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numero 4 - Piccole Serve del Sacro Cuore per gli Ammalati Poveri

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Anno LIV - n. 4/2007<br />

FFiamma i a m m a<br />

Il Natale di Gesù,<br />

«l’amore incarnato di Dio»<br />

«Andate in pace»<br />

«Aspettami, e io tornerò»<br />

Un dono di grazia <strong>per</strong> la<br />

Congregazione e la Chiesa<br />

Una vacanza di lavoro a<br />

Moramanga (Madagascar)<br />

Come il profumo<br />

<strong>del</strong>l’incenso<br />

cche h e<br />

aarde r d e<br />

fiamma 4-2007.indd 1 19-11-2007 15:19:27


2<br />

Anno LIV<br />

N. 4/2007<br />

Sped. in abb. post.<br />

Distribuzione gratuita.<br />

La rivista non ha quota di abbonamento<br />

ma è sostenuta dalle offerte dei lettori.<br />

Direttore responsabile<br />

Don Giuseppe Tuninetti<br />

Redattori<br />

Sr. M. Gaetana Galbusera<br />

Don Giuseppe Colombero<br />

Sr. M. Elisa Crippa<br />

Viale Catone, 29 - 10131 TORINO<br />

Tel 011/6608968 – Fax 011/6608969<br />

E-mail: redazione@piccoleserve.it<br />

Sito Internet: www.piccoleserve.it<br />

In co<strong>per</strong>tina: la rosa di Natale.<br />

Con approvazione ecclesiastica.<br />

Autorizzazione Tribunale di Torino<br />

n. 865 - 9/12/1953.<br />

Stampa Arti Grafiche ALZANI & C. s.a.s.<br />

Pinerolo – Tel 0121.322657<br />

E-mail: alzani@alzani.it<br />

C/C Postale n. 14441109<br />

specificare la causale <strong>del</strong> versamento<br />

Nota Bene<br />

Il modulo <strong>del</strong> CONTO CORRENTE POSTALE <strong>per</strong>viene<br />

indistintamente a tutti i benefattori ed amici <strong>del</strong>la<br />

Congregazione, così pure a coloro che ricevono<br />

“Fiamma che arde” a titolo di collaborazione o di<br />

scambio editoriale. Chi non intendesse farne uso<br />

non ne tenga conto. Chi lo utilizza <strong>per</strong> inviare offerte<br />

è pregato di SPECIFICARE SEMPRE LA CAUSALE.<br />

Il presente <strong>numero</strong> è stato consegnato alle<br />

Poste Italiane di Torino il 4 dicembre 2007.<br />

Fiamma che arde<br />

Rivista trimestrale <strong>del</strong>la Congregazione <strong>del</strong>le <strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> di Gesù <strong>per</strong> <strong>gli</strong> ammalati poveri<br />

S O M M A R I O<br />

Cari amici<br />

(La Redazione) pag 3<br />

Il Natale di Gesù, «l’amore incarnato di Dio»<br />

(Don Giuseppe Tuninetti) » 4<br />

6 - Scheda di approfondimento: «Andate in pace»<br />

(Giovanna Moschieri) » 6<br />

“Aspettami, e io tornerò”<br />

(Giuseppe Colombero) » 9<br />

ITALIA<br />

– Il Capitolo Generale: un dono di grazia<br />

<strong>per</strong> la Congregazione e la Chiesa<br />

(Sr. M. Gaetana Galbusera) » 12<br />

– Anniversario di matrimonio<br />

(La comunità di Vercelli) » 14<br />

4/La vocazione al servizio <strong>del</strong>la Chiesa<br />

(Sr. M. Gaetana Galbusera) » 15<br />

– Una vacanza di lavoro a Moramanga<br />

(Clan-scout Alzano Nembro - Bg) » 19<br />

MADAGASCAR<br />

Come il profumo <strong>del</strong>l’incenso<br />

(Sr. M. Lydia Bénédicte e Sr. M. Charlotte) » 22<br />

ROMANIA<br />

Per far nascere il valore <strong>del</strong>la vera libertà<br />

(Giusy, animatrice Grest) » 24<br />

Accanto ai lebbrosi: i dimenticati <strong>del</strong> mondo<br />

(Matteo Liut) » 26<br />

Sanità e salute<br />

Disturbi <strong>del</strong>l’alimentazione: anoressia e bulimia<br />

(Dott.ssa Giovanna Gavazzeni) » 28<br />

Fiori di cielo<br />

(Madre M. Carmelina Lanfredini) » 30<br />

Solidarietà » 31<br />

Sostegno bambini a distanza » 32<br />

GARANZIA DI RISERVATEZZA: l’Editore garantisce, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 13 <strong>del</strong> d.lgs. 196/2003 in materia di protezione dati <strong>per</strong>sonali, che i<br />

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cui cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo <strong>per</strong> fi nalità commerciali, rivolgendosi al Responsabile dati <strong>del</strong>la Editrice Fiamma che arde -<br />

Viale Catone, 29 - 10131 TORINO.<br />

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Cari<br />

Amici<br />

mentre ci addentriamo nella stagione fredda non sfugge<br />

alla nostra attenzione l’avvicinarsi <strong>del</strong> Natale. Quasi nel<br />

cuore <strong>del</strong>l’inverno celebriamo questa ricorrenza, ricca di<br />

valori spirituali, calda di affetti familiari e carica di emozioni.<br />

Per me<strong>gli</strong>o comprendere il Natale cristiano ci lasciamo aiutare da alcuni<br />

spunti <strong>del</strong>la costituzione <strong>del</strong> Concilio Vaticano II, la Dei Verbum (Parola di Dio<br />

rivelata): Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare Se stesso e manifestare<br />

il mistero <strong>del</strong>la sua volontà, mediante il quale <strong>gli</strong> uomini <strong>per</strong> mezzo di Cristo, Verbo<br />

fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono resi partecipi <strong>del</strong>la<br />

divina natura. Con questa rivelazione infatti Dio invisibile nel suo grande amore<br />

parla a<strong>gli</strong> uomini come ad amici e si intrattiene con essi <strong>per</strong> invitarli e ammetterli<br />

alla comunione con Sé. La profonda verità, poi, sia di Dio sia <strong>del</strong>la salvezza de<strong>gli</strong><br />

uomini, <strong>per</strong> mezzo di questa rivelazione risplende a noi in Cristo (n. 2). Quando<br />

infatti venne la pienezza <strong>del</strong> tempo, il Verbo si fece carne e abitò tra noi pieno di<br />

grazia e di verità. Cristo stabilì il Regno di Dio sulla terra, manifestò con o<strong>per</strong>e<br />

e parole il Padre suo e Se stesso e portò a compimento l’o<strong>per</strong>a sua con la morte,<br />

la risurrezione e la gloriosa ascensione, e l’invio <strong>del</strong>lo Spirito Santo (n. 17). Se<br />

desideriamo dare il vero senso religioso al nostro Natale, nel celebrare la Parola di<br />

Dio fatta carne, dobbiamo pregare, acco<strong>gli</strong>ere e vivere con fede la pienezza <strong>del</strong> suo<br />

mistero, che non abbraccia soltanto il tempo natalizio, ma l’intero ciclo liturgico e<br />

anche l’arco di tutta la nostra vita.<br />

È pur sempre vero che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.<br />

Citiamo di proposito questo proverbio <strong>per</strong> sottolineare quanto sono grandi e positivi<br />

i valori umani e spirituali vissuti dai nostri giovani. Il loro o<strong>per</strong>ato quasi sempre<br />

viene sottaciuto dai media, <strong>per</strong> cui non fa notizia, ovvero, non deve fare notizia. Ma<br />

noi ci schieriamo dalla parte di questi giovani e li sosteniamo, <strong>per</strong>ché sanno aiutare<br />

le <strong>per</strong>sone bisognose con sacrifi cio e gioia, <strong>per</strong> amore <strong>del</strong> Signore. Questa volta a<br />

darci l’esempio sono i giovani <strong>del</strong> Clan-scout di Alzano Nembro (Bg), che lo scorso<br />

ferragosto hanno offerto una vacanza di lavoro, molto variegata, presso il nostro<br />

ospedaletto di Moramanga, Madagascar.<br />

Ora un accenno a<strong>gli</strong> avvenimenti <strong>del</strong>la nostra fami<strong>gli</strong>a religiosa:<br />

– il Capitolo generale, dal 10 al 19 settembre di quest’anno, ha riunito ventuno<br />

<strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong> appartenenti alle comunità italiane, malgasce e rumene, <strong>per</strong> mettere<br />

a punto la situazione <strong>del</strong>la Congregazione sotto l’aspetto <strong>del</strong> carisma spirituale e<br />

apostolico, e <strong>per</strong> eleggere la nuova Direzione generale;<br />

– la professione <strong>per</strong>petua emessa da due giovani suore, il 1° novembre 2007, a<br />

Tananarive - Madagascar.<br />

In queste celebrazioni co<strong>gli</strong>amo la mano forte e amorosa <strong>del</strong> Padre che sempre<br />

benedice, guida, rigenera la nostra Congregazione sulle orme <strong>del</strong>la fondatrice. Mentre<br />

dalle nostre comunità il Signore racco<strong>gli</strong>e fi ori <strong>per</strong> il giardino <strong>del</strong> cielo ne fa sbocciare<br />

altri in quello terreno, affi dandoci poi la cura <strong>del</strong>la coltivazione.<br />

Infi ne, desideriamo richiamare la vostra attenzione anche sulla Giornata Mondiale<br />

<strong>del</strong>la Lebbra, 27 gennaio 2008. Il Madagascar è un paese con una <strong>per</strong>centuale molto<br />

alta di <strong>per</strong>sone affette da questa malattia. Le <strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong> che o<strong>per</strong>ano nel lebbrosario<br />

di Moramanga si prendono cura sia <strong>del</strong>la salute fi sica che spirituale de<strong>gli</strong> ospiti. Una<br />

vostra condivisione <strong>per</strong> aiutare queste <strong>per</strong>sone potrebbe essere un gesto di bontà che il<br />

cuore vi porti a compiere in occasione <strong>del</strong> Natale <strong>del</strong> Signore. Auguri!<br />

La Redazione<br />

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3


4<br />

Sulle orme <strong>del</strong>l’enciclica Deus caritas est …<br />

Il Natale di Gesù, «l'amore incarnato di Dio»<br />

don Giuseppe Tuninetti<br />

Dio che si fa uomo: scandalo <strong>per</strong> i Giudei e<br />

pazzia <strong>per</strong> i pagani… di ieri e di oggi!<br />

Le reazioni… “scomposte” de<strong>gli</strong> ebrei<br />

e dei non ebrei di ieri e di oggi di fronte<br />

all’incarnazione <strong>del</strong> Verbo, cioè di fronte a<br />

Gesù, Fi<strong>gli</strong>o di Dio che si fa vero uomo, <strong>per</strong><br />

certi aspetti sono comprensibili: talmente<br />

inimmaginabile, inattesa e sorprendente è<br />

l’incarnazione di Dio… <strong>del</strong> Dio di Abramo,<br />

di Isacco e di Giacobbe; <strong>del</strong> Dio tre volte<br />

santo! Colui che è vero Dio, Fi<strong>gli</strong>o di Dio<br />

eterno si fa vero uomo nel grembo di Maria<br />

di Nazareth.<br />

L’abisso incolmabile che esiste tra Dio<br />

Creatore e la creatura umana, è colmato<br />

dall’incarnazione <strong>del</strong> Verbo, ci dice san<br />

Giovanni nel prologo <strong>del</strong> suo vangelo.<br />

Con espressione profondamente sintetica,<br />

Gesù è defi nito da papa<br />

Benedetto nella sua enciclica<br />

l’amore incarnato di Dio.<br />

Come dire che la spiegazione<br />

ultima di tale evento sta nel<br />

fatto che Dio è Amore, è dono,<br />

si fa dono: e l’incarnazione <strong>del</strong><br />

Verbo ne è espressione singolare.<br />

Per usare ancora un’espressione<br />

giovannea, nell’umanità<br />

di Gesù Dio pose la tenda in<br />

mezzo a noi, <strong>per</strong> esserci vicino,<br />

anzi, <strong>per</strong> condividere in tutto,<br />

eccetto il peccato, la nostra<br />

condizione umana (S. Paolo).<br />

La logica <strong>del</strong>l’amore vero,<br />

ossia <strong>del</strong>l’amore-dono, <strong>per</strong>ché<br />

tale è il comportamento di<br />

Dio, nella sua vita intima e nei<br />

rapporti con il creato, suscita<br />

stupore <strong>per</strong> la sua imprevedibilità,<br />

ma sconfi gge l’assurdità.<br />

Il signifi cato profondo<br />

<strong>del</strong>l’Incarnazione e <strong>del</strong> Natale<br />

è appunto questo: Dio, <strong>per</strong><br />

amore ci ha donato suo Fi<strong>gli</strong>o,<br />

il quale, secondo la logica intratrinitaria,<br />

si è fatto dono<br />

a noi. Primo anello, quello<br />

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<strong>del</strong>l’incarnazione, di una catena che condurrà<br />

fi no alla Pasqua, preceduta e preparata<br />

da una vita, quella di Gesù appunto, dove<br />

ogni parola e ogni gesto sono comprensibili<br />

soltanto nella logica <strong>del</strong>l’amore, la cui prima<br />

espressione fu appunto l’incarnazione.<br />

«Riconosci, cristiano, la tua dignità<br />

e, reso partecipe <strong>del</strong>la natura divina, non<br />

voler tornare all’abiezione di un tempo con<br />

una condotta indegna. Ricordati chi è il tuo<br />

Capo e di quale Corpo sei membro».<br />

È l’invito che papa san Leone Magno ci<br />

rivolge ricordandoci che il Natale di Gesù<br />

non è soltanto un evento estrinseco a noi<br />

(sia pure stupefacente e grandioso!), ma un<br />

fatto intrinseco a ogni <strong>per</strong>sona umana, elevato<br />

attraverso il battesimo alla dignità di<br />

fi <strong>gli</strong>o/fi <strong>gli</strong>a di Dio. Nell’incarnazione Dio<br />

si è abbassato fi no a noi, <strong>per</strong> elevarci fi no<br />

a Lui: come a dirci che il vero amore si abbassa<br />

<strong>per</strong> elevare.<br />

La manifestazione <strong>del</strong> Dio cristiano, ossia<br />

<strong>del</strong> Dio di Gesù Cristo, <strong>del</strong> Dio di cui<br />

Gesù Cristo è la rivelazione più <strong>per</strong>fetta,<br />

non soltanto ci fa conoscere me<strong>gli</strong>o la novità<br />

assoluta di Dio, ma ci propone anche<br />

La Luce splende nelle tenebre,<br />

ma le tenebre non l’hanno<br />

accolta (Gv 1,5).<br />

La luce di cui parla Giovanni<br />

è il Verbo di Dio fattosi carne.<br />

BUON NATALE<br />

uno stile di vita cristiano. Il tempo liturgico<br />

<strong>del</strong>l’Avvento ha lo scopo di aiutarci a porci,<br />

<strong>per</strong>sonalmente e come Chiesa, sull’esempio<br />

dei profeti e di Maria, sul passo di Dio, a<br />

metterci in sintonia con Lui, <strong>per</strong>ché l’evento<br />

<strong>del</strong> Natale, ci trovi pronti, capaci a riprovare<br />

e risentire lo stupore gioioso di<br />

Maria, di Giuseppe e dei pastori di fronte<br />

al Bambino di Betlemme, il Dio fatto<br />

uomo, di nome Gesù, il Salvatore.<br />

Se il Natale è innanzi tutto un tempo di<br />

grazia <strong>per</strong> celebrare le lodi <strong>del</strong>l’amore meravi<strong>gli</strong>oso<br />

di Dio <strong>per</strong> il capolavoro insu<strong>per</strong>abile<br />

che si chiama Gesù, è e deve essere<br />

anche una scuola di vita, vissuta in diretta<br />

(<strong>per</strong>ché la Liturgia ci fa rivivere <strong>gli</strong> eventi<br />

<strong>del</strong>la salvezza, che rende attuali) e in pienezza<br />

nel tempo natalizio, ma poi vissuta<br />

anche, come in un sottofondo musicale, <strong>per</strong><br />

tutto l’anno: la grazia esemplare e dinamica<br />

<strong>del</strong> Natale o<strong>per</strong>a tutto l’anno.<br />

Sia dunque il Natale di quest’anno,<br />

sulla scia <strong>del</strong>l’enciclica di papa Benedetto,<br />

una celebrazione particolarmente intensa<br />

<strong>del</strong>l’amore gratuito di Dio e fonte di<br />

una più concreta vita di fraternità.<br />

“Fiamma che arde”, ai suoi lettori<br />

augura di acco<strong>gli</strong>ere il Signore che<br />

viene: luce che illumina lo spirito e<br />

dissipa dal cuore le tenebre <strong>del</strong> peccato.<br />

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6<br />

6 – Scheda di approfondimento:<br />

«Andate in pace»<br />

Giovanna Moschieri (Da “Il messaggio <strong>del</strong> S. <strong>Cuore</strong>” n. 12/2003)<br />

Siamo giunti ai riti di congedo,<br />

che comprendono l’ultima orazione,<br />

la formula semplice o solenne<br />

di benedizione e il saluto fi nale.<br />

Quando il sacerdote dice le parole<br />

<strong>del</strong>la benedizione, ricorda quella che il<br />

Signore ha lasciato ai suoi discepoli prima<br />

di ascendere al cielo: «Poi li condusse fuori<br />

verso Betania e, alzate le mani, li benedisse.<br />

Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu<br />

portato verso il cielo» ( Lc 24,50-51).<br />

Anche noi, un po’ come <strong>gli</strong> apostoli, col<br />

segno <strong>del</strong>la benedizione passiamo da una<br />

certa visione <strong>del</strong> Signore sotto le specie eucaristiche<br />

alla sua sparizione. Questo distacco<br />

viene salutato, suggellato da una benedizione.<br />

Che cosa avrà voluto dire il fatto che<br />

Cristo li benedisse?<br />

In ebraico la parola benedizione (berakah)<br />

signifi ca sia dare che dire cose buone.<br />

È una parola che riguarda la sfera <strong>del</strong>l’essere,<br />

non <strong>del</strong>l’avere, cioè non promette oggetti<br />

da pos sedere, ma la grazia che ci trasforma<br />

nel no stro essere fi <strong>gli</strong> di Dio e amati da Lui.<br />

Va da sé che il dono più bello che Dio ci<br />

può fare è Lui stesso, <strong>per</strong> cui la benedizione<br />

liturgica ci è data nel nome <strong>del</strong>la Trinità: Padre,<br />

Fi<strong>gli</strong>o e Spirito Santo.<br />

Ora capiamo che cosa voleva dire Gesù<br />

nel benedire i suoi discepoli: voleva lasciare<br />

tutto se stesso, anche se misteriosamente,<br />

<strong>per</strong>ché i suoi discepoli non si sentissero<br />

or fani. Chi stava a guardare a naso in su il<br />

Signore che ascendeva al cielo dovette sì<br />

su <strong>per</strong>are la prova <strong>del</strong>la sparizione alla vista<br />

<strong>del</strong> corpo, ma ricevette in modo così reale la<br />

presenza <strong>del</strong> Signore da andarsene pieno di<br />

gioia, come dice l’evangelista Luca: «Tornarono<br />

a Gerusalemme con grande gioia»<br />

(24,52).<br />

A volte il peso <strong>del</strong>la vita, con tutte le sue<br />

<strong>numero</strong>se diffi coltà, può far venire la vo<strong>gli</strong>a<br />

di voltarsi indietro e ritornare nell’atmosfe-<br />

Mentre Gesù ascende al cielo benedice <strong>gli</strong><br />

apostoli.<br />

ra raccolta e silenziosa <strong>del</strong>la chiesa: fuori il<br />

mondo ci aggredisce e ci confonde, dentro<br />

tut to è quieto e nessuno ci fa <strong>del</strong> male.<br />

Eppure è evidente che questa è una tentazione<br />

a cui il cristiano, chiamato a essere<br />

l’a nima <strong>del</strong> mondo, come dice la Lettera<br />

a Diogneto, non deve cedere, <strong>per</strong>ché il<br />

richia mo ad andare <strong>per</strong> le vie <strong>del</strong> mondo<br />

a diffon dere la benedizione di Dio non ci<br />

deve trovare sordi e lenti. Anzi, sarebbe bello<br />

se, dopo aver ricevuto la benedizione di<br />

Dio attraver so il sacerdote, tornando a casa<br />

benedicessi mo a nostra volta chi incontriamo,<br />

e non so lo col pensiero, ma col gesto:<br />

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una piccola croce sulla fronte di chi ci viene<br />

incontro, fa miliare o amico. È molto signifi<br />

cativo quan to ci dice il Primo libro di Samuele<br />

a propo sito di Davide e Gionata che,<br />

legati da profon da amicizia, si benedissero.<br />

«La Messa è fi nita»<br />

La formula conclusiva dice: «La Messa è<br />

fi nita, andate in pace». Quell’«andate…» è<br />

la traduzione <strong>del</strong> latino ite, presente nella<br />

conclusione <strong>del</strong>la Messa in rito romano. La<br />

formula intera dice: Ite, missa est, che viene<br />

normalmente tradotta con La Messa è fi nita.<br />

Andate in pace. Quell’est diviene è fi nita.<br />

Una lettura e un’interpretazione più attente<br />

<strong>per</strong>ò ne danno una traduzione che dice il<br />

contrario: Andate, la Messa è cominciata,<br />

L’arcano è subito spiegato.<br />

«Messa» è il nome con cui viene indicato<br />

il rito <strong>del</strong>la celebrazione eucaristica, <strong>per</strong><br />

estensione <strong>del</strong> termine missa, presente nella<br />

formula di congedo, come dicevo sopra.<br />

Però missa, dal verbo latino mittere, cioè<br />

manda re, inviare, signifi ca «mandata, inviata»:<br />

l’Eucaristia era inviata alle comunità<br />

cri stiane, vicine alla chiesa in cui celebrava<br />

il Vescovo. Quindi, terminato il rito, cominciava<br />

l’invio, la missione.<br />

Questa interpretazione è molto più pregnante<br />

di quella classica che, in fondo, registra<br />

solo un dato di fatto: i riti sono fi niti,<br />

co me ognuno poteva facilmente vedere.<br />

Co<strong>gli</strong>ere l’ultima espressione <strong>del</strong> sacerdote<br />

come un<br />

invito a dare inizio<br />

alla mis sione<br />

vuol dire che la<br />

partecipazione<br />

al sa crifi cio eucaristico<br />

ci rende<br />

piccole ostie<br />

vi venti, inviate<br />

al mondo. Capire<br />

questo vuol<br />

dire comprendere<br />

il valore missionario,evan-<br />

gelizzatore <strong>del</strong>la<br />

preghiera eucaristica:<br />

chi ha par-<br />

tecipato ai misteri non può allontanarsi dal<br />

luogo sacro in cui ha celebrato l’incontro<br />

con Cristo senza il prorompente desiderio di<br />

portare al mondo, di gridare dai tetti quan to<br />

ha ricevuto, cioè la «beata s<strong>per</strong>anza», di cui<br />

parla la Lettera a Tito (2,13).<br />

In queste espressioni si contempla il senso<br />

<strong>del</strong>la vita cristiana, che è preghiera e apostolato,<br />

contemplazione e azione attorno al<br />

medesimo mistero <strong>del</strong>la Vita di Dio.<br />

Questo signifi cato dinamico giustifi ca anche<br />

la traduzione <strong>del</strong>la formula conclusi va<br />

in lingua portoghese: Vamos em paz e o Senhor<br />

nos acompanhe, cioè: Andiamo in pace<br />

e il Signore ci accompagni. È necessa rio,<br />

<strong>per</strong> chi va, <strong>per</strong> chi si avventura in un cammino,<br />

in un pellegrinaggio che non sem pre<br />

è facile, anzi, spesso insidioso, sa<strong>per</strong>e di non<br />

essere soli, sa<strong>per</strong>e di avere un compagno fi -<br />

dato su cui contare.<br />

Vorremmo soffermarci ancora sulla bellezza<br />

<strong>del</strong>l’essere «inviati» al mondo. Andare<br />

<strong>per</strong>ché inviati è molto più bello che andare<br />

<strong>per</strong>ché si è deciso di cambiare aria. Se si è<br />

in viati, c’è Qualcuno che invia, e invia me<br />

<strong>per</strong> ché si fi da e <strong>per</strong>ché mi affi da un compito<br />

che si aspetta sia attuato da me. In questo<br />

invio io trovo il senso <strong>del</strong> mio progettare e<br />

<strong>del</strong> mio andare; in questo invio ho Qualcuno<br />

a cui relazionare, con cui consultarmi, a cui<br />

gioiosamente tornare.<br />

Un’ultima considerazione sulla formula<br />

conclusiva: in moltissime lingue il saluto<br />

fi nale si accompagna con un augurio di<br />

La benedizione e il congedo ai fe<strong>del</strong>i al termine <strong>del</strong>la liturgia eucaristica con<br />

la formula: “La Messa è fi nita, andate in pace”.<br />

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7


8<br />

pace. Se partiamo dal signifi cato pregnante<br />

e com plesso <strong>del</strong> termine «pace» in ebraico,<br />

shalom, comprendiamo subito come non si<br />

possa che augurare di ricevere questo dono<br />

dopo aver partecipato ai misteri eucaristici.<br />

Se crediamo veramente che nel pane e nel<br />

vino con sacrati ci sono il Corpo e il Sangue<br />

di Cristo, se ci siamo realmente comunicati<br />

con la vi ta di Cristo nascosta sotto le specie,<br />

abbiamo ricevuto quanto di più ricco la nostra<br />

espe rienza terrena ci possa consentire,<br />

quindi il benessere, la gioia, la serenità, la<br />

fi ducia, la condivisione <strong>del</strong>l’eterno. Andare<br />

fuori dal tempio con questo baga<strong>gli</strong>o preziosissimo<br />

vuol dire essere messi nelle condizioni<br />

di po terlo portare attorno a noi, quasi<br />

anche a no stra insaputa.<br />

È sempre <strong>del</strong>l’evangelista Luca l’avvicinamento<br />

di due espressioni indicative <strong>del</strong>la<br />

missione <strong>del</strong> cristiano (24,52): «Ed essi,<br />

do po averlo adorato, tornarono a Gerusalemme<br />

…».<br />

Lo stare con il Signore e con la co munità<br />

dei fe<strong>del</strong>i alla Messa è <strong>per</strong> andare poi là<br />

dove siamo chiamati dalle nostre scelte di<br />

vita. L’adorazione, la preghiera densa <strong>del</strong><br />

La solenne Benedizione<br />

“Shalom”: il saluto ebraico accompagnato<br />

dall’augurio <strong>del</strong>la pace.<br />

sa crifi cio eucaristico è la premessa <strong>del</strong> ritorno<br />

tra i fratelli, <strong>del</strong> ritorno a casa, dove<br />

trovere mo un mondo in attesa – anche a propria<br />

in saputa – di un soffi o di eternità, di una<br />

paro la di s<strong>per</strong>anza, di uno sguardo di pace.<br />

Nel Natale <strong>del</strong> Signore il rito <strong>del</strong>la Messa propone la seguente formula:<br />

Sacerdote - Dio, che nella nascita <strong>del</strong> Cristo suo Fi<strong>gli</strong>o ha inondato di luce questa<br />

notte (giorno) santissima, allontani da voi le tenebre <strong>del</strong> male e vi illumini<br />

con la luce <strong>del</strong> bene.<br />

Assemblea - Amen.<br />

Sacerdote - Dio, che nel suo Fi<strong>gli</strong>o fatto uomo ha congiunto la terra al cielo, vi<br />

riempia <strong>del</strong>la sua pace e <strong>del</strong> suo amore.<br />

Assemblea - Amen.<br />

Sacerdote - Dio, che mandò <strong>gli</strong> angeli a recare ai pastori il lieto annunzio <strong>del</strong> Natale,<br />

vi faccia messaggeri <strong>del</strong> suo Vangelo.<br />

Assemblea - Amen.<br />

Sacerdote - E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Fi<strong>gli</strong>o e spirito Santo,<br />

discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.<br />

Assemblea - Amen.<br />

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“Aspettami, e io tornerò”<br />

Don Giuseppe Colombero<br />

Caro don Giuseppe, vorrei abitare più vicino<br />

a lei <strong>per</strong> incontrarla e dirle la pena <strong>del</strong><br />

mio cuore. Qualche mese fa, è morto mio<br />

padre. Ora sono completamente sola. Non<br />

sono sposata. Mia madre l’ho <strong>per</strong>sa 15 anni<br />

fa ancora abbastanza giovane. I miei genitori<br />

non hanno avuto un matrimonio felice.<br />

Mia madre probabilmente, ambiziosa, non<br />

l’aveva sposato <strong>per</strong> amore. Mio padre, intelligente,<br />

colto, era un funzionario di una<br />

fi nanziaria importante. La direzione <strong>del</strong>la<br />

sua società lo inviò a dirigere una sua fi liale<br />

nel Brasile. Ed e<strong>gli</strong> accettò, a malincuore.<br />

Mia madre, ben presto si fece un’altra vita,<br />

pur rimanendo in casa, con me. Mio padre<br />

venne a sa<strong>per</strong>lo da un suo collega. Ne soffrì<br />

molto, capiva che non poteva farci niente.<br />

Anche le lettere si diradarono fi no a cessare.<br />

Scriveva a me, mi scrisse sempre. Mia<br />

madre mi leggeva sempre le lettere di mio<br />

padre. Ricordo l’ultima lettera. La leggemmo<br />

insieme. Con la lettera, mio padre, colto<br />

e sensibilissimo, aveva accluso, su un fo<strong>gli</strong>o<br />

a parte, una poesia di un poeta polacco, mi<br />

sembra, intitolata Aspettami, e io tornerò.<br />

Ricordo vagamente il contenuto <strong>del</strong>la poesia,<br />

ma ricordo bene l’emozione che mi suscitò<br />

dentro. Era una poesia accorata, come<br />

un’implorazione, un’ultima preghiera. Ma<br />

mia madre non seppe aspettare. Il suo cuore,<br />

da tempo, era altrove. Un giorno la vidi racco<strong>gli</strong>ere<br />

tutto ciò che le ricordava il marito,<br />

in particolare fotografi e e lettere, e bruciarle.<br />

Io piansi, come se mi avesse strappato<br />

mio padre dal cuore. Caro don Giuseppe, le<br />

faccio una richiesta diffi cile. Anche <strong>per</strong> questo<br />

le scrivo. Saprebbe indicarmi dove potrei<br />

trovare quella poesia? Quando mio padre<br />

andò in pensione, tornò in Italia e venne ad<br />

abitare con me, a casa mia, che era poi casa<br />

sua. Mia madre non c’era più. Ci tenemmo<br />

bella e affettuosa compagnia <strong>per</strong> più di die-<br />

“Mia madre mi leggeva sempre le lettere di<br />

mio padre”.<br />

ci anni. Furono anni molto belli <strong>per</strong> tutti e<br />

due. Nessuno mi volle bene come lui. Ora mi<br />

manca tanto.<br />

Laura C. (Lucca)<br />

La sua lettera e la vicenda <strong>del</strong>la vostra<br />

vita mi hanno toccato il cuore, gentile<br />

Signora. Quante sofferenze ci procuriamo,<br />

vicendevolmente, con le nostre mani. A volte<br />

la felicità ci è così vicino, l’abbiamo in<br />

casa addirittura, e non la vediamo. Siamo<br />

dei signori e non lo sappiamo.<br />

La sua lettera, poi, con il titolo di quella<br />

poesia, mi ha riportato indietro ne<strong>gli</strong> anni,<br />

molto indietro, sui banchi di scuola, quando<br />

ci si concedeva volentieri alle fantasie,<br />

e si chiedevano in prestito ai poeti le parole<br />

<strong>per</strong> dare voce ai sogni e ai sentimenti. Mi<br />

rivedo, mi riascolto. Ho amato anch’io quella<br />

poesia. È di un poeta russo, Konstantin<br />

Simonov. Divenne noto durante <strong>gli</strong> anni<br />

<strong>del</strong>la seconda guerra mondiale con raccolte<br />

poetiche, romanzi, corrispondenze dai fronti<br />

di guerra. La poesia di cui parla, gentile<br />

Signora, intitolata appunto Aspettami, è una<br />

specie di lettera scritta dal fronte alla mo<strong>gli</strong>e.<br />

È <strong>del</strong> 1941. Fu anche musicata.<br />

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9


10<br />

“Aspettami quando infuria<br />

la tormenta”<br />

Da tempo il poeta soldato è<br />

lontano da casa. I suoi non<br />

hanno più notizie, a casa non<br />

arrivano più lettere, <strong>per</strong>fi no sua<br />

madre e suo fi <strong>gli</strong>o lo credono<br />

morto e non lo aspettano più.<br />

E<strong>gli</strong> le scrive tra una marcia e<br />

un assalto. Ogni giorno vede<br />

cadere al suo fi anco qualche<br />

suo amico. Pensare di soprav-<br />

“… aveva accluso su un fo<strong>gli</strong>o a parte una poesia:<br />

vivere in quell’inferno e di ri-<br />

Aspettami, e io tornerò”.<br />

tornare è una pazzia. Eppure<br />

sente che ce la farà, tornerà, ad<br />

onta di tutti i compianti su di lui dei suoi<br />

compaesani, “stretti attorno al fuoco”, “ad<br />

onta di tutte le morti” che ha sotto <strong>gli</strong> occhi,<br />

purché sappia che lei lo aspetta. E la prega<br />

di non stancarsi di aspettarlo, di non arrendersi<br />

come <strong>gli</strong> altri. Per tutta la vita, loro due<br />

soltanto conosceranno il segreto <strong>per</strong> cui si è<br />

salvato: la sua attesa.<br />

Aspettami e io tornerò,/ ma aspettami<br />

con tutte le tue forze./ Aspettami quando le<br />

gialle piogge/ ti ispirano tristezza,/ aspettami<br />

quando infuria la tormenta,/ aspettami<br />

quando più non si aspettano <strong>gli</strong> altri./<br />

Aspettami quando da luoghi lontani/ non<br />

giungeranno mie lettere,/ aspettami quando<br />

ne avranno abbastanza/ tutti quelli che<br />

aspettano con te./<br />

Credano pure mio fi <strong>gli</strong>o e mia madre/ che<br />

io non sono più./ Gli amici si stanchino di<br />

aspettare/ e, stretti attorno al fuoco,/ bevano<br />

vino amaro/ in memoria <strong>del</strong>l’anima mia./<br />

Non t’affrettare a bere insieme con loro./<br />

Aspettami e io tornerò/ ad onta di tutte<br />

le morti./ Chi non aspettò non può capire/<br />

come tu mi abbia salvato/ in mezzo al fuoco<br />

con la tua attesa./ Solo noi due conosceremo/<br />

come io sia sopravvissuto:/ tu hai saputo<br />

aspettare semplicemente/ come nessun<br />

altro.<br />

(A. M. Ripellino, Poesia russa <strong>del</strong> novecento<br />

Feltrinelli, pp. 412-413).<br />

L’attesa è una voce che chiama<br />

La situazione in cui fu composta questa poesia<br />

era certamente <strong>del</strong> tutto diversa da quella<br />

in cui suo padre la fece sua e la spedì alla<br />

mo<strong>gli</strong>e, ma <strong>gli</strong>ela inviò ugualmente <strong>per</strong> il<br />

sentimento intenso che descrive: l’attesa, il<br />

bisogno di sentirsi atteso. Un’emozione tra<br />

le più comuni e ricche di risonanze interne.<br />

Tutti sappiamo che cosa signifi chi attendere<br />

ed essere attesi. Come pure che cosa vuol<br />

dire attendere invano una <strong>per</strong>sona cara che<br />

non viene. Essere attesi è una <strong>del</strong>le sensazioni<br />

più dense e più dolci <strong>del</strong>la vita: crea<br />

uno stato d’animo attonito, sospeso, come<br />

la sensazione di un vuoto, di un’assenza che<br />

sta <strong>per</strong> essere colmata.<br />

Essere attesi è sentirsi chiamare, è vivere<br />

nei pensieri e nel cuore di un altro che da<br />

lontano ci guarda e ci segue, un po’ pensati,<br />

un po’ amati, un po’ desiderati, un po’ protetti<br />

dall’augurio e dalla s<strong>per</strong>anza che non ci<br />

succeda nulla e possiamo giungere incolumi<br />

all’abbraccio. Si è lontani e vicini, ancora<br />

assenti e già insieme. L’attesa di una <strong>per</strong>sona<br />

è qualcosa di più <strong>del</strong> suo semplice pensarla.<br />

È la certezza che giungerà, un anticipo<br />

<strong>del</strong>l’incontro vero, qui, con me. È solo questione<br />

di tempo. L’attesa è una luce accesa<br />

sul davanzale di una casa amica, mentre tutto<br />

intorno è notte.<br />

Certamente pensava a tutto questo il suo<br />

sensibilissimo padre quando richiamò dal<br />

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fondo <strong>del</strong>la memoria<br />

quella poesia amata, la<br />

copiò e la inviò a sua madre,<br />

“come una preghiera”,<br />

come dice bene lei.<br />

Suo padre doveva amare<br />

molto quella donna, e<br />

fece di tutto <strong>per</strong> non <strong>per</strong>derla<br />

o <strong>per</strong>ché tornasse.<br />

Ma anche l’amore ha i<br />

suoi limiti, nella libertà<br />

<strong>del</strong> cuore <strong>del</strong>l’altro o<br />

nella sua stanchezza o<br />

nel suo oblio. Le ferite<br />

più dolorose sono quelle<br />

infl itte all’amore, il nostro<br />

sentimento più sensibile<br />

e forte, ma anche<br />

il più fragile.<br />

“Quando mio padre andò in pensione, tornò in Italia e venne ad abitare<br />

con me, a casa mia, che era poi casa sua”.<br />

Settimana sociale, l’ora <strong>del</strong>l’impegno<br />

Mi<strong>gli</strong>o Arrigo<br />

Pistoia-Pisa, 18-21 ottobre 2007<br />

La 45esima Settimana Sociale si è con clusa contemplando l’icona biblica <strong>del</strong>le mani<br />

alzate in preghiera di Mosè sul monte, cui ci ha richiamati domeni ca l’arcivescovo di<br />

Pisa, mons. Plotti, e la pre ghiera ha accompagnato in modo signifi cativo questa Settimana<br />

soprattutto <strong>per</strong> la vicinanza orante <strong>del</strong>le sorelle dei vari monasteri di vita contemplativa<br />

sparsi in tutta Italia, che hanno assicurato la loro attiva partecipazione durante<br />

la pre parazione e specialmente nei giorni in cui l’evento si è svolto. Una preghiera cui<br />

si è unito dal cielo Giorgio La Pira, che conosceva bene la forza d’intercessione dei<br />

monasteri, e con lui Giuseppe To niolo, Armida Barelli, Giuseppe Tovini e tanti altri,<br />

che nell’impegno sociale e po litico hanno realizzato la loro vocazione di contemplativi<br />

nell’azione, trovando proprio nell’impegno professionale e so ciale il luogo <strong>del</strong>l’unione<br />

profonda con il Signore. Anche <strong>per</strong> questo la Settimana è stata un bell’evento di Chiesa,<br />

in un clima sereno e costruttivo che ha coinvolto e fatto gioi re i partecipanti, e tutti coloro<br />

che l’hanno seguita da lonta no grazie al prezio so e puntuale servi zio dei nostri me dia,<br />

“Avvenire” in testa. A questo cli ma ha contribuito non poco il costan te riferimento al<br />

convegno ecclesiale di Verona, racco <strong>gli</strong>endo l’appello che ne era venuto dal Santo Padre<br />

Be nedetto XVI, dal Card. Ruini e da tante altre voci, specialmente dall’“ambito” <strong>del</strong>la<br />

Cittadinanza, <strong>per</strong> un rinno vato impegno dei laici nel servizio al no stro Paese. Verona e<br />

Pistoia-Pisa hanno così confermato l’esigenza di un lavoro comune e progettuale, continuo<br />

e co stante, <strong>per</strong> essere come cattolici sempre più protagonisti nella vita <strong>del</strong> Paese,<br />

non al margine ma dentro ai problemi, non <strong>per</strong> dominare ma <strong>per</strong> servire l’uomo, non<br />

imponendo, come alcuni continuano a dire, ma argomentando, illuminati dal Vangelo<br />

e dall’insegnamento sociale <strong>del</strong> la Chiesa, fondato sulla sacralità <strong>del</strong>la <strong>per</strong>sona umana.<br />

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11


12<br />

ITALIA: Il Capitolo Generale: un dono di grazia<br />

<strong>per</strong> la Congregazione e la Chiesa<br />

Sr. M. Gaetana Galbusera<br />

La nostra Beata Fondatrice, acco<strong>gli</strong>endo<br />

l’ispirazione <strong>del</strong> Signore fondò, nel 1875, la<br />

fami<strong>gli</strong>a religiosa <strong>del</strong>le <strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong> <strong>del</strong> S.<br />

<strong>Cuore</strong> di Gesù <strong>per</strong> l’assistenza domiciliare<br />

a<strong>gli</strong> ammalati poveri, che la Chiesa, con la<br />

sua autorità, accolse e approvò.<br />

La celebrazione di ogni Capitolo generale<br />

è un dono di grazia alla Congregazione e<br />

alla stessa Chiesa, poiché essa come madre<br />

amorosa e prodiga si fa garante <strong>del</strong> suo carisma<br />

spirituale e apostolico col tracciare <strong>del</strong>le<br />

linee fondamentali da seguire nelle Assise<br />

dei capitoli:<br />

– tutelare il patrimonio inerente alla natura,<br />

al fi ne, allo spirito e all’indole <strong>del</strong>l’istituto,<br />

e le sue sane tradizioni;<br />

– promuovere un adeguato rinnovamento<br />

che si armonizzi con il carisma spirituale<br />

e apostolico <strong>del</strong>l’istituto;<br />

– eleggere la nuova direzione generale: la<br />

presidente e il suo consi<strong>gli</strong>o;<br />

– trattare <strong>gli</strong> affari di maggior importanza<br />

ed emanare nuove norme (Cfr C.J.C. 631).<br />

La nostra Congregazione ha celebrato<br />

a Casa Madre, Torino, questo importante<br />

evento dal 10 al 19 settembre 2007.<br />

L’a<strong>per</strong>tura dei lavori capitolari è stata<br />

preceduta dall’Eucaristica celebrata da Sua<br />

Em.za il Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo<br />

di Torino, con l’assistente spirituale<br />

<strong>del</strong> capitolo, Padre Erminio Antonello,<br />

sacerdote vincenziano.<br />

Nell’omelia il Cardinale disse che la sua<br />

presenza era soprattutto <strong>per</strong> pregare con<br />

noi, nell’offrire l’Eucaristia <strong>per</strong> implorare<br />

grazie dallo Spirito Santo sul Capitolo che<br />

stavano <strong>per</strong> celebrare, ma anche <strong>per</strong> aiutarci<br />

a comprendere la Parola di Dio appena<br />

proclamata. Si soffermò particolarmente su<br />

due passi <strong>del</strong>la lettera di Paolo ai Colossesi:<br />

Di essa, (<strong>del</strong>la Chiesa) sono diventato mini-<br />

La nuova Madre Generale, Sr. M. Carmelina<br />

Lanfredini.<br />

stro, secondo la missione affi datami da Dio<br />

presso di voi di realizzare la sua parola,<br />

cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni,<br />

ma ora manifestato ai suoi santi<br />

(1,25-26).<br />

In Paolo, ha sottolineato l’Arcivescovo,<br />

la parola mistero signifi ca “progetto” che,<br />

anche nella celebrazione <strong>del</strong> Capitolo generale<br />

<strong>del</strong>la vostra Congregazione il Signore<br />

vuole rivelare. Esso si manifesta a coloro<br />

che vivono nella rettitudine e che sono<br />

a<strong>per</strong>ti alla grazia di Dio. A queste condizioni<br />

si riesce a capire la ricchezza di questo<br />

progetto, cioè Cristo in voi, s<strong>per</strong>anza <strong>del</strong>la<br />

gloria.<br />

Nelle prime sessioni assembleari sono<br />

state esposte le relazioni <strong>del</strong>la Su<strong>per</strong>iora<br />

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Il Cardinale, S. Em.za Severino Poletto, con<br />

Madre M. Natalia Moscon e Madre M. Carmelina<br />

Lanfredini.<br />

Generale, Madre Natalia Moscon, e <strong>del</strong>le<br />

sorelle responsabili nei diversi settori.<br />

Esse hanno messo in luce in modo esaustivo<br />

la situazione <strong>del</strong>la Congregazione, soprattutto<br />

sotto l’aspetto <strong>del</strong> carisma spirituale e<br />

apostolico.<br />

Impegnativi sono stati i giorni in cui si<br />

è lavorato <strong>per</strong> la disanima <strong>del</strong> Direttorio e<br />

<strong>del</strong> Regolamento <strong>per</strong> la gestione dei beni<br />

temporali. Dopo modifi che, soppressioni<br />

o aggiunte di articoli, i documenti<br />

così aggiornati, che regolano la vita e<br />

l’economia <strong>del</strong>l’Istituto, sono stati approvati<br />

dall’Assemblea capitolare.<br />

Un’altra importante fase <strong>del</strong> Capitolo<br />

è stata quella <strong>del</strong>la formazione<br />

<strong>del</strong>la nuova Direzione. Sono state<br />

elette Madre M. Carmelina Lanfredini,<br />

su<strong>per</strong>iora generale; Sr. M. Teresa<br />

Motto, Sr. M. Chiara Fumagalli, Sr.<br />

M. Elisa Crippa e Sr. M. Pulcherie<br />

Ratsimialison consi<strong>gli</strong>ere generali. Il<br />

neo-consi<strong>gli</strong>o è composto da quattro<br />

sorelle, tre <strong>del</strong>l’Italia e una <strong>del</strong> Madagascar,<br />

rappresentative <strong>del</strong>la internazionalità<br />

<strong>del</strong>la Congregazione.<br />

Nel documento “Orientamenti e impegni”<br />

sono raccolte le linee programmatiche<br />

<strong>per</strong> i prossimi sei anni:<br />

– alzati, rivestiti di luce;<br />

– essere presenza <strong>del</strong>l’amore di Dio nel<br />

luogo ove ci colloca la sua volontà;<br />

– vivere nell’umiltà e nella preghiera con<br />

una vera tensione alla santità;<br />

– rinsaldare le relazioni fraterne.<br />

Il programma è il frutto <strong>del</strong> progetto che<br />

il Signore ha voluto rivelarci in questo XXI<br />

Capitolo generale. Perché ciò si attualizzi,<br />

occorre continuare a tenere alta la qualità<br />

<strong>del</strong>la nostra vita religiosa, vivendo nella<br />

rettitudine e nell’essere a<strong>per</strong>te alla grazia di<br />

Dio, come auspicava il nostro Arcivescovo<br />

durante la celebrazione eucaristica in a<strong>per</strong>tura<br />

<strong>del</strong> Capitolo. A Lui esprimiamo viva<br />

riconoscenza <strong>per</strong> la sua presenza anche durante<br />

lo svolgimento <strong>del</strong>l’elezione <strong>del</strong>la Madre<br />

generale: grazie, Eminenza, <strong>per</strong> l’affetto,<br />

la vicinanza e il bene che ha dimostrato<br />

di volerci. Ancora un caloroso grazie a tutte<br />

le <strong>per</strong>sone che, in questo tempo e in modi<br />

diversi, ci hanno accompagnate con la preghiera<br />

e con il sostegno fraterno.<br />

Ora ci affi diamo alla nostra beata Fondatrice<br />

<strong>per</strong>ché con amore materno ci guidi nel<br />

cammino <strong>del</strong> nuovo sessennio nel co<strong>gli</strong>ere le<br />

proposte e nell’attuare <strong>gli</strong> impegni <strong>del</strong> progetto<br />

capitolare, facendo così intensa es<strong>per</strong>ienza<br />

<strong>del</strong>la ricchezza che in se racchiude.<br />

Le partecipanti al XXI Capitolo generale con Padre<br />

Erminio Antonello, assistente spirituale.<br />

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13


14<br />

Anniversario di matrimonio<br />

La comunità di Vercelli<br />

Chi l’avrebbe immaginata questa festa? È<br />

stata come una sorpresa nella nostra casa.<br />

Si trattava di celebrare il 45° anniversario<br />

di matrimonio dei coniugi Adriano Contorbia<br />

e Maria Luisa Rigolone: <strong>per</strong>sone molto<br />

vicine alla nostra comunità religiosa e degni<br />

di stima, <strong>per</strong> le quali si doveva ricordare<br />

l’intima ricorrenza con la celebrazione di<br />

una santa Messa di ringraziamento, nel ricordo<br />

liturgico dei loro cari defunti.<br />

Era la prima volta che in casa nostra si<br />

viveva una liturgia… sponsale così ricca<br />

di calore e commozione. La celebrazione è<br />

avvenuta il 12 ottobre 2007, nella cappella<br />

<strong>del</strong>la comunità, resa a festa dalle luci, dai<br />

fi ori, dai canti e da due panchini preparati<br />

<strong>per</strong> <strong>gli</strong> sposi davanti all’altare, quasi <strong>per</strong> ricordare<br />

il clima di 45 anni fa. Alla cerimonia<br />

partecipavano tutti i familiari, noi suore<br />

e la nipotina Martina che ha preso posto in<br />

prima fi la. Non sono mancate da parte <strong>del</strong><br />

celebrante, Mons. Contorbia, alcune parole<br />

di circostanza: la riconoscenza e la gratitudine<br />

al buon Dio che ha seguito passo dopo<br />

passo le vicende di Adriano e Maria Luisa,<br />

il suo aiuto anche nei momenti di malattia e<br />

sofferenza fi sica, unitamente al dono <strong>del</strong>la<br />

preghiera <strong>per</strong> il loro futuro ancora ricco di<br />

impegni nell’attesa di celebrare il 50°. La<br />

liturgia è stata vissuta da tutti con molta partecipazione<br />

e gioia espressa, al termine <strong>del</strong>la<br />

Messa, con un lungo applauso, la fotografi a<br />

di rito e l’augurio di gustare ancora <strong>per</strong> lunghi<br />

anni la benedizione <strong>del</strong> loro matrimonio<br />

nella serenità e gioia.<br />

Fe<strong>del</strong>tà sponsale<br />

Quarantacinque anni son lunghi<br />

o fors’anche non tanti,<br />

ma quei neri capelli<br />

diventati ormai bianchi<br />

han vissuto il fervore<br />

d’un antico splendore!<br />

Nelle mani e nei volti<br />

forgiati dal tempo,<br />

dalla pioggia, dal sole,<br />

dal lavoro e dal vento,<br />

c’è la lunga es<strong>per</strong>ienza<br />

d’una dura esistenza:<br />

sono tracce e cemento<br />

di momenti vissuti,<br />

sono croce e tormento<br />

di ricordi <strong>per</strong>duti,<br />

ma in que<strong>gli</strong> occhi pungenti<br />

s’è rifl esso l’ardore,<br />

quella sete d’affetto<br />

di chi ha fatto all’amore,<br />

l’amor quello vero<br />

ga<strong>gli</strong>ardo e sincero<br />

compendio sublime<br />

<strong>del</strong> bel tempo che fu.<br />

Mentre noi tutti quanti,<br />

con <strong>gli</strong> sposi festanti,<br />

all’unisono e in coro<br />

auguriamo ancor anni felici.<br />

Domenico De Marenghi<br />

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Chiamaci ancora, Signore,<br />

e fa che possiamo ogni giorno<br />

trovarci disposti a camminare con te<br />

e come te pensare, sentire e gioire,<br />

lasciandoci<br />

alle spalle<br />

tutto quello<br />

che siamo<br />

o crediamo<br />

di essere,<br />

tutto quello<br />

che sappiamo<br />

e possediamo”<br />

(Anna M. Canopi)<br />

4/ La vocazione al servizio<br />

<strong>del</strong>la Chiesa comunione<br />

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15


16<br />

Le vocazioni nella vita e nella missione <strong>del</strong>la Chiesa<br />

Scheda di preghiera <strong>per</strong> gruppi o <strong>per</strong> singole <strong>per</strong>sone<br />

I canti: all’inizio con l’invocazione allo Spirito santo; al Vangelo con l’acclamazione<br />

<strong>del</strong>l’Alleluia; alle invocazioni con un canto vocazionale; alla fine con un canto di<br />

ringraziamento.<br />

La parola <strong>del</strong>la Chiesa<br />

(dal messaggio <strong>del</strong> Santo Padre <strong>per</strong> la 44ª<br />

Giornata Mondiale di Preghiera <strong>per</strong> le<br />

Vocazioni: 29 aprile 2007)<br />

Secondo l’esplicito comando <strong>del</strong> Signore,<br />

noi dobbiamo implorare il dono <strong>del</strong>le<br />

vocazioni in primo luogo pregando<br />

instancabilmente e insieme il “padrone<br />

<strong>del</strong>la messe”. L’invito è al plurale: “Pregate<br />

dunque il padrone <strong>del</strong>la messe <strong>per</strong>ché<br />

mandi o<strong>per</strong>ai nella sua messe” (Mt 9,38).<br />

Questo invito <strong>del</strong> Signore ben corrisponde<br />

allo stile <strong>del</strong> “Padre nostro” (Mt 6,9), preghiera<br />

che E<strong>gli</strong> ci ha insegnato e che costituisce<br />

una “sintesi di tutto il Vangelo”,<br />

secondo la nota espressione di Tertulliano<br />

(cfr De Oratione, 1,6: CCL 1, 258). In<br />

questa chiave è illuminante anche un’altra<br />

espressione di Gesù: “Se due di voi sopra<br />

la terra si accorderanno <strong>per</strong> domandare<br />

qualunque cosa, il Padre mio che è nei<br />

cieli ve la concederà” (Mt 18,19). Il buon<br />

Pastore ci invita dunque a pregare il Padre<br />

celeste, a pregare uniti e con insistenza,<br />

<strong>per</strong>ché E<strong>gli</strong> mandi vocazioni, al servizio<br />

<strong>del</strong>la Chiesa-comunione.<br />

Al centro di ogni comunità cristiana c’è<br />

l’Eucaristia, fonte e culmine <strong>del</strong>la vita<br />

<strong>del</strong>la Chiesa. Chi si pone al servizio <strong>del</strong><br />

Vangelo, se vive <strong>del</strong>l’Eucaristia, avanza<br />

nell’amore verso Dio e verso il prossimo<br />

e contribuisce così a costruire la Chiesa<br />

come comunione. Potremmo affermare<br />

che “l’amore eucaristico” motiva e fonda<br />

l’attività vocazionale di tutta la Chiesa,<br />

<strong>per</strong>ché, come ho scritto nell’Enciclica<br />

Deus caritas est, le vocazioni al sacerdozio<br />

e a<strong>gli</strong> altri ministeri e servizi fi oriscono<br />

all’interno <strong>del</strong> popolo di Dio laddove<br />

ci sono uomini nei quali Cristo traspare<br />

attraverso la sua Parola, nei sacramenti<br />

e specialmente nell’Eucaristia. E questo<br />

<strong>per</strong>ché “nella liturgia <strong>del</strong>la Chiesa, nella<br />

sua preghiera, nella comunità viva dei credenti,<br />

noi s<strong>per</strong>imentiamo l’amore di Dio,<br />

<strong>per</strong>cepiamo la sua presenza e impariamo<br />

in questo modo anche a riconoscerla nel<br />

quotidiano. E<strong>gli</strong> <strong>per</strong> primo ci ha amati e<br />

continua ad amarci <strong>per</strong> primo; <strong>per</strong> questo<br />

anche noi possiamo rispondere con l’amore”<br />

(n. 17).<br />

Spunti di rifl essioni<br />

– Acco<strong>gli</strong>ere con fede l’invito <strong>del</strong> Signore<br />

a pregare il “padrone <strong>del</strong>la messe”<br />

<strong>per</strong>ché non manchino vocazioni alla<br />

sua Chiesa;<br />

– credere alla parola di Gesù che dice:<br />

“Se due di voi sopra la terra si accorderanno<br />

<strong>per</strong> domandare qualunque<br />

cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la<br />

concederà”;<br />

– discernere la propria vocazione alla<br />

scuola <strong>del</strong>la Parola di Dio e dei sacramenti,<br />

specialmente <strong>del</strong>l’Eucaristia.<br />

La gioia di servire il Signore (Salmo 99)<br />

Acclamate al Signore,<br />

voi tutti <strong>del</strong>la terra,<br />

servite il Signore nella gioia,<br />

presentatevi a lui con esultanza.<br />

Lodiamo e serviamo il Signore con gioia.<br />

Riconoscete che il Signore è Dio;<br />

e<strong>gli</strong> ci ha fatti e noi siamo suoi,<br />

suo popolo e gregge <strong>del</strong> suo pascolo.<br />

Lodiamo e serviamo il Signore con gioia.<br />

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Varcate le sue porte con inni di grazie,<br />

i suoi atri con canti di lode,<br />

lodatelo, benedite il suo nome.<br />

Lodiamo e serviamo il Signore con gioia.<br />

Buono è il Signore,<br />

eterna la sua misericordia,<br />

la sua fe<strong>del</strong>tà <strong>per</strong> ogni generazione.<br />

Lodiamo e serviamo il Signore con gioia.<br />

La parola di Gesù (Mt 9,35-38; 18,19)<br />

«Gesù andava <strong>per</strong> tutte le città e i villaggi,<br />

insegnando nelle loro sinagoghe, predicando<br />

il vangelo <strong>del</strong> regno e curando ogni<br />

genere di malattie e infermità. Vedendo le<br />

folle ne sentì compassione, <strong>per</strong>ché erano<br />

stanche e sfi nite, come pecore senza pastore.<br />

Allora disse ai suoi discepoli: “La<br />

messe è molta, ma <strong>gli</strong> o<strong>per</strong>ai sono pochi!<br />

Pregate dunque il padrone <strong>del</strong>la messe che<br />

mandi o<strong>per</strong>ai nella sua messe!”.<br />

In verità vi dico ancora: “Se due di voi sopra<br />

la terra si accorderanno <strong>per</strong> domandare<br />

qualunque cosa, il Padre mio che è nei<br />

cieli ve la concederà. Perché dove sono<br />

due o tre riuniti nel mio nome, io sono in<br />

mezzo a loro”».<br />

Rileggere il brano facendo attenzione<br />

ai verbi e sottolineare quanto ti ha maggiormente<br />

colpito.<br />

Elementi <strong>per</strong> l’osservazione:<br />

Chi sono i <strong>per</strong>sonaggi dei brani <strong>del</strong><br />

vangelo?<br />

Che cosa fanno?<br />

In quale di essi mi identifi co?<br />

Elementi <strong>per</strong> l’interpretazione<br />

Qual è la chiave <strong>del</strong> messaggio di<br />

Gesù?<br />

Che cosa mi insegna riguardo a Dio Padre<br />

e a noi?<br />

Elementi di applicazione<br />

Come mi interpella questa pagina?<br />

Mi sento di impegnarmi <strong>per</strong> un cammino<br />

di discernimento <strong>del</strong>la mia vocazione?<br />

Preghiera dei fe<strong>del</strong>i<br />

Mentre godiamo <strong>del</strong>la presenza di Gesù<br />

tra noi, <strong>per</strong>ché siamo qui riuniti nel suo<br />

nome, rivolgiamo a Dio Padre la nostra<br />

preghiera di domanda.<br />

Rinfranca i nostri cuori nella carità, Signore,<br />

e dona alla Chiesa annunciatori<br />

<strong>del</strong> tuo regno.<br />

Perché i vescovi, i sacerdoti, i diaconi e i<br />

consacrati siano fe<strong>del</strong>i a ciò che annunciano<br />

e rendano continuamente presente Dio<br />

che chiama alla salvezza, preghiamo.<br />

Rinfranca i nostri cuori nella carità, Signore,<br />

e dona alla Chiesa annunciatori<br />

<strong>del</strong> tuo regno.<br />

Perché ciascun membro <strong>del</strong> popolo di Dio<br />

sia fe<strong>del</strong>e alla propria vocazione e si faccia<br />

promotore di tutte le vocazioni con la<br />

preghiera e l’azione, preghiamo.<br />

Rinfranca i nostri cuori nella carità, Signore,<br />

e dona alla Chiesa annunciatori<br />

<strong>del</strong> tuo regno.<br />

Perché l’attento ascolto <strong>del</strong>la Parola di<br />

Dio, nella liturgia e nella preghiera comunitaria<br />

e <strong>per</strong>sonale, sia il luogo in cui<br />

ciascuno scopre il progetto di Dio, <strong>per</strong> poi<br />

acco<strong>gli</strong>erlo nella sua vita, preghiamo.<br />

Rinfranca i nostri cuori nella carità, Signore,<br />

e dona alla Chiesa annunciatori<br />

<strong>del</strong> tuo regno.<br />

Perché lo Spirito Santo, fonte di ogni<br />

dono, ispiri ai cristiani, specialmente ai<br />

giovani, il desiderio di dedicarsi in maniera<br />

defi nitiva e radicale alla causa <strong>del</strong> Vangelo,<br />

preghiamo.<br />

Rinfranca i nostri cuori nella carità, Signore,<br />

e dona alla Chiesa annunciatori<br />

<strong>del</strong> tuo regno.<br />

Perché tra le <strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong> si rafforzi sempre<br />

più uno stile di vita ascetico e di servi-<br />

fiamma 4-2007.indd 17 19-11-2007 15:20:29<br />

17


18<br />

zio disinteressato, indispensabili <strong>per</strong> una<br />

rifi oritura vocazionale, preghiamo.<br />

Rinfranca i nostri cuori nella carità, Signore,<br />

e dona alla Chiesa annunciatori<br />

<strong>del</strong> tuo regno.<br />

(seguono brevi ispirazioni<br />

di preghiere libere)<br />

Spiritualità di Madre Anna<br />

Preghiera e missione<br />

Preghiera: debolezza di Dio, potenza<br />

<strong>del</strong>l’uomo<br />

Con il cuore parlo di continuo al Signore<br />

di voi. Mie care fi <strong>gli</strong>e, spesso offro al<br />

Divin <strong>Cuore</strong> <strong>per</strong> voi le mie pene. Tuttavia<br />

volentieri io soffro e patisco, quando<br />

penso che queste mie sofferenze mi otterranno<br />

da Dio la grazia di avere <strong>del</strong>le fi -<br />

<strong>gli</strong>e buone, interamente dedicate al <strong>Sacro</strong><br />

<strong>Cuore</strong> <strong>del</strong> nostro Gesù, al sollievo dei poveri<br />

infermi.<br />

Quanto godrà il <strong>Cuore</strong> di Gesù di avere<br />

vicino a sé uno stuolo di anime, tutte consacrate<br />

al Suo divin servizio!<br />

Quando il cuore porta il corpo, si fanno<br />

molte cose <strong>per</strong> il servizio di Dio; ma se<br />

il corpo soltanto porta il cuore, non si fa<br />

niente di bene né <strong>per</strong> noi né <strong>per</strong> <strong>gli</strong> altri.<br />

I vostri buoni propositi siano alimentati<br />

giorno <strong>per</strong> giorno dall’orazione, che è il<br />

primo canale <strong>del</strong>la grazia, non potendo<br />

nulla da noi, con tutto il nostro impegno.<br />

Persuadiamoci che la preghiera deve essere<br />

accompagnata da un grandissimo spirito<br />

di pietà, se vo<strong>gli</strong>amo che torni gradita<br />

a Dio. Essa è la chiave dei tesori <strong>del</strong> Cielo,<br />

è la debolezza di Dio e l’onnipotenza<br />

<strong>del</strong>l’uomo, <strong>per</strong> così esprimermi, purché<br />

sia fatta con molta fede, umiltà, rifl essione,<br />

che sono i frutti <strong>del</strong>la vera devozione.<br />

Missione: curare e annunciare il regno<br />

di Dio<br />

Per compiere bene la nostra missione, noi<br />

abbiamo bisogno di tenerezza, di carità e<br />

di amore.<br />

La piccola Serva deve formarsi un cuore<br />

buono, compassionevole, pronto a prestare<br />

aiuto a tutte le miserie, nell’imitazione<br />

<strong>del</strong> <strong>Cuore</strong> di Gesù.<br />

Gli ammalati sono i nostri padroni; bisogna<br />

servirli con fede e rispetto come Dio<br />

medesimo, specialmente quando fossero<br />

meno degni <strong>del</strong>le nostre cure, <strong>per</strong>ché allora<br />

si purifi ca la nostra virtù e si rafforza<br />

con l’esercizio contrario alle nostre inclinazioni,<br />

e il nostro buon esempio ha maggior<br />

effi cacia <strong>per</strong> attirare a Dio l’ammalato,<br />

salvandolo eternamente.<br />

Quando vi recate ad assistere <strong>gli</strong> ammalati,<br />

non dite: «vado dall’ammalato», ma:<br />

«vado a consolare il <strong>Cuore</strong> di Gesù sofferente».<br />

Se voi andrete con questo spirito<br />

di fede, state tranquille e sicure che li servirete<br />

bene.<br />

Preghiera conclusiva<br />

Signore, rendici attenti alla voce <strong>del</strong> tuo<br />

Spirito, <strong>per</strong>ché possiamo attuare nelle parole<br />

e nelle o<strong>per</strong>e ciò che è conforme alla<br />

tua volontà. Amen.<br />

Breve rifl essione<br />

Sull’insegnamento <strong>del</strong> Vangelo i santi<br />

fondatori, come la nostra beata Anna,<br />

nell’attuazione di un loro progetto apostolico<br />

pongono sempre l’attenzione a tutta<br />

la <strong>per</strong>sona a cui intendono rivolgersi.<br />

Vedono i sofferenti e, come Gesù, ne hanno<br />

compassione. La fede e la carità li spinge a<br />

andare loro incontro <strong>per</strong> alleviarne le pene,<br />

che non sono mai soltanto fi siche. Sotto<br />

l’apparenza esteriore scoprono sempre<br />

un’altra realtà ben più triste <strong>del</strong>la prima: la<br />

povertà morale e spirituale.<br />

È quindi signifi cativa e quanto mai attuale<br />

l’esortazione <strong>del</strong>la nostra Beata Fondatrice:<br />

Lo scopo principale <strong>del</strong>la nostra<br />

caritatevole assistenza non è soltanto di<br />

portare ai malati un po’ di terra alla terra,<br />

ma di portare loro il Cielo, di cui la piccola<br />

Serva dispone a piene mani <strong>per</strong>ché è l’apostola<br />

<strong>del</strong> <strong>Cuore</strong> di Gesù.<br />

fiamma 4-2007.indd 18 19-11-2007 15:20:29


Agosto 2007<br />

La vo<strong>gli</strong>a di …<br />

Una vacanza di lavoro a Moramanga<br />

Madagascar! Tante domande scorrono<br />

nella nostra mente ora che manca poco a<br />

partire. La maggior parte di queste <strong>per</strong>ò non<br />

trovano nessuna risposta <strong>per</strong>ché, chi lo sa<br />

cosa troveremo? Ma la vo<strong>gli</strong>a di partire non<br />

ci manca, la vo<strong>gli</strong>a di conoscere, la vo<strong>gli</strong>a di<br />

metterci in gioco come Clan in questa terra<br />

così esotica e sconosciuta, la vo<strong>gli</strong>a di sporcarci<br />

le mani in questo mondo così lontano<br />

e così diverso dal nostro.<br />

Tanti infatti sono stati <strong>gli</strong> incontri in preparazione<br />

<strong>del</strong>la nostra Route di servizio<br />

in Madagascar, <strong>per</strong> capire me<strong>gli</strong>o il luogo<br />

in cui saremmo andati e la situazione che<br />

avremmo trovato.<br />

Arrivati nella missione di Moramanga<br />

abbiamo avuto tutti bisogno di qualche<br />

Clan-scout di Alzano-Nembro (BG)<br />

Un bimbo si diverte con l'amico scout.<br />

giorno <strong>per</strong> ambientarci, <strong>per</strong> riuscire a capire<br />

come vivere nel mi<strong>gli</strong>ore dei modi questa<br />

nostra Route. Il nostro servizio all’interno<br />

<strong>del</strong>la missione di Moramanga ci ha visti<br />

impegnati nel riverniciare le gri<strong>gli</strong>e <strong>del</strong>le fi -<br />

nestre e i cornicioni di un intero padi<strong>gli</strong>one<br />

Un gruppo di bimbi che <strong>gli</strong> scout hanno incontrato visitando il loro villaggio.<br />

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19


20<br />

Il gioco <strong>del</strong>le bolle di sapone portato dall’Italia.<br />

<strong>del</strong>l’ospedale <strong>del</strong>la missione, nella completa<br />

sistemazione di un orto (dal ta<strong>gli</strong>are i rovi e<br />

sistemare il terreno, alla semina di pomodori<br />

e zucchine) e nella riorganizzazione <strong>del</strong><br />

magazzino <strong>del</strong>la missione (dalla sistemazione<br />

<strong>del</strong> materiale all’inventario fi nale). Questi<br />

lavori ci impegnavano la mattina e gran<br />

parte <strong>del</strong> pomeriggio. Il ritmo <strong>del</strong>la nostra<br />

giornata seguiva pressappoco quello solare:<br />

sve<strong>gli</strong>a alle 5 e 45, messa celebrata da Don<br />

Roberto ogni mattina alle 6 con le suore che<br />

ci ospitavano, alle 7 colazione e alle 8 tutti<br />

al lavoro. La maggior parte di noi lavorava,<br />

chi alle gri<strong>gli</strong>e, chi nell’orto e chi nel magazzino.<br />

Ci impegnavamo <strong>per</strong>ò ogni giorno a riservare<br />

un po’ di tempo<br />

<strong>per</strong> giocare con i<br />

bambini che vivevano<br />

all’interno <strong>del</strong>la<br />

missione. Bambini a<br />

cui bastava un nostro<br />

piccolissimo gesto<br />

<strong>per</strong> sorridere, <strong>per</strong> essere<br />

felici: Gaetan,<br />

Remy, Bambù, Bell,<br />

Patrick, Nantanaina,<br />

Tsilavna, Iandri, e<br />

poi Toulztou, Maomi,<br />

Mary, Christine,<br />

Karim, Noè, e Rafi<br />

ki, ognuno di loro<br />

con uno sguardo, una<br />

storia da raccontare.<br />

Inoltre ogni giorno, a<br />

turno, c’era chi, con Sr. M. Angéline, si recava<br />

al mercato a fare la spesa <strong>per</strong> tutti, e chi<br />

con Sr. M. Adéline a far visita alle carceri di<br />

Moramanga.<br />

Queste due es<strong>per</strong>ienze, diversissime fra<br />

loro, ci hanno fatto fi nalmente conoscere<br />

il vero volto <strong>del</strong> Madagascar. Un Madagascar<br />

già visto in televisione, ma quando ti<br />

ci trovi dentro con tutto te stesso… beh…<br />

le cose cambiano.<br />

Il mercato: piccole baracche tutte attaccate<br />

fra loro, viottoli di fango in cui la suora<br />

si avviava spedita, conoscendo già la bancarella<br />

mi<strong>gli</strong>ore <strong>per</strong> le nostre com<strong>per</strong>e, e noi<br />

la seguivamo. E ogni passo che facevamo ci<br />

addentravamo in questo mondo, fatto di volti<br />

sporchi e di occhi affamati, fatto di piedi<br />

nudi nel fango, di cibo sporco che ti chiedi<br />

come facciano a mangiarlo, fatto di colori e<br />

di odori fortissimi.<br />

Ma l’es<strong>per</strong>ienza più forte a livello emotivo<br />

è stata la visita alle carceri di Moramanga.<br />

Semplicemente incredibile: uomini<br />

dentro da più di 30 anni e uomini dentro da<br />

10 anni <strong>per</strong> aver rubato una gallina. Ai primi<br />

di noi che hanno visitato le carceri la suora<br />

ha detto di “stare a vista”, <strong>per</strong>ché ovviamente<br />

eravamo sotto la sua responsabilità, poi<br />

piano piano abbiamo cercato di capire di più<br />

di queste <strong>per</strong>sone, siamo usciti nel cortilet-<br />

I nostri ragazzi a Tananarive, capitale <strong>del</strong> Madagascar.<br />

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Il clan-scout con le sorelle di Moramanga in un momento di fraterna<br />

condivisione.<br />

to <strong>del</strong> carcere con loro e abbiamo cercato di<br />

dialogare in qualche modo: chi si avvicinava<br />

cercando di comunicare con qualche parola<br />

di inglese, chi in francese, chi semplicemente<br />

con lo sguardo, forse timido <strong>per</strong> parlare,<br />

osservava tutti i nostri movimenti, e chi, con<br />

l’ultima s<strong>per</strong>anza che <strong>gli</strong> era rimasta, ci dava<br />

il suo indirizzo chiedendo il nostro. Forse<br />

<strong>per</strong>ché usciti da lì non avevano nessun altro<br />

o forse <strong>per</strong>ché non sapevano se sarebbero<br />

usciti. Abbiamo conosciuto anche le donne<br />

detenute nel carcere e appena incrociavano i<br />

nostri sguardi erano imbarazzate di mostrarci<br />

la loro vita, la loro povertà, e la loro colpa.<br />

Ci raccontavano dei loro fi <strong>gli</strong>, <strong>del</strong>la loro<br />

vita “fuori” e ci chiedevano <strong>del</strong>la nostra… e<br />

cosa raccontar<strong>gli</strong>? Cosa raccontare a questa<br />

gente <strong>del</strong> mondo in cui viviamo?… L’es<strong>per</strong>ienza<br />

<strong>del</strong> carcere ha lasciato in ognuno di<br />

noi un segno fortissimo, che ricorderemo<br />

<strong>per</strong> sempre.<br />

Un’es<strong>per</strong>ienza altrettanto forte è stata il<br />

partecipare la domenica alla Messa. A Moramanga<br />

la messa viene celebrata tutte le<br />

domeniche, ma nei villaggi più piccoli si<br />

celebra quando il sacerdote riesce ad essere<br />

presente. La messa è un’occasione di festa,<br />

un’occasione <strong>per</strong> stare insieme con tutta<br />

la fami<strong>gli</strong>a e il momento<br />

<strong>per</strong> celebrare<br />

i Sacramenti. Alcuni<br />

di noi hanno partecipato<br />

ad una messa di<br />

quattro ore in cui si<br />

sono celebrati il Sacramento<br />

<strong>del</strong> Battesimo,<br />

<strong>del</strong>la Confessione,<br />

<strong>del</strong>la Comunione<br />

e <strong>del</strong> Matrimonio.<br />

Una fede fortissima,<br />

una fede assoluta,<br />

canti pieni di gioia e<br />

gesti incredibilmente<br />

belli e naturali, come<br />

ovunque nel mondo<br />

dovrebbe essere.<br />

Infi ne, <strong>gli</strong> ultimi<br />

tre giorni a Moramanga:<br />

con le biciclette<br />

prese in prestito dalle suore, ci siamo<br />

recati nei villaggi vicini e con le nostre<br />

grandi risorse scout abbiamo fatto sorridere<br />

bambini, adulti e vecchi. Abbiamo donato<br />

loro tutto quello che avevamo portato con<br />

noi dall’Italia: bolle di sapone, palloncini<br />

che prendevano forme strane e palloni. Ci<br />

accorgevamo che non ce n’erano mai <strong>per</strong><br />

tutti… ma quanti erano… Appena arrivavamo<br />

nel villaggio la loro timidezza ci mostrava<br />

spiazzati, ma piano piano avvicinandoci<br />

a loro capivamo che bastava un sorriso <strong>per</strong>ché<br />

ti dessero la mano fi duciosi. Tra giochi,<br />

bans, canti e bolle di sapone, abbiamo sco<strong>per</strong>to<br />

la bellezza <strong>del</strong> servizio: ricco di emozioni<br />

e di rifl essioni da porsi.<br />

Ora, tornati alla vita di sempre, ci chiediamo<br />

se siamo cambiati, se abbiamo imparato<br />

qualcosa, se siamo riusciti a prendere<br />

tutto quello che potevamo prendere da questa<br />

es<strong>per</strong>ienza e portarlo a casa, farlo nostro.<br />

Forse dentro di noi qualcosa è cambiato, o<br />

forse no. Sicuramente vi ringraziamo tutti,<br />

<strong>per</strong> averci sostenuto come Clan e aiutato a<br />

conoscere questo pezzo di mondo, che porteremo<br />

sempre dentro di noi, ricordandolo e<br />

raccontandovelo oggi con un sorriso, ricco<br />

di emozioni.<br />

fiamma 4-2007.indd 21 19-11-2007 15:20:39<br />

21


22<br />

MADAGASCAR: Professione <strong>per</strong>petua<br />

Come il profumo <strong>del</strong>l'incenso<br />

Sr. M. Lydia Bénédicte Ralantosoa e Sr. M. Charlotte Razafi ndraleva<br />

Il 1° novembre 2007, festa di Tutti i Santi e<br />

32° anniversario <strong>del</strong>la beatifi cazione <strong>del</strong>la<br />

nostra fondatrice, Anna Michelotti, Sr. M.<br />

Lydia Bénédicte Ralantosoa e Sr. M. Charlotte<br />

Razafi ndraleva hanno emesso la loro<br />

professione <strong>per</strong>petua, donandosi <strong>per</strong> tutta<br />

la vita a Cristo. Il rito di professione, che<br />

si è svolto durante una concelebrazione eucaristica<br />

presieduta da Sua ecc. Mons. José<br />

Alfredo Caires de Nebrega, ha avuto luogo<br />

presso la parrocchia di Nostra Signora di<br />

Fatima a Ambohimirary, Tananarive. Le<br />

neo-professe <strong>per</strong>petue, nella loro testimonianza,<br />

affermano convinte la positività <strong>del</strong><br />

lasciare tutto <strong>per</strong> guadagnare il Tutto, CRI-<br />

STO.<br />

Siamo infatti come il profumo<br />

<strong>del</strong>l’incenso offerto a Dio da Cristo<br />

(2 Cor 2,15)<br />

IL PROFUMO?<br />

Il profumo prima di divenire tale deve<br />

passare <strong>per</strong> diverse tappe: fi ori scelti e raccolti<br />

fra tanti altri; elaborati e fatti diventare<br />

profumo. Anche noi abbiamo accolto la parola<br />

di Cristo: “Non siete voi che avete scelto<br />

me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati<br />

a portare molto frutto” (Giov 15,16). Anche<br />

noi siamo state scelte da Cristo, scelte fra<br />

molte; aiutate a crescere attraverso diverse<br />

tappe: prima dai nostri genitori, poi dalle<br />

formatrici <strong>del</strong>la nostra Congregazione che<br />

ci hanno fatto maturare nella nostra chiamata<br />

<strong>per</strong> mezzo <strong>del</strong>la Parola di Dio, <strong>del</strong>le<br />

nostre Regole di vita. Non meno importante<br />

è stata l’es<strong>per</strong>ienza <strong>del</strong>lo scambio nella vita<br />

fraterna in comunità che ci ha fatto diventare<br />

questo profumo di Cristo <strong>per</strong> Dio.<br />

IL PROFUMO?<br />

Una piccola goccia che non ha peso, cioè<br />

una sola goccia, ma che espande un profumo<br />

buono che molti sentono. Fra le <strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong><br />

sentiamo di essere molto piccole: piccole<br />

e <strong>Serve</strong> ma doniamo totalmente la nostra<br />

vita al servizio dei malati poveri vedendo in<br />

loro il volto di Cristo che ci ha chiamate.<br />

Vo<strong>gli</strong>amo portare nella nostra vita, con profonda<br />

umiltà, questo profumo di Cristo.<br />

IL PROFUMO?<br />

Il profumo in se stesso dà respiro, fa piacere,<br />

rallegra e attira: questo è il suo com-<br />

fiamma 4-2007.indd 22 19-11-2007 15:20:42


pito. Non solo, ma vince anche su<strong>gli</strong> odori<br />

cattivi. La vita piena <strong>del</strong>l’Amore di Cristo<br />

che sprigiona dolcezza, umiltà, servizio disinteressato,<br />

sorriso, pazienza... dona forza<br />

a quanti incontra e fa risplendere il volto di<br />

Cristo a volte deturpato dal male. Vo<strong>gli</strong>amo<br />

ringraziare Dio che ci ha scelte, ci ha guidate<br />

lungo il <strong>per</strong>corso e ci ha fatto arrivare alla<br />

donazione totale di noi stesse a Lui. Ringraziamo<br />

la nostra Fami<strong>gli</strong>a Religiosa che<br />

ci ha accompagnate. Spanderemo ovunque<br />

andremo, il Profumo di Cristo, come la donna<br />

<strong>del</strong> vangelo che ha portato e cosparso di<br />

profumo i piedi di Gesù. Riscopriremo ogni<br />

giorno il mistero <strong>del</strong> volto sofferente di Cristo<br />

nel dolore <strong>del</strong>l’uomo, avvolto dalla luce<br />

<strong>del</strong>la risurrezione. Illuminate dall’Amore<br />

Misericordioso di Cristo Gesù correremo<br />

sulla scia <strong>del</strong> suo Profumo.<br />

Toy ny hanitry ny emboka<br />

Traduzione di Sr. M.J.A. Ravelomifi diarisoa<br />

Ny 01 Novambra 2007, fankalazana ny<br />

fetin’ny Olomasina rehetra, faha-32 taona<br />

nanandratana ho olontsambatra ny Mpanorina<br />

ny Fikambanantsika Anna Michelotti, no<br />

nanaovan’i Sr.M.Lydia Bénédicte Ralantsoa sy<br />

Sr.M.Charlotte Razafi ndraleva ny fanolorantena<br />

mandrakizay ny fi ainany manontolo ho<br />

an’i Kisty. Nankalazaina izany nanritra ny<br />

Sorona Masina notarihin’i Son Exellence Mgr.<br />

José Alfredo Caires de Nobrega tao amin’ny<br />

Paroasy Notre Dame de Fatima Ambohimirary<br />

Antananarivo. Ireo Masera vao nanao ny voady<br />

farany ireo dia niaiky fa tsara ny mandao ny<br />

zavatra rehetra mba hahazoana ny Zavatra<br />

rehetra dia i KRISTY.<br />

Hanitr’i Kristy ho An’Andriamanitra izahay<br />

(Kor 2,15)<br />

NY HANITRA?<br />

Dingana maro no nolalovany vao lasa<br />

hanitra ny Hanitra iray. Zavamaniry voafantina,<br />

notsongaina tao anatin’ny maro no novolavolaina,<br />

nahodina mba hanjary hanitra mani-pofona.<br />

Izahay koa mandray ny Tenin’i Kristy hoe: “Tsy<br />

ianareo no nifi dy Ahy fa Izaho no nifi dy anareo<br />

ka nanendry anareo mba handehananareo sy<br />

hahavokaranareo” (Jn 15,16). Voafi din’i Kristy<br />

tokoa izahay, notsongaina tao anatin’ny maro,<br />

novolavolain’ireo fanabeazana samihafa dia<br />

ny fanabeazana fototra nomen’ireo Ray amandReny,<br />

tao koa ny Fikambanana izay nanamafy<br />

orina ny Fiantsoana anay tamin’ny alalan’ny<br />

Tenin’Andriamanitra, ny Constitutions, ary<br />

tsy latsa-danja amin’izany ny fi fampizarana<br />

amin’ny fi ombonam-piainan’ny mpirahavavy<br />

ka nahatonga anay ho “Hanitr’i Kristy ho an’<br />

Andriamanitra”.<br />

NY HANITRA?<br />

Teboka kely tsy misy lanjany, izany hoe:<br />

indray mitete monja nefa manaparitaka fofona<br />

tsara manaitra sy ren’ny maro. Amin’ny<br />

mahampanompovavikely anay koa dia mahatsapa<br />

izahay fa tsinontsinona. Sady kely no mpanompo<br />

nefa mahafoy ny fi ainana manontolo ho<br />

fanompoana ny marary mahantra izay ahitanay<br />

ny endrik’i Kristy Ilay niantso anay. Fanetrentena<br />

lalina àry no itondranay ny Hanitr’i Kristy<br />

eo amin’ny sehatra rehetra misy anay.<br />

NY HANITRA?<br />

Ny hanitra amin’ny maha-hanitra azy<br />

dia mamelombolo, mahatehotia, mahafaly,<br />

manintona, satria satry foana ny hanimbolo azy.<br />

Tsy izany ihany fa mandresy ny ratsy ihany<br />

koa izy. Ny fi ainana kosa feno ny Fitiavan’I<br />

Kristy ka maneho halemem-panahy, fanetrentena,<br />

fanompoana maimaim-poana, tsikitsiky,<br />

faharetana … no indro manome aina an’izay<br />

rehetra mifanerasera aminay sy hamerina indray ny<br />

endrik’i Kristy efa rotidrotiky ny ratsy (fi jaliana)<br />

samihafa. Koa isaorana anie Andriamanitra izay<br />

manome hery anay sy nifi dy anay amin’izao<br />

lalam-panokanan-tena izao. Isaoranay koa<br />

ny Fikambanana manontolo nanampy anay<br />

hatramin’izay. Hanely ny Hanitr’i Kristy hatraiza<br />

hatraiza izahay, toy ilay vehivavy nitondra<br />

hanitra, ka nanositra zava-manitra sy sarobidy<br />

ny tongotr’i Jesoa ( Lk 17, 46) no itondranay<br />

ny Hanitr’i Kristy ihany koa.Hanavao indray,<br />

ny endrika ao amin’ny fi ainanay, ny misterin’ny<br />

fi jalian’i kristy ao amin’ny zanak’olombelona ho<br />

taratry ny fi tsanganan’i Kristy ho velona. Ary ho<br />

voahaingon’ny Fitiavana be Famindram-po toy<br />

ny nataon’i Kristy Jesoa.<br />

fiamma 4-2007.indd 23 19-11-2007 15:20:45<br />

23


24<br />

ROMANIA:<br />

Per far nascere il valore <strong>del</strong>la vera libertà<br />

Giusy, animatrice GREST di Cremona<br />

Castello <strong>del</strong>la città di Buzau.<br />

Buzau, agosto 2007<br />

Da ormai 10 anni, insieme a un sacerdote<br />

e a una cinquantina di<br />

giovani e adulti cremonesi,<br />

svolgiamo durante<br />

l’estate, servizio di<br />

animazione in alcune<br />

parrocchie cattoliche in<br />

Romania e Albania. Le<br />

es<strong>per</strong>ienze aumentano<br />

in continuazione e sono<br />

sempre di più i bambini,<br />

i ragazzi, <strong>gli</strong> adulti,<br />

i preti e le suore che incontriamo.<br />

Dedichiamo<br />

parte <strong>del</strong>le nostre vacanze<br />

estive a questa attività,<br />

<strong>per</strong>ché desideriamo<br />

condividere con <strong>gli</strong> altri<br />

le ricchezze <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza oratoriana che,<br />

a Cremona, abbiamo avuto la possibilità di<br />

maturare.<br />

Quest’anno, io e un’altra ragazza, abbiamo<br />

realizzato insieme a un gruppo di dodici<br />

adolescenti rumeni, padre Pavel, Sr. M. Laura<br />

e Sr. M. Rose, una settimana di GREST,<br />

lu<strong>gli</strong>o 2007, presso la parrocchia cattolica di<br />

Buzau (Romania).<br />

Sette giorni intensi nei quali abbiamo<br />

incontrato settanta bambini, tanti sorrisi,<br />

vo<strong>gli</strong>a di stare insieme nella semplicità <strong>del</strong><br />

gioco, <strong>del</strong>la danza, <strong>del</strong> canto e <strong>del</strong>la festa.<br />

Alcuni bambini provengono dalla città, altri<br />

dalla campagna; sono portatori di storie differenti<br />

che rivelano le contraddizioni di questa<br />

Romania che, troppo velocemente, vuole<br />

(o deve?) emulare sempre più i costumi occidentali.<br />

Auto di lusso, centri commerciali,<br />

telefonini e pub convivono con situazioni di<br />

Un gruppo di ragazzi che hanno partecipato al GREST.<br />

fiamma 4-2007.indd 24 19-11-2007 15:20:46


povertà (economica, socio-culturale e, volte,<br />

spirituale) che ancora mettono in ginocchio<br />

interi nuclei familiari.<br />

Attraverso l’attenzione educativa a bambini<br />

e ragazzi, le suore e il parroco tentano<br />

quotidianamente di far nascere dentro il<br />

cuore di questi giovani il desiderio di vivere<br />

il valore <strong>del</strong>la libertà vera che troppo spesso<br />

il consumismo dilagante fa divergere verso<br />

altri falsi miti.<br />

L’apice di questa attività e di vicinanza<br />

ai giovani si concretizzò nel GREST, occasione<br />

<strong>per</strong> tutti, cattolici e ortodossi, di formazione<br />

spirituale, di divertirsi e di s<strong>per</strong>imentare,<br />

<strong>per</strong> i più grandi, la dimensione <strong>del</strong><br />

servizio ai bambini.<br />

Questa, in breve, l’es<strong>per</strong>ienza che,<br />

quest’estate, ho avuto il piacere di condividere<br />

e di sostenere.<br />

Pentru a face să se nască<br />

valoarea adevăratei libertăt¸i<br />

Traduzione di don Giorgio Miclaus<br />

Buzau, august 2007<br />

De mai bine de 10 ani, împreună cu un<br />

preot s¸i cu cincizeci de tineri s¸i adult¸i cremonezi,<br />

desfăs¸urăm în timpul verii un serviciu<br />

de animat¸ie în unele parohii catolice<br />

din România s¸i Albania. Ex<strong>per</strong>ient¸ele sunt<br />

tot mai <strong>numero</strong>ase ca s¸i numărul celor pe<br />

care-i întâlnim: copii, tineri, adult¸i, surori.<br />

Dedicăm o parte din vacant¸ele de vară acestei<br />

activităt¸i pentru că dorim să împărtăs¸im<br />

s¸i altora ex<strong>per</strong>ient¸a oratoriului pe care am<br />

avut ocazia să o maturizăm la Cremona.<br />

În acest an, în luna iulie, eu s¸i o altă fată<br />

am realizat împreună o săptămână de GREST<br />

la parohia catolică din Buzău (Romania)<br />

cu un grup de doisprezece adolescent¸i români,<br />

părintele Pavel, Sr M. Laura s¸i Sr. M.<br />

Roza.<br />

Au fost s¸apte zile intense în care am intâlnit<br />

s¸aptezeci de copii, multe zâmbete, dorina<br />

de a sta împreună în simplicitatea jocului,<br />

a dansului, a cântecului s¸i a sărbătorii. Unii<br />

copii provin din oras¸, alt¸ii de la t¸ară; sunt<br />

purtători de istorii diferite care povestesc<br />

contradict¸iile acestei Românii, care, prea<br />

repede, vrea (sau trebuie), să îmbrăt¸is¸eze<br />

tradit¸iile occidentale. Mas¸ini de lux, centre<br />

comerciale, celulare s¸i pab-uri apar alături<br />

de situat¸ii de mare sărăcie (economică, socială,<br />

culturală si uneori s¸i spirituală) care încă<br />

pun în genunchi întregi nuclee familiare.<br />

Prin activităt¸ăt¸ile educative cu copii s¸i tineri,<br />

surorile s¸i parohul încearcă în fi ecare<br />

zi să dezvolte în inimile acestora dorint¸a de<br />

a trăi valoarea libertăt¸ii adevărate care prea<br />

adesea e sufocată de consumismul tot mai<br />

pregnant s¸i de mituri false.<br />

Punctul culminant al acestei activităt¸i<br />

de apropiere a tinerilor s-a concretizat<br />

în GREST, ocazie pentru tot¸i, catolici<br />

s¸i ortodocs¸i, de formare spirituală, de<br />

distract¸ie, de ex<strong>per</strong>ient¸e, iar pentru cei mai<br />

mari necesitatea de a-i ajuta pe copii.<br />

Aceasta este pe scurt ex<strong>per</strong>ient¸a pe care<br />

în această vară am avut plăcerea de a o<br />

împărtăs¸i s¸i sust¸ine.<br />

Coltivare i valori <strong>del</strong>lo spirito rende liberi.<br />

fiamma 4-2007.indd 25 19-11-2007 15:20:51<br />

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26<br />

Accanto ai lebbrosi: i dimenticati <strong>del</strong> mondo<br />

Matteo Liut (da “Avvenire”, 30 gennaio 2007)<br />

Il lebbrosario di Moramanga (Madagascar) in cui o<strong>per</strong>ano le<br />

<strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong>.<br />

27 gennaio 2008:<br />

55ª Giornata Mondiale <strong>del</strong>la Lebbra<br />

È una malattia che consuma ai margini: prima<br />

le estremità e <strong>gli</strong> arti. Gli effetti sono<br />

devastanti, i peggiori: l’esclusione e la marginalità<br />

sociale che nasce dal terrore. La lebbra<br />

è una piaga che attraversa la nostra storia<br />

come una ferita che spesso ignoriamo ma<br />

che già nelle pagine <strong>del</strong> Vangelo diventa il<br />

seme doloroso <strong>per</strong> l’annuncio di una salvezza<br />

possibile. La Giornata mondiale dei malati<br />

di lebbra, che verrà celebrata in oltre 150<br />

Paesi, si porta alle spalle una importante eredità<br />

di intuizione tutta evangelica, quella che<br />

spinse Raoul Follereau a istituire nel 1954<br />

questa ricorrenza sulla base <strong>del</strong>la convinzione<br />

che la lebbra non potrà essere vinta fi no<br />

a quando milioni di <strong>per</strong>sone saranno colpite<br />

dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla<br />

guerra. E molto più devastanti <strong>del</strong>la malattia<br />

stessa sono, secondo Follereau, quelle che<br />

e<strong>gli</strong> chiamava «altre lebbre»: l’indifferenza,<br />

l’egoismo, l’ingiustizia. Un<br />

pensiero che il giornalista e<br />

scrittore francese, morto a<br />

Parigi nel 1977, aveva meditato<br />

fi n dal 1935, quando<br />

seguendo <strong>per</strong> interesse<br />

<strong>per</strong>sonale e come inviato<br />

speciale <strong>del</strong> giornale «La<br />

Nation» le orme <strong>del</strong> missionario<br />

Charles de Foucauld<br />

incontrò ad Adzopé (Costa<br />

d’Avorio) un villaggio di<br />

lebbrosi. Alla sua o<strong>per</strong>a oggi<br />

si rifanno direttamente circa<br />

venti associazioni in tutto il<br />

mondo e centinaia di volontari<br />

(in Italia o<strong>per</strong>a l’Aifo,<br />

Associazione italiana amici<br />

di Raoul Follereau) che realizzano<br />

sul campo il suo “metodo”: non solo<br />

curare i malati, ma aiutarli anche a reinserirsi<br />

nella società. Per dare loro, insomma,<br />

lo stesso tipo di salvezza che Gesù dava ai<br />

“suoi” lebbrosi: essere di nuovo pienamente<br />

uomini.<br />

I dati parlano chiaro: secondo stime uffi<br />

ciali <strong>del</strong>l’Organizzazione mondiale <strong>del</strong>la<br />

sanità (Oms) nel 2006 si sono registrati<br />

299.036 nuovi casi di lebbra e all’inizio <strong>del</strong><br />

2007 le <strong>per</strong>sone in cura (la terapia va dai sei<br />

mesi ai due anni) erano 286.603. Numeri<br />

non defi nitivi: in molte zone <strong>del</strong> pianeta è<br />

impossibile avere dati certi, a causa di diversi<br />

fattori, come le diffi coltà politiche<br />

o l’arretratezza nelle strutture. Ma il dato<br />

che colpisce le coscienze di quella fascia<br />

di mondo lontana dalla «cintura <strong>del</strong>la povertà»,<br />

dove la lebbra continua a mietere le<br />

sue vittime, è che ben 10 milioni di <strong>per</strong>sone<br />

soffrono a causa <strong>del</strong>le conseguenze fi siche<br />

e sociali <strong>del</strong>l’hanseniasi (il nome scientifi co<br />

<strong>del</strong>la malattia).<br />

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Lo stato globale <strong>del</strong>la lebbra nel 2006 (fonte OMS)<br />

Regione Casi in Nuovi casi<br />

trattamento rilevati nel 2006<br />

Africa 43560 45179<br />

America 32910 41952<br />

Mediterraneo orientale 4024 3133<br />

Asia sud orientale 133422 201635<br />

Pacifi co occidentale 8646 7137<br />

Europa<br />

Mondo 222562 299036<br />

La Giornata mondiale dei malati di lebbra,<br />

<strong>per</strong>ò, è custode anche di un impegno internazionale<br />

con decine di gruppi il cui unico<br />

scopo è quello di far sparire la malattia.<br />

Impegno che quest’anno è stato coronato da<br />

una svolta nella strategia a livello mondiale.<br />

L’Oms, infatti, ha pubblicato il documento<br />

strategico <strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo 2006-2010 <strong>per</strong> la<br />

lotta alla lebbra. Un testo che sposta l’attenzione<br />

da un semplice «conto dei malati» a<br />

un intervento più ampio, capace di «sviluppare<br />

procedure basate sulla comunità locale,<br />

integrate e appropriate al contesto <strong>per</strong> la prevenzione<br />

<strong>del</strong>le disabilità e <strong>per</strong> la fornitura di<br />

servizi di riabilitazione». Un vero approccio<br />

globale in linea con il pensiero di Follereau.<br />

Non solo «carità» nei piani di aiuto, <strong>per</strong>ò;<br />

Un bambino, con evidenti segni di lebbra al<br />

viso e a<strong>gli</strong> arti, ricoverato al lebbrosario di<br />

Moramanga.<br />

il documento <strong>del</strong>l’Oms, infatti, pone tra <strong>gli</strong><br />

obiettivi primari lo sviluppo <strong>del</strong>la ricerca<br />

medica e scientifi ca. Perché spesso fi nora la<br />

lebbra ha vissuto ai margini anche dei laboratori<br />

medici.<br />

LA LEBBRA NEL MONDO<br />

(2006) fonte OMS<br />

fiamma 4-2007.indd 27 19-11-2007 15:20:55<br />

27


28<br />

Disturbi <strong>del</strong>la alimentazione: anoressia e bulimia<br />

Dott.ssa Giovanna Gavazzeni<br />

L’anoressia e la bulimia sono due facce di<br />

uno stesso disturbo <strong>del</strong>la condotta alimentare<br />

che spesso arriva a stadi drammatici di<br />

malattia e che può portare anche a morte. La<br />

frequenza di questa malattia è in netto aumento<br />

e rappresenta una <strong>del</strong>le patologie più<br />

frequenti nelle donne in età compresa tra 15<br />

e i 25 anni. Colpisce infatti prevalentemente<br />

il sesso femminile e l’età adolescenziale,<br />

ma recentemente i limiti di età si stanno spostando<br />

sia verso il basso (bambine di 11-12<br />

anni), che verso l’alto (anche giovani e meno<br />

giovani donne), e colpisce anche uomini.<br />

L’anoressia nervosa (o mentale) viene<br />

defi nita come un disturbo bio-psico-sociale<br />

caratterizzato da desiderio di magrezza, intensa<br />

paura di ingrassare e piacere nel <strong>per</strong>dere<br />

peso. La riduzione <strong>per</strong>sistente e intenzionale<br />

<strong>del</strong>le calorie fornite dal cibo porta<br />

questi soggetti a un signifi cativo e talvolta<br />

impressionante dimagramento, alla cessazione<br />

di funzioni endocrine, con cessazione<br />

ad esempio <strong>del</strong>le mestruazioni, fi no ad uno<br />

stato di vera deprivazione psico-fi sica. La<br />

sindrome <strong>del</strong>l’anoressia nervosa si intreccia<br />

di frequente con la bulimia, una patologia<br />

caratterizzata invece da episodi di alimentazione<br />

eccessiva e incontrollabile, seguita da<br />

gravi sensi di colpa <strong>per</strong> tali eccessi e dalla<br />

conseguente messa in atto di accorgimenti<br />

che impediscono l’assorbimento dei cibi,<br />

come il vomito volontario, l’uso scorretto di<br />

lassativi e l’intenso esercizio fi sico.<br />

I disturbi alimentari sono il risultato di<br />

una situazione complessa in cui sono presenti<br />

non solo mo<strong>del</strong>li culturali, ma anche patologiche<br />

situazioni relazionali, che sembra si<br />

originino soprattutto all’interno dei rapporti<br />

familiari.<br />

I mo<strong>del</strong>li culturali adombrano responsabilità<br />

sociali: si può dire che l’anoressia è<br />

il prodotto, magari avvelenato, <strong>del</strong>le società<br />

opulente, che non è proprio una malattia<br />

molto diffusa nell’Africa <strong>del</strong>le carestie e <strong>del</strong>la<br />

vera fame, che nemmeno da noi in tempo<br />

di guerra, quando si scalavano i buchi <strong>del</strong>la<br />

cintura man mano che si riducevano le razioni<br />

alimentari, era molto diffusa.<br />

Si può dire che l’immagine <strong>del</strong>la bellezza<br />

femminile pubblicizzata dalle top mo<strong>del</strong><br />

su<strong>per</strong>magre, ma ultraeleganti, può contribuire<br />

ad indurre, soprattutto nelle adolescenti,<br />

una immagine distorta <strong>del</strong>la forma corporea,<br />

<strong>per</strong> cui il raggiungimento <strong>del</strong>la magrezza<br />

valorizzata come mo<strong>del</strong>lo culturale, è visto<br />

come una forma di successo e di intima<br />

soddisfazione. Anzi sembra che <strong>per</strong>sino una<br />

immagine-shock come quella <strong>del</strong>la mo<strong>del</strong>la<br />

anoressica nuda che è comparsa di recente<br />

(e poi è anche stata ritirata!) sui muri <strong>del</strong>le<br />

nostre città come pubblicità <strong>per</strong> una casa di<br />

moda, con intento di scoraggiare le forme<br />

estreme di anoressia, possa essere letta da<br />

soggetti predisposti come positiva, proprio<br />

<strong>per</strong>ché il disturbo che sta alla base <strong>del</strong>la anoressia<br />

è molto più profondo e la distorsione<br />

<strong>del</strong>la <strong>per</strong>cezione <strong>del</strong>la forma corporea può<br />

essere addirittura fomentata da immagini di<br />

questo tipo.<br />

Così come inutili e controproducenti sono<br />

tutte le osservazioni di “buon senso” (tipo:<br />

“Ma così sei troppo magra! Saresti molto più<br />

bella un po’ più in carne!), che di solito i familiari<br />

elargiscono alla adolescente che sta<br />

entrando nel tunnel <strong>del</strong>l’anoressia.<br />

Importante invece è che i familiari, i<br />

colleghi, <strong>gli</strong> amici siano attenti a<strong>gli</strong> aspetti<br />

iniziali di questa patologia e che non ne sottovalutino<br />

l’importanza. L’anoressia nervosa<br />

comincia spesso con una dieta che all’inizio<br />

non si presenta diversamente da analoghi<br />

tentativi volontari di <strong>per</strong>dere peso, ma che a<br />

fiamma 4-2007.indd 28 19-11-2007 15:21:02


un certo punto si trasforma in digiuno, e poi<br />

in “fame” vera e propria: il soggetto anoressico<br />

tende ad abbandonare le solite attività e<br />

le relazioni <strong>per</strong>sonali, a intensifi care una già<br />

eccessiva attività fi sica e a raddoppiare <strong>gli</strong><br />

sforzi tesi alla <strong>per</strong>dita di peso (vomito indotto,<br />

lassativi).<br />

Il pensiero <strong>del</strong> cibo, certi particolari farmaci<br />

dietetici, i calcoli <strong>del</strong>le calorie e la<br />

propria immagine rifl essa nelle specchio diventano<br />

pensieri ossessivi. Lo stato di deprivazione<br />

psico-fi sica indotto dalla dieta non<br />

fa altro che aumentare la fame, la preoccupazione<br />

<strong>per</strong> il cibo e la paura di <strong>per</strong>dere il<br />

controllo e quindi di ingrassare. Si viene così<br />

a creare un circolo vizioso (dieta – aumento<br />

<strong>del</strong>la fame e <strong>del</strong>la preoccupazione <strong>per</strong> il<br />

cibo – paura di <strong>per</strong>dere il controllo – dieta)<br />

che fa <strong>per</strong>petuare la malattia e autoalimenta<br />

i confl itti psicologici che sono alla base <strong>del</strong><br />

disturbo.<br />

Ancora controverse sono le ipotesi sul disturbo<br />

psico-dinamico che sta alla base <strong>del</strong>la<br />

propensione ai disturbi <strong>del</strong> comportamento<br />

alimentare. Si è di volta in volta focalizzata<br />

l’attenzione sulla fi gura <strong>del</strong>la madre i<strong>per</strong>protettiva,<br />

la cui attenzione rivolta al cibo<br />

rappresenterebbe una forma di controllo sui<br />

fi <strong>gli</strong>, o sul padre, fi gura assente o debole che<br />

non riesce a creare una valida alternativa alla<br />

dominanza femminile.<br />

Non vo<strong>gli</strong>o certo addentrarmi in questo<br />

campo diffi cile e a me estraneo, ma vo<strong>gli</strong>o<br />

solo ribadire che quello che è bene accertato<br />

è che questo tipo di disturbi è il risultato di<br />

una patologia <strong>del</strong>l’intera fami<strong>gli</strong>a e che deve<br />

essere l’intera fami<strong>gli</strong>a che si impegna a risolvere<br />

il problema con l’aiuto de<strong>gli</strong> specialisti.<br />

Per quanto riguarda l’aspetto propriamente<br />

medico <strong>del</strong>la malattia, in casi estremi,<br />

quando la deprivazione <strong>del</strong> cibo è diventata<br />

tale da compromettere la sopravvivenza, si<br />

ricorre anche a trattamenti aggressivi (alimentazione<br />

<strong>per</strong> sonda o <strong>per</strong> catetere venoso),<br />

<strong>per</strong> su<strong>per</strong>are l’urgenza <strong>del</strong>la situazione di<br />

<strong>per</strong>icolo. L’es<strong>per</strong>ienza <strong>per</strong>ò dimostra che tali<br />

trattamenti non possono essere considerati<br />

risolutivi, anzi spesso, proprio <strong>per</strong>ché sono<br />

<strong>per</strong>cepiti come punizione, possono incidere<br />

sfavorevolmente sulla guarigione.<br />

Il trattamento deve prevedere un approccio<br />

integrato, di tipo psicoterapeutico che<br />

riesca a creare col paziente una sorta di alleanza<br />

e di tipo nutrizionale che ottenga il<br />

su<strong>per</strong>amento <strong>del</strong>le infl uenze negative che lo<br />

stato stesso di denutrizione fi sica ha sulle<br />

condizioni <strong>del</strong>la mente.<br />

La riabilitazione dovrebbe essere eseguita<br />

in un reparto specializzato nella cura dei disturbi<br />

<strong>del</strong> comportamento alimentare con un<br />

approccio di tipo multidisciplinare, dove cioè<br />

intervengono medici es<strong>per</strong>ti in terapia medica,<br />

psichiatrica e dietetica, che forniscano in<br />

sinergia: educazione alimentare, psicoterapia<br />

individuale, familiare e di gruppo e che<br />

si possono avvalere anche <strong>del</strong>la fi sioterapia,<br />

di una attività sportiva programmata e <strong>del</strong>la<br />

terapia occupazionale. La sfi da è complessa,<br />

ma la posta in gioco è la vita.<br />

fiamma 4-2007.indd 29 19-11-2007 15:21:03<br />

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30<br />

Fiori di cielo<br />

Madre Carmelina Lanfredini<br />

Nel giorno in cui l’Assemblea Capitolare<br />

era impegnata a formare il nuovo Governo<br />

<strong>del</strong>l’Istituto, il Signore ha chiamato in cielo<br />

la nostra sorella Sr. M. Roberta di Santa<br />

Giovanna Francesca di Chantal. Così, mentre<br />

E<strong>gli</strong> chiedeva a me un diffi cile “Amen”,<br />

chiedeva anche a Suor M. Roberta l’Amen<br />

defi nitivo a conclusione di una vita interamente<br />

donata.<br />

Per questo il mio primo contatto epistolare<br />

con voi tutte è <strong>per</strong> annunciarvi la sua<br />

dipartita. Prati Giovanna Assunta è deceduta<br />

lunedì 17 settembre 2007 alle ore 17.00 nella<br />

comunità di Casatenovo. Aveva 77 anni di<br />

età e 53 di vita religiosa.<br />

La morte è avvenuta <strong>per</strong> insuffi cienza<br />

cardiorespiratoria in seguito a patologia tumorale.<br />

La sua malattia è stata di breve durata,<br />

ma grave fi n dal suo inizio, novembre<br />

2006. I primi accertamenti clinici eseguiti<br />

all’ospedale di Sesto S. Giovanni, avevano<br />

evidenziato un carcinoma di natura maligna<br />

al cervello. È stata sottoposta ad un <strong>del</strong>icato<br />

intervento chirurgico <strong>del</strong>la durata di dieci<br />

ore, all’ospedale S. Gerardo di Monza, che<br />

ha provocato di conseguenza una emiparesi<br />

al braccio e alla gamba sinistra. Dopo due<br />

mesi di terapia riabilitativa al Centro Mongeri<br />

di Lissone è stata trasferita nella nostra<br />

casa di Casatenovo dove è avvenuto il suo<br />

decesso.<br />

È stata una sorella fe<strong>del</strong>e alla sua vocazione<br />

di Piccola Serva in tutte le sue forme:<br />

amore alla preghiera e all’adorazione silenziosa<br />

a Gesù, disponibilità al servizio de<strong>gli</strong><br />

ammalati curandoli con amore e competenza,<br />

sforzo continuo a vivere la fraternità e la<br />

carità con le sorelle prestandosi ne<strong>gli</strong> impegni<br />

di casa.<br />

Per Suor M. Roberta è iniziata la sofferenza<br />

ne<strong>gli</strong> anni <strong>del</strong>la sua infanzia <strong>per</strong><br />

Tu sei<br />

prezioso<br />

ai miei<br />

occhi.<br />

Isaia 43,4<br />

la morte prematura <strong>del</strong>la mamma. Questo<br />

dolore le ha causato una ferita profonda e<br />

l’incapacità – così diceva – di poter essere<br />

gioiosa. Trovava sollievo comunque ai piedi<br />

<strong>del</strong> Crocifi sso e stando vicina il più possibile<br />

alle <strong>per</strong>sone ammalate e bisognose <strong>del</strong><br />

suo aiuto. Questa sua ultima malattia l’ha<br />

purifi cata e preparata all’incontro defi nitivo<br />

con lo Sposo Divino.<br />

Cara Sr. M. Roberta, ora che ti trovi presso<br />

il S. <strong>Cuore</strong> di Gesù, intercedi, insieme<br />

alla nostra Madre Fondatrice, <strong>per</strong> l’amata<br />

Congregazione al fi ne di ottenere copiose<br />

grazie e benedizioni.<br />

Parenti defunti<br />

Sr. M. Roberta Prati<br />

Affi diamo alla misericordia di Dio:<br />

Jean de Dieu, fratello di Sr. M. Jeanne<br />

Razanatsoa; Lucie, nonna di Sr. M. Lydia<br />

Ralantosoa; Giovanna, cognata di Sr. M.<br />

Consolata Garino; Maria A<strong>del</strong>e, nipote di<br />

Suor M. Ercolina e Sr. M. Paola Maggioni;<br />

Mario, zio di Suor M. Natalia Righi; Teresa<br />

e Fiorenza, zie di Sr. M. Lucilla Balosetti;<br />

Luigia, zia di Sr. M. Innocenza Brambilla.<br />

Fraternamente unite nel dolore porgiamo<br />

alle consorelle e ai parenti in lutto vive<br />

condo<strong>gli</strong>anze, mentre assicuriamo <strong>per</strong> i cari<br />

estinti preghiere di suffragio.<br />

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SOLIDARIETÀ<br />

Hanno ricordato i propri defunti compiendo o<strong>per</strong>e di carità: Arrigoni Elide (Casatenovo Lc) – Belloni Davidina<br />

(Inveruno Mi) – Beretta A<strong>del</strong>e (Monticello Lc) in memoria dei genitori – Birolini Camilla Marcassoli (Nembro Bg) – Boero<br />

Elda (Genova) – Brioschi Marisa (Bollate Mi) – Bussolaro Maria (Barzana Bg) – Cagna Carla (Cirié To) – Canevisio A<strong>del</strong>e<br />

(Trevi<strong>gli</strong>o Bg) – Cavassori Ileana (Udine) <strong>per</strong> Osvaldo, Regina e Maria - Crippa Enrica (Como) <strong>per</strong> Giuseppe e Luigia<br />

Crippa – Ferretti (Genova) – Ga<strong>gli</strong>ano Mirella (Roma) – Giovenzana Alessandra (Casatenovo Lc) – Gornati Rosaria<br />

(Inveruno Mi) – Maldotti Cristina (Cortemaggiore Pc) <strong>per</strong> i genitori Liliana e Giorgio – Marazzini Myriam Claudia (Inveruno<br />

Mi) – Meirone Clara (Villardora To) – Notario Ines (Torino) – Olmi Enrichetta (Genova) in ricordo dei familiari – Osnaghi<br />

Rina (Inveruno Mi) <strong>per</strong> Luigi e Carla – Perego Rinaldo (Pero Mi) <strong>per</strong> fami<strong>gli</strong>e Perego e Redaelli – Pergola Lurgo (Jesi<br />

An) – Pirovano Vittorina (Cernusco Lomb. Lc) – Romeo Emilia (Milano) <strong>per</strong> Giuseppe e Giuseppina – Rondena (Inveruno<br />

Mi) <strong>per</strong> Nebuloni Nino – Scarpellini (Cologno Monzese Mi) – Vago Resy (Inveruno Mi) <strong>per</strong> Carla e Carlo – Viganò Luciano<br />

e Anna (Ponte S. Pietro Bg) – Viscardi Luigia (Casatenovo Lc) – Zampini (Verona) <strong>per</strong> i defunti <strong>del</strong>la fami<strong>gli</strong>a Zampini –<br />

Zanuttig Gabriella (Bergamo) <strong>per</strong> Suor Agnese Zanuttig e Clinz Maria – Zinghi M. Letizia (Viganò Lc) <strong>per</strong> Ines e Rodolfo.<br />

Nella causale sono compresi i nomi di coloro che hanno inviato offerte <strong>per</strong> Sante Messe, che sono trasmesse<br />

ai missionari e sacerdoti poveri, di nostra conoscenza, <strong>del</strong> Madagascar e <strong>del</strong>la Romania. Chi desidera fare<br />

celebrare S. Messe di suffragio <strong>per</strong> i propri defunti è pregato di specifi care espressamente l’intenzione:<br />

Santa Messa <strong>per</strong> (indicare il nome). Barrare la casellina “preghiere <strong>per</strong> i defunti” è insuffi ciente.<br />

Per le o<strong>per</strong>e in Madagascar: Abbate Claudia (Caselle di Sommacamp. Vr) – Achilli Pietro (Casatenovo) – Ardito<br />

Moiso Marta (Torino) – Ase<strong>gli</strong>o Maria Pero<strong>gli</strong>o To) – Belloni Davidina (Inveruno Mi) – Beltrami Valeria (Milano) – Bertolo<br />

Silvana (Rivoli To) – Bortolotti Norma (Bergamo) – Bottani Fernanda Mi) – Bottini Franco Bergamo) – Campoleoni Giorgio<br />

(Maccagno Va) – Canevisio A<strong>del</strong>e (Trevi<strong>gli</strong>o Bg) – Carena don Gabriele e Volontari (Monticello Lc) – Cassani Tina (Magenta<br />

Mi) – Castano (Almese To) – Castellano Carlo (Caronno Pertusella Va) – Colombini Nino e Mariuccia (Inveruno Mi) – Corneo<br />

Luigia (Bergamo) – Crippa Enrica (Como) – Einaudi prof. Giovanni (Cirié To) – Ferrari Luigi e Luigia (Brugora Besana<br />

(Mi) – Fraterno Aiuto Cristiano (Cortemaggiore Pc) – Garava<strong>gli</strong>a Renato e Giovanna (Inveruno Mi) – Ghiano can. Ettore<br />

(Almese To) – Gruppo Caritas (Almese To) – Magenis Orsolina Ballati (Milano) – Mangiavacchi don Sergio (Roma) –<br />

Maretta Ada (Piacenza) – Mastrangeli Maria Anna (Torino) – Milena (Telgate Bg) – Motto Rina (Monticello Lc) – NN.<br />

Milano) – Parenti, amici e conoscenti di Sr. M. Luciana Campoleoni (Sesto S. Giovanni Mi) – Proserpio Paolo (Monticello<br />

Lc) – Pulici Luisa (Monticello Lc) – Rossi Mario (Turano Lodigiano) – Rota Stefano (Bergamo) – Ughetti Martina (Torino) –<br />

Verzeri Santina (Ranica Bg) – Vitali Anna (Bergamo) – Zanlungo Ottavio (Torino). Nell’elenco sono inclusi anche i nomi<br />

di coloro che hanno inviato offerte <strong>per</strong> i carcerati, <strong>per</strong> i lebbrosi di Moramanga, <strong>per</strong> le medicine ai dispensari,<br />

<strong>per</strong> il progetto riso e borsa di studio “Anna Michelotti”.<br />

Per le o<strong>per</strong>e in Romania: Bortolotti Norma (Bergamo) – Franzoi Ermanno e Franca (Trento) – Franzoi Valeria (Tren-<br />

to) – Frizzi Luigi (Torino) – Gruppo Missionario (Ronco Briantino Lc) – Lazzarini don Luigi (Pianello Val Tidone Pc) – Parenti,<br />

amici e conoscenti di Sr. M. Giovanna Pastori (Piacenza) – Parenti, amici e conoscenti di Sr. M. Laura Villa (Casatenovo<br />

Lc) – Pellegrinelli Sara (Cumiana To) – Proserpio Paolo (Monticello Lc) – Zanlungo Ottavio (Torino).<br />

Battesimi: Berra Mariuccia (Inveruno): Antonio – sorelle Rossi (Inveruno): Angelina – Cucchetti Margherita (Inveruno:<br />

Margherita.<br />

O<strong>per</strong>a “Amici de<strong>gli</strong> ammalati poveri”: Ase<strong>gli</strong>o Maria Pero<strong>gli</strong>o To) – Belloni Davidina (Inveruno Mi) – Beretta Ottorina<br />

(Cirié To) – Brescianini don Gianluca Bg) – Cagna Carla (Cirié To) – Consonno Silvia (Milano) – Crippa Enrica (Como) –<br />

Fe<strong>del</strong>i Paola (Desio Mi) – Ferretti (Genova) – Guasta Paola Benzi (Genova) – Mastrangeli Maria Anna (Torino) – Paschetto<br />

Franca (Biella) – Pirovano Antonio e Francesca (Padova) – Ramaioli mos. Antonio (Pesaro) – Rizzoni Coletta (Milano) –<br />

Sannibale Roberta (Roma) – Sartori Anna (Casalmaggiore Cr) – Sartori Fernanda (Verona) – Selvi don Tonino (S. Martino<br />

Fo) – Talenti Teresina (Varedo Mi) – Vignati Cesarina (Inveruno Mi) – Vitale Rita Sandri (Genova).<br />

Offerte libere e con causali diverse da quelle indicate sul C/corrente postale: Baldi Santina (Barzana Bg) –<br />

Bazzani Annamaria (Cremona) – Bizzotto Giuseppe (Lorenzé To) – Bonaudo Elvira (Fiano To) – Bossi Mariapia (Milano)<br />

– Cattaneo Luigi (Bergamo) – Ceresoli Irma (Azzano S. Paolo Bg) – Chignola Rosetta (Verona) – Coo<strong>per</strong>ativa Città<br />

dei Ragazzi (Torino) – Ditta Mengucci (Genova) – Fassi Rosina (Bergamo) – Giani dott. Mariangela (Milano) – Giorda-<br />

no Francesco (Castellamonte To) – Lorenzon dott. Adriano (Revine Lago Tv) – Medicina e medicalizzazione Devergé<br />

(Torino) – Malatesta Emma Ve<strong>del</strong>e (Cogoleto Ge) – Maurizi M. Teresa (Macerata) – Miceli Gi<strong>gli</strong>ola (Milano) – Moletta<br />

Serafi na (Ci<strong>gli</strong>ano Vc) – Nessi Maria (Bergamo) – Nodemi Angela (Turano Lodiagiano) – Passoni Ines (Merate Lc) – Perino<br />

Guerrina (Cirié To) – Sasso Margherita (Villareggia To) – Stefani Armando (Vigonza Pd) – Storti Franca (Casalmaggiore<br />

Cr) – Ticozzi Silvana (Verona) – Vavassori (Bergamo) – Viganò Gianna (Sesto S. Giovanni Mi) – Viti Rina (Castagneto C.<br />

Li) – Zublema (Ivrea To).<br />

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Soste Sostegno no bambini a distanza<br />

AVVISO IMPORTANTE<br />

PER IL PORTALETTERE<br />

Tsilavna è tranquilla e serena nella sua culla di cartone.<br />

I bambini malgasci nei primi mesi di vita sono di carnagione chiara.<br />

Madagascar: Allione Elvira (Torino) – Anna Maria (Vercelli) – Baldi<br />

Santina (Barzana Bg) – Ballaré Gallo (Vercelli) – Baltaro prof. Paolo<br />

e Leone Isabella (Vercelli) – Barbieri (Vercelli) in memoria di Elisa<br />

Bassano Beretta Ottorina (Cirié To) – Buffa Anna (Vercelli) in memoria<br />

di Franco – Bavagnoli prof. Mietta (Vercelli) – Benigni proff.ssa Chiara<br />

(Vercelli) – Bertero Gabriella (Vercelli) – Bertone Cristina (Torino) –<br />

Biverbanca (Vercelli) – Bonzano Marinella (Vercelli) in memoria di<br />

Lidia – Bornati Carlo e Pia (Milano) – Buzzi dott. Alberto e Anna<br />

(Collobiano Vc) – Calderini dott. Stefano (Carate Br.za Mi) – Cagna<br />

Carla (Cirié To) – Cantone A<strong>del</strong>aide (Vercelli) – Camisasca Cristina<br />

(Sesto S. Giovanni Mi) – Caprio<strong>gli</strong>o (Vercelli) – Ceribelli Arialdo<br />

(Bergamo) – Cicconi Rosina (Roma) – Coda Enrico e Roberta (Torino)<br />

– Colombi Franca (Torre Boldone Bg) – Cornero Giorgio (Settimo<br />

Tor.se To) – Corona Carla (Vercelli) – Crotti Vittoria (Torre Boldone Bg)<br />

in memoria di Sr. M. Ermelina – Dattrino (Vercelli) in memoria di Mauro<br />

e Arrigo – Dattrino Pinuccia (Asi<strong>gli</strong>ano Vc) in memoria di Mauro, papà,<br />

fratello e don Nicola – Debelli Davide (Genova) – Fagnola Giuseppe<br />

(Vercelli) in memoria di Walter – Ferraris Giacomino (Vercelli) –<br />

Ferraro Silvana (Vercelli) in memoria di Severina – Fracasso Marucco<br />

(Vercelli) in memoria <strong>del</strong>la mamma – Galazzo Giuseppe (Vercelli)<br />

– Gallina Prando (Vercelli) – Gruppo Musica Roncarolo (Vercelli)<br />

in memoria di Maria Luisa – Innocenti Giovanna (Vercelli) – Lubrano<br />

Graziella (Almese To) – Luparia (Vercelli) in memoria di Cesira,<br />

Alfredo e Luigina – Magenis Orsolina Ballati (Milano) – Marasco<br />

Mauro e Mara (Vercelli) – Masini Piera (Vercelli) – Mastrangeli<br />

Maria Anna (Torino) – Merli Franco (Vercelli) – Milena (Telgate<br />

Bg) – Molinar Albina (Cirié To) – Monaco Paola (Roma) – Montano<br />

Paola (Caresanablot Vc) – Natta Giovanni (Val Della Torre To) – NN.<br />

(Almese To) – NN. (Bergamo) Omar e amici (Torre Boldone Bg) –<br />

Pasqualini Silvia (Nole To) – Pasqualon Anna (Vercelli) – Protti Giovanni<br />

(Vercelli) – Rigolone Vittorio (Vercelli) – Robbiati Franca e Ferraris<br />

Anna (Vercelli) in memoria di mons. Battista Uccellino – Schilirò<br />

Giacomo (Sesto S. Giovanni Mi) – Scognami<strong>gli</strong>o Concetta (Crispiano<br />

Ta) – Secci e Abate (Torino) – Settimo e Pedrini (Moncalieri To) –<br />

Suppo Carla e Giuliano (Almese To) – Tarchetti Antonella (Stroppiana<br />

Vc) – Terzago Paolo (Giaveno To) – Tonani Sergio (Vercelli) – Ungaro<br />

Rino (Vercelli) – Visca Luigina (Vercelli) in memoria di Ernestina, Luigi<br />

e Celestino – Viscardi Luciana (Casatenovo Lc) – Vo<strong>gli</strong>azzi Maddalena<br />

(Vercelli) – Zanetti Conti (Vercelli).<br />

Romania: Baldi Santina (Barzana Bg) –Bertone Cristina (Torino)<br />

– Bornati Carlo e Pia (Milano) – Ceribelli Arialdo (Bergamo)<br />

– Colombi Franca (Torre Boldone Bg) – Conf. S. Vincenzo<br />

Nostra S. di Lourdes (Piacenza) – De Bernardi Luigi (Inveruno<br />

Mi) – Losi Ernesto (Torino) – Nessi Maria (Bergamo) – NN.<br />

(Bergamo) – Omar e amici (Torre Boldone Bg) – Palandri<br />

(Bergamo) – Palazzi suor Leonia (Gallarate Va) – Pignacca Angela<br />

(Piacenza) – Pennati Claudia (Casatenovo Lc) – Perego Rinaldo<br />

(Pero Mi) – Pirovano Fernanda (Casatenovo Lc) – Riva Imelda<br />

(Casatenovo Lc) – Terzago Paolo (Giaveno To) .<br />

In caso di MANCATO RECAPITO inviare a: TORINO CMP NORD <strong>per</strong> la restituzione al mittente<br />

F.C.A. Viale Catone 29 – 10131 TORINO il quale si impegna a pagare la relativa tassa.<br />

Rivista trimestrale <strong>del</strong>la Congregazione <strong>del</strong>le <strong>Piccole</strong> <strong>Serve</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> di Gesù <strong>per</strong> <strong>gli</strong> ammalati poveri<br />

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2; DCB TO 4/2007<br />

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