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Parla l'ingegnere Altomare Disperazione e povertà. Nel 2010. - Il Fatto

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La storia da sempre ci insegna che, nonostante<br />

il costante avanzare del progresso,<br />

essa trova sempre il modo e il<br />

tempo di far parlar di sé e far sentire<br />

la propria antica voce nel rumoroso e<br />

disattento presente. È il caso dei ritrovamenti<br />

archeologici all’interno della<br />

chiesa della Morte, della basilica della<br />

Madonna dei Martiri e del Pulo. Ma<br />

come non ricordare anche le continue e<br />

casuali scoperte storiche all’interno del<br />

centro storico e del rione Catecombe?<br />

Negli ultimi mesi ulteriori testimonianze<br />

di un passato che continua a vivere<br />

sotto i nostri piedi e la nostra quotidianità<br />

sono venute fuori durante alcuni lavori<br />

comunali presso via Domenico Picca,<br />

dove è emersa un’antica cisterna, nei<br />

pressi della chiesa del Purgatorio, dove<br />

giovedì 21 gennaio 2010 Cultura & Spettacoli 19<br />

La storia nascosta dal sottosuolo<br />

Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1705<br />

Una cisterna di notevoli dimensioni sotto piazza Giovene. E non è la sola nel territorio di Molfetta.<br />

è riaffiorato un antico muro, e all’interno<br />

di piazza Minuto Pesce in cui sono<br />

venuti alla luce numerosissimi resti<br />

ossei. Lo scorso mese invece ecco che<br />

d’improvviso in piazzetta Giovene due<br />

basole spariscono, inghiottite dalla terra,<br />

e viene fuori un passaggio molto profondo<br />

che sembra uscito da uno di quei<br />

film di Indiana Jones. Si tratta dell’ennesima<br />

cisterna, ambiente sotterraneo di<br />

cui il sottosuolo molfettese è veramente<br />

ricco. Essa con ogni probabilità risale al<br />

XIX e, opera del noto architetto Corrado<br />

de Judicibus, ha una profondità poco<br />

inferiore ai dieci metri. Sono parecchi i<br />

libri e i documenti storici che attestano e<br />

descrivono la loro esistenza il più delle<br />

volte in luoghi alquanto inaspettati. La<br />

“Piscina Comune” si trovava e si trova<br />

<strong>Il</strong> debutto per l’Ensemble Melphicta<br />

Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1706<br />

<strong>Il</strong> concerto dell’Epifania tenutosi<br />

presso il teatro San Filippo Neri ha<br />

rappresentato il debutto per una formazione<br />

di archi composta da studenti<br />

del Conservatorio caratterizzati dalla<br />

giovanissima età. L’Ensemble Melphicta<br />

– questo il nome della formazione<br />

– si è esibito offrendo al pubblico<br />

un repertorio eterogeneo: dal<br />

classico al contemporaneo, quest’ultimo<br />

arricchito della partecipazione<br />

nelle insolite vesti di cantante della<br />

dottoressa Annalisa <strong>Altomare</strong>, che affianca<br />

alla sua attività di medico, un<br />

appassionato impegno nel capo musicale.<br />

Sebbene sia composto da giovani<br />

di età compresa tra i 17 e 24 anni,<br />

l’Ensemble Melphicta ha dimostrato<br />

una preparazione e professionalità<br />

eccezionali: questi giovanissimi musicisti<br />

sono un esempio positivo per<br />

i giovani molfettesi perché, come ha<br />

sottolineato il parroco don Vincenzo<br />

Di Palo, hanno compiuto delle scelte<br />

importanti, studiano ogni giorno,<br />

compiono uno sforzo quotidiano e<br />

silenzioso nella solitudine delle loro<br />

stanze, non inseguono i modelli vuoti<br />

che troppo spesso abbagliano i giovani.<br />

L’incontro dell’ensemble con la<br />

cantante Annalisa <strong>Altomare</strong> ha dato<br />

origine ad una performance originale<br />

e frizzante, con la proposta di brani<br />

come White Christmas, Eye in the<br />

sky e Silent night che hanno ricondotto<br />

il pubblico nel pieno dell’atmosfera<br />

natalizia. L’Ensemble Melphicta è<br />

composto dai primi violini Gabriella<br />

Cipriani, Antonella Altamura, Marina<br />

Sciancalepore; dai secondi violini<br />

Vito Donato Pansini, Flavia Carabellese,<br />

Mariateresa Piumelli; dalle<br />

viole Saverio de Robertis, Emanuela<br />

Dell’Olio; dai violoncelli Paola<br />

Damiana de Candia, Vincenza Raimondi<br />

e da Orazio Saracino al piano;<br />

l’ensemble è stato accompagnato dal<br />

chitarrista Alessandro Grasso per il<br />

brano Eye in the sky ed ha accolto,<br />

per l’esecuzione di un’opera, anche<br />

un suonatore di triangolo, scelto direttamente<br />

dal pubblico.<br />

Katia la Forgia<br />

ancora in largo Domenico Picca mentre<br />

la Piscina Nuova è nascosta sotto piazza<br />

Vittorio Emanuele II. Altre grandi e<br />

profonde vasche si trovano al di sotto<br />

di piazza Paradiso, piazza Immacolata,<br />

piazza Municipio, sotto le chiesa di San<br />

Domenico e della Madonna dei Martiri<br />

e nei pressi della villa Comunale. A<br />

quelle elencate è necessario aggiungere<br />

numerosissimi altri ipogei presenti in<br />

città e altri localizzati in campagna. Ma<br />

a cosa servivano? La funzione principale<br />

era naturalmente quella di raccolta<br />

dell’acqua piovana. In un territorio poco<br />

piovoso come la Puglia, infatti, queste<br />

cisterne erano indispensabili per la sopravvivenza<br />

dei cittadini data la mancanza<br />

di un vero e proprio sistema idrico<br />

che sarebbe arrivato soltanto nel ’900<br />

con l’Acquedotto Pugliese. Le piscine<br />

venivano prese d’assalto durante i duri<br />

periodi di carestia dal popolo esausto.<br />

Per raccontare gli sfondi, i retroscena<br />

e le vicende legate a queste antiche costruzioni<br />

non basterebbe un libro, dato<br />

che gli intrecci storici sono molteplici e<br />

costellati di numerosi accadimenti. <strong>Fatto</strong><br />

sta che dopo la costruzione dell’Acquedotto<br />

Pugliese le cisterne cominciarono<br />

lentamente a perdere la propria funzione<br />

principale e le più volubili furono adattate<br />

ad altri utilizzi. Alcune invece finirono<br />

nel dimenticatoio collettivo e di tanto in<br />

tanto vengono fuori come funghi quasi a<br />

rivendicare i propri meriti ad una società<br />

con una memoria corta ed ingrata.<br />

Francesco Tempesta<br />

Vito Vilardi e la sua chitarra<br />

Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1707<br />

Un altro giovane talento con un<br />

grande futuro davanti.<br />

Continua il nostro viaggio alla scoperta<br />

dei giovani talenti molfettesi. Imbracciando<br />

la sua inseparabile chitarra da<br />

concerto del 1981 appartenuta al suo<br />

maestro, Vito Vilardi inizia a raccontarci<br />

la sua carriera. Diplomando in<br />

chitarra classica presso il Conservatorio<br />

“N. Piccinni” di Bari sotto la guida del<br />

maestro Pasquale Scarola, incomincia<br />

giovanissimo lo studio dello strumento<br />

rilevando ben presto particolari doti e<br />

sensibilità musicali. Da subito ha partecipato<br />

a numerosi concorsi internazionali<br />

classificandosi sempre nei primi<br />

posti. Grazie all’associazione “De<br />

Falla”, frequenta regolarmente Master<br />

Class e corsi di perfezionamento tenuti<br />

da alcune della più importanti personalità<br />

del panorama chitarristico internazionale.<br />

Ha tenuto numerosi concerti<br />

in Italia ed all’estero come di solista e<br />

in formazioni di musica da camera per<br />

importanti associazioni e istituzioni<br />

musicali tra le quali la Camerata Musicale<br />

Barese. È da sempre impegnato<br />

in svariate situazioni artistiche che lo<br />

hanno portato anche alla realizzazione<br />

di alcune performance musico-teatrali<br />

abbracciando diversi generi musicali.<br />

In questa stagione invernale è impegnato<br />

in un progetto in duo con il violinista<br />

Marco Misciagna, docente di violino e<br />

viola presso il “Conservatoire Italien”<br />

di Parigi, che lo porterà all’ interpretazione<br />

di alcune delle più importati<br />

opere dei grandi virtuosi italiani come<br />

M. Giuliani e N. Paganini. Vito Vilardi<br />

insegna inoltre chitarra classica presso<br />

l’Accademia “Martucci” di Bari e l’associazione<br />

“Domenico Sarro” di Trani<br />

e tiene laboratori musicali in scuole<br />

statali di ogni ordine e grado. Prossimo<br />

appuntamento per viaggiare sulle note<br />

della sua musica il 31 gennaio alle 20<br />

presso la sala San Felice a Giovinazzo<br />

in cui si esibirà in un duo con Marco<br />

Misciagnia sulle musiche dei compositori<br />

N. Paganini e M. Giuliani.<br />

Marilena Farinola

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