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IL BUON LADRONE Dionigi Tettamanzi (Cardinale ... - Villa Schiari

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10<br />

èanche<br />

di ogni tempo nella storia, è anche di oggi, dunque, e provoca in un certo<br />

senso tutti gli uomini, compresi gli stessi credenti, ogni qualvolta il mondo presenta i<br />

segni del male, della falsità, dell'ingiustizia, della corruzione morale, della violenza e<br />

del sangue, del misconoscimento dei diritti umani dei più deboli.<br />

Ma, se Dio è veramente bontà onnipotente, perché tollera tutto questo male? Ma, se<br />

Cristo<br />

è veramente il Salvatore del mondo, perché permette tutte queste iniquità e non<br />

investe la storia con un'improvvisa ed enorme ventata di libertà così da far esplodere i<br />

legami di queste intollerabili schiavitù? In termini concisi e forti, san Tommaso<br />

d'Aquino esprimeva la singolare difficoltà religiosa insita nell'interrogativo sul «<br />

perché » della sofferenza umana con un dilemma d'estrema chiarezza e drammaticità:<br />

« Se Dio esiste, non vi sarebbe nessun male nel mondo. Ma nel mondo si trova il male.<br />

Quindi Dio non esiste » (Summa Theologiae, 1,2,3).<br />

Come rispondere? E chi deve rispondere? Non dovrebbe essere proprio lui, il<br />

Signore<br />

Gesù, che è venuto a salvarci con la sua morte in croce?<br />

E invece la croce sembra irrimediabilmente avvolta da un silenzio cupo e<br />

inquietante,<br />

che niente e nessuno riescono a infrangere. Appeso al legno, Gesù non è<br />

forse il grande sconfitto? Così, il lungo. interminabile silenzio del Crocifisso non dà<br />

forse ragione a quanti lo insultano? Non costituisce forse uno scandalo anche per noi<br />

credenti? Non è, comunque, una sfida per la nostra fede in Gesù, che professiamo<br />

quale vero e unico Salvatore del mondo?<br />

Non ha fatto nulla di male<br />

Ma ecco che Gesù stesso rompe<br />

questo suo opprimente silenzio. E lo fa nel dare una<br />

inattesa<br />

e sorprendente risposta al malfattore crocifisso con lui. Si, è malfattore, è<br />

condannato a morte, ma ormai per lui si sta aprendo un nuovo cammino di vita: è il<br />

cammino della conversione, che lo rende candidato alla salvezza e alla vita.<br />

L'evangelista Luca, con la sua testimonianza, ci aiuta a penetrare a fondo nell'animo<br />

di questo uomo. Così ci è dato di coglierne i sentimenti più nascosti e soprattutto di<br />

riconoscerne la presenza della grazia del Crocifisso. Proprio questa grazia, invisibile<br />

ma così reale, opera in lui « grandi cose »: lo illumina e lo sospinge fortiter et suaviter,<br />

fortemente e soavemente, a raggiungere la verità di quel Gesù che sta morendo sulla<br />

croce.<br />

Così il malfattore incomincia a dissociarsi dallo scherno e dall'irrisione del suo<br />

compagno<br />

di sventura. Una dissociazione netta e radicale, che lo porta a muovergli<br />

rimprovero: « Lo rimproverava: "Tu non hai neanche timore di Dio, benché<br />

condannato alla stessa pena?" » (Luca 23,40).<br />

La Bibbia della CEI, traducendo «Neanche tu hai timore dì Dio? », lascia intendere<br />

che,<br />

come i capi e i soldati, anche il malfattore sta dimostrando di non temere Dio. In<br />

realtà, poiché la negazione « neanche » è legata al verbo ”temere” e non al pronome «<br />

tu », il senso del vero è il seguente: tu non hai avuto timore degli uomini e così sei<br />

arrivato a questa non hai neppure timore di Dio? Potresti avere almeno questo!<br />

Eil merge qui il primo passo nel cammino della conversione: sotto l'influsso della grazia,<br />

buon ladrone si apre a quel timore del Signore che è principio di conoscenza e di<br />

saggezza vita dell'uomo.<br />

Segue un altro importante passo: il riconoscimento della propria colpevolezza. E un<br />

altro passo ancora: il riconoscimento dell'innocenza di Gesù. Il malfattore, infatti,<br />

così continua: « Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni,<br />

egli invece non ha fatto nulla di male" » (Luca 23,41).

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