.5 mm e spessore di 250<br />

um, um,<br />

bruscamente dimezzato rispetto alla adiacente ret<strong>in</strong>a posteriore. posteriore.<br />

Contiene lo strato del<strong>le</strong> fibre nervose, due strati di cellu<strong>le</strong> ganglionari, ganglionari,<br />

o<br />

strato p<strong>le</strong>ssiforme esterno, lo strato del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> bipolari o nuc<strong>le</strong>are nuc<strong>le</strong>are<br />

esterno,<br />

lo strato p<strong>le</strong>ssiforme <strong>in</strong>terno, i fotorecettori coni e bastoncelli bastoncelli<br />

(con lo strato<br />

nuc<strong>le</strong>are <strong>in</strong>terno, lo strato degli articoli dei fotorecettori), la la<br />

membrana<br />

limitante esterna, epr<br />

L’area area parafovea<strong>le</strong> zona anulare ampia che circonda la fovea, dove lo<br />

spessore del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> gangliari aumenta.<br />

L’area area perifovea<strong>le</strong> zona anulare che circonda la parafovea, è la zona<br />

periferica della regione maculare nella qua<strong>le</strong> <strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> gangliari gangliari<br />

sono ridotte<br />

dai 5-7 5 7 strati dell’area dell area parafovea<strong>le</strong> ad un s<strong>in</strong>golo strato di cellu<strong>le</strong> ganglionari,<br />

come si osserva anche nella periferia ret<strong>in</strong>ica


Fovea


IL NORMALE RIFLESSO<br />

FOVEALE ALLA LUCE E’ E<br />

DOVUTO ALLA RIFLESSIONE<br />

DELLA LUCE CHE INCIDE SUI<br />

MARGINI INCLINATI (CLIVUS)<br />

DELLA FOVEA


ASPETTO IN OFTALMOSCOPIA<br />

DELLA IPOPLASIA FOVEALE<br />

L’ispezione ispezione del fondo oculare con<br />

l’oftalmoscopio oftalmoscopio mostra l’assenza l assenza o<br />

riduzione del rif<strong>le</strong>sso anulare e fovea<strong>le</strong><br />

nella macula e talvolta, la presenza di <strong>in</strong><br />

<strong>in</strong>treccio di vasi ret<strong>in</strong>ici <strong>in</strong> quest’area quest area<br />

normalmente avascolarizzata.<br />

avascolarizzata<br />

Ma la quantificazione della ipoplasia fovea<strong>le</strong><br />

si effettua con l’OCT l OCT<br />

AMERICAN JOURNAL OF OPHTHALMOLOGY JAN 2006<br />

TOPOGRAPHICAL RETINAL FUNCTION IN OCULOCUTANEOUS ALBINISM<br />

JOHN P. KELLY, PHD, AVERRY H. WEISS, MD


OCT NELLA IPOPLASIA FOVEALE<br />

DELL’ALBINISMO<br />

DELL ALBINISMO<br />

LA TOMOGRAFIA A COERENZA OTTICA IN<br />

INDIVIDUI CON ALBINISMO DIMOSTRA:<br />

CHE LA MACULA E’ E COMPLANARE CON LA<br />

RETINA CIRCOSTANTE<br />

LA FOSSETTA FOVEALE E’ E ASSENTE<br />

ED E’ E SOSTITUITA DA UNA ANOMALA<br />

PRESENZA DI SEI OTTO STRATI DI CELLULE<br />

GANGLIONARI E CELLULE BIPOLARI NEL<br />

CENTRO DELLA RETINA<br />

AMERICAN JOURNAL OF OPHTHALMOLOGY JAN 2006<br />

TOPOGRAPHICAL RETINAL FUNCTION IN OCULOCUTANEOUS ALBINISM<br />

JOHN P. KELLY,PHD, AVERRY H. WEISS,MD


(Taylor, 1978) parla di un ispessimento dello strato del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong><br />

gangliari nell’area nell area fovea<strong>le</strong>, fovea<strong>le</strong>,<br />

la cui presenza provocherebbe<br />

un’alterazione un alterazione dell’immag<strong>in</strong>e dell immag<strong>in</strong>e ret<strong>in</strong>ica e di conseguenza un difetto non<br />

correggibi<strong>le</strong> nella fissazione centra<strong>le</strong>.<br />

(Mayer, 2002): <strong>in</strong>dividua dall’OCT dall OCT (Tomografia della coerenza ottica)<br />

<strong>in</strong> una bimba di 10 anni con OCA che lo spessore della fovea della<br />

paziente è oltre i 300 µm nella paziente contro i 250 µm m <strong>in</strong> un<br />

soggetto norma<strong>le</strong>. L’OCT OCT mostra nella fovea, un segna<strong>le</strong> altamente<br />

rif<strong>le</strong>ttente della ret<strong>in</strong>a <strong>in</strong>terna, probabilmente coerente con la presenza<br />

di molteplici strati di cellu<strong>le</strong> gangliari, dove non dovrebbero essercene essercene<br />

affatto. L’OCT OCT conferma la presenza di una displasia della fovea<br />

(Recchia Recchia, , 2002) Anche Recchia <strong>in</strong>dividua dall’oct dall oct di un paziente<br />

alb<strong>in</strong>o un’archittettura<br />

un archittettura comp<strong>le</strong>tamente alterata: un esteso<br />

ispessimento della ret<strong>in</strong>a, coprente l’<strong>in</strong>tera l <strong>in</strong>tera area fovea<strong>le</strong>, fovea<strong>le</strong>,<br />

altrimenti<br />

depressa, tanto da risultare <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>guibi<strong>le</strong> dalla macula circostante circostante<br />

esam<strong>in</strong>ata. Per ta<strong>le</strong> architettura, (Recchia ( Recchia e collaboratori)<br />

preferiscono usare il term<strong>in</strong>e di disgenesia fovea<strong>le</strong>, fovea<strong>le</strong> per <strong>in</strong>dicare una<br />

fovea più pi spessa del norma<strong>le</strong>. norma<strong>le</strong>.<br />

Concludendo l’OCT l OCT consente un esame dettagliato dell’anatomia<br />

dell anatomia<br />

della macula nei pazienti con ipoplasia fovea<strong>le</strong>, fovea<strong>le</strong>,<br />

documentando, <strong>in</strong><br />

vivo, la morfologia e lo spessore della fovea


,<br />

L’esame esame istopatologico degli occhi di soggetti<br />

XLOA e OCA1A (* Summers, Summers,<br />

1996; Fulton, Fulton,<br />

1978; O’Donnell Donnell, , 1996) rivela:<br />

mancata differenziazione della fovea, fovea,<br />

una<br />

riduzione nel numero dei coni della ret<strong>in</strong>a<br />

centra<strong>le</strong>(foveola<br />

centra<strong>le</strong>( foveola) ) e l’assenza l assenza dei tipici coni<br />

cil<strong>in</strong>drici fovealari, fovealari,<br />

la anomala presenza di 6-8 6 8<br />

strati di cellu<strong>le</strong> ganglionari e bipolari, bipolari,<br />

la<br />

riduzione <strong>in</strong> zona maculare dei bastoncelli.


Lo sviluppo anomalo della fovea appare col<strong>le</strong>gato alla<br />

riduzione/assenza della melan<strong>in</strong>a durante lo sviluppo<br />

dell’occhio dell occhio (fasi prenata<strong>le</strong> e postnata<strong>le</strong>).<br />

Sembra che la formazione dell’epitelio dell epitelio pigmentato della ret<strong>in</strong>a<br />

com<strong>in</strong>ci nel<strong>le</strong> vic<strong>in</strong>anze della fovea e proceda, di qui, verso la<br />

periferia, con modalità modalit e velocità velocit diverse, suggerendo che la<br />

presenza o l’assenza l assenza della melan<strong>in</strong>a <strong>in</strong> queste cellu<strong>le</strong> potrebbe<br />

<strong>in</strong>terferire con lo sviluppo della fovea <strong>in</strong> modo diverso che con la<br />

restante parte della ret<strong>in</strong>a (°Ilia ( Ilia, , 1996).<br />

La fovea ipoplastica causa la riduzione dell’acuit dell acuità visiva,<br />

non correggibi<strong>le</strong> con l’uso l uso di <strong>le</strong>nti. E’ E <strong>in</strong>teressante notare<br />

che, nonostante l’<strong>in</strong>variabi<strong>le</strong> l <strong>in</strong>variabi<strong>le</strong> (costante) presenza<br />

dell’ipoplasia<br />

dell ipoplasia fovea<strong>le</strong>, fovea<strong>le</strong>,<br />

l’acuit l acuità visiva varia da 10/10 10/ 10 a 1/20 a<br />

seconda del<strong>le</strong> forme


OCT<br />

(Optical Optical Coherence Tomography)<br />

Tomography<br />

La Tomografia a coerenza Ottica è una nuova modalità modalit diagnostica non<br />

<strong>in</strong>vasiva , che consente la visualizzazione di sezioni trasversali trasversali<br />

della ret<strong>in</strong>a<br />

ad alta risoluzione (nell’ord<strong>in</strong>e (nell ord<strong>in</strong>e di 8-10 8 10 (micron) <strong>in</strong> maniera simi<strong>le</strong> all’ecografia<br />

all ecografia<br />

b scan<br />

A differenza dell’ultrasuonografia<br />

dell ultrasuonografia che misura la ref<strong>le</strong>ttività ref<strong>le</strong>ttivit acustica(di onde<br />

sonore) di un tessuto, la OCTvaluta la ref<strong>le</strong>ttività ref<strong>le</strong>ttivit ottica emettendo per<br />

l’acquisizione acquisizione del<strong>le</strong> scansioni un raggio di luce di lunghezza d’onda d onda nel vic<strong>in</strong>o<br />

<strong>in</strong>frarosso (845nm)<br />

L’oct oct sfrutta la rif<strong>le</strong>ssione della luce nell’<strong>in</strong>frarosso nell <strong>in</strong>frarosso l’ecografia l ecografia la rif<strong>le</strong>ssione di<br />

onde sonore<br />

L’oct oct viene effettuata senza contatto con <strong>le</strong> strutture oculari, m<strong>in</strong>imizzando<br />

m<strong>in</strong>imizzando<br />

così cos il disagio per il paziente durante l’esame l esame<br />

L’acquisizione acquisizione del<strong>le</strong> immag<strong>in</strong>i usando onde lum<strong>in</strong>ose piuttosto che sonore sonore<br />

fornisce una risoluzione spazia<strong>le</strong> significativamente maggiore rispetto rispetto<br />

a<br />

quella ottenuta con ultrasuoni:<strong>le</strong> immag<strong>in</strong>i OCT hanno una risoluzione risoluzione<br />

assia<strong>le</strong> di circa 10 millimicron che è approssivamente da 10 a 20 volte più pi<br />

e<strong>le</strong>vata rispetto alla cquisizione di immag<strong>in</strong>i ottenuta tramite<br />

l’ultrasuonografia<br />

ultrasuonografia B mode


OCT<br />

LA TOMOGRAFIA A COERENZA OTTICA<br />

PRODUCE IMMAGINI SOTTO FORMA DI<br />

SEZIONE TRASVERSALE DELLA STRUTTURA<br />

RETINICA MISURANDO IL TEMPO DI<br />

RITARDO DELL’ECO DELL ECO E L’INTENSITA<br />

L INTENSITA’ DELLA<br />

LUCE RIFLESSA E RETRODIFFUSA<br />

L’OCT OCT rappresenta un sistema di acquisizione<br />

che non richiede contatto con l’occhio, l occhio, fornisce<br />

immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong> tempo rea<strong>le</strong>, ad alta risoluzione ,<br />

sotto forma di sezione, che non potrebbero<br />

essere ottenute con qualunque altro sistema


OCT<br />

Esistono molte differenti varianti di oct, oct,<br />

ma essenzialmente l’OCT l OCT<br />

fornisce immag<strong>in</strong>i:<br />

sotto forma di sezione trasversa<strong>le</strong><br />

misurando il ritardo dell’eco dell eco e<br />

Misurando l’<strong>in</strong>tensit l <strong>in</strong>tensità della luce diffusa o della luce rif<strong>le</strong>ssa dal<strong>le</strong><br />

microstrutture proprie della ret<strong>in</strong>a<br />

Le immag<strong>in</strong>i OCT rappresentano serie di dati bi o tridimensionali<br />

tridimensionali<br />

derivanti dal<strong>le</strong> variazioni nella rif<strong>le</strong>ssione e retrodiffusione della della<br />

luce a<br />

livello di una sezione di ret<strong>in</strong>a<br />

Le immag<strong>in</strong>i vengono evidenziate o <strong>in</strong> bianco e nero o con una scala scala<br />

di falsi colori, nei quali i colori più pi chiari corrispondono a zone di alta<br />

ref<strong>le</strong>ttività ref<strong>le</strong>ttivit ottica ed i colori più pi scuri a zone a bassa rif<strong>le</strong>ttività rif<strong>le</strong>ttivit ottica.<br />

Tali differenti colorazioni di una immag<strong>in</strong>e OCT sono la risultante risultante<br />

del<strong>le</strong><br />

differenti proprietà propriet ottiche della ret<strong>in</strong>a


OCT<br />

l’alta alta risoluzione del<strong>le</strong> immag<strong>in</strong>i propria dell’oct dell oct permette la visualizzazione<br />

della morfologia degli strati ret<strong>in</strong>ici, facilitando la diagnosi di una vasta<br />

gamma di patologie della ret<strong>in</strong>a<br />

L’esame esame OCT è di fondamenta<strong>le</strong> <strong>in</strong>teresse nella diagnosi di varie patologie<br />

ret<strong>in</strong>iche :<br />

Malattie eredo- eredo degenerative della ret<strong>in</strong>a<br />

S<strong>in</strong>dromi dell’<strong>in</strong>terfaccia<br />

dell <strong>in</strong>terfaccia vitreoret<strong>in</strong>ica<br />

Edemi ret<strong>in</strong>ici<br />

Fori maculari<br />

Membrane neovascolari ret<strong>in</strong>iche<br />

Distacco ret<strong>in</strong>ico<br />

Ret<strong>in</strong>opatia diabetica<br />

Glaucoma<br />

Degenerazione maculare correlata all’et all età<br />

Inf<strong>in</strong>e può essere usato pere effettuare misurazioni quantitative dello spessore<br />

ret<strong>in</strong>ico e/o del<strong>le</strong> fibre nervose


ERG NELLA IPOPLASIA<br />

MACULARE DELL’ALBINISMO<br />

DELL ALBINISMO<br />

L’e<strong>le</strong>ttroret<strong>in</strong>ogramma<br />

e<strong>le</strong>ttroret<strong>in</strong>ogramma:<br />

L’ERG ERG fotopico e flicker sono normali <strong>in</strong>dica<br />

che la ret<strong>in</strong>a è <strong>in</strong> grado di ricevere e<br />

processare la luce e non documenta<br />

deterioramento ret<strong>in</strong>ico correlato agli effetti<br />

tossici dell’esposizione dell esposizione alla luce, sebbene il<br />

filtraggio della luce risulti ridotto<br />

L’ERG ERG scotopico è ipervoltato (manca il filtro<br />

dell’epitelio dell epitelio pigmentato)<br />

AMERICAN JOURNAL OF OPHTHALMOLOGY JAN 2006 TOPOGRAPHICAL RETINAL FUNCTION IN<br />

OCULOCUTANEOUS ALBINISM JOHN P. KELLY,PHD, AVERRY H. WEISS,MD


L’ERG ERG può essere:<br />

1. Scotopico(studia solo i bastoncelli)e massivo(studia bastoncelli e coni)<br />

2. Fotopico (studia solo i con<br />

3. Flicker (coni vic<strong>in</strong>i alla macula)<br />

1. L’ERG L ERG di massa studia la funzionalità funzionalit sia dei coni che dei bastoncelli<br />

Si compone di un’onda un onda a, di un’onda un onda b e di un’onda un onda c<br />

L’onda onda a è espressione della funzione dei fotorecettori<br />

L’onda onda b è espressione della funzione del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> del Mul<strong>le</strong>r<br />

L’onda onda c è correlata alla funzione dell’EPR dell EPR (ma è poco usata nella pratica cl<strong>in</strong>ica)<br />

2. L’ERG L ERG scotopico studia la funzionalità funzionalit del sistema dei bastoncelli. Richiede un<br />

adattamento al buio (15 m<strong>in</strong>uti). L’onda L onda b culm<strong>in</strong>a dopo 100 msec. msec<br />

3. L’ERG L ERG fotopico studia se<strong>le</strong>ttivamente la funzionalità funzionalit di coni<br />

Viene evocato dopo adattamento alla luce<br />

L’onda onda b culm<strong>in</strong>a tra i 20 e i 50 msec<br />

L’erg erg Flicker studia il sistema dei coni mediante stimolazione a 30 Hz (dopo adattamento<br />

fotopico): fotopico):<br />

il tracciato che ne deriva è una s<strong>in</strong>usoide di cui si valutano l’ampiezza l ampiezza e la fase


ERG foca<strong>le</strong><br />

Stimola se<strong>le</strong>ttivamente l’area l area maculare<br />

Si utilizza un monitor visivo<br />

Può avva<strong>le</strong>rsi di una stimolazione pattern a 8HZ che studia la<br />

funzionalità funzionalit del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> multifocali, oppure da una modulazione di<br />

lum<strong>in</strong>anza a 8Hz che studia la funzionalità funzionalit maculare <strong>in</strong> toto,oppure<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e da una stimolazione da modulazione di lum<strong>in</strong>anza a 30Hz che che<br />

studia gli strati superficialidella macula<br />

Si usano e<strong>le</strong>ttrodi da fornice e pertanto non può essere eseguito sotto<br />

i 2 anni di età et<br />

Viene valutata l’ampiezza l ampiezza della P50, cioè cio l’onda onda che culm<strong>in</strong>a a 50<br />

msec<br />

La componente 2P è alterata nella RP, nella Best e ret<strong>in</strong>oschisi<br />

XL<strong>in</strong>K<br />

La componente 2 F nella Best, stargardt, stargardt,<br />

distrofia dei coni, rp<br />

La componente 1 Fè alterata nella stargardt, stargardt,<br />

distrofia dei coni, RP


VIA OTTICA<br />

La via ottica è deputata al trasporto degli impulsi lum<strong>in</strong>osi provenienti<br />

dalla ret<strong>in</strong>a nell’area nell area ottica primaria dell’emisfero dell emisfero ce<strong>le</strong>bra<strong>le</strong><br />

Essa ha <strong>in</strong>izio nell’occhio nell occhio dai fotorecettori della ret<strong>in</strong>a, ret<strong>in</strong>a,<br />

ossia dal<strong>le</strong><br />

cellu<strong>le</strong> dei bastoncelli e dal<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> dei coni, che sono da ritenersi ritenersi<br />

n<strong>eu</strong>roni sensitivi profondamente modificati<br />

Le cellu<strong>le</strong> dei bastoncelli e dei coni contraggono s<strong>in</strong>apsi con <strong>le</strong> cellu<strong>le</strong><br />

bipolari della ret<strong>in</strong>a, <strong>le</strong> quali rappresentano pertanto i secondi n<strong>eu</strong>roni<br />

della via ottica<br />

Le cellu<strong>le</strong> bipolari a loro volta contraggono s<strong>in</strong>apsi con <strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong><br />

multipolari (o cellu<strong>le</strong> gangliari) della ret<strong>in</strong>a, che sono pertanto pertanto<br />

i terzi<br />

n<strong>eu</strong>roni della via ottica<br />

I n<strong>eu</strong>riti del<strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> gangliari abbandonano l’occhio, l occhio, costituendo il<br />

nervo ottico


NERVO OTTICO: è una struttura<br />

nervosa che serve a trasferire gli<br />

impulsi e<strong>le</strong>ttrici visivi dall'occhio al<br />

cervello dove poi verranno<br />

elaborati. E' lungo circa 5 cm, con<br />

un diametro che varia dai 3 ai 7<br />

mm ed è composto da circa un<br />

milione di fibre nervose


Nervo ottico<br />

Nel nervo ottico sono da dist<strong>in</strong>guersi tre gruppi di<br />

fibre nervose provenienti dalla ret<strong>in</strong>a: ret<strong>in</strong>a<br />

Le fibre maculari, maculari,<br />

che rappresentano circa un<br />

terzo del<strong>le</strong> fibre del nervo e che sono provenienti<br />

dalla zona maculare della ret<strong>in</strong>a, ret<strong>in</strong>a,<br />

deputata alla<br />

visione dist<strong>in</strong>ta<br />

Le fibre temporali,che sono <strong>le</strong> fibre perimaculari,<br />

perimaculari,<br />

provenienti dalla parte tempora<strong>le</strong> della ret<strong>in</strong>a<br />

Le fibre nasali, che sono perimaculari, perimaculari,<br />

provenienti<br />

dalla parte nasa<strong>le</strong> della ret<strong>in</strong>a<br />

Il nervo ottico mette capo al chiasma ottico


CIRCOLO DI HALLER-ZINN


Chiasma ottico<br />

Il nervo ottico mette capo al chiasma ottico<br />

Qui <strong>le</strong> fibre maculari per metà met si <strong>in</strong>crociano, passando così cos<br />

nel tratto ottico eterolatera<strong>le</strong>, eterolatera<strong>le</strong>,<br />

per metà met <strong>in</strong>vece proseguono<br />

dirette nel tratto ottico omolatera<strong>le</strong><br />

Le fibre temporali della ret<strong>in</strong>a proseguono tutte dirette<br />

entro il tratto ottico omolatera<strong>le</strong><br />

Le fibre nasali si <strong>in</strong>crociano totalmente e vanno pertanto<br />

nel tratto ottico eterolatera<strong>le</strong><br />

Praticamente ogni tratto ottico viene ad essere costituito<br />

dal<strong>le</strong> fibre nervose che provengono dalla metà met tempora<strong>le</strong><br />

della ret<strong>in</strong>a dello stesso lato e da quel<strong>le</strong> che provengono<br />

dalla metà met nasa<strong>le</strong> della ret<strong>in</strong>a del lato opposto.


Dal chiasma ottico si diparte il tratto ottico.<br />

Il tratto ottico fa capo al corpo genicolato latera<strong>le</strong> del talamo<br />

In particolare <strong>le</strong> fibre maculari si portano nella parte centra<strong>le</strong> del<br />

corpo genicolato latera<strong>le</strong>, mentre nella parte media<strong>le</strong> del corpo<br />

genicolato latera<strong>le</strong> arrivano <strong>le</strong> fibre nervose che provengono dal<br />

quadrante tempora<strong>le</strong> superiore della ret<strong>in</strong>a omolatera<strong>le</strong> e quel<strong>le</strong><br />

che provengono dal quadrante nasa<strong>le</strong> superiore della ret<strong>in</strong>a<br />

controlatera<strong>le</strong>. controlatera<strong>le</strong>.<br />

Inf<strong>in</strong>e nella parte latera<strong>le</strong> del corpo genicolato<br />

latera<strong>le</strong> arrivano <strong>le</strong> fibre del settore <strong>in</strong>feriore tempora<strong>le</strong> della ret<strong>in</strong>a<br />

dello stesso lato e <strong>le</strong> fibre derivanti dal quadrante nasa<strong>le</strong> <strong>in</strong>feriore <strong>in</strong>feriore<br />

del lato opposto<br />

Il corpo genicolato latera<strong>le</strong> da orig<strong>in</strong>e alla Radiazione Ottica (del ( del<br />

Gratio<strong>le</strong>t) Gratio<strong>le</strong>t)<br />

la qua<strong>le</strong> decorre dapprima nel segmento retro<strong>le</strong>nticolare<br />

della capsula <strong>in</strong>terna e poi di lato al corno occipita<strong>le</strong> del ventricolo ventricolo<br />

latera<strong>le</strong>.<br />

Essa mette capo alla corteccia ce<strong>le</strong>bra<strong>le</strong> dell’area dell area ottica primaria o<br />

area 17, corrispondente ai labbri della scissura calcar<strong>in</strong>a del lobo<br />

occipita<strong>le</strong> dell’emisfero dell emisfero ce<strong>le</strong>bra<strong>le</strong>


4. Percorso anomalo del<strong>le</strong> fibre nervose<br />

temporali dei nervi ottici al chiasma<br />

Percorso anomalo dei nervi ottici al chiasma è responsabi<strong>le</strong> nell’alb<strong>in</strong>ismo nell alb<strong>in</strong>ismo del<br />

nistagmo<br />

Sembra sia l’unica l unica anomalia oculare specifica dell’Alb<strong>in</strong>ismo, dell Alb<strong>in</strong>ismo, senza la cui evidenza<br />

cl<strong>in</strong>ica (stereopsi ( stereopsi ridotta o assente) o e<strong>le</strong>ttrofisiologica (VEP asimmetrico) non è<br />

possibi<strong>le</strong> fare diagnosi di Alb<strong>in</strong>ismo, soprattutto nei casi dubbi. dubbi.<br />

Negli alb<strong>in</strong>i:<br />

Le fibre nervose della ret<strong>in</strong>a tempora<strong>le</strong>, giunte a livello del chiasma ottico, decussano<br />

e si proiettano al nuc<strong>le</strong>o genicolato controlatera<strong>le</strong>, controlatera<strong>le</strong>,<br />

piuttosto che al nuc<strong>le</strong>o genicolato<br />

omolatera<strong>le</strong>, omolatera<strong>le</strong>,<br />

determ<strong>in</strong>ando una riduzione del<strong>le</strong> fibre che si proiettano<br />

omolateralmente, omolateralmente,<br />

una disorganizzazione e frammentazione del modello lam<strong>in</strong>are dei dei<br />

nuc<strong>le</strong>i genicolati dorso-laterali dorso laterali (LGNs ( LGNs) ) ed una disorganizzazione del<strong>le</strong> proiezioni<br />

dirette da questi nuc<strong>le</strong>i alla corteccia visiva.<br />

Ne segue che l’imput l imput visivo dell’occhio dell occhio destro è quasi esclusivamente diretto verso<br />

l’emisfero emisfero s<strong>in</strong>istro e viceversa, per cui non si ha la sovrapposizione sovrapposizione<br />

dei campi visivi<br />

(l’emisfero (l emisfero s<strong>in</strong>istro è <strong>in</strong>teressato solo al campo visivo di destra), con conseguente<br />

riduzione della funzione b<strong>in</strong>oculare (poche fibre ret<strong>in</strong>ogeniculostriate si portano<br />

comunque omolateralmente), omolateralmente),<br />

necessaria per la visione spazia<strong>le</strong> (stereoscopica), che<br />

risulta qu<strong>in</strong>di ridotta o assente.


Percorso del<strong>le</strong> fibre del nervo ottico <strong>in</strong> un soggetto norma<strong>le</strong> (a s<strong>in</strong>istra) e <strong>in</strong> un<br />

soggetto alb<strong>in</strong>o (a destra).Spiegazione nel testo.Da K<strong>in</strong>g, Facts about Alb<strong>in</strong>ism.<br />

Alb<strong>in</strong>ism


Come dimostrare il percorso anomalo del<strong>le</strong> fibre<br />

nervose temporali dei nervi ottici al chiasma negli<br />

alb<strong>in</strong>i<br />

I VEP (potenzia<strong>le</strong> evocato visivo), sono un esame<br />

strumenta<strong>le</strong> per il ri<strong>le</strong>vamento dell’anomala dell anomala distribuzione<br />

topografica del<strong>le</strong> proiezioni ret<strong>in</strong>o-geniculolate<br />

ret<strong>in</strong>o geniculolate-corticali corticali, ,<br />

consistente nel posizionare, sull’area sull area occipita<strong>le</strong> e nasion del<br />

soggetto <strong>in</strong> esame, e<strong>le</strong>ttrodi registranti, che consentono di<br />

<strong>in</strong>dividuare <strong>le</strong> asimmetrie <strong>in</strong>teremisferiche, <strong>in</strong> seguito alla<br />

stimolazione monoculare.<br />

L’ampiezza ampiezza della risposta risulta sproporzionatamente più pi<br />

grande nell’emisfero<br />

nell emisfero controlatera<strong>le</strong> all’occhio all occhio stimolato,<br />

piuttosto che essere quasi ugua<strong>le</strong> per ogni emisfero.


Gli stimoli pattern (immag<strong>in</strong>i con una “trama trama” e un “disegno disegno”<br />

regolari, ad esempio una scacchiera lum<strong>in</strong>osa) si sono rivelati i<br />

più pi efficaci nell’<strong>in</strong>dividuare nell <strong>in</strong>dividuare il “misrout<strong>in</strong>g misrout<strong>in</strong>g” nell’Alb<strong>in</strong>ismo, nell Alb<strong>in</strong>ismo, quando<br />

messi a confronto con altre condizioni di stimolo (°Creel ( Creel, , 1981).<br />

Tenuto conto, <strong>in</strong>oltre, che il profilo VEP è età-specifico<br />

et specifico (può<br />

essere, <strong>in</strong>fatti, utilizzato anche per seguire lo sviluppo e la<br />

funzionalità funzionalit del<strong>le</strong> vie visive dopo la nascita), il test è stato<br />

aff<strong>in</strong>ato nel corso del tempo, mettendo <strong>in</strong> atto procedure<br />

appropriate all’et all età (stimoli flash per i neonati, stimoli pattern<br />

onset per i più pi grandi) ed alla quantificazione dell’estensione<br />

dell estensione<br />

dell’anomalia dell anomalia (°Apkarian ( Apkarian, , 1992; °Hoffmann Hoffmann, , 2005), così cos da<br />

fornire una <strong>in</strong>dividuazione, quanto più pi attendibi<strong>le</strong> possibi<strong>le</strong>, del<br />

misrout<strong>in</strong>g VEP alb<strong>in</strong>o, soprattutto <strong>in</strong> casi dubbi, ed una<br />

diagnosi differenzia<strong>le</strong> def<strong>in</strong>itiva.


5 . VEP negli alb<strong>in</strong>i<br />

(Apkarian Apkarian, , 1991): l’asimmetria l asimmetria VEP<br />

controlatera<strong>le</strong> che rif<strong>le</strong>tte il misrout<strong>in</strong>g<br />

ret<strong>in</strong>ico tempora<strong>le</strong> si ev<strong>in</strong>ce solo nei<br />

pazienti alb<strong>in</strong>i.


RMN del chiasma ottico<br />

Studi di immag<strong>in</strong>i di risonanza magnetica (MRI ( MRI) )<br />

rivelano che <strong>le</strong> dimensioni e l’architettura<br />

l architettura<br />

(configurazione) del chiasma ottico nei soggetti<br />

alb<strong>in</strong>i sono diverse da quel<strong>le</strong> nei soggetti normali<br />

di controllo rispecchiando l’<strong>in</strong>crocio l <strong>in</strong>crocio atipico del<strong>le</strong><br />

fibre ottiche nell’alb<strong>in</strong>ismo nell alb<strong>in</strong>ismo (*Schmitz ( *Schmitz, , 2003).<br />

Questo approccio non è stato però ancora<br />

sufficientemente testato da poter sostituire la<br />

VEP.


L’orig<strong>in</strong>e orig<strong>in</strong>e del misrout<strong>in</strong>g sembra correlato alla<br />

riduzione/assenza della melan<strong>in</strong>a nell’occhio, nell occhio, durante <strong>le</strong> prime<br />

fasi dell’embriogenesi dell embriogenesi (primo trimestre di gravidanza).<br />

La melan<strong>in</strong>a (topografia e tempo di comparsa) potrebbe avere<br />

un ruolo diretto nello sviluppo della proiezioni ottiche,<br />

<strong>in</strong>fluenzandone la direzione (°Silver ( Silver, , 1981), se non addirittura<br />

<strong>le</strong> proporzioni di cellu<strong>le</strong> ret<strong>in</strong>iche gangliari che si <strong>in</strong>crociano al<br />

chiasma (°Marcus ( Marcus, , 1996).<br />

Studi recenti suggeriscono che i geni responsabili<br />

dell’Alb<strong>in</strong>ismo dell Alb<strong>in</strong>ismo alter<strong>in</strong>o lo sviluppo dei nervi ottici, agendo sullo<br />

sviluppo della ret<strong>in</strong>a, piuttosto che sul<strong>le</strong> fasi dello sviluppo dei dei<br />

nervi ottici (°Mason ( Mason, , 1998).<br />

L’<strong>in</strong>troduzione <strong>in</strong>troduzione del gene della tiros<strong>in</strong>asi <strong>in</strong> topi e conigli generati generati<br />

da ceppi alb<strong>in</strong>i corregge il misrout<strong>in</strong>g ottico, normalmente<br />

osservato <strong>in</strong> questi animali (Jeffery ( Jeffery, , °1997, 1997, *2004).


Potenziali Evocati Visivi PEV<br />

I PEV consentono di valutare la risposta del<strong>le</strong> vie ottiche<br />

La stimolazione può essere da stimolo non strutturato (FLASH) o<br />

strutturato (PATTERN)<br />

Viene registrato mediante un e<strong>le</strong>ttrodo posto <strong>in</strong> regione occipita<strong>le</strong>, occipita<strong>le</strong>,<br />

un<br />

e<strong>le</strong>ttrodo di riferimento posto sul nasion e un e<strong>le</strong>ttrodo di massa posto<br />

4-5 5 cm al di sopra del nasion lungo la l<strong>in</strong>ea mediana<br />

Lo stimolo lum<strong>in</strong>oso <strong>in</strong>duce la comparsa di un impulso che viene<br />

registrato a livello della corteccia visiva<br />

Le onde più pi frequentemente registrate sono:<br />

la N75 (onda negativa che culm<strong>in</strong>a a 75msec)<br />

la P100 (onda positiva che culm<strong>in</strong>a a 100msec)<br />

la 125 (onda negativa che culm<strong>in</strong>a a 125msec)<br />

Cl<strong>in</strong>icamente la P100 riveste maggiore importanza<br />

Entro i 2 anni di età et lo stimolo da preferire è quello non strutturato<br />

(lampada)


Potenziali Evocati Visivi PEV<br />

• La stimolazione può essere da stimolo non strutturato (FLASH) o<br />

strutturato (PATTERN)<br />

• entro i 2 anni di età et lo stimolo da preferire è quello non strutturato<br />

(lampada posta a 40-50 40 50 cm dal bamb<strong>in</strong>o)<br />

• In questa fascia di età et si valuta la morfologia genera<strong>le</strong> del tracciato e<br />

la latenza della P100:<strong>in</strong> condizioni fisiologiche il tracciato si com<strong>in</strong>cia<br />

a strutturare <strong>in</strong>torno alla 24° 24 settimana, raggiunge valori comparabili<br />

con quelli dll’adulto dll adulto <strong>in</strong>torno ai 2 anni. In questo range tempora<strong>le</strong> si<br />

assiste alla comparsa della P100 e alla progressiva riduzione della della<br />

sua latenza. La latenza della P100 si attesta sui 150msec alla 26° 2<br />

settimana e raggiunge i 100msec.<strong>in</strong>torno al primo anno di vita<br />

• Dopo i 2 anni si preferisce lo stimolo strutturato che garantisce garantisce<br />

una<br />

maggiore affidabilità affidabilit dei risultati


Potenziali Evocati Visivi PEV con<br />

stimolo strutturato<br />

Lo stimolo può essere ottenuto mediante un<br />

monitor oppure mediante appositi occhial<strong>in</strong>i se si<br />

vede che il piccolo tende a distogliere lo sguardo<br />

dal monitor<br />

Considerato il posizionamento dell’e<strong>le</strong>ttrodo<br />

dell e<strong>le</strong>ttrodo<br />

registrante i PEV (particolarmente se da stimolo<br />

strutturato) ci forniscono importanti <strong>in</strong>formazioni<br />

sulla macula e sul<strong>le</strong> vie ottiche anoma<strong>le</strong><br />

dell’alb<strong>in</strong>o dell alb<strong>in</strong>o<br />

Infatti la rappresentazione cortica<strong>le</strong> della macula<br />

è <strong>in</strong>fatti maggiore rispetto a quella della ret<strong>in</strong>a<br />

periferica


5. Nistagmo negli alb<strong>in</strong>i<br />

Nistagmo congenito negli alb<strong>in</strong>i. alb<strong>in</strong>i.<br />

Osservabi<strong>le</strong> ad un esame ad<br />

occhio nudo, è un movimento orizzonta<strong>le</strong> <strong>in</strong>volontario degli<br />

occhi che compromette la qualità qualit della visione. Di tipo<br />

pendolare o saccadico, saccadico,<br />

è a volte associato ad un movimento<br />

compensatore del capo (ciondolare del capo) o ad una<br />

posizione compensatrice del capo (<strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione del capo), <strong>in</strong><br />

grado di ridurre l’entit l entità del movimento oculare, grazie al<br />

raggiungimento del punto nullo (posizione dello sguardo <strong>in</strong> cui il il<br />

nistagmo è meno severo), e qu<strong>in</strong>di il movimento cont<strong>in</strong>uo<br />

dell’immag<strong>in</strong>e dell immag<strong>in</strong>e ret<strong>in</strong>ica, migliorando, di conseguenza, l’acuit l acuità<br />

visiva. Presente <strong>in</strong> quasi tutti gli alb<strong>in</strong>i, si manifesta, di solito, solito,<br />

nei<br />

primi tre mesi di vita e può essere preceduto da un periodo di<br />

scarsa fissazione. In pochi casi è presente alla nascita.<br />

Inizialmente molto veloce, può tendere a dim<strong>in</strong>uire con l’et l età, , ma<br />

di rado scompare comp<strong>le</strong>tamente.


Nistagmo negli alb<strong>in</strong>i<br />

Il meccanismo responsabi<strong>le</strong> del nistagmo: è possibi<strong>le</strong> che<br />

questo ruolo sia assunto dall’anomalia dall anomalia del percorso dei<br />

nervi ottici (Apkarian ( Apkarian ne dimostra il contrario; °Apkarian Apkarian, ,<br />

1991) o che tutti i cambiamenti oculari alb<strong>in</strong>otici possano<br />

contribuire al suo sviluppo (* K<strong>in</strong>g, 2001), come del resto<br />

contribuiscono alla riduzione dell’acuit dell acuità visiva (<strong>in</strong> questo<br />

caso però l’ipoplasia l ipoplasia fovea<strong>le</strong> è il pr<strong>in</strong>cipa<strong>le</strong> fattore<br />

limitante).<br />

Il fatto che esso si presenti poco dopo la nascita, momento<br />

<strong>in</strong> cui la fovea normalmente pigmentata sta maturando,<br />

suggerisce che la mancanza della norma<strong>le</strong> funzione<br />

fovea<strong>le</strong> non abbia un ruolo critico nello sviluppo del<br />

nistagmo (° ( Col<strong>le</strong>wijn, Col<strong>le</strong>wijn,<br />

1985).


NISTAGMO<br />

DEFINIZIONE:Il nistagmo è un’oscillazione un oscillazione <strong>in</strong>volontaria e ritmica degli occhi.<br />

CLASSIFICAZIONE: Le due figure più pi comuni sono:<br />

1. il nistagmo pendolare<br />

2. il nistagmo saccadico<br />

il pendolare <strong>in</strong>dica un movimento degli occhi che ha la stessa velocit velocità<br />

<strong>in</strong><br />

qualsiasi direzione,<br />

mentre il saccadico <strong>in</strong>dica un movimento degli occhi che ha una velocità velocit diversa<br />

e, per convenzione, la componente veloce (fase rapida) def<strong>in</strong>isce la direzione del<br />

nistagmo (il nistagmo batte nella direzione della fase rapida). rapida).<br />

Questo<br />

significa che un nistagmo saccadico che batte a destra ha una fase <strong>le</strong>nta verso<br />

s<strong>in</strong>istra e una fase rapida (jerk ( jerk) ) verso destra.<br />

Il nistagmo può essere classificato anche <strong>in</strong> base:<br />

1. alla frequenza (numero di oscillazioni per unità unit di tempo)<br />

2. ampiezza (il maggiore percorso che gli occhi compiono durante il loro<br />

movimento);<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il nistagmo può essere orizzonta<strong>le</strong>, vertica<strong>le</strong>, rotatorio, rotatorio,<br />

obliquo e circolare.<br />

.


Caratteristiche del nistagmo<br />

Le caratteristiche del movimento del nistagmo possono cambiare<br />

nel<strong>le</strong> diverse posizioni di sguardo.<br />

Può accadere, per esempio:<br />

che un nistagmo pendolare diventi saccadico nel<strong>le</strong> estreme posizioni<br />

di sguardo<br />

come anche che certe posizioni modifich<strong>in</strong>o l’ampiezza l ampiezza e la frequenza<br />

del nistagmo stesso.<br />

<strong>le</strong> modifiche della ampiezza e frequenza del nistagmo sono tipiche tipiche<br />

del nistagmo saccadico che spesso presenta un null po<strong>in</strong>t (una<br />

posizione di sguardo <strong>in</strong> cui il nistagmo si riduce notevolmente)<br />

posizionato <strong>in</strong> direzione opposta alla sua fase rapida (<strong>le</strong>gge di<br />

A<strong>le</strong>xander); un nistagmo saccadico che batte a destra (fase rapida<br />

verso destra) aumenta <strong>le</strong> sue oscillazioni nella posizione di sguardo sguardo<br />

di<br />

destra e migliora <strong>in</strong> quella di s<strong>in</strong>istra. Questo genera una posizione posizione<br />

anomala del capo con testa ruotata verso destra e una preferenza<br />

della posizione di sguardo di s<strong>in</strong>istra.


Come descrivere un nistagmo<br />

Il primo passo da compiere sarà sar quello di abituarsi a "descrivere" un nistagmo, analizzando tutti tutti<br />

quegli<br />

aspetti che ci aiuteranno a classificare la forma.<br />

E’ noto che il nistagmo può essere:<br />

1. saccadico, saccadico,<br />

costituito cioè cio da un movimento <strong>le</strong>nto di deriva seguito da una rapida ripresa di di<br />

fissazione<br />

(saccade saccade), ), oppure<br />

2. pendolare caratterizzato da <strong>le</strong>nte oscillazioni, <strong>in</strong> cui non è riconoscibi<strong>le</strong> la saccade di rifissazione.<br />

rifissazione<br />

Il nistagmo saccadico ha una sua direzione determ<strong>in</strong>ata dalla direzione della fase rapida, <strong>in</strong> altre<br />

paro<strong>le</strong> dal punto verso cui “batte batte” il nistagmo. Una sua peculiarità, peculiarit , nota come <strong>le</strong>gge di A<strong>le</strong>xander, è<br />

data dall’aumento dall aumento dell’ampiezza dell ampiezza del<strong>le</strong> scosse quando lo sguardo è diretto verso la fase rapida.<br />

3. Anche il piano di oscillazione deve essere annotato (orizzonta<strong>le</strong>, vertica<strong>le</strong>, rotatorio rotatorio<br />

ecc.); <strong>in</strong> genere il<br />

nistagmo è uniplanare, uniplanare,<br />

cioè cio solo orizzonta<strong>le</strong> (es. nistagmo congenito) o vertica<strong>le</strong> (es. downbeat), downbeat),<br />

anche se è possibi<strong>le</strong> che si assoc<strong>in</strong>o più pi componenti, e che ad un movimento orizzonta<strong>le</strong> si<br />

accompagni, per esempio, una torsione del bulbo.<br />

4. L’ampiezza ampiezza, , ovvero l’entit l entità dell’escursione dell escursione oscillatoria, (f<strong>in</strong>e, media, grossolana) e<br />

5. la frequenza (tremore, bassa, moderata e alta) sono altri importanti attributi del nistagmo. Questi<br />

e<strong>le</strong>menti possono essere egregiamente valutati, <strong>in</strong> un paziente sopra sopra<br />

i tre anni, utilizzando il monitor<br />

dell’autorefrattometro<br />

dell autorefrattometro, , che permette di ri<strong>le</strong>vare, a forte <strong>in</strong>grandimento, tutti i dati relativi al<br />

comportamento monoculare.<br />

6. In un secondo tempo sarà sar sufficiente valutare se il nistagmo sia coniugato, coniugato,<br />

ovvero presenti direzione,<br />

ampiezza e frequenza simili <strong>in</strong> entrambi gli occhi, o dissociato.<br />

dissociato<br />

.


CLASSIFICAZIONE DEL NISTAGMO<br />

CLASSIFICHIAMO IL NISTAGMO IN:<br />

NISTAGMO CONGENITO<br />

NISTAGMO ACQUISITO<br />

IL NISTAGMO CONGENITO COMPRENDE:<br />

1. IL NISTAGMO CONGENITO MOTORIO<br />

2. IL NISTAGMO SENSORIALE<br />

3. IL NISTAGMO ALTERNANTE PERIODICO<br />

4. IL NISTAGMO LATENTE<br />

IL NISTAGMO ACQUISITO COMPRENDE:<br />

1. SPASMUS NUTANS<br />

2. NISTAGMO TIPO SEE SAW<br />

3. NISTAGMO CON SPASMI IN CONVERGENZA E RETRAZIONE<br />

4. OPSOCLONO<br />

5. NISTAGMO MONOCULARE<br />

6. NISTAGMO DISSOCIATO


IL NISTAGMO CONGENITO<br />

SENSORIALE<br />

Il nistagmo sensoria<strong>le</strong> è la forma più pi comune di INS <strong>in</strong> ambito<br />

pediatrico ed è secondario ad anomalie della via ottica afferente<br />

(cataratta congenita, anomalie del nervo ottico come ipoplasia e<br />

colobomi, colobomi,<br />

malattie ret<strong>in</strong>iche come alb<strong>in</strong>ismo, acromatopsia, cecità cecit<br />

notturna stazionaria congenita, ret<strong>in</strong>oschisi giovani<strong>le</strong> X l<strong>in</strong>ked, l<strong>in</strong>ked,<br />

amaurosi congenita di Leber, Leber,<br />

ecc...). Una <strong>in</strong>adeguata formazione di<br />

immag<strong>in</strong>i a livello ret<strong>in</strong>ico e qu<strong>in</strong>di a livello cortica<strong>le</strong> provoca la<br />

mancanza di formazione del norma<strong>le</strong> rif<strong>le</strong>sso di fissazione. Se la<br />

perdita del visus è presente s<strong>in</strong> dalla nascita il nistagmo comparirà comparir<br />

verso i 3 mesi e la sua gravità gravit dipenderà dipender dalla entità entit della perdita del<br />

visus. La forma più pi comune è il nistagmo pendolare che talvolta nello<br />

sguardo latera<strong>le</strong> diventa saccadico, saccadico,<br />

ma tutti i tipi di onde possono<br />

essere presenti.<br />

La scoperta di un nistagmo sensoria<strong>le</strong> con movimento orizzonta<strong>le</strong><br />

senza fissazione, non riconducibi<strong>le</strong> ne al tipo pendolare ne al<br />

saccadico è generalmente associato ad un visus ugua<strong>le</strong> o <strong>in</strong>feriore<br />

a 1/10.


TRATTAMENTO DEL NISTAGMO<br />

Il trattamento del nistagmo,<br />

sia con prismi che con la chirurgia<br />

muscolare extraoculare,<br />

mira essenzialmente al miglioramento della<br />

eventua<strong>le</strong> posizione anomala del capo<br />

e conseguente miglioramento dell’acutezza<br />

dell acutezza<br />

visiva <strong>in</strong> posizione primaria.


TRATTAMENTO DEL NISTAGMO<br />

TRATTAMENTO CON PRISMI<br />

TRATTAMENTO CHIRURGICO<br />

I prismi possono migliorare il torcicollo spostando l’immag<strong>in</strong>e l immag<strong>in</strong>e<br />

all’<strong>in</strong>terno all <strong>in</strong>terno della null zone area o possono migliorare l’acutezza l acutezza visiva<br />

stimolando la convergenza. Possono essere usati come unico<br />

trattamento o anche per assicurare il risultato chirurgico.<br />

Generalmente si utilizzano i prismi press-on press on di Fresnel di circa10 DP- DP<br />

20 DP con l’apice l apice montato <strong>in</strong> direzione della null zone. Per esempio,<br />

<strong>in</strong> caso di un paziente con posizione anomala del capo con testa<br />

ruotata a s<strong>in</strong>istra e la null zone nella posizione di sguardo di destra, il<br />

prisma, sull’occhio sull occhio di destra deve essere posizionato base-<strong>in</strong> base <strong>in</strong><br />

sull’occhio sull occhio di s<strong>in</strong>istra base-out. base out.<br />

Prismi base-out, base out, generalmente di 5 DP-10 DP 10 DP, possono essere anche<br />

usati per stimolare la convergenza fusiona<strong>le</strong> e di conseguenza per<br />

ridurre <strong>le</strong> scosse nistagmiche e migliorare l’acutezza l acutezza visiva.


Chirurgia del nistagmo<br />

La chirurgia del nistagmo mira a correggere la<br />

posizione anomala del capo spostando il null po<strong>in</strong>t<br />

<strong>in</strong> posizione primaria, migliorando così cos l’acutezza acutezza<br />

visiva del paziente mentre guarda diritto.<br />

La chirurgia raccomandata è una procedura<br />

comb<strong>in</strong>ata di recessione/resezione <strong>in</strong> entrambi gli<br />

occhi (<strong>in</strong>tervento di Kestenbaum-Anderson<br />

Kestenbaum Anderson) ) o, a<br />

volte, una recessione dei 4 muscoli retti orizzontali.


7. DISTURBI DELLA RIFRAZIONE<br />

NEGLI ALBINI<br />

Frequente è la presenza di miopia o ipermetropia e<br />

astigmatismo (nel range di 10 diottrie o più). pi ). Lo sviluppo<br />

corretto della rifrazione dell’occhio dell occhio e la crescita postnata<strong>le</strong><br />

dell’occhio dell occhio sembra siano regolate dalla qualità qualit del<strong>le</strong><br />

immag<strong>in</strong>i ricevute dalla ret<strong>in</strong>a. Quando la ret<strong>in</strong>a riceve<br />

immag<strong>in</strong>i defocalizzate l’occhio occhio tenta di compensare<br />

cambiando la forma del globo oculare (allungando o<br />

accorciando la lunghezza foca<strong>le</strong>) per migliorare la qualità qualit<br />

dell’immag<strong>in</strong>e.<br />

dell immag<strong>in</strong>e. Il tentativo generalmente fallisce, ma<br />

l’occhio occhio alla f<strong>in</strong>e della crescita conserva la forma anomala<br />

precedentemente assunta, che determ<strong>in</strong>a significativi errori<br />

di rifrazione.


6. STRABISMO NELL’ALBINISMO<br />

NELL ALBINISMO<br />

Strabismo alternante. alternante.<br />

Suggerisce, <strong>in</strong>sieme<br />

alla riduzione della visione stereoscopica, la<br />

presenza del “misrout<strong>in</strong>g misrout<strong>in</strong>g” del<strong>le</strong> fibre<br />

ottiche. Consiste nella soppressione,<br />

<strong>in</strong>termittente ed alternante, della visione <strong>in</strong><br />

ogni occhio. Con deviazioni sia verticali che<br />

orizzontali, non sviluppa ambliopia e non<br />

richiede generalmente (se non per motivi<br />

estetici), correzione chirurgica.


conclusioni<br />

Le manifestazioni cl<strong>in</strong>iche<br />

dell’apparato dell apparato visivo comuni a tutte<br />

<strong>le</strong> forme di Alb<strong>in</strong>ismo sono<br />

alterazioni specifiche ed<br />

<strong>in</strong>dispensabili per la diagnosi o la<br />

def<strong>in</strong>izione dell’alb<strong>in</strong>ismo<br />

dell alb<strong>in</strong>ismo


Le manifestazioni cl<strong>in</strong>iche comuni a tutte <strong>le</strong><br />

forme di Alb<strong>in</strong>ismo, patognomoniche per la<br />

diagnosi sono <strong>le</strong> anomalie dell’occhio dell occhio e<br />

dell’apparato dell apparato visivo: alterazioni specifiche ed<br />

<strong>in</strong>dispensabili per la diagnosi o la def<strong>in</strong>izione<br />

dell’alb<strong>in</strong>ismo. dell alb<strong>in</strong>ismo. Queste anomalie sono comuni<br />

<strong>in</strong> tutti i tipi di alb<strong>in</strong>ismo, e appaiono correlate<br />

alla riduzione di melan<strong>in</strong>a durante lo sviluppo<br />

embriona<strong>le</strong> e la vita postnata<strong>le</strong>.


La riduzione della melan<strong>in</strong>a dà d luogo ad un’iride un iride trasparente che<br />

trasmette la luce attraverso il tessuto irideo e alla transillum<strong>in</strong>azione<br />

del globo oculare.<br />

Nell’alb<strong>in</strong>ismo, Nell alb<strong>in</strong>ismo, la melan<strong>in</strong>a dell’epitelio dell epitelio pigmentato della ret<strong>in</strong>a è<br />

notevolmente ridotta o assente, rendendo la ret<strong>in</strong>a trasparente; come<br />

risultato, i vasi della coroide sono visibili all’oftalmoscopio all oftalmoscopio sotto la<br />

ret<strong>in</strong>a.<br />

La più pi marcata alterazione del sistema ottico nell’alb<strong>in</strong>ismo<br />

nell alb<strong>in</strong>ismo è<br />

l’anorma<strong>le</strong> anorma<strong>le</strong> decussazione del<strong>le</strong> fibre ottiche a livello del chiasma.<br />

In un occhio maturo, pigmentato durante lo sviluppo, <strong>le</strong> fibre nervose nervose<br />

della ret<strong>in</strong>a nasa<strong>le</strong> si <strong>in</strong>crociano al chiasma e term<strong>in</strong>ano al nuc<strong>le</strong>o nuc<strong>le</strong>o<br />

genicolato controlatera<strong>le</strong>, controlatera<strong>le</strong>,<br />

mentre <strong>le</strong> fibre della ret<strong>in</strong>a tempora<strong>le</strong> non<br />

si <strong>in</strong>crociano e term<strong>in</strong>ano al nuc<strong>le</strong>o genicolato omolatera<strong>le</strong>.<br />

omolatera<strong>le</strong><br />

Nell’uomo, Nell uomo, il rapporto tra fibre controlaterali (decussate) e<br />

omolaterali (non decussate) è di circa 55:45. Ciò consente la<br />

sovrapposizione dei campi visivi, impulsi alla corteccia visiva<br />

bilatera<strong>le</strong> da entrambi gli occhi e la visione stereoscopica.<br />

Questo rapporto è notevolmente alterato nell’alb<strong>in</strong>ismo. nell alb<strong>in</strong>ismo. La<br />

proporzione di fibre decussate probabilmente supera il 90% <strong>in</strong> tutti tutti<br />

i<br />

mammiferi con alb<strong>in</strong>ismo.<br />

La deviazione del<strong>le</strong> fibre ottiche al chiasma può essere ri<strong>le</strong>vata<br />

cl<strong>in</strong>icamente tramite la registrazione del<strong>le</strong> risposte visive evocate evocate<br />

monolaterali. Il nistagmo è presente <strong>in</strong> tutti i pazienti. Il meccanismo<br />

responsabi<strong>le</strong> del nistagmo non è stato pienamente compreso.

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