Parla l'ingegnere Altomare Disperazione e povertà. Nel 2010. - Il Fatto
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Se insostenibile e immensa è la solitudine<br />
di certi anziani, altrettanto può<br />
esserla quella degli adulti, i loro figli,<br />
costretti spesso a lasciarli e a non poterli<br />
accudire così come vorrebbero,<br />
perché ingabbiati in vite rigide e schematiche,<br />
fatte di lavoro-casa-doveri,<br />
tracciate su ruoli, ritmi e percorsi ben<br />
definiti, che poco spazio lasciano alla<br />
fantasia, alla creatività ed alle emozioni.<br />
È quanto è emerso dagli interventi<br />
di alcuni parenti degli utenti del Centro<br />
Anziani Polivalente di Molfetta<br />
durante una sera dedicata alla musica,<br />
al ballo, ma anche alla riflessione,<br />
all’autoconsapevolezza, alla ricerca di<br />
sé e del proprio vissuto che può raffiorare,<br />
rafforzarsi o essere superato<br />
grazie a questi momenti di gioia ed<br />
entusiasmo collettivi. Liberare ansie<br />
e paure, riscoprire il proprio corpo,<br />
considerato spesso portatore di disturbi<br />
e malattie, viverlo così com’è ora,<br />
accettarlo con i segni del tempo e di<br />
quanto si è vissuto, muoverlo al ritmo<br />
dei ricordi ma anche di nuove energie<br />
serve a genitori e figli, li avvicina e li<br />
giovedì 21 gennaio 2010 In Città 17<br />
Anziani scatenati al Centro Comunale Polivalente<br />
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1703<br />
Una serata tra allegria e spensieratezza. Perché chi ha i capelli bianchi vuole ancora divertirsi.<br />
accomuna, fa nascere in essi una nuova<br />
solidarietà e comprensione. Sono<br />
intervenuti l’assessore alla Socialità<br />
Luigi Roselli, il nuovo dirigente Giusi<br />
De Bari, il sindaco Antonio Azzollini<br />
a testimoniare “l’attenzione delle autorità<br />
cittadine verso questa parte della<br />
popolazione che aumenta sempre<br />
di più ed è costretta quotidianamente<br />
ad affrontare problemi di ogni tipo, di<br />
certo non ignorati dall’Amministrazione<br />
comunale”. Per il presidente della<br />
cooperativa Gea, Giuseppe Maiorano,<br />
che gestisce il Centro, “numerosi<br />
ed importanti sono quelli correlati,<br />
come l’assistenza domiciliare che va<br />
senz’altro potenziata” mentre portare<br />
gli anziani fuori, farli uscire dal loro<br />
guscio e dallo stesso centro, per accompagnarli<br />
in gite, escursioni, viaggi<br />
, serate in pizzeria e all’aperto al fine<br />
di favorirne l’integrazione e l’inclusione,<br />
pare essere uno degli obiettivi<br />
dell’amministrazione, più volte sollecitata,<br />
sotto questo aspetto, dagli utenti<br />
in sala che hanno anche richiesto,<br />
a gran voce, ancora una volta, “una<br />
struttura più grande, idonea e capiente”.<br />
<strong>Il</strong> sindaco ha conversato e ballato<br />
amabilmente, si è lasciato fotografare,<br />
è stato vigorosamente abbracciato e<br />
baciato da alcune ospiti che non volevano<br />
lasciarlo, lo toccavano, gli recitavano<br />
poesie con voci da bambine.<br />
L’assessore Roselli ha riso parecchio<br />
ma timidamente, educatrici e volontarie<br />
si sono trattenute dall’invitarlo, lo<br />
guardavano di continuo. Non si è mangiato<br />
né bevuto, anche se si sarebbe<br />
giurato il contrario, alcuni cantavano<br />
e si agitavano sulle sedie, altri stavano<br />
per addormentarsi, coperti di coriandoli,<br />
fili e strani cappellini luccicanti.<br />
Una signora, dall’andatura incerta, ha<br />
rischiato di cadere ma ha continuato<br />
imperterrita a danzare, la figlia l’ha<br />
trascinata a forza su una sedia ordinandole<br />
di non alzarsi più; un’altra, stretta<br />
in un paio di jeans a vita bassa, con<br />
cintura di strass, andava di continuo<br />
in bagno ma non voleva dire perché;<br />
un’altra ancora, scorgendo il figlio che<br />
l’aspettava fuori, ha finto a lungo di<br />
non vederlo poi è uscita nervosamen-<br />
te, lo ha sgridato, quasi malmenato e<br />
mandato via: come si era permesso di<br />
venire a prenderla così presto? I pochi<br />
giovani presenti non credevano ai<br />
loro occhi, si chiedevano se fosse tutto<br />
vero. Molti tacchi alti, vecchie collane,<br />
pesanti orecchini, pose ed occhiate<br />
allusive durante i balli di gruppo. A chi<br />
telefonava una signora con un cellulare<br />
che ha immediatamente nascosto<br />
all’arrivo della nipote? Chi aveva pettinato<br />
un’ospite di oltre ottanta anni<br />
con un vestito aderentissimo che le impediva<br />
di camminare? Scarseggiavano<br />
ma ancheggiavano anche gli uomini,<br />
le signore hanno ballato tra di loro,<br />
teneramente allacciate, scambiandosi<br />
carezze e frasi d’amore: impossibile<br />
capire se facessero sul serio o no. Attraverso<br />
i vetri alcuni passanti guardavano<br />
attoniti. La “Blues men band” ha<br />
suonato e cantato fino allo sfinimento.<br />
È successo davvero, sabato 9 gennaio,<br />
nel centro anziani di Via Fremantle, e<br />
non è la prima volta.<br />
Beatrice De Gennaro