Competenze storia e filosofia - parte 1 - Nuovo sito del Liceo Costa
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2) analizzare quali competenze e abilità si possono sviluppare con la realizzazione <strong>del</strong> compito<br />
(individuazione degli obiettivi)<br />
3) curare gli aspetti organizzativi e fare l’esame <strong>del</strong>le risorse necessarie, valutando la loro<br />
reperibilità nel contesto in cui si opera<br />
4) fare l’ipotesi di un piano di realizzazione<br />
5) individuare strumenti per la verifica <strong>del</strong> raggiungimento degli obiettivi<br />
La frequenza <strong>del</strong>la parola obiettivi in quest’ultimo tipo di programmazione non deve trarre in<br />
inganno: infatti nessuna programmazione per competenze può trascurare gli obiettivi ma, se mai,<br />
deve tradurli concretamente ( lo stesso Castoldi lo dice in più di un passo).<br />
9) Dimensione teoretica e pratica <strong>del</strong>la competenza, ovvero il nesso fra i due livelli con la<br />
risposta alla domanda : ma che cos’è teoretico? Ma che cos’è pratico?<br />
Ed in finale di questa Parte 1 occorre affrontare il problema di che cosa si intenda per “dimensione<br />
pratica”, anche perché la problematica <strong>del</strong>le competenze è stata finora “frequentata” in Italia<br />
soprattutto da discipline tecniche o comunque volte alla professionalizzazione, con l’eccezione <strong>del</strong>la<br />
didattica <strong>del</strong>le Lingue Straniere, che però l’ha affrontata soprattutto nella <strong>parte</strong> “linguistica” più che<br />
letteraria.<br />
A nostro parere, o la didattica per competenze viene affrontata di petto dai Licei o essi rischiano di<br />
sparire se non si attrezzano adeguatamente: il che significa sicuramente innovare la didattica ma<br />
anche far vedere come talune parole modaiole possano essere disinformanti.<br />
Occorre infatti rivendicare rispetto alle competenze, e con forza, una dimensione generalista, tipica<br />
dei Licei, come condizione per pensare e per agire, dimostrando che il pensiero, anche fine a se<br />
stesso, è la condicio sine qua non vivere sapendo selezionare ciò che è utile per agire in modo<br />
responsabile. E quando parliamo di pensiero, non intendiamo quello <strong>del</strong>l’uomo che sta da solo,<br />
privo di relazioni con il mondo, ma un pensiero non asservito direttamente al fare: in grado di porsi<br />
il problema <strong>del</strong> perché-come-che cosa fare, analizzando, sintetizzando, decostruendo/costruendo,<br />
ipotizzando mo<strong>del</strong>li e contro-mo<strong>del</strong>li, pensandosi nell’oggi e nel futuro senza recidere le radici con<br />
il passato.<br />
Il nesso teoria/pratica non deve spaventare o, peggio, essere ricacciato indietro con snobismo.<br />
Dipende dagli assunti di valore che stanno alla base <strong>del</strong> nostro operare come docenti. Lucia<br />
Marchetti 11 in una discussione <strong>del</strong>la Redazione <strong>del</strong>la rivista Sensate Esperienze pubblicata nel<br />
maggio 1998, centrata sui bisogni cui dovrebbe corrispondere la trasmissione culturale, citando la<br />
Teoria <strong>del</strong>la modernità di Taylor, osservava che “tre sono gli elementi con cui ognuno di noi deve<br />
11 Lucia Marchetti è stata docente di Storia e Filosofia al <strong>Liceo</strong> Classico «Ludovico Ariosto» di Ferrara,<br />
diventando dal 1978 docente di scienze sociali. Nel 2000 ha fatto <strong>parte</strong> <strong>del</strong> Gruppo di lavoro nazionale sul<br />
<strong>Liceo</strong> <strong>del</strong>le Scienze Sociali, nel 2004 ha contribuito alla fondazione <strong>del</strong>la rete di scuole Passaggi. Le Scienze<br />
sociali in classe. Continua ad occuparsi attualmente di formazione dei docenti e di innovazione didattica.