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Ottobre 2008 - de Iure Publico

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<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 1<br />

Il giornale<br />

sulla Pubblica<br />

Amministrazione<br />

anno 1 n.10<br />

ottobre <strong>2008</strong><br />

MODERNITÀ<br />

PER COMPETERE<br />

SUSSIDIARIETÀ<br />

secondo il Consiglio<br />

di Stato. Nella foto<br />

il suo Presi<strong>de</strong>nte<br />

emerito Alberto<br />

De Roberto<br />

INCHIESTA PGT<br />

provincia di Varese<br />

Incontro con<br />

MARCO BOSI<br />

presi<strong>de</strong>nte<br />

<strong>de</strong>ll’Ordine <strong>de</strong>gli<br />

Architetti di Pavia<br />

il Corriere<br />

<strong>de</strong> iure publico<br />

Alessandro Sallusti<br />

e Vittorio Feltri<br />

alla presentazione<br />

<strong>de</strong>l quotidiano L’Ordine


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 2<br />

sommario<br />

12<br />

31<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico<br />

8<br />

22<br />

iprimatur<br />

4 Mo<strong>de</strong>rnità per competere<br />

dialogo<br />

6 Nuova informazione sul territorio<br />

l’intervista<br />

8 Demanio e turismo<br />

<strong>de</strong>manio<br />

10 Una gestione ben coordinata<br />

l’approfondimento<br />

12 Nuova pianificazione e contrasto con la prece<strong>de</strong>nte lottizazzione<br />

l’ambiente<br />

14 Scenari energetici<br />

l’inchiesta<br />

17 PGT: questione di buona fe<strong>de</strong><br />

19 La nuova Malnate<br />

20 Una comunità ecotech<br />

22 La riserva naturale di Inarzo<br />

24 La politica energetica <strong>de</strong>lla Valcuvia<br />

sotto la lente<br />

28 Architetti: figura chiave nel Governo <strong>de</strong>l Territorio<br />

31 Geometri: questione di pratica<br />

33 La qualità <strong>de</strong>l prodotto sanitario<br />

35 Irealp per tutelare le Alpi<br />

beninformati<br />

38 Seminario a Crema<br />

39 Appuntamento a Nembro<br />

case history<br />

40 Rivoluzione nella P.A. per tutti<br />

a cura <strong>de</strong>l comitato scientifico<br />

42 Autorizzazione paesaggistica<br />

44 Consi<strong>de</strong>razioni sulla sussidiarietà orizzontale<br />

Direttore responsabile: Paola Loaldi<br />

Comitato Scientifico: Avv. Luigi Sirtori (Direttore), Ing. Omar Gilardoni, Dott.ssa Alessandra Locci, Avv. Margherita Lupetina,<br />

Avv. Paola Tarquinio<br />

Capo redattore: Daniela Castelli<br />

Redazione: Alessandra Locci (responsabile <strong>de</strong>l coordinamento <strong>de</strong>l Comitato scientifico), Simone Cattaneo (Direttore Centro<br />

Studi ‘<strong>de</strong> iure publico’)<br />

Progetto grafico e impaginazione: Carla Delfrate<br />

Si ringrazia per il contributo: Enzo Balbi (presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Collegio <strong>de</strong>i Geometri di Milano), Marco Bosi (presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>ll’Ordine<br />

<strong>de</strong>gli Architetti di Pavia), Virginio Brivio (presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>lla Provincia di Leco), Francesco Casola (sindaco di Inarzo), Sandro<br />

Damiani (sindaco di Malnate), Fabrizio Ferrari (presi<strong>de</strong>nte Irealp), Attilio Fontana (sindaco di Varese), Ilaria Groppelli (avvocato,<br />

<strong>de</strong>legato <strong>de</strong>lla Fondazione <strong>de</strong> iure publico per Cremona), Marco Magrini (presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>lla Comunità montana <strong>de</strong>lla Valcuvia),<br />

Gualtiero Man<strong>de</strong>lli (professore di Ortodonzia <strong>de</strong>ll’Età evolutiva, presso l’Università <strong>de</strong>gli Studi di Parma), Matteo Monti<br />

(tecnico incaricato <strong>de</strong>l Comune di Carate Urio), Michele Sartoris (sindaco di Marzio), Paola Trombetta (responsabile Area<br />

Bilancio e Affari generali <strong>de</strong>l Comune di Carate Urio).<br />

Immagini: Mario Motta, Lucy Smith, Marka S.r.l. e archivio storico Centro Studi ‘<strong>de</strong> iure publico’<br />

Stampa: Poggi tipolito S.r.l., Assago (Milano)<br />

Periodico di informazione sulla Pubblica Amministrazione. <strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong>, numero 10<br />

Se<strong>de</strong> di Roma: Via Vittoria Colonna 40, 00193 Roma<br />

Se<strong>de</strong> di Milano: Via Settembrini 35, 20124 Milano<br />

Distribuzione per abbonamento. Coupon di a<strong>de</strong>sione disponibile sul sito www.<strong>de</strong>iurepublico.it.<br />

Tribunale di Milano, n. di registrazione 603 <strong>de</strong>l 04-10-2007<br />

Si segnala che ogni autore è responsabile <strong>de</strong>lla veridicità e autenticità <strong>de</strong>i contenuti <strong>de</strong>i propri articoli.


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 3<br />

Editoriale<br />

Vogliamo<br />

un giornalismo<br />

d’opinione<br />

Abbiamo partecipato alla serata di <strong>de</strong>butto <strong>de</strong> L’Ordine, nuovo giornale locale<br />

<strong>de</strong>l comasco. Sempre attenti a ciò che acca<strong>de</strong> sul territorio, quindi anche<br />

al tipo di informazione che lo tocca, siamo stati spettatori di un dialogo-presentazione<br />

tra Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, direttore <strong>de</strong>l quotidiano<br />

protagonista <strong>de</strong>lla serata. L’accento posta da entrambi sulla necessità<br />

di avere un giornalismo di opinione la condividiamo e per questo<br />

facciamo i nostri migliori auguri alla nascente testata.<br />

L’opinione di tutti è ciò che la Fondazione ‘<strong>de</strong> iure publico’ cerca principalmente<br />

di cogliere, al fine di promuovere a sua volta un’informazione di<br />

settore più completa possibile per quanto attiene il mondo <strong>de</strong>lla Pubblica<br />

Amministrazione.<br />

Vista l’attualità <strong>de</strong>lle tematiche, ci ritroviamo coinvolti nella trattazione di<br />

argomenti che si sovrappongono strettamente e sempre di più con l’attualità.<br />

Il che ci pone al centro <strong>de</strong>ll’attenzione. Questo ci ren<strong>de</strong> ancora più responsabili<br />

nell’offrire un’informazione di qualità, esponendo quello che è il<br />

nostro giudizio dottrinale, quindi la nostra opinione sulla giurispru<strong>de</strong>nza,<br />

soprattutto attraverso le pagine e gli articoli curati dai componenti <strong>de</strong>l nostro<br />

Comitato scientifico. Inoltre ci fa sentire il dovere di essere sempre più<br />

attenti osservatori in parallelo anche di ciò che scrive nel merito la stampa<br />

a larga diffusione, che a volte <strong>de</strong>lu<strong>de</strong>, a volte ci appassiona, ma sempre di<br />

più affronta i temi che ci interessano direttamente.<br />

Bisogna dire, con un pizzico di orgoglio, che anche noi ci stiamo ritagliando<br />

uno spazio di autorevolezza come analisti e commentatori di normative<br />

e leggi che regolano la vita e il lavoro sul territorio. In questo senso<br />

stiamo di volta in volta affrontando questioni che sono di stretta attualità<br />

anche per i quotidiani nazionali e, a maggior ragione, per quelli locali.<br />

Tutto ciò porta la Fondazione a trovare conferma nella validità <strong>de</strong>i suoi<br />

intenti da un lato e dall'altro, come naturale conseguenza, manifestiamo<br />

a tutti i nostri partner la volontà di intensificare la nostra missione, in<br />

questo perdiodo particolare, che si annuncia fitto di eventi e stravolgimenti.<br />

Paola Loaldi<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 3


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 4<br />

imprimatur<br />

4<br />

Con l’avvento <strong>de</strong>lla Società <strong>de</strong>ll’Informazione e <strong>de</strong>ll’‘era <strong>de</strong>lla conoscenza’<br />

anche l’organizzazione pubblica ha dovuto confrontarsi con l’inarrestabile<br />

processo che ve<strong>de</strong> le Tecnologie <strong>de</strong>ll’Informazione e <strong>de</strong>lla Comunicazione<br />

(TIC) penetrare e permeare le più svariate attività umane, modificando i<br />

processi organizzativi, produttivi e socio-economici.<br />

Da Leonardo a oggi: la scienza al servizio <strong>de</strong>l territorio<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Mo<strong>de</strong>rnità<br />

Il ricorso all’informatica e alla telematica nell’espletamento<br />

<strong>de</strong>lle molteplici attività che compongono la<br />

funzione amministrativa ha comportato un ripensamento<br />

<strong>de</strong>lle logiche organizzative tradizionali. In tale<br />

contesto, l’impiego <strong>de</strong>lle TIC appare, grazie all’elevato<br />

grado di efficienza che queste ultime sono capaci di raggiungere,<br />

un’occasione straordinaria per riformulare l’organizzazione<br />

e l’agire <strong>de</strong>lla Pubblica Amministrazione<br />

nel raggiungimento di una struttura amministrativa mo<strong>de</strong>rna<br />

e competitiva. In questo percorso le finalità sono,<br />

invero, individuate nell’ottimizzazione - sulla base di una<br />

più efficace circolazione <strong>de</strong>lle informazioni - <strong>de</strong>lle relazioni<br />

interne e esterne <strong>de</strong>gli apparati amministrativi e nel<br />

perfezionamento <strong>de</strong>ll’offerta <strong>de</strong>i servizi attraverso la semplificazione<br />

e la rapidità nella loro erogazione.<br />

Evoluzione tecnologica<br />

Nelle politiche di e-Government - termine con cui appunto<br />

ci si riferisce al necessario processo di evoluzione<br />

tecnologica al quale sono sottoposte le pubbliche amministrazioni<br />

- il nostro paese si colloca a livello europeo in<br />

una posizione di ‘avanguardia’ specialmente grazie alla<br />

promulgazione di una legislazione specifica in materia di<br />

diritto amministrativo e nuove tecnologie. È il D.lgs. 7<br />

marzo 2005 n. 82 relativo al Codice <strong>de</strong>ll’Amministrazione<br />

Digitale (CAD) che, in ossequio al principio costituzionale<br />

di ‘imparzialità e buon andamento <strong>de</strong>lla Pubblica<br />

Amministrazione’ (art. 97) e al principio comunitario<br />

<strong>de</strong>lla ‘neutralità tecnologica’, mira a riordinare le disposizioni<br />

attinenti all’utilizzo <strong>de</strong>lle TIC nell’azione amministrativa<br />

e nei rapporti con i privati.<br />

Si tratta di un importantissimo provvedimento che è certamente<br />

<strong>de</strong>stinato a imprimere una svolta al processo di<br />

riforma <strong>de</strong>lla Pubblica Amministrazione, in relazione alla<br />

sua organizzazione interna e, soprattutto, all’assetto<br />

<strong>de</strong>i rapporti tra questa e i cittadini.<br />

Provvedimenti informatici<br />

Vengono così introdotti alcuni nuovi e fondamentali<br />

principi ma anche riproposti alcuni rilevanti temi già<br />

contemplati nella normativa nazionale in tema di e-Government<br />

stratificatasi all’incirca dai primi anni novanta<br />

fino a oggi. A partire dalle ‘leggi Bassanini’ <strong>de</strong>l 1997 -<br />

passando attraverso la legge 241/1990 sul procedimento<br />

amministrativo che sovente è stata <strong>de</strong>finita in dottrina<br />

come una normativa ‘inconsapevolmente informatizzata’-<br />

si sono susseguiti provvedimenti di vario tipo volti a


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per competere<br />

favorire e accelerare il processo di cambiamento <strong>de</strong>lla P.A. attraverso<br />

l’uso <strong>de</strong>ll’informatica e <strong>de</strong>lle telecomunicazioni.<br />

Nella Pubblica Amministrazione ‘informatizzata’ i cittadini e le<br />

imprese hanno nuovi diritti che, appunto, il CAD precisa e ren<strong>de</strong><br />

effettivamente esercitabili. Rileva, in particolare, il diritto all’uso<br />

<strong>de</strong>lle tecnologie di cui all’articolo 3 che, a seguito <strong>de</strong>lle integrazioni<br />

<strong>de</strong>l 15 marzo 2006, viene esteso ai rapporti con tutte<br />

le amministrazioni pubbliche (prima riguardava solo quelle ‘centrali’)<br />

comprese quelle regionali e locali sia pure nei limiti <strong>de</strong>lle risorse<br />

tecnologiche e organizzative disponibili e nel rispetto <strong>de</strong>lla loro<br />

autonomia normativa.<br />

Portata innovativa<br />

L’immensa portata innovativa <strong>de</strong>l provvedimento può essere colta<br />

nel parere rilasciato dal Consiglio di Stato nell’adunanza <strong>de</strong>l 30<br />

gennaio 2006 sullo ‘Schema di <strong>de</strong>creto legislativo recante disposizioni<br />

correttive e integrative al <strong>de</strong>creto legislativo 7 marzo 2005,<br />

n. 82’. Il Codice viene <strong>de</strong>finito ‘opera<br />

di indubbio rilievo sistematico, che può<br />

fornire ai cittadini, alle imprese e alle<br />

stesse pubbliche amministrazioni uno<br />

strumento normativo ampio, tale da<br />

orientare in maniera organica i processi<br />

di innovazione in atto’ che - vista la<br />

assoluta peculiarità <strong>de</strong>lla materia trattata - può contribuire non soltanto<br />

alla erogazione di servizi più efficienti e veloci, ma anche a<br />

consentire forme innovative di partecipazione alla vita amministrativa<br />

e politica. Che può avvicinare i <strong>de</strong>stinatari <strong>de</strong>ll’innovazione (i<br />

cittadini, le imprese, la società civile) ai suoi protagonisti (gli amministratori,<br />

i funzionari e gli impiegati pubblici), nella nuova ‘amministrazione<br />

digitale’, attraverso un intervento più tradizionale e di<br />

chiara leggibilità come è un codice, ossia una raccolta organica di<br />

disposizioni legislative’.<br />

Nuova concezione di P.A.<br />

In funzione <strong>de</strong>lle innovazioni tecnologiche non soltanto trova<br />

concretizzazione una nuova concezione di Pubblica Amministrazione<br />

che, nell’erogazione <strong>de</strong>i servizi a favore <strong>de</strong>l cittadino ‘utente’,<br />

è resa capace - grazie a un rapporto più diretto con i privati -<br />

di raccogliere le esigenze concrete che provengono dalle società<br />

civile, ma anche un mo<strong>de</strong>llo organizzativo che, in forza di una effettiva<br />

trasparenza <strong>de</strong>lle azioni poste in essere ai vari livelli istituzionali,<br />

favorisce la partecipazione <strong>de</strong>mocratica <strong>de</strong>i cittadini al<br />

processo di formazione <strong>de</strong>lle <strong>de</strong>cisioni amministrative.<br />

Da una amministrazione dirigista e verticale si ten<strong>de</strong> a transitare<br />

verso un mo<strong>de</strong>llo amministrativo orizzontale, orientato al servizio,<br />

fondato sul dialogo tra i vari apparati burocratici nonché sul<br />

coinvolgimento <strong>de</strong>i cittadini nei vari momenti politico-istituzionali<br />

e nei procedimenti che li riguardano. Proprio il ‘governo<br />

elettronico’ è, tra l’altro, uno <strong>de</strong>gli strumenti da sempre auspicati<br />

per favorire la partecipazione <strong>de</strong>l privato alla gestione <strong>de</strong>lla cosa<br />

pubblica.<br />

Molte, sono quindi le novità introdotte dal Codice <strong>de</strong>ll’Amministrazione<br />

Digitale. Nell’ambito <strong>de</strong>l processo di riorganizzazione<br />

<strong>de</strong>l settore pubblico altra innovazione di gran<strong>de</strong> importanza è<br />

rappresentata dalla disciplina <strong>de</strong>ll’informazione territoriale a cui<br />

‘ Nella Pubblica Amministrazione<br />

informatizzata i cittadini<br />

e le imprese hanno nuovi diritti ’<br />

il Codice in commento <strong>de</strong>dica uno spazio centrale seppur circoscritto<br />

al solo articolo 59.<br />

Ruolo <strong>de</strong>l Sit<br />

Per compren<strong>de</strong>re appieno la portata di tale disposizione e, soprattutto,<br />

le peculiarità proprie <strong>de</strong>lla tipologia <strong>de</strong>i dati territoriali<br />

- inten<strong>de</strong>ndo con siffatto termine ‘qualunque informazione geograficamente<br />

localizzata’ ossia associabile a un elemento geografico<br />

- risulta importante soffermarsi sul fondamentale ruolo che i<br />

Sistemi Informativi Territoriali - <strong>de</strong>finiti da certa dottrina come<br />

‘una <strong>de</strong>lle più avanzate modalità di impiego <strong>de</strong>lle nuove tecnologie in<br />

ambito amministrativo’ - stanno progressivamente acquisendo nel<br />

contesto <strong>de</strong>lla pianificazione urbanistica e nelle politiche di tutela<br />

<strong>de</strong>ll’ambiente e valorizzazione <strong>de</strong>lle risorse naturali.<br />

I Sistemi Informativi Territoriali (<strong>de</strong>nominati a livello internazionale<br />

Geographical Information System), assicurando la più<br />

ampia conoscenza <strong>de</strong>l territorio nella sua consistenza fisica e in<br />

relazione ai fattori sociali, econo-<br />

mici e ambientali, rappresentano<br />

una a<strong>de</strong>guata risposta al rilevante<br />

fabbisogno informativo espresso<br />

dalla complessità <strong>de</strong>lle politiche di<br />

governo <strong>de</strong>l territorio.<br />

Finalità peculiare di un SIT che<br />

non è propriamente diretto alla rilevazione e gestione <strong>de</strong>i dati territoriali<br />

ma è volto alla raccolta e organizzazione di tutte le informazioni<br />

provenienti da diverse fonti e amministrate dai vari<br />

Enti, è garantire la piena accessibilità di un patrimonio condiviso<br />

di elementi informativi attraverso la <strong>de</strong>finizione di standard<br />

comuni per operare su di essi.<br />

Patrimonio fondamentale<br />

Un patrimonio di straordinaria importanza rispetto sia alla <strong>de</strong>terminazione<br />

<strong>de</strong>lle scelte territoriali (politiche e pianificatorie) - potendo<br />

le Amministrazioni usufruire di una base per il confronto<br />

e l’interscambio e anche di una più approfondita conoscenza <strong>de</strong>i<br />

contesti con cui le stesse sono chiamate a relazionarsi - sia rispetto<br />

alla tutela <strong>de</strong>l diritto di accesso <strong>de</strong>l pubblico all’informazione<br />

ambientale, ambito, quest’ultimo, in cui è formalmente riconosciuto<br />

il prioritario ruolo <strong>de</strong>lle TIC (la Convenzione di Aarhus<br />

<strong>de</strong>l 1998 e la Direttiva 2003/4/CE sanciscono la accessibilità e la<br />

fruibilità <strong>de</strong>ll’informazione ambientale in formato elettronico).<br />

È innegabile, dunque, anche alla luce di queste consi<strong>de</strong>razioni,<br />

come l’utilizzo di strumenti tecnologici consentano di realizzare<br />

un mo<strong>de</strong>llo operativo caratterizzato da maggiore efficienza, semplificazione<br />

e trasparenza.<br />

I Sistemi Informativi Territoriali sono già una realtà in molte regioni<br />

italiane a dimostrazione di come l’innovazione digitale applicata<br />

alla Pubblica Amministrazione sia ben radicata. Tanto<br />

che dopo l’e-goverment, la prossima tappa, come già <strong>de</strong>tto,<br />

sembrerebbe essere l’e-<strong>de</strong>mocracy ossia la partecipazione <strong>de</strong>i cittadini<br />

alla formazione <strong>de</strong>i processi <strong>de</strong>cisionali <strong>de</strong>lle amministrazioni<br />

locali mediante i più avanzati strumenti tecnologici <strong>de</strong>lla<br />

Società <strong>de</strong>ll’Informazione.<br />

Avv. Luigi Sirtori,<br />

Direttore Comitato Scientifico <strong>de</strong>lla Fondazione ‘<strong>de</strong> iure publico’‘<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 5<br />

iimprriimaattur


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 6<br />

dialogo<br />

6<br />

Nuova informazione<br />

sul territorio<br />

Il giornalista Vittorio<br />

Feltri a tu per tu con<br />

Alessandro Sallusti,<br />

ex direttore responsabile<br />

di ‘Libero’ e oggi<br />

coraggioso pioniere<br />

di un nuovo modo<br />

di fare giornalismo<br />

d'opinione sul territorio,<br />

attraverso le pagine<br />

<strong>de</strong>l quotidiano ‘L’Ordine’.<br />

Paola Loaldi<br />

Al casinò di Campione d’Italia è stata<br />

presentata la nuova veste <strong>de</strong><br />

L’Ordine, quotidiano locale, che<br />

viene distribuito nella provincia di Como<br />

e che rappresenta una novità assoluta<br />

nel modo di fare informazione sul territorio.<br />

A lanciare questa sfida come editore<br />

e direttore al tempo stesso è Alessandro<br />

Sallusti, ex direttore di Libero, già direttore<br />

<strong>de</strong> La Provincia di Como, oggi ha<br />

appunto rilevato L’Ordine, testata storica<br />

di Como, per farne un quotidianno innovativo<br />

che va oltre la notizia, presentando<br />

un’analisi <strong>de</strong>i fatti. A discutere insieme<br />

a lui <strong>de</strong>i valori che porta in sè questo<br />

modo controcorrente di fare giornalismo<br />

c’era Vittorio Feltri. Tra i due è nato<br />

un interssante dialogo che coglie l’essenza<br />

<strong>de</strong>l mondo <strong>de</strong>ll’informazione di questi<br />

nostri tempi mo<strong>de</strong>rni: una prima analisi,<br />

una sorta di antefatto, che prelu<strong>de</strong> l’avvio<br />

di questo nuovo quotidiano, costruito<br />

sulla base di esperienze eccellenti.<br />

La ricetta di Feltri<br />

Primo a intervenire è Vittorio Feltri: «Secondo<br />

me questo è un segnale più che positivo.<br />

Un segnale che gli italiani hanno la<br />

volontà di realizzare grandi progetti e che<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri discutono sul giornalismo mo<strong>de</strong>rno<br />

‘ I giornali non<br />

vengono ne vissuti ne<br />

usati per quello che sono.<br />

Sono visti come<br />

opportunità per fare<br />

<strong>de</strong>l <strong>de</strong>naro su altri fronti ’<br />

non si affidano alle promesse astruse <strong>de</strong>lla<br />

finanza, ma amano muovere il cervello<br />

e le mani. Tu sei la dimostrazione di tutto<br />

questo - dice Feltri rivolgendosi a Sallusti<br />

- anche se credo che non manchino<br />

leciti timori sulla riuscita di quest’impresa.<br />

Penso che la ricetta per avere successo<br />

sia una sola: più che sulla tua bravura<br />

conta sulla tua fortuna. Senza fortuna si<br />

muore piccoli, quindi affidati a questo<br />

santo».<br />

L’Ordine oggi<br />

«L’Ordine era una gloriosa testata cattolica<br />

<strong>de</strong>lla provincia di Como». Spiega Sallusti,<br />

ma oggi di chi è questa testata? «Di<br />

fatto non è di nessuno. Non è di nessuno<br />

rispetto a quanto acca<strong>de</strong> nell’editoria ita-<br />

liana. È di una società di cui sono socio<br />

io stesso, partner tecnico è l’editore di Libero,<br />

poi c’è la partecipazione di un imprenditore<br />

di Como, che cre<strong>de</strong> nello spirito<br />

di questa avventura. È un giornale<br />

che è posseduto da qualcuno che non ha<br />

interessi sul territorio, al contrario di<br />

quanto acca<strong>de</strong> nella stampa italiana,<br />

spesso in mano a proprietari che hanno<br />

interessi da difen<strong>de</strong>re o richieste da avanzare».<br />

La battaglia contro gli interessi<br />

economici che si intrecciano con l’editoria<br />

italiana è sempre stata portata avanti<br />

dallo stesso Feltri, a difesa <strong>de</strong>lla libertà e<br />

<strong>de</strong>llo sviluppo. Ribadisce il famoso giornalista:<br />

«Il giornale non viene ne vissuto<br />

ne usato per quello che è, mentre è visto<br />

come opportunità per fare <strong>de</strong>l <strong>de</strong>naro su<br />

altri fronti». Il giornale diventerebbe in<br />

certi casi strumento di pressione, attraverso<br />

il quale si facilitano gli affari.<br />

«Questa situazione ha fatto per<strong>de</strong>re fiducia<br />

in tutti i giornali, anche il Mito, cioè<br />

Corriere <strong>de</strong>lla Sera, con i suoi 15 proprietari<br />

ha perso credibilità» - continua Feltri<br />

- «Questo problema L’Ordine, per via<br />

<strong>de</strong>lla sua composizione societaria, se non<br />

altro non l’avrà e come inizio mi pare<br />

fantastico».


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 7<br />

Un quotidiano diverso<br />

Alessandro Sallusti a questo punto spiega<br />

meglio quali saranno le sue mosse in assenza<br />

di padri-padrone: «L’Ordine non<br />

sarà un quotidiano normale nel senso<br />

tradizionale <strong>de</strong>l termine. È una novità<br />

editoriale che non ha prece<strong>de</strong>nti in Italia,<br />

si affermerà come primo quotidiano locale<br />

di opinione; mo<strong>de</strong>llo di riferimento<br />

è i<strong>de</strong>almente il Foglio di Giuliano Ferrara.<br />

Nelle sue otto pagine cercheremo di<br />

dare il meglio <strong>de</strong>lle notizie accompagnate<br />

da riflessioni, analisi e commenti, non<br />

solo attarverso i nostri giornalisti, ma pure<br />

con l’intervento di altri nomi importanti.<br />

Anche <strong>de</strong>llo stesso Feltri». Un giornale<br />

che non insegue le notizie fine a se<br />

stesse, ma che cerca di intervenire sulla<br />

notizia stessa per spiegarla.<br />

Notizie che non contano<br />

In effetti oggi è di molti la convinzione<br />

che la notizia da sola non è più l’elemento<br />

ottimale in un giornale, perché la gente<br />

cerca opinioni, cerca di capire…<br />

Lo stesso Vittorio Feltri è d’accordo con<br />

questo pensiero: «Sono convinto che la<br />

crisi <strong>de</strong>i giornali tradizionali parta proprio<br />

da queste consi<strong>de</strong>razioni.<br />

La notizia nuda e cruda la gente ce l’ha<br />

già a cominciare dal mattino molto presto<br />

attarverso la radio». Quando si va al<br />

lavoro in macchina la radio è sempre accesa<br />

e le notizie arrivano subito<br />

fresche di giornata. «Poi c’è<br />

la televisione che dà 38 notiziari<br />

al giorno» - continua Feltri<br />

- «Così uno che torna a casa<br />

per il pranzo - e sono tante<br />

le persone che hanno questa<br />

abitudine anche nelle grandi<br />

città - uno che torna a casa a<br />

pranzo pren<strong>de</strong> il telecomando<br />

e sente le notizie di mezza<br />

giornata. C’è internet sempre<br />

a disposizione e attraverso il<br />

telefonino arrivano le notizie<br />

ANSA. Quindi la mattina<br />

quando uno di noi va in edicola<br />

e compra il quotidiano<br />

tradizionale ha l’impressione<br />

di acquistare il giornale <strong>de</strong>l<br />

giorno prima».<br />

La formula <strong>de</strong>l futuro<br />

«È necessario che i giornali<br />

diano qualcosa di più», è questo<br />

il parere di Feltri, che continua:<br />

«Qualcosa di più e di<br />

diverso rispetto a quanto si è<br />

già saputo nel corso <strong>de</strong>lla giornata<br />

tramite gli altri mezzi di<br />

comunicazione. Quindi la formula<br />

adottata da L’Ordine è<br />

quella <strong>de</strong>l futuro: i giornali che continueranno<br />

a insistere sugli accadimenti sono<br />

<strong>de</strong>stinati a per<strong>de</strong>re copie, come già sta avvenendo».<br />

E poi offre una sua previsione<br />

di sviluppo a Sallusti: «Se il tuo giornale<br />

riuscirà a raccontare la città in modo<br />

nuovo, cioè andando non solo dietro le<br />

notizie ma spiegadole e anche fornendo<br />

articoli e inchieste che un altro giornale<br />

non può permettersi di fare per i motivi<br />

che sappiamo, allora avrai i tuoi lettori.<br />

Ci sono tante storie in città che non vengono<br />

svelate nei loro significati intimi:<br />

leggere sul giornale un messaggio che<br />

conferma le nostre opinioni può essere<br />

rassicurante».<br />

‘ La notizia notizia nuda<br />

e cruda la gente ce l’ha<br />

già a cominciare dal<br />

mattino molto presto ’<br />

Consi<strong>de</strong>razioni sul giornalismo locale<br />

Stiamo parlando di opinioni e commenti<br />

di situazioni strettamente legate al territorio,<br />

tenendo conto che la politica locale<br />

mai come in questo momento sta acquisendo<br />

importanza <strong>de</strong>stinata a crescere. In<br />

questo contesto un giornale di opinione<br />

sul territorio di pari passo ha a disposizione<br />

molta materia su cui discutere.<br />

È a questo proposito che Sallusti ci dice<br />

che in realtà il giornalismo locale non è<br />

affatto di serie ‘B’ rispetto a quello nazionale.<br />

Per molti motivi, che ci tiene a spiegare<br />

direttamente Feltri: «Il giornalismo<br />

locale richie<strong>de</strong> un’attenzione e una precisione<br />

che il giornale nazionale spesso non<br />

mantiene.<br />

Non solo, il giornalismo locale <strong>de</strong>ve cogliere<br />

tutte le notizie, anche le più piccole,<br />

mentre il nazionale pesca in un bacino<br />

enorme e scarta <strong>de</strong>i fatti. Ne scarta molti<br />

e talvolta quelli buoni. Al contrario in<br />

provincia le notizie sono meno e vanno<br />

trattate con più attenzione e maggiore approfondimento,<br />

quindi con più ferrea<br />

professionalità. Parlo per esperienza personale».<br />

La serata poi scorre piacevole tra battute e<br />

racconti di Feltri e Sallusti. Intanto il<br />

tempo ha preso a scorrere, più giorni sono<br />

passati e L’Ordine ha fatto il suo ingresso<br />

nel mondo <strong>de</strong>i media, accolto con<br />

successo sin dal primo numero. Nel comasco<br />

hanno colto l’opportunità di sfogliare<br />

un quotidiano veramente nuovo,<br />

ancora più vicino al territorio, un osservatore<br />

che vuole cogliere i fatti e le vicen<strong>de</strong><br />

con gli occhi <strong>de</strong>i suoi concittadini, cercando<br />

di andare a fondo e non fermarsi<br />

mai alle apparenze.<br />

Ospiti alla serata di presentazione <strong>de</strong>l quotidiano L’Ordine<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 7<br />

diiaallooggoo


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 8<br />

l’intervista<br />

8<br />

Demanio e turismo<br />

su un ramo <strong>de</strong>l Lario<br />

Una buona gestione<br />

<strong>de</strong>l suolo pubblico<br />

offre grandi possibilità<br />

di sviluppo,<br />

in particolare per i<br />

il turismo e tutto<br />

l'indotto. Ne parliamo<br />

con Virginio Brivio,<br />

presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>lla<br />

Provincia di Lecco.<br />

Paola Loaldi<br />

Nuove passeggiate per mountain bike in Provincia di Lecco<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Demanio <strong>de</strong>riva dal latino dominus,<br />

cioè dominio. La sua importanza è<br />

indubbia. E se per molto tempo il<br />

suo significato è stato svilito venendo<br />

consi<strong>de</strong>rato ‘la cosa di tutti’ e in quanto<br />

tale disprezzato e maltrattato, oggi i tempi<br />

sono maturi per restituire a esso tutta<br />

la sua importanza. È così che a trarne<br />

vantaggio è la sua buona gestione finalizzata<br />

allo sviluppo <strong>de</strong>l turismo. Demanio e<br />

turismo: una coppia perfet-<br />

ta dove uno dà all’altro per<br />

moltiplicare in efficienza le<br />

possibilità di sviluppo. Le<br />

zone abbandonate, di tutti e<br />

di nessuno, possono trasformarsi<br />

in cigni regali cambiando<br />

in meglio il paesaggio<br />

e offrendo nuove opportunità<br />

di crescita. Questo<br />

discorso calza a pennello al Lario, dove<br />

ancora molti spazi <strong>de</strong>maniali possono essere<br />

valorizzati a vantaggio <strong>de</strong>ll’avanzamento<br />

<strong>de</strong>ll’economia nell’ambito <strong>de</strong>l turismo<br />

e di tutto il suo indotto.<br />

Per questo abbiamo voluto affrontare tale<br />

argomento a noi caro ascoltando la voce<br />

di Virginio Brivio, presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>lla Provincia<br />

di Lecco.<br />

Il territorio <strong>de</strong>lla<br />

provincia di<br />

Lecco è molto<br />

diversificato.<br />

Ci può <strong>de</strong>scrivere<br />

le sue pecularità?<br />

«La Provincia di<br />

Lecco ha dalla sua<br />

due grandi polmoni:<br />

l’area <strong>de</strong>lla<br />

Brianza che rappresenta<br />

il tessuto<br />

imprenditoriale<br />

che ha tra l’altro<br />

una forte esposizione<br />

verso i mercatiinternazionali,<br />

grazie a molti<br />

imprenditori attivamenteimpegnati<br />

su più fronti.<br />

Poi c’è la zona<br />

più a nord, dove è<br />

sempre importante il ruolo <strong>de</strong>ll’imprendotiria,<br />

ma dove soprattutto conta<br />

il turismo, per il quale si rivelano essere<br />

sicuramente attrazioni interessanti i<br />

significativi monumenti storici, di<br />

gran<strong>de</strong> valore artistico, come l’abbazia<br />

di Piona, Villa Monastero a Varenna,<br />

solo per citarne due esempi celebri.<br />

Quest’ultima è anche se<strong>de</strong> di convegni<br />

e congressi».<br />

‘ La Provincia di Lecco,<br />

a partire dalla Valsassina, è un<br />

centro turistico dove si possono<br />

praticare molti sport a livello<br />

amatoriale o agonistico ’<br />

Avete poi da un lato grossi centri<br />

urbani come Lecco e piccolissime<br />

realtà comunali.<br />

«È vero. È in provincia di Lecco il paese<br />

più piccolo d’Italia, Morterone, che<br />

conta circa 30 abitanti. Per questa realtà<br />

si stanno cercando vie per offrire servizi,<br />

soprattutto in merito alla creazione<br />

di migliori condizioni di viabilità. E<br />

il tentativo per muoversi in questa direzione<br />

è quello di poter uscire da criteri<br />

puramente formali, visto l’esiguo<br />

numero <strong>de</strong>gli abitanti».<br />

Ma il turismo è legato non solo alle<br />

visite ai paesi e ai loro monumenti<br />

storici, anche le occasioni<br />

per fare sport sono un richiamo<br />

notevole...<br />

«La Provincia di Lecco, a partire dalla<br />

Valsassina, è un centro turistico dove si<br />

possono praticare molti sport a livello<br />

famigliare o agonistico.<br />

Stiamo parlando, per esempio, <strong>de</strong>lla<br />

possibilità di <strong>de</strong>dicarsi al parapendio<br />

sul Monte Cornizzolo oppure all’alpinismo<br />

sulle guglie <strong>de</strong>lla Grignetta. In<br />

particolare questo sport è di antica tradizione<br />

per la città di Lecco e quest’anno<br />

festeggeremo i 100 anni di Riccardo<br />

Cassin, famoso alpinista, di origine<br />

friulina e lecchese d’adozione, visto che<br />

si stabilì nel nostro capoluogo nel lontano<br />

1926 e proprio dalle nostre parti


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 9<br />

si è formato come alpinista negli anni<br />

Trenta, affrontando le cime <strong>de</strong>lla Grigna.<br />

Per questo festeggeremo noi lecchesi i<br />

suoi 100 anni con tutti gli onori che merita».<br />

Parapendio, alpinismo: stiamo parlando<br />

di sport estremi. C’è spazio anche<br />

per gli sportivi diaciamo ‘comuni’,<br />

per le famiglie e gli appassionati<br />

di discipline meno rischiose?<br />

«Certamente. Località come Barzio, Piani<br />

di Bobbio, Piani Resinelli, offrono piste<br />

da sci tradizionale e sci di fondo. Il lago<br />

stesso è una magnifica pista per lo sci<br />

nautico. E pensando ad alpinisti in erba o<br />

persone che si vogliono semplicemente<br />

conce<strong>de</strong>re una passeggiata in montagna<br />

abbiamo dato gran<strong>de</strong> sviluppo al territorio<br />

per quanto riguarda la realizzazione di<br />

passeggiate, da percorre a piedi senza difficoltà<br />

oppure da attraversare in mountain<br />

bike».<br />

Arriviamo quindi al nocciolo <strong>de</strong>lla<br />

faccenda: il suolo e le acque <strong>de</strong>maniali<br />

ben gestite offrono possibilità di<br />

sviluppo al vostro territorio?<br />

«C’è molta attenzione in questo senso <strong>de</strong>i<br />

Comuni <strong>de</strong>l lecchese. Per quanto riguada<br />

il territorio abbiamo già spiegato che molte<br />

iniziative sono già state prese per realizzare<br />

percorsi naturalistici. Tramite il Consorzio<br />

<strong>de</strong>l Lario e <strong>de</strong>i laghi minori, stiamo<br />

cercando di dare impulso alle concessioni<br />

e autorizzazioni per permettere un maggiore<br />

sviluppo turistico sui laghi. In questo<br />

contesto bisogna tenere conto <strong>de</strong>lla<br />

salvaguardia <strong>de</strong>ll’ecosistema, <strong>de</strong>ll’impatto<br />

ambientale di qualsiasi struttura, <strong>de</strong>l ripopolamento<br />

<strong>de</strong>lla fauna sulle spon<strong>de</strong>: salvaguardare<br />

il lago vuol dire ‘viverlo’, quindi<br />

dare le giuste infrastrutture.<br />

Per questo c’è un ‘piano di bacino’ consiviso<br />

dalla Provincia e dai Comuni. È già<br />

stata fatta una prima disamina per valutare<br />

la situazione di partenza, ora siamo nel-<br />

Parapendio sul Lario<br />

la fase in cui trovare i criteri provvisori in<br />

attesa che siano confermati dal piano di<br />

bacino <strong>de</strong>finitivo».<br />

Quali sono gli altri sport praticati sul<br />

lago che possono avvantaggiarsi dallo<br />

sviluppo di nuove infrastrutture?<br />

«Il Lario è il lago i<strong>de</strong>ale per il parapendio,<br />

come abbiamo già <strong>de</strong>tto, ma anche per<br />

windsurf e vele. Questo grazie alla particolari<br />

correnti d’aria che si formano per<br />

via <strong>de</strong>lle montagne e <strong>de</strong>lle valli che lo circondano.<br />

‘ L’ente pubblico<br />

ha il dovere di accelerare<br />

le sue possibilità legate<br />

alla gestione <strong>de</strong>l emanio ’<br />

I venti sono una vera e propria risorsa <strong>de</strong>l<br />

nostro lago. Dare impulso a questi sport<br />

significa provve<strong>de</strong>re a migliorare la logistica,<br />

le zone di appoggio, creare parcheggi e<br />

servizi in genere. L’Ente pubblico ha il dovere<br />

di accelerare le sue capacità legate al<br />

<strong>de</strong>manio».<br />

Al di là <strong>de</strong>lle infrastrutture, ci sono<br />

altri interventi possibili per migliorare<br />

il <strong>de</strong>manio?<br />

« Altro tema importante e collegato ai prece<strong>de</strong>nti<br />

discorsi è quello che riguarda la<br />

qualità <strong>de</strong>lle acque: <strong>de</strong>vono essere predisposti<br />

i <strong>de</strong>puratori, per i quali c’è molta<br />

attesa. A tal proposito anche la ripopolazione<br />

<strong>de</strong>i pesci <strong>de</strong> laghi è importante: direttamente<br />

come Provincia abbiamo messo<br />

in atto un piano per lo sviluppo e l’incremento<br />

<strong>de</strong>l pesce di lago, partendo dagli<br />

allevamenti di novellame predisposti in<br />

un incubatoio presso Varenna».<br />

Anche la passione <strong>de</strong>i pescatori va<br />

premiata, visto che tra le attività<br />

sportive ricopre un ruolo di primaria<br />

importanza.<br />

«Certo. Aggiungo anche che l’orientamento<br />

al turismo preve<strong>de</strong> una gran<strong>de</strong> attenzione<br />

verso il recupero di tradizioni locali,<br />

per rilanciare i nostri fiori all’occhiello,<br />

cioè i formaggi <strong>de</strong>lla Valsassina, i salumi<br />

<strong>de</strong>lla Brianza e, per l’appunto, anche il<br />

pesce di lago».<br />

CENTO VOLTI<br />

DI UN GRANDE ALPINISTA<br />

In occasione di un evento straordinario<br />

come i cento anni <strong>de</strong>ll’alpinista<br />

Riccardo Cassin, la Fondazione che<br />

porta il suo nome ha scelto di festeggiarlo<br />

con un volume che racconta la<br />

straordinaria figura di un alpinista, ma<br />

soprattutto di un uomo attraverso le<br />

testimonianze di persone che sono<br />

venute in contatto con lui: grandi uomini<br />

<strong>de</strong>l mondo <strong>de</strong>ll’alpinismo, <strong>de</strong>lla<br />

cultura, <strong>de</strong>l giornalismo e personaggi<br />

che lo hanno incontrato o si sono relazionati<br />

con lui dagli anni Trenta a oggi.<br />

Da Reinhold Messner al Presi<strong>de</strong>nte<br />

<strong>de</strong>gli Stati Uniti d’America John<br />

Fitzgerald Kennedy.<br />

Riccardo Cassin è nato a Savorgnano<br />

di San Vito al Tagliamento (oggi provincia<br />

di Por<strong>de</strong>none) il 2 gennaio<br />

1909. Nella sua carriera ha compiuto,<br />

senza calcolare gli allenamenti, circa<br />

2500 ascensioni di cui cento prime<br />

assolute. Ha scalato in Italia, Svizzera,<br />

Francia, Austria, Spagna, Jugoslavia,<br />

Scozia, Caucaso, Alaska, Perù, Pakistan,<br />

Nepal e Giappone. Sposato con<br />

Irma dal 1940, ha tre figli, otto nipoti e<br />

cinque bisnipoti. Ha scritto undici libri<br />

di montagna. È cavaliere di gran croce<br />

<strong>de</strong>lla Repubblica Italiana, <strong>de</strong>corato<br />

con la croce al valore militare. Fa parte<br />

<strong>de</strong>l Gruppo Ragni <strong>de</strong>lla Grignetta, è<br />

membro onorario <strong>de</strong>l Club Alpino Acca<strong>de</strong>mico<br />

Internazionale, <strong>de</strong>l Groupe<br />

Haute Montagne e <strong>de</strong>i Club Alpini di<br />

Italia, Stati Uniti, Spagna, Svizzera e<br />

Francia. I primi contatti con la montagna<br />

avvengono quando trasferitosi a<br />

Lecco giovanissimo, Riccardo si trova<br />

al cospetto <strong>de</strong>lle invitanti pareti che<br />

sovrastano la città. Raggiunge la cima<br />

principale <strong>de</strong>l Resegone, Punta Cermenati,<br />

dopo è la volta <strong>de</strong>lla Grigna,<br />

“stupenda palestra di roccia per intere<br />

generazioni e tanto cara al mio cuore”<br />

commenta Riccardo. Su quelle brevi<br />

ma ardite guglie , traccia le sue prime<br />

vie provando l’incancellabile sensazione<br />

di una salita vergine e le emozioni<br />

di un primo bivacco.Questa la<br />

cronologia <strong>de</strong>lla sua attività alpinistica<br />

limitatamente agli eventi rilevanti o comunque<br />

significativi<br />

(fonte: Fondazione Riccardo Cassin)<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 9<br />

l’innterrviisstta


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 10<br />

<strong>de</strong>manio<br />

10<br />

Un po’ di storia <strong>de</strong>lla<br />

Gestione associata<br />

per il <strong>de</strong>manio<br />

lacuale <strong>de</strong>i Comuni<br />

<strong>de</strong>l basso Lario.<br />

Dove siamo arivati<br />

oggi, dopo il gran<strong>de</strong><br />

cambiamento <strong>de</strong>l 2001,<br />

anno in cui è stata<br />

<strong>de</strong>mandata<br />

alle Regioni la gestione<br />

<strong>de</strong>l <strong>de</strong>manio lacuale<br />

<strong>de</strong>llo Stato.<br />

Matteo Monti*<br />

Con il Decreto legislativo N.112 <strong>de</strong>l<br />

31 Marzo 1998 sono state conferite<br />

alle Regioni funzioni e compiti<br />

amministrativi, in particolar modo dal 1°<br />

Gennaio 2001 è stata <strong>de</strong>mandata loro la<br />

gestione <strong>de</strong>l <strong>de</strong>manio lacuale <strong>de</strong>llo Stato.<br />

La Regione Lombardia con Legge Regionale<br />

N.22 <strong>de</strong>l 29 <strong>Ottobre</strong> 1998 e successive<br />

modifiche e integrazioni nell’intento<br />

di sostenere la valorizzazione e promozione<br />

<strong>de</strong>l <strong>de</strong>manio lacuale attraverso l’avvicinamento<br />

al territorio <strong>de</strong>lega i Comuni<br />

al rilascio <strong>de</strong>lle concessioni per l’utilizzo<br />

<strong>de</strong>i beni <strong>de</strong>l <strong>de</strong>manio, l’accertamento e la<br />

riscossione <strong>de</strong>i canoni, la vigilanza, la tutela<br />

<strong>de</strong>lle aree <strong>de</strong>maniale stesse.<br />

Si parte dal 2002<br />

Nel 2002 i Comuni di Argegno, Carate<br />

Urio e Laglio nell’ottica di focalizzare con<br />

la dovuta competenza il tema <strong>de</strong>lla gestione<br />

<strong>de</strong>l <strong>de</strong>manio hanno creato la prima<br />

Gestione Associata tra Comuni.<br />

In seguito nel 2004 i Comuni di Argegno,<br />

Carate Urio e Laglio a<strong>de</strong>rirono alla<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Una gestione<br />

costituzione <strong>de</strong>l Consorzio <strong>de</strong>l Lario e<br />

Laghi minori senza mai trasmetterne le<br />

pratiche. Trascorsi i tre anni transitori come<br />

da Statuto <strong>de</strong>l Consorzio, non ve<strong>de</strong>ndone<br />

i benefici concreti i tre comuni insieme<br />

ai Comuni di Brienno e Moltrasio<br />

formarono la Gestione Associata per il<br />

Demanio Lacuale con il Comune di Laglio<br />

come capo convenzione.<br />

‘ Sono subito evi<strong>de</strong>nti i vantaggi<br />

diretti al cittadino ’<br />

Alla luce <strong>de</strong>lla sud<strong>de</strong>tta neo costituenda<br />

Gestione Associata sono da subito evi<strong>de</strong>nti<br />

i vantaggi diretti al cittadino, fra<br />

cui sono compresi: uffici sul territorio<br />

(prima a Laglio ora Carate Urio), la conoscenza<br />

<strong>de</strong>l territorio, la rapidità nella<br />

risoluzione <strong>de</strong>i problemi.<br />

Non meno importanti sono i servizi indiretti<br />

al cittadino: incasso <strong>de</strong>i canoni diretti<br />

con il relativo immediato riutilizzo<br />

nelle aree <strong>de</strong>maniali; imitate aree da controllare<br />

e manutenere. L’attività <strong>de</strong>lla gestione<br />

non è solo la riscossione <strong>de</strong>i canoni<br />

ma anche quello di promuovere l’educazione<br />

nell’utilizzo <strong>de</strong>l bene pubblico. Infatti<br />

nel 2005, in anteprima sul Lario, fa<br />

emettere ai singoli Comuni ordinanze di<br />

rimozione di barche e di materiale che sosta<br />

‘abusivamente’ sulle aree <strong>de</strong>maniali. A<br />

completamento <strong>de</strong>ll’operazione<br />

viene stipulato un protocollo<br />

d’intesa con la Polizia Locale <strong>de</strong>lla<br />

Provincia di Como per l’applicazione<br />

<strong>de</strong>lle sud<strong>de</strong>tte norme.<br />

Si è provveduto ad effettuare<br />

apposito monitoraggio con rilevazione<br />

fotografica di tutto il territorio con la<br />

proficua collaborazione <strong>de</strong>lla Polizia Locale<br />

<strong>de</strong>lla Provincia necessaria per la verifica<br />

<strong>de</strong>gli abusivismi. Tali rilevazioni sono<br />

raggruppate su un sistema informatizzato.<br />

Le stesse immagini possono essere utilizzate<br />

dai professionisti per la presentazione<br />

<strong>de</strong>i progetti.


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 11<br />

ben coordinata<br />

Esigenze <strong>de</strong>lla Gestione Associata<br />

Quali sono le esigenze che la Gestione Associata<br />

vorrebbe ve<strong>de</strong>re accolte da organi<br />

istituzionali Superiori? La Legge Regionale<br />

N.22 all’Articolo 11 comma 3 recita ‘I proventi<br />

<strong>de</strong>lle concessioni di cui all’art. 6,<br />

comma 2, lett. a) e c) sono <strong>de</strong>stinati nella<br />

misura <strong>de</strong>l cinquanta per cento ai comuni a<br />

titolo di corrispettivo per l’esercizio <strong>de</strong>lle<br />

attività amministrative inerenti le concessioni<br />

<strong>de</strong>maniali. Nel caso di partecipazione<br />

a gestioni associate a livello di bacino lacuale<br />

tale percentuale può essere elevata<br />

dalla Giunta regionale sino ad un massimo<br />

<strong>de</strong>l sessanta per cento.<br />

La percentuale rimanente è <strong>de</strong>stinata al finanziamento<br />

<strong>de</strong>gli interventi di incremento<br />

e miglioramento individuati nel programma<br />

di cui al comma 1’. Su questo punto nel corso<br />

<strong>de</strong>ll’anno 2007 abbiamo iniziato un percorso<br />

con l’Avv. Mantero presso la Regione<br />

Lombardia con la Dott.ssa Cozzi, Dirigente<br />

<strong>de</strong>l Settore, al fine di ottenere un riconoscimento<br />

maggiore come Ente Autonomo<br />

(obiettivo versare solo il 40%).<br />

Veduta <strong>de</strong>l Comune di Carate Urio<br />

Una valutazione conclusiva<br />

Nel corso <strong>de</strong>ll’esperienza acquisita in questi<br />

anni (2005-<strong>2008</strong>), ho potuto constatare<br />

quanto la materia si sia ampliata e abbia<br />

sviluppato sempre più risvolti legislativi e<br />

normativi peculiari, addirittura in dipen<strong>de</strong>nza<br />

<strong>de</strong>i casi specifici.<br />

La trattazione <strong>de</strong>i singoli casi richie<strong>de</strong><br />

quindi una conoscenza sempre più approfondita<br />

<strong>de</strong>ll’ambito di cui trattasi nonché<br />

<strong>de</strong>l territorio ove si va ad operare.<br />

*Matteo Monti, tecnico incaricato<br />

<strong>de</strong>l Comune di Carate Urio<br />

LE ATTIVITÀ CHE SVOLGE LA GESTIONE ASSOCIATA<br />

■ Il rilascio e il rinnovo <strong>de</strong>lle concessioni <strong>de</strong>maniali dalla ricezione <strong>de</strong>lle doman<strong>de</strong><br />

all’emanazione di <strong>de</strong>creti e di tutti gli atti relativi<br />

■ La gestione <strong>de</strong>i posti barca<br />

■ La concessione per le boe e per i pontili pubblici e privati<br />

■ L’autorizzazione per le manifestazioni nautiche e pirotecniche<br />

■ L’accertamento e la riscossione <strong>de</strong>i canoni e in<strong>de</strong>nnizzi<br />

■ La vigilanza, la tutela e la difesa amministrativa e giudiziale <strong>de</strong>lle aree da violazioni<br />

ed abusi<br />

■ La rimozione di occupazioni abusive, relitti e rifiuti.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 11


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 12<br />

l’approfondimento<br />

12<br />

C’è approvazione<br />

e approvazione<br />

Nuova pianificazione <strong>de</strong>l territorio e contrasto<br />

con la prece<strong>de</strong>nte lottizzazione: illegittimità <strong>de</strong>l<br />

titolo edilizio rilasciato.<br />

Ilaria Groppelli*<br />

*Avv. Ilaria Groppelli, <strong>de</strong>legato di Cremona<br />

<strong>de</strong>lla Fondazione ‘<strong>de</strong> iure publico’<br />

Con una sentenza (TAR Lombardia<br />

Milano, sez. II, 07 luglio <strong>2008</strong>, n.<br />

2882), sicuramente <strong>de</strong>stinata a far a<br />

lungo discutere, il TAR Lombardia, si è<br />

pronunciato circa gli effetti <strong>de</strong>rivanti dall’approvazione<br />

e adozione di un nuovo piano<br />

regolatore nei confronti <strong>de</strong>i piani di lottizzazione<br />

approvati in pen<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>l prece<strong>de</strong>nte<br />

Prg.<br />

Nella specie, la questione sottoposta all’attenzione<br />

<strong>de</strong>l Giudice Amministrativo Lombardo<br />

riguardava l’impugnazione di una<br />

concessione edilizia per l’attuazione di un<br />

piano di lottizzazione approvato per l’appunto<br />

in vigenza di un prece<strong>de</strong>nte piano<br />

regolatore, concessione questa rilasciata<br />

dall’autorità comunale dopo l’adozione di<br />

un nuovo strumento di pianificazione comunale.<br />

Il ricorrente, difatti, impugnando la concessione<br />

<strong>de</strong> qua eccepiva l’illegittimità <strong>de</strong>lla<br />

stessa, stante il palese ed evi<strong>de</strong>nte contrasto<br />

di quest’ultima con le norme contenute nel<br />

nuovo piano regolatore generale.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Conformarsi alle norme<br />

Come è noto, il piano di lottizzazione ai<br />

sensi <strong>de</strong>ll’art. 28 <strong>de</strong>lla L. 17 agosto 1942, n.<br />

1150, ha natura di strumento urbanistico<br />

di attuazione <strong>de</strong>l piano regolatore generale<br />

e <strong>de</strong>ve, di regola, conformarsi alle norme,<br />

alle prescrizioni e alle previsioni di tale strumento<br />

urbanistico, costituendone la sua applicazione.<br />

Il piano viene predisposto dai<br />

proprietari <strong>de</strong>lle aree da lottizzare (ivi compresi<br />

i proprietari <strong>de</strong>l diritto di superficie,<br />

qualora non <strong>de</strong>bbano effettuare rettifiche di<br />

confine) e tale attività viene configurata<br />

dalla dottrina come esercizio privato di pubbliche<br />

funzioni sia per la naturale inerenza<br />

<strong>de</strong>ll’interesse pubblico alla pianificazione<br />

<strong>de</strong>l territorio, sia per gli effetti che scaturiscono<br />

dallo strumento, in quanto non si<br />

producono solo in capo ai proprietari, ma<br />

anche nei confronti <strong>de</strong>ll’amministrazione e<br />

<strong>de</strong>i privati aventi causa dai proprietari lottizzanti.<br />

I piani di lottizzazione hanno validità <strong>de</strong>cennale.<br />

L’efficacia di tale atto privato è<br />

condizionata da un atto di assenso <strong>de</strong>ll’Amministrazione<br />

comunale che si configura<br />

come atto di controllo <strong>de</strong>ll’esercizio <strong>de</strong>lla<br />

funzione edificatoria da parte <strong>de</strong>i privati.<br />

Stipula e trascrizione<br />

Secondo quanto previsto al comma 5 <strong>de</strong>ll’art.<br />

28 <strong>de</strong>lla L. 1150/1942, l’autorizzazione<br />

comunale <strong>de</strong>l piano di lottizzazione è<br />

subordinata alla stipula di una convenzione,<br />

tra il Comune ed il privato, da trascriversi<br />

a cura di quest’ultimo.<br />

La stipula e la trascrizione <strong>de</strong>lla convenzione<br />

di lottizzazione (che <strong>de</strong>ve preve<strong>de</strong>re, al<br />

suo interno, la cessione gratuita, da parte<br />

<strong>de</strong>i proprietari lottizzatori, <strong>de</strong>lle aree necessarie<br />

per la realizzazione <strong>de</strong>lle opere di urbanizzazione<br />

primaria e secondaria relative alle<br />

lottizzazione, l’assunzione a carico <strong>de</strong>i<br />

proprietari me<strong>de</strong>simi, <strong>de</strong>gli onere finanziari<br />

per la realizzazione <strong>de</strong>lle opere di urbanizzazione<br />

primaria e di una quota - parte <strong>de</strong>lle<br />

opere di urbanizzazione secondaria e <strong>de</strong>lle<br />

opere necessarie per allacciare la zona ai<br />

pubblici servizi, i termini non superiori a<br />

dieci anni entro cui i privati <strong>de</strong>bbono eseguire<br />

le opere a loro carico e congrue garanzie<br />

finanziarie - quali <strong>de</strong>posito di danaro, titoli<br />

di Stato, fi<strong>de</strong>iussioni bancarie - o ipotecarie<br />

per l’a<strong>de</strong>mpimento <strong>de</strong>gli obblighi <strong>de</strong>rivanti<br />

dalla convenzione me<strong>de</strong>sima) sono<br />

condizioni di efficacia <strong>de</strong>l provvedimento di<br />

autorizzazione; ne consegue che la mancanza<br />

anche <strong>de</strong>lla sola trascrizione esclu<strong>de</strong> l’efficacia<br />

<strong>de</strong>ll’operatività <strong>de</strong>lla lottizzazione<br />

(Consiglio di Stato, sez. IV, 5 maggio 1997,<br />

n. 481).<br />

Disciplina urbanistica vigente<br />

L’attuazione <strong>de</strong>l programma lottizzatorio è<br />

subordinata al rilascio <strong>de</strong>i titoli abilitativi<br />

necessari (D.I.A. o permesso di costruire,


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 13<br />

titoli alternativi in Lombardia per effetto<br />

<strong>de</strong>lla L.R. 12/2005), da parte <strong>de</strong>ll’autorità<br />

comunale e all’osservanza di tutta la disciplina<br />

urbanistica vigente nella zona.<br />

Deve essere precisato che l’approvazione di<br />

un piano di lottizzazione non comporta un<br />

vero e proprio diritto per i titolari <strong>de</strong>ll’autorizzazione<br />

a lottizzare, ad ottenere il rilascio<br />

<strong>de</strong>i titoli abilitativi per la costruzione<br />

<strong>de</strong>i manufatti previsti dal piano.<br />

‘ Potrebbe acca<strong>de</strong>re che<br />

una nuova legge introduca<br />

limitazioni alla facoltà<br />

di edificare incompatibili<br />

con il piano di lottizzazione<br />

approvato ’<br />

Invero, potrebbe acca<strong>de</strong>re che una nuova<br />

legge introduca limitazioni alla facoltà di<br />

edificare incompatibili con il piano di lottizzazione<br />

approvato, ovvero che un nuovo<br />

piano urbanistico comunale introduca una<br />

diversa disciplina contrastante con le previsioni<br />

<strong>de</strong>l piano di lottizzazione me<strong>de</strong>simo.<br />

In quest’ultimo caso, quali sono più propriamente<br />

gli effetti che il nuovo strumento<br />

di pianificazione comunale produce sui<br />

piani di lottizzazione già approvati?<br />

Così dice il TAR<br />

Il TAR Lombardia, interpellato sul punto,<br />

con la sentenza n. 2882/08 ha precisato<br />

che esistono due diversi indirizzi in giurispru<strong>de</strong>nza:<br />

secondo la giurispru<strong>de</strong>nza prevalente,<br />

il piano regolatore sopravvenuto<br />

contrastante con la convenzione di lottizzazione<br />

ha natura di provvedimento di secondo<br />

grado con cui l’amministrazione<br />

manifesta, anche non esplicitamente, l’intenzione<br />

di rece<strong>de</strong>re dalla prece<strong>de</strong>nte convenzione<br />

di lottizzazione (ex plurimis Cons.<br />

Stato, sez. VI, 14 gennaio 2002, n. 173, secondo<br />

il quale ‘una variante al piano regolatore<br />

che muti la <strong>de</strong>stinazione di parti di<br />

aree interessate da una lottizzazione equivale<br />

ad una revoca unilaterale <strong>de</strong>lla convenzione’).<br />

Ciò comporta che ‘a tutela <strong>de</strong>lle legittime<br />

aspettative <strong>de</strong>i proprietari, la relativa<br />

<strong>de</strong>libera va motivata specificamente con la<br />

valutazione comparativa tra l’interesse pubblico<br />

alla nuova <strong>de</strong>stinazione e la situazione<br />

soggettiva <strong>de</strong>l privato, anche prefigurando se<br />

esistano possibilità di conseguire l’obiettivo di<br />

pubblico interesse con soluzioni alternative,<br />

capaci di esclu<strong>de</strong>re o di contenere la lesione<br />

<strong>de</strong>ll'affidamento suscitato dalla lottizzazione’<br />

(Cons. Stato, sez. VI, 14 gennaio 2002, n.<br />

173; in tal senso anche Cons. Stato, sez. IV,<br />

26 maggio 2003, n. 2827). Secondo un altro<br />

indirizzo (Cons. Stato, sez. IV, 4 dicembre<br />

2007 n. 6170), invece, i rapporti tra<br />

piano di lottizzazione e P.R.G. sopravvenuto<br />

sono disciplinati dall’art. 17, primo<br />

comma, <strong>de</strong>lla legge n. 1150 <strong>de</strong>l 1942, per<br />

il quale, ‘<strong>de</strong>corso il termine stabilito per l’esecuzione<br />

<strong>de</strong>l piano particolareggiato, questo<br />

diventa inefficace per la parte in cui non abbia<br />

avuto attuazione, rimanendo soltanto<br />

fermo a tempo in<strong>de</strong>terminato l’obbligo di osservare,<br />

nella costruzione di nuovi edifici e<br />

nella modificazione di quelli esistenti, gli allineamenti<br />

e le prescrizioni di zona stabiliti<br />

dal piano stesso’.<br />

Sovrapposizioni complicate<br />

Da tale norme sarebbe possibile <strong>de</strong>sumere<br />

un ulteriore principio riguardante il caso in<br />

cui le previsioni di un sopravvenuto piano<br />

regolatore generale vadano a ‘sovrapporsi’<br />

su quelle <strong>de</strong>l prece<strong>de</strong>nte piano attuativo.<br />

L’Autorità urbanistica può modificare le<br />

specifiche prescrizioni <strong>de</strong>llo strumento attuativo,<br />

in base a una motivata valutazione<br />

<strong>de</strong>llo stato <strong>de</strong>i luoghi e <strong>de</strong>lle posizioni venutesi<br />

a consolidare e su cui si va ad inci<strong>de</strong>re.<br />

Se tale modifica è effettuata con una<br />

variante speciale, nulla quaestio: prevalgono<br />

le prescrizioni disposte con la variante al<br />

piano regolatore, approvata proprio per inci<strong>de</strong>re<br />

su quelle <strong>de</strong>sumibili dallo strumento<br />

attuativo.<br />

‘ Prevalgono le prescrizioni<br />

disposte con la variante<br />

al piano regolatore ’<br />

Nel caso di approvazione di una variante<br />

generale al piano regolatore generale, o vi è<br />

un espresso e specifico richiamo alle prescrizioni<br />

<strong>de</strong>l prece<strong>de</strong>nte strumento attuativo<br />

su cui si intenda inci<strong>de</strong>re, oppure - in<br />

assenza di tale richiamo - tale approvazione<br />

è irrilevante per la perdurante efficacia <strong>de</strong>lle<br />

prescrizioni <strong>de</strong>l piano attuativo. Sotto tale<br />

aspetto, va rimarcato che il piano regolatore<br />

generale - nel riferirsi in senso dinamico<br />

alle parti <strong>de</strong>l territorio da pianificare in<br />

<strong>de</strong>ttaglio - di per sé non inci<strong>de</strong> sulle previsioni<br />

<strong>de</strong>l prece<strong>de</strong>nte strumento attuativo<br />

(anche se non più eseguibile per il <strong>de</strong>corso<br />

<strong>de</strong>l tempo), poiché quest’ultimo ha stabilmente<br />

<strong>de</strong>terminato l’assetto <strong>de</strong>finitivo e di<br />

<strong>de</strong>ttaglio <strong>de</strong>lla parte <strong>de</strong>l territorio in consi<strong>de</strong>razione.<br />

Pertanto, anche per la localizzazione <strong>de</strong>gli<br />

edifici, le prescrizioni <strong>de</strong>l piano esecutivo<br />

(malgrado la sca<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>l termine <strong>de</strong>cennale)<br />

continuano ad essere rilevanti per coloro<br />

che - non avendo ancora realizzato le<br />

costruzioni - intendano tardivamente chie<strong>de</strong>re<br />

il titolo abilitativo (nel vigore <strong>de</strong>llo<br />

strumento urbanistico sopravvenuto, ove<br />

questo ugualmente consenta la nuova costruzione)’.<br />

Orientamento prevalente<br />

Il TAR Lombardia Milano ha dichiarato di<br />

a<strong>de</strong>rire all’orientamento prevalente, secondo<br />

il quale la nuova pianificazione generale<br />

<strong>de</strong>ll’area, in contrasto totale o parziale<br />

con la lottizzazione prece<strong>de</strong>nte, comporta<br />

la revoca implicita <strong>de</strong>lla convenzione di lottizzazione,<br />

con la conseguenza che il titolo<br />

edilizio rilasciato dopo l’adozione <strong>de</strong>l nuovo<br />

piano ed in contrasto con le nuove previsioni<br />

urbanistiche è illegittimo.<br />

Alla luce di ciò, il privato a fronte <strong>de</strong>lla revoca<br />

implicita <strong>de</strong>lla convenzione di lottizzazione<br />

avrebbe come unico rimedio quello<br />

di esperire, avanti al giudice ordinario,<br />

l’azione di in<strong>de</strong>bito arricchimento relativamente<br />

alle opere ed alle cessioni già eseguite<br />

a beneficio <strong>de</strong>l Comune.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 13<br />

ll’’aappprooffonddiimmeento


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 14<br />

ambiente<br />

14<br />

Durante il G8<br />

svoltosi a Hokkaido,<br />

un posto centrale<br />

è stato occupato<br />

dal dibattito sulla<br />

<strong>de</strong>cennale questione<br />

<strong>de</strong>i cambiamenti<br />

climatici. Per la prima<br />

volta si è finalmente<br />

vista un’unione<br />

di intenti da parte<br />

di tutti i lea<strong>de</strong>r<br />

mondiali.<br />

Sul tavolo <strong>de</strong>lla<br />

discussione si sono<br />

succeduti altri temi<br />

di pressante attualità<br />

quali la crisi<br />

alimentare<br />

e il caro petrolio.<br />

*Omar Gilardoni<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Scenari energetici<br />

AHokkaido, in Giappone, si è<br />

svolto un attesissimo vertice <strong>de</strong>i<br />

lea<strong>de</strong>rs <strong>de</strong>l G8. Sul tavolo <strong>de</strong>lla<br />

discussione si sono succeduti temi di<br />

pressante attualità, quali la crisi alimentare<br />

che, complice l’aumento <strong>de</strong>i prezzi<br />

<strong>de</strong>i generi di prima necessità, limita ulteriormente<br />

la disponibilità di cibo per<br />

milioni di persone nel Sud <strong>de</strong>l mondo, o<br />

il problema <strong>de</strong>l caro petrolio, che ha ormai<br />

raggiunto livelli allarmanti per le<br />

economie <strong>de</strong>i paesi industrializzati. Un<br />

posto centrale nella fitta agenda di lavoro<br />

<strong>de</strong>l summit giapponese è stato tuttavia<br />

occupato dal dibattito sulla <strong>de</strong>cennale<br />

questione, peraltro mai affrontata seriamente,<br />

con convinzione ed in unione<br />

di intenti da tutti i lea<strong>de</strong>rs mondiali, <strong>de</strong>i<br />

cambiamenti climatici, strettamente correlata<br />

alla necessità di rive<strong>de</strong>re in tempi<br />

brevi e in modo radicale le politiche<br />

energetiche.<br />

Il parere <strong>de</strong>ll’Agenzia internazionale<br />

<strong>de</strong>ll’Energia<br />

Nell’occasione, l’Agenzia Internazionale<br />

<strong>de</strong>ll’Energia ha presentato uno studio relativo<br />

ai possibili scenari futuri di emissione<br />

di gas ad effetto serra e di strategie<br />

di approvvigionamento energetico, nel<br />

tentativo di <strong>de</strong>lineare nel <strong>de</strong>ttaglio - sebbene<br />

con l’inevitabile grado di incertezza<br />

intrinsecamente associato a qualsiasi previsione<br />

- il ruolo che rivestiranno nel<br />

tempo le tradizionali tecnologie produttive<br />

e le prospettive di mercato che attendono<br />

le tecnologie emergenti a basse<br />

emissioni, basate sullo sfruttamento <strong>de</strong>lle<br />

cosid<strong>de</strong>tte risorse rinnovabili. Il ricorso<br />

ad analisi di scenario permette di effettuare<br />

valutazioni quantitative in merito<br />

alla compatibilità di obiettivi irrinunciabili<br />

ed in aperto contrasto fra loro,<br />

esplorando le diverse traiettorie possibili<br />

di sviluppo <strong>de</strong>l sistema energetico complessivo<br />

e vagliando i compromessi necessari<br />

per raggiungere tutti i traguardi<br />

prefissi per gli anni a venire: il contenimento<br />

<strong>de</strong>i costi di approvvigionamento<br />

<strong>de</strong>lle fonti primarie, di produzione e di<br />

erogazione <strong>de</strong>ll’energia e la progressiva<br />

crescita economica <strong>de</strong>i Paesi in via di sviluppo<br />

da un lato, le improrogabili esigenze<br />

ambientali, con la riduzione <strong>de</strong>lla<br />

domanda energetica e <strong>de</strong>lle emissioni inquinanti,<br />

dall’altro.<br />

Troppe emissioni di CO 2<br />

L’attuale sistema energetico è basato per<br />

oltre l’80% sull’uso <strong>de</strong>i combustibili fossili<br />

che, oltre ad essere la fonte più inquinante<br />

in termini di emissione di<br />

CO 2 , implicano la dipen<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>ll’Occi<strong>de</strong>nte<br />

dai Paesi produttori di petrolio e<br />

gas naturale, sul filo di <strong>de</strong>licati equilibri<br />

geopolitici legati alla sicurezza <strong>de</strong>gli approvvigionamenti<br />

e alle dinamiche speculative<br />

fra domanda e offerta. La ten<strong>de</strong>nza<br />

a livello mondiale indica un incremento<br />

<strong>de</strong>lla richiesta di energia <strong>de</strong>ll’ordine<br />

<strong>de</strong>l 55% entro il 2030, prossima<br />

addirittura al raddoppio verso il 2050.<br />

Le emissioni di anidri<strong>de</strong> carbonica crescerebbero<br />

di conseguenza dagli attuali<br />

26 miliardi di tonnellate all’anno ai 42<br />

<strong>de</strong>l 2030, fino ai 58 mld di tonnellate<br />

<strong>de</strong>l 2050. D’altro canto, le tecnologie alle<br />

quali oggi si affida la speranza di condurci<br />

fuori da questa spirale negativa apparentemente<br />

inarrestabile sono, a parte<br />

il relativamente nuovo metodo <strong>de</strong>l sequestro<br />

<strong>de</strong>lla CO 2 , le stesse sulle quali<br />

già si puntava negli anni Settanta: biomasse<br />

e biocombustibili, risorse eoliche<br />

ed energia solare, idrogeno e celle a combustibile,<br />

nucleare e, soprattutto, una<br />

maggiore efficienza tanto in fase di produzione<br />

quanto nell’utilizzo di energia.<br />

‘ Maggiore efficienza:<br />

abbassare la domanda<br />

di energia di circa il 20%<br />

rispetto alle proiezioni<br />

ten<strong>de</strong>nziali ’<br />

Quest’ultimo aspetto rappresenta virtualmente<br />

la seconda risorsa energetica<br />

dopo gli idrocarburi, permettendo di abbassare<br />

la domanda di energia di circa il<br />

20% rispetto alle proiezioni ten<strong>de</strong>nziali,<br />

a fronte di investimenti contenuti e costi<br />

complessivamente negativi, se si tiene<br />

conto <strong>de</strong>i conseguenti benefici in termini<br />

di consumi energetici.<br />

Trent’anni di cambiamenti radicali<br />

Negli ultimi trent’anni numerosi settori,<br />

dall’informatica alla medicina, hanno<br />

subito radicali trasformazioni, mutando<br />

profondamente le nostre abitudini e la


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 15<br />

vita di tutti i giorni. Le cifre sopra riportate<br />

indicano con chiarezza che è necessaria<br />

una marcata inversione di ten<strong>de</strong>nza,<br />

un sorta di rivoluzione tecnologica<br />

nel campo energetico, se davvero si inten<strong>de</strong><br />

coniugare sviluppo economico e<br />

sostenibilità ambientale.<br />

Per quanto riguarda nello specifico la situazione<br />

italiana, l’indagine è stata condotta<br />

dall’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie,<br />

l’Energia e l’Ambiente) su due<br />

distinti orizzonti temporali: uno scenario<br />

di breve-medio periodo, che consi<strong>de</strong>ra<br />

l’evoluzione <strong>de</strong>lla politica energetica<br />

nazionale entro il 2020, e un secondo<br />

orientato al lungo periodo, con sca<strong>de</strong>nza<br />

fissata per il 2050. Si distingue inoltre,<br />

per ciascuno di essi, tra uno scenario di<br />

riferimento, corrispon<strong>de</strong>nte all’andamento<br />

stimato per il sistema ‘Italia’ in assenza<br />

di nuovi interventi legislativi in<br />

campo energetico ed ambientale, consi<strong>de</strong>rando<br />

le ten<strong>de</strong>nze in atto in ambito<br />

<strong>de</strong>mografico, tecnologico ed economico<br />

e proiettando dunque in avanti nel tempo<br />

lo status quo, ed uno o più scenari di<br />

intervento, che tengono conto <strong>de</strong>ll’effetto<br />

positivo fornito dall’adozione di un<br />

ampio ventaglio di misure preventive e<br />

dall’introduzione di migliorie tecnologiche,<br />

in particolar modo con un sensibile<br />

incremento <strong>de</strong>ll’efficienza energetica ed<br />

un’incisiva promozione <strong>de</strong>lle fonti rinnovabili.<br />

Richiesta crescente di energia<br />

Nell’evoluzione di riferimento elaborata<br />

per l’Italia, si stima una crescita media<br />

annua <strong>de</strong>l fabbisogno energetico nel <strong>de</strong>cennio<br />

2010-2020 di circa un punto<br />

percentuale, di poco inferiore rispetto a<br />

quelle effettivamente registrate ne-<br />

gli Anni Novanta e nel <strong>de</strong>cennio<br />

corrente, fino a raggiungere i 220<br />

Mtep (milioni di tonnellate equivalenti<br />

di petrolio). La crescita<br />

proseguirebbe anche negli anni<br />

successivi al 2020, sebbene con<br />

ritmi progressivamente più blandi,<br />

toccando i 240 Mtep nel 2050. Il<br />

fabbisogno energetico nazionale resterebbe<br />

ancorato in gran parte ai tradizionali<br />

combustibili fossili, con la parziale<br />

novità <strong>de</strong>l sorpasso quale fonte primaria<br />

<strong>de</strong>l gas naturale ai danni <strong>de</strong>l petrolio,<br />

consi<strong>de</strong>rato il forte incremento <strong>de</strong>l suo<br />

Invito a viaggiare di più in treno <strong>de</strong>lle Ferrovie <strong>de</strong>llo Stato, per contenere le emissioni di CO 2 provocate dalle auto.<br />

utilizzo anche nei settori civile ed industriale.<br />

Questo dato, oltre a testimoniare<br />

il proseguimento <strong>de</strong>ll’attuale fragilità<br />

energetica italiana, condannata ancora<br />

per molto ad una forte dipen<strong>de</strong>nza dalle<br />

importazioni dall’estero, comporta un<br />

conseguente aumento <strong>de</strong>lle emissioni di<br />

CO 2 , tanto nel breve (aggravio di ulteriori<br />

100 milioni di tonnellate entro il<br />

2020) quanto nel lungo periodo (crescita<br />

fino a toccare i 550 milioni di tonnellate<br />

nel 2030, salvo poi attestarsi stabilmente<br />

su questi valori).<br />

‘ Fragilità energetica <strong>de</strong>ll’Italia,<br />

condannata ancora per molto<br />

ad una forte dipen<strong>de</strong>nza dalle<br />

importazioni dall’estero ’<br />

Ecco la strategia<br />

In linea con quanto suggerito dal ‘Piano<br />

Strategico per le Tecnologie Energetiche’<br />

messo a punto dalla Commissione Europea<br />

(Novembre 2007), gli scenari di intervento<br />

prevedono nel breve/medio termine<br />

l’adozione di<br />

una serie di provvedimenti<br />

per migliorare<br />

l’efficienza e preferire<br />

l’utilizzo di combustibili<br />

a basso tenore<br />

di carbonio, mentre<br />

nel lungo periodo ci<br />

si atten<strong>de</strong> che siano le<br />

tecnologie emergenti<br />

a giocare un ruolo <strong>de</strong>terminante<br />

e ad offrire<br />

un contributo sempre<br />

maggiore. A seconda<br />

<strong>de</strong>ll’incisività<br />

<strong>de</strong>lle <strong>de</strong>cisioni assunte,<br />

sono stati analizzati<br />

per ciascun intervallo<br />

temporale due<br />

differenti scenari: il<br />

primo (ACT) è caratterizzato<br />

da un insieme<br />

di misure volte a<br />

ren<strong>de</strong>re conveniente,<br />

ad esempio attraverso<br />

un piano di incentivi,<br />

il massiccio ricorso<br />

alle fonti rinnovabili<br />

e ai biocarburanti per<br />

i mezzi di trasporto,<br />

oltre naturalmente al<br />

già citato incremento<br />

<strong>de</strong>ll’efficienza di produzione<br />

ed utilizzo;<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 15<br />

aambbiieente


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 16<br />

ambiente<br />

16<br />

lo scenario ACT+ ricalca in linea di massima<br />

il prece<strong>de</strong>nte, seppure con obiettivi<br />

più severi e restrittivi, e punta in modo<br />

netto sul potenziale di riduzione <strong>de</strong>i consumi,<br />

possibile grazie ad un uso più razionale<br />

e consapevole <strong>de</strong>lle risorse energetiche<br />

e ad una accresciuta sensibilità ambientale<br />

da parte di ciascun utente.<br />

Un po’ di incoraggiamento<br />

L’evoluzione <strong>de</strong>l sistema energetico <strong>de</strong>scritta<br />

dagli scenari di intervento è <strong>de</strong>cisamente<br />

incoraggiante, dal momento<br />

che <strong>de</strong>termina nel 2020 una riduzione<br />

<strong>de</strong>lle emissioni di anidri<strong>de</strong> carbonica, rispetto<br />

allo scenario di riferimento, pari a<br />

100 milioni di tonnellate e ad oltre 120<br />

milioni di tonnellate, rispettivamente<br />

per lo scenario ACT e ACT+. Tale riduzione<br />

risulta di gran lunga più consistente<br />

al crescere <strong>de</strong>ll’orizzonte temporale<br />

consi<strong>de</strong>rato, allorché l’entrata a pieno regime<br />

nel panorama nazionale di tecnologie<br />

fortemente innovative inizia a produrre<br />

significativi effetti.<br />

Contestualmente, gli interventi di efficienza<br />

energetica, per ridurre le perdite<br />

nella rete di distribuzione elettrica e per<br />

abbattere i consumi nei settori resi<strong>de</strong>nziale<br />

e terziario (isolamento<br />

termico <strong>de</strong>gli<br />

edifici, impianti di riscaldamento<br />

e condizionamento,elettrodomestici<br />

di nuova generazione,<br />

lampa<strong>de</strong> a risparmio<br />

energetico, riduzione<br />

consumi stand<br />

by), <strong>de</strong>ll’industria (illuminazione<br />

<strong>de</strong>gli edifici<br />

e <strong>de</strong>i luoghi di lavoro,<br />

motorizzazioni efficienti,<br />

perfezionamento <strong>de</strong>i<br />

processi produttivi, risparmi<br />

di calore) e <strong>de</strong>i<br />

trasporti (veicoli a basso<br />

consumo, misure infrastrutturali,incentivazione<br />

trasporto pubblico,<br />

comportamenti di<br />

guida responsabili) portano<br />

ad un risparmio di<br />

energia elettrica di oltre<br />

6 Mtep all’anno. Mentre<br />

la generazione elettrica<br />

da fonti rinnovabili<br />

raggiunge già nel<br />

2020 un valore doppio<br />

rispetto all’attuale, con<br />

un forte contributo soprattutto<br />

da parte di<br />

eolico e solare fotovoltaico.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Investimenti necessari<br />

Naturalmente sono necessari importanti<br />

investimenti economici per lo sviluppo<br />

<strong>de</strong>lle sud<strong>de</strong>tte tecnologie, superiori rispetto<br />

a quelli <strong>de</strong>llo scenario di riferimento<br />

di circa 20 mld di Euro fino al<br />

2020 e di aggiuntivi 50 mld di Euro tra<br />

il 2020 e il 2050. In particolare, lo scenario<br />

ACT comporta un aumento complessivo<br />

<strong>de</strong>i costi <strong>de</strong>l sistema energetico<br />

pari a qualche punto <strong>de</strong>cimale in rapporto<br />

al PIL (aumento che si attesta di<br />

poco al di sopra <strong>de</strong>ll’1% nel caso <strong>de</strong>ll’ACT+),<br />

anche se va sottolineato che<br />

non rappresentano <strong>de</strong>i costi netti, poiché<br />

a fronte di tale investimento si riducono<br />

la domanda di combustibili, la necessità<br />

di investimento nelle tecnologie fossili e<br />

nel settore <strong>de</strong>lla raffinazione, le spese di<br />

importazione <strong>de</strong>ll’energia, senza consi<strong>de</strong>rare<br />

l’inestimabile guadagno ambientale.<br />

La ten<strong>de</strong>nza nel lungo periodo è<br />

inoltre la progressiva diminuzione <strong>de</strong>i<br />

costi, grazie all’apprendimento tecnologico<br />

e alla diffusione sul mercato <strong>de</strong>lle<br />

nuove tecnologie, fino al raggiungimento<br />

di valori nulli e persino negativi all’orizzonte<br />

2050.<br />

È infine importante sottolineare come il<br />

tempo sia un fattore essenziale: la transizione<br />

verso un’economia che faccia affidamento<br />

su un’energia ‘pulita’ e non più<br />

fondata sul petrolio sarà un processo <strong>de</strong>cennale,<br />

ma non sono ammessi ulteriori<br />

ritardi. I prossimi anni saranno <strong>de</strong>cisivi<br />

in tal senso e comporteranno conseguenze<br />

irreversibili per temi quali la crescita<br />

economica <strong>de</strong>ll’Europa, la sicurezza<br />

energetica e i cambiamenti climatici.<br />

Agire è senza dubbio difficile e costoso,<br />

ma il conto presentatoci da un ulteriore<br />

immobilismo <strong>de</strong>cisionale rischia di essere<br />

ancora più salato e doloroso, dal momento<br />

che la ‘Relazione Stern sull’economia<br />

<strong>de</strong>i cambiamenti climatici’ (Ministero<br />

<strong>de</strong>l Tesoro <strong>de</strong>l Regno Unito) stima<br />

in una diminuzione annua compresa<br />

tra il 5 e il 20% <strong>de</strong>l PIL il costo di una<br />

mancata azione, ben superiore all’1%<br />

<strong>de</strong>llo scenario di intervento più cautelativo.<br />

*Omar Gilardoni, ingegnere ambientale,<br />

membro <strong>de</strong>l Comitato Scientifico<br />

<strong>de</strong>lla Fondazione ‘<strong>de</strong> iure publico’<br />

Fonti<br />

Dossier ENEA, ‘Tecnologie per l’energia: quali innovazioni e<br />

strategie industriali in Europa? Il SET-Plan e le sue proposte’<br />

Agenzia Internazionale <strong>de</strong>ll’Energia, ‘Energy Technology Perspectives<br />

<strong>2008</strong>’<br />

Energie alternative per risolvere i problemi ambientali


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 17<br />

Varese, capoluogo di provincia, ha più<br />

di 80mila abitanti. Soprannominata<br />

‘Città Giardino’ per merito <strong>de</strong>l molto<br />

ver<strong>de</strong> che la circonda, senza dubbio è una<br />

città ricca di parchi e giardini, ma anche di<br />

acqua. Il lago di Varese, insieme con quelli<br />

di Monate e Comabbio, rappresentano i<br />

maggiori bacini <strong>de</strong>l territorio provinciale. La<br />

città offre molti spunti interessanti per chi la<br />

visita. La sua posizione (tra monti e laghi)<br />

nelle Prealpi lombar<strong>de</strong> fa sì che sia meta ambita<br />

per i villeggianti: tra questi, la celebre famiglia<br />

<strong>de</strong>gli Este, che ha lasciato in eredità al<br />

comune il Palazzo Estense, ora se<strong>de</strong> <strong>de</strong>l municipio,<br />

con i suoi incantevoli giardini, che si<br />

dice siano stati realizzati sull’i<strong>de</strong>a di quelli<br />

austriaci di Schönbrunn. Le ville e i palazzi<br />

a Varese fanno da cornice alla gran<strong>de</strong> quantità<br />

di ver<strong>de</strong> presente. Il complesso <strong>de</strong>lle Ville<br />

Ponti, la Villa Toeplitz, la Villa Recalcati e<br />

il Castello di Masnago, Villa Mylius e Villa<br />

Baragiola, insieme a Villa Mirabello, sono<br />

gli edifici storici più visitati. Inoltre, qui si<br />

trovano alcuni <strong>de</strong>i più importanti beni <strong>de</strong>l<br />

FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) tra cui<br />

Villa Menafoglio Litta Panza, meglio nota<br />

come Villa Panza e la Torre di Velate. Nel<br />

2003 il Sacro Monte di Varese, assieme ai<br />

Sacri Monti <strong>de</strong>l Piemonte e <strong>de</strong>lla Lombardia,<br />

è stato inserito dall’UNESCO nella Lista<br />

<strong>de</strong>l Patrimonio Mondiale. Costruito su<br />

di un luogo di culto medioevale, poi se<strong>de</strong> di<br />

un convento di monache e di un Santuario<br />

<strong>de</strong>dicato alla Vergine Maria, il Sacro Monte<br />

venne edificato a partire dal 1605 dal padre<br />

Giovanni Aguggiari. Un territorio ricco di<br />

natura e arte, dunque, in cui la futura programmazione<br />

urbanistica ha un ruolo <strong>de</strong>terminante.<br />

Sindaco Fontana, a che punto siamo<br />

con il PGT?<br />

«I passaggi preliminari e richiesti dalla legge<br />

sono stati fatti tutti. Abbiamo individuato,<br />

attraverso una gara, il professionista che si<br />

occuperà di redigere il nuovo piano o PGT,<br />

che sarà realizzato seguendo alcuni <strong>de</strong>i prin-<br />

PGT: questione<br />

di buona fe<strong>de</strong><br />

Il sindaco Fontana, ha voluto realizzare il PGT con un<br />

occhio di riguardo al rispetto <strong>de</strong>ll’ambiente, ma anche alla<br />

internazionalità di Varese. Con lui iniziamo le interviste<br />

per la nostra inchiesta su questa Provincia.<br />

a cura di Daniela Castelli<br />

cipi in cui crediamo fermamente e che intendono<br />

evitare i disastri ambientali, in cui<br />

siamo incappati negli anni passati. La nostra<br />

intenzione è quella di salvaguardare il territorio,<br />

ancora intonso, e insistere per la riqualificazione<br />

<strong>de</strong>lle aree dimesse, <strong>de</strong>lle aree abbandonate,<br />

<strong>de</strong>lle aree da recuperare e da ristrutturare.<br />

Vogliamo che Varese migliori di<br />

giorno in giorno».<br />

Come pensa di proce<strong>de</strong>re?<br />

«Alla base di tutto, anche ove si dovesse, per<br />

ragioni evi<strong>de</strong>nti, andare a occupare <strong>de</strong>l territorio<br />

libero, preten<strong>de</strong>remmo che ci sia una<br />

gran<strong>de</strong> qualità progettuale. Una gran<strong>de</strong> bellezza<br />

architettonica e una gran<strong>de</strong> qualità <strong>de</strong>gli<br />

interventi, sarebbero le linee guida su cui<br />

affidare la programmazione. Accanto a questi<br />

‘ Sono tre i progetti che vorrei<br />

riuscire, se non a realizzare,<br />

almeno a far partire ’<br />

Attilio Fontana, sindaco di Varese<br />

elementi imprescindibili, credo che vi siano<br />

alcune altre cose importanti da sottolineare,<br />

come: l’accordo di programma con la Regione,<br />

la Provincia, le Ferrovie <strong>de</strong>llo Stato e le<br />

Ferrovie Nord. Questo progetto inten<strong>de</strong><br />

concretizzare l’accorpamento e l’unificazione<br />

<strong>de</strong>lle due stazioni ferroviarie, e di conseguenza<br />

raggiungere un termine preciso per<br />

la riqualificazione urbanistica oltre che edilizia,<br />

di un ampio quartiere <strong>de</strong>lla nostra città<br />

che oggi è perlopiù abbandonato, e dove si<br />

trovano le grandi aree dismesse <strong>de</strong>lla zona».<br />

Cosa le piacerebbe ve<strong>de</strong>r realizzato in<br />

una di queste aree?<br />

«Forse sono tre i progetti che vorrei riuscire,<br />

se non a realizzare, almeno a far partire. Naturalmente<br />

può anche darsi che io non riesca<br />

compitamente a conclu<strong>de</strong>rli, perché forse i<br />

tempi non me lo consentono. La riqualificazione<br />

<strong>de</strong>lla piazza <strong>de</strong>lla Repubblica è uno di<br />

questi. La piazza al centro <strong>de</strong>lla nostra città<br />

oggi purtroppo non è particolarmente attrattiva<br />

e soprattutto è abbandonata dai cittadini:<br />

si tratta di una zona dove non c’è vita<br />

ed è un peccato. Con questa riqualificazione<br />

si potrebbe preve<strong>de</strong>re la realizzazione<br />

di un teatro stabile, un teatro in muratura<br />

che possa sostituirsi all’attuale teatro tenda<br />

che, da un lato è sicuramente un primo passo<br />

avanti (fu realizzato dalla passata amministrazione),<br />

in grado di dare un’importante<br />

risposta a Varese e cioè di essere capace di sostenere<br />

la gestione di una struttura come<br />

questa; e, dall’altro, ha <strong>de</strong>terminato per la<br />

città stessa, la necessità <strong>de</strong>lla stabilità di un<br />

teatro, la cui funzione, io credo, <strong>de</strong>bba essere<br />

trasmessa ad un teatro appunto stabile».<br />

Il resto <strong>de</strong>i suoi <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ri in cosa si concretizzerà?<br />

«Questo è un primo progetto che ritengo importante<br />

e per il quale a breve dovremmo iniziare<br />

una serie di valutazioni. Tenga presente<br />

che noi abbiamo acquistato la caserma Garibaldi<br />

con un accordo che si è attuato nel mese<br />

di luglio, con la firma <strong>de</strong>l <strong>de</strong>creto di tra-<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 17<br />

inchiesta


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 18<br />

inchiesta<br />

18<br />

sferimento da parte <strong>de</strong>l presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l<br />

Consiglio, Silvio Berlusconi. A<strong>de</strong>sso<br />

possiamo parlare di qualcosa che ci<br />

appartiene e su cui possiamo svolgere<br />

tutte le iniziative che riteniamo più<br />

opportune. Nel frattempo, avevamo<br />

già nominato una commissione di<br />

saggi per individuare la procedura più<br />

trasparente e più logica per riconoscere<br />

un soggetto privato <strong>de</strong>putato, evi<strong>de</strong>ntemente,<br />

a collaborare con il pubblico<br />

per la realizzazione di questo<br />

gran<strong>de</strong> intervento. Infatti, da solo il<br />

pubblico non è in condizioni economiche<br />

per affrontare la spesa. La prima<br />

fase è stata perciò superata: abbiamo<br />

individuato la procedura e a seguito<br />

di ciò, già dato l’incarico al Politecnico<br />

di Milano per realizzare il<br />

primo piano di fattibilità. Un primo<br />

piano finanziario per l’intervento, in<br />

grado di stabilire alcuni <strong>de</strong>ttagli che<br />

vorremmo fossero ben chiari, prima<br />

di partire con un bando».<br />

Quali potrebbero essere i tempi?<br />

«Spero se non entro la fine <strong>de</strong>ll’anno,<br />

entro la primavera <strong>de</strong>ll’anno prossimo.<br />

Il bando di gara per l’assegnazione<br />

<strong>de</strong>l progetto e <strong>de</strong>ll’intervento potrebbe<br />

partire entro questi termini. La seconda<br />

operazione, che vorrei portare a termine è<br />

l’unificazione <strong>de</strong>lle stazioni. Si tratta di un<br />

progetto strategico e fondamentale per Varese.<br />

Con l’unificazione si andrebbe a migliorare<br />

una zona urbanisticamente <strong>de</strong>gradata. Un<br />

intero comparto sarà dunque migliorato e<br />

meglio integrato nel contesto urbano generale,<br />

con una qualità urbanistica ed architettonica<br />

di livello. In secondo luogo l’unificazione<br />

darà un respiro internazionale alla mobilità,<br />

nel senso che la stazione varesina non sarà<br />

più di fine corsa, ma sarà collegata ed inserirà<br />

nella ‘mobilità’ col centro e nord Europa.<br />

Da ultimo, la realizzazione <strong>de</strong>ll’opera consentirà<br />

un netto miglioramento <strong>de</strong>lla viabilità<br />

<strong>de</strong>lla zona, e di conseguenza un miglioramento<br />

<strong>de</strong>ll’accessibilità alla nostra città. Insomma,<br />

si tratta di un provvedimento di<br />

grandissimo respiro che in fase di attuazione<br />

consentirà al nostro territorio di essere sempre<br />

più competitivo. Bisogna tenere conto<br />

che si chie<strong>de</strong>rà al privato una serie di opere<br />

pubbliche pari 150 milioni di euro».<br />

Come è a<strong>de</strong>sso la viabilità attorno a<br />

Varese?<br />

«Quello che manca a Varese, oggi, è un vero<br />

collegamento all’Europa. Con l’unificazione<br />

<strong>de</strong>lle stazioni si avrà. Magari già con la mia<br />

amministrazione, ma al limite anche solo<br />

con l’amministrazione che verrà dopo, bisognerebbe<br />

iniziare a far partire il bando di gara.<br />

Presentata l’anno scorso all’Expo Italia<br />

Real Estate a Milano, l’iniziativa ha suscitato<br />

notevole interesse, tanto è vero che una<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

La Basilica di San Vittore a Varese<br />

‘ Quello che manca a Varese, oggi,<br />

è un vero collegamento all’Europa ’<br />

serie di società internazionali hanno dichiarato<br />

tutto il loro interessamento. Infine, per<br />

conclu<strong>de</strong>re, c’è il terzo progetto a cui tengo,<br />

ma con tempi <strong>de</strong>cisamente diversi. L’ultimo<br />

piano di lavoro sarebbe infatti quello di realizzare<br />

i nuovi uffici comunali, ma questo è<br />

un progetto subordinato ad una serie di altre<br />

valutazioni che dobbiamo fare in merito alla<br />

dismissione di alcune aree».<br />

Il PGT di Varese: siete nella fase iniziale,<br />

pensate di rispettare il termine di<br />

marzo 2009?<br />

«Per marzo 2009, credo che non saremo<br />

pronti. La nomina <strong>de</strong>l progettista è appena<br />

avvenuta e i lavori sono iniziati a settembre.<br />

Il margine di ambito lavorativo è davvero<br />

poco».<br />

Ci sono altri comuni contigui nel vostro<br />

lavoro di programmazione urbanistica?<br />

«No, siamo soli».<br />

Sindaco Fontana, come si trova in questo<br />

nuovo ruolo di supervisore <strong>de</strong>lla<br />

gestione urbanistica?<br />

«La mia è una posizione, a livello amministrativo,<br />

molto più rilevante e impegnativa<br />

oggi. Il PGT dà soltanto <strong>de</strong>lle indicazioni<br />

di massima, ma in seguito la gestione concordata<br />

è quella che diventa fondamentale.<br />

Credo che la figura <strong>de</strong>l sindaco sia sempre<br />

più importante, perché sono le scelte che il<br />

sindaco e la sua amministrazione fa quelle<br />

che <strong>de</strong>terminano veramente la nuova immagine<br />

che una città può avere».<br />

Come pensa di ‘comportarsi’ nella<br />

fase di perequazione?<br />

«Io ho sempre creduto molto nella perequazione,<br />

tanto è vero che quando<br />

ho avuto l’esperienza politica di sindaco<br />

in un comune limitrofo a Varese,<br />

dopo che per anni si era dimenticato<br />

questo istituto, rintrodussi il principio<br />

<strong>de</strong>lle perequazione. In particolare lo<br />

inserii sulle aree standard in cui, quel<br />

comune da una trentina di anni, si era<br />

immobilizzato. Non si poteva fare<br />

niente. Con l’introduzione <strong>de</strong>l principio<br />

<strong>de</strong>lla perequazione, invece, abbiamo<br />

impedito da un lato di eliminare<br />

le aree verdi, una <strong>de</strong>lle cose di cui il<br />

paese aveva più bisogno, e dall’altro<br />

abbiamo dato la possibilità di non<br />

vincolare l’eventualità edificatoria <strong>de</strong>i<br />

proprietari. Un principio, dunque,<br />

che io credo possa essere introdotto<br />

con gran<strong>de</strong> interesse e gran<strong>de</strong> positività.<br />

Bisogna stare molto attenti, perché<br />

anche questo è un oggetto che può essere,<br />

se mal gestito, frutto di abusi. In<br />

ogni caso, credo che sia un buon strumento».<br />

Il rilevante interesse pubblico al<br />

privato come sarà trasmesso?<br />

«È difficile riuscire a parlare di come applicare<br />

una legge che non ha ancora trovato applicazione.<br />

Come sempre in questo casi bisognerà<br />

cercare di spiegare, con il buon senso<br />

e con valutazioni fondate, il contenuto di<br />

questi principi. Bisognerà cercare di far capire<br />

che cosa si inten<strong>de</strong> fare e per quali motivi<br />

si vuole proce<strong>de</strong>re in quel modo. Magari<br />

sarà necessario far fare un passo indietro al<br />

privato a favore <strong>de</strong>l bene <strong>de</strong>lla collettività e<br />

credo che se si è in buona fe<strong>de</strong>, e se si ha<br />

un’i<strong>de</strong>a ben precisa <strong>de</strong>llo sviluppo che si<br />

vuole dare alla propria città, tutto questo<br />

non sia difficile da spiegare o da percepire da<br />

parte <strong>de</strong>i cittadini».<br />

Mi sembra ottimista…<br />

«Credo di esserlo, infatti. In fondo è come la<br />

Giustizia: qualcuno dice che non bisognerebbe<br />

toccarla, però la Giustizia sta dando<br />

<strong>de</strong>lle risposte pessime. Allora dico, che bisogna<br />

fare qualcosa per cambiarla e lo stesso è<br />

per quanto riguarda l’edilizia e l’urbanistica.<br />

Non è che la vecchia impostazione <strong>de</strong>ll’urbanistica<br />

abbia dato molte risposte positive e<br />

allora vediamo se con questi nuovi sistemi,<br />

con queste nuove formule si riesce a fare<br />

qualcosa di meglio. Alla base di tutto credo<br />

ci siano la disponibilità <strong>de</strong>gli uomini e <strong>de</strong>lle<br />

persone. Chi è in buona fe<strong>de</strong>, opera per il<br />

bene collettivo comunque e qualunque sia il<br />

tipo di legge, la formula d’applicare è sempre<br />

la stessa. Se qualcuno è in malafe<strong>de</strong>, qualunque<br />

altro tipo di legge anche la più restrittiva,<br />

che si verrebbe ad applicare, la supererebbe».


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 19<br />

La nuova Malnate<br />

A Malnate, comune di 16mila abitanti il PGT è per il momento rinviato.<br />

Il sindaco Sandro Damiani ci parla <strong>de</strong>lla nuova urbanistica.<br />

Sull’origine storica di Malnate non si<br />

hanno notizie precise. Celti e Romani,<br />

poi Eruli, Longobardi e Franchi<br />

furono abitanti e invasori, ma a testimonianza<br />

di queste ultime dominazioni restano<br />

solo <strong>de</strong>nominazioni toponomastiche, ripercussioni<br />

sul dialetto e parecchie leggen<strong>de</strong>.<br />

Non si hanno più notizie importanti riguardanti<br />

la storia di Malnate fino al 1511,<br />

anno in cui i mercenari svizzeri arruolati dal<br />

Papa Giulio II, respinti e cacciati da Milano<br />

dai Francesi, razziarono le campagne, lasciando<br />

integre le tre chiese esistenti.<br />

Tra il 1500 e il 1700 Malnate divenne feudo<br />

di famiglie nobili: dai Visconti ai Visconti<br />

Borromeo, ai Litta Visconti Arese e<br />

poi nei secoli successivi fu sotto la Repubblica<br />

Cisalpina, fece parte <strong>de</strong>ll’impero napoleonico<br />

e divenne teatro di operazioni<br />

militari durante lo svolgimento <strong>de</strong>lle prime<br />

due guerre d'indipen<strong>de</strong>nza. Malnate<br />

die<strong>de</strong> il suo contributo di sangue alle<br />

due Grandi Guerre. Infatti parecchi<br />

furono i Malnatesi caduti sui<br />

fronti.<br />

Tra il 1943 e il 1945 la località fu<br />

teatro di azioni partigiane. In passato<br />

l’economia di questo luogo era<br />

prevalentemente agricola. Particolarmente<br />

diffuso era l’allevamento<br />

<strong>de</strong>i bachi da seta, che alimentava<br />

l’industria tessile. Negli ultimi anni<br />

<strong>de</strong>l secolo scorso iniziò lo sviluppo<br />

industriale di Malnate che vi<strong>de</strong> sorgere<br />

sul suo territorio industrie tessili<br />

e meccaniche. L’avvocato Sandro<br />

Damiani oggi sindaco <strong>de</strong>lla città ci<br />

<strong>de</strong>scrive la realtà attuale.<br />

‘ Sicuramente è una legge<br />

che va nella direzione<br />

giusta ’<br />

Sindaco Damiani, cosa ne pensa <strong>de</strong>lla<br />

nuova Legge Regionale urbanistica?<br />

«Una buona i<strong>de</strong>a. Sicuramente è una legge<br />

che va nella direzione giusta, cioè quella di<br />

trovare le necessarie integrazioni tra il territorio<br />

e i cittadini. Non si guarda più al<br />

territorio limitatamente, per una singola<br />

esigenza o una esigenza di una pluralità di<br />

persone, ma il territorio è visto in una sfe-<br />

ra più ampia: ad esempio in rapporto con i<br />

cittadini e in rapporto con chi lo abita. Governare<br />

il territorio e non essere governati<br />

dal territorio, questa è un po’ la nuova filosofia<br />

urbanistica».<br />

Per quanto riguarda Malnate a che<br />

punto siete con il PGT?<br />

«Malnate aveva già adottato il PGT con la<br />

vecchia amministrazione. Noi abbiamo ritenuto<br />

di non portare in approvazione, ma<br />

di rinviare il tutto, perché vi erano alcune<br />

lacune e alcuni punti che dovevano essere<br />

rivisti. Questo soprattutto in relazione ad<br />

aree davvero importanti, dove era reso necessario<br />

insediare <strong>de</strong>lle strutture a favore<br />

<strong>de</strong>lla collettività. A questo punto, a novembre,<br />

dovremmo portarlo in acettazione<br />

per poi approvarlo <strong>de</strong>finitivamente nella<br />

prossima primavera entro marzio, aprile».<br />

Lo sviluppo aree verdi vorrebbe essere fra i progetti<br />

<strong>de</strong>l Pgt di Malnate<br />

Quali sono le difficoltà maggiori incontrate<br />

nella sua realizzazione?<br />

«Diciamo che le difficoltà sono più che altro<br />

difficoltà politiche, come trovare una<br />

conciliazione tra i vari punti di vista che le<br />

forze politiche hanno portato avanti sugli<br />

insediamenti, sulla necessità di aree verdi,<br />

sul recupero di zone <strong>de</strong>gradate. Si tratta<br />

proprio di una sistemazione, che può <strong>de</strong>finirsi<br />

essere favorevole a tutte le parti. La<br />

difficoltà è questa. Una volta superati questi<br />

obiettivi, cioè indicare quelle aree verdi<br />

<strong>de</strong>vono rimanere verdi o dove collocare <strong>de</strong>gli<br />

insediamenti, <strong>de</strong>i servizi e <strong>de</strong>lle strutture<br />

a favore <strong>de</strong>lla collettività, penso che non<br />

ci siano poi grossi problemi».<br />

‘ Le difficoltà sono più che<br />

altro difficoltà politiche ’<br />

Si è fatto tutto il possibile per migliorare<br />

Malnate?<br />

«Il massimo è sempre discutibile. Diciamo<br />

che già sotto la vecchia amministrazione ci<br />

si è attivati per fare il meglio. Penso che ciascuno<br />

si sia mosso per cercare di fare il meglio<br />

di quello che poteva essere fatto, sicuramente<br />

nell’interesse di tutti e non nell’interesse<br />

<strong>de</strong>i privati o <strong>de</strong>l singolo. Qualcosa<br />

così come è sfuggita alla vecchia amministrazione,<br />

potrebbe essere sfuggita anche<br />

a noi: dico solo che l’impegno che si è<br />

profuso in questa attività è stato il massimo<br />

da parte di tutti».<br />

Per cosa si distingue Malnate?<br />

«La vocazione è abbastanza indirizzata<br />

verso il terziario e l’industriale.<br />

Sono state dismesse alcune grandi<br />

azien<strong>de</strong> che nel passato erano importanti<br />

e si stanno recuperando<br />

sia dal punto di vista industriale,<br />

con la realizzazione di piccole industrie,<br />

ma soprattutto a livello artigianale.<br />

Ci si sta muovendo per<br />

realizzare un recupero da un lato<br />

commerciale, soprattutto nell’ambito<br />

<strong>de</strong>l centro storico o <strong>de</strong>l centro<br />

<strong>de</strong>l paese, di attività commerciali,<br />

appunto, che erano sparite. I primi<br />

grandi centri commerciali, infatti,<br />

hanno <strong>de</strong>centrato le varie attività o<br />

trasferito altrove. Oggi si sta recuperando<br />

parte <strong>de</strong>lla storia <strong>de</strong>l paese in questo<br />

modo: vogliamo dare un nuovo volto a<br />

Malnate, una nuova vivibilità, una nuova<br />

realtà che non è più quella di città dormitorio,<br />

ma di città in cui la persona vive, abita<br />

e svolge una propria attività».<br />

Ci sono <strong>de</strong>i piani o <strong>de</strong>lle tutele particolari<br />

nei dintorni <strong>de</strong>lla città?<br />

«Si, noi abbiamo la Valle <strong>de</strong>l Lanza, dove<br />

abbiamo un PLIS, Parco Locale di Interesse<br />

Sovracomunale, che tiene conto di tutta la<br />

zona boschiva, di una zona di parchi e quindi<br />

siamo attorniati dal ver<strong>de</strong>. Il parco <strong>de</strong>lla<br />

Valle <strong>de</strong>l Lanza è quello principale, che collega<br />

un po’ tutto il nord di Malnate: dalla<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 19<br />

inchiesta


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 20<br />

inchiesta<br />

20<br />

Svizzera viene verso sud, verso la valle<br />

Olona. Attualmente si sta realizzando anche<br />

sul fiume Olona una zona di parco e<br />

di tutela ambientale, con l’insediamento<br />

di fauna e flora particolare <strong>de</strong>lla zona».<br />

La vicinanza con la Svizzera ha portato<br />

qualche beneficio dal punto di<br />

vista urbanistico?<br />

«Nel passato forse no. Ma oggi, soprattutto<br />

per quanto riguarda il modo di edificare<br />

e di consi<strong>de</strong>rare l’ambiente, e il territorio<br />

secondo me sì. In Svizzera l’attenzione<br />

all’ambiente c’è già da anni ed è<br />

molto più sentita da loro che da noi.<br />

Quindi, una piccola influenza sicuramente<br />

l’ha avuta il fatto di essere così vicini,<br />

dirimpettai. Il trenino <strong>de</strong>lla Valmorea che<br />

collega Mendrisio a Malnate, era un trenino<br />

storico che è stato riattivato: attualmente<br />

funziona nei giorni di festa, di domenica<br />

e di sabato. Questo è un modo<br />

per sottolineare come l’attenzione alla<br />

storia, all’ambiente e alla cultura al di là<br />

<strong>de</strong>l confine sia più accentuato. Una diversa<br />

cultura che i cittadini elvetici hanno<br />

sul territorio rispetto a noi, non solo sotto<br />

il profilo <strong>de</strong>lla tutela, ma <strong>de</strong>l bene consi<strong>de</strong>rato<br />

come bene proprio, non come<br />

qualcosa di pubblico, bensì come qualcosa<br />

di mio che <strong>de</strong>vo tutelare».<br />

Quanto ha speso il comune di Malnate<br />

per il PGT?<br />

«La prece<strong>de</strong>nte amministrazione ha speso<br />

intorno ai 150mila euro. Noi a<strong>de</strong>sso,<br />

chiaramente, non lo abbiamo buttato, ma<br />

abbiamo mantenuto gran parte <strong>de</strong>l vecchio<br />

progetto intervenendo su quelle parti<br />

che, a nostro avviso, dovevano essere<br />

corrette e modificate o aggiornate. Ci sarà<br />

sicuramente una integrazione, ma non<br />

spen<strong>de</strong>remo quelle cifre. Dovremo mettere<br />

ancora mano al portafoglio per questo<br />

intervento e io mi auspico che la spesa sia<br />

intorno ai 30mila euro al massimo. Una<br />

cifra non più elevata di questo importo».<br />

Ecco una domanda rispetto alla perequazione:<br />

è stato difficile l’approccio<br />

con il privato cittadino?<br />

«No, anche perché abbiamo adottato il<br />

sistema di effettuare incontri in cui venivano<br />

affrontati temi per settore. Un sistema<br />

risultato poi gradito a tutti. Le<br />

commissioni hanno avuto una visione<br />

globale dopo alcune settimane, quando<br />

cioè ogni argomento è stato ripresentato<br />

con proposte e i<strong>de</strong>e che nel frattempo<br />

erano state maturate dalla popolazione.<br />

L’approccio è stato di massima trasparenza<br />

e di massima collaborazione da parte<br />

di tutti. Questo al momento non ci ha<br />

dato alcun particolare problema».<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Una comunità<br />

“ecotech”<br />

Turismo, ecologia e<br />

tecnologia. in provincia<br />

di Varese il piccolo<br />

paese di Marzio gestisce<br />

a distanza la vita <strong>de</strong>i<br />

suoi ospiti. Michele<br />

Sartoris, sindaco<br />

<strong>de</strong>lla località, ci spiega<br />

come si muove in<br />

quest’ambito il PGT.<br />

Marzio è un tranquillo paese in provincia<br />

di Varese, situato lungo<br />

uno stretto terrazzo morenico, da<br />

cui è possibile go<strong>de</strong>rsi una stupenda vista<br />

sulla Svizzera e sul sottostante Lago Ceresio.<br />

La località turistica, <strong>de</strong>ve la sua fama<br />

soprattutto alla mitezza <strong>de</strong>l suo clima nel<br />

periodo estivo. Immerso nel ver<strong>de</strong> di boschi<br />

prealpini e prati, questo attrezzato<br />

centro climatico si esten<strong>de</strong> sulla superficie<br />

di circa due chilometri.<br />

Marzio fa parte integrante <strong>de</strong>lla Comunità<br />

montana <strong>de</strong>lla Valganna e Valmarchirolo,<br />

composta da altri nove comuni varesini.<br />

Quale è la vocazione di Marzio?<br />

«Essendo un piccolo paese di montagna,<br />

collocato a 800 metri, in mezzo al ver<strong>de</strong>,<br />

ha una vocazione senz’altro turistica. I resi<strong>de</strong>nti<br />

sono poco più di trecento, ma d’estate<br />

siamo circa un migliaio. Con il nuovo<br />

PGT e con le nuove i<strong>de</strong>e, abbiamo preso<br />

in consi<strong>de</strong>razione il fatto di dover far<br />

vivere un paese come questo anche se le<br />

comodità e i servizi sono lontani. Un comune<br />

non può essere solo turistico, <strong>de</strong>ve<br />

‘ Un comune non può<br />

essere solo turistico,<br />

<strong>de</strong>ve anche avere<br />

caratteristiche esi<strong>de</strong>nziali ’<br />

anche avere caratteristiche resi<strong>de</strong>nziali.<br />

Marzio è un posto bellissimo e in cui è<br />

Michele Sartoris sindaco di Marzio<br />

bello anche vivere, perché non è poi così<br />

lontano dal resto <strong>de</strong>l mondo».<br />

Cosa ne pensa di questa nuova legge<br />

<strong>de</strong>l PGT?<br />

«Marzio ha seguito un progetto in concomitanza<br />

con altri comuni circostanti e la<br />

redazione <strong>de</strong>l PGT, in virtù di questo accordo,<br />

è stata finanziata dalla Regione<br />

Lombardia, che come associazione di comuni,<br />

ci ha concesso <strong>de</strong>lle entrate. Ci siamo<br />

affidati al nostro professionista di fiducia,<br />

perchè il nostro PGT è un po’ particolare,<br />

un po’ diverso rispetto a quello<br />

<strong>de</strong>gli altri».<br />

Diverso in che senso?<br />

«Diciamo innanzitutto che il Piano di<br />

Governo <strong>de</strong>l Territorio, rispetto al vecchio<br />

Piano Regolatore Generale è un notevole<br />

passo avanti. Ritengo molto interessante e<br />

ritengo una scelta molto intelligente quella<br />

di rivalutare le norme <strong>de</strong>l PGT rispetto<br />

al vecchio PRG, perché non si tratta solo<br />

di un semplice strumento di regolazione<br />

urbanistica, ma piuttosto uno strumento<br />

di controllo <strong>de</strong>l territorio. Quindi più che<br />

dare <strong>de</strong>lle regole edilizie riesce a coordinare<br />

un vero e proprio piano di sviluppo per<br />

Marzio. Lo <strong>de</strong>finisco particolare, perché<br />

siamo riusciti a integrarlo rispetto a altre


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 21<br />

ricerche, che sono partite anni fa, fatte in<br />

collaborazione con la provincia di Varese e<br />

l’Università di Castellana. Queste hanno<br />

avuto lo scopo di creare <strong>de</strong>i mo<strong>de</strong>lli per i<br />

piccoli paesi; <strong>de</strong>i mo<strong>de</strong>lli che abbiamo<br />

chiamato di comunità ecotech. In questa<br />

realtà si ha la possibilità di abbinare un<br />

modo di vivere in un posto molto bello e<br />

in mezzo alla natura, ma usufruendo <strong>de</strong>gli<br />

accorgimenti particolari dati dalla tecnologia,<br />

come l’energia pulita o lo strumento di<br />

regolazione <strong>de</strong>l governo <strong>de</strong>l territorio rappresentato<br />

appunto dal PGT, che ci da una<br />

mano e ci indica un modo di vivere il territorio<br />

innovativo».<br />

Qual è il mo<strong>de</strong>llo a cui vi ispirate?<br />

«Il nostro PGT è completamente integrato<br />

con questo progetto. L’i<strong>de</strong>a di fondo è<br />

quella di portare la gente a vivere non lontano<br />

alla città, in un ambiente molto bello<br />

e in mezzo al ver<strong>de</strong>, e in cui, grazie alla<br />

tecnologia, è comunque possibile essere vicini<br />

alla città. Il nostro Piano di Governo<br />

<strong>de</strong>l Territorio preve<strong>de</strong> proprio questo,<br />

quindi: abitazioni innovative con energia<br />

pulita, riscaldate da pannelli solari con <strong>de</strong>i<br />

cappotti, e formate da particolari unità<br />

abitative. Diversamente da altri paesi simili,<br />

qui la popolazione è andata ad aumentare<br />

in modo costante. Dieci anni fa eravamo<br />

circa in 250 e oggi siamo, in lieve, ma<br />

costante aumento. Infatti, abbiamo superato<br />

la barriera <strong>de</strong>i 300 quest’anno e contiamo,<br />

proprio con il nuovo PGT, con il<br />

nuovo strumento di regolazione urbanistica,<br />

ad arrivare a un’economia sostenibile.<br />

Un numero a<strong>de</strong>guato di cittadini, preve<strong>de</strong><br />

quindi, l’esistenza di a<strong>de</strong>guati servizi, negozi,<br />

scuole, ecc. Affinché in questa comunità<br />

si viva bene».<br />

Un progetto davvero meraviglioso! Ma<br />

è tutta farina <strong>de</strong>l vostro sacco?<br />

«Diciamo che quest’iniziativa è partita tre<br />

anni fa. È un accordo fatto da me e l’ex<br />

presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>lla Provincia di Varese, che ha<br />

finanziato il progetto ed è stato il suo promotore,<br />

e un famoso ricercatore <strong>de</strong>ll’Università<br />

LIUC, Libero Istituto Universitario<br />

Carlo Cattaneo, e un antropologo nepalese<br />

esperto di queste realtà. Quest’ultimo ha<br />

studiato e realizzato, molti di questi progetti<br />

in giro per il mondo; analizzando elementi<br />

di economia sostenibile, per come<br />

creare <strong>de</strong>i piccoli ambienti autonomi in<br />

terre estreme. Il diverso rispetto a queste<br />

realtà, oggi, è che se prima erano realizzati<br />

in territori estremi ora si fanno in un terreno<br />

che è un po’ più vicino a tutto. Infatti,<br />

è completamente diverso portare un nucleo<br />

abitato indipen<strong>de</strong>nte e che funzione<br />

bene, ma fuori dal mondo, ad essere al<br />

centro <strong>de</strong>ll’attenzione <strong>de</strong>lla gente al punto<br />

di esser invogliata ad abitarlo. A noi sta il<br />

compito di realizzare un PGT in grado di<br />

aiutare altre realtà come Marzio, un mo<strong>de</strong>llo<br />

in grado di permettere ad altri di<br />

emulare la sfida e diventare un clone di<br />

Marzio».<br />

‘ Sono molto favorevole<br />

alla nuova Legge Regionale<br />

n.12/2005 ’<br />

Cosa ne pensa di questa nuova filosofia<br />

<strong>de</strong>ll’urbanistica?<br />

«Sono molto favorevole alla nuova Legge<br />

Regionale n.12/2005, la trovo innovativa,<br />

interessante e stimolante. La posizione <strong>de</strong>l<br />

sindaco è cambiata. L’amministratore si<br />

trova ad essere un imprenditore <strong>de</strong>l territorio,<br />

più che un vigile che dà i parametri; il<br />

sindaco diventa uno stratega. Il suo potere<br />

è molto più strategico piuttosto che di<br />

controllore, non è più un vigile <strong>de</strong>l territorio.<br />

Per un sindaco e per un’amministrazione<br />

comunale è certamente più stimolante<br />

come lavoro».<br />

Quali passi avete fatto nei confronti<br />

<strong>de</strong>l privato e a proposito di perequazione?<br />

«Non ne abbiamo ancora fatti. Passi particolari<br />

li stiamo <strong>de</strong>finendo in diverse situazioni<br />

abitative, quindi sulle diverse <strong>de</strong>stinazioni<br />

d’uso <strong>de</strong>l territorio. Non ci siamo<br />

però ancora mossi, con passi fondamentali,<br />

sulla perequazione. Il primo incontro<br />

con la popolazione è stato fatto i primi di<br />

settembre, da lì dovremmo iniziare a farci<br />

un’i<strong>de</strong>a su che parametri utilizzare. Di certo<br />

è che c’è stato un gran<strong>de</strong> entusiasmo per<br />

questo PGT. Il primo incontro pubblico,<br />

dove è stato spiegato che cosa è un PGT e<br />

cosa siamo portati a fare, la popolazione ha<br />

risposto a <strong>de</strong>i questionari e l’85% di chi ha<br />

ricevuto il questionario ha riferito informazioni<br />

molto interessanti per lo sviluppo<br />

di Marzio. La cosa bella è che non è un sindaco<br />

che <strong>de</strong>ci<strong>de</strong>, ma è coinvolta tutta la<br />

popolazione, stimolata a sua volta a ripensare<br />

il futuro <strong>de</strong>l paese».<br />

Secondo lei il futuro di Marzio quale<br />

sarà?<br />

«Lo vedo come un paese in crescita, che<br />

non è bloccato da una tutela di ‘NO’ ma di<br />

‘SÌ’, cioè <strong>de</strong>l costruire in maniera intelligente<br />

e nel rispetto <strong>de</strong>ll’ambiente. Crescere<br />

e ampliarsi è possibile, ma nel massimo rispetto<br />

<strong>de</strong>ll’ambiente e nel massimo rispetto<br />

di chi andrà ad abitare questo ambiente.<br />

Solo in questo modo potranno arrivare <strong>de</strong>i<br />

nuovi abitanti a Marzio, solo in questo modo<br />

saranno contenti di vivere a Marzio, di<br />

avere una bella casa, economica e poi di<br />

avere <strong>de</strong>i servizi a misura d’uomo. Lei <strong>de</strong>ve<br />

poter telefonare, <strong>de</strong>ve potersi connettere facilmente<br />

da casa, <strong>de</strong>ve avere <strong>de</strong>i servizi che<br />

stimolino l’abitare questo posto».<br />

C’è qualche altro progetto a cui lei è<br />

affezionato?<br />

«Noi siamo tutti molto affezionati a Marzio!<br />

La tutela <strong>de</strong>lla natura e <strong>de</strong>lla storia di<br />

questo paese è nel DNA di ognuno di noi.<br />

Abbiamo da poco ripristinato l’antico sentiero<br />

Cadorna, che praticamente è una linea<br />

difensiva <strong>de</strong>l 1915 costruita per far<br />

fronte ad un’eventuale invasione germanica<br />

su Milano. Fortunatamente non c’è mai<br />

stata la guerra in cui applicare il piano, però<br />

la costruzione di questa immensa opera<br />

ha dato lavoro a tantissima gente e ha contribuito<br />

a popolare Marzio. Noi abbiamo<br />

riscoperto queste antiche trincee, abbiamo<br />

riscoperto proprio l’antica linea Cadorna e<br />

la stiamo promuovendo a livello turistico.<br />

Stiamo rivalutando tutte le antiche tradizioni,<br />

le processioni, il carnevale e tutto<br />

quello che acca<strong>de</strong>va a Marzio in passato,<br />

proprio per ren<strong>de</strong>rlo un paese vivo e non<br />

un dormitorio dove si sta bene, ma nessuno<br />

si conosce.<br />

Per aggregare la gente bisogna trasformare<br />

Marzio in un centro dove si vive bene. Per<br />

questo portare la banda larga qui, attraverso<br />

la nuova tecnologia wireless, che in tanti<br />

punti di altre città non c’è, è servito a<br />

questo scopo. Gli abitanti di Marzio sono<br />

felici di questa innovazione e molta gente è<br />

venuta ad abitare qui, perché qui c’è anche<br />

questa struttura tecnologica che dà una<br />

gran<strong>de</strong> mano a tutti. A noi interessa tutto<br />

ciò che può ren<strong>de</strong>re un paese più accogliente,<br />

più vivibile e più comodo anche se<br />

lontano dalla gran<strong>de</strong> città».<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 21


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 22<br />

inchiesta<br />

22<br />

La riserva naturale<br />

di Inarzo<br />

L’avanzamento <strong>de</strong>l Piano di Governo <strong>de</strong>l Territorio in alcune zone più che in<br />

altre risulta molto vincolato. Questo è ciò che acca<strong>de</strong> dal 1985<br />

all’amministrazione di Francesco Casola, dal 2001 primo cittadino di Inarzo.<br />

Inarzo si è costituito comune autonomo<br />

nel 1958 ed è quindi il più ‘giovane’<br />

comune <strong>de</strong>lla provincia di Varese. Si<br />

trova, immerso nel ver<strong>de</strong>, vicino alla Palu<strong>de</strong><br />

Brabbia, oasi naturale gestita dalla LI-<br />

PU (Lega Italiana Protezione Uccelli), a<br />

pochi chilometri da Cazzago Brabbia e da<br />

Bodio Lomnago. Nonostante il nome di<br />

Inarzo sembra significare ‘luogo elevato e<br />

fortificato’, la principale caratteristica naturale<br />

<strong>de</strong>l territorio è una zona umida, la<br />

Palu<strong>de</strong> Brabbia, dal 1985 protetta dalla<br />

Regione Lombardia. Il valore ambientale<br />

<strong>de</strong>lle specie animali e vegetali, come poiane,<br />

libellule e il raro Hydroporus nivalis,<br />

oltre alle belle ninfee che si possono ammirare<br />

e qui trovano il proprio habitat, richiama<br />

molti appassionati di birdwatching<br />

e naturalisti in cerca di luoghi incontaminati.<br />

Ma non è sempre stato di<br />

questo genere i<strong>de</strong>alista il rapporto <strong>de</strong>gli<br />

Inarzesi con la Palu<strong>de</strong> Brabbia.<br />

Abituati da lungo tempo a consi<strong>de</strong>rare le<br />

risorse ambientali come mezzi di sostentamento,<br />

gli abitanti di questa zona hanno<br />

sfruttato saggiamente le ricchezze <strong>de</strong>l territorio<br />

per approvvigionarsi di torba da<br />

<strong>de</strong>stinare al riscaldamento <strong>de</strong>lle proprie<br />

abitazioni e per la pesca. Fin dal XVI secolo<br />

erano state avanzate proposte per il<br />

prosciugamento <strong>de</strong>lla Palu<strong>de</strong>, al fine di<br />

evitare le malattie <strong>de</strong>rivanti dalla vicinanza<br />

con la zanzara anofele, che prolifera<br />

nell’ambiente umido, e di ricavarne terreno<br />

agricolo che, per la presenza <strong>de</strong>lla torba,<br />

si sarebbe rivelato particolarmente fertile.<br />

La bonifica non ebbe però mai luogo<br />

e si proce<strong>de</strong>tte piuttosto all’estrazione <strong>de</strong>lla<br />

torba, attività in cui fino all’inizio <strong>de</strong>l<br />

nostro secolo erano impegnati molti <strong>de</strong>gli<br />

abitanti <strong>de</strong>i territori vicini. Le fonti storiche<br />

sul paese non risalgono a prima <strong>de</strong>l<br />

1300 e quasi tutte le notizie che riguardano<br />

la vita <strong>de</strong>l paese si ricavano dalla storia<br />

ecclesiastica. Gli Inarzesi provve<strong>de</strong>vano<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

fin dal 1579 al mantenimento <strong>de</strong>l proprio<br />

curato e, dopo la scorreria <strong>de</strong>i soldati francesi<br />

in coinci<strong>de</strong>nza con la battaglia di Tornavento<br />

<strong>de</strong>l 1636, che aveva incendiato<br />

molte corti agricole e causato danni alla<br />

chiesa, il popolo <strong>de</strong>cise di contribuire all’opera<br />

di costruzione <strong>de</strong>lla nuova parrocchia,<br />

terminata nel 1671 e <strong>de</strong>dicata ai<br />

Santi Pietro e Paolo.<br />

La principale attività economica, come appare<br />

anche dalle mappe <strong>de</strong>l Catasto Teresiano<br />

<strong>de</strong>l 1724, è quella agricola, che an-<br />

‘ La parte <strong>de</strong>dicata ai mattoni è<br />

un quarto <strong>de</strong>l nostro territorio ’<br />

cora oggi rappresenta la maggiore fonte di<br />

reddito, fino a quando la Filatura Borghi<br />

di Varano diviene meta giornaliera di molte<br />

lavoratrici <strong>de</strong>l comune. Non avendo<br />

avuto uno sviluppo industriale consistente<br />

negli ultimi <strong>de</strong>cenni, molti <strong>de</strong>i cittadini di<br />

Inarzo lavorano nei comuni vicini.<br />

Sindaco, qual è la vocazione di Inarzo?<br />

«Il comune di Inarzo è situato in zona collinare<br />

e rimane collocato tra il lago di Varese,<br />

e la zona sud <strong>de</strong>l varesotto. È un cuscinetto<br />

abbastanza tranquillo e siamo totalmente<br />

immersi nel ver<strong>de</strong>, abbiamo anche<br />

una riserva naturale, che ci fa da cornice.<br />

La vocazione di Inarzo è quella di essere<br />

un paese che offre agli altri il proprio<br />

ver<strong>de</strong>. Noi abbiamo 248 ettari di superficie<br />

di cui il 40% viene costituito dalla riserva<br />

naturale <strong>de</strong>lla Palu<strong>de</strong> Brabbia, consi<strong>de</strong>rata<br />

intoccabile, abbiamo un 35% che è<br />

boschivo-agricolo e un 25% edificato.<br />

Quindi la parte <strong>de</strong>dicata ai mattoni è un<br />

quarto <strong>de</strong>l nostro territorio. Penso che<br />

trovare altri comuni che abbiano questo<br />

rapporto sia difficile».<br />

Percentuali importanti che consentono<br />

quale tipo di vita?<br />

«Avendo ‘solo’ millequaranta abitanti<br />

non è appetibile avviare attività commerciali,<br />

di conseguenza dobbiamo<br />

spostarci per trovare tali servizi. A compensazione<br />

di queste mancanze, abbiamo<br />

la tranquillità».<br />

La vocazione dunque è turistica?<br />

«Sì, negli ultimi anni la valorizzazione<br />

<strong>de</strong>lla Riserva Naturale, riconosciuta anche<br />

a livello internazionale, con<br />

l’offerta di visite guidate a tema<br />

specifico per ogni stagione, ha<br />

portato ad uno sviluppo crescente<br />

<strong>de</strong>ll’attività turistica, senza<br />

dimenticare che siamo a pochi<br />

chilometri da tutti i principali laghi<br />

<strong>de</strong>lla zona».<br />

Questa oasi felice e ver<strong>de</strong> come ha<br />

affrontato la L.R. n.12/2005?<br />

«Con la consapevolezza che non ci potranno<br />

essere cambiamenti significativi<br />

sul territorio, risultando predominante<br />

il ruolo <strong>de</strong>lla Riserva Naturale, ambiente<br />

protetto sotto tutti gli aspetti, inserito<br />

nei SIC, Siti di Interesse Comunitario,<br />

dove è impossibile pensare a un<br />

qualsiasi tipo di intervento edificatorio,<br />

così come continueranno ad avere una<br />

presenza significativa ed importante le<br />

zone agricole e boschive».<br />

Tutto ciò, implica qualche problema<br />

alla sua amministrazione?<br />

«Diciamo che in comuni piccoli come<br />

il nostro e con queste <strong>de</strong>stinazioni vincolanti,<br />

il dilemma è far quadrare il bilancio,<br />

perché l’edilizia, pur non essendo<br />

l’unica, costituisce una importante<br />

fonte di ricavo economico.<br />

Comunque è giusto essere orgogliosi<br />

che il nostro paese si trova ancora in un


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 23<br />

ambiente sano e poco contaminato, e<br />

questo grazie anche alla tutela ambientale,<br />

di conseguenza, visto che qui noi ci viviamo,<br />

è importante cercare di apprezzare<br />

e valorizzare ciò che la natura ci ha fornito».<br />

Che genere di PGT avete programmato,<br />

quindi?<br />

«Noi lo stiamo portando avanti in questi<br />

mesi, dopo aver dato gli incarichi nel<br />

2007. Opereremo quasi esclusivamente<br />

all’interno <strong>de</strong>i comparti già edificati Non<br />

andremo ad intaccare zone vergini o<br />

esterne da quello che è il perimetro<br />

edificatorio esistente. Il nostro è un<br />

Piano di Governo <strong>de</strong>l Territorio che<br />

sarà <strong>de</strong>dicato solo alla conservazione<br />

e saturazione, non è nella nostra intenzione<br />

stravolgere la situazione».<br />

Avete già dato <strong>de</strong>gli<br />

incarichi?<br />

«Abbiamo già affidato ai<br />

progettisti gli incarichi e<br />

credo che dal mese di ottobre<br />

inizieremo una serie<br />

di riunioni per arrivare<br />

entro la fine <strong>de</strong>ll’anno<br />

ad una prima stesura.<br />

Non avendo grossi interventi<br />

da fare dovremmo<br />

riuscire a conclu<strong>de</strong>re l’iter<br />

in tempi ristretti.<br />

Noi ci siamo convenzionati<br />

con altri comuni per<br />

realizzare la programmazione<br />

urbanistica e questo<br />

ci ha permesso di ottenere<br />

il contributo previsto<br />

dalla Regione Lombardia.<br />

In autunno e in inverno<br />

lavoreremo seriamente<br />

per portare in approvazione<br />

il PGT <strong>de</strong>finitivo».<br />

Quali sono gli altri comuni<br />

con i quali vi siete<br />

associati?<br />

«Siamo associati con<br />

Biandronno, Bodio Lomna-go,<br />

Cazzago Brabbia e<br />

Galliate Lombardo.<br />

Siamo una fascia di comuni contigui e<br />

abbiamo anche un’omogeneità di aree<br />

che nell’ottica <strong>de</strong>l PGT è peraltro la prima<br />

condizione che si <strong>de</strong>ve interfacciare<br />

con la continuità <strong>de</strong>lla programmazione.<br />

Abbiamo <strong>de</strong>lle cose comuni che è<br />

giusto gestire con la nuova logica <strong>de</strong>l<br />

PGT».<br />

Qual è il progetto comune che state<br />

pianificando insieme?<br />

«Il coordinamento tra i comuni può consentire<br />

la costruzione di un sistema informativo<br />

territoriale significativo in quanto<br />

esteso ad un sistema ambientale ed insediativo<br />

non limitato al singolo comune<br />

ma in grado di tenere conto <strong>de</strong>lla unitarietà<br />

e <strong>de</strong>lla complessità <strong>de</strong>i caratteri ambientali<br />

e paesaggistici, nonché <strong>de</strong>lle<br />

strutture insediative e produttive e <strong>de</strong>lla<br />

rete infrastrutturale principale che ne costituisce<br />

l’armatura portante. Attraverso<br />

‘ Il nostro è un PGT che sarà<br />

<strong>de</strong>dicato solo alla conservazione<br />

e saturazione ’<br />

quanto riguarda le strutture produttive e<br />

la creazione di eventuali poli per i servizi<br />

sovracomunali».<br />

Visto l’ambiente, avete vincoli anche<br />

sui beni storici?<br />

«No, a parte la chiesa parrocchiale che rimane<br />

sotto tutela per il resto non abbiamo<br />

edifici che siano consi<strong>de</strong>rati tutelabili,<br />

perché il nostro è un comune abbastanza<br />

nuovo, di vecchie strutture ce ne<br />

sono pochissime».<br />

Sindaco Casola, parliamo di perequazione:<br />

cosa ne pensa?<br />

«È sicuramente un concetto innovativo<br />

ed interessante, ma per le realtà <strong>de</strong>i<br />

piccoli comuni, credo di difficile e limitata<br />

attuazione. Penso invece che<br />

sarebbe interessante se a livello provinciale<br />

o regionale fosse<br />

riconosciuto un merito,<br />

una sorta di compensazione<br />

per i Comuni che<br />

come il nostro hanno una<br />

vocazione ambientale e<br />

non edificatoria».<br />

In che senso, scusi?<br />

«È sicuramente più facile<br />

e redditizio per un Comune<br />

rinunciare al ver<strong>de</strong><br />

per realizzare nuovi insediamenti,<br />

siano essi resi<strong>de</strong>nziali<br />

o produttivi, anche<br />

se questo obiettivamente<br />

comporta poi, il<br />

dover creare o potenziare<br />

tutta una serie di servizi e<br />

di infrastrutture connesse<br />

quali stra<strong>de</strong>, scuole ecc., il<br />

nostro comune invece,<br />

avendo il territorio così<br />

vincolato ed avendo comunque<br />

optato per il ver<strong>de</strong><br />

e la tranquillità, si trova<br />

poi ad avere poche entrate,<br />

e quindi in difficoltà<br />

a far quadrare i bilanci.<br />

Sarebbe allora interessante<br />

che questa scelta per il<br />

Inarzo si trova immerso nel ver<strong>de</strong>, vicino alla ver<strong>de</strong> che va a beneficio,<br />

Palu<strong>de</strong> Brabbia (nella foto), oasi naturale gestita dalla LIPU non solo <strong>de</strong>i nostri cittadini,<br />

ma di tutta la collet-<br />

l’accordo tra i comuni è possibile costruitività, non sia per il comune una scelta pere<br />

un impianto di pianificazione territonalizzante dal punto di vista economico,<br />

riale coordinato, in grado di garantire ma venga in qualche modo premiata, pre-<br />

a<strong>de</strong>guate politiche di tutela e di valorizve<strong>de</strong>ndo per esempio da parte <strong>de</strong>gli enti<br />

zazione ambientale e di salvaguardia <strong>de</strong>l- superiori come Regione, Provincia o anle<br />

attività agricole estese all’intero ambito che lo <strong>de</strong>llo Stato, la concessione di con-<br />

interessato, uno sviluppo coordinato <strong>de</strong>l tributi speciali che sopperiscano alla man-<br />

tessuto insediativo in particolare per canza di entrate».<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 23<br />

inchiesta


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 24<br />

inchiesta<br />

24<br />

La politica energetica<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia<br />

La reinterpretazione<br />

<strong>de</strong>l ruolo istituzionale<br />

<strong>de</strong>gli amministratori<br />

pubblici ha la necessità<br />

di effettuare scelte<br />

sempre più condivise<br />

per portare buoni frutti.<br />

L’opinione <strong>de</strong>l presi<strong>de</strong>nte<br />

<strong>de</strong>lla Comunità montana<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia,<br />

Marco Magrini.<br />

Dal punto di vista geografico la Valcuvia<br />

si presenta con una varietà di<br />

paesaggi che spaziano dalle spon<strong>de</strong><br />

lacuali <strong>de</strong>l Lago Maggiore e <strong>de</strong>l Lago di Varese,<br />

alle vaste zone pressoché pianeggianti<br />

di fondovalle. L’area prealpina compren<strong>de</strong><br />

le alture <strong>de</strong>l Sasso <strong>de</strong>l Ferro, <strong>de</strong>l Monte Nudo,<br />

<strong>de</strong>l Monte Colonna e <strong>de</strong>l San Martino<br />

e una parte <strong>de</strong>l massiccio <strong>de</strong>l Campo <strong>de</strong>i<br />

Fiori. Marco Magrini è medico veterinario<br />

e lavora all’Asl di Varese dove dal 2003 ricopre<br />

il ruolo di Dirigente Responsabile di<br />

struttura complessa, Servizio Sanità Animale<br />

<strong>de</strong>l Dipartimento di Prevenzione Veterinario,<br />

e inoltre è presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>lla Comunità<br />

montana <strong>de</strong>lla Valcuvia.<br />

Magrini, per cosa si distingue la Comunità<br />

montana <strong>de</strong>lla Valcuvia?<br />

«Il territorio <strong>de</strong>lla Comunità montana <strong>de</strong>lla<br />

Valcuvia presenta da una parte, fra i comuni<br />

di Gavirate e di Laveno Mombello, un<br />

agglomerato urbano caratterizzato dalla forte<br />

presenza <strong>de</strong>lle attività produttive e commerciali<br />

sia tradizionali sia di nuovo impianto;<br />

dall’altra prevale l’ambiente naturale<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia propriamente <strong>de</strong>tta, con i<br />

nuclei urbani collocati sui due fianchi <strong>de</strong>lla<br />

valle e a prevalente <strong>de</strong>stinazione resi<strong>de</strong>nziale.<br />

Fanno parte <strong>de</strong>lla Comunità montana<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia venti Comuni con un numero<br />

complessivo di abitanti pari a 48.618. Il<br />

paese più popoloso conta 9.391 abitanti e<br />

quello con meno abitanti ne ha 152.<br />

Il territorio di Comunità montana compren<strong>de</strong><br />

due Siti di interesse Comunitario,<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Monti <strong>de</strong>lla Valcuvia e Monte Sangiano, e<br />

una parte <strong>de</strong>l Parco <strong>de</strong>l Campo <strong>de</strong>i Fiori.<br />

L’ambiente prealpino rappresenta infatti un<br />

importante tassello nella rete Natura 2000<br />

per la conservazione <strong>de</strong>ll’insieme di habitat e<br />

specie che caratterizzano l’ecosistema regionale.<br />

L’Ente montano è stato <strong>de</strong>signato quale<br />

gestore <strong>de</strong>i SIC da Regione Lombardia nel<br />

dicembre 2006. I SIC <strong>de</strong>lla Valcuvia hanno<br />

la peculiarità e il valore di non essere inseriti<br />

all’interno di un’area protetta. Diventa così<br />

necessario approfondire lo studio <strong>de</strong>l territorio<br />

e codificare un insieme di regole che<br />

consentano agli amministratori di operare<br />

nel rispetto e valorizzazione <strong>de</strong>ll’ambiente.<br />

Attualmente è in fase di stesura il Piano di<br />

gestione <strong>de</strong>i SIC. Esso si integra e completa<br />

le altre iniziative che Comunità montana sta<br />

attivando per preservare l’ambiente naturale<br />

e la biodiversità <strong>de</strong>lla valle quali ad esempio<br />

le zone erbose, ari<strong>de</strong> e soleggiate, <strong>de</strong>lle pendici<br />

<strong>de</strong>i monti prealpini, i cosid<strong>de</strong>tti prati<br />

magri, presentano una varietà di erbe, insetti<br />

e ragni peculiari di questi terreni calcarei<br />

che figurano tra gli habitat di prioritario interesse<br />

nella normativa <strong>de</strong>lla Comunità europea.<br />

Comunità montana ha ottenuto <strong>de</strong>i<br />

finanziamenti da Fondazione Cariplo per<br />

studiare queste aree e attivare un piano di interventi<br />

volto a tutelare la sopravvivenza <strong>de</strong>lle<br />

specie esistenti. In tale ambito si evi<strong>de</strong>nza<br />

che l’Ente montano, grazie alla consulenza<br />

di esperti di settore, sta redigendo un Piano<br />

di indirizzo Forestale. Tra le finalità <strong>de</strong>l Piano<br />

vi è quella di gestire accuratamente il taglio<br />

<strong>de</strong>gli alberi in modo che il bosco sia una<br />

risorsa energetica rinnovabile per il territorio,<br />

conservi un ruolo di prevenzione <strong>de</strong>i<br />

dissesti idrogeologici e assicuri un’efficace<br />

connessione ecologica tra le aree di naturalità<br />

presenti nel territorio. Benché la Comunità<br />

montana non abbia vette e altezze rilevanti,<br />

i versanti boscati e il reticolo idrico<br />

presentano numerose criticità. I fenomeni<br />

franosi di roccia e materiali <strong>de</strong>tritici e l’esondazione<br />

<strong>de</strong>i torrenti a fondovalle rientrano<br />

tra le problematiche ambientali che l’Ente<br />

montano sta affrontando, grazie a piani di<br />

gestione specifici e ricerca di finanziamenti<br />

con progetti mirati, al fine di prevenire eventuali<br />

smottamenti e inondazioni.<br />

I comuni <strong>de</strong>lla Valcuvia, in consi<strong>de</strong>razione<br />

anche <strong>de</strong>i punti di criticità <strong>de</strong>l reticolo idrico<br />

minore, hanno sottoscritto un accordo<br />

per una gestione associata affidata alla Co-<br />

munità montana. La sua natura di ente sovracomunale<br />

ren<strong>de</strong> più efficace il monitoraggio<br />

e gli interventi al fine di prevenire<br />

eventuali problemi lungo i corsi d’acqua che<br />

attraversano i vari comuni <strong>de</strong>lla valle. Recentemente<br />

è stato finanziato da Regione<br />

Lombardia un articolato piano di opere per<br />

la risistemazione <strong>de</strong>l torrente Boesio, soggetto<br />

a esondazioni a fondovalle in prossimità<br />

<strong>de</strong>i centri abitati. I 400mila euro stanziati<br />

saranno investiti, oltre che per la realizzazione<br />

di bacini di espansione a monte e vasche<br />

di accumulo in corrispon<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>gli affluenti,<br />

per la creazione di zone umi<strong>de</strong>, ad<br />

argine <strong>de</strong>lle vasche, che svolgano la funzione<br />

di fito<strong>de</strong>purazione: un sistema naturale ed<br />

innovativo che sfrutta la capacità di piante e<br />

fiori di <strong>de</strong>purare l’acqua dai reflui umani».<br />

Località <strong>de</strong>lla Valcuvia


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 25<br />

Qual è la caratteristica (ambientale,<br />

culturale o storica) che ama di più <strong>de</strong>l<br />

comprensorio da lei gestito?<br />

«Sono attratto dal paesaggio <strong>de</strong>lla Valcuvia.<br />

Con questo termine mi riferisco all’i<strong>de</strong>a che<br />

il ‘paesaggio’ forma un tutto, il cui aspetto e<br />

carattere <strong>de</strong>rivano dall’azione di fattori naturali<br />

e/o culturali, consi<strong>de</strong>rati simultaneamente.<br />

Ne consegue che è la relazione intercorrente<br />

fra il territorio e la comunità<br />

che la abita, la caratteristica che amo di più<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia. Non c’è paesaggio senza un<br />

soggetto che organizzi i segni presenti in un<br />

<strong>de</strong>terminato territorio; segni che rimarrebbero<br />

solo elementi sensibili potenzialmente<br />

aggregabili in infiniti paesaggi.<br />

Le preziose risorse <strong>de</strong>lla struttura fisicomorfologica<br />

e naturale <strong>de</strong>lla Valcuvia, come<br />

si evince dalla breve <strong>de</strong>scrizione in premessa,<br />

e la ricchezza <strong>de</strong>lle componenti <strong>de</strong>l patrimonio<br />

storico culturale trasferiscono agli abitanti<br />

<strong>de</strong>l luogo o ai visitatori una gratificante<br />

sensazione di benessere psico-fisico e di<br />

appartenenza dalla quale dipen<strong>de</strong> largamente<br />

la qualità <strong>de</strong>lla vita. Comunità montana si<br />

è <strong>de</strong>lineata come soggetto proponente a<br />

Fondazione CARIPLO <strong>de</strong>l progetto di realizzazione<br />

<strong>de</strong>l Distretto Culturale <strong>de</strong>l Verbano<br />

Lombardo ‘Genius Laci’ con la finalità di<br />

coinvolgere e coordinare i<br />

comuni che hanno a<strong>de</strong>rito<br />

all’iniziativa e una molteplicità<br />

di soggetti e attori che<br />

sono fondamentali per lo<br />

sviluppo e la crescita di un<br />

territorio con una precisa<br />

i<strong>de</strong>ntità storico-culturale.<br />

Elencare le peculiarità artistiche<br />

<strong>de</strong>lla Valle diventa<br />

quasi irrispettoso, rispetto a<br />

quelle segnalate, ma mi viene<br />

spontaneo ricordare la<br />

Villa <strong>de</strong>lla Porto Bozzolo <strong>de</strong>l<br />

FAI, il Chiostro di Voltorre<br />

nel comune di Gavirate e il<br />

piccolo paese dipinto di Arcumeggia<br />

rarità assoluta visto<br />

gli artisti che hanno affrescato<br />

quei muri».<br />

Riguardo alla Legge Regionale<br />

12/05 non posso che<br />

averne un giudizio positivo,<br />

in quanto ha ripensato totalmente<br />

la materia <strong>de</strong>l governo<br />

<strong>de</strong>l territorio alla luce di alcuni<br />

principi fondamentali.<br />

Parliamo di programmazione<br />

urbanistica: cosa<br />

ne pensa <strong>de</strong>lla nuova legge<br />

regionale urbanistica?<br />

«Riguardo alla Legge Regionale<br />

12/05 non posso che<br />

averne un giudizio positivo,<br />

in quanto ha ripensato totalmente<br />

la materia <strong>de</strong>l gover-<br />

no <strong>de</strong>l territorio alla luce di alcuni principi<br />

fondamentali. Innanzitutto la dignità <strong>de</strong>gli<br />

Enti caratterizzando i rapporti in maniera<br />

non più gerarchica, ma contraddistinti da<br />

profonda collaborazione interistituzionale.<br />

In secondo luogo la sussidiarietà attraverso<br />

una equilibrata ripartizione <strong>de</strong>i ruoli e <strong>de</strong>lle<br />

competenze di pianificazione tra i diversi<br />

soggetti istituzionali e, tra questi, la società<br />

civile. L’a<strong>de</strong>guatezza, in base al quale la legge<br />

<strong>de</strong>finisce quale è il livello a<strong>de</strong>guato per<br />

svolgere una <strong>de</strong>terminata funzione, ed infine<br />

la differenziazione, che porta ad evitare<br />

inutili sovrappo-<br />

sizioni ed interferenze<br />

tra i soggetti<br />

che svolgono<br />

ruoli e funzioni<br />

diverse.<br />

La legge fa emergere<br />

il primato <strong>de</strong>l ruolo comunale: il passaggio<br />

dal Piano Regolatore Generale al<br />

Governo <strong>de</strong>l Territorio impone alle amministrazioni<br />

di esprimere in termini compiuti<br />

una progettualità complessiva interdisciplinare,<br />

che travalica nettamente i confini<br />

<strong>de</strong>ll’urbanistica in senso stretto. Grazie al<br />

PGT, innovativo strumento di pianificazione<br />

locale, la maggior parte <strong>de</strong>lle funzioni<br />

amministrative vengono attribuite ai comuni.<br />

La L.R. si conforma in questo modo con<br />

i principi fondamentali <strong>de</strong>l titolo V <strong>de</strong>lla<br />

Costituzione, valorizzando il ruolo di ciascun<br />

soggetto istituzionale nella pianificazione<br />

territoriale.<br />

La più corposa modifica apportata alla norma,<br />

la L.R. 4/<strong>2008</strong> approvata recentemente<br />

dal Consiglio Regionale, contiene nuove<br />

disposizioni di indirizzo <strong>de</strong>lla pianificazione<br />

comunale in merito ad alcune problematiche<br />

specifiche e presenta, altresì, diverse<br />

modifiche di natura tecnica. Introduce una<br />

normativa di semplificazione per i comuni<br />

più piccoli, individuando, in particolare<br />

nell’articolo 10 bis, una disciplina speciale<br />

per i comuni con popolazione inferiore o<br />

pari a 2mila abitanti, incentrata sulla previsione<br />

di una approvazione congiunta in un<br />

unico atto valido a tempo in<strong>de</strong>terminato,<br />

ma sempre modificabile, <strong>de</strong>l Documento di<br />

Piano, Piano <strong>de</strong>i Servizi e Piano <strong>de</strong>lle Regole.<br />

L’integrazione normativa contribuisce<br />

ad una semplificazione e permette di intervenire,<br />

in termini più realistici, rispetto alla<br />

concreta operatività <strong>de</strong>llo strumento di governo<br />

<strong>de</strong>l territorio <strong>de</strong>i nostri comuni».<br />

A che punto sono con il PGT i venti comuni<br />

che fanno parte <strong>de</strong>lla CM?<br />

«L’occasione <strong>de</strong>l finanziamento regionale<br />

per la redazione <strong>de</strong>i Piani di Governo <strong>de</strong>l<br />

Territorio ha dato impulso alle amministrazioni<br />

comunali per costituire una associazione<br />

fra Azzio, Be<strong>de</strong>ro Valcuvia, Brinzio,<br />

Casalzuigno, Cassano Valcuvia, Duno, Ferrera<br />

di Varese, Masciago Primo, Orino e<br />

Rancio Valcuvia. Comuni quasi tutti con<br />

una popolazione al di sotto <strong>de</strong>i 1000 abitanti<br />

e facenti parte <strong>de</strong>lla Comunità montana<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia. L’associazione ha un duplice<br />

scopo: concretizzare un accordo per<br />

perseguire alcuni obiettivi di pianificazione<br />

condivisi e favorire il finanziamento da parte<br />

<strong>de</strong>lla Regione.<br />

La gestione associata <strong>de</strong>i servizi permette di<br />

compren<strong>de</strong>re il lavoro di squadra tra i comuni<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia nell’affrontare e risolvere<br />

le singole questioni amministrative. Il<br />

progetto per la stesura <strong>de</strong>l Piano di Governo<br />

<strong>de</strong>l Territorio<br />

‘ La legge fa emergere<br />

il primato <strong>de</strong>l ruolo comunale<br />

passando dal PRG al PGT ’<br />

presentato da<br />

Cassano Valcuvia,<br />

quale ente<br />

capofila, <strong>de</strong>ll’associazione<br />

di<br />

comuni <strong>de</strong>lla<br />

Valcuvia è stato premiato con l’assegnazione<br />

di un contributo di 100mila euro. Pur non<br />

trascurando l’aspetto economico <strong>de</strong>l contributo<br />

regionale per la redazione <strong>de</strong>i PGT, si<br />

inten<strong>de</strong> valorizzare la finalità di orientare<br />

l’assegnazione <strong>de</strong>i fondi verso l’associazione<br />

di più piccoli Comuni, al fine di ottimizzare<br />

la costruzione e l'organizzazione di un sistema<br />

omogeneo di qualità <strong>de</strong>i piani, finalità<br />

peraltro previste nella L.R. 11/2004».<br />

Qual è l’elemento di massima condivisione<br />

<strong>de</strong>i comuni associati?<br />

«Il perno fondamentale su cui è stata condivisa<br />

la massima intesa è stata la componente<br />

ambientale <strong>de</strong>i Documenti di Piano,<br />

che ogni singolo comune sta elaborando, e<br />

in modo particolare la Valutazione Ambientale<br />

Strategica <strong>de</strong>i Piani. Quasi tutti i<br />

Comuni associati hanno porzioni di territorio<br />

rientranti in aree SIC e in Zone di Protezione<br />

Speciale (ZPS) gestite dal Parco<br />

Campo <strong>de</strong>i Fiori e dalla Comunità montana:<br />

nell’ambito <strong>de</strong>lla pianificazione sarà<br />

quindi necessario provve<strong>de</strong>re alla Valutazione<br />

di Inci<strong>de</strong>nza, che verrà redatta in comune<br />

per tutte le amministrazioni. Lo studio<br />

incaricato sta affiancando gli urbanisti durante<br />

lo sviluppo <strong>de</strong>l PGT per favorire il rispetto<br />

<strong>de</strong>gli habitat e <strong>de</strong>lle specie protette.<br />

Altro punto di convergenza tra le amministrazioni<br />

è il Piano <strong>de</strong>i Servizi, strumento<br />

fondamentale per il raggiungimento <strong>de</strong>i requisiti<br />

di vivibilità e di qualità urbana che<br />

<strong>de</strong>vono essere garantiti dal Governo <strong>de</strong>l<br />

Territorio. È superfluo ricordare che parecchi<br />

<strong>de</strong>i comuni già partecipano ad una gestione<br />

associata <strong>de</strong>i servizi, dalla Polizia locale<br />

all’Asilo nido. Infine, con il Piano <strong>de</strong>lle<br />

Regole: i comuni si stanno impegnando a<br />

salvaguardare e valorizzare le componenti<br />

<strong>de</strong>l paesaggio ricorrenti e gli elementi stilistici<br />

rilevanti, attraverso l’impostazione di<br />

criteri di conservazione. In questa direzione<br />

si stanno valutando e condivi<strong>de</strong>ndo le proposte<br />

sul territorio, valorizzando la forma<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 25<br />

inchiesta


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 26<br />

inchiesta<br />

26<br />

associativa e finalizzandola ad un corretto<br />

governo locale. Questo lavoro ha portato<br />

ad elaborare un documento di strategie<br />

condiviso che è stato <strong>de</strong>liberato dalle rispettive<br />

Giunte Comunali e verrà poi sviluppato<br />

all’interno di ogni singolo Documento<br />

di Piano.<br />

L’aspetto ambientale <strong>de</strong>i Documenti di Piano<br />

è l’elemento unificante <strong>de</strong>i Piani di Governo<br />

<strong>de</strong>l Territorio <strong>de</strong>i diversi comuni associati<br />

e, in modo particolare, la Valutazione<br />

Ambientale Strategica è stata affidata ad<br />

unico soggetto qualificato. In un contesto<br />

come quello <strong>de</strong>lla Valcuvia, caratterizzato<br />

da elementi paesistici e naturalistici di notevole<br />

interesse oltre che da un territorio<br />

con elementi ambientali e problematiche<br />

simili, l’assunzione di un me<strong>de</strong>simo mo<strong>de</strong>llo<br />

per la VAS <strong>de</strong>llo strumento urbanistico è<br />

sicuramente utile al raggiungimento <strong>de</strong>ll’obiettivo<br />

di sviluppo sostenibile prospettato<br />

a scala sovracomunale. In particolare una<br />

scelta condivisa <strong>de</strong>gli indicatori ambientali<br />

aiuterà a consi<strong>de</strong>rare ciascun comune non<br />

come una realtà chiusa e a sé stante, ma come<br />

parte di un sistema che, seppure differenziato<br />

al suo interno, è caratterizzato da<br />

tratti omogenei. Scelte ambientali condivise<br />

consentiranno inoltre una politica comune<br />

nella gestione e protezione <strong>de</strong>lle peculiarità<br />

naturalistiche, quali ad esempio i<br />

corridoi ecologici, che evi<strong>de</strong>ntemente non<br />

dipendono dai limiti amministrativi comunali».<br />

A proposito di VAS, come è organizzata<br />

l’analisi territoriale?<br />

«La VAS sarà un processo articolato in<br />

quattro fasi per garantire a tutti spazi e<br />

tempi fornire il proprio contributo alla redazione<br />

<strong>de</strong>l documento. In modo particolare<br />

verrà incentivata e favorita la partecipazione<br />

<strong>de</strong>lle comunità locali associate ai<br />

processi <strong>de</strong>lla pianificazione strategica.<br />

Questo sarà possibile accentuando la coscienza,<br />

individuale e collettiva, <strong>de</strong>ll’importanza<br />

<strong>de</strong>i beni e <strong>de</strong>i servizi pubblici e <strong>de</strong>lle<br />

risorse non rinnovabili, come patrimonio<br />

comune da tutelare.<br />

Inoltre, verrà adottato un sistema comune<br />

di gestione <strong>de</strong>i dati in formato digitale per<br />

agevolare lo scambio <strong>de</strong>lle informazioni e<br />

l’aggiornamento <strong>de</strong>l sistema <strong>de</strong>lle conoscenze.<br />

Sia i dati raccolti presso gli enti territorialmente<br />

competenti in fase di redazione<br />

<strong>de</strong>lla VAS, sia quelli <strong>de</strong>rivanti dal monitoraggio<br />

convoglieranno in un unico archivio.<br />

La possibilità di avere per i diversi comuni<br />

dati omogenei, <strong>de</strong>rivanti da una scelta condivisa<br />

di indicatori di piano, consentirà oltretutto<br />

di individuare immediatamente le<br />

criticità e gli eventuali effetti negativi sull’ambiente<br />

presenti sull’intero territorio sovracomunale,<br />

intervenendo ove necessario<br />

con misure di retroazione per migliorare le<br />

prestazioni ambientali <strong>de</strong>i PGT».<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

C’è un caso tra questi che può servire<br />

da esempio anche per altre realtà?<br />

«In ultima analisi vorrei sottolineare il ruolo<br />

strategico assunto dal comune di Cassano<br />

Valcuvia nel portare avanti questo progetto<br />

di associazione per l’elaborazione <strong>de</strong>i<br />

singoli Piani di Governo <strong>de</strong>l Territorio. Il<br />

paese, di cui sono sindaco, si trova ai piedi<br />

<strong>de</strong>l Monte San Martino, ai confini settentrionali<br />

<strong>de</strong>lla Valcuvia, ed ha una popolazione<br />

di poco più di 600 abitanti. Centri di<br />

queste dimensioni e situati in zone montate<br />

e marginali, rispetto alle concentrazioni<br />

urbane <strong>de</strong>lla provincia, sono svantaggiati<br />

dal punto di vista economico, nonostante il<br />

patrimonio paesaggistico e storico che possiedono.<br />

Grazie alla fattiva collaborazione<br />

tra le altre amministrazioni locali e alla<br />

condivisione <strong>de</strong>gli obiettivi, abbiamo avuto<br />

la possibilità di assicurarci la stesura di un<br />

Piano di Governo <strong>de</strong>l Territorio non solamente<br />

in linea con le direttive regionali, ma<br />

anche approfondito da studi e documenti,<br />

a scala sovracomunale, che lo avvalorano. Il<br />

contributo economico e il lavoro di squadra<br />

ha permesso di avvalerci <strong>de</strong>lla consulenza<br />

di professionisti qualificati e di co-<br />

‘ La pianificazione strategica<br />

per lo sviluppo <strong>de</strong>i territori<br />

è uno <strong>de</strong>i temi su cui<br />

le amministrazioni pubbliche<br />

locali hanno posto maggiore<br />

attenzione negli ultimi anni. ’<br />

struire una base di dati condivisa e <strong>de</strong>ttagliata<br />

da analizzare per le scelte programmatiche<br />

per una corretta politica di gestione<br />

<strong>de</strong>i nostri territori».<br />

Cre<strong>de</strong> che sia utile e soprattutto fattibile<br />

che un ente sovracomunale come<br />

la CM indichi direzione e progetti da<br />

intrapren<strong>de</strong>re per la ‘giusta’ programmazione<br />

<strong>de</strong>llo sviluppo di un territorio?<br />

«La pianificazione strategica per lo sviluppo<br />

<strong>de</strong>i territori è uno <strong>de</strong>i temi su cui le amministrazioni<br />

pubbliche locali hanno posto<br />

maggiore attenzione negli ultimi anni. L’i<strong>de</strong>a<br />

di fondo è che a livello locale occorre<br />

saper leggere il proprio territorio, selezionare<br />

le priorità di intervento sostenibile e guidare<br />

intorno a queste priorità le risorse<br />

pubbliche e private.<br />

In questo processo le CM sono fondamentali,<br />

perché in quanto enti sovracomunali,<br />

svolgono un ruolo di regia nel garantire la<br />

costruzione di una visione condivisa e la<br />

realizzazione di un percorso che tenga conto<br />

<strong>de</strong>ll’interesse generale <strong>de</strong>lla comunità di<br />

riferimento e una rilevante interfaccia con i<br />

livelli istituzionali sovraordinati (Provincia,<br />

Regione...). Sicuramente i risultati ottenuti<br />

nel campo <strong>de</strong>lla gestione <strong>de</strong>i servizi associati<br />

ne sono un’evi<strong>de</strong>nte testimonianza.<br />

Oltre all’esempio importante <strong>de</strong>ll’associazione<br />

<strong>de</strong>i comuni, si <strong>de</strong>ve aggiungere che,<br />

basandosi sul nuovo articolo 118 <strong>de</strong>lla Costituzione,<br />

alcuni comuni <strong>de</strong>lla Valcuvia ed<br />

altri limitrofi avevano già a<strong>de</strong>rito alle iniziative<br />

di gestione associata promossa dall’Ente<br />

montano da me presieduto. Questo<br />

esercita alcune funzioni amministrative che<br />

i piccoli paesi, con una popolazione spesso<br />

al di sotto <strong>de</strong>i 2000 abitanti, singolarmente<br />

non sono in grado di svolgere, difettando<br />

di risorse umane e materiali. La gestione<br />

in forma associata permette sicuramente<br />

una maggior efficienza <strong>de</strong>i servizi, inoltre<br />

Comunità montana garantisce una progettualità<br />

che ogni comune singolarmente<br />

non potrebbe attuare. Attualmente l’Ente<br />

si occupa su <strong>de</strong>lega <strong>de</strong>lle amministrazioni<br />

locali <strong>de</strong>ll’ asilo nido, Commissione sovracomunale<br />

pubblici esercizi, Difensore civico,<br />

Gestione <strong>de</strong>lle analisi <strong>de</strong>lle acque da <strong>de</strong>stinare<br />

al consumo umano, Gestione <strong>de</strong>gli<br />

archivi, Macello e canile, Polizia locale,<br />

Progetto servizi associati, Progetto SISCO-<br />

TEL Valcuvia, Programma<br />

C.O.A.V., Protezione civile, Reticolo<br />

idrografico minore, Servizio<br />

assistenza sociale, Servizio rifiuti.<br />

Voglio esporre l’esempio <strong>de</strong>lla gestione<br />

rifiuti: secondo i dati <strong>de</strong>ll’osservatorio<br />

provinciale di Varese<br />

la percentuale di raccolta differenziata<br />

è tra le più alte <strong>de</strong>lla zona, a<br />

fronte di una spesa contenuta per<br />

singolo abitante. Parimenti la gestione<br />

associata permette di realizzare<br />

progetti innovativi. Attualmente è in<br />

fase di completamento una nuova area a<br />

fianco <strong>de</strong>lla piazzola ecologica esistente<br />

specifica per ricevere rifiuti speciali, quelli<br />

cioè provenienti dalle ditte che in questo<br />

modo, non <strong>de</strong>vo più affidarsi a servizi privati,<br />

ma possono usufruire di quello di Comunità<br />

montana <strong>de</strong>lla Valcuvia».<br />

Quali sono le azioni che lei come amministratore<br />

sta mettendo in atto e di<br />

cui è fiero?<br />

«CM articola gli obiettivi e le indicazioni<br />

politico-programmatiche espresse dai sindaci<br />

<strong>de</strong>i comuni, impostando percorsi di<br />

pianificazione e sviluppo che non sono una<br />

semplice agenda di azioni, ma l’esito di un<br />

vero e proprio programma di ripensamento<br />

e di rilancio <strong>de</strong>i territori, secondo la metodologia<br />

<strong>de</strong>lla programmazione per progetti.<br />

Tale modalità di lavoro vuole superare le<br />

barriere partitiche.<br />

Questo è l’obiettivo che mi ero prefissato<br />

all’inizio <strong>de</strong>l mio mandato e sul quale continuo<br />

ad investire la maggioranza <strong>de</strong>lle mie<br />

energie. Su questo terreno mi sono imbattuto<br />

in ostacoli non previsti, in conflitti


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 27<br />

inattesi, in incomprensioni ed equivoci.<br />

Ciò nondimeno, ho sempre consi<strong>de</strong>rato<br />

questo metodo efficace per rispon<strong>de</strong>re all’interesse<br />

pubblico e lo stimolo ad agire.<br />

La creazione di ‘Valcuvia Servizi’ e lo sviluppo<br />

<strong>de</strong>l progetto Enerbio, rappresentano<br />

per CM politiche pubbliche di forte impatto<br />

non solo in termini di servizi ma anche<br />

per i conseguenti effetti: emanazione<br />

di norme, modifica <strong>de</strong>i comportamenti e<br />

<strong>de</strong>lle convenienze <strong>de</strong>i diversi attori, ridistribuzione<br />

<strong>de</strong>lle risorse, ecc.<br />

Presentare il progetto e l’azione di Valcuvia<br />

Servizi servirebbe un’intera intervista,<br />

quindi vorrei concentrarmi sul progetto<br />

Ener-Bio, una problematica importante e<br />

da sviluppare nell’interesse comune regionale<br />

e direi nazionale che nel nostro piccolo<br />

caratterizza ‘la politica energetica’ <strong>de</strong>l<br />

territorio <strong>de</strong>lla Valcuvia.<br />

Il territorio <strong>de</strong>lla Comunità Montana <strong>de</strong>lla<br />

Valcuvia ha una dotazione di due filiere,<br />

quella agro-zootecnica e quella <strong>de</strong>l legno,<br />

che portano con se elementi di potenzialità<br />

economica che, ad oggi, risultano inespressi.<br />

Da questi due elementi, che oggi<br />

operano all’interno di dinamiche fortemente<br />

disarticolate e <strong>de</strong>ficitarie, si ritiene<br />

di dove partire per creare aggregazione di<br />

sistema attorno al settore primario; valorizzare<br />

le risorse <strong>de</strong>l territorio attraverso: una<br />

gestione ordinata, razionale ed economicamente<br />

sostenibile <strong>de</strong>lle ampie superfici a<br />

bosco <strong>de</strong>l territorio <strong>de</strong>lla Valcuvia e una gestione<br />

organica funzionale e migliorativa<br />

<strong>de</strong>lle risorse zootecniche <strong>de</strong>l territorio che,<br />

per dimensioni oggettive, non riescono ad<br />

avere la forza sufficiente per compiere azioni<br />

individuali, e che, attraverso il supporto<br />

organizzativo <strong>de</strong>ll’Ente Comunitario, può<br />

invece trovare spunti di aggregazione tali<br />

da realizzare un progetto di filiera.<br />

Da questo assunto discen<strong>de</strong> il progetto innovativo<br />

‘Valcuvia EnerBio’, candidato<br />

dalla Comunità montana, che preve<strong>de</strong> la<br />

realizzazione di una centrale termoelettrica<br />

alimentata a biogas prodotto da liquami<br />

zootecnici e biomasse vegetali associata a<br />

un impianto per la valorizzazione termoelettrica<br />

mediante gassificazione a pirolisi di<br />

biomasse legnose».<br />

Un’ultima riflessione.<br />

«Viviamo una fase in cui la difficoltà <strong>de</strong>i<br />

problemi da affrontare cresce, a fronte di<br />

risorse sempre più scarse. La complessità<br />

socio economica, la crisi <strong>de</strong>l settore pubblico,<br />

il ridisegno <strong>de</strong>gli assetti istituzionali <strong>de</strong>rivanti<br />

dal processo di <strong>de</strong>centramento e<br />

dall’affermazione <strong>de</strong>l principio di sussidiarietà,<br />

in un ambiente esterno in rapido<br />

mutamento e in forte competizione, stanno<br />

imponendo agli enti locali - a mio parere<br />

- una rapida reinterpretazione <strong>de</strong>l proprio<br />

ruolo istituzionale. Finora si è cercato<br />

di privilegiare gli aspetti gestionali e orga-<br />

nizzativi <strong>de</strong>ll’agire amministrativo. Forse<br />

occorre mettere al centro i processi <strong>de</strong>cisionali.<br />

Le relazioni tra i livelli di governo e<br />

tra settori diversi anche <strong>de</strong>lla stessa amministrazione<br />

sono complicate; per non parlare<br />

di quelle con i rappresentanti <strong>de</strong>gli interessi,<br />

concentrati o diffusi, o con i semplici<br />

cittadini.<br />

Per esperienza ho capito che è meglio aprire<br />

il confronto su un’ipotesi progettuale<br />

piuttosto che su un progetto di massima e<br />

che prima si comincia, meglio è. Gli interlocutori<br />

sono indotti a riflettere sul problema,<br />

sono responsabilizzati, partecipano.<br />

Certo tutti sappiamo che <strong>de</strong>ci<strong>de</strong>re in pochi<br />

è più facile. Si risparmiano tempo e energie<br />

ed è più probabile che si arrivi a una scelta<br />

coerente, priva di ambiguità. Ho però vissuto<br />

anche il caso di conferenze di servizi<br />

che non si chiudono mai perché esistono<br />

conflitti, spesso poco chiari, che non si riescono<br />

a sbrogliare; assemblee pubbliche in<br />

cui si impiegano sere intere per discutere e<br />

non si capisce bene quali conclusioni siano<br />

state effettivamente raggiunte. Per gestire<br />

processi <strong>de</strong>cisionali inclusivi, occorrono<br />

tecniche e metodo. Ritengo che su questo<br />

aspetto valga la pena di investire».<br />

I PROGETTI<br />

Filiera zootecnia: il processo utilizzato nell’ambito <strong>de</strong>lla filiera zootecnica è quello<br />

<strong>de</strong>lla digestione anaerobica per la produzione di biogas e la successiva combustione<br />

con motore endotermico e la conseguente produzione di energia elettrica.<br />

Le matrici prese in consi<strong>de</strong>razione sono i letame/liquame bovino, il letame caprino,<br />

la pollina, le trebbie di birra ed i materiale vegetale proveniente dalla raccolta differenziata.<br />

L’impianto è stato progettato, sulla base <strong>de</strong>lle matrici disponibili, per esprimere<br />

una potenza elettrica di 1 MW. Tipicamente questi impianti sono attivi per circa<br />

8000 ore/anno e quindi la produzione di energia elettrica è stimata in 8.000.000 di<br />

KW.<br />

Filiera <strong>de</strong>l legno: il processo utilizzato nell’ambito <strong>de</strong>lla filiera <strong>de</strong>l legno è quello<br />

<strong>de</strong>lla produzione di gas attraverso un processo di pirolisi e la successiva combustione<br />

con motore endotermico e la conseguente produzione di energia elettrica.<br />

Le matrici prese in consi<strong>de</strong>razione sono il legname vergine proveniente dal taglio<br />

programmato <strong>de</strong>lle superfici a bosco ed il legname proveniente dalle piazzole<br />

pubbliche di raccolta differenziata. Per le me<strong>de</strong>sime consi<strong>de</strong>razione sopra esposte<br />

anche in questo caso la produzione di energia elettrica è stimata in 8.000.000<br />

di kW annui.<br />

Potenza termica: ambedue le filiere producendo energia elettrica attraverso la<br />

combustione endotermica produrranno energia termica stimata in 3 MWh che, in<br />

parte verrà auto consumata dagli impianti ed in parte verrà resa disponibile per il<br />

riscaldamento <strong>de</strong>gli edifici pubblici attraverso la rete di teleriscaldamento per la<br />

quale è stato sviluppato uno specifico progetto oggetto di richiesta di finanziamento<br />

regionale<br />

Contenuto Innovativo: il grado di innovazione contenuto attiene a diversi livelli<br />

sia <strong>de</strong>lla sfera gestionale sia di quella tecnica. Dal punto di vista gestionale l’innovazione<br />

di maggior rilievo è riconducibile al fatto che per la prima volta, nella<br />

storia di questo territorio, azien<strong>de</strong> di estrazione diversa si consorziano nel conferimento<br />

<strong>de</strong>l loro refluo ad una struttura pubblica. Il percorso di un conferimento<br />

ed una struttura consortile è l’unica ipotesi percorribile per consentire la valorizzazione<br />

di un prodotto che altrimenti verrebbe dispersa. Stesso tipo di ragionamento<br />

si può fare per la filiera <strong>de</strong>l legno con una implementazione maggiore relativa<br />

al fatto che con la realizzazione <strong>de</strong>ll’intervento la Comunità montana crea lo<br />

strumento per una gestione <strong>de</strong>l territorio utilizzando leve economiche che, oltre<br />

alla gestione <strong>de</strong>l territorio, consentono anche uno sviluppo <strong>de</strong>lle attività agricole<br />

<strong>de</strong>lla filiera <strong>de</strong>l legno.<br />

Per quanto riguarda invece la sfera tecnica va segnalato che l’impianto consortile<br />

preve<strong>de</strong> in testa la digestione anaerobica per sfruttare al meglio il potenziale<br />

energetico <strong>de</strong>i liquami e <strong>de</strong>lle eventuali altre biomasse aggiunte (produzione di<br />

biogas). Dopo la digestione anaerobica (che consente il recupero di energia rinnovabile,<br />

la stabilizzazione e la <strong>de</strong>odorizzazione <strong>de</strong>i liquami, ma non la riduzione<br />

<strong>de</strong>i nutrienti) la frazione liquida viene gestita ad uso agronomico, secondo i criteri<br />

di buona pratica agricola e massima efficienza nel rilascio <strong>de</strong>i nutrienti.<br />

Altro elemento attinente alla sfera tecnica è l’ipotesi di inserire nel processo di valorizzazione<br />

<strong>de</strong>l bio-gas una Fuel Cel, che risulta essere un componente estremamente<br />

innovativo e che, laddove ricorressero le condizioni economiche, potrebbe<br />

sperimentalmente essere inserita nel impianto, anche al fine di consentire una serie<br />

di verifiche e di sperimentazioni utili per una potenziale successiva diffusione.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 27<br />

inchiesta


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 28<br />

sotto la lente<br />

28<br />

FIGURA CHIAVE nel<br />

Coordinare professioni<br />

e animare progetti:<br />

l’architetto oggi<br />

si distingue nella<br />

capacità di far<br />

comunicare ruoli<br />

e funzioni. Ce ne parla<br />

Marco Bosi, presi<strong>de</strong>nte<br />

<strong>de</strong>ll’Ordine <strong>de</strong>gli<br />

Architetti di Pavia.<br />

Daniela Castelli<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

«<br />

La costruzione ha una vita propria,<br />

che non appartiene all’architetto.<br />

Chi costruisce non sa, in realtà, cosa<br />

abita e abiterà la sua costruzione». Parole<br />

di Ugo Rosa, architetto e critico<br />

contro corrente, che così si è espresso in<br />

merito all’architettura, durante un convegno<br />

dal titolo Italy Now? Country Positions<br />

in Architecture (L’Italia oggi? Le posizioni<br />

<strong>de</strong>l Paese nei confronti <strong>de</strong>ll’Architettura),<br />

svoltosi a New York. Opinioni e<br />

posizioni anche non condivisibili, ma<br />

che è bene conoscere per capire quali siano<br />

le difficoltà di affermazione di una<br />

disciplina come l’architettura. Rosa, infatti,<br />

contrappone due modi di indicare<br />

l’architettura, che solitamente sono utilizzati<br />

come sinonimi: Ars construendi vs<br />

ars aedificandi.<br />

Dettagli o forse veri e propri potenziali<br />

dilemmi.<br />

Nel nostro paese - sempre a <strong>de</strong>tta di Rosa<br />

-, si resta profondamente affezionati<br />

all'architettura pur perseguendo da <strong>de</strong>cenni,<br />

con raffinata ferocia, il suo totale<br />

annientamento. E ancora: circa quattro<br />

anni fa, una petizione firmata da 35 illu-<br />

Marco Bosi, presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>ll’Ordine <strong>de</strong>gli Architetti di Pavia.<br />

stri professori in difesa <strong>de</strong>ll’Architettura<br />

italiana suscitò molte polemiche e in una<br />

lettera scritta da Ettore Sottssas all’amico<br />

Paolo Portoghesi (e poi spedita per conoscenza<br />

a Paolo Mieli, direttore <strong>de</strong> il<br />

Corriere <strong>de</strong>lla Sera) è espressa tutta la<br />

difficoltà che questa professione incontra<br />

nel nostro paese.<br />

Ecco uno stralcio <strong>de</strong>lla lettera di Sottssas<br />

‘ In questo paese tutto<br />

è più difficile<br />

che da altre parti ’<br />

a Portoghesi: «Penso che la situazione<br />

<strong>de</strong>ll’architettura italiana riguardi gli architetti,<br />

ma soprattutto riguardi la miserabile<br />

qualità intellettuale <strong>de</strong>i politici e<br />

quindi <strong>de</strong>lla politica italiana. Forse dobbiamo<br />

convincerci che siamo una nazione<br />

ai bordi <strong>de</strong>ll’impero e che certamente<br />

non abbiamo in questo momento, come<br />

nazione, la possibilità di partecipare allo<br />

strano, barbarico, progetto <strong>de</strong>lla contemporaneità.<br />

Personalmente non ho grandi<br />

speranze; sono solo e riesco a muovere,<br />

quando riesco, microscopiche pedine.<br />

Tanto per fare qualcosa. Va tutto bene».<br />

Perché tanti problemi? E infine, cos’è<br />

l’architettura? Con il presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>ll’Ordine<br />

<strong>de</strong>gli Architetti di Pavia, Marco Bosi,<br />

parliamo di questo meraviglioso lavoro<br />

e <strong>de</strong>lle sue effettive difficoltà.<br />

Architetto Bosi, è davvero così difficile<br />

la situazione <strong>de</strong>ll’Architettura<br />

italiana rispetto al resto <strong>de</strong>l mondo?<br />

«In questo paese tutto è più difficile che<br />

da altre parti; la burocrazia regna sovrana,<br />

i tempi si allungano ed i costi aumentano;<br />

nei lavori pubblici dal progetto<br />

alla realizzazione passano tranquillamente<br />

dieci anni, svilendo la contestualizzazione<br />

<strong>de</strong>ll’opera architettonica realizzata<br />

che nasce già vecchia; la pubblica<br />

committenza non premia le capacità<br />

professionali, e così i grandi architetti<br />

italiani lavorano all’estero e non in Italia,<br />

se non per opere marginali; la scuola non<br />

è in grado di preparare in modo a<strong>de</strong>guato<br />

alla professione; nessuno si preoccupa<br />

di incentivare l’aggiornamento professionale<br />

quale pratica costante ed indispensabile<br />

per il mantenimento <strong>de</strong>lla ef


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 29<br />

Governo <strong>de</strong>l Territorio<br />

ficienza professionale; la ‘concorrenza<br />

sleale’ è consentita e/o tollerata in questo<br />

Paese ove tutti possono fare di tutto; ci si<br />

occupa di concorrenza professionale senza<br />

occuparsi di qualità <strong>de</strong>lla prestazione<br />

professionale pensando che la cosid<strong>de</strong>tta<br />

liberalizzazione avrebbe di colpo elevato<br />

la qualità <strong>de</strong>l lavoro.<br />

Il legislatore <strong>de</strong>ve compren<strong>de</strong>re che la sostenibilità<br />

<strong>de</strong>l progetto è data dalla qualità<br />

<strong>de</strong>l lavoro, che <strong>de</strong>ve avere un giusto riconoscimento<br />

economico, e che pertanto<br />

la concorrenza si <strong>de</strong>ve basare esclusivamente<br />

sulla qualità <strong>de</strong>lle prestazioni professionali<br />

rese e non sul prezzo».<br />

Cosa le piace di questa professione ?<br />

«Questa professione si occupa di architettura,<br />

di governo <strong>de</strong>l territorio, <strong>de</strong>l paesaggio,<br />

e <strong>de</strong>lla conservazione <strong>de</strong>ll’ambiente e<br />

<strong>de</strong>i beni storico-architettonici. Pertanto è<br />

portatrice di un insieme di valori culturali,<br />

etici ed estetici essenziali per la vita<br />

<strong>de</strong>ll’uomo e per l’i<strong>de</strong>ntità storica <strong>de</strong>l nostro<br />

Paese; essa richie<strong>de</strong> di affrontare problematiche<br />

complesse, di confrontarsi<br />

con altre figure professionali e istituzionali,<br />

raccogliendo la lezione <strong>de</strong>l passato,<br />

interpretando il presente e con la speranza<br />

nel cuore per il futuro.<br />

Questa complessità ne fa una professione<br />

tra le più belle e tra le più interessanti.<br />

Occorre quindi<br />

gran<strong>de</strong> preparazione<br />

e gran<strong>de</strong> amore<br />

per questo lavoro.<br />

Ci vogliono volontà<br />

e sacrificio per<br />

un costante aggiornamento,<br />

capacità<br />

di dialogo, di critica<br />

e di autocritica,<br />

il tutto per ren<strong>de</strong>re al meglio questo servizio<br />

professionale di interesse pubblico che<br />

costituisce un gran<strong>de</strong> patrimonio per il<br />

nostro Paese».<br />

L’Ordine di Pavia da quanti iscritti è<br />

composto?<br />

«Il nostro Ordine è composto da circa<br />

800 iscritti, divisi in circa 500 uomini e<br />

300 donne; è un Ordine di media gran<strong>de</strong>zza,<br />

certamente rapportato alle dimensioni<br />

<strong>de</strong>lla Provincia di Pavia e all’economia<br />

che questa provincia riesce a sviluppare,<br />

anche se non è trascurabile la vici-<br />

nanza con la città di Milano e il suo interland.<br />

È un Ordine che vive in una realtà<br />

che, nella situazione complessiva <strong>de</strong>lla<br />

Regione Lombardia, può <strong>de</strong>finirsi dal<br />

punto di vista produttivo<br />

e <strong>de</strong>gli investimenti, piuttosto<br />

povera.<br />

In questi anni il nostro<br />

organismo ha sviluppato<br />

una politica mirata alla<br />

formazione e all’aggiornamento<br />

professionale<br />

con particolare riferimento<br />

ai giovani neo laureati,<br />

realizzando corsi annuali<br />

che in gran parte vengono<br />

gestititi da nostri stessi<br />

iscritti, e quindi senza il<br />

ricorso a competenze specifiche<br />

provenienti dall’esterno.<br />

I giovani sono i<br />

più disorientati, in quanto<br />

impreparati, nell’affrontare<br />

la professione.<br />

Non è certamente colpa<br />

loro, ma semplicemente<br />

<strong>de</strong>lla scuola che non li<br />

prepara a<strong>de</strong>guatamente<br />

per affrontare la professione.<br />

Così i nostri corsi rivolti ai giovani fa<br />

conoscere loro le norme di <strong>de</strong>ontologia<br />

professionale, le tariffe, la qualità che <strong>de</strong>ve<br />

avere il<br />

progetto architettonico,<br />

le problematiche<br />

<strong>de</strong>l governo<br />

<strong>de</strong>l territorio,<br />

<strong>de</strong>lla<br />

salvaguardia<br />

e <strong>de</strong>lla<br />

valorizzazione <strong>de</strong>l paesaggio, <strong>de</strong>ll’ambiente,<br />

<strong>de</strong>i lavori pubblici, <strong>de</strong>lla sicurezza nei<br />

cantieri, ecc.».<br />

‘ L’architettura è portatrice<br />

di un insieme di valori culturali,<br />

etici ed estetici essenziali per<br />

la vita <strong>de</strong>ll’uomo e per l’i<strong>de</strong>ntità<br />

storica di un Paese ’<br />

La formazione, dunque, è un punto<br />

fondamentale di aiuto al professionista.<br />

Come vi districate, invece, con<br />

le leggi e la loro interpretazione?<br />

«Anche in questo caso organizziamo corsi,<br />

però avvalendoci di particolari consulenze<br />

esterne all’Ordine. Questo perché si<br />

ren<strong>de</strong> necessario ricorrere a competenze<br />

professionali specifiche, autonome ma<br />

complementari e sostanziali alla nostra at-<br />

tività professionale, come può essere la<br />

Fondazione ‘<strong>de</strong> iure publico’ con cui recentemente<br />

grazie ad una serie di lezioni<br />

abbiamo approfondito il tema <strong>de</strong>ll’appli-<br />

Pavia: Castello Visconteo<br />

cazione <strong>de</strong>lla Legge Regionale n. 12/2005<br />

- Legge per il governo <strong>de</strong>l territorio - con<br />

particolare attenzione alla normativa riferita<br />

alla gestione <strong>de</strong>gli interventi sul territorio.<br />

Il corso ha avuto un notevole successo,<br />

vi hanno partecipato molti professionisti<br />

e il tanto interesse riscosso ci ha<br />

costretto a programmare nuovamente gli<br />

incontri per il prossimo autunno».<br />

Ingegneri, Architetti e Geometri:<br />

professioni a confronto. Lei cosa ne<br />

pensa?<br />

«L’ingegnere, in generale, ha una formazione<br />

specialistica e pertanto il suo campo<br />

di azione è ristretto allo specifico settore<br />

di cui si occupa, quali ad esempio le strutture,<br />

gli impianti meccanici ed elettrici. Il<br />

geometra, per sua formazione, è una figura<br />

professionale anche di supporto all’attività<br />

<strong>de</strong>ll’architetto e <strong>de</strong>ll’ingegnere, molto<br />

radica in Italia perché sono moltissimi e<br />

molto diffusi sul territorio. L’architetto, in<br />

generale, ha una formazione che porta ad<br />

avere compiti di i<strong>de</strong>azione e di coordinamento,<br />

quindi ad avere una visione complessiva<br />

<strong>de</strong>l progetto in relazione alla scala<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 29<br />

ssoottttoo llaa lleenntte


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 30<br />

sotto la lente<br />

30<br />

<strong>de</strong>lle problematiche da affrontare. Ha capacità<br />

di dialogo con il committente al fine<br />

di meglio interpretare e soddisfare le<br />

sue esigenze, e conoscenze tecniche che,<br />

seppur non altamente specialistiche, gli<br />

permettono di dialogare con le altre figure<br />

professionali che vanno indirizzate per<br />

garantire la perfetta esecuzione <strong>de</strong>l prodotto<br />

architettonico».<br />

Per quanto riguarda le polemiche relative<br />

alle competenze professionali<br />

che da circa 50 anni scatenano gli<br />

umori <strong>de</strong>i professionisti, lei cosa<br />

pensa?<br />

«Penso che sia ormai giunto a maturazione<br />

il momento perché il legislatore <strong>de</strong>finisca<br />

in maniera chiara, e pertanto inequivocabile,<br />

le competenze professionali da<br />

riservare e/o da assegnate agli Architetti,<br />

agli Ingegneri ed ai Geometri, soggetti<br />

che si trovano ad operare in parte in alcuni<br />

settori professionali comuni, dove lo<br />

sconfinamento di competenze è all’ordine<br />

<strong>de</strong>l giorno per cronica insufficienza di<br />

specifica legislazione al riguardo.<br />

Ognuna di queste professioni è la conseguenza<br />

di un percorso formativo specifico<br />

e di un successivo esame che abilita all’esercizio<br />

<strong>de</strong>lla professione, per cui in<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

modo organico andrebbero <strong>de</strong>finite precise<br />

competenze professionali».<br />

La progettazione urbanistica di nuova<br />

generazione come è stata accolta<br />

dall’architetto?<br />

«Anche nel campo <strong>de</strong>l governo <strong>de</strong>l territorio<br />

la figura <strong>de</strong>ll’Architetto risulta fondamentale<br />

sia per il suo ruolo di conoscenza,<br />

i<strong>de</strong>azione e coordinamento che di<br />

dialogo con gli attori <strong>de</strong>l piano urbanistico<br />

ai fini <strong>de</strong>l pieno e reale compimento<br />

<strong>de</strong>l processo di partecipazione che <strong>de</strong>ve<br />

accompagnare la programmazione urbanistica.<br />

Gran<strong>de</strong> capacità di portare a sintesi<br />

le indicazioni che arrivano dalla committente<br />

amministrazione pubblica, da<br />

competenze professionali specifiche che<br />

si occupano <strong>de</strong>lla Valutazione Ambientale<br />

Strategica, <strong>de</strong>lle problematiche geologiche,<br />

idrogeologiche e sismiche <strong>de</strong>l terri-<br />

‘ L’architetto ha una formazione<br />

che porta ad avere compiti di<br />

i<strong>de</strong>azione e di coordinamento,<br />

quindi ad avere una visione<br />

complessiva <strong>de</strong>l progetto ’<br />

torio, <strong>de</strong>llo sviluppo produttivo e <strong>de</strong>lle<br />

tematiche sociali, per fornire quelle a<strong>de</strong>guate<br />

indicazione sull’uso <strong>de</strong>l territorio<br />

che tanto potranno inci<strong>de</strong>re per garantire<br />

un opportuno sviluppo sostenibile».<br />

La L.R. n.12/2005 è una buona legge?<br />

«Personalmente ritengo la legge regionale<br />

per il Governo <strong>de</strong>l Territorio una buona<br />

legge, che certamente potrà essere migliorata<br />

con la sua applicazione.<br />

È una legge che emana importanti principi,<br />

che vanno diffusi e rispettati, a cominciare<br />

dalla pubblicità e trasparenza<br />

nella formazione <strong>de</strong>gli atti che costituiscono<br />

il PGT, alla partecipazione <strong>de</strong>i cittadini<br />

e alla possibilità di integrazione da<br />

parte <strong>de</strong>i privati nel processo di pianificazione.<br />

Tutte cose che non si trovavano nei<br />

P.R.G.. Inoltre, la L.R. 12/2005 introduce<br />

due aspetti fondamentali a cui<br />

risulta indispensabile fare riferimento:<br />

la qualità <strong>de</strong>lla vita e <strong>de</strong>ll’ambiente,<br />

in cui la comunità locale<br />

è immersa e condizionata,<br />

caratterizzata sia da elementi<br />

prettamente antropici che dal livello<br />

qualitativo <strong>de</strong>lle componenti<br />

ambientali; l’i<strong>de</strong>ntità <strong>de</strong>l terri-<br />

L’architettura è il segno <strong>de</strong>ll’in<strong>de</strong>ntità di un paese. Nella foto: Ponte Vecchio a Pavia.


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 31<br />

torio comunale, ovvero il mantenimento<br />

e la valorizzazione di tutti gli aspetti<br />

storico-culturali, ma anche paesaggistico-ambientali,<br />

che consentono di conservare<br />

la riconoscibilità e le radici <strong>de</strong>l<br />

territorio di cui ci si sta occupando.<br />

Penso che purtroppo, per ragioni di carattere<br />

culturale, questo processo di governo<br />

<strong>de</strong>l territorio non avrà tempi brevi,<br />

per cui i vantaggi e le opportunità<br />

contenuti all’interno di questa legge<br />

non sono e non saranno prontamente<br />

assorbiti sia dai tecnici professionisti sia<br />

dagli amministratori <strong>de</strong>gli enti pubblici.<br />

Riscontro in continuazione in molti<br />

amministratori l’atteggiamento di consi<strong>de</strong>rare<br />

il P.G.T. un mero obbligo di<br />

legge, da soddisfare al minor costo possibile<br />

e non una opportunità da sfrutta-<br />

‘ È una legge che emana<br />

importanti principi, che<br />

vanno diffusi e rispettati,<br />

a cominciare dalla<br />

pubblicità e trasparenza ’<br />

re per lo sviluppo <strong>de</strong>l loro territorio:<br />

questo atteggiamento a volte è purtroppo<br />

assecondato da professionisti, o meglio<br />

da mestieranti, più interessati a magri<br />

onorari che a produrre un lavoro di<br />

qualità.<br />

Per questo motivo come Ordine abbiano<br />

iniziato una serie di approfondimenti<br />

sui temi <strong>de</strong>l governo <strong>de</strong>l territorio, approfondimenti<br />

che sono <strong>de</strong>stinati a continuare<br />

anche nei prossimi mesi, perché<br />

la sensibilizzazione <strong>de</strong>gli architetti pianificatori<br />

costituisce un importante veicolo<br />

per la sensibilizzazione sul tema da<br />

parte <strong>de</strong>i pubblici amministratori».<br />

Come proce<strong>de</strong> il lavoro sul PGT nel<br />

suo territorio?<br />

«Sul territorio sono state avviate numerosissime<br />

iniziative di formazione <strong>de</strong>i<br />

PGT comunali, anche se molto poche<br />

sono arrivate a compimento, e più simili<br />

ai PRG. che ai PGT.<br />

Le difficoltà maggiori sembrerebbero<br />

<strong>de</strong>rivare dalle tematiche ambientali, che<br />

costituiscono certamente un aspetto innovativo<br />

per gli architetti pianificatori, e<br />

il loro rapporto con le tematiche urbanistiche<br />

per cui invece in questi anni sono<br />

state maturate sul campo significative<br />

ed importanti esperienze. Nei prossimi<br />

mesi si potrà fare un primo bilancio<br />

<strong>de</strong>i PGT giunti a compimento».<br />

Questione di<br />

pratica<br />

Il collegio più numeroso in Lombardia è quello<br />

di Milano. Con il presi<strong>de</strong>nte Enzo Balbi, che<br />

ogni giorno gestisce circa 3mila associati,<br />

approfondiamo il tema <strong>de</strong>lla professionalità<br />

anche in una città così gran<strong>de</strong>.<br />

Daniela Castelli<br />

Circa cento sono i collegi che rappresentano<br />

la categoria <strong>de</strong>i geometri<br />

in Italia e tra questi uno<br />

<strong>de</strong>i maggiori si trova proprio in Lombardia.<br />

Si tratta <strong>de</strong>l Collegio di Milano.<br />

Rilievi topografici, nuove costruzioni,<br />

ristrutturazioni sono solo alcune <strong>de</strong>lle<br />

infinite competenze <strong>de</strong>l geometra, che<br />

esercita ‘un’attività che ha per oggetto la<br />

prestazione d’opera intellettuale - si legge<br />

sul Codice di <strong>de</strong>ontologia professionale<br />

-, la quale è disciplinata dal Codice<br />

Civile e dal Regio Decreto 11 febbraio<br />

1929 n.274. Per praticare la professione<br />

è necessario essere iscritto all’albo istituito<br />

presso ogni Collegio provinciale o<br />

circondariale’. Insomma, il geometra ‘è<br />

tenuto ad espletare il proprio incarico<br />

con la massima diligenza e con l’impiego<br />

rigoroso di conoscenze scientifiche<br />

appropriate per la preordinazione di elaborati<br />

e dati a<strong>de</strong>guati a conseguire il risultato<br />

oggetto <strong>de</strong>ll’incarico’.<br />

Condotta professionale e valori sociali<br />

da rispettare nell’osservanza di doveri<br />

quali la probità, la dignità e il <strong>de</strong>coro;<br />

un mestiere da attuare secondo ‘scienza’,<br />

ovvero preparazione, competenza e ca-<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 31<br />

ssoottttoo llaa lleenntte


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 32<br />

sotto la lente<br />

32<br />

pacità; ‘coscienza’, cioè onestà, imparzialità<br />

e disinteresse; e ‘diligenza’ ovvero attraverso<br />

un comportamento basata sui<br />

principi <strong>de</strong>lla lealtà, <strong>de</strong>lla correttezza,<br />

<strong>de</strong>lla trasparenza e <strong>de</strong>lla tutela <strong>de</strong>i legittimi<br />

interessi <strong>de</strong>i committenti. Le regole<br />

di <strong>de</strong>ontologia professionale costituiscono<br />

dunque un va<strong>de</strong> mecum specifico e<br />

di attuazione <strong>de</strong>i regolamenti di categoria<br />

e <strong>de</strong>lle leggi che disciplinano l’attività<br />

<strong>de</strong>l geometra iscritto all’albo, individuando<br />

abusi e mancanze conseguenti al<br />

non corretto esercizio <strong>de</strong>lla professione.<br />

Inoltre, l’osservanza <strong>de</strong>lle regole <strong>de</strong>ontologiche<br />

non esime il geometra dal rispetto<br />

<strong>de</strong>i principi di etica professionale non<br />

espressamente codificati.<br />

In breve tempo, le capacità professionali<br />

e il coraggio d’investire in tecnologie<br />

all'avanguardia, portano il professionista<br />

ad essere incaricato nel seguire più cose<br />

contemporaneamente, dal rilievo <strong>de</strong>l<br />

territorio fino alle grandi opere: sempre<br />

puntando su qualità e precisione, e consapevole<br />

e orgoglioso <strong>de</strong>l proprio lavoro.<br />

Poco appariscente, ma di fondamentale<br />

importanza, la rilevazione topografica è<br />

la base per ogni intervento di modifica,<br />

dalla piccola baita alle più grandi<br />

opere d’ingegneria. Inoltre pratiche<br />

patrimoniali, attività catastali,<br />

coordinamento <strong>de</strong>lla sicurezza<br />

in fase di progettazione e realizzazione,<br />

o service cad.<br />

Mansioni che ogni giorno permettono<br />

al professionista di raggiungere<br />

gradi di responsabilità<br />

sempre più elevati, anche e soprattutto, a<br />

<strong>de</strong>tta di chi questo lavoro lo fa ormai da<br />

anni. Enzo Balbi è presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Collegio<br />

<strong>de</strong>i Geometri di Milano dal 2006. Per<br />

lo stesso collegio è stato segretario per due<br />

anni e consigliere per otto.<br />

Presi<strong>de</strong>nte Balbi, ci parli di Milano e<br />

<strong>de</strong>lla professione <strong>de</strong>l geometra in<br />

questa gran<strong>de</strong> città.<br />

«La professione <strong>de</strong>l geometra negli ultimi<br />

anni si è evoluta, trasformata anche<br />

in seguito al cambiamento <strong>de</strong>lle normative,<br />

a tal punto da diventare sempre più<br />

specialistica, pur non per<strong>de</strong>ndo la propria<br />

polivalenza.<br />

Però abbiamo organizzato corsi sulla<br />

certificazione energetica, continuiamo a<br />

fare quelli sulla sicurezza dalla 494 alla<br />

818, corsi di urbanistica, di catasto e<br />

cerchiamo di specializzare i nostri iscritti<br />

e la nostra professione, affinché sia<br />

sempre più aggiornata e con un sempre<br />

maggior numero di competenze in più,<br />

proprio secondo le esigenze <strong>de</strong>l mercato».<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Quanti sono i geometri <strong>de</strong>l vostro<br />

collegio, forse il più gran<strong>de</strong> <strong>de</strong>lla<br />

Lombardia?<br />

«Eravamo uno tra i più numerosi. Oggi,<br />

siamo sempre molti, ovvero 2.850, ma<br />

purtroppo abbiamo perso insieme al primato,<br />

più di mille iscritti, quando si è<br />

staccata Monza. Eravamo il secondo collegio<br />

d’Italia. Siamo comunque tanti e il<br />

nostro lavoro è molto riconosciuto come<br />

competenze e come tutto il resto».<br />

È la prima volta che ci possiamo<br />

confrontare con il presi<strong>de</strong>nte di un<br />

Collegio di una città così gran<strong>de</strong>.<br />

Quali sono i principali problemi di<br />

Milano?<br />

«Milano città, non ha grossi problemi. È<br />

piuttosto la provincia che ne ha e per<br />

quanto ci riguarda sono relativi alle competenze<br />

sulla progettazione. Anche grazie<br />

al Consiglio nazionale che sta preparando<br />

una linea professionale a<strong>de</strong>guata,<br />

cerchiamo di ovviare al problema <strong>de</strong>lla<br />

diatriba che ormai ci ve<strong>de</strong> coinvolti da<br />

molti anni, e nello stesso tempo proseguiamo<br />

nell’aggiornamento costante con<br />

i corsi riconosciuti dall’università».<br />

‘ La professione <strong>de</strong>l geometra<br />

negli ultimi anni si è evoluta,<br />

trasformata anche in seguito al<br />

cambiamento <strong>de</strong>lle normative ’<br />

Lei cosa ne pensa di questa ‘querelle’<br />

relativa alla formazione universitaria?<br />

«Bella domanda. Io mi occupo di progettazione<br />

e ci sono molti studi professionali<br />

di ingegneria e di architettura,<br />

che si rivolgono a me, come anche molti<br />

altri colleghi, per la consulenza sulla<br />

progettazione, sull’urbanistica e nel campo<br />

<strong>de</strong>lle costruzioni. Quindi, se fior fiore<br />

di professionisti vengono da noi, vuol<br />

dire che siamo competenti. E questo è<br />

un primo dato di fatto. Perciò, non vedo<br />

perché ci vengano limitate le competenze.<br />

Non possiamo fare il cemento armato<br />

e su questo sono d’accordo, ci sono gli<br />

ingegneri specializzati proprio in questo,<br />

però le soluzioni architettoniche saremmo<br />

in grado anche noi di progettarle».<br />

Dopo l’università sia l’ingegnere che<br />

l’architetto lamentano la limitata<br />

esperienza ‘sul campo’. Il geometra<br />

ha un approccio diverso con il lavoro?<br />

«La nostra attività è rivolta alla pratica,<br />

più che alla teoria. Ma questo vale anche<br />

per ingegneri e architetti. Forse noi abbiamo<br />

un senso pratico più snello e spiccato<br />

nello sbrigare le cose, perché anche<br />

i nostri studi si svolgono ‘sul campo’ ed<br />

è per questo che ci vengono chieste le<br />

consulenze».<br />

Parliamo di pianificazione urbanistica.<br />

«È un discorso un po’ più difficile da affrontare.<br />

Non siamo in grado di fare Piani<br />

Regolatori, come categoria, però per<br />

quanto riguarda Piani Attuativi, Piani di<br />

Recupero o Piani Integrati di Intervento<br />

credo che anche noi possiamo dire la nostra<br />

e avere voce in capitolo».<br />

L.R. n.12 <strong>de</strong>l 2005: con la sua introduzione<br />

cambia la filosofia <strong>de</strong>ll’Urbanistica<br />

e <strong>de</strong>lla sua progettazione.<br />

Cosa ne pensa?<br />

«L’Urbanistica sta già cambiando da<br />

tempo e si modificherà sempre di più.<br />

Per quanto ci riguarda cercheremo di organizzare<br />

<strong>de</strong>i corsi per i nostri iscritti in<br />

modo tale da essere pronti per ogni evenienza».<br />

Cosa cambierà nei prossimi anni<br />

per la professione <strong>de</strong>l geometra, in<br />

seguito all’introduzione di questa<br />

legge?<br />

«Direi nulla. Questa legge non va né a<br />

beneficio né a scapito <strong>de</strong>lla nostra professione.<br />

Siamo pratici e ci arrendiamo».<br />

Che differenza c’è tra un geometra<br />

e un perito edile?<br />

«Direi nessuna, anche se noi siamo più<br />

‘pratici’ e loro forse più ‘cantieristici’.<br />

Noi siamo anche da studio. Sulle competenze<br />

non c’è differenza e cerchiamo<br />

di combattere insieme la nostra relativa<br />

battaglia».<br />

Per cosa si distingue il Collegio di<br />

Milano?<br />

«Difetti ne ha pochi, ma invece pregi ne<br />

ha tanti. Siamo un Collegio molto attivo<br />

e questo contribuisce alla nostra crescita.<br />

Ci stiamo mettendo in azione su diversi<br />

fronti e siamo sempre sulla cresta <strong>de</strong>ll’onda,<br />

su questo non c’è dubbio. Abbiamo<br />

un buon riconoscimento a livello di<br />

enti e a livello di iscritti. I nostri difetti<br />

sono quelli di ogni struttura».<br />

Sul prossimo numero<br />

Cosa dice la legge sulla professione<br />

<strong>de</strong>l geometra


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 33<br />

La qualità<br />

<strong>de</strong>l prodotto sanitario<br />

In questi ultimi 50 anni abbiamo assistito ad un profondo cambiamento<br />

nel rapporto medico-paziente. Vale la pena di capire meglio<br />

il perché e soprattutto compren<strong>de</strong>re cosa è cambiato.<br />

La prestazione sanitaria oggi viene<br />

intesa come un ‘prodotto’ risultato<br />

di un processo produttivo sottoposto<br />

ai criteri di gestione e controllo propri<br />

<strong>de</strong>lle azien<strong>de</strong> industriali, al fine di un<br />

miglioramento <strong>de</strong>ll’efficacia <strong>de</strong>l servizio<br />

offerto, <strong>de</strong>lla sua qualità e <strong>de</strong>l contenimento<br />

<strong>de</strong>i costi di gestione.<br />

La legislazione in materia ha seguito questo<br />

profondo mutamento affiancando ai<br />

requisiti per lo svolgimento <strong>de</strong>lle attività<br />

sanitarie da parte di persone fisiche (possesso<br />

<strong>de</strong>gli specifici titoli di legge: laurea,<br />

diplomi, abilitazione professionale) le caratteristiche<br />

strutturali e organizzative.<br />

Tali aspetti <strong>de</strong>vono ssere soddisfatti dalle<br />

strutture sanitarie, dove operano medici<br />

e paramendici (quindi ospedali, poliambulatori,<br />

centri medici pubblici e privati),<br />

per poter ottenere le regolari autorizzazioni<br />

sanitarie.<br />

*Professor Gualtiero Man<strong>de</strong>lli, docente<br />

di Ortodonzia <strong>de</strong>ll’Età Evolutiva<br />

presso l’Università <strong>de</strong>gli Studi di Parma<br />

Parametri di qualità<br />

Parlare di prodotto sanitario offerto a un<br />

paziente-cliente ha portato anche a un’evoluzione<br />

<strong>de</strong>i parametri che la prestazione<br />

sanitaria <strong>de</strong>ve soddisfare: primo fra<br />

tutti la qualità .<br />

La prima <strong>de</strong>finizione di qualità in sanità<br />

appare nella letteratura medica nel 1933<br />

ad opera di Lee e Jones, il quale spiega la<br />

qualità <strong>de</strong>ll’assistenza come l’applicazione<br />

di tutti i servizi <strong>de</strong>lla mo<strong>de</strong>rna medicina<br />

scientifica necessari ai bisogni <strong>de</strong>lla<br />

popolazione. Negli anni ’60 Avedis Donabedian,<br />

consi<strong>de</strong>rato il principale teorico<br />

<strong>de</strong>lla qualità nel mondo sanitario, sostiene<br />

che la qualità è una proprietà <strong>de</strong>ll’assistenza<br />

sanitaria che interessa fondamentalmente<br />

due ambiti: quello tecnico,<br />

che consiste nell’utilizzazione <strong>de</strong>lla<br />

scienza medica e <strong>de</strong>lla tecnologia in modo<br />

da massimizzare i benifici per la salute<br />

senza aumentarne i rischi; quello interpersonale,<br />

inteso come gradi di conformità<br />

valori, norme ed aspettative <strong>de</strong>i<br />

singoli pazienti e <strong>de</strong>i professionisti coinvolti<br />

nell’attività in oggetto.<br />

‘ Nella sanità non esiste<br />

una <strong>de</strong>finizione standard<br />

<strong>de</strong>lla qualità ’<br />

Per <strong>de</strong>finizione<br />

Nell’accezione più recente <strong>de</strong>ll’Istituto<br />

di Medicina Statunitense la qualità consisterebbe<br />

nel grado con il quale il prodotto<br />

sanitario aumenta la probabilità<br />

<strong>de</strong>l risultato di salute atteso ed è coerente<br />

con le conoscenze mediche correnti.<br />

In particolare nella sanità non esiste una<br />

<strong>de</strong>finizione standard <strong>de</strong>lla qualità anche<br />

e soprattutto perché non esiste un livello<br />

standard di soddisfazione <strong>de</strong>l cliente<br />

(nello specifico <strong>de</strong>l paziente).<br />

Gualtiero Man<strong>de</strong>lli*<br />

Philip Crosby, uno <strong>de</strong>i guru <strong>de</strong>lla total<br />

quality <strong>de</strong>finisce la qualità in ambito sanitario<br />

semplicemente come ‘conformità<br />

alle specifiche’, facendo chiaramente inten<strong>de</strong>re<br />

che la qualità per essere <strong>de</strong>finita<br />

<strong>de</strong>ve essere misurata.<br />

È stato infatti necessario nel tempo creare<br />

una specifica cultura in grado di individuare<br />

ed utilizzare strumenti e metodi<br />

a<strong>de</strong>guati per valutare e misurare le performance<br />

sia individuali che <strong>de</strong>lle organizzazioni<br />

e promuovere cambiamenti<br />

significativi.<br />

VALUTAZIONI DI QUALITÀ<br />

Consi<strong>de</strong>rare la qualità <strong>de</strong>lla prestazione-prodotto<br />

sanitario implica una<br />

valutazione in tre dimensioni, ossia:<br />

■ manageriale-gestionale: ha come<br />

scopo l’efficienza relativamente<br />

a<br />

– ruoli e funzioni<br />

– coordinamento attività<br />

– utilizzo <strong>de</strong>i mezzi<br />

■ tecnico-professionale: ha come<br />

scopo l’efficacia relativamente a<br />

– competenze<br />

– scelte appropriate<br />

■ percepita-relazionale: ha come<br />

scopo la soddisfazione <strong>de</strong>l paziente<br />

in merito a<br />

– esigenze-aspettative<br />

– rapporti interpersonali<br />

– informazioni-risposta<br />

In particolare il punto di vista <strong>de</strong>l<br />

cliente-paziente si può distinguere in:<br />

■ qualità attesa<br />

– rispetto ad un i<strong>de</strong>ale<br />

– rispetto ad una situazione reale<br />

– rispetto a ciò che si ritiene di<br />

aver bisogno<br />

■ qualità percepita<br />

– grado di soddisfazione<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 33<br />

ssoottttoo llaa lleenntte


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 34<br />

sotto la lente<br />

34<br />

Manager <strong>de</strong>lla salute<br />

Trasferire i principi e le metodologie<br />

<strong>de</strong>l totalt quality management<br />

nell’ambito <strong>de</strong>ll’assistenza<br />

sanitaria, caratterizzata<br />

come è da notevoli specificità<br />

ed incertezze, dovute ad un’enorme<br />

variabilità biologica e<br />

situazionale ed al fatto che comunque<br />

la medicina non è<br />

una scienza esatta ma probabilistica,<br />

è stato ed è molto impegnativo.<br />

Anche i meccanismi che regolano<br />

l’economia sanitaria non<br />

si i<strong>de</strong>ntificano con quelli che<br />

regolano altre attività quali<br />

quelle industriali, commerciali<br />

e <strong>de</strong>i servizi che hanno per<br />

finalità il profitto (in sanità<br />

l’obiettivo è la salute).<br />

Economia sanitaria e mercato<br />

<strong>de</strong>lla salute hanno le proprie<br />

specificità. Ne consegue che<br />

quello <strong>de</strong>ll’appropriatezza, intesa<br />

fondamentalmente come<br />

pertinenza, validità ed accettabilità<br />

<strong>de</strong>lle prestazioni diviene<br />

un elemento fondamentale per perseguire<br />

qualità professionale, buona organizzazione<br />

gestionale ed operativa, contenimento<br />

<strong>de</strong>i costi e soddisfazione <strong>de</strong>i<br />

‘clienti’.<br />

Il traguardo<br />

La qualità dovrebbe<br />

quindi rappresentare<br />

il traguardo da<br />

raggiungere valutando<br />

i bisogni e i<strong>de</strong>ntificando<br />

i problemi<br />

<strong>de</strong>i cittadini-clienti<br />

precisando gli obiet-<br />

tivi, riconoscendo le caratteristiche <strong>de</strong>lle<br />

cure ritenute le più significative ed importanti.<br />

La qualità <strong>de</strong>ll’atto medico sta<br />

nella capacità di integrare i diversi elementi:<br />

ciò che la scienza ritiene appropriato<br />

e raccomandabile, ciò che è conciliabile<br />

con le esigenze <strong>de</strong>i diritti umani e<br />

con l’auto<strong>de</strong>terminazione <strong>de</strong>l paziente,<br />

ciò che è realizzabile con l’ottimizzazione<br />

<strong>de</strong>lle risorse disponibili.<br />

L’organizzazione che conta<br />

All’esigenze <strong>de</strong>lla buona medicina si associano<br />

le esigenze <strong>de</strong>lla buona organizzazione<br />

(menaged care), che implica un atteggiamento<br />

centrato sulla gestione e sulla<br />

responsabilità per un attento uso <strong>de</strong>lle<br />

risorse. Da quanto <strong>de</strong>tto finora ne consegue<br />

una multidimensionalità <strong>de</strong>lla qualità<br />

in medicina. Appare infatti evi<strong>de</strong>nte<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

All’esigenze <strong>de</strong>lla buona medicina si associano le esigenze <strong>de</strong>lla buona organizzazione.<br />

In foto: elisoccorso<br />

come la qualità di una prestazione sanitaria<br />

non dipenda unicamente dalla capacità<br />

<strong>de</strong>ll’operatore ma anche dalla struttura,<br />

dai mezzi e dall’organizzazione in cui<br />

l’operatore sanitario, interagendo con il<br />

paziente, eroga la prestazione stessa.<br />

‘ I meccanismi che regolano l’economia<br />

sanitaria non si i<strong>de</strong>ntificano<br />

con quelli che regolano altre attività<br />

quali quelle industriali ’<br />

La struttura<br />

Si aggiunge inoltre nel rapporto paziente-medico<br />

il ruolo fondamentale <strong>de</strong>lla<br />

struttura-organizzazione nel percorso di<br />

qualità.<br />

A conclusione di questa rivisitazione <strong>de</strong>lla<br />

prestazione sanitaria intesa come risultato<br />

di un processo produttivo appare<br />

evinte la necessità di sollecitare investimenti<br />

pubblici e privati per la realizzazione<br />

di strutture sanitarie in grado di produrre<br />

una sanità di qualità.<br />

La legislazione italiana ha prontamente<br />

risposto a questa esigenza consentendo<br />

anche a investitori privati di realizzare<br />

strutture sanitarie nelle quali possano<br />

trovarsi i requisiti fondamentali <strong>de</strong>l prodotto<br />

salute: competenza scientifica,<br />

struttura e strumentazione a<strong>de</strong>guati, organizzazione<br />

aziendale.<br />

I TRE ELEMENTI ESSENZIALI<br />

È doveroso fare nuovamente riferimento<br />

ad A. Danabedian, cui si <strong>de</strong>ve<br />

la suddivisione <strong>de</strong>gli assi <strong>de</strong>lla<br />

qualità sanitaria in tre elementi essenziali<br />

ed interdipen<strong>de</strong>nti:<br />

■ struttura = input, che compren<strong>de</strong><br />

risorse in termini di<br />

– personale<br />

– locali<br />

– attrezzature<br />

– formazione/qualificazione <strong>de</strong>l<br />

personale<br />

– organizzazione <strong>de</strong>l lavoro<br />

■ Processo = throughput: analisi<br />

<strong>de</strong>lle modalità con cui vengono<br />

effettuate le varie prestazioni sanitarie<br />

(diagnostico-terapeutiche,<br />

preventive) sia per le <strong>de</strong>cisioni<br />

prese che per l’esecuzione operativa<br />

<strong>de</strong>lle stesse. Esprime la conformità<br />

a<br />

– protocolli indicati come standard<br />

di riferimento<br />

– protocolli di assistenza utilizzati<br />

nella pratica<br />

– protocolli individuati e condivisi<br />

da parte <strong>de</strong>gli operatori<br />

■ Esiti, che comprendono:<br />

– output (prestazioni-prodotti sanitari)<br />

– personale outcome (soddisfazione<br />

di utenti e operatori)


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:39 Pagina 35<br />

Dalla Valtellina<br />

all’Europa<br />

in cerca di conferme<br />

L’Istituto di Ricerca per l’Ecologia e l’Economia Applicate alle Aree Alpine<br />

(Irealp) dimostra attraverso operazioni strategiche tutta la sua capacità<br />

operativa attraverso un lavoro costante e continuativo.<br />

Daniela Castelli<br />

Il presi<strong>de</strong>nte di Irealp, Fabrizio Ferrari<br />

dopo una ventennale esperienza come<br />

consigliere regionale, dal luglio <strong>de</strong>l<br />

2005 guida l’istituto di cui la Regione<br />

Lombardia è socia fondatrice. Ferrari che<br />

si è sempre occupato di sostenibilità, di<br />

ambiente e di cultura, ma a livello politico,<br />

oggi si ritrova nell’ambito pratico ad<br />

interessarsi di tematiche che lo hanno<br />

sempre appassionato e che ben si i<strong>de</strong>ntificano<br />

nella mission <strong>de</strong>ll’istituto.<br />

Qual è la mission di Irealp?<br />

«Irealp è un istituto<br />

di ricerca sull’ecologia<br />

e l’economia applicata<br />

alle aree alpine.<br />

Questa è la <strong>de</strong>clinazione<br />

<strong>de</strong>l nome<br />

Irealp e tutto sta <strong>de</strong>ntro<br />

questo nome. La<br />

ricerca applicata di<br />

cui occupiamo non è<br />

quella canonica, la<br />

nostra è un mo<strong>de</strong>llo<br />

di ricerca anomala.<br />

Per certi aspetti è una<br />

ricerca applicata, ma<br />

che esce dallo schema<br />

classico <strong>de</strong>ll’indagine.<br />

Noi ricerchiamo opportunità,<br />

situazioni;<br />

cerchiamo di mettere<br />

in pratica le nostre<br />

esperienze e i nostri<br />

contatti per tirare fuori <strong>de</strong>lle i<strong>de</strong>e innovative,<br />

<strong>de</strong>lle soluzioni a <strong>de</strong>terminati problemi.<br />

Piuttosto che porre all’attenzione <strong>de</strong>lla<br />

politica problemi che la politica non<br />

conosce o magari ignora perché non può<br />

occuparsi di tutto, noi li analizziamo e<br />

cerchiamo soluzioni sostenibili. In quest’ottica<br />

tutto quanto gravita intorno all’arco<br />

alpino, prealpino, alla montagna».<br />

Quali sono i settori maggiormente interessati<br />

dalla vostra ricerca?<br />

«Gli ambiti di nostro interesse gravitano<br />

attorno all’ecologia, all’economia, al sociale,<br />

all’istruzione, alla formazione e all’agricoltura.<br />

Il nostro campo d’azione è a<br />

360°. Irealp è una fondazione che ha sette<br />

anni di vita, quindi è abbastanza giovane,<br />

e nonostante ciò abbiamo maturato<br />

<strong>de</strong>lle esperienze importanti. In alcuni settori<br />

abbiamo anche <strong>de</strong>i punti di eccellenza.<br />

In questi anni, infatti, ci siamo perfezionati<br />

e abbiamo cercato di sfruttare al<br />

meglio tutte le occasioni a nostra disposizione:<br />

abbiamo approfondito tematiche e<br />

settori dove il nostro punto di vista parte<br />

avvantaggiato, con un’avanguardia di apparecchiature,<br />

di strutture, di programmi<br />

e di progetti, che sono presi da esempio<br />

anche da altri».<br />

Avete a che fare anche con l’Europa,<br />

ci può spiegare in che contesto?<br />

«Per ren<strong>de</strong>re competo il quadro <strong>de</strong>vo dire<br />

che Irealp ha tre sedi. Essendo Irealp figlia<br />

<strong>de</strong>lla Legge Valtellina una di queste si trova<br />

a Chiuro, Sondrio, ed è la se<strong>de</strong> legale;<br />

una se<strong>de</strong> amministrativa è a Milano, vicino<br />

al Pirellone<br />

dove è indispensabile<br />

stare, perché<br />

con la Regione<br />

lavoriamo per<br />

un buon 80-<br />

90%; e, infine,<br />

abbiamo un ufficio<br />

a Bruxelles,<br />

sempre in casa<br />

<strong>de</strong>lla <strong>de</strong>legazione<br />

Lombardia, dove<br />

invece abbiamo<br />

un ramo d’azienda<br />

<strong>de</strong>dicato alla<br />

programmazione<br />

europea. Sempre<br />

riguardo all’Europa<br />

e Bruxelles<br />

siamo partner di<br />

un’associazione<br />

(tra virgolette)<br />

‘lobbistica’, di soggetti come Irealp però a<br />

livello europeo, che raccoglie in sé circa<br />

80 partner. Quest’associazione è un organo<br />

di programmazione che agisce direttamente<br />

sulla Commissione europea, quindi<br />

far parte di un organismo di questa le-<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 35<br />

ssoottttoo llaa lleenntte


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 36<br />

sotto la lente<br />

36<br />

vatura è importante, perché ci mette in<br />

condizione di poter, per certi aspetti, far<br />

sentire la nostra voce, piuttosto che di essere<br />

informati e aggiornati al meglio,<br />

piuttosto che essere coinvolti in progetti<br />

strategici e fondamentali».<br />

Come è organizzata Irealp?<br />

«Per andare nello specifico Irealp è strutturata<br />

in divisioni: divisione Servizi, che<br />

raccoglie il servizio global sistem gps, tecnologia<br />

applicata <strong>de</strong>l posizionamento e<br />

<strong>de</strong>lla georeferenziazione attraverso gps oltre<br />

che gestire il progetto Chiuro. Quest’ultimo<br />

è indirizzato alla valorizzazione<br />

<strong>de</strong>lla tipicità <strong>de</strong>i prodotti, che non sono<br />

necessariamente enogastronomici, ma<br />

anche artigianali. La se<strong>de</strong> valtellinese, oltre<br />

che essere se<strong>de</strong> <strong>de</strong>i nostri uffici, è anche<br />

pronta a ricevere questa iniziativa o<br />

Progetto <strong>de</strong>lla Tipicità; divisione <strong>de</strong>l Territorio,<br />

che gestisce direttamente i rapporti<br />

con la presi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>lla Regione<br />

Lombardia.<br />

‘ Abbiamo collaboratori<br />

che lavorano sulla<br />

programmazione europea ’<br />

Questi ultimi<br />

sono normati<br />

da una Convenzione<br />

Quadro a<br />

supporto <strong>de</strong>lle<br />

relazioni con il<br />

nostro socio fondatore oltre che per mantenere<br />

i rapporti con gli enti locali. Perché<br />

la nostra attività è orientata anche a supporto,<br />

a sostegno piuttosto che a titolo<br />

<strong>de</strong>gli enti locali; divisione Europa, si occupa<br />

di programmazione europea, perché<br />

come le dicevo prima abbiamo un ufficio<br />

a Bruxelles con personale <strong>de</strong>dicato. All’interno<br />

<strong>de</strong>lla nostra struttura milanese,<br />

però abbiamo una serie di collaboratori<br />

che lavorano esclusivamente sulla programmazione<br />

europea.<br />

Nel prece<strong>de</strong>nte programma europeo<br />

2000-2007 abbiamo partecipato a circa<br />

una quindicina di progetti di cui sette in<br />

qualità di lea<strong>de</strong>r. I restanti ci hanno visti<br />

protagonisti in qualità di partner e questo<br />

ci ha consentito di acquisire una certa<br />

esperienza, e soprattutto di crearci una rete<br />

di partner a livello europeo molto utile<br />

anche per il futuro. Questa divisione ha il<br />

compito, vista la nuova programmazione<br />

2007-2013, di essere pronta con informazioni<br />

e notizie utili da poter sottoporre<br />

al territorio piuttosto che alla Regione<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Lombardia. Il nostro ruolo, inoltre, va<br />

anche a supportare diverse direzioni generali<br />

nella stesura di progetti. Per quanto<br />

ci riguarda invece è nostra precisa intenzione<br />

continuare a sottoporre le nostre<br />

i<strong>de</strong>e progettuali, e a partecipare alla loro<br />

realizzazione anche con altri e sempre<br />

nuovi soggetti».<br />

Ci può fare <strong>de</strong>gli esempi <strong>de</strong>lla vostra<br />

attività?<br />

«Recentemente ci è stato comunicato che<br />

saremmo partner di questo progetto<br />

piuttosto importante. Ma abbiamo altre<br />

sei o sette iniziative che dovrebbero maturate<br />

da qui alla fine <strong>de</strong>ll’anno. Si tratta<br />

di interventi gestiti non direttamente,<br />

piuttosto che a supporto di altri. Un<br />

esempio è il caso <strong>de</strong>lla Provincia di Bergamo<br />

che abbiamo sollecitato a partecipare<br />

ad un partnerariato per la promozione<br />

<strong>de</strong>i prodotti enogastronomici. Ci<br />

siamo messi a disposizione <strong>de</strong>lla Provincia,<br />

abbiamo steso il<br />

progetto, abbiamo<br />

seguito tutto l’iter<br />

per raggiungere il livello<br />

massimo e che<br />

fosse tale da farci<br />

presumere la vittoria.<br />

Quindi non solo ‘camminiamo’ da<br />

soli, o non solo con la Regione Lombardia,<br />

ma anche a supporto di questi enti<br />

minori che non sempre hanno le capacità<br />

interne per poter esprimere e tradurre<br />

la propria struttura in quella di un progetto<br />

europeo. In altre iniziative siamo<br />

piazzati bene anche con le Università,<br />

piuttosto che con Regioni e altre Province<br />

italiane, o altri soggetti simili ad<br />

Irealp. Questa è tutta l’attività che è sviluppata<br />

nell’ambito <strong>de</strong>lla programmazione<br />

europea e, ripeto, è un’attività molto<br />

importante, perchè grazie ai contatti che<br />

abbiamo a Bruxelles e grazie alla partecipazione<br />

con questa organizzazione siamo<br />

in grado di essere informati sempre in<br />

tempo utile sulle nuove iniziative e candidarci<br />

nei diversi tipi di progettualità».<br />

Che tipo di professionalità lavorano<br />

all’interno <strong>de</strong>ll’istituto?<br />

«Internamente abbiamo figure professionali<br />

che ci sono richieste dalla Regione<br />

Lombardia. Ragazzi giovani, che hanno<br />

sviluppato intelligenza, informazioni e<br />

know out importanti a livello europeo.<br />

Irealp ha la presunzione di saper scrivere<br />

di materia europea e questo ci è riconosciuto<br />

anche dalla Regione. Il nostro ruolo,<br />

come ho già spiegato, è di supportare<br />

gli enti pubblici laddove siano carenti in<br />

materia di programmazione europea,<br />

perché purtroppo non sempre hanno le<br />

condizioni i<strong>de</strong>ali per poter partecipare ad<br />

un bando».<br />

Come è il vostro rapporto con gli enti<br />

pubblici?<br />

«Per quanto ci riguarda non presenta alcun<br />

problema, perché la nostra caratteristica<br />

quella cioè di essere un ente pubblico<br />

di diritto privato, ci consente di avere<br />

un rapporto prioritario con alcune strutture,<br />

come la Regione, e quindi facilitare<br />

alcuni percorsi. Rimane comunque importante<br />

non dimenticare mai, che con le<br />

amministrazioni pubbliche bisogna avere<br />

tanta pazienza, perché i tempi di reazione<br />

non sono paragonabili ai tempi di reazione<br />

di una struttura privata o di una struttura<br />

come la nostra, cioè pubblica ma di<br />

diritto privato. Di fatto, noi ci comportiamo<br />

come una società di servizi privata.<br />

È la burocrazia che rallenta e a volta compromette<br />

certi obiettivi».<br />

Il vostro rapporto con il privato in cosa<br />

consiste?<br />

«Non abbiamo un rapporto consueto con<br />

il privato. L’unico contatto che abbiamo<br />

con i privati è quello condotto con le<br />

azien<strong>de</strong> che producono prodotti tipici,<br />

piuttosto che il privato che vuole sviluppare<br />

una certa attività in montagna e si<br />

avvale <strong>de</strong>lla nostra esperienza per supportare<br />

la sua i<strong>de</strong>a con <strong>de</strong>l materiale scientifico».<br />

Qual è il progetto di cui va più fiero?<br />

«A essere sincero il progetto di cui vado<br />

più fiero è Irealp nel suo insieme. In questi<br />

tre anni in cui sono stato presi<strong>de</strong>nte<br />

infatti, non c’è un fatto particolare che mi<br />

ren<strong>de</strong> orgoglioso. Mi ren<strong>de</strong> particolarmente<br />

orgoglioso il fatto di aver preso in<br />

mano un istituto di ricerca tre anni fa che<br />

non era conosciuto, se non limitatamente<br />

ad alcuni tecnici <strong>de</strong>lla Regione, che si<br />

faticava a capire cosa fosse e che grazie an


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 37<br />

che a me oggi Irealp si posiziona all’interno<br />

<strong>de</strong>lla galassia regionale <strong>de</strong>gli enti strumentali<br />

al pari di altri. Gli stessi miei colleghi<br />

<strong>de</strong>lla regione mi dicevano: ‘Ma cosa<br />

è Irealp?’. Il mio compito negli anni di<br />

presi<strong>de</strong>nza è stata di esten<strong>de</strong>re la conoscenza<br />

<strong>de</strong>ll’istituto il più possibile: presentarla<br />

ai soci fondatori, ai partner. Più<br />

Irealp è conosciuto più produce lavoro.<br />

Riporto <strong>de</strong>i dati: quando ho ereditato la<br />

situazione Irealp aveva poco più di un<br />

milione di euro di bilancio; oggi stiamo<br />

chiu<strong>de</strong>ndo con circa 4 milioni di euro.<br />

Ovviamente questi numeri si traducono<br />

in serie di progetti. Noi attualmente stiamo<br />

gestendo circa 80 progetti di diversa<br />

natura e stiamo creando le condizioni per<br />

continuare e andare oltre, perché non sono<br />

ancora arrivato dove voglio arrivare:<br />

voglio ancora continuare su questa strada<br />

per far crescere ulteriormente l’istituto. In<br />

termini di numeri queste sono le realtà:<br />

un milione di euro di bilancio nel 2005,<br />

tre milioni e mezzo nel 2007, 20 collaboratori<br />

nel 2005, 50 collaboratori oggi, assunti<br />

con contratti di diversa natura, 20<br />

progetti nel 2005, 80 oggi. Tutto sommato<br />

vado fiero di Irealp nel suo insieme».<br />

Dove vuole arrivare Irealp?<br />

«Vorrei arrivare semplicemente a consegnare<br />

questo istituto tra due anni a chi<br />

me lo ha consegnato tre anni fa <strong>de</strong>cisamente<br />

cambiato. Cresciuto diciamo. Il<br />

paragone giusto è che: tre anni fa ho preso<br />

in mano un bambino di qualche anno<br />

e vorrei ren<strong>de</strong>re alla Regione un giovanotto<br />

maturo, milite esente».<br />

Un commento ai tagli che il ministro<br />

Brunetta sta cercando di fare nella<br />

Pubblica amministrazione. Lei cosa<br />

ne pensa?<br />

«La P.A. è ammalata e non saprei nemmeno<br />

io che cure proporre se non una cura<br />

drastica. Quando un malato è grave bisogna<br />

intervenire con metodi a<strong>de</strong>guati.<br />

Purtroppo parlo anche da ex politico e<br />

quindi da ex consigliere regionale. Non<br />

siamo mai riusciti, la politica non è mai<br />

riuscita a trovare la medicina giusta per<br />

questa amministrazione pubblica. Ovviamente<br />

non si può continuare di questo<br />

passo, perché poi alla fine chi ne fa le spese<br />

è il cittadino, cioè l’utente finale che<br />

<strong>de</strong>ve rivolgersi alla pubblica amministrazione<br />

quotidianamente. Io mi auguro<br />

semplicemente che la politica sappia trovare<br />

le cure giuste. Qualche mese fa si inserì<br />

un principio per ridurre il numero<br />

‘ Si doveva fare qualcosa<br />

di diverso, non limitarsi<br />

a ridurre il numero <strong>de</strong>lle<br />

Comunità montane ’<br />

<strong>de</strong>lle Comunità montane per conseguire<br />

un risparmio, ecco io credo che questa sia<br />

la cosa più assurda che si poteva fare. Non<br />

è certo eliminando qualche consiglio di<br />

amministrazione o accorpando le Comunità<br />

montane, che si consegue questo risultato.<br />

O meglio qualche piccolo risultato<br />

si consegue, ma non è questa la malattia<br />

da curare. Dal nostro punto di vista e<br />

qui parlo scientificamente anche come<br />

presi<strong>de</strong>nte di un Istituto di ricerche, si<br />

doveva fare qualche cosa di diverso, non<br />

limitarsi a ridurre drasticamente il numero<br />

<strong>de</strong>lle Comunità montane, ma piuttosto<br />

analizzare il territorio montano. Questo<br />

infatti è stato disegnato nel 1971,<br />

quando partì la riforma <strong>de</strong>lle Comunità<br />

montane e tutt’oggi è rimasto uguale».<br />

Irealp pensa di intervenire in merito?<br />

«Probabilmente ci metteremo al lavoro<br />

come istituto per poter fornire un’analisi<br />

scientifica, fatta autonomamente, per dimostrare<br />

alla politica che dal 1971 il quadro<br />

socio-economico è cambiato e quindi<br />

l’intervento che si doveva fare era di rilevare<br />

la situazione socio-economica di<br />

queste aree comune per comune, intervenendo<br />

poi limitando il riconoscimento di<br />

comuni montani. A quel punto i soli comuni<br />

che oggi presentano quelle caratteristiche<br />

socio economiche che motivano<br />

la loro originalità potranno essere classificati<br />

montani. Questo lavoro purtroppo<br />

non è stato fatto e lo ritengo necessario.<br />

Prima o poi la politica dovrà <strong>de</strong>dicarsi anche<br />

a questo aspetto <strong>de</strong>l fenomeno, perché<br />

così facendo noi scopriremmo che<br />

una buona parte <strong>de</strong>i comuni pe<strong>de</strong>montani<br />

<strong>de</strong>lla Lombardia oramai oggi non hanno<br />

più caratteristiche tali che gli consen-<br />

tano di essere configurati al pari di altri<br />

comuni ubicati in alta montagna. Sarebbe<br />

logico esclu<strong>de</strong>rli dalla fascia montana,<br />

pur rimanendo montani, pur rimanendo<br />

con caratteristiche e con una <strong>de</strong>dizione al<br />

territorio montano che non <strong>de</strong>ve sca<strong>de</strong>re.<br />

In questo modo potremo individuare o<br />

meglio ristringere la fascia montana, che<br />

merita di essere particolarmente osservata<br />

e merita particolari interventi».<br />

Cosa ci aspetta nel futuro?<br />

«Oggi come oggi questi interventi con le<br />

poche risorse, che vengono messe a disposizione<br />

e che vengono spalmate su un<br />

territorio così vasto, difficilmente potranno<br />

far sentire il loro beneficio.<br />

Se la politica un giorno farà questo ragionamento<br />

e quindi arriverà a questa conclusione,<br />

<strong>de</strong>limitando l’area montana che<br />

ha titolo di beneficiare di <strong>de</strong>terminati interventi,<br />

molto probabilmente si inizierà<br />

anche ad invertire una ten<strong>de</strong>nza che purtroppo<br />

continua ad essere quella che da<br />

anni è partita: lo spopolamento <strong>de</strong>lla<br />

montagna. Con l’abbandono da parte<br />

<strong>de</strong>lla gente di montagna di <strong>de</strong>terminate<br />

attività, che una volta consentivano la<br />

manutenzione <strong>de</strong>l territorio, la produzione<br />

di prodotti tipici e il mantenimento di<br />

tutta una serie di situazioni, si per<strong>de</strong>ranno<br />

radici, tradizioni e cultura. Una vita in<br />

montagna costa sacrificio e ten<strong>de</strong>nzialmente<br />

il giovane, soprattutto, cerca di<br />

evitarla per <strong>de</strong>dicarsi a una vita più agiata.<br />

Il giovane cerca di avvicinarsi non tanto<br />

alla città, ma magari a quei paesi pe<strong>de</strong>montani<br />

dove ci sono servizi di prima<br />

qualità, dove si trova lavoro, dove vi è la<br />

possibilità di far crescere una famiglia con<br />

meno sacrificio e, ovviamente, l’alta<br />

montagna paga questo fenomeno in termini<br />

di abbandono e di estinzione <strong>de</strong>lle<br />

attività tradizionali. Questo è un male,<br />

perché così facendo il territorio ne risente.<br />

Non ci rendiamo conto di quello che<br />

costerà poi alla politica, in senso generale,<br />

mantenere o recuperare quella <strong>de</strong>terminata<br />

situazione. Sarà enormemente superiore<br />

a quanto costerebbe oggi riuscire<br />

a mantenere e quindi sovvenzionare la<br />

sentinella di montagna, il cittadino che<br />

abita in alta quota, che fa certe attività,<br />

che mantiene il territorio e che evita che<br />

il territorio <strong>de</strong>gradi».<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong> 37<br />

ssoottttoo llaa lleenntte


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 38<br />

beninformati<br />

38<br />

Seminario a Crema<br />

Lunedì 15 setembre <strong>2008</strong> presso la Sala <strong>de</strong>i Ricevimenti <strong>de</strong>l Comune di<br />

Crema, la Fondazione ‘<strong>de</strong> <strong>Iure</strong> <strong>Publico</strong>’ ha tenuto il Seminario intitolato<br />

‘Il Piano di Governo <strong>de</strong>l Territorio nella legge urbanistica regionale’.<br />

Come relatori <strong>de</strong>l seminario erano<br />

presenti l’avv. Bruno Bianchi, Presi<strong>de</strong>nte<br />

<strong>de</strong>lla Fondazione, l’avv.<br />

Ilaria Groppelli, membro <strong>de</strong>i Comitati<br />

Scientifici <strong>de</strong>lla Fondazione nonché <strong>de</strong>legata<br />

<strong>de</strong>lla Fondazione per la se<strong>de</strong> di Cremona<br />

ed il dott. Benito Cassisi, Giudice<br />

di Pace di Crema.<br />

L’apertura <strong>de</strong>ll’incontro è stata affidata al<br />

dott. Bruno Bruttomesso, Sindaco <strong>de</strong>lla<br />

Città di Crema, che portando i saluti <strong>de</strong>ll’Amministrazione,<br />

ha sottolineato l’importanza<br />

<strong>de</strong>l passaggio dal Piano Regolatore<br />

Generale al Piano di Governo <strong>de</strong>l Territorio<br />

riconoscendo che il convegno organizzato<br />

potrà essere di aiuto per approfondire<br />

un argomento in itinere ed a migliorare<br />

la città di<br />

Crema, ricca di<br />

valori artistici.<br />

Il Vicesindaco<br />

ed assessore comunale<br />

alla<br />

Gestione <strong>de</strong>l<br />

Territorio, Edilizia, Ambiente ed Ecologia,<br />

Dott. Massimo Piazzi, dopo aver ricordato<br />

che nel Comune di Crema sono in corso le<br />

procedure per la stesura ed elaborazione<br />

<strong>de</strong>l nuovo Piano di Governo <strong>de</strong>l Territorio<br />

a cura <strong>de</strong>ll’Arch. Paolo Pomodoro, precisa<br />

che il nuovo strumento di pianificazione<br />

<strong>de</strong>l territorio offerto con l’entrata in vigore<br />

<strong>de</strong>lla L.R. 11 marzo 2005, n. 12 è uno<br />

mezzo di condivisione <strong>de</strong>lla pianificazione<br />

territoriale, condivisione tra pubblico e<br />

privato, andando di fatto ad anticipare il<br />

tema che verrà affrontato poco dopo dall’avv.<br />

Bruno Bianchi.<br />

Normativa in materia di parcheggi<br />

L’avv. Ilaria Groppelli affronta il tema<br />

<strong>de</strong>lla normativa in materia di parcheggi,<br />

materia questa disciplinata nella l.r.<br />

12/2005 agli articoli 66, 67, 68 e 69, distinguendo<br />

tra parcheggi pertinenziali e<br />

non pertinenziali, entrambi qualificati<br />

dal legislatore regionale quali opere di urbanizzazione<br />

gratuite e sollevando il contrasto<br />

sorto tra le previsioni di carattere<br />

regionale e quelle statali, in quanto a livello<br />

statale con la L. 245/2006, è stato<br />

introdotto il comma 2 all’art. 41 sexies,<br />

<strong>de</strong>lla L. 1150/1942, che ha eliminato di<br />

fatto il vincolo di pertinenzialità, vincolo<br />

che invece oggi è ancora presente nella<br />

nostra legge regionale, soprattutto nell’ipotesi<br />

di reperimento di spazi per parcheggi<br />

per interventi edificatori di recupero<br />

ai fini abitativi <strong>de</strong>i sottotetti.<br />

Il Giudice di Pace di Crema, dott. Benito<br />

Cassisi, ricordando un prece<strong>de</strong>nte dibattito<br />

avvenuto a Crema in ordine alla realizzazione<br />

<strong>de</strong>i parcheggi a pagamento <strong>de</strong>l<br />

mercato coperto, parcheggi che in prece<strong>de</strong>nza<br />

erano a titolo gratuito, cita la sentenza<br />

<strong>de</strong>lle Sezioni Unite <strong>de</strong>lla Cassazione<br />

Civile <strong>de</strong>l 09 gennaio 2007, n. 116 nella<br />

quale viene riconosciuto che per un’area a<br />

pagamento <strong>de</strong>bba essere individuata nelle<br />

immediate vi-<br />

‘ L’importanza <strong>de</strong>l passaggio dal<br />

Piano Regolatore Generale al<br />

Piano di Governo <strong>de</strong>l Territorio ’<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

cinanzeun’area idonea libera,<br />

anche se<br />

precisa subito<br />

che l’art. 7,<br />

comma 8, <strong>de</strong>l<br />

Codice <strong>de</strong>lla Strada introduce <strong>de</strong>lle eccezioni<br />

per le aree pedonali, a traffico limitato,<br />

per le zone A e le zone di pregio.<br />

Urbanistica consensuale<br />

Da ultimo, l’intervento <strong>de</strong>ll’avv. Bruno<br />

Bianchi è incentrato sulla nuova modalità<br />

di pianificazione<br />

<strong>de</strong>l territorio fondatasull’urbanistica<br />

consensuale e<br />

sull’amministrazione<br />

per accordi<br />

che trova la sua<br />

maggiore espressione<br />

nella previsione<br />

di cui all’art.<br />

13 <strong>de</strong>lla l.r.<br />

12/2005, dove viene<br />

appunto prevista<br />

la partecipazione<br />

effettiva, preventiva<br />

e non successiva,<br />

<strong>de</strong>l pubblico<br />

alla redazione<br />

ed elaborazione<br />

<strong>de</strong>l nuovo PGT<br />

mediante la pre-<br />

sentazione di proposte o suggerimenti.<br />

L’avv. Bianchi ha posto altresì l’accento<br />

tra la diversità che incorre tra le proposte<br />

ed i suggerimenti, essendo quest’ultimi<br />

riconosciuti dalla giurispru<strong>de</strong>nza amministrativa<br />

come ‘meri apporti collaborativi’<br />

ed in quanto tali non necessitanti di<br />

alcun provvedimento da parte <strong>de</strong>lla P.A.,<br />

diversamente dalle proposte che, inoltrate<br />

al Comune ai sensi <strong>de</strong>ll’art. 11 <strong>de</strong>lla<br />

legge 241 <strong>de</strong>l 1990 sul procedimento amministrativo,<br />

obbligano la P.A. stessa in<br />

primo luogo ad aprire il procedimento<br />

amministrativo con tutti gli incombenti<br />

che seguono ed in secondo luogo a ren<strong>de</strong>re<br />

conto <strong>de</strong>lle proprie <strong>de</strong>terminazioni<br />

sul punto.<br />

Ricorda, inoltre, la prece<strong>de</strong>nte modalità<br />

di pianificazione <strong>de</strong>l territorio, caratterizzata<br />

da un’urbanistica precettiva, durante<br />

la quale l’unico strumento offerto al cittadino<br />

era quello <strong>de</strong>lla presentazione <strong>de</strong>lle<br />

osservazioni che doveva avvenire tra l’adozione<br />

e l’approvazione <strong>de</strong>l P.R.G. Il seminario<br />

termina a seguito di un dibattito<br />

nel quale la questione principale è legata<br />

alla partecipazione <strong>de</strong>l cittadino all’attività<br />

amministrativa che secondo la platea in<br />

sala non è ancora effettiva e riconosciuta<br />

come dovrebbe essere secondo gli intendimenti<br />

<strong>de</strong>l legislatore regionale.<br />

Parcheggi pertinenziali e non pertinenziali: entrambi qualificati<br />

dal legislatore regionale quali opere di urbanizzazione gratuite.


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 39<br />

Idue seminari, intitolati rispettivamente<br />

‘Il ruolo <strong>de</strong>l pianificatore comunale negli<br />

atti di PGT’ e ‘La partecipazione <strong>de</strong>l<br />

cittadino nel procedimento di formazione<br />

<strong>de</strong>l PGT’ hanno invero rappresentato, in<br />

linea con le altre iniziative formative recentemente<br />

realizzate sulla L.R. Lombardia<br />

12/2005, una preziosa occasione per<br />

focalizzare e approfondire le sostanziali innovazioni<br />

introdotte dalla cosid<strong>de</strong>tta ‘urbanistica<br />

consensuale’, con particolare riguardo<br />

al nuovo ruolo <strong>de</strong>l privato all’interno<br />

<strong>de</strong>l percorso di elaborazione <strong>de</strong>l Piano<br />

di Governo <strong>de</strong>l territorio.<br />

Un’esaustiva trattazione di queste tematiche<br />

non poteva ovviamente prescin<strong>de</strong>re da<br />

una analisi <strong>de</strong>i criteri ispiratori <strong>de</strong>lla L.R.<br />

Lombardia 12/2005. Ecco, dunque, il richiamo<br />

alla sussidiarietà principio che,<br />

consi<strong>de</strong>rato nella sua accezione verticale e<br />

orizzontale, trova esemplare attuazione rispettivamente<br />

nel pluralismo di livelli di<br />

governo <strong>de</strong>l territorio previsto dal nuovo<br />

regime e nella collaborazione <strong>de</strong>l privato<br />

nel processo di formazione <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>cisione<br />

amministrativa.<br />

Appuntamento<br />

a Nembro<br />

Partecipazione, perequazione e contrattazione pubblico-privato. Sono questi gli<br />

importanti temi attorno ai quali si sono sviluppati i momenti di approfondimento<br />

organizzati nel mese di settembre a Nembro in stretta collaborazione con il<br />

Coordinamento liberi professionisti <strong>de</strong>l comune bergamasco.<br />

Principio partecipativo<br />

Con riferimento a questo ultimo aspetto<br />

strettamente connesso al principio partecipativo,<br />

il presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>lla Fondazione, avv.<br />

Bruno Bianchi, ha ritenuto di soffermarsi<br />

su due specifiche norme <strong>de</strong>lla legge regionale:<br />

l’articolo 13, comma 2, che contempla<br />

la possibilità per il privato di presentare<br />

suggerimenti e proposte nel percorso di<br />

elaborazione <strong>de</strong>l PGT e l’articolo 2, comma<br />

5, laddove è precisato che il governo<br />

<strong>de</strong>l territorio si caratterizza oltre che per la<br />

partecipazione diffusa <strong>de</strong>i cittadini e <strong>de</strong>lle<br />

loro associazioni anche per la possibile integrazione<br />

<strong>de</strong>i contenuti <strong>de</strong>lla pianificazione<br />

da parte <strong>de</strong>i privati. È proprio sul tema<br />

attinente al ruolo propositivo e costruttivo<br />

<strong>de</strong>l privato all’interno <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>finizione<br />

<strong>de</strong>lle scelte pianificatorie che si incentrano,<br />

in particolare, i profili di innovazione<br />

specialmente in<br />

relazione al superamento <strong>de</strong>ll’amministrare<br />

‘per provvedimenti’<br />

a favore di un amministrare<br />

‘per accordi’.<br />

Impulso allo sviluppo<br />

È precisato che, nel contesto<br />

<strong>de</strong>lla pianificazione territoriale,<br />

tutte le più recenti normative<br />

regionali in materia<br />

di governo <strong>de</strong>l territorio hanno<br />

dato un notevole impulso<br />

allo sviluppo <strong>de</strong>lle pratiche<br />

consensuali accogliendo, seppur<br />

con disposizioni e <strong>de</strong>finizioni<br />

terminologiche diversificate,<br />

il principio <strong>de</strong>l ricorso agli accordi<br />

tra potere pubblico e privato di cui alla<br />

Legge 241/1990 in materia di procedi-<br />

‘ Il governo <strong>de</strong>l territorio si caratterizza<br />

oltre che per la partecipazione<br />

diffusa <strong>de</strong>i cittadini e <strong>de</strong>lle loro<br />

associazioni anche per la possibile<br />

integrazione <strong>de</strong>i contenuti <strong>de</strong>lla<br />

pianificazione da parte <strong>de</strong>i privati ’<br />

mento amministrativo che, come noto,<br />

con la recente riforma <strong>de</strong>l 2005, ha inteso<br />

potenziare l’istituto in questione attraverso<br />

la previsione (ex art. 11) <strong>de</strong>lla portata generale<br />

<strong>de</strong>gli accordi sostitutivi <strong>de</strong>l provvedimento<br />

dapprima circoscritta alle singole<br />

fattispecie previste dalla legge.<br />

Su tali tematiche, si innestano, inevitabilmente,<br />

in quanto istituti preposti al raggiungimento<br />

di più elevati livelli di condivisione<br />

sociale <strong>de</strong>lle scelte pianificatorie, la<br />

perequazione, la compensazione e l’incentivazione.<br />

Nello specifico, la perequazione,<br />

così come disciplinata dall’articolo 11 <strong>de</strong>lla<br />

Il centro di Nembro secondo il Prg<br />

L.R. Lombardia 12/2005, oltre ad attuare<br />

una fondamentale opera di giustizia distributiva<br />

nei confronti di tutti i proprietari -<br />

poiché agli stessi sono<br />

garantiti, a prescin<strong>de</strong>re<br />

dalla <strong>de</strong>stinazione<br />

pubblica o privata<br />

<strong>de</strong>lle aree, i rispettivi<br />

diritti volumetrici di<br />

cui sono titolari - ha<br />

il merito di agevolare<br />

la realizzazione <strong>de</strong>i<br />

servizi e <strong>de</strong>lle infrastrutture.<br />

È evi<strong>de</strong>nte come il nuovo scenario ad oggi<br />

<strong>de</strong>lineatosi impone importanti sfi<strong>de</strong> per<br />

chi è quotidianamente chiamato, nello<br />

svolgimento <strong>de</strong>lla propria attività professionale<br />

e istituzionale, a dare operatività alle<br />

leggi.<br />

Solo una rinnovata cultura giuridico-amministrativa<br />

potrà garantire un’applicazione<br />

virtuosa <strong>de</strong>lla normativa ossia rispettosa<br />

<strong>de</strong>i percorsi che il legislatore si è proposto,<br />

per sviluppare le straordinarie prospettive<br />

di sviluppo e crescita socio-economica che<br />

noi tutti avvertiamo nel ‘Governo <strong>de</strong>l Territorio’.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

39<br />

beniinformatii


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 40<br />

case history<br />

40<br />

Rivoluzione nella P.A.<br />

PER TUTTI<br />

Anche i piccoli enti <strong>de</strong>vono trovare al loro interno la spinta verso una<br />

rinnovata responsabilità <strong>de</strong>gli operatori.<br />

Paola Trombetta*<br />

Che dopo il tortuoso cammino per<br />

il risanamento <strong>de</strong>ll’Alitalia si riesca<br />

addirittura a ‘far volare’ anche<br />

l’azienda Pubblica Amministrazione<br />

italiana? È questo il progetto alquanto<br />

ambizioso che pare il D.L. 112/<strong>2008</strong>,<br />

meglio conosciuto come ‘Decreto Brunetta’,<br />

convertito nella L. 133 <strong>de</strong>l 6 agosto<br />

<strong>2008</strong>, voglia effettivamente raggiungere.<br />

E in breve tempo. Indubbiamente<br />

le prescrizioni <strong>de</strong>l Decreto<br />

112 mettono al bando le<br />

cattive abitudini che, è<br />

cronaca quotidiana, spesso<br />

offuscano tristemente<br />

la reputazione <strong>de</strong>lla Pubblica<br />

Amministrazione e<br />

rappresentano sì uno<br />

strumento assai severo ma<br />

anche idoneo per rilanciare<br />

con nuovo spirito manageriale<br />

la gestione <strong>de</strong>lla<br />

‘res publicae’.<br />

Vera novità<br />

La vera novità nell’approccio<br />

<strong>de</strong>l legislatore è<br />

quella di voler applicare<br />

alla Pubblica Amministrazione,<br />

a tutti i suoi livelli,<br />

un mo<strong>de</strong>llo gestionale<br />

e organizzativo sempre<br />

più simile a quello di tipo privatistico,<br />

con l’obiettivo di incrementare il livello<br />

di responsabilizzazione di dipen<strong>de</strong>nti<br />

(e anche <strong>de</strong>gli amministratori) nei<br />

confronti <strong>de</strong>lle Istituzioni e <strong>de</strong>i cittadini<br />

e migliorare la produttività stessa <strong>de</strong>lle<br />

amministrazioni.<br />

Immaginiamo la Pubblica Amministrazione<br />

come una gran<strong>de</strong> azienda nazionale,<br />

con ‘filiali’ di dimensioni più o meno<br />

importanti, sparse capillarmente su tutto<br />

il territorio.<br />

Immaginiamo ora di essere nei panni di<br />

un manager incaricato di verificarne la<br />

complessiva produttività.<br />

Immaginiamo anche come, dopo una<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

verifica <strong>de</strong>lla situazione generale <strong>de</strong>ll’azienda,<br />

a quel manager non resti che…<br />

mettersi le mani tra i capelli, rimboccarsi<br />

le maniche e trovare un modo concreto<br />

per dare nuova vitalità alla sua azienda,<br />

anche con metodi piuttosto rigorosi.<br />

Sostanzialmente è questo che l’attuale<br />

governo si propone di fare nei confronti<br />

<strong>de</strong>lla Pubblica Amministrazione, agendo<br />

dal suo interno.<br />

Risanamento <strong>de</strong>ll’azienda P.A.<br />

Per avviare un reale programma di risanamento<br />

<strong>de</strong>ll’azienda Pubblica Amministrazione<br />

è fondamentale rilevare che<br />

l’effettiva dotazione di capitale umano è<br />

mediamente a<strong>de</strong>guata alle esigenze organizzative<br />

<strong>de</strong>gli enti, e soprattutto è apprezzabile<br />

il tasso di scolarità che allineano<br />

le risorse umane <strong>de</strong>lla nostra Pubblica<br />

Amministrazione al settore privato. Se<br />

non potenzialmente migliore.<br />

Purtroppo però a fronte di questa potenzialità<br />

non esiste altrettanta produttività<br />

<strong>de</strong>i dipen<strong>de</strong>nti pubblici, e l’efficienza<br />

media <strong>de</strong>lle organizzazioni pubbliche è di<br />

livello assai inferiore rispetto agli indici di<br />

Scorcio di Carate Urio<br />

funzionamento e rendimento <strong>de</strong>l privato.<br />

Questa situazione <strong>de</strong>riva principalmente<br />

da forme organizzative ina<strong>de</strong>guate, nelle<br />

quali la trasparenza e la comunicazione<br />

con il cittadino-utente sono per lo più<br />

inesistenti. Alla luce di queste consi<strong>de</strong>razioni,<br />

il rilancio <strong>de</strong>lla Pubblica Amministrazione<br />

italiana <strong>de</strong>ve principalmente<br />

puntare sulla responsabilizzazione <strong>de</strong>gli<br />

operatori e sulla revisione profonda <strong>de</strong>i<br />

processi produttivi <strong>de</strong>lle<br />

amministrazioni, con l’obiettivo<br />

di ottenere un livello<br />

quali-quantitativo<br />

<strong>de</strong>i servizi erogati che soddisfi<br />

realmente e concretamente<br />

i bisogni <strong>de</strong>l cittadino-utente.<br />

Comuni: la maggioranza<br />

sono piccoli<br />

In Italia i Comuni interessati<br />

da questa rivoluzione<br />

organizzativa sono circa<br />

8000, di cui i 3/4 al di sotto<br />

<strong>de</strong>i 5000 abitanti. Sono<br />

i cosid<strong>de</strong>tti ‘Piccoli Comuni’,<br />

ma rappresentano una<br />

parte sostanziale <strong>de</strong>l complesso<br />

sistema <strong>de</strong>lla Pubblica<br />

Amministrazione.<br />

È chiaro che in un piccolo<br />

ente, con strutture organizzative elementari<br />

e un organico spesso ridotto ai minimi<br />

termini, le prescrizioni <strong>de</strong>l D.L.<br />

112/<strong>2008</strong> possono risultare un ulteriore<br />

vincolo ad una gestione già non semplice.<br />

Ma anche i piccoli enti <strong>de</strong>vono trovare al<br />

loro interno la spinta verso una rinnovata<br />

responsabilità <strong>de</strong>gli operatori, valorizzandone<br />

professionalità e capacità individuali,<br />

anche attraverso una loro riallocazione<br />

strategica all’interno <strong>de</strong>gli uffici,<br />

affinché i servizi resi all’esterno siano<br />

sempre più a<strong>de</strong>guati agli standards richiesti<br />

da tutte le persone (privati, professionisti,<br />

etc…) che quotidianamente<br />

entrano in contatto con la P.A.


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 41<br />

Le tre ‘E’<br />

Per questi motivi è importante che i Comuni,<br />

anche i piccoli comuni, si muovano<br />

verso una gestione che si ispiri al<br />

mo<strong>de</strong>llo <strong>de</strong>lle ‘tre E’ (Efficacia, Efficienza,<br />

Economicità).<br />

A differenza <strong>de</strong>lle apparenze, questo<br />

semplice ma efficace mo<strong>de</strong>llo gestionale<br />

non è di così difficile attuazione.<br />

Spesso è sufficiente applicare il solo<br />

buon senso nell’adottare comportamenti<br />

e <strong>de</strong>cisioni e agire secondo i doveri<br />

che, all’interno <strong>de</strong>lle istituzioni, ognuno<br />

è chiamato a rispettare.<br />

Altre volte applicare questo mo<strong>de</strong>llo significa<br />

ricercare una flessibilità gestionale<br />

tanto necessaria quanto fortemente limitata<br />

da un tradizionale sistema burocratico<br />

e normativo ineludibile, che sovente<br />

ren<strong>de</strong> pesanti ed eccessivamente<br />

lunghi processi amministrativi che dovrebbero<br />

esaurire il proprio iter in un<br />

tempo limitato.<br />

Inoltre la complessità e macchinosità di<br />

taluni processi burocratici porta ad una<br />

inevitabile diminuzione <strong>de</strong>lla trasparenza<br />

di cui invece dovrebbero caratterizzarsi.<br />

Ecco perché, mai come oggi, è indispensabile<br />

avere e formare professionisti<br />

capaci di muoversi con disinvoltura all’interno<br />

di un labirinto normativo<br />

complesso, in grado di coniugare con<br />

sufficiente elasticità mentale le esigenze<br />

<strong>de</strong>l Privato con i vincoli <strong>de</strong>l Pubblico e<br />

con l’obiettivo di portare a concreto<br />

compimento una ‘mission’ i<strong>de</strong>ntificata a<br />

livello politico che diventa qualificante<br />

<strong>de</strong>ll’intera gestione amministrativa.<br />

All’efficacia e all’efficienza manca un<br />

elemento essenziale, se non sono affiancate<br />

dall’economicità di un’azione.<br />

Buona amministrazione<br />

Economicità intesa nel duplice significato<br />

di ‘spen<strong>de</strong>re meno’ e ‘spen<strong>de</strong>re meglio’.<br />

In questo senso il Decreto 112/<strong>2008</strong><br />

pone particolare attenzione al costo <strong>de</strong>l<br />

personale con un energico intervento<br />

per un effettivo contenimento <strong>de</strong>i costi.<br />

Tagli quindi a incarichi temporanei, a<br />

consulenze di professionisti esterni all’ente,<br />

alle assunzioni di nuovo personale<br />

a meno che non si rispettino rigidi<br />

parametri di riferimento e che valutano<br />

la gestione finanziaria complessiva <strong>de</strong>ll’ente.<br />

Si favorisce una sistema di ‘incentivazione’<br />

al pensionamento <strong>de</strong>l personale che<br />

ha raggiunto l’età pensionabile e si limita<br />

contemporaneamente il turn over.<br />

È apprezzabile rilevare come sia stato riservato<br />

un riguardo speciale, forse mai<br />

visto prima, ai Piccoli Comuni.<br />

Ripren<strong>de</strong>ndo e approfon<strong>de</strong>ndo i contenuti<br />

<strong>de</strong>lla Legge Finanziaria per il <strong>2008</strong>,<br />

la Legge 133/<strong>2008</strong> preve<strong>de</strong> infatti una<br />

serie di <strong>de</strong>roghe in materia di gestione<br />

<strong>de</strong>l personale per i comuni al di sotto<br />

<strong>de</strong>i 5000 abitanti, che hanno modo di<br />

potersi muovere con un minimo di flessibilità<br />

in più seppur nel rispetto di<br />

parametri ben <strong>de</strong>finiti.<br />

Nessuna <strong>de</strong>roga è invece fatta in materia<br />

di controllo a nessun ente, sia esso di<br />

piccole o grandi dimensioni.<br />

‘ È apprezzabile rilevare<br />

come sia stato riservato<br />

un riguardo speciale,<br />

forse mai visto prima,<br />

ai Piccoli Comuni ’<br />

Controllo rafforzato<br />

Il controllo da parte <strong>de</strong>lla Corte <strong>de</strong>i<br />

Conti risulta rafforzato, mentre si ribadisce<br />

l’obbligo ad una rendicontazione<br />

verso il cittadino-cliente attraverso la<br />

pubblicazione on-line di particolari e<br />

indicative informazioni gestionali.<br />

L’obbligo di ren<strong>de</strong>re note, per esempio,<br />

le retribuzioni <strong>de</strong>i dirigenti o gli incarichi<br />

esterni affidati a professionisti, ren<strong>de</strong><br />

perfettamente l’i<strong>de</strong>a <strong>de</strong>l nuovo tipo di<br />

controllo a cui le amministrazioni sono<br />

sottoposte: la valutazione <strong>de</strong>l cittadino,<br />

che in questo modo per<strong>de</strong> la tradizionale<br />

figura di soggetto passivo per diventare<br />

un nuovo stimolo di controllo e di valutazione<br />

<strong>de</strong>l gradimento <strong>de</strong>ll’azione<br />

amministrativa.<br />

Questi obblighi vogliono aumentare il<br />

livello di responsabilità nei confronti <strong>de</strong>i<br />

cittadini, ren<strong>de</strong>ndo molto più trasparente<br />

la gestione <strong>de</strong>gli enti nel suo complesso<br />

e introducendo un nuovo strumento<br />

di contenimento <strong>de</strong>i costi in materia<br />

di incarichi esterni che, come è noto,<br />

in molte realtà ha assunto connotazioni<br />

di triste fenomeno di spreco di <strong>de</strong>naro<br />

pubblico.<br />

Obbligando le autonomie locali in genere<br />

a dotarsi di sito internet per la pubblicazione<br />

di queste informazioni, si<br />

evi<strong>de</strong>nzia anche la volontà di introdurre<br />

un nuovo concetto di comunicazione<br />

esterna.<br />

Il cittadino <strong>de</strong>ve sapere<br />

Oggi infatti i tradizionali mezzi di informazione<br />

si rivelano insufficienti a<br />

raggiungere il giusto target di utenti <strong>de</strong>lla<br />

Pubblica Amministrazione, che va<br />

ampliandosi sempre più se soprattutto si<br />

valuta non solo il cittadino ma anche<br />

tutti i professionisti che con la Pubblica<br />

Amministrazione lavorano quotidianamente.<br />

Per garantire un buon livello di comunicazione<br />

e informazione all’esterno, è indispensabile<br />

introdurre nuovi strumenti,<br />

implementando i tradizionali con<br />

tutto quanto la tecnologia mette a disposizione<br />

con un ottimo rapporto di costo-utilità.<br />

La rete è un ottimo mezzo per diffon<strong>de</strong>re<br />

capillarmente informazioni utili circa<br />

l’organizzazione <strong>de</strong>gli enti, la funzione<br />

<strong>de</strong>gli uffici, notizie sugli gli iter amministrativi<br />

da seguire per ve<strong>de</strong>re soddisfatti<br />

i propri particolari bisogni nel più<br />

breve tempo possibile.<br />

Creare un più stretto rapporto con il<br />

Privato cittadino, mettendolo in condizioni<br />

di poter operare in modo semplice<br />

e veloce con la Pubblica Amministrazione.<br />

Sarà poi indispensabile avviare un percorso<br />

di sperimentazione di buone pratiche,<br />

da condivi<strong>de</strong>re tra gli enti, per il<br />

raggiungimento di specifici obiettivi.<br />

Non dimentichiamo che nella Pubblica<br />

Amministrazione, oggi tanto criticata,<br />

esistono però anche realtà che vantano<br />

livelli organizzativi e gestionali di tutto<br />

rispetto.<br />

E per quanto possa risultare bizzarro acca<strong>de</strong><br />

in particolar modo tra i piccoli comuni.<br />

Infatti è proprio in queste realtà<br />

dove il contatto con il cittadino-utente è<br />

costante e la rilevazione <strong>de</strong>i problemi è<br />

praticamente immediata. Inoltre l’attribuzione<br />

di specifiche responsabilità <strong>de</strong>i<br />

processi produttivi non è un concetto<br />

astratto, bensì una pratica reale e concreta<br />

in quanto ogni operatore è direttamente<br />

responsabile <strong>de</strong>l proprio operato.<br />

Nel mondo <strong>de</strong>i piccoli comuni è importante<br />

e indispensabile sviluppare le capacità<br />

<strong>de</strong>i professionisti che vi operano,<br />

che necessariamente <strong>de</strong>vono acquisire le<br />

conoscenze fondamentali per poter gestire<br />

più materie in modo efficace. È<br />

molto probabile, per questi motivi, che<br />

la vera spinta al rinnovamento parta<br />

proprio dai piccoli enti, e che la rivoluzione<br />

organizzativa si sviluppi dal basso<br />

per andare verso il vertice <strong>de</strong>lla macchina<br />

amministrativa italiana.Con questa<br />

riforma il compito che viene affidato<br />

oggi alle pubbliche amministrazioni è<br />

quello di tornare ad essere strumenti essenziali<br />

per la crescita civile, sociale e<br />

economica <strong>de</strong>l Paese.<br />

*Paola Trombetta,<br />

Responsabile <strong>de</strong>ll’Area Bilancio e Affari<br />

generali <strong>de</strong>l Comune di Carate Urio<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

41<br />

ccaassee hiistoorryy


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 42<br />

ccasistiica giurispru<strong>de</strong>enza dottrrinaa a cura <strong>de</strong>l comitato scientifico<br />

42<br />

Autorizzazione<br />

paesaggistica<br />

DOTTRINA: l’articolo 80 <strong>de</strong>lla L.R. Lombardia 12/2005<br />

<strong>de</strong>linea il riparto <strong>de</strong>lle funzioni amministrative<br />

relative al rilascio <strong>de</strong>lla autorizzazione paesaggistica<br />

e all’irrogazione <strong>de</strong>lle sanzioni di cui agli articoli<br />

146, 159 e 167 <strong>de</strong>l d. lgs. 42/2004.<br />

La norma attribuisce competenza generale<br />

ai Comuni con riserva agli altri<br />

enti - ovvero regione, provincia ed<br />

enti gestori <strong>de</strong>i parchi - <strong>de</strong>lle competenze<br />

residuali in relazione agli interventi e opere<br />

tassativamente elencati nei commi 2, 3,<br />

4 e 5. 1<br />

L’approfondimento <strong>de</strong>l tema relativo all’esercizio<br />

<strong>de</strong>lle funzioni amministrative in<br />

materia paesistica impone di chiarire alcuni<br />

aspetti in connessione alle recenti modifiche<br />

apportate al Codice <strong>de</strong>i beni culturali<br />

<strong>de</strong>l Paesaggio (D.lgs. 22 gennaio 2004<br />

n. 22) dal Decreto correttivo 26 marzo<br />

<strong>2008</strong> n. 63 che, in vista di un rafforzamento<br />

<strong>de</strong>lla tutela <strong>de</strong>l paesaggio, innova in<br />

materia di nozione, pianificazione paesaggistica<br />

e regime <strong>de</strong>lle autorizzazioni.<br />

Rileva, per quanto in tale se<strong>de</strong> interessa, il<br />

nuovo iter2 concernente il rilascio <strong>de</strong>ll’autorizzazione<br />

paesaggistica con particolare<br />

riferimento alla competenza. Sono, invero,<br />

introdotte significative modificazioni<br />

quanto ai limiti di <strong>de</strong>legabilità, da parte<br />

<strong>de</strong>lle regioni, <strong>de</strong>lla funzione di autorizzazione<br />

paesaggistica la quale compete a province,<br />

a forme associative e di cooperazione<br />

fra enti locali… ovvero ai comuni purché gli<br />

enti <strong>de</strong>stinatari <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>lega dispongano di<br />

strutture in grado di assicurare un a<strong>de</strong>guato<br />

livello di competenze tecnico-scientifiche<br />

nonché di garantire la differenziazione tra<br />

attività di tutela paesaggistica ed esercizio di<br />

funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia.<br />

Delegabilità ai Comuni<br />

Secondo quanto appunto disposto dal<br />

nuovo comma 6 <strong>de</strong>ll’articolo 146 la <strong>de</strong>legabilità<br />

ai Comuni <strong>de</strong>l potere autorizzatorio<br />

è subordinata alla necessaria presenza<br />

all’interno di essi di a<strong>de</strong>guate condizioni<br />

organizzative che assicurino, attraverso la<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

distinzione tra valutazioni urbanistico-edilizie<br />

e valutazioni paesaggistiche, la specificità<br />

<strong>de</strong>lla cura <strong>de</strong>l paesaggio rispetto ad<br />

altri interessi pubblici relativi al governo<br />

<strong>de</strong>l territorio. L’articolo 159 <strong>de</strong>l Codice<br />

preve<strong>de</strong> che le regioni <strong>de</strong>bbano provve<strong>de</strong>re<br />

alla verifica <strong>de</strong>lla sussistenza nei soggetti<br />

<strong>de</strong>legati all’esercizio <strong>de</strong>lla funzione autorizzatoria<br />

<strong>de</strong>i requisiti di organizzazione e<br />

di competenza tecnico-scientifica di cui all’articolo<br />

146 comma 6 apportando le<br />

eventuali necessarie modificazioni all’assetto<br />

<strong>de</strong>lla funzione <strong>de</strong>legata. Il mancato a<strong>de</strong>mpimento<br />

<strong>de</strong>lla verifica di tali requisiti da<br />

parte <strong>de</strong>lle Regioni comporta, ai sensi <strong>de</strong>l<br />

sopraccitato articolo, la <strong>de</strong>ca<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>lle relative<br />

<strong>de</strong>leghe paesaggistiche in essere. Al<br />

fine di evitare tale eventualità, il 6 agosto<br />

<strong>2008</strong> la Regione Lombardia ha approvato,<br />

con la d.g.r. n. VIII/7977, i criteri cui gli<br />

enti locali titolari <strong>de</strong>lle funzioni in materia<br />

paesistica (articolo 80 <strong>de</strong>lla L.R. Lombardia<br />

12/2005) dovranno conformarsi allo<br />

scopo di continuare a esercitare le funzioni<br />

me<strong>de</strong>sime successivamente al 31 dicembre<br />

<strong>2008</strong>. In ossequio alle prescrizioni<br />

contenute nell’articolo 146, comma 6, <strong>de</strong>l<br />

Codice <strong>de</strong>i Beni culturali e <strong>de</strong>l Paesaggio,<br />

è necessario che tali enti assicurino - come<br />

espressamente affermato nella sopra richiamata<br />

<strong>de</strong>libera - sia un livello di competenza<br />

tecnico-scientifica sia una differenziazione<br />

<strong>de</strong>lle valutazioni paesaggistiche da<br />

quelle edilizie.<br />

‘ Commissione <strong>de</strong>l paesaggio<br />

composta da soggetti aventi<br />

particolare e qualificata<br />

esperienza nella tutela<br />

paesaggistica e ambientale ’<br />

La Commissione <strong>de</strong>l paesaggio<br />

Rileva, a tal proposito, l’articolo 81 <strong>de</strong>lla<br />

L.R. Lombardia 12/2005 che sancisce<br />

l’obbligo per gli enti titolari di funzioni<br />

amministrative riguardanti l’autorizzazione<br />

paesaggistica di istituire e disciplinare<br />

(entro sei mesi dall’entrata in vigore <strong>de</strong>lla<br />

normativa regionale) una Commissione <strong>de</strong>l<br />

paesaggio composta da soggetti aventi particolare<br />

e qualificata esperienza nella tutela<br />

paesaggistica e ambientale. 3<br />

Nella d.g.r VIII/7977 si richiama tale obbligatorietà<br />

ritenendo che i requisiti di cui<br />

al nuovo procedimento autorizzatorio siano<br />

soddisfatti a seguito <strong>de</strong>lla nomina e istituzione<br />

<strong>de</strong>lla Commissione, organismo,<br />

appunto, che per livello di competenza tecnico-scientifica<br />

risulta atto a garantire una<br />

idonea valutazione <strong>de</strong>gli aspetti paesaggistici<br />

in forma autonoma rispetto all’attività<br />

istruttoria urbanistico edilizia.<br />

A ciò si aggiunga, quale ulteriore elemento<br />

atto a soddisfare i requisiti di cui sopra,<br />

il parere vincolante <strong>de</strong>lla Soprainten<strong>de</strong>nza<br />

relativo agli interventi da eseguirsi su immobili<br />

e aree sottoposti a tutela (articolo<br />

146 comma 5 <strong>de</strong>l Codice). 4<br />

Affinché la Regione possa a<strong>de</strong>mpiere alla<br />

verifica di cui all’articolo 159, comma 1,<br />

<strong>de</strong>l Decreto Legislativo 42/2004, gli Enti<br />

locali sono pertanto tenuti a conformarsi<br />

ai criteri <strong>de</strong>lineati nella sopra richiamata<br />

<strong>de</strong>libera trasmettendo, entro il 14 novembre<br />

<strong>2008</strong>, la documentazione relativa alla<br />

istituzione, disciplina e nomina <strong>de</strong>lla Commissione<br />

per il paesaggio nonché gli atti dai<br />

quali risulti l’individuazione <strong>de</strong>lla struttura


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 43<br />

tecnica-specifica professionalità cui sono<br />

assegnati i compiti di istruttoria tecnicoamministrativa<br />

<strong>de</strong>lle richieste di autorizzazione<br />

paesaggistica. Pertanto gli enti<br />

<strong>de</strong>legati che, sulla base <strong>de</strong>i criteri <strong>de</strong>finiti<br />

nell’Allegato 1, non avranno ottemperato<br />

agli obblighi di cui sopra non<br />

potranno svolgere, successivamente al<br />

31 dicembre <strong>2008</strong> le funzioni paesaggistiche<br />

loro assegnate.<br />

Note al testo<br />

1 Il comma 3, che disciplina le competenze in materia paesistica<br />

in capo alle Province, è stato modificato dalla L.R. 4/<strong>2008</strong>.<br />

Le funzioni amministrative inerenti a interventi di trasformazione<br />

<strong>de</strong>l bosco sono ora esercitate, nei territori compresi<br />

all’interno <strong>de</strong>i perimetri <strong>de</strong>lle comunità montane, dagli enti gestori<br />

<strong>de</strong>lle comunità montane (nuovo comma 3 bis).<br />

2 Alla luce <strong>de</strong>lle nuove modificazioni la Soprainten<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>ve<br />

emettere un parere vincolante preventivo circa la conformità<br />

<strong>de</strong>ll’intervento ai piani paesaggistici e alle aree sottoposte<br />

a vincolo. Tale parere diventa meramente obbligatorio<br />

all’avvenuto a<strong>de</strong>guamento <strong>de</strong>gli strumenti urbanistici<br />

alle prescrizioni <strong>de</strong>i piani paesaggistici.<br />

Deve evi<strong>de</strong>nziarsi, altresì, quanto al procedimento <strong>de</strong>l rilascio,<br />

una riduzione, da 60 a 45 giorni, <strong>de</strong>l termine per la formulazione<br />

<strong>de</strong>lla <strong>de</strong>cisione da parte <strong>de</strong>lla Soprainten<strong>de</strong>nza<br />

(comma 8) Decorso tale termine può essere in<strong>de</strong>tta una<br />

Conferenza di servizi ove la Soprainten<strong>de</strong>nza me<strong>de</strong>sima ha<br />

ancora a disposizione 15 giorni per emettere il parere. In<br />

ogni caso, <strong>de</strong>corsi sessanta giorni dalla ricezione <strong>de</strong>gli atti da<br />

parte <strong>de</strong>l Soprainten<strong>de</strong>nte, l’amministrazione competente provve<strong>de</strong><br />

sulla domanda di autorizzazione (comma 9 articolo 146).<br />

3 Tale obbligatorietà è altresì ribadita nella d.g.r 15 marzo<br />

2006 n. VIII/ 2121 relativa ai ‘Criteri e procedure per l’esercizio<br />

<strong>de</strong>lle funzioni amministrative in materia di tutela<br />

<strong>de</strong>i beni paesaggistici’ emanati in attuazione <strong>de</strong>ll’articolo<br />

84 <strong>de</strong>lla L.R. 12/2005.<br />

4 Il comma 7 <strong>de</strong>ll’articolo 146 preve<strong>de</strong> che ‘… l’amministrazione<br />

effettuati gli accertamenti circa la conformità <strong>de</strong>ll’intervento<br />

proposto con le prescrizioni contenue nei provvedimenti<br />

di dichiarazione di interesse pubblico e nei piani<br />

paesaggistici trasmette al soprinten<strong>de</strong>nte la documentazione<br />

presentata dall’interessato accompagnandola con una relazione<br />

tecnica illustrativa’ al fine di acquisire il parere vincolante<br />

di cui al comma 5 <strong>de</strong>l me<strong>de</strong>simo articolo’.<br />

Nasce il Corso di specializzazione<br />

‘LA TUTELA DEL PAESAGGIO NELLA L.R. LOMBARDIA 12/2005’<br />

La Fondazione ‘<strong>de</strong> iure publico’ organizza un percorso formativo <strong>de</strong>dicato all’approfondimento<br />

<strong>de</strong>lla disciplina <strong>de</strong>l paesaggio all’interno <strong>de</strong>l nuovo sistema pianificatorio <strong>de</strong>lineato dalla L.R.<br />

Lombardia 12/2005. La tutela <strong>de</strong>l valore paesaggistico nel territorio regionale è garantita dalla<br />

pianificazione territoriale e urbanistica attraverso un regime improntato alla collaborazione e al<br />

coordinamento fra i vari enti ove, in particolare, il Piano Territoriale Regionale costituisce, in relazione<br />

alla sua valenza di piano territoriale paesaggistico (artt. 19 e 76), quadro di riferimento<br />

per gli altri atti di governo <strong>de</strong>l territorio nelle scelte di salvaguardia e valorizzazione <strong>de</strong>l paesaggio.<br />

Diventa, quindi, estremamente importante - consi<strong>de</strong>rata anche la recente approvazione<br />

<strong>de</strong>lla proposta di PTR da parte <strong>de</strong>lla Giunta regionale che è attualmente al vaglio <strong>de</strong>l Consiglio<br />

per la sua formale adozione e approvazione - analizzare sotto il profilo giuridico i rapporti che<br />

intercorrono fra gli strumenti di pianificazione nonché il riparto <strong>de</strong>lle funzioni amministrative in<br />

materia paesistica assegnate ai vari enti dalla normativa regionale lombarda. Tali temi saranno<br />

affrontati, ovviamente, a partire da una preliminare e accurata analisi <strong>de</strong>l quadro normativo nazionale<br />

vigente, con specifico riferimento al Codice <strong>de</strong>i beni Culturali e <strong>de</strong>l Paesaggio che, a seguito<br />

<strong>de</strong>ll’emanazione <strong>de</strong>l <strong>de</strong>creto correttivo. 26 marzo <strong>2008</strong> n. 63, contempla sostanziali innovazioni<br />

quanto al procedimento di individuazione <strong>de</strong>i beni paesaggistici, al procedimento relativo<br />

al rilascio <strong>de</strong>lla autorizzazione paesaggistica e alle forme di tutela <strong>de</strong>l paesaggio.<br />

1 a LEZIONE<br />

LA DISCIPLINA DEL PAESAGGIO TRA DIRITTO COMUNITARIO E DIRITTO NAZIONALE<br />

- Convenzione Europea sul Paesaggio (CEP): natura giuridica e principi fondamentali<br />

- L’attuazione <strong>de</strong>lla CEP nel nostro ordinamento alla luce <strong>de</strong>i nuovi riferimenti costituzionali<br />

sulla tutela <strong>de</strong>ll’ambiente<br />

- L’evoluzione <strong>de</strong>l contesto legislativo nazionale in materia di tutela <strong>de</strong>l paesaggio: richiami<br />

principali<br />

- Codice <strong>de</strong>i beni culturali e <strong>de</strong>l paesaggio: concetto di paesaggio, piani paesaggistici, procedimento<br />

relativo al rilascio <strong>de</strong>ll’autorizzazione paesaggistica<br />

- Le recenti modifiche introdotte dal D.Lgs 26 marzo <strong>2008</strong> n. 63: rafforzamento <strong>de</strong>lla tutela<br />

<strong>de</strong>l paesaggio<br />

2 a LEZIONE<br />

LA PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA NELLA L.R. 12/2005: funzioni regionali<br />

- Dichiarazione di notevole interesse pubblico di aree e di immobili (artt. 74 e 75)<br />

- Il Piano Territoriale Regionale: natura ed effetti di piano paesaggistico<br />

- Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (approvato con d.c.r. 6 marzo 2001 n.VII/197)<br />

- Aggiornamenti e integrazioni <strong>de</strong>l PTPR: quadro di riferimento paesistico e indirizzi di tutela<br />

(d.g.r 16 gennaio <strong>2008</strong> n. 6447)<br />

- Proposta di revisione normativa <strong>de</strong>l PTPR nell’ambito <strong>de</strong>lla sezione ‘Piano Paesaggistico’<br />

<strong>de</strong>l PTR<br />

3 a LEZIONE<br />

IL RAPPORTO FRA I DIVERSI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE<br />

- La cogenza <strong>de</strong>l PTR in relazione alla competenza <strong>de</strong>gli altri enti locali in materia di tutela<br />

<strong>de</strong>l paesaggio.<br />

- Il piano paesaggistico come atto di coordinamento<br />

- Il ruolo <strong>de</strong>lla pianificazione provinciale nella tutela <strong>de</strong>l paesaggio<br />

- I contenuti paesaggistici e compiti <strong>de</strong>l PTCP nel piano <strong>de</strong>l paesaggio lombardo<br />

- L’efficacia prevalente e prescrittiva <strong>de</strong>lle previsioni <strong>de</strong>l PTCP in materia di tutela <strong>de</strong>i beni<br />

ambientali e paesaggistici sugli atti di pgt<br />

4 a LEZIONE<br />

L’AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA<br />

- Beni soggetti al regime autorizzatorio<br />

- Interventi non soggetti ad autorizzazione<br />

- Il procedimento di rilascio <strong>de</strong>ll’autorizzazione paesaggistica e tutela giurisdizionale.<br />

- Ripartizione <strong>de</strong>lle funzioni amministrative (art. 80 L.R. Lombardia 12/2005): competenze<br />

comunali, provinciali e regionali<br />

- Parchi e aree naturali protette: regime autorizzatorio<br />

- La D.g.r 15 marzo 2006 n. 8/2121 ‘Crtiteri per l’esercizio <strong>de</strong>lle funzioni amministrative in materia<br />

di tutela <strong>de</strong>i beni paesaggistici in attuazione <strong>de</strong>lla legge regionale 11 marzo 2005 n. 12’<br />

5 a LEZIONE<br />

RICHIAMI ALLA DISCIPLINA PENALE<br />

- Il regime sanzionatorio<br />

- La tutela penale prima e dopo l’abrogazione <strong>de</strong>ll’articolo 163 <strong>de</strong>l TU (d.lgs. 490/99) ad<br />

opera <strong>de</strong>l ‘Codice Urbani’ (remissione in pristino)<br />

- ‘Distruzione o <strong>de</strong>turpamento di bellezze naturali’ nel codice penale (art. 734)<br />

- La valutazione di compatibilità paesaggistica e conseguenze sul sistema sanzionatorio<br />

- Ipotesi di sanatoria in aree sottoposte a vincolo paesaggistico<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

43<br />

caassiissttiiccaa ggiiurisprud<strong>de</strong>nzzaa ddootttrina


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 44<br />

ccasistiica giurispru<strong>de</strong>enza dottrrinaa a cura <strong>de</strong>l comitato scientifico<br />

44<br />

GIURISPRUDENZA: l’art. 8 <strong>de</strong>llo Statuto d’autonomia <strong>de</strong>lla Lombardia<br />

e il principio di sussidiarietà orizzontale di cui all’art. 118, comma 4, <strong>de</strong>lla<br />

Costituzione.<br />

La sussidiarietà nella sua dimensione<br />

orizzontale è entrata<br />

come novità assoluta nel testo<br />

costituzionale al comma 4 <strong>de</strong>l novellato<br />

art. 118, a norma <strong>de</strong>l quale<br />

‘Stato, Regioni, Città metropolitane,<br />

Province e Comuni favoriscono<br />

l’autonoma iniziativa <strong>de</strong>i cittadini,<br />

singoli e associati, per lo svolgimento<br />

di attività di interesse generale,<br />

sulla base <strong>de</strong>l principio di sussidiarietà’.<br />

Profilo strettamente giurifdico<br />

Sotto il profilo prettamente giuridico,<br />

la sussidiarietà orizzontale si<br />

configura come il mo<strong>de</strong>llo ordinatore<br />

<strong>de</strong>i rapporti tra lo Stato, le formazioni<br />

sociali e gli individui: essa<br />

dà vita ad un modo nuovo di esercitare<br />

la sovranità popolare, diretto<br />

a completare e integrare le forme<br />

tradizionali <strong>de</strong>lla partecipazione politica<br />

e amministrativa, attraverso la<br />

promozione autonoma, da parte <strong>de</strong>i<br />

cittadini, di iniziative di interesse<br />

generale che le istituzioni sono tenute<br />

a riconoscere, sostenere e integrare<br />

nelle loro politiche.<br />

Applicare in concreto il principio<br />

<strong>de</strong>lla sussidiarietà significa riconoscere<br />

il primato ai cittadini, ai quali<br />

<strong>de</strong>ve pertanto ricondursi la titolarità<br />

<strong>de</strong>l diritto ad agire per la soluzione<br />

di problemi di interesse generale.<br />

L’articolo 118, comma 4, Cost. offre<br />

una significativa apertura <strong>de</strong>l<br />

nostro ordinamento giuridico verso<br />

il riconoscimento <strong>de</strong>ll’istituto <strong>de</strong> quo<br />

come principio giuridico; la sussidiarie-<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

CONSIDERAZIONI<br />

sulla sussidiarietà<br />

orizzontale<br />

‘ Applicare in concreto<br />

il principio <strong>de</strong>lla sussidiarietà<br />

significa riconoscere il primato<br />

ai cittadini, ai quali <strong>de</strong>ve pertanto<br />

ricondursi la titolarità <strong>de</strong>l diritto<br />

ad agire per la soluzione<br />

di problemi di interesse generale ’<br />

tà orizzontale introduce infatti l’impegno<br />

<strong>de</strong>llo Stato e <strong>de</strong>gli Enti territoriali a<br />

favorire l’ingresso <strong>de</strong>lle autonomie<br />

sociali, promuove le sinergie tra<br />

pubblico e privato in funzione di<br />

avvicinamento <strong>de</strong>l cittadino all’amministrazione,<br />

al fine di favorire<br />

la costituzione di un nuovo<br />

mo<strong>de</strong>llo di amministrazione, che<br />

tenga conto non solo <strong>de</strong>lle autonomie<br />

territoriali, ma anche di quelle<br />

funzionali e sociali.<br />

Il parere <strong>de</strong>l Consiglio di Stato<br />

In particolare, con riguardo all’effettivo<br />

ambito di applicazione <strong>de</strong>l<br />

principio in questione, il Consiglio<br />

di Stato, nell’adunanza generale <strong>de</strong>l<br />

25 agosto 2003, con il parere n.<br />

1440, ha affermato che ‘…il precetto<br />

costituzionale sancisce e conclu<strong>de</strong>,<br />

a questa stregua, un percorso di autonomia<br />

non più collegato al fenomeno<br />

<strong>de</strong>lla entificazione, ma correlato più<br />

semplicemente alla società civile e al<br />

suo sviluppo <strong>de</strong>mocratico a livello<br />

quasi sempre volontario.<br />

Corollario di questa concezione <strong>de</strong>lla<br />

sussidiarietà orizzontale è che la<br />

me<strong>de</strong>sima opera senza commistioni<br />

con le attività che presuppongono,<br />

invece, uno statuto di situazioni correlate<br />

all’esercizio di pubblici poteri.<br />

In questa prospettiva, è evi<strong>de</strong>nte come<br />

le imprese (e gli eventuali aiuti<br />

alle stesse) nulla abbiano a che fare<br />

con il fenomeno <strong>de</strong>lla sussidiarietà<br />

orizzontale. Quest’ultima si esprime<br />

in forme diverse dall’impresa: l’art.<br />

118 Cost. indica come protagonista<br />

<strong>de</strong>l fenomeno il cittadino singolo o<br />

associato, le leggi ordinarie n. 59 <strong>de</strong>l 1997<br />

e n. 265 <strong>de</strong>l 1999 collegano la sussidiarie


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 45<br />

tà orizzontale alle famiglie, alle formazioni<br />

sociali, alle associazioni e alla comunità’.<br />

Dottrina in contrasto con il Consiglio<br />

di Stato<br />

In contrasto con la posizione <strong>de</strong>l Consiglio<br />

di Stato si pone la <strong>de</strong>finizione di sussidiarietà<br />

orizzontale elaborata dalla<br />

dottrina, secondo la quale il principio<br />

<strong>de</strong> quo è riferibile anche agli enti<br />

<strong>de</strong>lla società civile (privati e quindi<br />

distinti dall’amministrazione pubblica)<br />

che svolgono attività di utilità<br />

pubblica o sociale. In tale prospettiva,<br />

la sud<strong>de</strong>tta <strong>de</strong>finizione può essere<br />

ricondotta nell’ambito <strong>de</strong>l testo costituzionale<br />

solo se l’espressione ‘iniziativa<br />

<strong>de</strong>i cittadini, singoli o associati’<br />

viene consi<strong>de</strong>rata, sotto il profilo<br />

sistematico, alla luce <strong>de</strong>ll’intera carta costituzionale:<br />

è necessario, affinché il<br />

principio <strong>de</strong>lla sussidiarietà orizzontale<br />

venga applicato anche alle imprese, che<br />

il termine ‘cittadini associati’ venga fatto<br />

rientrare - in sostanza - nell’ambito <strong>de</strong>lle<br />

associazioni di cui all’art. 18 Cost. (che<br />

ricompren<strong>de</strong>, tra l’altro, le istituzioni, i<br />

consorzi, gli ordini professionali, le so-<br />

cietà commerciali, i consorzi tra imprenditori).<br />

Alla luce di quanto sopra evi<strong>de</strong>nziato,<br />

l’art. 8 <strong>de</strong>l nuovo Statuto d’autonomia<br />

<strong>de</strong>lla Lombardia <strong>de</strong>ve ritenersi strutturato<br />

nel senso di garantire l’applicazione<br />

<strong>de</strong>l principio di sussidiarietà orizzontale<br />

alla generalità <strong>de</strong>i soggetti attivi nel<br />

contesto sociale.<br />

‘ In questa prospettiva,<br />

è evi<strong>de</strong>nte come le imprese<br />

(e gli eventuali aiuti alle stesse)<br />

nulla abbiano a che fare con<br />

il fenomeno <strong>de</strong>lla sussidiarietà<br />

orizzontale ’<br />

Invero, secondo quanto disposto dal pre<strong>de</strong>tto<br />

articolo, ‘la Regione: a) promuove<br />

la partecipazione <strong>de</strong>i cittadini, singoli o<br />

associati, e il partenariato con le forze sociali<br />

ed economiche per la formazione<br />

<strong>de</strong>lle politiche e per l’esercizio <strong>de</strong>lle funzioni<br />

legislative e amministrative…; la<br />

Regione promuove processi partecipativi<br />

valorizzando le iniziative autonome,<br />

quelle <strong>de</strong>i soggetti sociali organizzati e<br />

quelle <strong>de</strong>lle competenze diffuse nella comunità<br />

regionale’. L’esplicito riferimento<br />

alle ‘forze sociali ed economiche’, nonché<br />

ai ‘soggetti sociali organizzati’, induce a<br />

ritenere l’esistenza di una volontà diretta<br />

ad esten<strong>de</strong>re la sussidiarietà orizzontale<br />

alla generalità <strong>de</strong>i soggetti, nell’evi<strong>de</strong>nte<br />

sforzo di assicurare una proficua attuazione<br />

<strong>de</strong>l principio stesso.<br />

Anche l’articolo in questione, peraltro,<br />

come tutte le norme <strong>de</strong>l nostro<br />

ordinamento che richiamano il<br />

principio di sussidiarietà, ten<strong>de</strong> a<br />

valorizzare solamente l’aspetto positivo<br />

<strong>de</strong>l principio stesso, con il quale<br />

si afferma la necessità di un intervento<br />

<strong>de</strong>i soggetti pubblici a sostegno<br />

e promozione <strong>de</strong>ll’attività <strong>de</strong>i<br />

privati.<br />

Manca infatti, nella norma in parola,<br />

qualsivoglia affermazione circa il valore<br />

negativo di necessaria astensione <strong>de</strong>l potere<br />

pubblico dal porre in essere le attività<br />

che <strong>de</strong>vono essere lasciate alla sfera <strong>de</strong>i<br />

soggetti privati, né è previsto alcun meccanismo<br />

che consenta di consi<strong>de</strong>rare l’intervento<br />

pubblico come eccezionale o residuale.<br />

TAR LOMBARDIA BRESCIA, (sez I): sentenza n. 838 <strong>de</strong>l 23 luglio <strong>2008</strong><br />

Sull’art. 2 <strong>de</strong>lla L.R. Lombardia n. 20/1999 che individua i progetti sottoposti a procedura di V.I.A. e quelli assoggettati<br />

a verifica preliminare.<br />

L’art. 2 <strong>de</strong>lla L.R. n. 20/1999 individua i progetti sottoposti a procedura di V.I.A. e di verifica mediante il richiamo di diposizioni di<br />

cui al D.P.R. 12.4.1996 ‘Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione <strong>de</strong>ll’art. 40, comma 1, <strong>de</strong>lla L. 22 febbraio 1994, n. 146,<br />

concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale’. Per quanto viene in rilievo nella fattispecie all’esame, va rilevato<br />

che l’art. 10 <strong>de</strong>l cit. D.P.R. preve<strong>de</strong>, per la procedura di verifica, che ‘il committente, o l’autorità proponente [che richie<strong>de</strong> la verifica]…<br />

<strong>de</strong>ve fornire… una <strong>de</strong>scrizione <strong>de</strong>l progetto ed i dati necessari per individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere<br />

sull’ambiente’ (c.1°), soggiungendo che ‘L’autorità competente si pronuncia entro i successivi sessanta giorni sulla base <strong>de</strong>gli elementi di<br />

cui all’allegato D, individuando eventuali prescrizioni per la mitigazione <strong>de</strong>gli impatti e monitoraggio <strong>de</strong>lle opere e/o <strong>de</strong>gli impianti…’ (c.<br />

2°) e specificando che (cfr. c.4°) ‘Nel caso in cui l'autorità competente ritiene che il progetto <strong>de</strong>ve essere sottoposto a valutazione d'impatto<br />

ambientale si applicano gli articoli 5 e seguenti <strong>de</strong>l presente atto’. Va posto in rilievo che è solamente in relazione alla procedura di V.I.A.<br />

vera e propria che il me<strong>de</strong>simo D.P.R. <strong>de</strong>l 1996, disciplina (all’art. 8) le ‘misure di pubblicità’ e (all’art. 9) le modalità di partecipazione<br />

procedimentale <strong>de</strong>i soggetti interessati. La prima norma preve<strong>de</strong> il <strong>de</strong>posito per la consultazione al pubblico di tutti i documenti<br />

e la seconda che ‘Chiunque, tenuto conto <strong>de</strong>lla caratteristiche <strong>de</strong>l progetto e <strong>de</strong>lla sua localizzazione, inten<strong>de</strong> fornire elementi conoscitivi e<br />

valutativi concernenti i possibili effetti <strong>de</strong>ll’intervento me<strong>de</strong>simo può presentare, in forma scritta, all’autorità competente osservazioni sull’opera<br />

soggetta alla procedura di valutazione d’impatto ambientale nel termine di quarantacinque giorni dalla pubblicazione di cui all’art. 8<br />

comma’.<br />

In tale contesto, emerge con chiarezza la differente natura <strong>de</strong>lle due procedure: quella preliminare e quella di V.IA. La prima è meramente<br />

prodromica alla valutazione stessa ed è finalizzata a verificare se, per quella <strong>de</strong>terminata opera, ricorrano o meno i presupposti<br />

per proce<strong>de</strong>re alla Valutazione di impatto ambientale. Solo la seconda procedura ha per suo oggetto <strong>de</strong>tta valutazione, volta ad acquisire<br />

prima e vagliare poi tutte le informazioni necessarie a stimare l’inci<strong>de</strong>nza e gli effetti sull’ambiente di progetti di interventi che<br />

possono inci<strong>de</strong>re sull’ambiente, impe<strong>de</strong>ndo che vengano realizzati interventi <strong>de</strong>licati sotto il profilo ambientale senza una a<strong>de</strong>guata<br />

valutazione <strong>de</strong>lle eventuali conseguenze, anche nel lungo periodo, sul <strong>de</strong>licato equilibrio ambientale <strong>de</strong>i luoghi interessati. Come è<br />

stato posto in luce dalle Amministrazioni resistenti, non si possono esten<strong>de</strong>re alla fase prodromica - che ve<strong>de</strong> come uniche parti interessate<br />

il richie<strong>de</strong>nte (nella specie la Provincia di Cremona) e la Regione - le modalità partecipative che sono previste solamente per<br />

la fase <strong>de</strong>lla valutazione d’impatto. Né potrebbe sostenersi, come fa la ricorrente, che in caso di esito negativo <strong>de</strong>lla procedura di verifica,<br />

il soggetto principalmente interessato dall’intervento sarebbe privato di qualsiasi possibilità di interloquire così violando i principi<br />

sulla partecipazione procedimentale.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

45<br />

caassiissttiiccaa ggiiurisprud<strong>de</strong>nzzaa ddootttrina


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 46<br />

case history<br />

46<br />

Avv. Veronica Dini<br />

Veronica Dini è anche Senior Partner<br />

<strong>de</strong>lla Fondazione ‘<strong>de</strong> <strong>Iure</strong> <strong>Publico</strong>’<br />

e componente <strong>de</strong>l Comitato<br />

Scientifico <strong>de</strong>ll’Osservatorio Meteorologico<br />

di Milano Duomo. Da alcuni anni,<br />

svolge inoltre attività di formazione professionale,<br />

anche in ambito universitario<br />

e collabora con il Centro Studi «Fe<strong>de</strong>rico<br />

Stella» sulla Giustizia penale e la Politica<br />

criminale <strong>de</strong>ll’Università Cattolica<br />

di Milano - diretto dal Prof. Gabrio Forti,<br />

Professore Ordinario di diritto penale<br />

e criminologia.<br />

Ha collaborato con alcune Riviste di settore,<br />

tra le quali ‘il Corriere <strong>de</strong> iure publico’.<br />

Diritto <strong>de</strong>ll’ambiente<br />

Lo Studio offre consulenza e assistenza<br />

legale in diritto <strong>de</strong>ll’ambiente. L’avv. Veronica<br />

Dini è infatti specializzata nella<br />

consulenza e nell’assistenza legale - nell’ambito<br />

di contenziosi avanti le giurisdizioni<br />

amministrative, civili e penali -<br />

in materia di diritto ambientale. In particolare,<br />

si occupa di: prevenzione e risarcimento<br />

<strong>de</strong>i danni ambientali; valutazione<br />

di impatto ambientale, valutazione<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

Studio legale<br />

Veronica Dini<br />

Veronica Dini è avvocato dal 2002 ed esercita la<br />

propria attività professionale, tra Milano e Parma.<br />

Oltre che patrocinante nell’ambito di contenziosi<br />

di natura penale, civile e amministrativa, svolge<br />

attività di consulenza legale per privati, enti<br />

pubblici e agenzie regionali per l’ambiente.<br />

ambientale strategica e valutazione di inci<strong>de</strong>nza;<br />

beni culturali e paesaggio; inquinamento<br />

idrico, atmosferico, acustico,<br />

luminoso ed elettromagnetico; bonifica<br />

<strong>de</strong>i siti inquinati; industrie a rischio di inci<strong>de</strong>nte<br />

rilevante; legislazione alimentare<br />

ed OGM; audit ambientali; certificazione<br />

ambientale.<br />

Diritto urbanistico<br />

Lo Studio ha maturato esperienza in materia<br />

di governo <strong>de</strong>l territorio e si avvale<br />

di un costante aggiornamento sulla legislazione<br />

comunitaria, nazionale e regionale.<br />

In tale ambito, offre dunque consulenza<br />

e assistenza a chi intenda confrontarsi<br />

con le nuove normative, regionali e<br />

nazionali, che disciplinano la materia e<br />

con i nuovi istituti di urbanistica contrattata<br />

da queste introdotte.<br />

Particolare attenzione è <strong>de</strong>dicata ai Piani<br />

di Governo Territoriali, previsti dalla recente<br />

legislazione regionale lombarda e,<br />

più in generale, alla pianificazione territoriale<br />

e ai connessi profili di tutela ambientale.<br />

Analogamente, ci occupiamo<br />

<strong>de</strong>lla disciplina <strong>de</strong>gli interventi edilizi sul<br />

territorio (DIA, permesso di costruire…),<br />

sia dal punto di vista amministrativo che<br />

penale.<br />

‘ Lo Studio offre consulenza<br />

e assistenza legale a privati,<br />

imprese ed Enti Locali ’<br />

Salute e sicurezza sul lavoro<br />

Lo Studio è specializzato anche in tematiche<br />

connesse alla salute e sicurezza sul<br />

lavoro. Svolge dunque attività legali concernenti:<br />

igiene e sicurezza nei luoghi di<br />

lavoro (D.Lvo 626/94 e collegate, D.lgs.<br />

81/<strong>2008</strong>); sicurezza nei cantieri (D.Lvo<br />

494/96 e collegate); malattie professionali;<br />

valutazione <strong>de</strong>i rischi; AUDIT e due<br />

diligence; <strong>de</strong>lega di funzioni; responsabilità<br />

penali in materia di infortunistica;<br />

mobbing.<br />

Responsabilità medica e chirurgica<br />

Lo Studio offre assistenza legale e consulenza<br />

in materia di responsabilità medica<br />

e chirurgica, sia nell’ambito <strong>de</strong>l contenzioso<br />

penale che civile.<br />

Ciò, con particolare riferimento a: responsabilità<br />

personale <strong>de</strong>l medico e responsabilità<br />

<strong>de</strong>lla struttura; responsabilità<br />

contrattuale ed extracontrattuale; risarcimento<br />

<strong>de</strong>l danno connesso a responsabilità<br />

medica (danni da vaccinazione, trasfusione,<br />

contagio, intervento chirurgico…);<br />

consenso informato; responsabilità<br />

<strong>de</strong>l primario ospedaliero e responsabilità<br />

d’equipe.<br />

Responsabilità penale di impresa e<br />

corporate crime<br />

L’avv. Veronica Dini ha competenza in<br />

materia di responsabilità penale di impresa,<br />

ai sensi <strong>de</strong>l D.lgs. 231/2001 e s.m.i.<br />

Lo Studio si occupa dunque di: responsabilità<br />

penale <strong>de</strong>gli enti, con particolare attenzione<br />

ai crimini in materia di infortunistica<br />

e ai reati ambientali; compliance<br />

aziendale; <strong>de</strong>lega di funzioni; consulenza<br />

nella predisposizione di mo<strong>de</strong>lli organizzativi<br />

di cui al D.lgs. 231/2001; assistenza<br />

legale e costituzione di parte civile nell’ambito<br />

di procedimenti penali.


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 47<br />

In questa zona ricca di storia, testimonianza<br />

di un passato glorioso che si<br />

può scoprire nelle bellissime ville disseminate<br />

sulle sue spon<strong>de</strong>, sia quella di<br />

Como, sia quella di Lecco, il Lago assume<br />

diverse forme, dovute all'unione <strong>de</strong>i<br />

tre rami: troviamo ampie zone aperte tra<br />

Menaggio - Bellagio - Varenna e zone<br />

chiuse verso Argegno, ventose verso<br />

Dervio e balneabili con un’acqua cristallina<br />

ovunque.<br />

Anche nei lussuosi alberghi che si susseguono<br />

lungo le rive con caffé e ristoranti,<br />

si scopre un turismo che vanta antiche<br />

tradizioni: Tremezzo, Griante, Ca<strong>de</strong>nabbia,<br />

Menaggio, Bellagio, Varenna erano<br />

le località preferite <strong>de</strong>lla nobiltà d’Europa<br />

di fine secolo ed è a quest’epoca che si<br />

ricollega la nascita <strong>de</strong>ll’industria turistica<br />

che poi è via via cresciuta fino ad offrire<br />

oggi una raffinata ospitalità esportata in<br />

tutto il mondo. Proprio nel Centro Lago<br />

si raggiunge il massimo <strong>de</strong>lla ricettività<br />

con alberghi distribuiti nelle diverse categorie<br />

e con un apparato che di anno in<br />

anno viene potenziato con nuove importanti<br />

dotazioni.<br />

Struttura al alto livello<br />

Navalia Boat Service rappresenta la struttura<br />

che assicura il miglior livello di prestazioni<br />

e servizi, capace di accogliere in<br />

Navalia Boat<br />

Service<br />

Navalia Boat Service ha la sua se<strong>de</strong> a Menaggio, in località Nobiallo,<br />

sulla rinomata sponda occi<strong>de</strong>ntale <strong>de</strong>l Lago di Como, in una caratteristica<br />

insenatura naturale da sempre <strong>de</strong>finita la Portofino <strong>de</strong>l Lario.<br />

modo impeccabile gli amanti <strong>de</strong>lla nautica<br />

e <strong>de</strong>l Lago, improntata al completo<br />

servizio e soddisfazione <strong>de</strong>l Cliente.<br />

Con Navalia Boat Service il Centro da diporto<br />

rappresenta un modo nuovo di vivere<br />

e go<strong>de</strong>re <strong>de</strong>i piaceri e <strong>de</strong>lle bellezze<br />

che il Lago di Como è in grado di offrire.<br />

Accanto allo storico servizio di rimessaggio,<br />

presente fin dal 1989, nel 2005 Navalia<br />

ha costruito un Porto Turistico,<br />

ampliando così notevolmente la sua offerta,<br />

permettendo di avere a disposizione<br />

circa 130 posti barca in acqua, che si<br />

affiancano ad altrettanti posti al coperto.<br />

Dal 2007, infine, si dispone di un capannone<br />

situato a Carlazzo, circa 8 km<br />

da Menaggio, che permette il ricovero<br />

invernale di imbarcazioni all’interno di<br />

un ambiente mo<strong>de</strong>rno e sicuro, dotato<br />

di carro ponte da 10 t e numerose misure<br />

di sicurezza.<br />

Il Centro è rivolto al diportista che inten<strong>de</strong><br />

utilizzare al meglio la propria imbarcazione<br />

per una dinamica giornata<br />

sportiva, per una tranquilla gita turistica<br />

ed anche per una piacevole serata sulle<br />

rive <strong>de</strong>l Lago.<br />

Accanto ai servizi completi offerti al diportista,<br />

Navalia si propone come official<br />

<strong>de</strong>aler di importanti cantieri nautici,<br />

quali Sea Ray e Bavaria Motor Boat per<br />

i motoscafi, Beneteau per le barche a ve-<br />

la. Il servizio di vendita è seguito con cura<br />

fin dalle prime fasi da personale altamente<br />

qualificato e preparato, mentre<br />

un efficace post-vendita accompagna il<br />

Cliente nella fiducia più totale.<br />

Punto di riferimento<br />

Il porto turistico di Navalia è stato progettato<br />

per diventare un punto di riferimento<br />

per tutti coloro che navigano nel<br />

Lago di Como e in particolare nel centro<br />

Lago, la parte più aperta e dove è presente<br />

una brezza perfetta per l'uso <strong>de</strong>ll’imbarcazione<br />

a vela.<br />

Le opere sono state concepite in modo da<br />

ridurre al minimo l'impatto ambientale: i<br />

frangiflutti galleggianti garantiscono un<br />

elevato coefficiente di attenuazione <strong>de</strong>l<br />

moto ondoso e inoltre presentano il notevole<br />

vantaggio di consentire la circolazione<br />

<strong>de</strong>ll'acqua, evitandone il ristagno e<br />

mantenendone elevata la qualità. All’interno<br />

<strong>de</strong>ll’area portuale, per un miglior<br />

funzionamento <strong>de</strong>lla struttura, sono stati<br />

installati 3 pontili galleggianti di diversa<br />

lunghezza e tutte le barche sono saldamente<br />

ormeggiate a tali pontili attraverso<br />

finger di diverse dimensioni. Ogni imbarcazione<br />

è riparata dal vento e dalle on<strong>de</strong>,<br />

e il diportista non ha alcuna difficoltà<br />

ad effettuare le manovre di ormeggio e<br />

salire e scen<strong>de</strong>re dalla propria barca.<br />

il Corriere <strong>de</strong> iure publico – ottobre <strong>2008</strong><br />

47<br />

ccaassee hiistoory


<strong>de</strong> iure publico 10 corr.qxd 16-10-<strong>2008</strong> 16:40 Pagina 48<br />

Fondazione<br />

‘<strong>de</strong> iure publico’<br />

Le nostre ‘case history’: spazi riservati<br />

a studi professionali ed enti pubblici<br />

Il Corriere <strong>de</strong> iure publico offre<br />

ai partner <strong>de</strong>lla Fondazione<br />

l’opportunità di presentare<br />

la propria realtà e i propri<br />

progetti attraverso gli spazi<br />

editoriali <strong>de</strong>dicati alle ‘case<br />

history’.<br />

Le ‘case history’ sono pensate<br />

per dare concretezza alle<br />

opportunità <strong>de</strong>lineate dal<br />

cosid<strong>de</strong>tto <strong>de</strong>creto Bersani<br />

(D.L. 4 luglio 2006, n. 223<br />

convertito in legge 4 agosto<br />

2006 n. 248) rivolto alle realtà<br />

libero professionali, nonché<br />

per offrire spazi a<strong>de</strong>guati alle<br />

amministrazioni pubbliche<br />

per l’espletamento <strong>de</strong>gli<br />

obblighi di comunicazione<br />

e informazione, <strong>de</strong>ttati dalla<br />

legge n. 150 <strong>de</strong>l 7 giugno 2000.<br />

Per ulteriori informazioni consultare l’inserto all’interno di questo<br />

giornale oppure contattare la segreteria <strong>de</strong>lla Fondazione ‘<strong>de</strong> iure<br />

publico’, tel. 02 66989008

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