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SessuologiaNews 2002 02 - CIS

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SESSUOLOGIANews<br />

Notiziario del Centro Italiano di Sessuologia<br />

PUBBLICAZIONE RISERVATA AI SOCI<br />

Sped. in A.P. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 Filiale BO<br />

Pubblicazione bimestrale - Maggio/Giugno <strong>20<strong>02</strong></strong> - Anno X - n. 2<br />

Registrazione del Tribunale di Bologna n. 6<strong>02</strong>8 del 17 ottobre 1991<br />

Direttore responsabile: Giorgio Rifelli<br />

Direzione, redazione e amministrazione: Centro Italiano di Sessuologia<br />

Segreteria: Via Regnoli, 74 - 40138 - Bologna - Telefono/fax: 051.24.57.85<br />

Segretaria di redazione: Gabriella Rifelli<br />

Impaginazione: Paolo Guccini - Via Emilia Levante, 98 - Bologna<br />

Stampa: Tip. Il Torchio - Via Copernico, 7 - 40017 S.Giovanni in Persiceto<br />

“Miss, mia dolce miss...”<br />

Dicono che la selezione non contempla la<br />

necessità di misurare il giroseno, il girovita e il<br />

girofianchi come era in uso ai tempi in cui<br />

sembrava che le partecipanti venissero valutate<br />

solo in rapporto alla consistenza dei loro<br />

attributi muliebri. Dicono anche che non si<br />

mettono più in mostra seni e cosce come se<br />

fosse importante solo l'involucro, è al contrario<br />

necessario saper pensare, saper parlare, saper<br />

sorridere, saper camminare e ballare e, perché<br />

no, saper anche mostrare le proprie emozioni<br />

secondo uno speciale galateo mediatico che<br />

indica come condursi di fronte all'occhio vuoto<br />

della telecamera. Dicono che si tratta solo di<br />

una festa, spontanea, giubilante e gioiosa festa<br />

della bellezza, della purezza e dell'innocenza.<br />

Una festa della donna. Dicono insomma che la<br />

festa per la elezione ed incoronazione di Miss<br />

Italia ha perso quei biechi connotati maschilisti<br />

che l'avevano caratterizzata quando, prima<br />

degli anni settanta, si usava il metro per<br />

verificare la corrispondenza della candidata ai<br />

canoni di beltà.<br />

Per inciso ricorderemo che la misura ideale<br />

riferita alla triade seno-vita-fianchi per una<br />

altezza non superiore al metro e settanta era di<br />

centimetri 90-60-90 con possibili oscillazioni<br />

in più per i due estremi (95 e 95) ed in meno per<br />

il canone di mezzo (55). Dobbiamo notare<br />

inoltre che qualche nostalgico, rimasto<br />

anonimo, ha misurato virtualmente e dopo<br />

l'evento, basandosi cioè sulle immagini e a<br />

concorso concluso, quelle stesse zone corporee<br />

ottenendo valori (75-65-75 per una altezza di<br />

175) che mostrano pericolosamente la<br />

tendenza a trasformare la silhouette femminile<br />

dalla figura dell'anfora a quella della bottiglia.<br />

Comunque sia oggi non ci si preoccupa di<br />

misure e l'elezione della Miss è tutt'altra cosa<br />

da quella moda che, importata dalla California,<br />

si diffuse già negli anni venti anche sulle nostre<br />

spiagge. Allora la più bella, riconosciuta tale<br />

per libera votazione nel corso di una festa o di<br />

un ballo, non era chiamata Miss, ma Reginetta.<br />

Si trattava di un gioco di moda a Rimini o in<br />

Versilia e pareva dovesse essere effimero come<br />

il più delle volte sono le usanze mondane. Nel<br />

dopoguerra invece quei rituali riapparvero e<br />

questa volta non più affidati all'inventiva di<br />

improvvisati animatori, ma sempre più<br />

strutturati in seri e controllati concorsi dove<br />

comparve anche quella fascia a tracolla di<br />

importazione statunitense dove alla parola<br />

Miss che aveva sostituito forse perché di sapore<br />

nazional-fascista, il termine Reginetta, seguiva<br />

il riferimento ad alcune qualità (Miss Sorriso,<br />

Miss Simpatia, Miss Fossette), ai luoghi della<br />

vittoria, (Miss Dolomiti, Miss Spiaggia),<br />

all'estensione dei territori (Miss comunali,<br />

provinciali, regionali e nazionali) e alle ipotesi<br />

di lavoro (Miss Cinema). C'erano anche le<br />

olimpiadi: si poteva diventare Miss Mondo.<br />

Tutto sommato il concorso era per molte<br />

candidate un ottimo trampolino di lancio e<br />

proprio questo aspetto aveva finito per<br />

squalificarlo, sembrava infatti che l'iniziativa<br />

consentisse una realizzazione professionale<br />

solo perché in possesso di un corpo appetibile<br />

mostrato sempre più nudo e seducente a una<br />

popolazione di maschi repressi.<br />

Così pur non scomparendo, i concorsi vennero<br />

realizzati in sordina e nel più completo<br />

discredito ufficiale fino a che sono riemersi<br />

emendati: non si tratta della fiera dei corpi, ma<br />

di un gioco, semplice e spontaneo dove qualche<br />

ragazza si distrae dai più seri impegni di studio<br />

o di casa e si incarica di rappresentare il bello<br />

femminino.<br />

Non ci soffermiamo a considerare l'artificio di<br />

tutta l'impresa che sarà risultato palese anche a<br />

chi non ha seguito per intero le lunghe puntate<br />

televisive, intendiamo invece rilevare altro. La<br />

Miss è per definizione la più bella, rappresenta<br />

il modello di bellezza corporea che dovrebbe<br />

essere condiviso da una determinata comunità,<br />

esprime l'universale femminile. Un corpo,<br />

quando è considerato espressione di bellezza -<br />

una bellezza da Miss- diventa un fattore, anche<br />

se non sempre il principale, della seduzione<br />

erotica. Ci riferiamo a un corpo che non è solo<br />

seno-vita-fianchi, ma anche volto e mani e<br />

gambe e movimento e pensiero e sentimenti<br />

incarnati, un corpo, che è insieme forma e<br />

animazione della stessa. Ma allora, più<br />

semplicemente: il sesso con l'elezione della<br />

Miss ha senz'altro qualcosa a che vedere.<br />

Invece no: le ragazze, clonate su di un modello<br />

che nel rifuggire cuscinetti e celluliti risulta<br />

vagamente anorettico, sembrano private di<br />

qualsiasi sex-appeal. Tuttavia i gusti cambiano,<br />

forse è il tempo delle donne “bottiglia”,<br />

cilindriche e tendenzialmente filiformi, forse<br />

gli uomini d'oggi sono attratti da queste veneri<br />

mai celebrate dalle culture feconde e barocche,<br />

forse seduce l'etereo, il disincarnato. Non<br />

abbiamo una risposta certa, ma anche se ciò<br />

fosse credibile non ci spieghiamo come mai<br />

quando si visitano altri canali televisivi, in<br />

particolare dopo le ventitré, ritroviamo quelle<br />

misure e quelle forme sia pure sfacciatamente e<br />

squallidamente proposte. Al di la delle<br />

manipolazioni operate dai media e dai suoi<br />

gestori, che con la loro oscena artificiosità<br />

sembrano voler privare il corpo e la sua<br />

bellezza di una intrinseca, vitale e fertile<br />

dimensione erotica, dobbiamo riconoscere di<br />

essere sempre più frequentemente messi a<br />

confronto con dimensioni asessuate del vivere<br />

sociale che non sono di certo estranee a quella<br />

mancanza di desiderio e a quella povertà di<br />

comportamenti sessuali che quotidianamente<br />

incontriamo nel nostro lavoro. Era di Totò la<br />

canzone: Miss, mia dolce miss, io voglio il bis…<br />

Giorgio Rifelli


2<br />

Dal Presidente del <strong>CIS</strong><br />

Cari soci ed amici,<br />

Il programma del XXVI° Congresso del<br />

nostro <strong>CIS</strong> è praticamente definito e conto di<br />

averlo a stampa per la pubblicizzazione al<br />

massimo entro questo Ottobre <strong>20<strong>02</strong></strong>.<br />

Il titolo, come avevo preannunciato, è<br />

PLURALITA' E ACCOGLIENZA e si<br />

occuperà degli aspetti sessuologici,<br />

psicologici, sociologici nella coppia, nella<br />

famiglia, nel sociale.<br />

Le date sono Sabato 8 Marzo e Domenica 9<br />

Marzo, a Firenze, nelle Aule del polo<br />

universitario di Careggi dove si svolse il<br />

XXIV° Congresso <strong>CIS</strong> (Un figlio oggi,<br />

aspetti procreativi della sessualità umana) in<br />

una grande aula con più di 300 posti. Abbiamo<br />

dovuto spostarci su Marzo per evitare le<br />

domeniche di Carnevale che potevano creare<br />

qualche problema ad alcuni di voi, o anche<br />

(perché no?) anche a qualche relatore o<br />

relatrice……<br />

Ma il fatto che si sia in quaresima non vi<br />

sgomenti: a parte il nostro atteggiamento<br />

multiculturale e multietnico a Firenze si sta<br />

sempre benissimo, siamo ben raggiungibili<br />

sia da Nord che da Sud e la bassa stagione<br />

faciliterà l'accoglienza alberghiera e vi eviterà<br />

lunghe file nei musei.<br />

Una legge per il contenimento<br />

delle mutilazioni genitali in Italia<br />

L'Organizzazione Mondiale della Sanità<br />

stima che nel mondo vivano circa 130<br />

milioni di donne che hanno subito<br />

mutilazioni genitali e che ogni anno circa 2<br />

milioni di bambine subiscano la stessa sorte.<br />

In Italia il fenomeno delle MGF,<br />

difficilmente quantificabile nella sua reale<br />

entità, è sicuramente in aumento poiché<br />

cresce di anno in anno il flusso<br />

d'immigrazione dai paesi dove tali<br />

mutilazioni sono diffusamente praticate.<br />

D'altronde dalle 28.000 donne con<br />

mutilazioni genitali presenti in Italia nel<br />

1993, di cui si supponeva che 5000 avessero<br />

subito clitoridectomia e/o infibulazione nel<br />

nostro paese, si è passati a 35.535, di cui<br />

7.000 attualmente a rischio di mutilazione.<br />

Pertanto, l'Associazione Italiana per la<br />

Ricerca in Sessuologia (AIRS) Con il<br />

patrocinio del Centro Italiano di Sessuologia<br />

si è fatta promotrice di una iniziativa per una<br />

proposta di legge per il contenimento delle<br />

mutilazioni genitali in Italia che sarà<br />

promossa, secondo adeguato percorso<br />

transpartitico, al Parlamento Italiano e<br />

presentata al: 1° Congresso Nazionale della<br />

Federazione Italiana di Sessuologia<br />

Scientifica - Pisa,11-13 ottobre <strong>20<strong>02</strong></strong> ed al<br />

XXVI Congresso Nazionale del Centro<br />

Italiano di Sessuologia - Firenze, 8-9 Marzo<br />

2003.<br />

Il Congresso si svilupperà in sei sessioni<br />

centrate su questi argomenti: il significato<br />

della accoglienza, sessualità e accoglienza<br />

nella coppia, per una famiglia accogliente,<br />

l'accoglienza nella società del 2000, la<br />

corretta accoglienza della domanda<br />

sessuologica in ambito professionale, aspetti<br />

pedagogici rappresentati dalla scuola come<br />

contenitore di tutte le pluralità.<br />

I relatori e i moderatori sono di altissimo<br />

livello: tutti dal mondo della cultura, della<br />

politica, dell'università e vede impegnati<br />

anche molti del <strong>CIS</strong>.<br />

E' prevista la possibilità per gli iscritti di<br />

presentare Comunicazioni e Posters che<br />

ovviamente saranno esaminati da un<br />

Comitato scientifico.<br />

Prevedo quote ridottissime per molte<br />

categorie (soci, operatori di consultori sociosanitari,<br />

studenti, specializzandi, docenti di<br />

ogni ordine e grado, etc ) ovviamente con<br />

diritto al servizio di ristorazione ed al<br />

materiale congressuale.<br />

Prof. Carlo Conti<br />

Via dei Geppi n 2, 50125 Firenze<br />

O55.215445 - 347.8873759<br />

E.mail : prof_conti@tin.it<br />

Società Italiana di<br />

Andrologia<br />

XIX Congresso<br />

Nazionale<br />

SESSUOLOGIANews<br />

L'Andrologia<br />

e le stagioni della vita<br />

12-15 Novembre <strong>20<strong>02</strong></strong><br />

Bologna - Palazzo della Cultura<br />

e dei Congressi<br />

Presidente: Giuseppe Martorana<br />

Segretario: Marcello Soli<br />

Informazioni:<br />

Emilia Viaggi Congressi &<br />

Meeting<br />

Via del Pratello, 2b<br />

40122 Bologna<br />

Telefono: 051.235993<br />

Fax: 051.2914455<br />

E-mail: congress@emiliaviaggi.it<br />

Le mutilazioni genitali femminili<br />

Le mutilazioni genitali femminili secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della<br />

Sanità, (WHO 1996) comprendono tutte le procedure che interessano la parziale o totale<br />

rimozione dei genitali esterni femminili ed/o le ingiurie agli organi genitali femminili per<br />

motivi culturali o per ragioni che non siano terapeutiche.<br />

Rischio di mutilazioni genitali femminili in Italia<br />

In Italia, le bambine a rischio di mutilazioni genitali sono attualmente più di 7.000. E questa è<br />

sicuramente una sottostima, in quanto, per più motivi (primo fra tutti l'immigrazione<br />

clandestina), è ragionevole supporre che il fenomeno delle MGF nel nostro paese sia molto<br />

più esteso.<br />

Impegno internazionale contro le mutilazioni genitali femminili<br />

A livello internazionale esiste un costante impegno al rispetto dell'integrità dell'essere umano<br />

in ogni suo aspetto ed in particolare alla tutela del fanciullo con esplicite e reiterate condanne<br />

delle MGF. Sono poi innumerevoli le dichiarazioni, i trattati e le convenzioni internazionali<br />

che invitano i singoli Paesi a prendere le debite misure, soprattutto legislative, per rimuovere<br />

la piaga delle mutilazioni genitali femminili in ogni sua forma.<br />

La proposta di legge<br />

La proposta di legge, che ha come primo firmatario il Dr. Franco Avenia, in qualità di<br />

presidente dell'AIRS, prevede:<br />

a) Introduzione di una nuova specifica normativa penale.<br />

b) Istituzione di specifici servizi riabilitativi: medici, psicologici e sessuologici, con annessa<br />

consulenza giuridica.<br />

c) Istituzione di corsi per la formazione e l'informazione degli operatori sanitari, parasanitari e<br />

gli insegnanti.<br />

d) Attuazione di campagne d'informazione e promozione di dibattiti tematici transculturali.<br />

Per aderire all'iniziativa:<br />

Inviare all'Associazione Italiana per la Ricerca in Sessuologia un fax: 06.8548560 o un<br />

messaggio via E-mail: airs.presidenza@libero.it indicando nome, cognome, categoria<br />

professionale e qualifica, indirizzo postale ed eventuale e-mail.


SESSUOLOGIANews<br />

CENTRO ITALIANO DI SESSUOLOGIA<br />

Sabato 8 Marzo<br />

Ore 8.30: Registrazione dei partecipanti<br />

Ore 9.00: Inaugurazione e saluto delle autorità:<br />

Gian Franco Gensini - Preside della Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia, Angelo Passaleva - Vicepresidente del Consiglio<br />

Regionale della Regione Toscana<br />

Ore 9.30: IL SIGNIFICATO DELLA ACCOGLIENZA<br />

Moderatori: Paolo Procacci, Carlo Conti<br />

Cristhofer M. Zilinski: “Accoglienza come valore”<br />

Alessandro Bosi: “La città degli ospiti”<br />

Cecilia Volpi: “Accoglienza come fondamento del rapporto<br />

interpersonale”<br />

Ore 11.00: coffee break<br />

Ore 11.30: SESSUALITÀ E ACCOGLIENZA NELLA COPPIA<br />

Moderatori: Franco Avenia, PierLuigi Mattiuz<br />

Carlo Conti: “Natura e cultura: conflittualità e sinergismo nei<br />

comportamenti sessuali”<br />

Giorgio Rifelli: “Accoglienza e seduzione ”<br />

Stefano Lera: “Accogliere l'ombra dell'altro”<br />

Ore 13.00: break<br />

Ore 14.00: PER UNA FAMIGLIA ACCOGLIENTE<br />

Moderatori: Alberto Vierucci, Aldo Fortunati<br />

Francesca Morino: “Genitorialità: un percorso difficile”<br />

Rodolfo De Bernart: “Famiglia e dinamiche relazionali”<br />

Marzio Barbagli: “I nuovi tipi di famiglia”<br />

Rosanna Intini: “Bisessualità del partner”<br />

Luca Pietrantoni : “Vissuti omosessuali nei figli e difficoltà<br />

familiari”<br />

Anna Genni Miliotti: “L'adozione reciproca”<br />

Caterina Adami Lami :“Ruolo del pediatra nell'adozione<br />

internazionale”<br />

Raffaella Pregliasco: “Quale sostegno per i genitori adottivi”<br />

Ore 16.30: coffee break<br />

Ore 17.00: L'ACCOGLIENZA NELLA SOCIETÀ DEL 2000<br />

Moderatori: Giovanni Alei, Cecilia Volpi<br />

Pecoraro Scanio: “Ecologia ed accoglienza”<br />

Massimo Bonechi: “Una città accogliente”<br />

Massimo Baldi, Enrico Fanti: “L'omosessualità nel quotidiano”<br />

Giovanni Momigli: “L'integrazione dei diversi gruppi etnici”<br />

Franco Avenia: “Mutilazioni genitali femminili (una legge per)”<br />

XXVI Congresso Nazionale<br />

PLURALITÀ e ACCOGLIENZA<br />

Aspetti sessuologici, psicologici, sociologici<br />

nella coppia, nella famiglia, nel sociale<br />

Firenze, 8-9 Marzo 2003<br />

Aule del Polivalente Universitario di Careggi<br />

Programma provvisorio<br />

Domenica 9 Marzo<br />

Ore 8.30: CORRETTA ACCOGLIENZA DELLA DOMANDA<br />

SESSUOLOGICA IN AMBITO PROFESSIONALE<br />

Moderatori: Mauro Cosmai, Carlo Conti<br />

Gian Franco Gensini: “Sessualità e qualità della vita”<br />

Fabio Veglia: “Handicap e sessualità”<br />

Antonio Fenelli: “Le psicoterapie sessuali”<br />

Anna Ghizzani: “Immagine di sé dopo interventi demolitivi di<br />

organi sessuali”<br />

Donatella Daviddi: “La consulenza sessuale nei consultori<br />

familiari”<br />

Giovanni Alei, Franco Avenia: “Accoglienza dei pazienti con<br />

patologie genitali maschili”<br />

Giovanni Marafon: “Per un approccio multidisciplinare”<br />

Ore 11.00: Coffee break<br />

Ore 11.30: LA SCUOLA COME CONTENITORE<br />

DI TUTTE LE PLURALITÀ<br />

Moderatori: Umberto Bigozzi, Stefano Lera<br />

Angelo Passaleva: “Quale politica per la scuola”<br />

Corrado Ziglio: “ La trappola del paradigma dei ‘poveretti’ ”<br />

Alessandra Mizzi, Marcella Vida: “Strategie di educazione alla<br />

sessualità”<br />

M. Antonietta Trappa, Carmela Borsini: “Come la scuola può<br />

favorire l'integrazione del bambino immigrato nel gruppo di<br />

classe”<br />

Michele Capurso: “Il supporto alla famiglia in ambito scolastico”<br />

POSTER E COMUNICAZIONI<br />

Poster: visionabili dal Sabato alle ore 13.00<br />

Comunicazioni: Domenica ore 11.00 - Moderatori: Paola<br />

Pistacchi, Maria Giovanna Bianchi<br />

Assemblea Nazionale <strong>CIS</strong><br />

Sabato ore 18.30<br />

Informazioni:<br />

Segreteria <strong>CIS</strong><br />

Via Regnoli, 74<br />

40138 Bologna<br />

Telefono e Fax 051.24.57.85<br />

E-mail: segreteriacis@hotmail.com<br />

3


4<br />

Schede libri<br />

Valerio P., Bottone M., Galiani R., Vitelli R. (a cura di) “Il<br />

Transessualismo. Saggi psicoanalitici” FrancoAngeli, Milano 2001<br />

Nato dall'esperienza di un gruppo di lavoro costituitosi presso le<br />

Scuole di Psicologia Clinica e Psicologia del Ciclo di Vita<br />

dell'Università “Federico II” di Napoli dirette dal Professor Paolo<br />

Valerio, il testo raccoglie scritti, in parte tradotti per la prima volta in<br />

italiano, degli psicoanalisti che negli ultimi anni si sono maggiormente<br />

occupati dell'argomento. La scelta degli autori, motivata<br />

principalmente dalla necessità di strutturare un background<br />

conoscitivo in grado di sostenere adeguatamente l'attività clinica, ha<br />

privilegiato nomi di particolare rilievo (Czermak, Lacan,<br />

Oppenheimer, Ovesey, Person, Quinodoz, Safouan, Stoller, Tyszler) e<br />

scritti che nel loro insieme compongono un quadro esauriente dei temi<br />

che riguardano il transessualismo. Dobbiamo tuttavia rilevare che,<br />

nonostante l'interesse suscitato dai testi scelti, rivestono particolare<br />

importanza le introduzioni in premessa all'opera e alle singole parti.<br />

Non si tratta infatti di una semplice miscellanea di scritti, ma di una<br />

oculata visitazione della letteratura psicoanalitica sull'argomento, che<br />

si arricchisce di testi introduttivi ed esplicativi di concreta utilità per<br />

una corretta lettura e una possibile utilizzazione pratica. Inoltre i testi<br />

sono raccolti per aree tematiche dando luogo ad un organico percorso<br />

conoscitivo che consente di accedere sia alle riflessioni psicopatologiche<br />

che a quelle clinico-terapeutiche. Uno strumento dunque<br />

di studio e di approfondimento (si veda anche la ricca bibliografia) e,<br />

in particolare, uno strumento di lavoro per chi medico o psicologo è<br />

impegnato nella attività clinica.<br />

Gabriella Rifelli<br />

Maines R.P., “Tecnologia dell'orgasmo. Isteria, vibratori e<br />

soddisfazione sessuale delle donne”, Marsilio, Venezia 2001.<br />

Le curiose vicende che hanno partato l'autrice ad occuparsi della<br />

terapia dell'isteria e quindi anche dell'uso terapeutico del vibratore,<br />

riferite in premessa, sembrano indicare un contesto puritano e<br />

sessuofobico difficilmente conciliabile con l'idea di spregiudicatezza<br />

che viene attribuita alla società statunitense. La Maines è una storica<br />

che si è mossa raccogliendo documenti e testimonianze sui lavori<br />

femminili “a base di ago e filo” e così facendo si è imbattuta nella<br />

pubblicità dei vibratori presente in alcuni periodici dell'inizio del 900<br />

che si occupavano di cucito e di ricamo. La curiosità e le abilità della<br />

ricercatrice hanno fatto il resto, per cui ne è nata un opera di particolare<br />

interesse storico che focalizza l'attenzione su di una modalità<br />

terapeutica dell'isteria che all'inizio del 900 si avvaleva dell'elettricità<br />

e quindi dei vibratori, ma era già in uso dagli anni di Ippocrate nella<br />

forma del massaggio vaginale. L'orgasmo provocato era insomma la<br />

soluzione terapeutica proposta ed attuata e questa verità storica,<br />

troppo spesso rimossa, ha scandalizzato al punto da far perdere<br />

all'autrice un contratto di insegnamento universitario. In verità il<br />

rigore della ricerca storica viene in parte compromesso dalle<br />

riflessioni marcatamente ideologizzate dell'autrice che, ad esempio,<br />

non si preoccupa di collocare la soluzione curativa del massaggio<br />

vaginale all'interno dei vari presidi terapeutici di cui era fatta oggetto<br />

l'isteria dando l'impressione che quell'intervento fosse unico e<br />

condiviso da tutta la classe medica. Ciò tuttavia non compromette il<br />

valore di uno scritto che riconferma la interrelazione esistente fra il<br />

sociale e il clinico, fra codici interpretativi di tipo androcentrico e<br />

soluzioni terapeutiche suggerendo la opportunità di considerare non<br />

universali le soluzioni che la clinica suggerisce, ma comunque<br />

strettamente legate al contesto storico-culturale nel quale nascono.<br />

Gabriella Rifelli<br />

All'origine degli...<br />

Spermatozoi<br />

SESSUOLOGIANews<br />

All'origine vennero battezzati in olandese con un termine che per<br />

poter essere universalmente compreso venne opportunamente<br />

tradotto in latino: genitali animalculis. Vennero dunque chiamati<br />

animalculi in quanto la loro osservazione nello sperma aveva fatto<br />

pensare ad organismi autonomi. Il tutto ebbe inizio nel 1677 a Deft<br />

(Olanda) per opera di uno studente di medicina, un mercante di<br />

stoffe e un malato di gonorrea. Jan Ham, lo studente, si rivolse infatti<br />

ad Antoni van Leeuwenhoek, il mercante e microscopista per<br />

hobby, chiedendogli di osservare lo sperma ottenuto da un soggetto,<br />

l'anonimo malato, affetto da perdite spontanee. I risultati di<br />

quell'esame, comunicati alla Royal Society di Londra (in olandese) e<br />

dalla stessa presentati al mondo due anni dopo (in latino), portarono<br />

all'attenzione della scienza ufficiale l'esistenza degli animalculi e la<br />

loro funzione di agenti della generazione. Leeuwenhoek era un<br />

acuto osservatore e in quanto autodidatta era privo di quei pregiudizi<br />

che gravavano sui colleghi assai più dotti e proprio per questo<br />

vittime di teorie fuorvianti; la sua ingenuità scientifica gli consentì<br />

di osservare ciò che gli altri potevano inutilmente vedere e la sua<br />

scoperta quindi non riscosse particolari plausi. Pochi furono coloro<br />

che ne colsero il valore innovativo, se non rivoluzionario, in ordine<br />

alle conoscenze sui meccanismi della generazione e questi ultimi<br />

continuarono ad essere spiegati facendo riferimento ad Aristotele e<br />

Galeno.<br />

Dovettero trascorrere quasi 150 anni perché le osservazioni di<br />

Leeuwenhoek trovassero conferma. In realtà se l'olandese aveva<br />

intuito correttamente che gli animalculi dovevano avere una<br />

funzione generatrice, rimase convinto della loro autonomia<br />

organismica e nei decenni a venire anche gli scienziati di mestiere<br />

continuarono a pensare che gli spermatozoi fossero microparassiti<br />

dello sperma. Così fece Spallanzani che li chiamò vermicelli<br />

spermatici (1776) e von Baer che nel 1826 li classificò fra gli<br />

infusori nella famiglia delle cercarie, ordine dei gimnoidi. Non<br />

sorprenda quindi trovare in alcuni vocabolari medici dell'epoca<br />

(vedi il Nysten, 1840) cercaria come sinonimo di spermatozoo. Al<br />

von Baer si deve anche la traduzione del nome comune animalculi<br />

nel termine tecnico di spermatozoi (da spéirein 'seminare', d'origine<br />

indeuropea e quindi dal greco spérma=seme composto con<br />

zoo=animale) che ancora oggi utilizziamo sia pure impropriamente.<br />

La convinzione che gli spermatozoi fossero dei microparassiti<br />

cominciò ad essere messa in forse negli anni trenta dell'ottocento<br />

quando venne anche proposta una diversa nomenclatura: il fisiologo<br />

Trevisanus nel 1833 chiamò gli animalculi polline animale. Ma per<br />

abbandonare completamente la tesi animalculista è stato necessario<br />

che prendesse corpo la teoria cellulare (Schwann 1839) in base alla<br />

quale gli organismi sono un insieme di cellule e, curiosamente, fu<br />

proprio un professore di zoologia, Rudolf Albert von Kölliker, che<br />

nel 1841 dimostrò la natura cellulare dello spermatozoo.<br />

Comparvero allora termini che intendevano rappresentare la vera<br />

struttura dei corpi che si muovevano nello sperma e venne proposto<br />

spermio, mutilando quindi la parola del riferimento animale<br />

nemaspermio che si richiama alla sua morfologia (dal greco nema=<br />

filo) e spermatozoide dove il composto oide ha il valore di affine. Ma<br />

spermatozoo è rimasto nel linguaggio a memoria di uno dei tanti<br />

trabocchetti nei quali è incorsa la scienza con la scusante che<br />

nonostante gli studi della generazione avessero occupato<br />

grandemente la ricerca di tre secoli, almeno per due di essi<br />

l'attenzione è stata prevalentemente rivolta all'ovaio e alla funzione<br />

generatrice della donna. Tale dimenticanza la dobbiamo al prevalere<br />

di ricercatori sostenuti dal bisogno tutto maschile di indagare e<br />

penetrare i segreti del corpo femminile e favoriti, nella pratica, dalla<br />

possibilità di accedere alla conoscenza attraverso gli esami<br />

autoptici, mentre gli studi sugli spermatozoi, dopo le osservazioni di<br />

Leeuwenhoek, si sono arrestati anche per gli scrupoli di ordine<br />

religioso e morale che rendevano difficile procurarsi dei campioni di<br />

liquido seminale.<br />

G.R.


SESSUOLOGIANews<br />

<strong>CIS</strong> Scuola di Sessuologia di Bologna<br />

A.A. <strong>20<strong>02</strong></strong>-2003 - XXII Corso<br />

DIAGNOSI, CONSULENZA E PSICOTERAPIA SESSUALE<br />

Il XXII Corso organizzato con la collaborazione del Servizio di Sessuologia Clinica del Dipartimento di Psicologia<br />

dell'Università di Bologna privilegia e dedica particolare attenzione:<br />

agli incontri residenziali per la loro maggiore efficacia didattica;<br />

allo spazio dedicato alla consulenza sessuale pur mantenendo inalterato il percorso che porta<br />

all'apprendimento della psicoterapia sessuale.<br />

L'attenzione riservata alla consulenza nasce come risposta alla domanda sempre più frequente di operatori diversi (medici di base,<br />

ginecologi, andrologi, psichiatri, psicologi, ostetriche e personale infermieristico) i quali chiedono di acquisire competenze tali da<br />

completare ed arricchire il loro intervento clinico in maniera che le persone da loro assistite possano essere considerate nella<br />

globalità del proprio essere sessuato.<br />

L'iter formativo prevede cinque unità didattiche, la loro frequenza consentirà l'apprendimento della lettura<br />

della domanda (1° unità), della scelta terapeutica (2° unità), della consulenza sessuale (3°/4° unità) e della<br />

psicoterapia mansionale integrata (5° unità).<br />

Gli allievi potranno completare l'intero ciclo o decidere di sospendere l'apprendimento al livello desiderato.<br />

DESTINATARI: medici di base e specialisti, psicologi e<br />

psicoterapeuti, operatori delle USL e dei Consultori Familiari.<br />

TECNICHE DIDATTICHE: vengono privilegiati gli aspetti<br />

esperienziali (video-modeling, video-vignettes, role-play) e il<br />

lavoro di gruppo limitando al necessario le lezioni-dibattito.<br />

Sono previsti durante lo svolgersi delle cinque unità anche<br />

work-shop su temi specifici quali ad esempio: i sussidi<br />

audiovisivi, la violenza sessuale, l’ omosessualità.<br />

CONDUZIONE DIDATTICA: responsabile: Giorgio Rifelli;<br />

collaboratori: M. Bosio, T. Tagliavini, M.C. Calendi, E. Plazzi,<br />

M.C. Florini, O. Stazzoni, P.G. Rocchi, G. Rifelli, A. D’Amato,<br />

E. Padovese, M. Pin, O. Martinetto.<br />

EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA: la richiesta<br />

per l’accreditamento è stata inoltrata al Ministero della Salute.<br />

Informazioni: richiedere il depliant a: <strong>CIS</strong>, via Regnoli 74, 40138 Bologna - Fax e segreteria telefonica allo<br />

051.245785, oppure telefonare il mercoledì e il venerdì dalle 11.00 alle 13.00 a: Ornella Martinetto, tel:<br />

051.2091833. E-mail: panstudisessuologici@hotmail.com<br />

Rischio e adolescenza<br />

Quando alla “fisiologica” disorganizzazione interna relativa all'età si<br />

accompagna una disorganizzazione del contesto relazionale, la ricerca<br />

dell'identità e l'adolescenza si fanno più a rischio. Costituiscono<br />

elementi di una situazione a rischio stati di emarginazione, assenza di un<br />

nucleo primario sufficientemente rassicurante rispetto all'ambiente<br />

sociale esterno, l'assenza di gruppi secondari in cui sperimentare<br />

modalità di evoluzione personale verso uno stile di vita adulto,<br />

ottenendo riconoscimenti sociali.<br />

E' possibile in adolescenza l'adozione provvisoria di comportamenti<br />

irregolari, sia per le caratteristiche dell'età adolescenziale che per la<br />

complessità del contesto sociale, in cui è ormai impraticabile una<br />

iniziazione breve, semplice e chiara alla posizione di adulto, oggettivata<br />

in modo coeso dalle istituzioni.<br />

L'adolescenza è un momento in cui il ragazzo desidera “rischiare”: ogni<br />

volta che si supera un'esperienza azzardata ci si sente potenti, accettati,<br />

Per iniziative analoghe in precedenza sono stati assegnati 50<br />

Crediti per ogni Unità.<br />

CALENDARIO: la prima unità impegna quattro week-end<br />

residenziali (dalle 9 del Venerdì alle 13 della Domenica) e una<br />

giornata seminariale (Sabato, ore 9-18). Gli incontri si terranno<br />

nei giorni: 29-30 Novembre e 1 Dicembre <strong>20<strong>02</strong></strong>, 17-18-19<br />

Gennaio <strong>20<strong>02</strong></strong>, 21-22-23 Febbraio 2003, 14-15-16 Marzo 2003<br />

e 12 Aprile 2003.<br />

VALUTAZIONI ED ATTESTAZIONI: superate le verifiche<br />

previste viene rilasciata l'attestazione di Consulente dopo aver<br />

frequentato la quarta unità didattica e di Terapeuta dopo aver<br />

frequentato la quinta unità didattica.<br />

ISCRIZIONI: limitate ad un massimo di 40 partecipanti.<br />

definiti; è un'età in cui correre “rischi calcolati” significa accettarsi, farsi<br />

accettare e trionfare rispetto alle ansie del conflitto adolescenziale.<br />

L'adolescenza è caratterizzata di per sé da una generale tendenza a<br />

manifestare la sofferenza psichica attraverso l'azione, il cosiddetto<br />

acting-out, cioè la scelta inconscia di agire, non potendo esprimere il<br />

proprio disagio in modo più elaborato e maturo; i caratteristici<br />

cambiamenti fisici cui va incontro l'adolescente sono di per sé fonte di<br />

ansietà, che viene spesso fronteggiata con l'azione. I comportamenti a<br />

rischio possono essere anche un tentativo di mettere alla prova le proprie<br />

capacità in fatto di destrezza o di competenza psicofisica.<br />

La evidenziata tendenza dell'adolescente a ricercare esperienze e<br />

situazioni nuove per definire e superare i propri confini e limiti, rende il<br />

giovane particolarmente vulnerabile a situazioni ad alto indice di rischio<br />

per la propria integrità psico-fisica.<br />

Maria Cristina Florini<br />

5


6<br />

Per una educazione sessuata<br />

Il primato del fallo ha trovato nella cultura<br />

occidentale espressioni diverse e sempre più<br />

esplicite in particolare nel XX secolo forse<br />

proprio perché si andava incrinando il potere<br />

maschile, troviamo così riferimenti sia nella<br />

letteratura che nella riflessione scientifica:<br />

Ella capì vagamente, per la prima volta in vita<br />

sua, quale fosse il significato del fallo, e il cuore<br />

le parve entrare in un vasto mondo nuovo. Tra le<br />

due creature esitanti e frustrate, lui e lei, aveva<br />

veduto la terza creatura, desta, eretta, imperiosa,<br />

perfettamente sicura di se, levarsi lì, dalle radici<br />

del corpo di lui, con una strana affermazione<br />

nuova. Era come un grottesco Iddio primitivo,<br />

ma pieno di vita e indicibilmente vigoroso,<br />

esuberante di vita segreta, staccato dalle loro<br />

due personalità. Cieco, sembrava guardarsi<br />

intorno, simile ad una talpa uscita dalle viscere<br />

della terra. La resurrezione della carne, si diceva<br />

per giuoco. Ma non era veramente una<br />

resurrezione? Non c'era una grottesca divinità<br />

misteriosa nel fallo? E quella divinità in lui era<br />

sempre stata ferita ma pure non era morta. Era<br />

morta nella maggior parte degli uomini. Per la<br />

maggior parte degli uomini il pene non era che<br />

una parte del corpo, al servizio della persona. La<br />

maggior parte degli uomini usava il pene come<br />

le dita, per scopi meramente personali. Ma in un<br />

vero uomo, il pene ha una vita sua, è un secondo<br />

uomo nell'uomo. E' precedente alla personalità.<br />

E la personalità deve cedere di fronte alla<br />

priorità e alla sapienza misteriosa radicata nel<br />

pene, o nel fallo. Perché la differenza tra i due è<br />

questa: che il pene è soltanto una parte del corpo<br />

fisiologico; ma il fallo, nel senso antico, ha<br />

radici, profondissime fra tutte, nell'anima e nella<br />

coscienza cosmica dell'uomo; l'ispirazione entra<br />

nell'anima sua attraverso le radici del fallo.<br />

Ella vagamente capiva. Capiva vagamente, ora,<br />

che cosa egli intendesse quando diceva: “Non so<br />

che cosa vuol dire quel soltanto”; per lui non ci<br />

poteva essere soltanto il coito. Perché il fallo<br />

sorgeva in lui in tutta la sua misteriosa divinità,<br />

in tutto il suo oscuro orgoglio e la sua purezza, e<br />

S.I.S.M.E.R.<br />

il coito scendeva sino alle radici falliche della<br />

sua anima. Non era soltanto un'eccitazione dei<br />

sensi elaborata dall'io e dalla personalità.<br />

Il suo fallo non era l'organo volgare, il pene. La<br />

sua vita o la sua morte erano legate alla vita o alla<br />

morte del fallo. Anche questo ella capì. Uomini<br />

come Clifford e un gran numero di uomini<br />

moderni, vivevano nel loro meschino trionfo<br />

sopra il fallo. Hanno un pene birbante, con il<br />

quale si sollazzano come sconci ragazzetti. Ma<br />

quando si viene all'atto, nonostante tutte le belle<br />

parole intorno all'amore, non si tratta che di<br />

coito, di un orgasmo funzionale, di un brivido<br />

momentaneo, della perversa e volgare<br />

eccitazione di un attimo. Anch'ella era chiusa nel<br />

cerchio fallico della carne, e la sua natura di<br />

femmina si inseriva nell'orbita della stretta<br />

maschile. Per un breve momento. Ma quella<br />

notte, almeno, si sottomise. Non si sentiva<br />

prigioniera. Si sentiva avvolta e al sicuro, e il suo<br />

cuore era finalmente placato, aveva perduto il<br />

senso d'angoscia che lo stringeva. Non aveva più<br />

paura.<br />

Sempre, dai tempi più remoti, aveva avuto il<br />

germe della paura nel cuore, capace di crescere<br />

come un grano di senape. Paura di che? Di nulla<br />

e di tutto. Paura della vita, della società, di quello<br />

che poteva accadere, di quello che non poteva<br />

accadere. La guerra aveva confermato quella<br />

paura una volta per tutte. E per vincere la paura<br />

ella aveva desiderato di essere libera, libera, e<br />

ancora più libera. E quanto maggiore era la<br />

libertà, tanto più profondamente la paura gettava<br />

radici nell’anima sua.<br />

Quella notte capì. La radice della paura era stata<br />

paura del fallo. E’ la paura fondamentale<br />

dell’umanità intera. Di qui i frenetici sforzi<br />

dell’umanità di disprezzare il fallo e annullarlo.<br />

Tutto per paura. Di qui il desiderio moderno, di<br />

fare del fallo uno sciocco fuciletto ad aria<br />

compressa, un volgare giocattolo. Paura anche<br />

questa. Paura dell’alter ego, dell’omuncolo, del<br />

piccolo padrone che è in ogni uomo, del fallo.<br />

(D.H. Lawrence, La seconda Lady Chatterly)<br />

Società Italiana di Studi di Medicina della Riproduzione<br />

Avere un figlio.<br />

Aggiornamento multidisciplinare sulla infertilità<br />

Ferrara - 12 Ottobre <strong>20<strong>02</strong></strong><br />

Ridotto del Teatro Comunale<br />

In considerazione del continuo aumento della domanda di intervento per<br />

infertilità una occasione di studio e approfondimento per meglio comprendere i<br />

contenuti tecnici, emotivi e logistici che caratterizzano l'esercizio della<br />

medicina della riproduzione.<br />

Segreteria Organizzativa:<br />

Dott. Giorgio Cavallini<br />

v. Mascheraio, 46 44100 Ferrara<br />

Tel: 0532-200847 - Fax 0532-327409<br />

E-mail:giorgiocavallini@libero.it<br />

La libido è fallica. Quale che sia la zona erogena<br />

dei suoi desideri parziali, l'oggetto di<br />

soddisfazione parziale del neonato si riferisce al<br />

fallo. Per la bocca, è il capezzolo erettile che ad<br />

essa si adatta e da cui sgorga il latte, mentre le<br />

mani palpano la forma gonfia e soda del seno<br />

materno. Per l'ano, è la forma delle natiche e<br />

delle feci. Per il bambino, fino ai 25 mesi, è<br />

l'erettilità del pene da cui sgorga il getto di urina.<br />

In seguito sarà l'erettilità del pene al servizio<br />

esclusivo del piacere, in attesa della pubertà e<br />

dell'emissione di sperma che conclude l'erettilità<br />

erotica. Tutte le forme erogene parziali sono<br />

forme piene, che si riferiscono al fallo, sia al<br />

pene in quanto soggetto del desiderio sia al<br />

desiderio del pene.<br />

Anche il contorno generale del corpo adulto,<br />

maschile e femminile, nella stazione eretta,<br />

rimanda morfologicamente al fallo. Lo stesso<br />

discorso vale per le forme sessuate: il pene che<br />

rimanda alla freccia per l'uomo, e per la donna i<br />

seni (oggetti di attrazione per le pulsioni scopica<br />

e tattile) che rimandano a cupole di foggia<br />

diversamente fallica.<br />

Il corpo, dunque, è un oggetto totale fallico; le<br />

zone seduttrici sono pure, per le zone erogene,<br />

falliche, ma, quanto al volume, parziali. Quanto<br />

alle percezioni subliminali che si provano con le<br />

orecchie, gli occhi, il naso, la tattilità, esse pure<br />

ricevono il loro valore dal fallo, forma allungata<br />

o cavità, tra loro complementari.<br />

Il corpo femminile per l'uomo è riferito ai valori<br />

arcaici della madre della pienezza del suo petto e<br />

del sesso che promette di accogliere il suo pene<br />

erettile, per lui narcisisticamente ricco di valore.<br />

L'uomo, per la donna, è riferito ai valori fallici<br />

della differenza sessuale scoperta nella prima<br />

infanzia: e la promessa della sua fecondità si<br />

trova nel contatto fisico e nel desiderio che il suo<br />

sesso ha del sesso dell'uomo.<br />

Il bambino, quando nascerà, sarà il simbolo del<br />

fallo simbolico, unione incarnata del doppio<br />

desiderio dei genitori.<br />

(Francoise Dolto, Il desiderio femminile)<br />

SESSUOLOGIA MEDICA<br />

Convegno<br />

interdisciplinare sulla<br />

biologia, fisiopatologia e<br />

clinica della sessualità.<br />

Roma, 8-9 Novembre <strong>20<strong>02</strong></strong><br />

Centro Congressi Frentani<br />

Segreteria Scientifica:<br />

Prof. E.A. Jannini (UnivAQ)<br />

Prof. A.Lenzi (UnivRM1)<br />

Informazioni:<br />

FASI Congress srl<br />

V.le Gorizia, 24c<br />

00198 Roma<br />

SESSUOLOGIANews


SESSUOLOGIANews<br />

C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico oggi nel sole...<br />

Nella città piccolo borghese a vocazione turistica in cui vivo è tempo<br />

d'antico: il piccolo supermercato in centro è diventato un'elegante Antica<br />

Pizzicheria, al posto di una rinomata merceria è in preparazione<br />

un'Antica Caffetteria… e via di seguito, tutto a beneficio del turista<br />

nordico in ciabatte e calzoncini.<br />

Ma tuffarsi nell'antico può anche non essere così avvilente, anzi! Un<br />

viaggio nella memoria alla riscoperta delle cose passate e, per noi medici<br />

dei vecchi rimedi, può farci imbattere in qualche chicca che non aspetta<br />

altro che essere ri-trovata e ri-valutata. E' il caso dei famosi, consunti,<br />

famigerati "Kegel". Il dottor Kegel, ginecologo, ha inventato gli esercizi<br />

che prendono il suo nome una cinquantina di anni fa per aiutare le<br />

pazienti con incontinenza urinaria. Era quella un'epoca in cui la chirurgia<br />

non garantiva una soluzione e tanto meno esistevano le moderne tecniche<br />

di riabilitazione perineale. Kegel in un lavoro del 1952 sosteneva la<br />

necessità di recuperare il trofismo muscolare in queste pazienti, ma<br />

riteneva anche di doverle aiutare a sviluppare una consapevolezza del<br />

loro pavimento pelvico, visto che solo un terzo delle donne visitate da lui<br />

si dimostravano capaci di contrarre volontariamente questi muscoli. I<br />

"Kegel" si basano su tre punti critici: l'apprendimento, cioè<br />

l'identificazione e l'attivazione volontaria dei muscoli del pavimento<br />

pelvico (PFM); la resistenza, cioè l'esercizio di contrazione che accorcia<br />

la fibra muscolare stimolando lo sviluppo di nuove cellule, di nuove<br />

Andar per libri<br />

Federico Guglielmo Förster è stato una<br />

singolare figura di pedagogista. Tedesco di<br />

Berlino dove nacque nel 1869, educato<br />

secondo lo spirito universalista e umanista,<br />

aderì al movimento socialista e<br />

contrapponendosi alla ideologia nazionalista<br />

bismarckiana finì a 26 anni in carcere per tre<br />

mesi a causa di uno scritto in favore della<br />

classe operaia. Fu costretto quindi a riparare<br />

in Svizzera dove insegnò all'Università di<br />

Zurigo, ma il suo pensiero e i suoi scritti,<br />

sempre più orientati in senso cristiano, gli<br />

crearono difficoltà con i colleghi radicali che<br />

lo costrinsero a lasciare Zurigo (1911) per<br />

Vienna e quindi Monaco. Anche in queste<br />

città, opponendosi alla politica nazionalista,<br />

non rimase a lungo. Nel 1916 è ancora a<br />

Zurigo, tornerà a Monaco dopo il 1918 per<br />

essere nominato ambasciatore a Berna. In<br />

seguito si oppose con forza e pubblicamente al<br />

nazismo per cui subì nuove persecuzioni a cui<br />

seguirono viaggi in Francia, a Ginevra e infine<br />

nel 1940 a New York dove vivrà gli ultimi<br />

sedici anni nella più completa indigenza e<br />

afflitto da una progressiva cecità.<br />

Essendosi occupato principalmente di<br />

educazione morale -è stato indicato da Aldo<br />

Agazzi come il fondatore della didattica della<br />

formazione morale e del carattere- non poteva<br />

ignorare un tema educativo emergente nei<br />

primi anni del 900 e infatti scrisse di<br />

educazione sessuale dedicando opere agli<br />

educatori (Il problema sessuale nella morale e<br />

nella pedagogia, Etica e pedagogia della vita<br />

sessuale) e ai ragazzi (Alle soglie della<br />

maggiore età). In Italia le sue opere vennero<br />

pubblicate dalla Società Tipografico-Editrice<br />

Nazionale (S.T.E.N.) di Torino già nel 1909<br />

quando venne tradotto Scuola e Carattere che<br />

continuò ad essere stampato fino alla fine<br />

degli anni venti (ci risulta una edizione, la<br />

ottava, del 1928) raggiungendo la tiratura di<br />

12.000 copie. In verità anche gli altri titoli<br />

ebbero particolare fortuna: Il problema<br />

sessuale nella morale e nella pedagogia<br />

vendette, nel 1910, 3.000 copie e raggiunse in<br />

seguito le cinque edizioni; Etica e pedagogia<br />

della vita sessuale (1911) ebbe tre edizioni;<br />

Alle soglie della maggiore età (1910) aveva<br />

ragiunto le 8.000 copie e la quarta edizione nel<br />

1921. L'insieme dell'opera di Förster è<br />

senz'altro innovativa rispetto alla pedagoga<br />

precettistica ed eminentemente predicatoria<br />

che caratterizzava i predecessori e molti<br />

contemporanei, ma laddove si occupa dei temi<br />

sessuali la preoccupazione morale emerge<br />

con chiarezza. Così ad esempio leggiamo: “Il<br />

crescente sviluppo preso in questi ultimi tempi<br />

da quel ramo della moderna medicina cui si è<br />

dato il nome di “psicoterapia”, richiama la<br />

nostra attenzione sull'importanza veramente<br />

straordinaria che hanno per la salute<br />

nervosa, fisica dell'uomo, il carattere, la<br />

disciplina della volontà, l'educazione dei<br />

sentimenti, l'impero sulla fantasia. Alla luce<br />

di questa scienza la rilassatezza dei costumi,<br />

la vita libertina, non solo appare come una<br />

degenerazione morale, ma si rivela anche<br />

favorevole allo sviluppo di ogni più piccolo<br />

germe patologico nell'uomo, annienta la<br />

volontà, e fa dell'uomo una preda indifesa di<br />

tutti gli stimoli provenienti dal mondo<br />

esteriore, alterandone profondamente il<br />

sistema nervoso” (Il problema sessuale nella<br />

morale e nella pedagogia, p.43). Ma Förster<br />

da uomo libero quale era scrisse, con grande<br />

onestà e trasparenza, di morale e non di<br />

moralismo tanto è vero che la didattica che<br />

propose non intendeva passare attraverso la<br />

predica, ma attivando le risorse personali. La<br />

sua preoccupazione era comunque la<br />

possibilità che il vivere venisse ridotto ad un<br />

terminazioni nervose e dell'apporto ematico; la ripetizione, cioè la<br />

frequenza, regolarità e durata del lavoro che ciascuna paziente può fare e<br />

che permette di mantenere nel tempo il risultato raggiunto. Kegel riporta<br />

una percentuale molto alta di risoluzione dell'incontinenza e l'ultimo suo<br />

successo è documentato in un lavoro uscito quest'anno su Obstetrics and<br />

Gynecology dove la riabilitazione comportamentale del perineo nelle<br />

donne anziane è stata giudicata la migliore scelta terapeutica perchè<br />

efficace e senza rischi.<br />

Non appena i Kegel diventarono popolari ci si rese conto che la<br />

gratificazione sessuale aumentava con il migliorare del tono del muscolo<br />

pubococcigeo. La scoperta non è sorprendente più di tanto perché<br />

sappiamo che la sede anatomica dell'orgasmo è la muscolatura vaginale e<br />

che per la fisiologia l'orgasmo non è altro che una serie di contrazioni<br />

tonico-cloniche, di solito una decina ad intervalli di 8 secondi, prodotte<br />

nel terzo esterno della vagina, che prende appunto il nome di piattaforma<br />

orgasmica.<br />

Ecco dunque il valore dei Kegel: per noi che ci prendiamo cura di pazienti<br />

che hanno difficoltà a prendere consapevolezza del loro corpo è<br />

importante poter contare su uno strumento semplice, alla portata di ogni<br />

donna e che il terapeuta può modellare secondo il bisogno di ciascuna.<br />

7<br />

Anna Ghizzani<br />

automatismo erotico privando anche l'essere<br />

umano di libertà e la sessualità della sua<br />

sacralità: “l'uomo è assai più di un semplice<br />

processo erotico, egli non può rinunciare ai<br />

criteri di bene e di male, a questo di più di<br />

responsabilità, di energia volitiva, di libertà<br />

spirituale, senza rinnegare del tutto la sua<br />

dignità umana. Già Goethe ha detto, in questo<br />

senso, parlando dell'uomo: «Ei sol distingue,<br />

sceglie e dà giudizio. Ei può all'istante dare<br />

una durata.»”.<br />

Indubbiamente molto oggi è cambiato, ma i<br />

libri di Förster che non è difficilissimo trovare<br />

e possono essere una gradevole e feconda<br />

scoperta.<br />

G.R.


8<br />

Rivista di Sessuologia<br />

Trimestrale di studio e aggiornamento<br />

sui problemi della sessualità e dell’educazione<br />

Direttore di Redazione: Franco Avenia<br />

CLINICA SESSUOLOGICA<br />

n° 3/<strong>20<strong>02</strong></strong><br />

A cura di Gabriella Rifelli<br />

La frequente presenza di un forte disagio sessuale che si accompagna ad<br />

alcuni interventi chirurgici più o meno demolitivi richiede un'attenta lettura<br />

dei percorsi psicologici, individuali e comuni. La sessualità infatti, mediata<br />

da un corpo mutilato, va osservata nei suoi mutamenti, strutturali ed<br />

esperienziali, e messa in condizione di riarmonizzarsi. A questi temi è<br />

dedicata la parte monografica del numero a cura di Gabriella Rifelli.<br />

Seguono contributi sul cruising omosessuale; uno studio clinico sulle donne<br />

adulte che hanno subito abusi sessuali nell'infanzia; altri interventi volti a<br />

mettere in luce anche alcuni aspetti riflessi della sessualità come<br />

l'atteggiamento di operatori in sessuologia nei confronti dell'anorgasmia.<br />

Conferenze, convegni,<br />

incontri di studio...<br />

In ogni città le occasioni culturali sono<br />

molte, di norma gradite e seguite. Spesso gli<br />

organizzatori astutamente mettono fra i<br />

relatori un nome di richiamo, un<br />

personaggio, una celebrità. Poi all'ultimo<br />

momento, pare impossibile, ma un<br />

inghippo, un impedimento, una<br />

complicazione, gli impedisce di<br />

partecipare, ma intanto ha attirato gente.<br />

Essere presenti ai convegni fa molto<br />

intellettuale, e poi è un'occasione d'oro per<br />

farsi vedere. In prima fila si è certi di essere<br />

ripresi da fotografi e operatori televisivi. A<br />

maggior ragione se il politico ha<br />

preannunciato che onorerà il consesso con<br />

la sua partecipazione. Intanto non si<br />

comincia finché egli, con suo comodo, non<br />

sarà arrivato, non avrà avuto la sua razione<br />

di inchini e saluti, e non sarà stato<br />

accompagnato al posto d'onore. Al suo<br />

seguito, oltre ai fedeli scagnozzi, ecco<br />

pronta la Tv. Ma tutti, oratori e spettatori,<br />

sono ormai smaliziati. Come vedono<br />

l'operatore girare si danno un'aggiustatina ai<br />

capelli, sistemano la giacca, e tirano su il<br />

groppone. Anche con il faro puntato in<br />

faccia sanno che devono stare immobili,<br />

con l'occhio aperto e l'aria intelligente.<br />

Hanno imparato a non guardare in macchina<br />

e, dato il momento solenne, non si sognano<br />

di fare ciao ciao con la manina. Gli oratori<br />

intanto sono relegati lassù al tavolo d'onore,<br />

tutti in fila in esposizione. Forse si<br />

annoiano, ma appaiono attenti alle parole di<br />

chi in quel momento sta parlando.<br />

Aspettano il loro turno e forse stanno<br />

calcolando quanto manca. Quando tocca a<br />

loro ci si rende conto che non tutti, ahimé,<br />

sono dotati di quella qualità che è essenziale<br />

nei convegni: la capacità di sintesi. Quindi il<br />

moderatore ha il suo da fare. Sta sulle spine,<br />

ma non ha il coraggio di tagliare, magari sui<br />

destini del mondo. Si sa che quando uno ha<br />

un microfono in mano, si inebria e non lo<br />

molla più. Si è anche messo l'orologio<br />

davanti, ma lo ignora. Se comincia con la<br />

premessa: "Sarò breve", ahi, ahi, non<br />

manterrà la promessa. Alla fine poi la parola<br />

passa al pubblico, e spesso all'inizio<br />

subentra un silenzio gelido e imbarazzato.<br />

Allora moderatore e conferenziere si fanno<br />

domande a vicenda per avviare il dibattito.<br />

Poi il pubblico perde la timidezza, ritrova lo<br />

spirito, anzi a volte si scatena. C'è quello che<br />

approfitta per tenere il suo comizietto<br />

personale. Ci sono gli habitué che<br />

qualunque sia l'argomento trattato, alzano la<br />

mano. Fino ad allora se ne sono stati buoni<br />

buoni, ma poi prendono coraggio, e arriva il<br />

momento della riscossa. Magari a<br />

sproposito, anche se si è fatto tardi, ma<br />

devono esibirsi. Adorano ascoltarsi e si<br />

dilungano. In fondo sono andati al<br />

convegno apposta per dire la loro, e<br />

cascasse il mondo non intendono<br />

rinunciarci.<br />

Maria Teresa Fossati<br />

Hanno collaborato<br />

a questo numero:<br />

Carlo Conti<br />

Maria Cristina Florini<br />

Maria Teresa Fossati<br />

Anna Ghizzani<br />

Stefano Lepore<br />

SESSUOLOGIA News<br />

SESSUOLOGIANews<br />

Università di Roma<br />

“La Sapienza”<br />

II Facoltà Medicina e Chirurgia<br />

Cattedra di Urologia<br />

Master in<br />

Sessuologia Clinica<br />

II livello<br />

Roma, Gennaio-Dicembre 2003<br />

Direttore del corso<br />

prof. Lucio Miano<br />

Coordinatore didattico<br />

prof. Mauro Cosmai<br />

Il Master vuole evidenziare il ruolo<br />

della Sessuologia Clinica nei settori<br />

applicativi sanitari e psicosociali,<br />

sottolineando la necessità di una<br />

formazione approfondita in<br />

biosessuologia e psicosessuologia per<br />

medici, psicologi, biologi, sociologi,<br />

educatori, esperti della<br />

comunicazione.<br />

2 trimestri con un impegno di 12 ore<br />

settimanali per un totale di 60 Crediti<br />

Formativi Universitari, pari ad un<br />

numero di ore di didattica frontale non<br />

inferiore a 300.<br />

Informazioni:<br />

Dr.ssa Francione - Presidenza della II<br />

facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

dell'Università “La Sapienza” di<br />

Roma<br />

Piazza Sassari, 3 - 00161 Roma<br />

Tel.: 06.49973170, Fax: 06.49973171<br />

E-mail: presmed2@uniroma1.it<br />

E’ COMPLETAMENTE<br />

GRATUITO<br />

Comunicateci l’indirizzo<br />

presso il quale desiderate riceverlo<br />

contattandoci attraverso:<br />

Telefono e Fax: 051.24.57.85<br />

E-mail: segreteriacis@hotmail.com

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