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Quello che c'è - febbraio 2012 versione PDF - quellochece.com

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di solE CE n’È uno solo<br />

tempo di lettura 2 minuti e 20 secondi<br />

Siamo ricchi di foreste<br />

e boschi, ma non ce ne<br />

frega niente<br />

oGNi italiaNo “PoSSiEdE”<br />

200 AlBEri<br />

le foreste d’italia sono raddoppiate.<br />

Negli ultimi cinquant’anni, infatti, nonostante<br />

urbanizzazione, abusivismo, e<strong>com</strong>afie e piaghe<br />

simili, la superficie del territorio nazionale<br />

ricoperta da foreste si è, infatti, moltiplicata<br />

per due, portando il numero di alberi “italiani”<br />

alla ragguardevole popolazione di 12 miliardi,<br />

secondo i dati del Corpo Forestale dello<br />

Stato, in pratica: più di 200 a testa.<br />

Una crescita esponenziale <strong>che</strong>, da un lato, fa<br />

bene ai nostri polmoni ma <strong>che</strong>, dall’altro, fa<br />

piangere la mente e i ricordi, visto <strong>che</strong> è una<br />

cartina tornasole dell’abbandono sistematico<br />

della ruralità da parte della popolazione<br />

italiana negli ultimi decenni.<br />

Comunque, questo patrimonio deve essere<br />

preservato, dogma <strong>che</strong> par scalfire il cuore<br />

acerbo an<strong>che</strong> del nostro Paese, visto <strong>che</strong><br />

stanno crescendo esponenzialmente i boschi<br />

e le foreste con certificazione PEFC, ovvero<br />

con il sistema di certificazione più diffuso<br />

al mondo <strong>che</strong> attesta un’attività umana di<br />

controllo della sostenibilità di ogni azione<br />

<strong>com</strong>piuta nel bosco, dal taglio al controllo,<br />

dall’allevamento faunistico alla coltivazione.<br />

i boschi PEFC, oggi, coprono all’incirca<br />

l’8.5% della superficie totale, con una crescita<br />

sistematica fatta registrare negli ultimi anni<br />

<strong>che</strong> li hanno portati ad un totale di 744.538<br />

ettari, ai quali vanno sommati i 59.456<br />

certificati FsC (ovvero con un sistema <strong>che</strong><br />

garantisce la provenienza ecosostenibile del<br />

legno) e i 28.925 con doppia certificazione,<br />

questi ultimi concentrati in due sole regioni:<br />

lombardia e trentino. Una grandissima ric<strong>che</strong>zza,<br />

enorme, un polmone, al quale voler<br />

bene con ogni azione quotidiana: <strong>com</strong>prando<br />

l’auto, acquistando un abete sintetico a<br />

natale, insegnando ai propri figli il valore di<br />

ogni singolo, incredibile albero.<br />

Un corridoio elettrico<br />

per l’energia rinnovabile<br />

nAsCE MEtso, E l’itAliA È iN<br />

PriMa liNEa<br />

Un corridoio (an<strong>che</strong>) per l’energia rinnovabile.<br />

Questo è uno dei tanti progetti partoriti da<br />

terna, società <strong>che</strong> gestisce la rete di distribuzione<br />

di energia elettrica in italia, <strong>com</strong>e<br />

capofila di Metso, ovvero dell’associazione<br />

tra i gestori di rete del Mediterraneo. in pratica,<br />

è una sorta di Confindustria mediterranea<br />

dell’elettricità, e per una volta l’italia parrebbe<br />

essersi accorta dell’importanza della propria<br />

posizione in questo contesto. Nata a Napoli,<br />

Metso avrà il proprio segretariato generale<br />

proprio nel nostro Paese, e grandi sono<br />

i progetti nati nel suo alveo stracarico di<br />

aspettative. Visto <strong>che</strong> in queste pagine<br />

parliamo di ambiente, di quello occupiamoci:<br />

grazie ad un nuovo corridoio elettrico in<br />

progetto tra la tunisia e la Sicilia, terna conta<br />

di realizzare una super smart grid europea,<br />

una sorta di mega-rete continentale della<br />

quale far fare all’italia il ruolo di super-hub,<br />

connettore nevralgico e centrale. da noi,<br />

quindi, potrebbero passare (per rimanervi o<br />

68 || QUELLO CHE C’È <strong>febbraio</strong> <strong>2012</strong><br />

transitare verso il resto dell’Europa tutta) i<br />

megawatt puliti e solari prodotti dai megaprogetti<br />

rinnovabili in attivazione in africa<br />

<strong>com</strong>e desertec e Medgrid. Metso, quindi,<br />

potrebbe essere un’opportunità di benessere<br />

e di indipendenza, da coniugare con una<br />

esplosione di energia pulita in circolo nel<br />

vecchio continente. Che dire: speriamo…<br />

Commercianti:<br />

biodegradabile uno su dieci<br />

ad UN aNNo dalla lEGGE, FloP<br />

PEr lE Bio-sHoPPEr<br />

Uno su dieci sa, è contento di sapere, è<br />

contento di farlo e ha il prodotto sano. Un<br />

<strong>com</strong>merciante su dieci ha i sac<strong>che</strong>tti giusti.<br />

Uno su dieci: non male… la legge con la<br />

quale venivano introdotti, e resi obbligatori, i<br />

bio shopper ha <strong>com</strong>piuto un anno giusto nello<br />

scorso mese di gennaio. Un <strong>com</strong>pleanno<br />

non proprio felice né edificante, visti i risultati<br />

di un’indagine condotta dall’ispo, secondo<br />

i quali, appunto, soltanto uno su dieci è<br />

<strong>com</strong>pletamente in regola. in tutti gli altri casi<br />

ci sono o menefreghismo (uno su tre se ne<br />

frega, e continua ad usare materiale non<br />

rispondente alla normativa, an<strong>che</strong> se ben il<br />

97% ne è a conoscenza e addirittura il 90%<br />

la consideri un passo avanti per l’ambiente)<br />

o buste vendute <strong>com</strong>e biodegradabili, ma<br />

<strong>che</strong> biodegradabili non sono. il problema sta<br />

proprio lì: <strong>com</strong>e si fa a dire <strong>che</strong> una busta è<br />

una bio-shopper? il parametro è la degradabilità.<br />

Perché, infatti, (quasi) tutto in ambiente,<br />

dopo un dato tempo, si degrada. Ma un<br />

conto è <strong>che</strong> un sac<strong>che</strong>tto ci metta sei mesi.<br />

Un altro è se ci impiega sei secoli. Ecco <strong>che</strong>,<br />

allora, si pontifica su un “cambio di prospettiva”,<br />

<strong>com</strong>e ha fatto il ministro per l’ambiente,<br />

Clini, il quale indica la strada dei sac<strong>che</strong>tti bio<br />

<strong>com</strong>e una panacea per molti mali: industria<br />

chimica verde <strong>che</strong> si rimette in moto, utilizzo<br />

del mais invece del petrolio, ambiente <strong>che</strong><br />

ringrazia per un po’ di <strong>com</strong>bustibili fossili in<br />

meno nell’aria. Ma la legge non ha già un<br />

anno?

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