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SETT OTT 2009 TIPOGRAFO - Suore Missionarie del Sacro Costato

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24<br />

<strong>SETT</strong> <strong>OTT</strong> <strong>2009</strong><br />

pagina 24<br />

spazio aperto<br />

ei primi due-tre secoli <strong>del</strong>la<br />

N Chiesa, a partire dall’opera<br />

di evangelizzazione degli apostoli<br />

narrata nel libro degli Atti,<br />

l'annuncio <strong>del</strong> Vangelo si è diffuso<br />

principalmente nel bacino <strong>del</strong> Mare<br />

Mediterraneo: Europa meridionale<br />

(dalla Grecia alla Spagna), Medio<br />

Oriente (Palestina, Anatolia) e Nord<br />

Africa (dal Libano al Marocco).<br />

I secoli successivi, segnati dalla<br />

caduta <strong>del</strong>l'Impero Romano<br />

d’Occidente, vedono un’ulteriore<br />

espansione verso est (ricordiamo<br />

l’Armenia, l’est europeo e la<br />

Russia) e verso nord (Paesi<br />

anglosassoni e scandinavi). In<br />

questa fase storica e per tutto il<br />

Medioevo, la missionarietà cristiana<br />

si esprime soprattutto negli sforzi di<br />

singoli testimoni coraggiosi (quali<br />

ad esempio San Patrizio in Irlanda e<br />

Santi Cirillo e Metodio in Russia).<br />

La missione non ha ancora<br />

raggiunto quella maturità che oggi<br />

conosciamo, con una struttura<br />

ricorrente ed uno sforzo di<br />

evangelizzazione continuo e<br />

sistematico.<br />

iò avviene dopo la scoperta<br />

C <strong>del</strong>l'America, quando le<br />

missioni verso il nuovo continente<br />

vengono affidate agli ordini religiosi<br />

(soprattutto Domenicani,<br />

Francescani e Gesuiti), la cui<br />

migliore organizzazione permette<br />

proprio di dare continuità all'opera<br />

evangelizzatrice ed un costante<br />

raccordo con la Santa Sede. Nel<br />

corso <strong>del</strong> tempo, le sedi di missione<br />

si trasformano in normali strutture<br />

ecclesiastiche, diventando diocesi a<br />

tutti gli effetti con la nomina di un<br />

Vescovo locale.<br />

n questa fase storica i<br />

I missionari sono stati spesso<br />

accusati, non sempre a torto, di<br />

sopprimere la cultura locale <strong>del</strong>le<br />

popolazioni destinatarie <strong>del</strong>la<br />

missione. Insieme alla dottrina<br />

cristiana, infatti, si portava alle<br />

popolazioni evangelizzate una<br />

cultura prettamente “occidentale”,<br />

modificando gli schemi mentali<br />

propri <strong>del</strong>la cultura preesistente. Il<br />

problema è stato più forte nelle<br />

Americhe, meno in Estremo Oriente<br />

(Cina, Giappone, Filippine), dove i<br />

missionari – soprattutto gesuiti – si<br />

sono impegnati per una convivenza<br />

pacifica tra le culture.<br />

A partire<br />

dal diciannovesimo<br />

secolo, l’Africa<br />

subsahariana diventa la nuova<br />

frontiera <strong>del</strong>le missioni cristiane.<br />

Matura la coscienza <strong>del</strong>la necessità<br />

<strong>del</strong>la inculturazione, cioè<br />

<strong>del</strong>l'integrazio-ne tra la cultura<br />

locale d’origine e i nuovi valori<br />

portati dai missionari con<br />

l’annuncio <strong>del</strong> Vangelo. Nello<br />

stesso tempo, di fronte ai problemi<br />

provocati dal colonialismo, emerge<br />

la necessità di promuovere<br />

attivamente la pace e la giustizia<br />

sociale. Va ricordata, in particolare,<br />

la figura di Mons. Daniele<br />

Comboni.<br />

on il Concilio Vaticano II, si<br />

C prende maggiormente<br />

sabato 17 ottobre <strong>2009</strong> 18.49<br />

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