Redone n. 5-6 anno 2005 - Parrocchia GOTTOLENGO

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Il Redone FLASH DI VITA PARROCCHIALE E DEL PAESE Pellegrinaggio parrocchiale alla Basilica di S. Antonio di Padova e all’Abbazia di Praglia A darsi appuntamento, il sedici Ottobre alle ore 6.30 presso l’oratorio di Gottolengo, è un eterogeneo gruppo per età, di cinquantaquattro persone legate tra loro dalla devozione a S.Antonio da Padova; a guidarci il nostro parroco Don Saverio Mori e il caro Don Lino, dotato di un encomiabile preparazione sulla vita dei santi. La scaletta delle tappe della giornata è la seguente: • Partenza da Gottolengo e breve sosta sulla Serenissima per un caffè. • Arrivo al parcheggio situato presso il Prato della Valle alle ore 10.30. • Trasferimento a piedi al Santuario. • Santa messa alle ore 11.00 nella cappella appositamente adibita accanto al chiostro della Magnolia. • Visita al Santuario, con soste, preghiere e intenzioni personali alle cappelle dove sono - 38 - esposte le spoglie mortali e le reliquie del santo. • Pranzo presso la casa del pellegrino situata di fianco al santuario alle ore 12.00. • Visita libera alla città, o meglio nei dintorni del Prato della Valle, Santa Giustina, Palazzo del Comune, Piazza delle Erbe, Palazzo della Ragione, Cappella degli Scrovegni. • Partenza per Praglia alle ore 1 .30 per una visita guidata all’abbazia Benedettina, per un piccolo approfondimento sulla vita dei monaci benedettini e la loro regola: “Ora et Labora”. • Quindi ritorno a casa con rientro a Gottolengo alle ore 20.30. • Recita a tappe del rosario. Al di la della sterile scaletta delle tappe è stata una bellissima Domenica, baciata dal tepore del sole autunnale e dalle profonde motivazioni personali di fede dei presenti.
La preghiera e le visite alle spoglie del santo è stata personale, perché personali sono state le motivazioni che hanno condotto il gruppo di pellegrini colà dove il santo è vissuto, ha convertito, risanato e resuscitato nel corpo e nello spirito tanti abitanti di Padova del 1200 e di tanti pellegrini nei secoli successivi fino ai giorni nostri. Ma la recitazione del Santo Rosario e la Santa Messa sono stati l’espressione di momenti unici, l’espressione di un coro di anime che, in un momento di particolare devozione con una sola voce, ha raggiunto Dio. La sontuosità della basilica e delle opere d’arte ivi presenti forse distrae un po’ dal vero interesse di un santo che difendeva i poveri e gli afflitti conducendo il loro cuore a Dio, e nello stesso tempo redarguiva e ammoniva coloro che con astuzia e con cuore duro tenevano e riducevano i primi in miseria, conducendo anche il loro cuore a Dio. Quest’uomo ha saputo coniugare gli insegnamenti del suo maestro San Francesco, all’uso della parola, del sapere e dell’intelletto per la predicazione della verità, mettendo a disposizione di tutti e di Dio quello che come uomo aveva ricevuto grazie a una condizione sociale più agiata. Non ha disprezzato la ricchezza come fonte di male, ma ha ammonito duramente coloro che si sono arricchiti con metodi legali e non, impoverendo i propri simili sino alla miseria e alla disperazione. Quando ha incontrato i notabili del tempo non li ha esortati a lasciare tutto e impoverirsi ma ad utilizzare le loro capacità e il loro denaro, maldestramente carpito, per il sostentamento e il bene di tutti. Ha denudato la loro coscienza e sbriciolato la convinzione lapidaria che le leggi, da loro stessi imposte a loro uso e consumo, fossero espressione di giustizia terrena e celeste. Crediamo che questo santo sia sempre stato tanto amato perché il suo esempio di vita, il suo agire concreto, la sua fede profonda e la sua parola dotta ma semplice, sincera e comprensibile abbia raggiunto il cuore di molte persone portandole a Dio. - 39 - L’esempio di S.Antonio è attuale oggi come allora, i tempi cambiano Il Redone FLASH DI VITA PARROCCHIALE E DEL PAESE ma tanti uomini usano il dono della parola e della penna, dell’intelletto, dell’istruzione o del posto che occupano per plasmare leggi, credenze e superstizioni atte solo a riempire i loro forzieri dove dopo la morte rimarrà il loro cuore adagiato sulla loro notorietà. Nel frattemp, non è che tutte le persone impoverite e ridotte in miseria economica e spirituale da tante panzane, pubblicizzate come indispensabili, o private del necessario, diventino beati perché poveri, ma rischiano di perdersi nel vivere quotidiano e nella ricerca affannosa di quel benessere fisico e spirituale che spetta di diritto a tutti. La responsabilità di quelli, che grazie alle capacità che Dio ha concesso loro per il bene di tutti e usate solo a scopi personali è tremenda, responsabilità non minore di coloro che sanno e che per comodità o per qualche incomprensibile filosofia tacciono senza dire pane al pane e vino al vino. Due Pellegrini Un concerto di solidarieta’ Domenica 27 novembre 2005 alle ore 21,00, nella chiesa parrocchiale di Gottolengo si è realizzato uno straordinario
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