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N. 23 - Il Diario di Castrovillari

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PAGINA 4 CASTROVILLARIILDIARIO ANNO 4 N. <strong>23</strong><br />

Amarcord/Le sensazioni della storia…<br />

Sono le 19.20 circa <strong>di</strong> un pomeriggio stranamente<br />

e insistentemente piovoso a <strong>Castrovillari</strong> e, se<br />

vuoi, puoi scrivere un bel pezzo su un’impresa<br />

della locale squadra <strong>di</strong> calcio. Od<strong>di</strong>o, tutto sommato<br />

chissenefrega del bel pezzo: c’è una serie<br />

D che è stata appena conquistata sudando sette<br />

camice e stai a pensare a quello che devi scrivere.<br />

D’altra parte, pensare <strong>di</strong> mettere le emozioni<br />

che hai appena vissuto su un pezzo <strong>di</strong> carta<br />

pare inopportuno, quasi offensivo. E la vittoria<br />

pare ancora più bella, perché conquistata contro<br />

ostacoli che <strong>di</strong>ventano muri quasi insormontabili<br />

ogni qualvolta sembrano già saltati. Pensi allo<br />

spostamento del campo due giorni prima della<br />

partita e ti viene in mente quando, seppure a<br />

causa <strong>di</strong> una squalifica, si dovette affrontare sul<br />

neutro <strong>di</strong> Rossano il Taranto, alla vigilia <strong>di</strong> Pasqua<br />

del ‘97, in una gara che si rivelò vittoriosamente<br />

decisiva per la salvezza. Pioveva maledettamente,<br />

proprio come questa capricciosa domenica <strong>di</strong><br />

giugno a <strong>Castrovillari</strong>.Vuoi vedere che… Inizi a<br />

sperare. Si gioca a Rende, dove manchiamo dall’autunno<br />

del 1991 quando, allenati da Baroncini,<br />

vincemmo 2-0 in Coppa Italia approdando ai<br />

quarti <strong>di</strong> finale. Lo stesso 2-0 che servirebbe<br />

oggi. Nel gracchiare della ra<strong>di</strong>o le urla e la voglia<br />

<strong>di</strong> chi non si è fatto impaurire da 70 km e un pò<br />

<strong>di</strong> pioggia e la convinzione <strong>di</strong> chi deve materialmente<br />

compiere la Grande Impresa. Dall’altra<br />

parte c’è il Gragnano, squadra del napoletano<br />

che non abbiamo mai affrontato e che, con tutto<br />

il rispetto, non ha il nostro stesso passato.<br />

Pronti, via… e l’uragano rossonero si abbatte<br />

sugli avversari: il <strong>di</strong>fensore Scafaro sblocca il<br />

risultato dopo pochi minuti. Gli stessi che servirono<br />

a De Simoni per eliminare il Ceccano in<br />

una memorabile semifinale <strong>di</strong> Coppa Italia del<br />

<strong>Il</strong> presidente Ioele e Mister Viola a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno, ancora una volta,<br />

vengono lanciati in aria per festeggiare la vittoria <strong>di</strong> campionato. Non cè due senza tre!!!<br />

‘91 e che consentirono a Tarantino (pure lui<br />

<strong>di</strong>fensore), nel 1980, <strong>di</strong> risolvere la gara-spareggio,<br />

o quasi, con lo Schiavonea nel polveroso<br />

campionato <strong>di</strong> Prima Categoria dove eravamo<br />

indecorosamente precipitati. Cosa cambia con<br />

oggi? Sinceramente poco, anche ora dobbiamo<br />

riprenderci la categoria che più ci compete,<br />

anche ora abbiamo capito che possiamo farcela.<br />

Passano i minuti, ma il ciclone non si placa: 2-0,<br />

poi 3-0, non ci possono riprendere, la serie D è<br />

praticamente nostra. E’ il miglior <strong>Castrovillari</strong><br />

della stagione, guar<strong>di</strong> Andreoli e sembra il ragazzino<br />

che macinava chilometri nel<br />

miglior Castro <strong>di</strong> Dellisanti che<br />

spopolava in serie C. Si, la storia è<br />

dalla nostra, cambia solo qualche<br />

nome, ma il finale non può essere<br />

<strong>di</strong>verso.<br />

Poi, l’incubo: il rigore <strong>di</strong> inizio<br />

ripresa fa imprecare contro l’ennesima<br />

ingiustizia che si ritiene subita.<br />

Ma per i precedenti non c’è<br />

bisogno <strong>di</strong> scomodare la storia,<br />

basta ricordare la gara <strong>di</strong> andata. E’<br />

tutto in equilibrio: con il passare<br />

dei minuti le gambe si appesantiscono<br />

e i cattivi pensieri si fanno<br />

strada in chi soffre davanti ad una<br />

ra<strong>di</strong>o: vengono in mente le gran<strong>di</strong><br />

illusioni, dagli spareggi negli anni 50<br />

e 60, ai play-off <strong>di</strong> C sfuggiti per un<br />

beffardo gol dell’Albanova a 5<br />

minuti dal sogno. Viene in mente<br />

Genova Sestri, la punizione <strong>di</strong> car-<br />

E <strong>Castrovillari</strong><br />

impazzisce <strong>di</strong> gioia!!!<br />

neade Trentarossi all’ultimo sospiro che fece<br />

piangere noi alla ra<strong>di</strong>o e i tifosi che percorsero<br />

l’Italia da sotto a sopra. E ci privò <strong>di</strong> una Coppa<br />

che sarebbe stata storica. I supplementari <strong>di</strong>ssolvono<br />

le nubi e alimentano speranze: si confida in<br />

Criaco o Miceli, magari emuli <strong>di</strong> Cairo che, quin<strong>di</strong>ci<br />

anni prima, sbloccò il risultato ai supplementari<br />

tingendo <strong>di</strong> rossonero lo spareggio <strong>di</strong><br />

Lamezia Terme con la Palmese. Non ci sono più<br />

punizioni e nemmeno gol: il destino sono i rigori,<br />

perché la monetina che ci condannò contro la<br />

Bagnarese appartiene fortunatamente ad altri<br />

tempi.Alla ra<strong>di</strong>o puoi solo immaginare il ringra-<br />

ziamento <strong>di</strong> mister Viola ai tifosi, le tensioni del<br />

portiere Maritato e le ansie <strong>di</strong> chi si gioca il<br />

futuro in 11 metri <strong>di</strong> angoscia e speranza. Chiu<strong>di</strong><br />

la ra<strong>di</strong>o, rive<strong>di</strong> mentalmente tutti i successi <strong>di</strong> cui<br />

sei stato testimone e speri che il Dio del Calcio<br />

renda giustizia alla tua storia. Quando senti la<br />

città che urla e i primi clacson che suonano, timidamente<br />

riaccen<strong>di</strong>: le grida del buon ra<strong>di</strong>ocronista<br />

con cento capelli bianchi in più (che non si<br />

vedono ma si intuiscono) ti fanno capire che è<br />

tutto vero. L’incubo è finito, da oggi anche questa<br />

è Storia.<br />

Gaetano Pugliese

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