Introduzione su Boccaccio (PDF)
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Lisa Pina IV A Italiano Esami 2006<br />
<strong>Introduzione</strong><br />
GIOVANNI BOCCACCIO, IL DECAMERON<br />
Giovanni <strong>Boccaccio</strong> nacque a Certaldo (o Firenze) nel 1313 e morì sempre a Certaldo, nel<br />
1375. Era un figlio illegittimo, <strong>su</strong>o padre era un uomo d’affari. Seguì <strong>su</strong>o padre nel 1327 a<br />
Napoli per motivi di lavoro. Nel 1340/41 tornò a Firenze. Non cresce in un ambiente letterario<br />
ma in quello degli affari (e lo si capisce nel Decameron). Restò a Napoli da 14 anni ad oltre i 30<br />
(nell’età della maturazione). Scrisse diverse opere a Napoli. Nel 1348 ci fu la peste, anche a<br />
Firenze, che uccideva i 2/3 della popolazione, fra i quali <strong>su</strong>o padre. Il Decameron prese spunto<br />
da questa tragedia e cominciò proprio nel 1348. <strong>Boccaccio</strong> teneva delle lezioni <strong>su</strong>lla Divina<br />
Commedia. Era considerato un umanista. Conobbe in seguito Tetrarca col quale ebbe buoni<br />
rapporti. Il Decameron significa “10 giornate” ed è una raccolta di 100 novelle: La parola<br />
“Decameron” deriva dal greco “Deca” (dieci) e “Hemeron” (giornate). <strong>Boccaccio</strong> immagina che<br />
nel 1348 c’è un’epidemia di peste (che <strong>su</strong>ccesse veramente) e che 7 ragazze/giovani donne e 3<br />
ragazzi/giovani uomini, per fuggire dalla peste, si rifugiano in campagna (Toscana) in una<br />
bellissima villa e ci restano per 14 giorni. Passano il tempo in modo raffinato secondo un ideale<br />
di vita cortese (canti, balli, banchetti, …) e nei pomeriggi si raccontano delle novelle tranne il<br />
venerdì e il sabato, giorni nei quali pregano. Ogni giorno viene nominato un re o una regina<br />
che impone il tema delle novelle. Ognuno, re compreso, ne racconta una, perciò in totale ce<br />
ne sono 100.<br />
Cornice: Nel Decameron non ci sono solo novelle, ma si descrive la peste all’inizio, i<br />
divertimenti dei giovani nella villa e i commenti alla novella. La cornice dà organicità al libro.<br />
Nella cultura araba è presente la novella con cornice. Le 1000 e 1 notte per esempio è araba.<br />
Nel D le novelle sono raccontate in una circostanza minacciosa (peste).<br />
Decameron<br />
Il Decameron ha come data di nascita il 138. Prima di iniziare con le 100 novelle (10 novelle al<br />
giorno per 10 giorni) ci sono due o tre pagine di proemio e alla fine, dopo le 100 novelle c’è<br />
una conclusione. Sia il proemio che la conclusione vengono chiamati cornice poiché serve a<br />
mettere in risalto l’opera. In una Chiesa di Firenze (S. Maria Novella) si trovano 10 giovani che,<br />
per scappare dalla peste, si rifugiano in campagna (7 ragazze, 3 ragazzi). Per passare il tempo<br />
si raccontano delle novelle ogni giorno. Ogni giorno si elegge un re o una regina che sceglie il<br />
tema principale della giornata. Restano 15 giorni e ogni tanto fanno delle giornate di pausa<br />
(religiosa, …). La cornice del Decameron non è composta solo da proemio e conclusione, ma<br />
per ogni giornata c’è una premessa e una conclusione (vedi le funzioni della cornice p. 481).<br />
Se si dovessero paragonare tre grandi scrittori: Dante (100 canti), <strong>Boccaccio</strong> (100 novelle),<br />
Petrarca (366 poesie numero dei giorni in una anno bisestile). (vedi p. 482 e segg.:<br />
rias<strong>su</strong>nto 10 giornate):<br />
• 1a giornata: tema libero<br />
• 2a giornata: fortuna (favorevole/sfavorevole)<br />
• 3a giornata: brigata<br />
• 4a giornata: amori infelici<br />
• 5a giornata: amori felici<br />
• 6a giornata: arguzia (motto)<br />
• 7a giornata: beffa (donna-marito)<br />
• 8a giornata: beffa (generico)<br />
• 9a giornata: tema libero<br />
• 10a giornata: liberalità e virtù
Lisa Pina IV A Italiano Esami 2006<br />
<strong>Boccaccio</strong> fu rimproverato perché scrisse molte novelle (la maggior parte) amorose, con tutte<br />
le facce dell’amore. Dopo il proemio, nell’introduzione, parla delle tragedie della peste, di come<br />
l’uomo diventa un animale per sopravvivere ad una malattia, cadono tutte le basi di<br />
solidarietà, di amore e di amicizia (vedi pp. 498.501). L’introduzione della peste è posta (come<br />
da cornice) all’inizio del Decameron. La peste inizia nel 1348 (aprile) a Firenze fiacche <strong>su</strong><br />
tutto il corpo (che si ingrandivano e diventavano nere: morte). Non era curabile (si poteva solo<br />
fuggire). Medici (pensavano di sapere la medicina: FALSO), Dottori (praticavano veramente la<br />
medicina). La peste era vista come una punizione di Dio <strong>su</strong> Firenze (se si scappava da Firenze<br />
si sopravviveva). La mortalità ammontava a circa il 95%. Questa malattia toglieva anche gli<br />
aspetti affettivi e sentimentali, ognuno pensava solo a sé steso e se ne fregava se la moglie o il<br />
marito stava male.