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Con la guerra all'Iraq è nato un secondo, potente esercito, quello dei ...

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FABIO GIOVANNINI<br />

f.giovannini@<strong>la</strong>rinascita.org<br />

I<br />

2<br />

tempi del<strong>la</strong> politica spesso sono<br />

molto l<strong>un</strong>ghi. Ma a sinistra<br />

si sta sviluppando <strong>un</strong> processo<br />

<strong>un</strong>itario nuovo che avanza velocemente.<br />

Sono passati solo sei<br />

mesi dal<strong>la</strong> grande manifestazione<br />

dell’11 ottobre, dove anche visivamente<br />

era chiara <strong>la</strong> richiesta di<br />

<strong>un</strong>ità e si chiedeva <strong>un</strong>a stagione<br />

nuova per i com<strong>un</strong>isti in Italia, <strong>un</strong><br />

riavvicinamento tra i due partiti,<br />

Prc e Pdci. A sei mesi da quell’app<strong>un</strong>tamento,<br />

i com<strong>un</strong>isti si sono<br />

ritrovati in piazza, a Roma, per<br />

avviare <strong>un</strong>a campagna <strong>un</strong>itaria<br />

difficile, ma segnata da <strong>un</strong> fatto<br />

decisivo: i due partiti com<strong>un</strong>isti<br />

sono di nuovo insieme, sotto <strong>un</strong><br />

<strong>un</strong>ico simbolo.<br />

La manifestazione di Piazza<br />

Navona del 18 aprile ha avuto proprio<br />

questo significato: ha sancito<br />

<strong>un</strong> percorso <strong>un</strong>itario che non era<br />

scontato né facile. Ho incontrato<br />

in piazza compagni con i quali per<br />

tanto tempo, in passato, ho condiviso<br />

<strong>la</strong> stessa militanza. Prima nel<br />

Pci, poi accanto a Rifondazione,<br />

dopo aver lottato insieme contro <strong>la</strong><br />

svolta di Occhetto. Ma da dieci anni<br />

le nostre strade si sono separate.<br />

Dieci anni sono tanti. Alle europee,<br />

però, daremo il voto al<strong>la</strong> stessa lista.<br />

“Finalmente”, commentavamo<br />

tutti.<br />

Non dobbiamo sottovalutare<br />

il successo politico di quanto sta<br />

avvenendo. A sinistra da tempo<br />

siamo abituati alle scissioni, mai ai<br />

riavvicinamenti <strong>un</strong>itari. E’ <strong>un</strong>’inversione<br />

di tendenza importante, <strong>la</strong> ritrovata<br />

alleanza di Prc e Pdci sotto<br />

lo stesso simbolo (insieme ad altre<br />

forze anticapitaliste), <strong>un</strong> fatto che<br />

dovrebbe “fare notizia”. E invece i<br />

media hanno pressoché cancel<strong>la</strong>to<br />

l’evento. Ha ragione Oliviero Diliberto,<br />

quando da Piazza Navona<br />

segna<strong>la</strong> lo stato pietoso dell’informazione<br />

in Italia, in «questo schifo<br />

di Italia», come ripete più volte.<br />

In Piazza Navona c’era gente<br />

che viene da lontano, come si diceva<br />

<strong>un</strong>a volta: Massimo Rendina, il<br />

partigiano che saluta <strong>la</strong> piazza dal<br />

palco, Margherita Hack, che invia<br />

<strong>un</strong> videomessaggio dove rivendica<br />

il suo orgoglio di com<strong>un</strong>ista. La<br />

storia del passato risuona anche in<br />

musica, con le canzoni popo<strong>la</strong>ri e<br />

di lotta del<strong>la</strong> BandaJorona, mentre<br />

le battaglie più recenti rimbalzano<br />

nelle note di Zulu <strong>dei</strong> 99 Posse e di<br />

Enrico Capuano.<br />

Giovedì 23 Aprile 2009<br />

I com<strong>un</strong>isti finalmente<br />

insieme per uscire dal<strong>la</strong><br />

“notte del<strong>la</strong> Repubblica”<br />

Non <strong>è</strong> <strong>un</strong>o sguardo rivolto<br />

all’indietro, ma <strong>la</strong> consapevolezza<br />

che senza memoria non si costruisce<br />

nul<strong>la</strong> e soprattutto non si<br />

cambia nul<strong>la</strong>. Lo sguardo <strong>è</strong> rivolto<br />

al presente e al futuro, e non <strong>è</strong> <strong>un</strong>o<br />

sguardo iso<strong>la</strong>to. Lo testimoniano<br />

gli interventi a Piazza Navona di<br />

Paco Frutos, segretario del Partito<br />

com<strong>un</strong>ista spagnolo, Francis<br />

Wurtz capogruppo del Gue al par<strong>la</strong>mento<br />

europeo e Lothar Bisky,<br />

presidente di Sinistra europea ed<br />

esponente del<strong>la</strong> Die Linke tedesca.<br />

La loro presenza indica inoltre che<br />

il progetto del<strong>la</strong> lista anticapitalista<br />

<strong>dei</strong> com<strong>un</strong>isti non <strong>è</strong> <strong>un</strong> progetto<br />

solo italiano. Fa parte di <strong>un</strong>a realtà<br />

internazionale che non <strong>è</strong> affatto<br />

scomparsa, proviene da <strong>un</strong>a nobile<br />

tradizione di lotte e anche di grandi<br />

vittorie, e soprattutto <strong>è</strong> viva e attiva<br />

nel mondo e nell’Europa di oggi.<br />

E ci ricorda che quel<strong>la</strong> di Rifondazione<br />

e <strong>dei</strong> Com<strong>un</strong>isti italiani<br />

<strong>è</strong> <strong>un</strong>a lista che se porterà eletti al<br />

par<strong>la</strong>mento europeo li vedrà collocati<br />

tutti nello stesso gruppo, <strong>quello</strong><br />

del<strong>la</strong> sinistra, e non separati in diversi<br />

schieramenti come accadrà al<br />

Pd e ad altre formazioni minori.<br />

Certo, <strong>la</strong> piazza e gli oratori<br />

del 18 aprile sono ben consapevoli<br />

delle difficoltà. Viviamo <strong>un</strong>a<br />

vera e propria «notte del<strong>la</strong> Repubblica»,<br />

ha detto Diliberto, dove il<br />

par<strong>la</strong>mento <strong>è</strong> svuotato di poteri,<br />

<strong>la</strong> magistratura <strong>è</strong> sotto attacco, si<br />

sferrano colpi mortali al contratto<br />

nazionale e al diritto di sciopero.<br />

Dove gli operai che rin<strong>un</strong>ciano ai<br />

propri diritti vengono ass<strong>un</strong>ti e chi<br />

non si piega viene estromesso dal<br />

posto di <strong>la</strong>voro.<br />

Di fronte a tutto questo, Paolo<br />

Ferrero rivendica <strong>la</strong> storia <strong>dei</strong> co-<br />

m<strong>un</strong>isti, che hanno combattuto il<br />

fascismo e poi sono sempre stati<br />

al<strong>la</strong> testa sia delle battaglie per <strong>la</strong><br />

giustizia sociale, sia di quelle per i<br />

diritti civili. Una storia al<strong>la</strong> quale<br />

si riavvicinano anche persone come<br />

Cesare Salvi, che aderisce al<strong>la</strong><br />

nostra lista con Socialismo 2000,<br />

e che dal palco di Piazza Navona<br />

si dichiara felice di ritrovarsi sotto<br />

<strong>la</strong> falce e martello, come negli anni<br />

del<strong>la</strong> sua gioventù.<br />

Il giorno dopo <strong>la</strong> nostra manifestazione<br />

di Piazza Navona, Eugenio<br />

Scalfari ha firmato <strong>un</strong> editoriale<br />

su La Repubblica, dove ricorda<br />

che i com<strong>un</strong>isti non sono estinti,<br />

trova parole di apprezzamento per<br />

il Pci che fu, invoca <strong>un</strong>a sinistra che<br />

ritrovi i valori di libertà, eguaglianza,<br />

fraternità. Ma Scalfari non ha<br />

il coraggio di constatare che <strong>è</strong> nata<br />

<strong>un</strong>a lista e <strong>un</strong> progetto politico che<br />

si richiama alle idee <strong>dei</strong> com<strong>un</strong>isti<br />

e che proprio poche ore prima<br />

aveva portato in piazza migliaia di<br />

persone.<br />

Il silenzio di Scalfari fa parte<br />

a sua volta di quell’inaccettabile<br />

oscuramento delle iniziative <strong>dei</strong><br />

com<strong>un</strong>isti che accom<strong>un</strong>a il mondo<br />

dell’informazione e gli “opinion<br />

maker”. E’ il silenzio di chi si <strong>è</strong> illuso<br />

di portare l’Italia al progresso<br />

facendo sparire le insegne del Pci,<br />

“modernizzando” <strong>la</strong> politica con<br />

<strong>la</strong> sostituzione <strong>dei</strong> “militanti” con i<br />

“manager”, e che ora si trova a vivere<br />

in <strong>un</strong> paese berlusconizzato e<br />

reazionario. Lo scenario dell’Italia<br />

di oggi li ha smentiti. Ma non hanno<br />

ancora il coraggio di prenderne<br />

atto, perpetuano <strong>un</strong> atteggiamento<br />

altezzoso e liquidatorio verso «chi<br />

non si <strong>è</strong> pentito», per usare le parole<br />

di Ferrero a Piazza Navona: quelli<br />

di “Su <strong>la</strong> testa!” che non si tolgono<br />

il cappello davanti ai padroni.<br />

Le migliaia di persone che si<br />

sono ritrovate a Piazza Navona<br />

erano <strong>un</strong>ite tra loro, si percepiva.<br />

C’era consapevolezza delle difficoltà,<br />

se vogliamo anche stanchezza<br />

e fastidio di fronte a <strong>un</strong>o scenario<br />

politico italiano sempre più<br />

degradato. Ma non si coglievano<br />

differenze tra le diverse anime che<br />

si alleano sotto <strong>la</strong> falce, il martello<br />

e <strong>la</strong> stel<strong>la</strong>. Ancora <strong>un</strong>a volta: finalmente!

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