Download - IPSE Il Risveglio degli Angeli
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albero di pino, sopra le loro teste. Nella penombra, forse il<br />
gioco della bassa luce che emana il lampione, forse i fari delle<br />
macchine che passano a una velocità non consona in città,<br />
forse influenzato dalle strane visioni e coincidenze che ultimamente<br />
lo hanno colpito, gli pare di vedere tra quei rami una<br />
figura, simile a un essere umano, ma con <strong>degli</strong> occhi bianchi,<br />
che a stento si distinguono tra i lembi di un manto scuro nel<br />
quale si nasconde e che lo puntano come un felino quando<br />
prende di mira la sua preda. «Muoviti!» il tono imperioso della<br />
voce di Nicola riporta ordine all’istante dove la figura eterea<br />
era ormai scomparsa.<br />
Saliti in macchina, acceso il motore della Spider, Marco alla<br />
guida punta quasi inconsapevolmente su una strada secondaria,<br />
lontana dalla città, verso il mare. «Bravo, andiamo alla<br />
casa al mare dei miei a Castiglione» commenta Nicola, mentre<br />
tiene ripetutamente d’occhio lo specchietto retrovisore.<br />
«Bravo un cavolo! Mi dici che cosa sta succedendo? E che<br />
era quella cosa che ci guardava da sopra l’albero?» il tono di<br />
voce di Marco è indubbiamente tra lo spaventato e l’incredulo,<br />
in ogni caso agitato, riesce a sentire il suo cuore che palpita<br />
fino alla gola; non è paura ma una specie di cattivo presagio.<br />
«Quindi hai visto anche tu una Seguace?». Senza neppure<br />
guardarlo negli occhi, Nicola si volta più volte indietro cercando<br />
di tenere d’occhio la situazione attraverso il lunotto<br />
posteriore dell’auto.<br />
«Una che?» replica innervosito il giovane al volante.<br />
«Seguace, una serva delle Streghe evolute; sente il tuo odore<br />
da chilometri di distanza, ti fiuta, ti trova, ti prende un po’<br />
come fa il cane con la volpe, hai presente? Non ti uccide, ma<br />
ti porta in fin di vita dal suo padrone». Sorride quasi divertito<br />
dal folle esempio.<br />
Marco, concentrato sulla guida, continua ad accelerare nervoso,<br />
segnando nel contachilometri i 160 all’ora. «Credevo<br />
che queste menate, sui tarocchi, futuro, morti, fantasmi, diavoli<br />
e demoni ce li fossimo lasciati alle spalle nei nostri giochi<br />
di bambini tanti anni fa». Con tono ironico, ma allo stesso<br />
tempo esasperato, Marco resta concentrato nella guida.<br />
«Inconsapevolmente eravamo affascinati dall’ignoto e l’i-<br />
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