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No.02 - Alcovacreativa.Org

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Turista Napoletano...<br />

breve viaggio alla scoperta del cuore antico di Napoli<br />

Santa Patrizia, uno dei monasteri più antichi della citta, pare anzi, che la sua<br />

fondazione sia dovuta ad una principessa bizantina. Nulla resta dell’originario<br />

convento più volte trasformato. All’epoca del Sanfelice, il complesso constava di due<br />

chiese, quelle esterna più piccola aperta al culto quotidianamente, in sostanza un’aula<br />

con atrio affrescata da B. Corinzio. A causa dell’ultimo conflitto bellico quasi tutto è<br />

andato distrutto tranne l’altare maggiore, opera del Sanfelice, che presenta un<br />

gradino aperto in quanto, in antico tempo, custodiva il più prezioso ciborio oggi al<br />

museo di Capodimonte come altre opere d’arte della chiesa e della sagrestia; la<br />

stessa urna con il corpo di Santa Patrizia si trova a S. Gregorio Armeno. L’isolato è<br />

chiuso da Santa Maria Regina Coeli , oggi è una scuola ma mantiene la chiesa il cui<br />

assetto attuale è quello conferitogli nel 1500 allorquando, demolito il primo impianto,<br />

furono acquistate altre case e giardini dai frati. Questi erano noti<br />

presso il popolo come Bottazzielli o Vottazzielli perché vendevano<br />

ai soldati spagnoli il vino delle loro terre in piccole botti. La<br />

vicinanza con gli Incurabili, rese la vita difficile ai frati,si narra<br />

che nella notte del 4 novembre 1728, le monache dell’ospedale,<br />

particolarmente aggressive, abbattuti i muri divisori del<br />

convento, cacciarono via i frati. I Pisani riebbero la chiesa solo<br />

nel 1832 ma ormai, il convento era stato inglobato nell’ospedale.<br />

La chiesa dal 1953 in poi è stata abbandonata totalmente come<br />

la massima parte della nostra memoria storica e architettonica.<br />

La fabbrica iniziata nel 1590 ad opera del Mormando era in<br />

origine una casa con giardini acquistata 30 anni prima dalle<br />

canonichesse lateranensi. Dei molti interventi che si sono<br />

succeduti per due secoli, si ricordano la sistemazione del<br />

chiostro,opera seicentesca del Picchiatti, ed il ponte che unisce i<br />

due corpi conventuali su via Pisanelli. All’interno della chiesa a<br />

navata unica, si possono ammirare i dipinti su tela di Massimo<br />

Stanzione,gli affreschi di Micco Spadaro tra i finestroni della<br />

navata. Molto significativa la presenza di Luca Giordano con gli<br />

affreschi della volta, notevoli anche i marmi di Serravezza usati<br />

per decorare la tribuna.<br />

Per ora la nostra passeggiata termina qui, fa caldo e tanto; vi<br />

andrebbe una granita caffè prima di ripartire?<br />

il secchio

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